CERCA NEL BLOG

mercoledì 1 ottobre 2025

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 27 settembre 2025


Non che sia una questione particolarmente importante, ma visto che recensisco il numero di settembre il primo ottobre, la spiego  ^_^
Nel numero di "Nippon Shock Magazine" di settembre 2024 si annunciava perentoriamente, senza se e senza ma, che da novembre la rivista non sarebbe più uscita in edicola!
Ergo, da fedele lettore della testata, ho preso accordi con una fumetteria per farla arrivare da loro.
Poi "NSM" non è stata pubblicata per alcuni mesi.
Ritorna in stampa, e me la ritrovo sempre prima in edicola che in fumetteria  :]
Oh raga... decidetevi...
Il numero di agosto l'avevo saltato perché spendere 10 euro per vedere illustrazioni, di certo bellissime, non fa parte del mio concetto di rivista da leggere.
Riprendo ad ottobre, con la solita mia recensione basata su quello che ho trovato più interessante, ma ciò non vuol dire che gli altri articoli non lo siano.



Quando uscirono i "Transformers" ero già grandicello, probabilmente ero fuori target, quindi evitavo la serie come la peste, senza contare che essendo costituita da episodi autoconclusivi, neppure mi attraeva..."Robotech", per esempio, la vidi con piacere, pur non sapendo che fossero tre serie mischiate.
Dello scritto nulla posso dire, in quanto sono ignorante (tanto per confermare le voci web) in tema  :]
Come non mi pronuncio neppure sull'articolo inerente "Magica Emi", stesso motivo, lì ero proprio super fuori target  :]
"Tansor 5", invece, sarebbe stata più in target come trasmissione in Italia, ma me la persi completamente, forse su qualche altro canale facevano un altro anime che mi piaceva di più?
Non ricordo...


Bello l'approfondimento su "Anna", di cui dovrei leggere almeno il libro che riporta la trama dell'anime, come feci per "Heidi".

sabato 27 settembre 2025

Film di Tarzan presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" dal 1934 al 1986


Nel precedente post sulla serie animata di Tarzan della "Filmation" mi era sorto il dubbio sul perché si legasse la produzione alla "Warner Bross", forse perché ai tempi i film erano prodotti da loro?
Nei commenti, Luca, aveva annotato che da una brevissima sua ricerca i film di Tarzan erano della "MGM".
Visto che quando ho passato in rassegna i miei 100 volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" mi ero preso nota proprio dei film di Tarzan recensiti dalla testata cattolica, sfrutto la ricerca per questo post   ^_^
Ho trovato una quarantina di film riportati in "Segnalazioni Cinematografiche" con il titolo "Tarzan" o riconducibili a lui, a memoria ne avevo omessi solo due o tre perché erano film che nulla avevano a che fare con l'uomo scimmia, ma in fase di titolazione "Tarzan" glielo avevano appioppato a forza... uno era un documentario sulla giungla, uno un film messicano (forse) e il terzo un film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Rammento, per chi non conoscesse la testata in questione, che lo scopo era quello di informare le sale cinematografiche parrocchiali/oratori se una pellicola era visibile dai più giovani, ovviamente in base ai dettami della dottrina cattolica. Direi preoccupazione più che legittima, ne consegue, però, che specialmente quando riporto giudizi di volumi degli anni 30 e 40, si nota lo stacco di severità rispetto alle maglie più larghe dagli anni 60/70.
Oggi pare fin ridicolo che un film di Tarzan venisse sconsigliato in oratorio per "il troppo succinto costume dei protagonisti", vedi "Tarzan e la compagna" nella scan qui sopra, ma era il volume del 1934/35, comunque la questione delle semi nudità femminili, meno quelle maschili, proseguirà fino a gran parte degli anni 50!
Chi recensiva quei film probabilmente era nato prima dell'invenzione del cinematografo, vedere donne e uomini con parti anatomiche scoperte (nel 1934/35) era qualcosa di assolutamente spiazzante, in una società italica sotto dittatura fascista in cui si recitava la messa ancora in latino, tanto per contestualizzare il tutto.
Basti dire che i film di Stanlio e Olio, fino alla fine della guerra, erano sovente sconsigliati ai più giovani, se non con tagli, a causa di bevute, donnine e tradimenti, mentre i documentari sulle vittorie dell'impero italiano o dell'alleato teutonico nei territori (altrui) conquistati, venivano catalogati come visibili per tutti  T_T
Questo per dire che il giudizio del recensore deve essere contestualizzato con l'anno di pubblicazione del volume. Infatti ad ogni scan della recensione, con annessa come sempre la valutazione pastorale/giudizio morale, affianco la copertina del volume in questione.
Il primo titolo recensito è "Tarzan alla riscossa", in realtà un altro film che con Tarzan non aveva alcun nesso, ma l'ho inserito per rendere un'idea di cosa si può riesumare con queste ricerche.
La cosa divertente è che se cerchi il titolo "Tarzan alla riscossa" su "Google", salta fuori una recensione su "comingsoon.it", che non è altro che questa scheda su "Segnalazioni Cinematografiche" (citato dal sito). 
Quindi questi volumi "Segnalazioni Cinematografiche" sono, in pratica, l'unica inestimabile fonte per una quantità spropositata di film che si son persi, scomparsi sia materialmente che nella memoria collettiva.
Il secondo film recensito fa riferimento a "Tarzan, l'uomo scimmia", primo film della serie, che essendo stato prodotto nel 1932, non venne recensito dalla testata, ma solo postumo nel 1957.
Come avevo già notato nelle recensioni dei lungometraggi animati giapponesi, oltre ad essere scritte in un italiano perfetto (a cui non siamo più abituati neppure sui quotidiani), a riuscire a rendere la trama in poche righe (cosa assai ardua), nei volumi più vecchi si leggono termini ormai desueti, ma belli.




Quello che penso sia o la fonte del film "Tarzan alla riscossa" oppure il romanzo italico ripreso dal film, si capisce che con Tarzan non aveva alcune legame.

