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venerdì 30 settembre 2022

"Come ti spello il pupo" - 3 articoli sugli album di figurine sulla rivista "Replay, quindicinale di comunicazione e spettacolo" 1 giugno 1983




Da poche settimane, grazie sempre agli insostituibili mercatini dell'usato, ho scoperto un'altra testata dedicata ai media, "Replay, quindicinale di comunicazione e spettacolo", veramente molto interessante e ben fatta.
Il diretto della testata fu Massimo Ghirelli, purtroppo la pubblicazione durò solo per otto numeri (comprensivi del numero zero), di cui io ho l'uno, il due e il tre. Di nuovo purtroppo è pressoché impossibile consultare la rivista o comprarla, se non per fortuito caso ai mercatini.
Al suo interno venivano trattati molto il cinema e la musica, ma largo spazio era riservato anche alla televisione, compresa quella delle tv private. 
Nonostante le tonnellate di riviste che ho consultato in questi anni ancora mi sorprendo quando ne trovo una nuova, specialmente se tanto innovativa.
A fine post inserisco il sommario di questo numero, tanto per dare un'idea dei temi trattati.


Nel numero tre (che sarebbe il quattro contando il numero zero) la redazione dedicava un articolo alle figurine, non solo a quelle della Panini, ovviamente non potevano non essere citati i " cartoni animati giapponesi"  ^_^
Le tre pagine contengono più scritti:
"Figurine che passione!", di Antonio Muto;
"Come ti spello il pupo", di Pier Pandolfi;
"Chi disegna Panini & Co.", di Luca Boschi;
"Spacciatori di Album", intervista al distributore della zona del Lazio per la Casa Editrice Fol-Bo.

La casa editrice Fol-Bo esiste ancora:

Dei quattro titoli relativi ai quattro articoli ben due non erano proprio positivissimi, "spellare" e "spacciare" non hanno accezioni proprio favorevoli, la seconda specialmente, in un periodo in cui la droga era una piaga molto più appariscente di oggi. Ai tempi vedevi gli effetti della droga tutti i giorni, tra siringhe abbandonate e poveri ragazzi zombizzati in cerca di un'altra dose...
Faccio notare la negatività dei due termini non per intento polemico, ma solo perché per una parte della stampa erano solo i "cartoni animati giapponesi" a sfruttare economicamente i bambini, rendendoli dipendenti da qualcosa, invece la Panini e soci avevano iniziato prima, per fortuna!   ^_^

Nell'articolo "Figurine che passione!" di Antonio Muto si individuano nove scene che identificano il piacere di fare un album di figurine, a mio avviso l'autore dava una interpretazione del fenomeno un po' datata. Solo il fatto che citasse la colla "coccoina", che io non ricordo di aver mai usato, per incollare le figurine, lo posiziona un po' fuori dal 1983  ^_^
Non cita, invece, l'enorme traino che l'animazione giapponese diede alle figurine, non per nulla nelle due prime pagine sono mostrarti cinque fotogrammi di tre anime: 
"Flo la piccola Robinson"; "Daitarn 3", introvabile e costosissimo...; "Lady Oscar".

Mi chiedo sempre come mai i giornalisti, prima di scrivere qualcosa su un tema riguardante il mondo dei bambini/ragazzi, non interpellassero qualche nuovo fruitore del soggetto del proprio articolo.
Giusto inserire anche i propri preziosi ricordi, tanto l'articolo verrà letto più o meno da un coetaneo, ma magari chiedere il punto di vista delle nuove generazione non sarebbe stata una cattiva idea.

