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giovedì 5 marzo 2015

"Sapere", numero monografico sul Giappone - 15 dicembre1940



Nel dicembre del 1940 la rivista quindicinale "Sapere" della Hoepli pubblicò un numero monografico sul Giappone, contenente numerose immagini ed articoli, scritti anche da personalità giapponesi dell'ambasciata nipponica in Italia.
A mio avviso il valore di queste pubblicazioni ante guerra è quello di restituirci l'immagine di un Giappone estinto, e dal punto di vista politico/guerrafondaio è una bella fortuna... resta l'interesse per i particolari storici sulla società giapponese e sulla sua cultura, inoltre, in un mondo in cui si cerca sempre di far sparire dai libri di storia i fatti poco edificanti, questi articoli fotografano le ambizioni territoriali del Giappone ed il fanatismo nazionalista anche degli intellettuali nipponici.
Visto il periodo storico gli autori degli articoli abbondano in retorica patriottica e militarista, anche sul versante italico, cosa che ci dimostra che le cause dell'essere considerati oggi dei mezzi buffoni dalle altre nazioni del mondo nascono in tempi più lontani...comunque, alcune perle patriottiche italiche mi hanno fatto scompisciare.
Questo numero di Sapere è veramente pregno di articoli, molto dettagliati, purtroppo il carattere di scrittura è abbastanza minuto e le colonne abbastanza grandi. A causa di ciò potrebbe essere difficoltoso leggere gli articoli, sinceramente non me la sono sentita di scannerizzare in più parti le colonne più lunghe, in quanto già in questo modo ho dovuto fare oltre 200 scannerizzazioni... impiegando più giorni per terminarle.
Per ognuna delle pagine originali ho fatto una scan totale della pagina, seguite da altre scan parziali degli articoli, che, salvo miei errori dovuti alla stanchezza, seguono il senso di lettura dell'articolo preso in esame.
Nel caso in cui lo scritto risultasse un po' piccolo, consiglio di salvare l'immagine sul proprio pc ed ingrandirla  ^_^
Sovente i nomi di personaggi storici e delle località sono scritti in maniera differente rispetto ad oggi, nei miei commenti, che nel caso consiglio di non leggere passando direttamente alla fonte, cerco di riportarli nella versione attuale.
Mi auguro che le 200 e passa scan possano risultare per qualcuno/a interessanti.








Un primo articolo riassuntivo dei rapporti italo-nipponici nella storia, da Marco Polo a Eduardo Chiossone, senza dimenticare  che "oggi, gli uomini e le opere del Regime, ed innanzi tutto il nome e la figura di Mussolini, sono famigliari ad ogni cittadino nipponico".
Dubito fortemente che ad "ogni cittadino nipponico" fosse famigliare Mussolini... che buffonate...
In pratica la seconda parte dell'articolo è un inno all'allenaza nippo-italica, che tanti drammi causerà al mondo.







Nipponicus, pseudonimo dell'autore dell'articolo, spiega cosa sia lo "Yamato-damashi", lo "spitiro del Giappone", tramite una serie di esempi storici di patriottismo nipponico, non può mancare un po' più di un accenno alla discendenza divina dei popolo giapponese. I revisionisti storici del Sol Levante affermano che a questa cosa non credeva nessun giapponese, men che meno il "pacifista" imperatore Hirohito, però, guarda caso, lo ripetevano in ogni dove...











Attenzione, l'autore dell'articolo non è un fanatico nipponista italiano, ma l'addetto militare all'ambasciata italiana, il colonnello giapponese Simizu.
Il mitologico primo imperatore Zimmu (Jinmu) ed Hirohito erano legati da una medesima missione verso il proprio popolo, che li considerava padri affettuosi, rendere potenet la razza giapponese.
Tutto l'articolo è pieno di farneticazioni patriottico-divino-religiose-militariste... ma verso la fine l colonnelo Simizu fa un interessante riassunto della situazione politico-militare del periodo:
"L'Impero giapponese è invulnerabile!"
Complimenti per la lungimiranza.