Il giudizio morale/pastorale oggi fa fin ridere, ma nel 1936/1937 era tutta un'altra storia  :]

giovedì 25 settembre 2025

"Il nuovo Tarzan è nato in sogno", di Nicoletta Artom - "Settimana TV" dal 15 al 21 gennnaio 1978


Non si dice, "non c'è tre senza quattro"?
Quarto articolo consecutivo da "Settimana TV" con tematica programmi per bambini/ragazzi, e stavolta la redazione riservò anche la copertina al cartone animato del Tarzan della "Filmation", che io trovavo molto bello, sia come storie che a livello di disegno.
Il cartone era trasmesso dalla solita "Rete Due" della Rai, all'interno del solito "Buonasera con..." presentato dalla solita Maria Giovanna Elmi, il tutto organizzato dalla solita Nicoletta Artom.
Un quartetto di successo per noi bambini/ragazzini dell'epoca  :]
Siamo ancora nell'era pre Heidi e pre Goldrake, ma di lì a qualche settimana il quartetto enunciato poco sopra darà il battesimo ad "Atlas Ufo Robot"   ^_^
La particolarità di questo articolo è che porta la firma della stessa Nicoletta Artom, che occasionalmente faceva sentire la sua voce scritta sulle riviste televisive per commentare le serie animate da lei introdotte in palinsesto.


La Artom ci raccontava qualcosa dell'inventore di Tarzan, Edgar Rice Burroughs, quando ancora non c'era Wikipedia, e non potevi sapere tutto di qualsiasi argomento con un click, neppure superficialmente.

lunedì 22 settembre 2025

"Nick Carter mette alle corde Mike", di Gianni Melli - "Settimana TV" dal 30 aprile al 6 maggio 1978


Visto che ormai ho già postato due articoli di "Settimana TV" che trattavano dell'Uomo Ragno (7/13 maggio 1978) e dei Fantastici Quattro (16/22 luglio 1978), mi pare sensato inserire anche l'articolo, molto più approfondito degli altri due, sul programma che conteneva entrambi quei cartoni animati statunitensi, cioè "Supergulp!".
Questo articolo, quindi, venne pubblicato prima degli altri due, in particolare giusto la settimana antecedente a quello sull'arrampicamuri.
Come già scritto nei posti linkati sopra, è un vero peccato che la testata "Settimana TV" cessò le sue pubblicazione nel 1978, perché, pur presentando un numero inferiore di pagine rispetto al "Radiocorriere TV" e a "TV Sorrisi e Canzoni", dedicava largo spazio ai programmi per bambini/ragazzi. Averla potuta leggere nel 1979 e nel 1980, avrebbe aumentato non di poco lo spazio dedicato all'animazione giapponese in Italia. 
Il titolo svela o ricorda una questione che ai tempi creava un certo scompiglio in famiglia, cioè l'auto concorrenza che i canali della "Rete Uno" e della Rete Due" della Rai si facevano a vicenda. Infatti, ben prima di piazzare "Happy Days" sulla "Rete Uno" e "Atlas Ufo Robot" sulla "Rete Due" quasi al medesimo orario, lo avevano fatto con "Supergulp!" e con "Scommettiamo?" condotto da Mike Bongiorno, entrambi in prima serata.
Probabilmente chi si occupava dei palinsesti diede per scontato che Mike Bongiorno mai e poi mai avrebbe avuto da temere da un programma di animazione, in gran parte statica (ben più statica degli nime!), ed invece...  ^_^


L'articolo rendeva edotto il lettore che "Supergulp!" aveva raggiunto la stagione precedente degli ascolti stratosferici, tanto da far concorrenza a "Scommetiamo?" sulla sorella "Rete Uno".
"Con otto milioni di adulti e otto di minorenni la trasmissione torna a fare concorrenza a "Scommettiamo?"

La Rai, la stagione precedente, aveva fatto delle rilevazioni interne specifiche, in quanto i minorenni di anni 15 solitamente non facevano mai parte del campione.
Come sempre è solo facendo delle ricerche in proprio (non stando seduti in redazione o davanti al pc a criticare l'impegno altrui) che si riesce ad avere conferma o meno di certe informazioni.
I dati enunciati nel riquadro qui sopra sono confermati da un altro mio post (con dati di ascolto successivi a questa nuova serie di "Supergulp!"), in cui volevo capire i dati di ascolto di "Mazinga Z":


L'inizio dell'articolo ricorda a chi c'era e svela a chi non c'era che, nelle famiglie con un solo televisore, scoppiavano dissidi di una certa importanza quando al medesimo orario c'erano due programmi con target differenti.
Sarà quello che di lì a poco capiterà con l'animazione giapponese sulle tv private locali, quando questi cartoni verranno piazzati nell'ora del TG1 o in prima serata.
Viene confermato che la Rai, per la stagione precedente di "Supergulp!", cioè la prima, fece delle rilevazioni specifiche sugli ascolti del programma, coinvolgendo anche gli under 16, non rilevati dal "Servizio Opinioni Rai".
Qui si presenta una piccola contradizione per quanto riguarda l'età non rilevabile, in questo articolo è quella degli under 16, mentre nel posto sopra era under 15, magari ridussero di un anno l'età.

sabato 20 settembre 2025

"Quattro Fantastici ma un po' titubanti" - "Settimana TV" dal 16 al 22 luglio 1978 F4


Nel precedente post avevo accennato che la redazione di "Settimana TV" dedicava spazio ai programmi per bambini/ragazzi, nonostante e le pagine non fossero molte, con un articolino su l'Uomo Ragno:

Infatti un paio di mesi dopo si focalizzarono sui "Fantastici Quattro", prendendo spunto dalla loro presenza in formato di cartoni animati all'interno di "Supergulp!".
Lo scritto è un po' più lungo di quello sullo spararagnatele, e l'autore dimostrava anche di conoscere un po' l'argomento, visto che sapeva che la Torcia Umana già esisteva nel fumetti Marvel, come l'accenno a Plastic Man come predecessore di Mister Fantastic.
Il parallelismo la Cosa con Jekyll/Hyde mi è parso meno sensato... Ben Grim non si trasformava quando si arrabbiava, restava sempre la Cosa, quello che si trasformava quando era arrabbiato era Hulk.
Per il resto vale il discorso fatto sul precedente post, oggi queste due paginette paiono pochissima cosa, nel 1978 era manna dal cielo per un bambino  :]

venerdì 19 settembre 2025

"A tu per tu con l'Uomo Ragno" - "Settimana TV" dal 7 al 13 maggio 1978 (con poster)


