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mercoledì 3 marzo 2021

"Quella elaboratissima stupidità", di Alberto Abruzzese - Rinascita 26 gennaio 1979


In un precedente post dell'Emeroteca Anime ho inserito 12 articoli sui cartoni animati giapponesi scritti in quasi tre anni dalla pubblicazione democristiana "la Discussione":

Per par condicio ho voluto dare un'occhiata a "Rinascita", la controparte comunista, se "la Discussione" era stata fondata da Alcide De Gasperi, "Rinascita" aveva come padre Palmiro Togliatti.
Di "Rinascita" ho le annate 1979 e 1980, mentre de "la Discussione" ha una quantità maggiore di numeri, comunque i trinariciuti diedero poco spazio ai cartoni animati giapponesi, se non quello stra famoso in cui Gianni Rodari, tra i pochi, prese la difesa di Goldrake e soci:

Quindi da una parte abbiamo i democristiani, che attenzionavamo molto i programmi televisivi in generale, tra cui quelli dedicati ai bambini, dall'altra "Rinascita", che trattava anch'essa l'argomento, ma meno attentamente.
Nel gennaio 1979, in pieno boom per la trasmissione della seconda parte di Goldrake, le polemiche facevano capolino, ho cercato di fare il punto della situazione di quel mese in questo post:

Il 26 gennaio su "Rinascita" si può leggere un articolo di una persona non a digiuno di fumetti, Alberto Abruzzese, lo scritto ha in realtà come soggetto ed obiettivo "Happy Days", ma qualche accenno a Goldrake non poteva mancare   ^_^
Intanto non posso altro che concordare con lo studioso riguardo al suo dubbio se fosse possibile cambiare il paese tramite il voto con una massa elettorale che sbavava dietro ad "Happy Days"... per lo meno noi con Goldrake avevamo la scusante di essere minorenni e non abili alle urne  :]
Ma veramente si poteva accumunare Fonzie ed Actarus come programmi ugualmente "stupidi"?
Chiaramente io sono di parte, ma il nesso non lo vedevo allora, dato che detestavo "Happy Days" e non lo vedo neppure oggi...
La sit-com statunitense era tutta falsa, raccontava una America non più presente e penso in maniera neppure corretta, vista da una nazione che in quella società degli anni 50 non aveva mai vissuto, quindi era mendace sotto una moltitudine di aspetti.
Il cartone animato giapponese raccontava una storia immaginaria in un contesto reale, quindi non voleva ingannare il piccolo telespettatore, ma al suo interno c'era molta più verità che nel telefilm trasmesso dalla Rete Uno della Rai.
La bufala dei cartoni animati giapponesi era tanto assurda quanto sedimentata in gran parte delle persone che scrivevano su quotidiani e riviste varie, anche tra coloro che oltre ad avere qualche nozione di fumetti non erano pregiudizialmente contro gli anime:
"Dunque una trasmissione (cioè Happy Days) dalla calcolatissima, programmata, elaboratissima stupidità: appunto come si dice di un elaboratore che è una macchina stupida (e non è forse ancora un calcolatore a disegnare Goldrake?)"

No, non era un calcolatore a disegnare Goldrake, ergo non era stupido, mentre Fonzie si    ^_^ 



Goldrake non era un prodotto "tecnologicamente sofisticato", era fatto a mano   ^_^
Poi mostrava tecnologie sofisticate, ma erano inventate, lo giuro!  :]
Per il resto concordo su quasi tutte le critiche al bulletto con il giubbotto in pelle nera, non Renzi...

 

3 commenti:

  1. Sono d'accordo, Happy Days è stupido forte, però c'è da dire che secondo me gli americani questo tipo di serie (Happy Days, Strega per amore, Beautiful, la Tata ecc.) le prendono per quel che sono, stupidate appunto. E' in Italia che la televisione è stata usata programmaticamente per rincoglionire lo spettatore, adottando il peggio del modello commerciale USA in modo molto più rozzo ed efficace, e questo dalla fine degli anni 70 ovvero col declino del modello monopolistico RAI-BBC e l'ascesa del modello monopolistico Fininvest-mondezzaio, a mio avviso col preciso scopo (al di là della lotta per l'introito pubblicitario) di contribuire a modificare la scala dei valori culturali degli italiani. Penso che sia ora di storicizzare questo fatto. Negli Stati uniti per esempio ci sono programmi tipo Studio aperto ma c'è (c'era) anche Letterman.
    Ho conosciuto gente che cita le fiction biografiche Mediaset (ormai Raiset) come fossero libri di storia. :D

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    1. Inoltre rileggendo l'articolo vedo citata l'espressione "Travoltismo", il che mi fa sospettare che Abruzzese fosse uno dei tanti che non avevano ben compreso "La febbre del sabato sera", che ho visto solo di recente e ho trovato tutt'altro che stupido, anche se ne avevo sempre sentito parlare come di una solenne sciocchezza.

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    2. Anche alla Rai c'erano trasmissione d'approfondimenti di un certo spessore, ora la guardo poco la tv, quindi mi taccio, ma se la guardo poco un motivo ci sarà :]
      "La febbre del sabato sera" non l'ho mai vista, da bambino ne sentivo parlare soprattutto da bambine, quindi lo scartavo a priori, da adulto mi pare troppo triste :]

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