Il suggerimento non vale per i blogger che si dedicano solo a vecchiume anni 70 e primi anni 80  ^_^


Ricordo anch'io gli album regalati all'uscita della scuola, non mi pare, però, fossero mai stati della Panini, che compravo in edicola, ma potrei rammentare male. Direi che l'espediente, effettivamente un po' losco, era utilizzato per album poco famosi. 
L'album di Jeeg non aveva bisogno di essere "spacciato" davanti alle scuole... te lo andavi a cercare in edicola!  
Nell'articolo si fa un breve riferimento alla successo degli album di Goldrake e Mazinga.

domenica 25 settembre 2022

Quaderno "Atlas Ufo Robot" con disegni di Goldrake e Capitan Harlock (1978/1979)



Questo quaderno di "Atlas Ufo Robot" l'ho trovato ad un mercatino, di norma non prendo materiale "pasticciato", ma quelli presenti sulle pagine non sono sgorbi, ma bei disegni di un coetaneo o coetanea che nel 1979 faceva ciò che facevamo tutti, riportare su carta l'affetto che avevamo per questo personaggio animato.
Ipotizzo siano disegni dal 1978 al 1979 perché nelle prima pagine c'è solo Goldrake, in seguito c'è anche un Capitan Harlock. Indipendentemente dalla datazione, che è cosa superflua, i disegni mi hanno intenerito, un po' perché mi ricordo in prima persona rifare le medesime azioni, seppure con minore bravura, ma soprattutto perché se per essersi liberato di un ricordo del genere il proprietario/a potrebbe essere mancato. 
Di tutti i suoi ricordi di bambino, degli eroi che leggeva e guardava in tv, dei giochi che faceva, è rimasto questo quaderno di "Atlas Ufo Robot".
Non è il mio quaderno, ma sarebbe potuto esserlo, impedire (finché campo) che finisse in pattumiera mi è parso il minimo  ^_^


Nei tanti articoli dell'Emeroteca Anime si leggono spesso teorie di vari esperti che ci spiegavano quanto questi cartoni animati sminuissero la nostra fantasia, ci lobotomizzassero e robotomizzassero, ed invece quegli anime ci permettevano di divertirci anche solo con un quaderno ed un pennarello, impegnandoci in una attività creativa che, tra l'altro, lasciava tranquille le nostre mamme   :]




Chissà, magari il o la ex proprietario/a capiterà su questo blog e ne rivendicherà la paternità  :]

sabato 24 settembre 2022

Mappa ed elenco delle emittenti locali di quasi tutta Italia - "Il Cinescopio" annate 1981-1982-1983


Quando passerò a miglior(?) vita gli aventi diritto si ritroveranno con un sacco di materiale editoriale assai curioso   ^_^
Questa volta ho portato a casa tre annate (1981/82/83) della rivista tecnica "Il Cinescopio, rivista per riparatori radio-tv e antennisti", lo scopo principale era visionare gli elenchi delle televisioni locali che dal marzo 1981 all'ottobre 1983 la redazione pubblicò.
C'era poi la speranza di trovare videate di molti cinescopi e loghi delle tv private locali, essendo questa una rivista che trattava di segnali televisivi, ma in questo sono rimasto abbastanza deluso...
Infine speravo sempre di trovare qualcosa sui cartoni animati giapponesi, e una piccola cosetta l'ho trovata  :]
Il numero uno dell'anno uno è quella del gennaio 1981, qui sopra mostro la copertina e l'editoriale del suo direttore, Amadio Gozzi.


Purtroppo mi aspettavo un numero infinitamente maggiore di cinescopi e videate di canali televisivi, nei numeri delle tre annate in mio possesso ho trovato solo queste, mentre i cinescopi della Rai sono abbastanza presenti.


Il motivo principale per essermi portato a casa un quattro/cinque chili di carta vintage sono gli articoli in cui venivano mostrate le mappe dei ripetitori delle frequenze televisive della zona geografica presa in esame, con annesso elenco delle emittenti presenti in quel periodo.
Direi che la panoramica mostrata è abbastanza completa, come si può vedere qui sopra dal mio riepilogo un po' casereccio, si noterà che mancano solo due regioni, peccato che una di queste è incredibilmente la regione Lombardia... l'altra è la Liguria.
Forse venne pubblicata nell'annata 1984, ma dalle mie ricerche sembrerebbe di no, in quanto in copertina c'era sempre una annotazione in merito.
Per quanto riguarda la zona di Milano non c'è la mappa dei ripetitori con cartina geografica, ma solo la lista, c'è da dire che vennero inserite in lista anche emittenti non milanesi, che a mio avviso non si captavano, dando in questo modo una certa panoramica regionale.