Quando nel lontano 2019 ho scoperto l'esistenza della rivista televisiva "Settimana TV", mi son subito rammaricato che la sua pubblicazione terminò nel 1978... giusto giusto per fare qualche articolo su "Goldrake" e "Heidi" e poi fine... se fosse sopravvissuta all'invasione dei cartoni animati giapponesi sulla Rai e sulle tv private locali, oggi avremmo un sacco di altri articoli che testimoniavano quel periodo.
Infatti la redazione puntava parecchio, considerando il non tantissimo spazio dedicato agli articoli, ad attirare i giovani lettori, ne è una prova questo articolino sull'Uomo Ragno con tanto di bel poster.
Dato che non conoscevo l'esistenza della rivista fino al 2019, da bambino non ho potuto godere né del breve scritto né del poster, rimedio con qualche decennio di ritardo  :]
Tra l'altro questo non fu l'unico articolo dedicato ai supereroi Marvel, che ai tempi potevi leggere sugli albi della "Editoriale Corno" (lo avevo quel "Uomo Ragno Gigante" in basso a sinistra!) e vedere alla Rai nei cartoni presenti all'interno di "Supergulp!".
Le brevi colonnine di scritto sono forse poca cosa oggi, abituati a libri, articoli web, siti dedicati etc. etc. etc., ma per un bambino super fan dell'arramipicamuri (come ero io) era già soddisfacente trovare una testata non per bambini che ne trattasse   :]


Ma con tutti i temibili nemici dell'Uomo Rango, dovevano scegliere proprio due mezze seghe come Tarantula e il Punitore?   >_<

Qui sotto lo scritto ingrandito.

martedì 16 settembre 2025

"Musica e Dischi" gennaio, marzo, novembre 1979 + gennaio, aprile 1980: classifica dischi 1978 e 1979 + pubblicità sigle anime


Tra l'aprile e il giugno 2019 avevo consultato in emeroteca la testata "Musica e Dischi" per le annate 1979 e 1980. Lo scopo, oltre alla ricerca dei soliti articoli, era quello di vedere se, per caso, la sigla del Danguard era stata pubblicizzata in anteprima all'inizio del 1979.
Questo lo scrivo tanto per far capire che sono parecchi anni che cerco informazioni sulla 
Trovare il disco della Pivetti a gennaio 1979 sarebbe stato un bel indizio di una sua trasmissione a fine 1978 o a gennaio 1979, purtroppo la sigla del Danguard è pubblicizzata da aprile 1980.
E' stato un tentativo, non andato a buon frutto.
Alla fine mi ero pure dimenticato di queste poche foto fatte nel 2019, mi ci sono imbattuto cercando altro tra i mega giga file in mio possesso.
La classifica dei primi cento 45 giri più venduti nel 1978, presente nel numero di gennaio 1979, vede due sigle di cartoni animati giapponesi, gli unici trasmessi dalla Rai (fatta eccezione dei Barbapapà e di Vichi il vichingo), che si piazzano al 13esimo posto con Heidi e al ventesimo con "Ufo Robot".
Praticamente davanti a tutte le altre sigle di telefilm e trasmissioni (Rai).


A marzo 1979, quindi poco prima del suo esordio televisivo, viene presentata la sigla di "Capitan Harlock", ancora senza la copertina del 45 giri, esseno una anteprima assoluta.

(per questo speravo in un sigla del Danguard in anteprima)


Novembre 1979
L'immagine mi ha incuriosito quando l'ho vista la prima volta, non che io sia un esperto di sigle dei cartoni animati giapponesi, ma questo disco mi pareva nuovo, tra l'altro contenente più titoli!
Infatti non era un 45 giri, ma un  LP della casa discografica "Durium", che pubblicava dischi per bambini.
"I Roofus Robots" conteneva:

domenica 14 settembre 2025

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 28 - settimo numero bimestrale)


Forse si sarà compreso (sia nel senso di "capito" sia nel senso più psicologico del termine), che anche solo sfogliare, non dico leggere, "Anime Cult" mi è divenuto greve... giri pagina e ti girano le ... 
Io penso che per una testata che stipendia dei dipendenti che vi scrivono e porta utili all'azienda che la pubblica, non sia vergognoso citare un minimo le fonti da cui si traggano idee, spunti, immagini o addirittura intere colonne di scritto... anzi, dovrebbe essere un fatto meritorio:
"Non vi posso riconoscere del denaro per la passione che avete mostrato nel trovare queste informazioni, ma almeno la soddisfazione di citarvi".

Quando, invece, si utilizza il lavoro altrui, spesso gratuito, per rimpolpare i propri articoli e la propria rivista senza manco degnarsi di scrivere dove è stato trovato quel materiale, i soggetti non menzionati potrebbero imbruttirsi... una volta può capitare, due, tre, quattro... però dopo un po' la cosa scoccia...
Uno si ritrova a pagare una rivista creata anche con il materiale da te riesumato (o creato, se si pensa alla foto del Televideo...) passando ore ed ore in biblioteca, comprando pacchi e pacchi di riviste completamente al buio e gli altri prendono lo stipendio e fanno gli utili?
E in più ti recensisco la rivista facendoti altra pubblicità gratuita? 
"C'ho scritto Giostengo?" (semi cit.)  ^__^



A pagina 35 si ripercorrono le polemiche giornalistiche contro l'animazione giapponese in Italia, in particolare quelle della primavera 1980, citando, oltre allo stramega famigerato articolo di Silvero Corvisieri su "La Repubblica (7 gennaio 1979), tre articoli successivi:

"Per chi li ha portati in Italia è una crociata contro i fantasmi", di Marcello Sorgi (intervista a Nicoletta Artom) - "Il Messaggero" 10 aprile 1980 

“Vincono in televisione i genitori anti-Goldrake”, di Lidia Golinelli - “Il Resto del Carlino” 20 aprile 1980

