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domenica 10 novembre 2024

Cinque volumi "Nuova Guida Cinematografica" dal 1928 al 1986



Questo post deriva ed è collegato a quello più specifico sui film d'animazione giapponese dalle recensioni di "Segnalazioni Cinematografiche" con i volumi dal 1969 al 1982, in cui il "Centro Cattolico Cinematografico" recensiva tutti i film distribuiti in Italia per valutarne la loro validità etico, morale, educativa e religiosa.
In questi cinque volumi, sempre del "Centro Cattolico Cinematografico", sono presentati solo i titoli dei film con il cast produttivo e gli attori, niente recensioni (altrimenti sarebbero stati 50 volumi...), ovviamente ci sono anche i film d'animazione e pure quelli nipponici. La redazione, però (come riportato nell'introduzione dell'opera leggibile più sotto), divise i lungometraggi per regista, quindi non sempre vennero accreditati i registi giapponesi ai film d'animazione giapponesi, qualcuno ha nomi anglosassoni come All Bisney e Danis Marin. 
Il cambio dei titoli e degli autori era una prassi consolidata italica molto prima dell'avvento di Goldrake e soci, non era per nulla un accanimento contro gli anime, veniva fatto per qualsiasi tipologia di lungometraggio, se questo permetteva di ingannare lo spettatore facendogli credere che il film fosse connesso ad altri titoli di successo. Mi vengono in mente i tanti film di arti marziali che avevano nel titolo "Bruce Lee", anche se Lui non c'era. Lo stesso valeva per i film dei kaiju, fatti passare per made in Hollywood.
Questo avveniva anche con l'animazione giapponese, che tramite il cambio del titolo e del nome del regista era camuffata per essere di matrice statunitense/disneyana, in modo da invogliare i genitori a portarci i figli.
Lo scopo del post è anche mostrare la mia ricerca delle fonti, che spesso mi fa portare a casa chili e chili di volumi, magari solo per controllare una decina di titoli. Per quanto illusorio e forse un po' infantile, il tutto vorrebbe anche per far sentire un po' in colpa coloro che vanno a pescare sul web informazioni gratuite per trasformarle a pagamento, senza manco citare la fonte originaria, e diventando, in questo modo, loro stessi, un po' abusivamente e meschinamente, fonte ufficiale per le successive pubblicazioni   ^_^


Si potrebbe opinare che materiale editoriale così vetusto, spesso lacunoso dal punto di vista informativo, possa essere essere poco utile come fonte, ma il mio scopo è capire cosa negli anni 70 e primi anni 80 i giornalisti ed esperti vari potevano in buona fede sapere dell'animazione giapponese, sempre se avessero voluto scrivere informati dei fatti  :]
Le fonti informative in quel periodo non erano moltissime, l'ideale, come scrivo spesso, sarebbe stato che il giornalista e/o esperto si cercasse informazioni da una fonte nipponica che conoscesse l'argomento animazione giapponese, altrimenti ci si doveva accontentare delle opzioni disponibili:
le recensioni presenti in "Segnalazioni Cinematografiche" (linkate sopra);
i documenti del "nullaosta censura" del Ministero dello Spettacolo (a cui faceva riferimento "Segnalazioni Cinematografiche);

Non moltissimo...


Il volume con i titoli dalla A alla K riporta solo due film d'animazione giapponese, sempre che non mi sia sfuggito qualcosa.
Oggi fa ridere che "Leo/Kimba" fosse accreditato con il regista di nome Al Bisbey o All Bisney,link qui sotto:

Oppure che per uno dei primissimo lungometraggi animati nipponici, "009 Joe Tempesta", venisse nominato Danis Marin come regista, tra l'altro unica sua opera presente nei cinque volumi.
Il tutto, però, faceva parte della strategia di deniponizzazione degli anime, non per astio verso quella nazione o verso gli autori, ma solo per cercare di vendere qualche biglietto in più.
Si noti che la distribuzione di questi film animati giapponesi era spesso regionale, almeno fino all'avvento di Goldrake e soci, che resero l'animazione nipponica in brand riconoscibile.

Qui sotto inserisco le scan delle pagine introduttive del primo volume dell'opera in cinque volumi, tanto per comprendere meglio come vennero organizzate le schede e a cosa corrispondevano i giudizi sui film, che nel tempo vennero modificati. 
Forse si potrebbe criticare lo scopo originario del "Centro Cattolico Cinematografico", cioè valutare (direi legittimamente) cosa fosse guardabile e cosa no, ma, se oggi noi possiamo avere queste pur minime informazioni sui lungometraggi animati giapponesi arrivati in Italia, lo dobbiamo al loro lavoro.



Il secondo volume con i titoli dalla L alla Z contiene più titoli nipponici d'animazione rispetto al primo volume.



La regia di "Hols" passa da Isao Takahata a Yasuo Othsuka (scritto male), che fu il diretto dell'animazione., Takahata neppure citato.

Per quanto riguarda "Le 13 fatiche di Ercolino" viene specificato che fu presentato a Venezia nel 1961 con il titolo La scimmia incantata.





Da notare che sul sito viene riportato "Osamu Tozuka"... magari venne scritto così nel 1961, forse sarebbe da correggere nel 2024  ^_^

Il giudizio su "Belladonna" fu giustamente, dal loro punto di vista, considerato "Inacettabile Negativo", ma se oggi ne abbiamo una traccia è anche grazie a queste schede.

A fine secondo volume sono presenti delle antologie su alcune tematiche, tra cui i film d'animazione, ma non ci sono film nipponici.





Il terzo volume contiene solo i titoli, con la relativa pagina presente nei primi due volumi, tanto per ritrovare un film tramite il titolo e non il regista.


Il quarto volume aggiorna le schede al 1980.


Ci sono i film dei robottoni, ma manca quello di Jeeg, tutti i robottoni vengono classificati come "accettabile, semplice, famiglie", nessuna censura per la loro violenza. Addirittura il film di Remi viene giudicato anche "poetico"!


Scopriamo che chi andò a vedere "Heidi diventa principessa" si guardò il primo episodio di "Leo il re della giungla" citato ad inizio post.
Isao Takahata è citato per i tre film di montaggio di Heidi.
L'avevo già annotato nei relativi post, ma il film di "Lupin III" venne giudicato "accettabile, semplice" nonostante le nudità della bella Fujiko, frustata fino a restare con pochi vestiti:

Il film fu pure pubblicizzato in Rai! 

 Il quinto ed ultimo volume riporta i titoli dal 1977 al 1986, ma non c'è lo stesso Jeeg...

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