Ritengo che questo post ben si integri con altri precedenti sul medesimo tema delle tv private locali, in quanto si occupano degli anni antecedenti al 1981:






Prima dell'articolo che tratta della mappe delle tv locali inserisco sempre la copertina della rivista, tanto per provarne la datazione. Raramente gli articoli contengono scritto, essendo lo scopo della rubrica quello di dare informazioni pratiche ai tecnici antennisti del periodo.

giovedì 22 settembre 2022

"Arrivano le navi nere dei barbari irsuti", di Marina Cacciò - "Phototeca" n° 12 gennaio/marzo 1983



Nel precedente post di sabato una delle due parti del libro recensito narrava l'arrivo degli Occidentali in Giappone con l'instaurarsi dei primi accordi diplomatici ed economici:

Il giorno successivo il caso ha voluto che ad un mercatino abbia consultato più numeri della rivista Phototeca, che trattava temi particolari in maniera totalmente originale, spesso molto spiazzante, in uno di questi c'era un articolo proprio sul medesimo soggetto del libro di cui sopra. Viene citato anche il primo console statunitense in Giappone, autore del diario presente in "Occhio Giapponese".
Considerando che nel 1983 l'interesse per il Giappone non era al livello odierno, mi pare di un qualche valore testimoniale mostrare l'articolo, che contiene uno scritto di due pagine di Marina Cacciò esposto in maniera classica a cui fanno seguito da pagina 168 varie pagine strutturate i maniera non agevole da leggere.
Avevo già mostrato un articolo della rivista Phototeca, su Walt Disney e Mazinga, ed effettivamente anche il quel caso l'impaginazione era simile, cioè non usuale:

Inizialmente avevo pensato di spezzettare le scan per rendere fruibile la letture delle colonne, ma avrei rischiato di rendere il tutto ancor meno comprensibile, quindi lascio le pagine intonse   ^_^

In generale consiglio di recuperare qualche numero di questa testata, veramente originale ed innovativa.


Marina Cacciò riepiloga gli eventi storici sia del 1853 che della metà del 1500, con conseguente cacciata degli stranieri da parte degli shogun.
Le colonne centrali in neretto sotto le immagini le ripropongo più sotto a parte, assieme alla due colonne della pagina successiva.

sabato 17 settembre 2022

Occhio Giapponese


TITOLO: Occhio Giapponese
AUTORE: Townsend Harris, Angelo Del Boca
CASA EDITRICE: Istituto Geografico De Agostini
PAGINE: 292
COSTO: 10 
ANNO: 1963
FORMATO: 22 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile on line
CODICE ISBN: 



La copertina di questo libro l'ho vista spesso su Ebay, ad un costo di circa 10€, ma non ho mai fatto seguire l'acquisto alla curiosità, sempre difficile valutare uno scritto senza poterlo sfogliare. Un paio di settimane fa sono incorso nel libro ad un mercatino, dato che costava un solo euro ed era tenuto bene, ho proceduto all'acquisto immantinente.
Devo dire che avrei dovuto comprarlo online prima, molto meritevole.
La casa editrice novarese assemblò il libro con due contributi assai diversi, sia per la tipologia di contenuto che per il periodo in cui vennero scritti.



La prima parte del libro è occupata dalla traduzione de "Journal of  Townsend Harris", il diario che il primo console statunitense in Giappone scrisse per testimoniare la sua attività diplomatica. Il diario parte dal primo settembre del 1856 e termina quando riesce a farsi ricevere dallo shogun Tokugawa Iesada nel luglio 1858.
Lo scritto non mi era nuovo, in quanto si parla di Townsend Harris anche in un saggio che ho recensito l'anno scorso:

Il primo integra necessariamente il secondo o viceversa, da leggere.