"Viva Goldrake", lettere al direttore - L'Occhio 11 giugno 1980

Fonte?
Da questo momento in poi la fonte, per tutti quelli che leggeranno per la prima volta questi articoli, sarà "Anime Cult" della Sprea!
Dopo il danno, la beffa... ovvero, cornuto e mazziato   ^_^


Purtroppo all'esordio di "Anime Cult" parte del materiale da me riesumato è finito nello loro grinfie, quindi ormai lo considerano riesumato da loro  ^_^


Tra quel materiale, però (a memoria), non c'era l'articolo de "L'Occhio", perché ho scoperto la testata in seguito, quindi la mezza colonna che riporta la lettera di chi difendeva Goldrake, posso ragionevolmente affermare (la redazione è andata in emeroteca a recuperare quel materiale già riesumato da me?) che l'abbiano letta su questo blog:

Tranquilli, di articoli da cui prendere spunto e citazioni più o meno corpose ne avete a tonnellate:

Per fortuna ho un lavoro e non debbo ridurmi a questi espedienti per portare a casa la mensilità  :]

Qui sotto le scan più in dettaglio.

venerdì 12 settembre 2025

Rivista "Mediabook: sintesi trimestrale di prezzi, formati e dati di lettura ed ascolto dei principali mezzi pubblicitari" - n° 1 ottobre 1982 (solo parte dedicata alla televisione)


Nel precedente post mi ero rammaricato che una testata come "Andersen il mondo dell'infanzia" non fosse stata pubblicata dal 1978, visto che avrebbe potuto renderci molte più informazioni sull'avvento animazione in Italia, ma almeno la si può consultare in emeroteca.
Stavolta il rammarico è doppio, in quanto la testata "Mediabook" iniziò le pubblicazioni con questo numero di ottobre 1982, quindi lasciando senza analisi dei dati tutto il periodo precedente e in più non è assolutamente consultabile in nessuna emeroteca, se non per numeri sporadici.
Io ho comprato questo primo numero completamente a caso, senza sapere manco cosa fosse... sul web non si trova pressoché nulla... un vero peccato.
Pure la tanto osannata IA, che pare onnisciente ti risponde, se cerchi "Mediabook rivista"...
"Mediabook rivista" non sembra riferirsi a una rivista specifica, ma più probabilmente all'azienda Mediabook srl con sede a Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia), che è attiva nel settore dei libri e potrebbe pubblicare materiale o essere associata a pubblicazioni.

Chiaramente era una rivista di settore, a beneficio delle aziende pubblicitarie, ma dopo quattro decenni i dati ivi contenuti, specialmente per chi ha le conoscenze per valutarli al meglio, sono di un valore assoluto.
Praticamente in questo numero c'è una mini radiografia dei network televisivi appena pre monopolio Fininvest.


Qui sopra ciò che scrisse il lungimirante editore e ideatore di "Mediabook", Gian Marco Bragadin.


Il primo numero prese in esame tutti i media su cui si poteva fare pubblicità: quotidiani; settimanali; mensili; televisioni; radio; cinema; affissioni.

Visto lo scopo del blog, inserisco solo la parte riguardante le televisioni, a parte un paio di pagine introduttive.

martedì 9 settembre 2025

"Mappa dell'editoria periodica per ragazzi in Italia", di Gianni Bono - "Andersen il mondo dell'infanzia" n° 3 aprile/giugno 1983 (rivista Candy Candy + Cartoni in TV)


Se la testata "Andersen - il mondo dell'infanzia" fosse esistita già dal 1978, avremmo un sacco di articoli seri e di dossier sull'arrivo dell'animazione seriale nipponica in Italia, purtroppo venne pubblicata a fine 1982...
Visto che ho già dedicato alcuni post a "Candy Candy", magari li chiudo con questo dossier sull'editoria periodica per ragazzi/e, con tanto di intervista ad alcuni dei direttori delle testate, tra cui la direttrice proprio di "Candy Candy" della Fabbri.


L'autore del dossier è Gianni Bono, che direi è qualcosa di più che autorevole in questo campo, sul blog ci sono altri post su suoi scritti:






Il dossier è diviso in due parti, nella prima sono riportati i dati delle riviste per ragazzi/e, nella seconda ci sono le interviste ai direttori di alcune testate.
Purtroppo nei dati mancano le tirature, che allora come oggi paiono esser top secret  :]
Nel tempo ho accumulato vari posti su una parte di queste testate:




domenica 7 settembre 2025

Candy Candy mas bonita cuando sonrie


TITOLO: Candy Candy mas bonita cuando sonrie
AUTORE: Jose Amtonio Godoy
CASA EDITRICE: Diabolo Ediciones
PAGINE: 304
COSTO: 27,95€
ANNO: 2025
FORMATO: 25 cm X 18 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788419790736


Sono ormai abbastanza conscio di aver difficoltà a resistere all'acquisto di materiale editoriale, ne è una prova questo libro spagnolo, portato a casa perché, nel sfogliarlo, ho trovato una mini sezione dedicata al merchandising italiano, oltre a quello ispanico.
Ero curioso di capire chi, come per altre serie animate giapponesi, importò da chi il materiale editoriale che si trovava in commercio ai tempi. Alla fine non è che io abbia scovato chissà quali informazioni sconvolgenti, ma un paio di curiosità sulla saggistica in generale le ho trovate.
Ovviamente non ho letto il libro, se non nelle parti che ritenevo interessanti, ed ovviamente mi son fatto aiutare dai vari traduttori disponibili.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è la strabordante presenza di immagini, a cui, in confronto, un qualsiasi libro della collana "Ultrashibuya" pare "Il Signore degli anelli"...
Delle 304 pagine totali, ben 68 pagine presentano un'immagine a tutta pagina, quindi zero scritto;
Delle 304 pagine totali, addirittura 170 (e passa) sono di immagini, sommando quelle a pagina piena alla marea di mezze pagine ed anche più di mezza pagina...
Sarebbe facile calcolare che se le immagini contano 170 pagine, il restante fino ad arrivare a 304 sia di scritto, in realtà non è così, in quanto la parte scritta è così tanto dispersa nel libro, che risulta poco valutabile con precisione. Forse la metà delle pagine del libro?
Delle 304 pagine totali, solo 8 pagine contengono solo scritto che compre tutta la pagina senza immagini, grandi o piccole che siano, e ci ho messo dentro nel conteggio pure la pagina dei ringraziamenti!
La cosa che editorialmente ho apprezzato, cosa rara in Italia, non saprei se lo sia anche in Spagna, è che il libro ha una bella e solida copertina rigida.
Per il resto questa pubblicazione è l'antitesi dell'approfondimento saggistico   ^_^
Aggiungo che, a differenza della collana "Ultrashibuya", il libro presenta la bibliografia e pure la sitografia, la cui lettura lancia qualche squarcio sulla carenza di fonti cartacee ispaniche, ma ci torno a fine post.

