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giovedì 6 febbraio 2020

"Ministero delle poste: le 1618 stazioni (radio e tv) registrate" - "Millecanali" n° 37 gennaio 1978


Visto che ormai negli ultimi due post (1 e 2) mi sono lanciato sui prontuari ed annuari delle televisioni locali private pubblicati dalla rivista specialistica "Millecanali", stavolta riesumo l'elenco del Ministero delle Post in cui erano presenti tutte le stazioni radio, televisive e radiotelevisive.
Il documento del ministero era del settembre 1977, ed il suo scopo era quello di stilare una classifica per valutare chi avrebbe avuto diritto all'assegnazione di una frequenza da parte dello Stato. Mi pare giusto rammentare che ai tempi, come oggi, l'etere è un bene pubblico, chi trasmette opera in concessione.
In Italia mancava, e sarebbe mancata ancora per molto tempo, una legge organica sulla assegnazione delle frequenze radiotelevisive, fatto politicamente voluto perché permise ad alcuni di accaparrarsi moltitudini di frequenze prima che una legge antitrust glielo avesse potuto impedire. Ovviamente alla fine degli anni 70 ci si illudeva, invece, che una legge sarebbe stata votata in tempi brevi, quindi le emittenti cercavano di dimostrare al ministero di competenza i propri diritti a trasmettere.
In questo documento sono presenti, rispetto ai due post linkati sopra, anche le emittenti radiofoniche, fatto che rende l'elenco assai corposo, motivo per il quale, visto il carattere abbastanza piccolo dello scritto, ho omesso il watermark.
Le stazioni radio e televisive sono divise per regioni, ma non in ordine alfabetico, per ogni colonna le informazioni disponibili da sinistra a destra sono:
numero della pratica del Ministero;
nome della stazione o del titolare;
comune;
la potenza in watt dell'impianto di trasmissione;
nome del titolare, residenza, sede dell'impianto.

Per distinguere le radio dalle televisioni basta verificare la frequenza, se si legge un numero a sole due cifre seguito da una "C", quella è una emittente televisiva. Le frequenze radio sono composte da più cifre con una virgola e più decimali.
Da notare che molte riportavano un bello zero sia per quanto riguarda la frequenza utilizzata che per la potenza di trasmissione dell'impianto. Queste stazioni erano, quindi, esistenti solo sulla carta, persone che si erano "portate avanti" cercando di "occupare" una frequenza.
Per esempio nella lista del Piemonte si può leggere nella colonna a sinistra verso l'alto il nome della stazione "Attività Cinematografica", con watt zero e frequenza zero, di tal "Cecchi Gori V.", cioè Vittorio Cecchi Gori?
Anche in Lombardia c'era un emittente dal nome "Attività Cinematog.", stesso indirizzo romano di quella piemontese, forse l'idea di un network?
Dopo aver spulciato l'elenco della Lombardia, direi che manchino delle emittenti televisive, ma considerando che erano gli interessati ad inviare la propria registrazione al Ministero delle Poste, può essere che alcune lo avessero fatto successivamente all'acquisizione del documento ufficiale da parte della rivista.
Per quanto riguarda il mio etere lombardo, ho la conferma che "Antenna 3 Lombardia" in origine si chiamasse "Canale 3 Lombardia", e che probabilmente "Antenna Nord" (la pre-Italia 1) inizialmente era stata registrata con il nome di "Tele Antenna Nord".
Per il resto posso augurare solo buona ricerca tra le righe.





















2 commenti:

  1. Probabilmente un certo numero di stazioni non credeva che mandare la certificazione al ministero servisse a qualcosa.

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