L'altro contenuto del libro è una inchiesta (la definisce così l'autore a pagina 272) sul Giappone moderno del 1962, fatta in loco tra maggio e luglio dallo storico e giornalista  Angelo Del Boca.
L'autore ha molte intuizioni corrette, alcune invece si dimostrarono un po' esagerate, specialmente sul versante politico nipponico, ma nel 1962 si era in un'altra epoca storica, difficile dar torto a posteriori a Del Boca.
Dal punto di vista delle mere curiosità viene spiegato il pachinko, che immagino nel 1963 fosse sconosciuto, mentre oggi, grazie agli anime, è abbastanza consueto come aggeggio ludico(?).
Mi ha colpito l'accenno all'enorme quantità di incidenti stradali, che ho ricollegato ai fotogrammi live inseriti nell'episodio numero 64 de l'Uomo Tigre, prodotto nel 1969.
In generale il tono sul Giappone è leggermente più negativo che positivo, in particolare per i timori esposti dall'autore per il ritorno al potere degli ex esautorati militaristi, con conseguente rinfocolare di sentimenti nazionalistici, conservatori e xenofobi.
Ho trovato molto lucido il capitolo sulle responsabilità di Hirohito e la critica all'ideologia del tempio Yasukuni, inoltre l'autore intervista l'estremista di destra Akao Bin.
Tra le tante intuizione andate a buon fine si può leggere quella che secondo i giapponesi da lui intervistati c'era la certezza che la Cina avrebbe superato economicamente il Giappone, non so quanti giornalisti nel 1963 la pensavano così.
Una delle previsioni errate di Del Boca fu quella che il Giappone potesse oscillare tra una svolta a destra ed una a sinistra, quest'ultima possibilità mai esistita fino al crollo del muro di Berlino, visto che il LDP è restato al governo ininterrottamente dal dopo guerra fino al 1993, tipo la DC in Italia, tanto per fare un paragone politico e temporale.
Sovente sono citate le associazioni Soka Gakkai (nel libro il nome è tutto unito) e Zengakuren.

giovedì 15 settembre 2022

Onda TV dal 29 ottobre al 4 novembre 1978 - 33esimo numero della rivista



Dimostro la mia ampia ignoranza musicale ammettendo che non ricordo per nulla il gruppo "Le Streghe", a cui questo numero di "Onda TV" dedicava la copertina, anche se forse il ritornello "Dance Ballerino" lo ricordo vagamente...

                


Non si vede il video, metto il link.


Nel riquadro in alto a sinistra la redazione avvisa i lettori di due notizie inerenti "Onda TV":
il raggiungimento delle 120 mila copie vendite la settimana;
l'espandersi della distribuzione a Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, ovviamente con relativi programmi locali.

Anche in questo numero restano assai pochi gli articoli redazionali, un vero peccato, perché quando presenti mostravano focus sulle emittenti e i programmi poco presi in considerazione dalle riviste televisive nazionali.
Stavolta tocca ad una trasmissione di Tele Montecarlo che io seguivo spessissimo, anche perché prima di poter vedere le tv locali private era l'unica trasmissione disponibile non Rai nel secondo pomeriggio, e c'erano anche i cartoni animati, seppur della "Hanna & Barbera".
Mi piaceva un sacco Jocelyn, ricordo poco Sophie, per dire quanto selettiva è la memoria televisiva di quando si è bambini.
Peccato per quel titolo in francese...   ^_^

mercoledì 14 settembre 2022

"La verità sul conflitto cino-giapponese" - Edizioni Vitagliano Milano dell'agosto 1937 - Parte Prima