Il titolo presenta una citazione nota anche in Italia: 
Candy Candy mas bonita cuando sonrie = Candy Candy è più bella quando sorride.

Mi pare fosse una battuta di Anthony, ma potrei sbagliare  :]
L'autore è nato nel 1980, cioè quando "Candy Candy" veniva trasmessa in Italia, è questo il suo primo libro: PRESENTACIÓN de "CANDY CANDY Más Bonita Cuando Sonríe" con José Antonio Godoy





Il sommario del libro è un pelino poco descrittivo, mancano i vari paragrafi e non può render conto del mostruoso numero di pagine presenti.


Ecco un paio di esempi del numero di immagini e di quanto lo scritto sia sacrificato.
Come si può vedere nella doppia pagina più in alto, la pagina di sinistra ha un'immagine che è più di mezza pagina, quella di destra è di mezza pagina, quindi lo scritto di due pagine è meno di una pagina. 
Questo è il motivo per cui affermo che è arduo calcolare quanto si legge realmente spendendo 27,95 euro...

giovedì 4 settembre 2025

Cara Candy Candy" (lettere a Candy) - "Il giornale dei genitori" febbraio 1982

Proseguo il mini excursus epistolare su "Candy Candy". i precedenti post sono:


I due articoli sopra nascevano dalle lettere che i giovani telespettatori e telespettatrici inviarono alla redazione di "Telepiù" per proporre il proprio finale preferito, in pratica della pre-fanfiction.
Questo articolo dell'autorevole testata a tema scolastico "Il Giornale dei Genitori" propose una serie di stralci di lettere a Candy, in realtà non ho ben compreso finale dello sc ritto, anche perché l'incipit è assai equivoco:
"Qualche volta le lettere sbagliano indirizzo. O, anzi, indovinano proprio quello giusto! Ecco le lettere (vere, false, inventate, reali, chissà) che un'ammiratrice di Candy Candy ha scritto alla sua eroina."

Le lettere parrebbero scritte troppo bene per essere di una bambina di otto anni, però potrebbe aver avuto la mamma come correttrice di bozze, d'altro canto mi pare arduo che un adulto conoscesse i particolari della trama di singoli episodi, ma magari con l'aiuto di una figlia fan dela serie... se non fosse per le ultime missive qui sotto che paiono svelare l'età dell'autrice...   :]

mercoledì 3 settembre 2025

Telepiù dal 14 al 20 febbraio 1981 n°7 - "Candy Candy si sposa sulla mia tv preferita" (concorso)


Dopo la lettura del saggio ""Candy Candy Revolution", in cui viene trattato anche il finale italico modificato, ho provato a cercare qualche riscontro sulla carta stampata del periodo, inerente il come e il perché gli adattatori nostrani spinsero Candy tra le braccia di Terence, specialmente nel lungometraggio.
Il precedente post era su un "Telepiù" di due settimane prima rispetto a questo:

Stavolta ho recuperato un breve articolino che annuncia una nuova iniziativa su Candy, ma ci torno poco sotto.
Il numero presenta un certo numero di redazionali interessanti, in primis l'annuncio del telefilm di "Batman" con Adam West   ^_^
Le tv private sono proprio quelle che preferisco, cioè del milanese, quindi mi ci raccapezzo meglio con nomi delle emittenti e programmi trasmessi, il "Telepiù" linkato sopra riportava le emittenti del nordest Italia.


Stavolta si prometteva alle autrici delle lettere alla redazione di "Telepiù", premiate nel numero 5 (linkato sopra), di raccontare sulle tv private locali il loro auspicato finale per Candy, quindi con Terence, a quanto pare   :]
Sarebbe bello capire se poi la cosa ebbe un reale sviluppo televisivo, visto nel nello stesso scritto si mettono un pochino le mani avanti.
Sinceramente io non ricordo minimamente di aver visto una mia coetanea su "Teleradio Reporter" raccontare il suo finale personale di "Candy Candy".


Come iniziare se non con un
Nana nana nana nana nana nana nana Batman!!!

^____^

Uno o due anni addietro mi hanno prestato i BR della serie tv, li ho apprezzati parecchio, assai divertenti, avrei in serbo un post con varie curiosità, mi ci devo impegnare un po'   ^_^

Il lungometraggio del Batman di Adam West è recensito al link qui sotto:

martedì 26 agosto 2025

Telepiù dal 31 gennaio al 6 febbraio 1981 n° 5 - "Candy Candy si deve sposare" + 4 "Teleproteste"


Nel precedente post ho recensito un saggio su "Candy Candy", in cui viene trattata la questione del cambio di finale in Italia, in cui Candy viene buttata tra le braccia di Terence per un futuro matrimonio, mentre il finale nipponico resta aperto, senza alcun vincolo sentimentale certo per la biondina tuttalentiggini:

Ma perché e come in Italia il finale venne modificato in modo da far credere alle giovani telespettatrici e giovani telespettatori che Candy e Terence potevano rimettersi assieme?

Nelle settimane precedenti la redazione di "Telepiù" aveva indetto un concorso per far scrivere il proprio finale preferito alle appassionate e agli appassionati della serie, con questo numero di fine gennaio ed inizio febbraio venivano pubblicate alcune lettere e le vincitrici/vincitori del concorso.
Ci metto anche il maschile, perché anche i maschietti scrissero le proprie lettere con il finale alternativo/preferito (io non ne avrei mai avuto il coraggio...).
In un primo momento volevo inserire solo l'articolo su Candy e il suo matrimonio, ma poi mi è sembrato più interessante postare tutto il numero di "Telepiù", comprese quattro "Teleproteste" inerenti la programmazione televisiva dei cartoni animati giapponesi.
Il numero in questione presenta vari articoli, tra cui uno sul telefilm "Dallas" ancora alla "Rai", uno su una trasmissione "Rai" condotta da Pippo Baudo e Barbara D'Urso, un'intervista alla coppia Vianello e Mondaini, infine un paio di articoli su trasmissioni delle tv private locali, tra cui uno sulle sigle televisive disegnate dai bambini.



