Nei mesi di aprile e maggio 1980, in cui la polemica contro i cartoni animati giapponesi fu incredibilmente ampia, non mancavano testate che vi dedicarono anche la prima pagina.
In questo numero di "Bolero, settimanale di fotoromanzi, cronaca e attualità", assieme alla Raffaella nazionale che aveva conquistato l'America e ad Little Tony emulo di Elvis Presley, campeggiava un Mazinga Z che portava in braccio Afrodite A:
"Mazinga & C. fanno male ai nostri figli?"
Secondo me Mazinga & C. mi hanno fatto più bene che male, ma di certo mi hanno arrecato meno danni di tante altre cose vissute da bambino.
L'autrice dell'articolo, Silvia Sereni, rende conto della protesta dei 600 genitori di Imola, di cui ho trattato spesso. Così tanto che forse potrebbe sembrare ripetitivo inserire un altro post, ma penso, invece, che solo illustrando con dati (cioè articoli) reali l'attenzione che ebbe dalla stampa la prima invasione dell'animazione giapponese in Italia, si possa comprendere quanto fossero stati rivoluzionari Heidi e Goldrake rispetto ai programmi per bambini/ragazzi esistenti prima.
Questo, forse, potrebbe spingere gli ex bambini di oggi a cercare di non commettere il medesimo errore nei confronti dei figli e dei loro svaghi "moderni", visto che i nostri svaghi "moderni" di quel periodo furono messi alla gogna mediatica.
Chiaramente quello che traspare dallo scritto è la solita mancata comprensione della trama di semplici cartoni animati, che sarebbe bastato seguire per due o tre episodi consecutivi in modo da fugare tutte le accuse che si continuavano a leggere:
rincretinivano, assordanti, insegnavano la violenza e la sopraffazione, mitizzano la tecnologia, disumanizzano la scienza, stereotipati, ripetitivi, poveri di dialogo, intreccio scontato, dannosi, non favorivano la creatività, non attivano la razionalità, veicolavano la competitività la sopraffazione il profitto.
Prendiamo l'accusa di "mitizzare la tecnologia e disumanizzare la scienza", ma non è un po' contraddittorio come concetto?
E se avessero "mitizzato la scienza e disumanizzato la tecnologia" sarebbe stato meglio o peggio?
Per fortuna l'autrice lascia spazio anche ad un paio di opinioni pro cartoni animati giapponesi, un po' in minoranza rispetto alle tante accuse, ma comunque posizioni pro molto chiare. Così chiare che solo il non volerle capire permetteva la continuazione della polemica :]
Anche in questo articolo si fa cenno ai "cartoni animati giapponesi fatti al computer", l'errore lo commette uno di quelli che li difendeva, Oreste del Buono.
Il 9 dicembre 1979 sul Corsera aveva commesso il medesimo errore, sempre in un articolo in cui ne tesseva le lodi:
Si vede che da dicembre 1979 a maggio 1980 non aveva avuto informazioni migliorative sugli anime.
Io non penso che i bambini di oggi debbano giocare con i giocattoli con cui sono cresciuto io, perché, invece, lo pensavano quegli adulti?
Effettivamente i cartoni animati giapponesi modificarono il modo di giocare, ma dei maschietti, per nulla quello delle bambine.
Il combinato disposto di anime e videogiochi fu probabilmente la prima rivoluzione nel modo di giocare dei bambini del dopoguerra.
Il cambiamento lo si può apprezzare dai cataloghi di giocattoli prima e dopo il 1978.
Poi non si capisce perché giocare alla guerra con i soldatini andava bene e giocare alla guerra con Goldrake e Mazinga era una attività violenta e diseducativa...
Il bello è che nel titolo i soldatini andavano bene perché servivano per criminalizzare i cartoni animati giapponesi di genere robotico, ma fino ad allora erano anch'essi il male:
Già si parte con una grossa imprecisione.
I robot e le loro astronavi non invasero l'Italia nelle ore pomeridiane, ma alle 18,45... un orario in cui gli adulti erano in casa, quindi quello nipponico non fu un attacco a sorpresa in stile Pearl Harbor.
Inoltre le tv private locali trasmettevano gli anime robotici spesso nel prime-time, proprio per dare fastidio ai due TG della Rai.
Chissà... forse per alcuni adulti il fastidio verso gli anime non fu tanto nei contenuti, ma nel telecomando, dato che ora i figli chiedevano di guardare un altro programma nel momento del sacro telegiornale serale :]