Questa pubblicazione consta di una sessantina di pagine, e voleva "informare" il camerata(...) italico sulle responsabilità e l'andamento dell'ennesima guerra cino-giapponese. Cioè... guerra... il Giappone aveva invaso di nuovo la Cina inventandosi un attacco da parte cinese.
Mi ricorda qualcosa di attuale...   >_<
Immagino che nelle classi più agiate italiane, a cui chiaramente era indirizzata il pamphlet, fossero presenti, oltre che appassionati del Giappone, anche estimatori della cultura cinese, quindi urgeva una presa di posizione del partito (con la "p" microscopica) per far comprendere loro che il futuro alleato nipponico voleva solo il bene della Cina   ^_^
Alcuni scritti sono più equilibrati, altri meno, quello che manca è la semplice denuncia del sopruso nipponico verso la Cina, ma nel 1937 forse non si poteva pretendere una tale presa di posizione in un mondo dove l'invasione della nazione più debole era la prassi.
Se pensiamo che nel 2022 c'è chi trova scusanti a Putin, non pare giusto accanirsi contro chi scriveva nel 1937.

Quasi tre anni fa avevo postato un opuscolino che, a differenza di questo, denunciava l'invasione coloniale del Giappone ai danni delle altre nazioni asiatiche, il tono di quella pubblicazione era di certo differente da questo, fin dal titolo:


In questa prima parte mostro gli articoli fino a quello di Cesco Tomaselli ("Genesi e sviluppi del conflitto cino-giapponese), che nel 1934 aveva pubblicato un libro sul Giappone:

Nella pubblicazione non è esplicitata la data in cui venne stampata, ma leggendo gli articoli si fa riferimento al massimo al periodo di luglio/agosto 1937.

sabato 10 settembre 2022

"I Campioni" Marvel Masterworks Panini Comics gennaio 2022 vs "I Campioni" Editoriale Corno 3 aprile 1978


La "Panini Comics" sta ripubblicando un po' tutti gli eroici eroi Marvel di quando li leggevo sull'Editoriale Corno, stavolta (gennaio 2022) è toccato ad un gruppo poco conosciuto, ma che ai tempi mi aveva colpito molto, cioè "I Campioni".
La Disney non ha ancora posizionato il proprio mirino cinematografico su " I Campioni", come mancano anche i "I Difensori" o gli "I Inumani", benché su questi ultimi è stata già fatta una serie tv (così così...). 
Considerando che un film decente dei "Fantastici 4" non è stato ancora fatto e che ora gli X-Man rientreranno dell'universo narrativo della Disney, ci sarà ancora tanta carne al fuoco per i prossimi anni (forse decenni...).
C'è da dire che l'unico personaggio versione Disney de "I Campioni" già noto all'ignorante massa di spettatori non forgiata dalla lettura dell'Editoriale Corno è la Vedova Nera (Scarlet Johansson sempre sia lodata!), visto che tralascerei il film su "Ghost Rider" con Nicolas Cage come protagonista...
L'Uomo Ghiaccio ed Angelo li si sono visti nei film della "20th Century Fox", comprata anch'essa dalla Disney, magari scrittureranno gli stessi attori.
Immagino che potrebbe essere un problema inserire Ercole nell'universo Disney-Marvel, anche se il pessimo ultimo film di Thor ha già sdoganato la mitologia greca...
Dal punto di vista editoriale sia "I Difensori" che gli "I Inumani" vengono pubblicati regolarmente dalla "Panini Comics", io sto raccogliendo solo i masterworks dei primi, per ora siamo al settimo volume, li leggerò quando sarò in pensione  ^_^

Io, però, leggevo "I Campioni" alla fine degli anni 70, non regolarmente, perché non compravo una serie consecutiva, ma pescavo un po' random dalle varie testate disponibili in edicola. Comunque ebbi la fortuna di imbattermi ne "I Campioni" nel numero 182 di "Thor e Capitan America", che ho recuperato. Incredibile quanto certe copertine ti restino nella memoria...
Ho così scoperto che la Editoriale Corno mi presentò i supereroi di Los Angeles non dal loro primo numero, ma dal settimo, con "L'uomo che creò la Vedova Nera".