La rubrica "Teleproteste" aveva lo scopo di esprimere il proprio dissenso rispetto ai palinsesti delle tv private e della Rai, nel numero ne sono presenti ben quattro:
Cara, crudele mamma Rai...
Liti in famiglia
Daitarn III a grande richiesta
Ufo Robot in estinzione?

Il primo dimostra che alla fine, per quanto non fosse facilissimo da seguire in quanto a trama e ritmo, Capitan Harlock aveva un suo zoccolo duro di appassionati, una bambina, tra l'altro.
Il secondo ci ricorda che lo streaming è una manna, come lo è stato il videoregistratore prima e le VHS/DVD dopo. Chi non c'era davanti alla televisione non può capire le scelte drammatiche che ci trovavamo a fare ogni santo giorno
Il terzo mi fa sorgere un dubbio sul tasso di natalità di Belvedere nel mantovano, 100 ragazzi in un paesello di 700 anime?
L'ultimo dimostra che pure noi ci eravamo accorti che la Rai, all'inizio del 1981, aveva un po' molato le serie robotiche. Molto bello il disegnino   :]


Parafrasando Manzoni: "Questo matrimonio s'ha da fare!"  ^_^

Chissà se il secondo lungometraggio italico di "Candy Candy", con il finale che vira sul legame affettivo tra Candy e Terence, venne approntato ed impacchetto a causa di queste lettere/desideri:


Si noti che il primo è un maschietto, è anche l'unico tra quelli presenti.

domenica 24 agosto 2025

Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti





TITOLO: Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti
AUTORE: Ariase Barretta
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 195
COSTO: 16 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9888862889391

(ringrazio Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita del libro)

La particolarità di questo saggio è che non ci troverete le sinossi degli episodi, le biografie delle due autrici, curiosità varie, il raffronto tra romanzo (link 1 - link 2), manga ed anime etc. etc. etc, ma solo una valutazione psicologica e comportamentale dei personaggi, lo si intuisce dal non consueto sottotitolo:
"Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti"

La terminologia è sovente tecnica, sempre sul versante psichiatrico/psicologico/psicosociologico, quindi, se non si è del ramo, bisogna prendere atto dello scritto senza chiose, cosa che farò anch'io nella recensione. E' stato interessante leggere queste valutazioni comportamentali dei personaggi, con tutti i vari intrecci reciproci. 
Noto che nella biografia dell'autore non è presente una laurea o una attività nel campo della psicologia/psichiatria/sociologia, la sua attività professionale è legata alla traduzione della letteratura ispanoamericana.
Sono riportati varie frasi dei personaggi, e su questo sono fatte le valutazioni tecniche di cui sopra, solo che in Italia non abbiamo mai goduto di un adattamento dell'anime fedele all'originale e l'unica versione del manga arrivata fu quella della "Fabbri Editore" (Fabbri 1 - Fabbri 2), quindi, mi chiedo, e se il senso delle frasi riportate vennero stravolte dagli adattatori?
Annoto qualche refuso e circa 33 pagine di immagini (in bianco e nero), tra quelle a pagina piena ed altre a mezza pagina.
Si sarebbero potute, forse, ridurre o eliminare le immagini, in modo, per esempio, da inserire un riepilogo un po' meno succinto della serie di quello presente nel primo capitolo, che se è stato inserito per rinfrescare la memoria a chi non si ricorda più molto dell'anime, non coglie molto l'obiettivo.
Tra i tanti temi trattati nel primo capitolo c'è quello del finale modificato in Italia, l'autore spiega che gli adattatori vennero in contro ai desideri delle telespettatrici. A memoria, magari ricordo male, venne messo in atto un certo tipo di sondaggio tramite varie riviste televisive, allo scopo di far esprimere le appassionate sul finale che avrebbero preferito:

Il libro non contempla solo le analisi psicologiche dei personaggi, ma presenta anche due "inserti" con i commenti in prima persona di Annie e Patty a fine di ogni capitolo (consultare il sommario a fine post):
La rubrica di Annie; A lezione da Patty.

Queste parti cercano di spiegare aspetti storici e sociali del mondo reale in cui si muovevano i personaggi dell'anime, mi è parsa una buona idea, tanto per contestualizzare il tutto. Per esempio il primo contributo mi toglie un dubbio che avevo da sempre: 
ma si può adottare un orfano e poi farlo lavorare come uno schiavetto?

L'unico aspetto che non ho gradito è che l'autore non spiega "lui" questi approfondimenti, ma li fa scrivere direttamente ad Annie e Patty, quindi una specie di fanfiction, dove le due ragazze si perdono anche in vari commenti sui fatti accaduti nella serie. Ovviamente i commenti sono inventati, cioè fanfiction, che io non apprezzo molto, mie gusti personali. Il tutto l'ho trovato un po' dispersivo.
Non ho più 10 anni, lo capisco che non sono Annie e Patty a spiegarmi questi approfondimenti storici, sociali e di costume  :]
Ogni successivo capitolo al primo psicanalizza un personaggio, iniziando da Candy. L'autore, per far capire che alla fine Candy non era poi così piagnucolosa come la accusavano gli adulti, mette tutte in fila le vicissitudini che ha dovuto subire, fanno veramente impressione... come ripeto sempre io seguì la serie (senza mai dirlo a nessuno in cortile o a scuola) fino a quando Candy inizia a studiare da infermiera, poi mi stufai proprio per questa sequela infinita di sfighe megagalattiche...
Annoto che le valutazione sulla personalità di Candy annoverano solo pregi, è possibile che non avesse difetti?
Il terzo capitolo è dedicato ad Iriza, io mi sarei limitato a scrivere "è una merda colossale", capisco che non sia possibile, ma resta una "merda colossale" anche dopo aver letto il perché fosse una cosi colossale merda...

sabato 23 agosto 2025

"Bia, la sfida della magia" - Stralci degli episodi 41, 47 e 50, trasmessi sulla "Rete 2 Rai" il 21, 28 aprile e il 5 maggio 1981 + finale della rubrica "Il Pomeriggio"


Sono incappato (non tramite il web) in quattro stralci di tre episodi (quindi due stralci son della medesima puntata) di "Bia, la sfida della magia" della prima trasmissione nel 1981 sulla "Rete 2 Rai".
Le puntate sono:
n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981;
n° 47 "Primavera in barca a vela", trasmessa il 28 aprile 1981 (due stralci);
n° 50 "La borsa volante", trasmessa il 5 maggio 1981.

