TITOLO: Akira Toriyama, il mangaka sorridente
AUTORE: Giorgio Mazzola
CASA EDITRICE: Edizioni il Foglio
PAGINE: 268
COSTO: 16€
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788876064845
Mi pare giusto premettere
che io non ho mai letto un manga di Toriyama, mentre per quanto
riguarda gli anime vidi distrattamente qualche puntata di Dr, Slump &
Arale nella sua prima trasmissione, ma ero già un po' grandicello e
non lo seguì mai per più di pochi minuti. Diverso il discorso per
Dragon Ball, quando venne trasmesso per la prima volta su Junior TV
facevo il servizio militare. Ovviamente non potevo certo seguirlo
regolarmente (anche perché aveva un target un po' per bambini), ma
ricordo con piacere alcuni sabato pomeriggio, in cui eravamo
confinati in caserma, duranti i quali ci riunivamo nella camerata del
commilitone che aveva la mini tv portatile e ci facevamo quattro
risate per 20 minuti con il piccolo Goku. In seguito l'ho seguito
sulle reti Mediaset, un po' sporadicamente, ma comunque con piacere.
Detto ciò, il saggio di
Giorgio Mazzola è diviso in tre capitoli, nel primo c'è la
biografia di Akira Toriyama, nel secondo si analizza compiutamente la
sua opera ed in quello finale si illustra l'evoluzione artistica del
suo disegno.
In appendice sono
presenti due saggi di Davide Tarò ed Alessandro Del Gaudio, sempre
incentrati su Toriyama, di cui parlerò alla fine.
Ogni aspetto dei manga
(ed anime) di Toriyama analizzato da Mazzola è sistematicamente
accompagnato da esempi presi da vari episodi cartacei o animati, in
modo da calare la “teoria” nella “pratica”. Mi capita spesso
di permettermi di criticare la saggistica scritta in maniera
“difficile”, chiedendomi se non sarebbe stato possibile renderla
più abbordabile, Mazzola riesce, pare senza problemi, dove tanti
altri autori non arrivano: rendere agevole la lettura.
Una biografia può
tramutarsi in una sequela di date, luoghi e nomi, con un soporifero
effetto finale. Non è il caso della biografia messa in campo da
Mazzola, la vita di Toriyama scorre via in maniera piacevole e
leggibile, come tutto il resto del saggio, ovviamente un fan del
“mangaka sorridente” si sentirà maggiormente coinvolto dalla
lettura rispetto ad un semplice curioso come me.
Il secondo capitolo è
quello più approfondito e complesso, ma non difficile, la lettura è
sempre agevole, senza inutili complessità o terminologie astruse.
L'autore vuole far
risaltare la giapponesità delle opere di Toriyama, anche se non sono
ambientate in un contesto tipicamente nipponico, ma piuttosto in
mondi fantastici non inquadrabili in una specifica nazionalità.
Nonostante il “pianeta Toriyama” (come lo battezza l'autore) non
sia il Giappone, i contenuti e i personaggi nascono dalla cultura
giapponese.
L'autore inizia con
l'illustrare in che modo Toriyama presenta i suoi buoni e i suoi
cattivi. I buoni sono gli alter ego del se stesso campagnolo e
provinciale, spensierati, puri, innocenti e con la testa fra le
nuvole, così positivi proprio perché vivono a contatto con la
natura.
Del tutto personalmente
obbietto sull'equiparazione della campagna agricola come esempio di
natura, in quanto proprio gli agricoltori furono i primi essere umani
a modificare la natura incontaminata allo scopo di sfruttarla.
I buoni campagnoli di
Toriyama fanno risaltare la loro personalità provinciale quando si
recano in città. Metropoli solitamente super tecnologiche, in cui i
vari Goku ed Arale non si sentono a loro agio, come non ci si trova
Toriyama. Dopo i “buoni” Mazzola analizza la figura dei
“cattivi”, e lo fa prendendo spunto dalla sinossi della ”saga
di Freezer”, all'interno della quale ci sono tre avvenimenti che
disvelano come il mangaka vede i suoi villains: l'arrivo dei Sayan
sulla Terra; il viaggio verso Namecc; la lotta contro Freezer.
In particolare ci si
sofferma sui personaggi negativi di Piccolo, Vegeta, Freezer,
Majin-Bu. I quattro nomi da me citati non sono gli unici che l'autore
valuta, dimostrando quale sia la discriminante che può permettere ad
un cattivo di Toriyama di evolversi in buono: quando si iniziano a
conoscere i dettagli sulla sua storia e le sue origini.
Quindi il cattivo di cui
il manga (o l'anime) inizia a raccontare i trascorsi potrà diventare
buono, o venire comunque riabilitato, mentre il cattivo che non ci
rivelerà nulla del suo passato (ergo del perché sia diventato
cattivo) resterà tale.
