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sabato 14 giugno 2014
Il Corsaro Nero - Clementoni - anni 70
Ormai siamo abituati a giochi in scatola assai complessi, pagine e pagine di regole, la cui complessità è inversamente proporzionale al piacere di leggerle e poi di giocare. Considerando i decenni passati ed il fatto che pian piano i giocatori quasi masochisticamente pretendono giochi più complessi, questo gioco de "Il Corsaro Nero" è quasi l'optimum tra semplicità e giocabilità, pocchissime regole, tanto divertimento.
La Clementoni mise in commerio questo gioco negli anni 70, non sono riuscito a trovare l'anno preciso, ma è comunque il primo gioco in scatola ispirato al corsaro di Salgari. In seguito, nel 1978, la Editrice Giochi ne produrrà una versione ben più povera con Kabir Bedi come testimonial, che fa bella mostra di se sulla scatola (come per il gioco di Sandokan).
Questo primo gioco de "Il Corsaro Nero" potrebbe essere nato sulla scia del film del 1971 con Terence Hill, ma è solo una mia elucubrazione.
Personalmente da bambino ci ho giocato tantissime volte, e preferivo schierarmi dalla parte della Spagna, un po' in ossequio al detto "Franza o Spagna purchè se magna", e in parte per una mia fissa sulla legalità. In fondo un corsaro è sempre un corsaro, "come una testa rotta è sempre una testa rotta" (cit.), ergo è un poco di buono che vive infrangendo le leggi, in Italia si troverebbe bene, penso...
Come al solito l'apertura della scatola è stata un tuffo al cuore, era proprio come la ricordavo, specialmente le navi, delle sagome di velieri in un banale polipropilene monocromatico, ma piene di ricordi d'infinite battaglie.
Nella conversione su Youtube il video è diventato un po' veloce, però si comprende lo stesso il senso profondo di un'emozione.
La disposizione dei vari pezzi e delle carte è essenziale come le regole, una preparazione veloce per poter giocare subito, mica come Arkham Horror, che ti ci vogliono due giorni di ferie solo per posizionare i vari pezzi e le carte, e non hai ancora spiegato le regole...
Le regole sono così semplici che quasi mi son commosso nel rileggerle dopo tanti anni e tantissimi giochi in scatola giocati: i velieri blu devono salvarsi, i tre corsari devono catturare i velieri blu. Fine.
L'unica pecca era che teoricamente non ci si poteva giocare in 3 o 5 giocatori, ma solo in 2 o 4, ma poi capitava che i velieri spagnoli venissero subappaltati a 3 a 3.
La battaglia consisteva in un semplice inseguimento, una volta che il carsaro aveva raggiunto il veliero spagnolo questi era automaticamente abbordato, ed il suo prezioso carico depredato. Carico, salvato o conquistato, che avrebbe stabilito il vincitore finale, dato che l'altra genialata del gioco era l'assegnazione da parte dell'ammiraglio spagnolo di un tesoro specifico per ogni veliero, che infatti era numerato.
Le mie prime inesperte imprecazione avvenirono proprio quando, dopo aver dato la caccia al veliero 5 per tutto il tabellone, mi ritrovavo con dello zucchero tra le dita...
Ecco i tesori con il loro bel valore in alto a destra, non avrei mai detto che il cacao valesse meno del cotone e del caffè, son cambiati i tempi.
I tesori venivano nascosti dentro una busta rossa col numero del veliero.
La cartina gialla (le cui righe bianche si notano poco) è quella della "febbre gialla", che metteva in quarantena una nave e la sua porzione antistante di mare.
Lo spostamento delle navi non avveniva coi dadi, ma con le carte dei venti, avendo l'obbligo di rispettare la direzione del vento, e se avevi sfiga il vento non girava mai nel verso giusto, un'anticipazione di ciò che ci avrebbe aspettato da adulti...
Tra le "carte dei venti" c'erano cinque esemplari assai sfigati, tra cui la temuta "Febbre Gialla", che se da una parte ti salvaguardava dall'attaco dei corsari, dall'altro, però, ti obbligava ad un fermo di tre turni, cosa che implicava l'accerchiamento di almeno due corsari avvoltoi...
Per ultimo i bellesimi galeoni, se paiono essere fatti con un materiale simile ai carrarmatini di Risiko è solo perchè sono fatti con lo stesso materiale.
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Grazie... per l'articolo e per le bellissime foto; concordo su tutto! Un vero tuffo al cuore.
RispondiEliminaUn ricordo prezioso della mia infanzia... mi è ritornato in mente solo di recente, cominciando a giocare i primi giochi da tavolo con mia figlia.
Chissà che non sia ancora conservato in qualche scatolone polveroso nella mia casa d'origine... appena posso proverò a cercarlo e a giocarci con mia figlia.
Una notazione velistica: le carte dei venti sono una trovata molto intelligente e nel rispetto delle regole per imbarcazioni a vele quadre...
Prego, è lo scopo del blog, assieme alle recensioni della saggistica su Giappone ed animazione ;)
EliminaSalve, ne ho uno con tutti i pezzi: che valore potrebbe avere anche se non lo vendo? Grazie 1000
RispondiEliminaSalve, non mi occupo di comprevendita.
EliminaÈ lui, quello che avevo e ci ho giocato dal 1979 in poi. Se si trovano anche "il castello incantato","spazio 1999"e "Kojak" ho fatto l'en Plein e torno ad essere il bambino di 10 anni che passava pomeriggi a giocare all' infinito !
RispondiEliminaKojiak c'è già
Eliminahttp://imagorecensio.blogspot.com/2016/12/kojak-il-grande-gioco-poliziesco.html
Spazio 1999 più avanti lo posto
Il Castello Incantato costa tanto :]
Grazie per le risposte. Sì, lo so il castello costa un "botto"...
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