Gli anime furono di rottura perché piacquero tantissimo al pubblico giovanile e, invece non vennero assolutamente compresi dal adulto dai genitori. I ragazzi e i bambini capivano subito e si sentirono a loro agio, perché i tempi e le sceneggiature delle anime erano dei tempi e delle sceneggiature molto vicine a quello che potevano essere la loro realtà emotiva e del giorno per giorno.
I genitori non capirono questo, non lo videro e contestavano, invece, l'animazione, che ritenevano povera. Non riuscivano a vedere la forza della sceneggiatura riuscivano unicamente a vedere un'animazione che dal loro punto di vista era povera.
La scelta era mettiamo in onda questi prodotti o non li mettiamo in onda?
E se li mettiamo in onda comunque dobbiamo correggere qualche cosa. E' stata una procedura che è costata tantissimo a noi, perché ogni episodio andava controllato. Una volta controllato, se c'erano dei dubbi guardavamo, se noi stessi eravamo nel dubbio, chiamavamo lo psico terapeuta, magari più di uno. Per sentirci dire cosa ne pensavano, tutto questo aveva un costo.
Un grosso problema è nato col fumo. Perché in Lupin si fumava spesso, e ad un certo punto non si poteva più fumare, ma io lì non sapevo bene cosa fare, perché o non andavo in onda con l'episodio...ma lì i tagli erano impossibili. Allora abbiamo tagliato dove era possibile o per lo meno sfocato il primo piano del pacchetto di sigarette, ma più di quello non potevamo fare.
Lì ci sono arrivate un sacco di multe.
Sempre nel discorso di questi tagli, mi passano una telefonata la centralinista dicendomi che c'è una signora arrabbiatissima, vuol parlare con lei:
“Si signora, mi dica”
“Mio figlio è arrabbiatissimo perché avete messo in onda un episodio di Lupin e quando l'ha visto la prima volta c'era una sequenza dove torturavano qualcuno (un po' violenta), e voi l'avete tagliata! Non dovevate tagliarla”
“Signora, deve pensare che il nostro pubblico è più vasto...”
“No, perché voi non potete tagliare, mio figlio c'è rimasto malissimo...”
Ed era veramente arrabbiata.
Abbiamo avuto contestazioni di tutti i tipi...a parte i genitori che dicevano che tutti i prodotti giapponesi andavano... messi nella toilette, diciamo...
Addirittura uno di questi comitati, ma non ricordo quale fosse, ci disse che Berlusconi non dovesse andare in onda con prodotti per bambini perché essendo divorziato lui non era adatto a trasmettere prodotti per bambini.
Il Giappone comunque ha un background generale completamente diverso dal nostro. Il nostro background è un background che comunque è legato alla religione cattolica cristiana e loro no.
I prodotti che in Giappone non creano nessun problema per i bambini, da noi in Italia possono creare problemi. Facciamo un esempio molto semplice, tutti fanno il bagno assieme, belli allegramente: mamma, papà, bimbo, bimba.
Lei capisce bene che se mettevo in onda una sequenza simile, l'indomani mattina quando arrivavo in ufficio avrei trovato i genitori che mi aspettavano fuori con i forconi.
Quindi ci vuole buon senso quando si fa questo lavoro.
Non è solo una questione di dividere il target di età, è anche di guardare alla cultura, perché sono due culture diverse.
Un altro esempio molto semplice, ma proprio banale, il loro cibo e il nostro cibo. Loro mangiano con i bastoncini, non mangiamo con il coltello e la forchetta.
La mia idea era che se un bambino riconosceva la sigla, andava a cercare il cartone, andava a cercare il cartone e pensava alla sigla. Devo dire che a me il il discorso delle sigle ha fatto molto piacere, nel senso che io ancora oggi incontro gente all'aeroporto quando do il mio bigliettino per il check in che mi dice “io sono cresciuto bene con le sue sigle, grazie”.
Più andavo avanti con l'intervista più mi saliva la rabbia. Trovo alcune sue affermazioni assurde, inconcepibili. Secondo questa persona il bambino deve guardare passivo, non turbarsi, non pensare, non porsi domande. Tutto deve essere facile, piatto, rimasticato secondo logiche bacchettone. Non si educano così i bambini (visto che hanno di queste pretese), ma lo si rende un citrullo.
RispondiEliminaSi, è un aspetto corretto, ed è la differenza tra l'animazione Occidentale, che tratta i bambini come dei mentecatti, e quella nipponica, che li mette in contatto con le difficoltà della vita.
EliminaCmq neppure quella di Mangazine fu la prima intervita alla Manera.
RispondiEliminaCe ne era già stata un altra di un paio di anni prima su Video Carton e Comics dela Play Press.
Di Federico Fiecconi, quattro pagine, la posterò.
EliminaLa rivista era di circa un anno e rotti prima
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