Si passa ad analizzare
altri aspetti: i rapporti tra i vari personaggi creati dal mangaka;
l'amicizia nel gruppo; come il gruppo tenda sistematicamente ad
allargarsi inglobando anche i personaggi inizialmente cattivi.
Devo dire che l'ultimo
espediente narrativo è presente in anime antecedenti a quelli di
Toriyama, per esempio in “Conan il ragazzo del futuro”, oppure
nell'ancora più vecchio “I Superboys”.
In particolare l'autore
si sofferma sul meccanismo utilizzato in Dragon Ball per far
incontrare a Goku nuovi personaggi. Semplificando di molto: ad un
primo incontro segue il combattimento, ed in seguito l'amicizia,
oppure altri combattimenti se il cattivo non diventerà mai buono.
L'autore battezza questo
meccanismo “conflitto inglobante”, procedendo ad illustrarne vari
esempi in altre opere di Toriyama.
Sempre nel contesto del
rapporto tra il protagonista e gli altri personaggi è dato largo
spazio ad Arale e agli abitanti del Villaggio Pinguino. L'autore
chiama “amicizia porta a porta” il rapporto che Arale instaura
con i loro, in quanto è sempre la robottina a recarsi dal nuovo
personaggio per legittimarlo e farlo uscire dal suo guscio/ambiente
casalingo.
A questo punto, dopo aver
illustrato le varie dinamiche presenti nelle opere di Toriyama,
vengono fatti notare gli aspetti prettamente giapponesi dei suoi
manga ed anime. Ambientazioni e comportamenti della società
giapponese che non risaltano immediatamente, in quanto i contesti
sono sempre di mondi fantastici. Questa ampia parte del saggio supera
il confine di una semplice analisi delle opere di un mangaka,
spaziando tra la sociologia e l'antropologia. Il tutto sempre in
maniera comprensibile e con esempi tratti dalle puntate televisive o
dai manga. Questa parte del saggio potrebbe essere un buono stimolo
per affrontare le peculiarità della società giapponese che vadano
oltre manga ed anime.
Il primo aspetto della
società giapponese che viene affrontato è quello del rapporto col
gruppo, cioè chi fa parte della propria cerchia, identificato col
termine “uchi”, e di chi è fuori dal gruppo, il cui termine è
“soto”.
In questa parte del
saggio si fa spesso riferimento al saggio di Chie Nakane "La società giapponese".
Quindi si passa ai
rapporti all'interno del proprio gruppo (uchi), spiegando il
significato dei termini “attributo” e “struttura” nella
società giapponese.
Sono evidenziati anche i
comportamenti dei personaggi di Toriyama che contrastano con le
regole sociali valide per un giapponese. I personaggi che infrangono
queste consuetudini sociali sono per lo più bambini ed anziani, le
due età a cui in Giappone è permesso tutto o quasi.
Quando Goku diviene
adulto può continuare a farsi beffe delle regole dei grandi solo
perché è un puro, quindi assimilabile ancora ad un bambino. In
questo Toriyama rivela il suo desiderio di far vincere il mondo dei
bambini contro quello degli adulti (giapponesi).
Nella parte finale del
secondo capitolo l'autore sposta l'attenzione su due attività umane
enfatizzate in Dragon Ball e Dr. Slump & Arale: fame e sonno.
La fame ed il sonno fanno
parte anch'essi del mondo dei bambini, Mazzola vi dedica largo
spazio, con considerazioni assai interessanti.
Nel terzo capitolo viene
ripercorsa la quarantennale carriera artistica di Toriyama,
presentando e commentando tutte le sue opere, allo scopo di mostrare
la sua evoluzione nel disegno.
Il primo saggio in
appendice è ad opera di Davide Tarò, che ha scritto vari titoli su
anime a manga (4 libri recensiti qui sul blog), ed è incentrato sul
successo editoriale di Dragon Ball in patria ed in Italia. Oltre a
ripercorrere questo devastante successo mondiale, Davide Tarò spiega
il meccanismo editoriale che sta dietro l'alleanza strategica tra la
rivista Shonen Jump e la Toei Doga.
Il secondo contributo,
più breve del precedente, è di Alessandro Del Gaudio (2 saggi
recensiti qui sul blog),con soggetto i mondi creati da Toriyama. Del
Gaudio conia il termine “Terriyama” per identificarli,
illustrando i vari mondi alternativi creati dal mangaka, non
limitandosi a Dragon Ball e Dr. Slump & Arale.
Le scan dell'indice, che inserisco per rendere più chiaro il contentuo del saggio.
Sembra molto interessante. Non ho seguito dragon ball oltre la prima serie (manga letto a scrocco da una compagna delle medie e anime visto in tv), ma ho adorato Arale e il villaggio pinguino :)
RispondiEliminaL'aver sottolineato che quando uscì il manga tu eri alle medie, mentre io ero già ventenne, mi ha ferito mortalmente T_T ^_____^
EliminaNon oso chiedere che età avevi quando trasmetterono Arale per la prima volta su Rete 4 nel 1983 :O