Riguardo all'Imperatore e al suo legame con l'esercito il colonnello scrive che l'esercito esiste solo allo scopo di attuare le diretteve del sovrano, quindi visto che Hirohito era un pacifista potevamo stare tranquilli... e che quando l'esercito si muoverà, larvata minaccia, l'azione sarà da considerarsi non solo giusificata, ma addirittura santa!
Questo perchè l'Imperatore è la persona che ha sempre ragione, chiaro?
Qundi sarebbe bastato che una sola volta l'imperatore avesse detto ai militari di non massacrare civili e prigionieri, e questi avrebbero obbedito.
















Altro articolo scritto da un giapponese, il comandante Toyo Mitunobo, incentrato sul ruolo della marina, che addirittura fa risalire il ruolo della marina imperiale all'epoca in cui le prime tribù fondarono l'embrione della nazione nipponica!
Per la serie "ehi, ci siamo anche noi marinai!", inutile dire che di samurai marinai non se ne sono mai visti.
Il comandante Mitunobo ripercorre la storie della marina imperiale, dalle origini che paiono un pelino inventate di sana pianta, ai successi militari pre Pearl Harbor.

















M. Roddolo racconta la prima missione d'amiciza del PNF in Giappone, i toni sono a dir poco esilaranti.
Nela foto sotto sono tutti vestiti così di nero che non si distinguono le singole persone, a parte quella in primo piano...











Viene fatto un riassunto dei rapporti internazionali tra Italia e Giappone dagli anni 30 fino al 1940. Putroppo questi articoli soffrono troppo della propaganda fascista del periodo, molto incentrati nell'enunciare le moltitudini di successi dei regimi italo-nipponici.













Con questo articolo di Giuseppe Tucci inizia la parte in cui viene analizzata più la parte culturale e sociale del Giappone e meno l'aspetto propagandistico in chiave fascista.
Il rapporto tra lo zen e il bushido, la filosofia zen la digerisco poco, fa eccezione questo stupendo saggio: Lo zen alla guerra












"Il Biodoin" di Chioto sarebbe, scritto come si scrive oggi, il tempio Byodo-in a Kyoto.










Sia l'Italia che il Giappone era delle nazioni essenzialmente contandine, quindi non può sorprendere un articolo sulla vita dei contandini giapponesi. Purtroppo l'autore nega lo stato di povertà dei contandini giapponesi del periodo, forse pareva brutto scriverlo in un articolo che doveva inneggiare al nuovo alleato dell'Italia.







Chi li vuole?


La pagina centrale della rivista sorprende il lettore di allora, come quello di oggi, con le uniche due pagine a colori., in cui si parla del rapporto dei giapponesi coi colori.















L'articolo spiega che anche il Giappone, come l'Italia, puntava molto sul turismo come fonte di reddito, infatti le strutture turistiche erano molto accoglienti.









Cercando di ignorarne l'incipit, è apprezabile lo scritto di Arturo Ferrarin, che, per la precisione, compare con un omonimo in Porco Rosso di Hayao Miyazaki









Shintoismo e buddismo, le due religioni del Giappone, che ad un italiano del 1940 dovevano sembrare assai arcaiche, specialmente la prima.
E' comunque un articolo interessante.












Uno degli italiani che arrivò in Giappone durante la Restaurazione Meiji fu Edoardo Chiossone, che partecipò attivamente alla creazione di uno Stato moderno sul versante artistico.








Corrado Caia si concentra sull'architettura giapponese.










A.M. Pizzagalli e Harukiti Simoi ci parlano delle varie forme di poesia giapponese.













A causa del fatto che il professor Yamamoto è citato solo con il cognome e l'università in cui insegnava, non sono riuscito a trovare informazioni sull'ipotesi Yamamoto. C'è da dire che, se ho capito bene, Yamamoto non aveva poi tutti i torti a considerare Plutone un non pianeta, e a me alle elementari me lo fecero passare per non pianeta... preferivo Prometeo, il decimo pianeta!
EDIT 06/03/2015:
AreaP. ha svelato il nome dello scienziato, Yamamoto Issei (1889-1959): link Wikipedia













Una rassegna sul sistema sanitario giapponese, partendo con un po' di storia fino alla situazione dei medici di famiglia e degli ospedali, ma anche alla situazione sanitaria nazionale, con l'elenco delle malattie più diffuse.








Un accenno storico-culturale al Giappone dell'anno mille.













