TITOLO: Manga Academica vol. 13, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 145
COSTO: 14,5€
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133521
In concomitanza con il "Lucca Comics and Games" esce ogni anno il nuovo numero di "Manga Academica", quest'anno la kermesse lucchese non si è celebrata, ma la rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese è stata pubblicata ugualmente, arrivando all'encomiabile numero 13.
Direi che a parte qualche pubblicazione della Tunuè e di qualche altra casa editrice un po' random, la "Società Editrice La Torre" è rimasta l'unica a mandare in stampa serie analisi su manga, anime e la società giapponese.
Ovviamente la collana "Ultra Shibuya" non la considero del medesimo valore saggistico, anzi, direi che le due case editrici si pongono agli estremi in quanto a contenuti.
In questi 13 anni nei "Manga Academica" si son potuti leggere 68 contributi di più di 50 differenti autori, i temi trattati sono stati tantissimi, ovviamente alcuni li ho apprezzati e capiti, altri meno, taluni mi sono rimasti oscuri ^_^
In questo numero di "Manga Academica" ci sono cinque contributi:
uno scritto sull'architetto Antonio Sant'Elia e le città futuristiche presenti in Metropolis ed Akira;
una analisi sul film di Makoto Shinkai "5 cm al secondo";
uno spaccato di come i giapponesi e gli occidentali vedevano gli Ainu tramite dipinti antichi e manga moderni;
un saggio sulla visione realistica delle opere di Isao Takahata;
infine un identikit sulla serie animata di "Carletto il principe dei mostri" e come era vista la figura del mostro nel tardo novecento.
Devo ringraziare Riccardo Rosati che mi ha fatto conoscere l'esistenza dell'architetto italiano Antonio Sant'Elia, quando ho visto la sua "Città Nuova" a pagina 11 ho capito quale nesso l'autore volesse illustrare con Metropolis (anche il lungometraggio animato) e Akira. Effettivamente quella "Città Nuova" l'avrò vista, seppur in forme sempre diverse, una moltitudine di volte in film, telefilm ed anime di fantascienza, ma non sapevo che l'ispirazione iniziale proveniva dall'architetto italiano deceduto nel 1916! Per esempio lui fu il primo a proporre di posizionare gli ascensori esternamente ai palazzi.
Il bello di leggere contributi come questo è che apprendi sfaccettature di un discorso magari più ampio a cui da solo non saresti mai arrivato. Poi, chiaramente, non avendo le nozioni necessarie, lo scritto non l'ho potuto apprezzare del tutto.
Edit dell'11 novembre 2020 su "5 cm al secondo":
Per scrupolo mi sono rivisto il film su Netlfix, dura solo un'ora, ma forse era un'ora luce ^_^
Graficamente sempre molto bello, considerando che sono passati 13 anni dalla sua realizzazione, però, a costo di sembrare blasfemo, mi sono frantumato un po' i maroni :]
Forse sarebbe stato meglio non rivederlo, così potevo serbare il ricordo che il film mi fosse piaciuto, e forse fu così la prima volta. Evidentemente non è uno di quei film che io riesco a rivedere apprezzandolo di nuovo, tipo Kiki o Ponyo.
Il secondo contributo è sul film "5 cm al secondo", un bel film che, se non ricordo male, vidi in giapponese sottotitolato in italiano e poi in italiano. Quindi solo due volte, il che non fa di me un tale esperto da porre obiezioni all'analisi dell'autore, l'unica appunto che muovo è sul come è scritto questo contributo.
A pagina 35, quindi nella sua prima pagina, mi si è attorcigliato il cervello in questa frase:
"Successivamente mostreremo come esso solidarizzi con un'estetica sino-nipponica basata sul distacco contemplativo buddistico e l'unitaria armonia del Tao compensate da una spinta vitale di matrice shintoistica; elementi questi, veicolati da un approccio ozuiano."
Non so... ci manca il "montaggio analogico" e "l'occhio della madre" ^_^
Il problema (per me, ovviamente) è che tutto lo scritto è strutturato così...
Nella pagina successiva si sostiene che una delle prove di quanto sia unico ed innovativo questo film sarebbero i 420 commenti su Amazon, quasi tutti positivi, tranne un numero "risibile di commenti negativi".
Mi soffermo prima sull'etichettare come "numericamente risibili" i commenti negativi.
Mi pare ovvio che chi ha acquistato questo film su Amazon fosse già un appassionato o almeno un simpatizzante di animazione giapponese, quindi non neutro, era più facile essere entusiasti (magari dopo averlo già visto subbato come feci io), piuttosto che stroncarlo. Conosco parecchia gente che non solo non comprerebbe mai il DVD di questo film d'animazione, ma neppure lo vedrebbe in televisione, quindi gratuitamente, semplicemente perché non sono abituati a vedere animazione giapponese.
C'è poi la questione che quasi tutti gli altri commenti erano positivi. Un film che ha avuto tanto pubblico o tanti giudizi positivi del pubblico, è per forza un capolavoro?
Per il paragrafo 1.1, che tira in ballo i filosofi greci, ho chiesto ad un amico pesantemente corazzato in tema (vedasi laurea in filosofia) di leggere le righe in questione, ed è rimasto un po' perplesso per aver trovato assieme tanti concetti in così poco spazio.
Ammetto di non aver compreso neppure tutto il resto dello scritto, cosa che non ne inficia l'autorevolezza, solo che io non ho capito perché all'autore è piaciuto il film... quindi l'analisi a cosa è servita?
Il terzo contributo è una piccola e rara gemma informativa sugli Ainu, infatti su questa popolazione gli scritti in italiano scarseggiano. L'autrice ci illustra la popolazione autoctona del Giappone tramite le pitture antiche e i manga, che permetterà di valutare come l'immagine degli Ainu sia mutata nel tempo. Viene anche analizzato il manga di Osamu Tezuka "Shumuri".
Penso che Takahata meritava proprio le 20 pagine di approfondimento del quarto capitolo sul suo modo riservato di fare animazione. Il contributo confronta anche lo stile realistico di Takahata con quello più fantasioso di Miyazaki. Un argomento del genere, trattato in questo modo, meriterebbe un libro intero. Sono analizzati il film "Pioggia di ricordi" e la serie animata "Marco dagli Appennini alle Ande".
Il quinto ed ultimo contributo mi ha rigettato nello sconforto del secondo di cui sopra ^_^
Sinceramente non pensavo che da bambino, quando guardavo una puntata di "Carletto il principe dei mostri" per farmi quatto risate, stessi introiettando tutto ciò che è riportato in questa analisi.
Non è che, forse, la serie aveva solo l'ambizione di far divertire i bambini e non far aver loro paura dei nostri?
In pratica ammetto che non ho capito l'analisi, ed infine mi sono schiantato contro lo scoglio delle conclusioni finali, quando ho letto "Verwandlung kafkiana"... "Verwandlung kafkiana" O_o
Mi è stato spiegato, sempre dalla persona di cui sopra che ha letto la parte sui filosofi greci del secondo contributo, che "Verwandlung kafkiana" è il titolo di un libro (link), e lui si chiedeva cosa avesse impedito di metterlo in italiano.
Io, più modestamente, mi chiedo quale sia il vantaggio di fare un'analisi per i pochi eletti che capiscono le citazioni iper dotte ^_^
I 13 numeri di "Manga Academica" fanno la loro porca figura in libreria ^_^
Di nuovo un plauso alla perseveranza della casa editrice casertana.
Qui sotto l'indice del saggio.
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