Dopo la fine delle puntate 41, 47 e 50, ci sono i saluti da studio della rubrica contenitore "Il Pomeriggio", con sigla finale della stessa.
Gli stralci sono sempre le parti conclusive dell'episodio, con la sigla di chiusura per le puntate n° 41 e 50, per l'episodio 47 sfumarono il finale passando direttamente in studio.
Purtroppo non ho rinvenuto informazioni su questa rubrica "Il Pomeriggio", dove era inserita alle 17:30 "Bia, la sfida della magia", almeno per la prima tranche di 52 episodi (marzo/maggio). 
La rubrica pomeridiana della Rai non conteneva programmi esclusivamente per bambini/ragazzi, ma attualità, sceneggiati, collegamenti in diretta da vari studi della Rai per vari eventi, dirette di manifestazioni sportive. Da quello che si capisce ascoltando la conduttrice, venivano coinvolti numerosi studi televisivi della Rai, ubicati un po' in tutta Italia, in base all'evento o più eventi che venivano commentati.
Ovviamente nel registrato c'è il classico logo "RAI" che si sposta ai quattro lati dello schermo. 
Dato che ormai, appena ti permetti di datare una trasmissione di cartoni animati giapponesi, vieni sommerso da critiche (o peggio) pure da chi manco esisteva quando quel cartone veniva trasmesso, ho cercato di verificare se la datazione presente sulle fonti note, cioè su Wikipedia/riviste tv (Radiocorriere TV; TV Sorrisi; etc.), fossero corrette.
Devo ammettere che è stato anche divertente fare questa ricerca incrociata, che grazie a qualche commento fatto in studio durante la chiusura de "Il Pomeriggio", mi ha permesso di confermare ciò che è riportato dalla fonte dell'immagine sopra di Wikipedia":

Riguardo all'impatto giornalistico di "Bia" ho inserito cinque articoli nel precedente post:





Qui sopra inserisco le sinossi degli stralci dei tre episodi rinvenuti (41, 47, 50), tanto per far capire, vedendo i video, che le puntate sono individuate correttamente.
La fonte è linkata qui sotto:



         

Parte finale dell'episodio n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981, più l'inizio della sigla di "Bia", con chiusura della puntata n° 118 de "Il Pomeriggio".
Spesso chioso su come vedessimo male i cartoni animati giapponesi sulle tv private (link), stavolta la qualità è ottima, in primis perché comunque era un segnale della Rai, comunque penso che non fosse una registrazione originaria dalla televisione (poi riversata), visto che siamo nel 1981 e i videoregistratori erano cosa rara.
Dopo il finale di "Bia" e la sigla non completa, si torna in studio, e due su tre conduttori/giornalisti stanno facendo una cosa che a vederla oggi, anche se il video te l'ha ricordata, ti lascia spiazzato: fumavano...

Con il loro bel(?) portacenere di fianco, e con il terzo conduttore/giornalista che forse manco riusciva a respirare con i colleghi che lo affumicavano... tante cose son peggiorate, forse in qualcosa siamo migliorati   ^_^
Il conduttore/giornalista commenta la manifestazione milanese della "Fiera Campionaria", che apriva verso metà aprile (pioggia... pioggia... pioggia...), la cui importanza possono capirla solo i milanesi e limitrofi, era un avvenimento unico, dentro cui trovavi pressoché tutto, ricordo weekend divertentissimi. Purtroppo venne chiusa nel 1990...
Ho cercato info sui dibattiti citati dal giornalista/conduttore ed ho trovato un riscontro in un documento del 1982 della stessa "Fiera di Milano", in cui si dava conto degli eventi svolti nel 1981, tra cui la "Fiera Campionaria" e i convegni citati:
Edilizia aperta per gli anni 80;
Giornata medica idroclimatologica;
Convegno Fin-Africa;
Incontro dei Maestri del Lavoro.

domenica 17 agosto 2025

5 articoli su "Bia la sfida della magia" da febbraio a maggio 1981

("Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981)

Il perché inserisco cinque articoli che trattano sia l'esordio di "Bia" che un minimo di valutazione durante la sua trasmissione, lo si capirà, se mi riesce di preparare bene un successivo post, più avanti, resta che la streghetta trasmessa dalla "Rete 2" della Rai ebbe un notevole impatto (per un verso sulle femminucce, per un altro verso sui maschietti) sui giovani telespettatori del periodo. 
Avevo già postato un paio di articoli su "Bia, uno di esordio televisivo ed uno dell'autunno 1981:


I quattro articoli che inserisco questa volto sono:
"Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981

“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni  n° 9 dal 1 al 7 marzo 1981

"Tremate tremate le streghe son tornate", di Carlo Bressan - "Radiocorriere TV" dal 1 al 7 marzo 1981

"La streghetta con l'ombrella" - "Il Giornalino" 8 marzo 1981

"I serials della tv dei ragazzi: Bia, le streghe", di Mariolina Gamba - "Rivista del Cinematografo" maggio 1981

I primi quattro sono anticipazioni per l'esordio televisivo, il quinto è di commento sulla serie e sul genere maghette/majokko.
Il primo articolo che ho rinvenuto (salvo mie dimenticanze sul mio stesso materiale) è quello di "Telepiù"), che oltre a qualche immagine riportava in maniera stringata la trama della serie.
Si noti come siano riportati correttamente il numero degli episodi della prima tranche trasmessa dalla Rai, 52, poi dall'autunno si vedranno i restanti, tranne quelli che non vennero trasmessi perché considerati (forse non del tutto a torto) con contenuti non adatti per i giovani telespettatori italici. A mio avviso, piuttosto che martoriare un singolo episodio con vari tagli, è meglio non trasmetterlo proprio.
Per il resto la serie, che vedevo occasionalmente e che non ho mai più rivisto, non mi pare subì censure nelle singole puntate trasmesse. Lasciarono, incredibilmente, tutto il pre-fanservice di Bia e gli assalti di Ciosa...