Ho inserito nell'indice di questo primo volume della Panini Comics le date di pubblicazione della Editoriale Corno a fine anni 70, tanto per rendere palese la non organicità dei numeri.
La mia casa editrice preferita non ci fornì un bel servizio, c'è da dire che non doveva essere facile pubblicare tutto quello che la Marvel aveva a disposizione, e "I Campioni" non erano "I Vendicatori".
Altro particolare che di certo non incentivava ad affezionarsi al super gruppo di Los Angeles era che ogni storia statunitense venne divisa in due, lasciando assolutamente monca la lettura delle prime parti.



Per integrare il post con informazioni più precise di quelle che potrei inserire io mi sono avvalso di due pubblicazioni, la prima è quella da cui ho estrapolato la scan qui sopra con un giudizio dell'autore su "I Campioni", a cui segue la pubblicazione statunitense e quella italica:

Qui sotto torno al fumetto dell'edizione Panini Comics di quest'anno.

venerdì 9 settembre 2022

"Le macchine per giocare" di Flavio Vida + "Dalla parte del computer" di Simone Majocchi - "Video Magazine" dicembre 1983




Nel precedente post, dove ho mostrato un paio di articoli della rivista "Video Magazine", un lettore (Enzo) mi ha chiesto di poter leggere lo scritto citato sulla copertina del numero, e a cui si faceva riferimento anche graficamente, cioè una bella console Atari.
Accontentato   ^_^
Purtroppo non ho mai avuto una delle console descritte (Atari 2600, Videopac, Intellivision, Colecovision, Creativision, Vetrex) oppure un computer come il Commodor o lo ZX Spectrum, quindi non mi è dato in questo caso di esprimere pareri. Un amico di lunghissima data aveva l'Atari, e ricordo con estremo piacere le partite giocate assieme.
In generale non sono molto ferrato in retrogaming, infatti non conoscevo neppure la console Creativision.
L'articolo sui computer cercava di spiegare la maggiore duttilità di questi sistemi, che avrebbe permesso sia di videogiocare che di usare la macchina per attività più serie, come la programmazione.




La prima parte del primo articolo, incentrato sulle console, si concentra sul mercato in Italia, per questo motivo resta interessante a distanza di tanti anni.
Si parla anche del consumatore, che allora era sempre e solo un bambino/ragazzino, molto giovane e maschio.
L'evoluzione del mondo dei videogiochi è arrivata a rendere il videogioco un passatempo anche per adulti, senza che questi se ne debbano vergognare, com'era fino agli anni 90, e si è riusciti a coinvolgere anche le femminucce (per fortuna).
E' vero ciò che afferma Flavio Vida, cioè che l'interesse della carta stampata verso i videogiochi stava crescendo, specialmente sotto Natale!   ^_^
La parabola è stata simile a quella dei cartoni animati giapponesi, ma con meno terrorismo psicologico...
In questi anni ho recuperato un po' di articoli di quel periodo su testate non sempre a tema videogiochi:







Ho notato, per fare un esempio, che viene usato il termine "game designer", che ai tempi non doveva essere molto usuale.


mercoledì 7 settembre 2022

Articoli Catch su "Euro TV" + il "Chi l'ha visto?" jappo - "Video Magazine" dicembre 1983






Uno dei programmi che ebbe più successo nei primissimi anni 80, e non trasmesso dalla Rai o dai network privati nazionali, fu di certo il catch, ossia il wrestling in versione nipponica. Da ricordare che in Italia, una volta tanto, questo sport spettacolo della lotta libera venne importato per primo nella versione giapponese, in seguito su Fininvest nella versione statunitense.
Probabilmente proprio il fatto che il catch giapponese (o puroresu) fosse trasmesso dal circuito delle piccole tv locali di "Euro TV", gli precluse una maggiore copertura da parte della carta stampata, di articoli ne ho trovati pochi.
Il catch proposto dal mitico Tony Fusaro si avvalse del traino di uno degli anime che ebbero più successo in Italia, l'Uomo Tigre.
Guardando il cacth di Tony Fusaro potevamo vedere il reale Antonio Inoki visto in forma cartoonesca nel primo Uomo Tigre, ma grazie all'Uomo Tigre II ammirammo numerosi lottatori sia in versione live che animata.
La rubrica presente su "Video Magazine" si intitolava "Déjà vù" (ho messo gli stessi accenti), e Mimmo Lombrezzi commentava lo "Scontro di Titani".
L'autore cita espressamente Inoki e fa intuire il nome di una paio di lottatori statunitensi, tipo Stan Hansen, mentre del lottatore albino mi sfugge il nome, ma ho in mente la fisionomia del personaggio.
Lo scritto è breve, ma comunque resta una testimonianza di un successo che ebbe poco spazio sulla carta stampata.