Italia e Giappone hanno avuto, ed hanno, un comune reale nemico: i terremoti.
Ad oggi la differenza sta solo nelle difese e nella prevenzione, il Giappone la attua più dell'Italia, tranne che a Fukushima...









Storia, arte, politica, scienza, cultura, ma anche costumi sociali, come il ruolo della donna nel Giappone del 1940.










Dopo le donne ci si concentra sui bambini giapponesi, Pietro Silvio Rivetta ne illustra piacevolmente la vita.
















Quindi il generale Flora in Jeeg robto d'acciaio poteva chiamarsi anche Hana?





Per gli appassionati di alpinismo un bel articolo sugli scalatori italiani operanti in Giappone.











Osaka come Milano, a parte il fatto che nel 1940 Osaka aveva 7 milioni di abitanti.
In basso a destra sei stemmi delle città più importanti del Giappone.








Lo "spazio vitale" era la scusa per invadere altre nazioni, ne scrive Isosi Asahi.






Non sono sicuro, ma direi che lo stesso tema sarà trattato in futuro da Fosco Maraini in Gli ultimi pagani.








La speigazione storica del dipinto della copertina.



9 commenti:

  1. I solenni toni autarchico/celebrativi dovrebbero essere riservati a te per il lavorone che hai fatto!
    Tutto bellssimo e interessantissimo (di un bello a livello storico/culturale/sociologico ovviamente)!
    Ma dove le trovi queste chicche? Grazie di condividerle! :)
    E' triste vedere come un blog come il tuo pieno di recensioni di chcicche interessanti ed introvabili faccia così pochi commenti ed altra robaccia nonsense che si vede in giro abbia milioni di visite e centinaia di commenti (nonsense anche quelli) a post!
    Vabbè misteri della rete e della natura umana!

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    1. Sono fin commosso per i complimenti ^_^ Troppo buono :]
      Ho trovato qusto numero (ed altri) di Sapere in un mercatino dell'usato, ad un prezzo regalato, pochi euro.
      Ovviamente mi farebbe piacere avere più visite, ma alla fine il blog l'ho iniziato a scrivere per mio diletto, se poi c'è anche un solo cristiano (o di qualsiasi altra religione, ma anche ateo) che apprezza, io son già soddisfatto.
      In fondo queste cose sono molto di nicchia, e poi posto argomenti più seri seguiti da altri che non lo sono per nulla, come i modellini o i giocattoli.
      Ergo può essere che sia difficile trovare una mia collocazione sul web.
      Di nuovo grazie per le parole gentili.

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  2. Vincenzo Giordano mi ha anticipato ^__^ Grandissimo Stengo.
    Penso che ormai roba simile si trovi solo nelle biblioteche o lo hai acquistato da qualche parte?

    Alessandro

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    1. Grazie anche a te ;)
      Come ho già scritto sopra l'ho trovato ad un mercatino dell'usato.

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  3. Be' meglio "pochi ma buoni"... I lettori di questo blog ci sono e seguono assiduamente :) Il professor Yamamoto di cui si parla nell'articolo è Yamamoto Issei (1889-1959). La sua ipotesi viene citata anche in alcuni libri di astronomia recenti, come questo.

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    1. Concordo, meglio pochi ma buoni, ma la diffusione e la "scalata" in rete la fanno anche la frequenza delle visite e non sarebbe male che posti interessanti (per argomenti a noi consoni ma il discorso è ovviamente estensibile a qualunque argomento dello scibile umano) come questo avessero un po più di visibilità! Invece siamo al solito effetto "circolino di paese" a favore del sottovuoto spinto! Poco male si dirà, chi queste isole felici le conosce se le gode, ma questo non premia gli sforzi di chi si applica quasi giornalmente a divulgare cose interessanti!

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    2. Grazie Andrea, riporto il nome dello scienziato nel post.
      Grazie anche per l'apprezzamento :]

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  4. Complimenti per il blog,è impagabile il lavoro che stai facendo.
    Grazie e continua così...sarò un tuo fedele seguace.

    Arc.vhs

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    1. Grazie :]
      Non ho mai avuto dei seguaci, però ricorda che sono per l'armiamoci e partite ;)

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