(“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni dal 1 al 7 marzo 1981)

Come spesso accadeva, anche grazie al maggiore spazio, "TV Sorrisi" dedicò ben quattro pagina alla nuova esordiente pomeridiana della "Ree 2" della Rai, se ne occupò, come spesso accadeva, Paolo Cucco.
Essendoci un po' più di scritto, è possibile fare qualche considerazione sulla serie in questione e sulla situazione dell'animazione televisiva nipponica in Italia nella primavera del 1981.
La cosa divertente è che si fa passare i giapponesi come sfruttatori dei bambini, usati solo per vendere merchandising tramite i cartoni animati, che è la stessa cosa che faceva la "Sacis" e tutte le televisione e le aziende italiane soprattutto da "Sandokan" in poi.
Fu proprio Paolo Cucco tra i primissimi a veicolare la bubbola dei cartoni animati giapponesi fatti al computer, ed in questo articolo lo ribadisce, anche se forse non fu il primo in assoluto:

Viene annotato che gli anime robotici stavano passando di moda, ormai avevano saturato il mercato per il giornalista. Forse in parte era vero, ma sulle tv private locali imperversano ancora, era la Rai, anche per le polemiche contro Goldrake e Mazinga, che decise di virare su personaggi più soft.
Il blog è pieno di articoli del periodo che attestano questa scelta editoriale della Rai (basta aver la voglia di cercarseli e di leggerli).

giovedì 14 agosto 2025

Fiabe e leggende Studio Ghibli



TITOLO: Fiabe e leggende Studio Ghibli
AUTORE: Ippei Otsuka
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 310
COSTO: 17 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 988885457805


Ringrazio Massimo Nicora per avermi sottoposto l'uscita del seguente titolo (mi fa spendere un sacco di soldi...).
L'idea del libro l'ho trovata molto interessante, visto che nella saggistica sullo "Studio Ghibli" è sempre piena di rimandi agli scritti che hanno ispirato questo o quel film, avere la possibilità di leggerli è un buon tassello che ne aiuta la comprensione. A maggior ragione perché questi scritti riportati nel libro non sono stralci dei classici romanzi iper citati, ma piccoli racconti più o meno conosciuti (almeno come citazione) che magari son pure poco agevoli da rintracciare, cosa che per noi ha fatto Ippei Otsuka.
In pratica ogni scheda è preceduta da una brevissima (troppo spiccia, forse) introduzione "A proposito...", in cui si illustra il film e si spiega quale scritto è stato inserito come ispirazione del film in oggetto. 
Una piccola critica nasce dal fatto che non sempre, dopo aver letto le varie non usuali fonti di ispirazione, poi si capisce quale sia stata scelta... forse, sotto al titolo del brano, si poteva scrivere qualcosa in più che facesse da riferimento all'introduzione appena letta.
Per esempio per il film della "Toei" del 1969 "Il gatto con gli stivali" nell'introduzione si fa riferimento alle varie versioni della fiaba (anno 1550, 1634, 1697, 1797), ma poi quale di questa ci viene fatta leggere?
Immagino sia quella di Perrault del 1697, ma non lo si poteva riportare  tra parentesi sotto al titolo?
Per "Conan il ragazzo del futuro" stranamente non si cita neppure nell'introduzione il romanzo "The incredibile tide" (l'unico che ho letto come fonte miyazachiana, molto tempo addietro), ma un racconto sull'isola di Gunkanjima, a cui Miyazaki si è/sarebbe ispirato per tratteggiare Indastria. Solo che non si capisce da cosa è tratto questo scritto, una memoria? Un racconto? Un fatto storico? 
Ho cercato informazioni on line, ma non ho trovato nulla.

La scelta dei temi riportati è sempre molto particolare, per esempio per "Il castello errante di Howl" viene inserita la fiaba russa "Vassilissa la bella" oppure per "Arrietty" la leggenda  del folklore irlandese "Un prestito fatato". Per "La grande avventura del piccolo principe Valiant" si riporta un racconto degli Ainu.
Ovviamente sono riportati nell'introduzione (tranne per "Conan il ragazzo del futuro") anche i titoli dei romanzi maggiormente riconosciuti, ma l'autore si focalizza su questi scritti magari meno noti.
Più di un film è accompagnato da più scritti, fino ad un massimo di  quattro ("Principessa Mononoke" e "La città incantata"). 

Per evitare di doversi basare solo sui miei vaneggiamenti, riporto qui sopra la parte in cui l'autore spiega questa sua scelta.
Una cosa che mi pare di aver notato è che in fase di traduzione è rimasto chiaro che l'autore si rivolgeva ai suoi connazionali nipponici, lo si capisce quando, per illustrare il film di "Kiki delivery service", si tratteggia la figura della Befana, che per noi italiani non sarebbe stato necessario più di tanto spiegare, non in quel modo, ma per i giapponesi si. Infatti come fonte di "Kiki" viene inserito lo scritto "La notte dell'Epifania", che probabilmente avrò letto alle elementari.
Consultando l'indice del libro qui sotto si potranno leggere i titoli degli scritti riportati come fonte di ispirazione del film o di singole scene. 

Mi pare di aver notato una piccola imprecisione, quando a pagina 225 (nel capitolo su "Porco Rosso") si afferma che nel 1949 "I fratelli Dinamite" di Toni e Nino Pagot fu il primo lungometraggio animato italiano, ma la primogenitura andrebbe ascritta ex equo anche al film "La rosa di Bagdad".
Forse questo errorino si poteva correggere in fase di traduzione. 
Per il resto mi è parso un buon titolo che porta delle informazioni in più, cioè la lettura delle fonti, non rielabora quelle già lette e rilette.