L'altro articolo della rubrica venne scritto da Felice Pesoli, e si occupava di una trasmissione che era il "Chi l'ha visto?" nipponico, usando il termine "Johatsu", cioè "evaporazione".
Non ho mai seguito il "Chi l'ha visto?", però dubito sia mai arrivato all'infimo livello della puntata decritta nell'articolo  T_T
Il "Chi l'ha visto?" jappo parrebbe molto artefatto, perché non posso credere che una moglie, che ha abbandonato figli e marito, accetti ad andare in televisione, men che meno che l'amante si presti ad essere umiliato e picchiato dal marito...
Peccato che il giornalista non riportò almeno il nome della programma, non dico la rete dove veniva trasmessa, ma magari con il titolo avrei potuto cercare qualche informazione supplementare.

Non è il primo post in cui tratto della televisione in Giappone:


Qui sotto la copertina del numero di "Video Magazine" del dicembre 1983.

lunedì 5 settembre 2022

"Nipponcartoons: solo colpe?", di Anna Massenti - "Scuola Italiana Moderna" 10 agosto 1983



L'aspetto che mi incuriosisce in questo articolo è il termine "Nippocartons" o "Nipponcartoon", che ogni tanto venne utilizzato in quel periodo e successivamente, sostituendolo a quello corretto, a quanto pare sconosciuto, che sarebbe stato "anime".
Quanto sarebbe stato informativo chiamare i "nippocarton" o "nipponcartoons" con il loro nome giusto, un piccolo passo per il giornalista, ma un grande passo per il giornalismo italiano   ^_^
E invece...

Nell'articolo linkato sopra gli anime vengono, forse per la prima volta, chiamati "nippo-cartoon", con il trattino a dividere i due termini.

La rivista "ikon" effettuava ricerche approfondite, basta vedere il numero di pagine, approfondite si, ma non sui nomi corretti del soggetto dei loro studi  ^_^

C'è poi la versione italianizzata con "animati" al posto di "cartoons", ma il concetto non cambia, tutto fuorché "anime"!  ^_^

Altra versione italianizzata con "fumetti" al posto di "cartoons", direi la più errata...

Nel 1989 viene pubblicato un saggio in cui uno dei contributi richiama di nuovo i "Nippocartoons".

Nella 12esima scan (pagina 220) si può leggere "nippo-cartoon" col trattino.

Nel 1999 Deodata Cofano riutilizza "Nippocartoon" per il suo saggio sugli anime, quando questo termine era ormai consolidato, non il massimo... sia per il titolo che per i contenuti.

Ammetto che non ho fatto una ricerca approfondita tra i miei articoli, per avere una panoramica affidabile avrei dovuto rileggermeli tutti, ma sono più di 1100... mi sono limitato ai titoli e ad una ricerca nel blog stesso. 
Di certo "Nippocartons" o "Nipponcartoon" oppure "Nippo-cartoons" vennero usati molte volte, anche perché "cartoni animati giapponesi", oltre che lungo, era diventato un po' noioso. 
Resta l'incapacità di così tanti giornalisti di andare a cercare, oppure solo scoprire per caso, che stavano usando un termine non corretto, ma prima o poi troverò un articolo con scritto "anime"!  :]


L'articolo prende spunto da un convegno sui prodotti seriali statunitensi, ma grazie al contributo di Paola De Benedetti, una delle persone che permisero la trasmissione di Goldrake sulla Rai, il tema si sposta sui "nipponcartoons", che una volta tanto non vengono demonizzati.
La dirigente Rai ne elenca un certo numero di pregi, e forse avrebbe potuto trovarne molti altri ancora, senza sforzarsi neppure molto, comunque meglio poco che niente  :]
Bisogna considerare che la rivista faceva parte del nutrito stuolo di quelle scolastiche, indirizzate a docenti e genitori, quindi esercitava una certa tendenza tra le persone espressamente incaricate di educare i bambini.
Da notare che riguardo al bombardamento televisivo di personaggi di fantasia (telefilm e cartoni animati) che subivamo (anche se io non mi sentivo bombardato), si potrebbe fare un certo parallelismo con le critiche che subiscono oggi le generazioni più giovani per la scarsa concentrazione che parrebbe causata dai messaggi social veicolati dai tanti device a loro disposizione.
A me pare che basterebbe sostituire le parole "televisione", "telecomando", "telefilm" e "cartoni animati giapponesi" con "smartphone", "tablet", "Youtube" e "TikTok" per avere il medesimo preoccupato risultato finale.
Preoccupazione corretta da parte di un adulto, basta solo che non si diventi apocalittici  :]

sabato 3 settembre 2022

"Tondemo Senshi Muteking TV Ehon" - 1980 (libro illustrato tv)


Ringrazio di nuovo Andrea e Valentina per il materiale  :]

Per una spiegazione di cosa siano i "TV Ehon" rimando al post linkato qui sotto:

Mi sono sorpreso nel rendermi conto che conoscevo visivamente Muteking, sapevo fosse della Tatsunoko e che si ispirasse alle "Time Bokan", ma non avevo mai sentito neppure la sigla, totalmente sconosciuta...


        

La sigla è dei fratelli Balestra, ma non mi pare tra le più riuscite...


Ho buttato un occhio ai primi due episodi, tanto per capire cosa stessi sfogliando, e ho compreso che i quattro polipi neri si trasformano nei 3 uomini ed una donna vestiti di verde, il loro scopo è, ovviamente, conquistare il mondo con metodi assai buffi, alla "Time Bokan".
I quattro hanno la loro base nella villa/castello nel cerchiolino a sinistra,
I buoni sono molto numerosi.
La simil Miss Dronio è la madre del ragazzino (Linn) che si trasforma Muteking ed anche del tizio alla sua destra, entrambi sono poliziotti a Los Angeles, quindi ambientazione statunitense, infatti in quel periodo gli skater danzatori di disco music erano in voga, o almeno lo erano in Giappone  ^_^
Non solo Muteking, l'eroe della serie, è un ballerino sugli schettini, ma canta pure... nella prima puntata ci sono ben tre canzoni, rigorosamente in giapponese.
Spero che Alessandra Valeri Maneri non l'abbia mai saputo  ^_^


In Italia il cartone dovrebbe essere stato trasmesso dalle tv locali intorno al 1983, ero già grandicello, ma non credo l'avrei guardato con tutte quelle canzoni.
C'è un alieno anche tra i buoni, il polipo rosa, che è il vice sceriffo Takoro, arrivato sulla Terra per arrestare i quattro malviventi neri, ed è grazie a lui che Linn si può trasformare in Muteking. 
Un altro motivo per il quale la Valeri Manera avrebbe dovuto tagliare un sacco di minuti di questo anime è che il polipo rosa Takoro parrebbe avere una certa passione per le ragazzine terrestri, quella con i capelli biondi.
Da notare che Linn e la ragazzina bionda, oltre agli schettini, portano anche il walkman, lo smartphone di fine anni 70 e primi anni 80   ^_^
Cosa ho dimenticato?
Ah, tra i buoni c'è lo scienziato, padre di Linn e del poliziotto e marito della simil Miss Dronio.
Da quel poco che ho visto la serie è la brutta copia delle "Time Bokan", magari sbaglio.