"Questo è stato un percorso molto complicato, a cui ho dedicato il giusto periodo di tempo, è stato un progetto veramente importante. Vorrei partire con voi da come è successo.
Stiamo parlando di fine dicembre, ricevo una mail poi una telefonata da questo editor del Saggiatore, che mi propone di scrivere un libro sulla storia del manga al femminile."
Qui abbiano più o meno una tempistica di quanto possa passare tra il primo contatto tra la casa editrice e colui/colei che è stato scelto per pubblicare il loro libro e la pubblicazione dello stesso, cioè da dicembre 2022 a settembre 2023. Il prescelto/a è un fan di manga ed anime e li tratta sui social, dove ha già una base consolidata di follower. Si noti che è la casa editrice che contatta l'autrice, proponendo anche il tema.
"Io ero molto in ansia, ero convinta di non essere in grado, di non essere la persona giusta per farlo, perché nonostante sia una grande appassionata di anime e manga, mi sentivo in difficoltà. Non mi sentivo perfettamente in grado di poter gestire una situazione di questo genere.
Ciononostante e ho deciso di provare a farlo ben consapevole di quelli che potevano essere i miei limiti e che tuttora sono dei miei limiti.
Quindi io ho vissuto prima di tutto questo libro, in maniera egoistica, in maniera molto personale, ho cercato di viverlo più come una sorte di tesi di laurea, perché effettivamente nel periodo di stesura io mi sono confrontata e ho analizzato alcuni autori che prima conoscevo meno o in alcuni casi non conoscevo, li conoscevo solo per nome.
Ho cercato proprio di utilizzare la stesura di questo libro per andare ad approfondire tante conoscenze che magari avevo tenuto sempre più a livello di intrattenimento, che avevo trattato nella mia lettura in modo più superficiale. Quindi è stata una grande occasione di riscoperta di indagine e anche di indagine sul mio gusto personale."
Quindi l'autrice o l'autore si mette a ricercare e studiare la tematica richiesta dalla casa editrice.
"E' stato un percorso irto perché inizialmente il libro avrebbe dovuto essere molto più ampio, io stessa avevo scritto parecchie parti in più che poi per esigenze della casa editrice, sono state tagliate, sono statti tagliati degli interventi, delle parti, su alcune delle quali sto facendo una riflessione se portarli sul canale etc perché mi piacevano particolarmente, ad esempio c'era un approfondimento sul personaggio di Shirlei in .... o sulla figura in Maison Ikkoku, delle cose che potevano portare una riflessione in più."
Una volta che si è già messo in pista il lavoro, la casa editrice, l'editor o chi per esso, comunica il numero delle pagine reali del libro e/o una eventuale successiva riduzione delle pagine forse ipotizzate all'inizio. Riduzione di pagine vuol dire riduzione di contenuti ed approfondimento, ma pare che alle case editrici di questa "nuova saggistica" interessi il giusto. Ma perché, quindi, se già si sono ridotte la pagine, almeno quelle sopravvissute non vengono riempite completamente di parole scritte? Immagini, mezze pagine bianche, bordi larghi e spaziatura ampia tra le righe non aumentato i contenuti, li riducono. Questi sono aspetti decisi dalla casa editrice.
"Chiaramente anche quello che tratta di impaginazione, le scelte editoriali non dipendono da me, ma dalla casa editrice, che è stata fondata nel 1958 quindi hanno la loro dose esperienza, sanno che cosa è meglio per la pubblicazione un libro."
Nutro dei dubbi sul fatto che le case editrici che si muovono con questo metodo abbiano molto a cuore il risultato finale dello scritto, benché, invece, sarebbe logico pensarlo.
"Per me, essendo la prima esperienza, ne sono nata veramente con zero idee, zero aspettative, non avevo proprio cognizione di quello che è il lavoro che ci sta dietro, sia per quanto riguarda l'intervallarsi con gli editor sia, ma anche per la parte relativa alla copertinista, agli eventi, al reparto marketing, al reparto commerciale. Ognuno di loro ha una funzione molto specifica, che per una persona come me abituata a lavorare in autonomia, non sempre è così di facile comprensione. Effettivamente una casa editrice è una vera e propria industria, è un'azienda in cui ognuno ha una specializzazione, cosa che per chi come me fa un po' tutto da sola o è abituata a conoscere la componente umanistica di divulgazione come un po' un tutt'uno, non sempre facendo un buon lavoro, ma cercando di arrangiarsi, è stato un approccio molto strano. Però sono contenta del risultato. Penso che la copertina sia molto bella, anche in questo caso la copertina è stata scelta a priori, senza che io lo sapessi, e quando l'ho vista è veramente bella."
L'autrice in questione si dimostra sincera e conscia della propria inesperienza, affidandosi alla casa editrice, come avrei ovviamente fatto anch'io, non avendo esperienza in merito. Ecco, forse almeno valutare assieme la scelta della copertina poteva avere un senso. In questo caso la copertina si dimostra valida (lo è effettivamente), ma se fosse stata pessima? Magari chi mette il proprio nome sulla copertina avrebbe almeno il diritto di esprimere mezza opinione.
"Il centro di quello che ho cercato di comunicare è cambiato, perché anche in questa fase io sono partita a scrivere una sorta di storiografia delle figure femminili e il cambiamento che hanno fatto nel corso degli anni, con degli slanci, con delle ricadute, mentre poi è stata scelto un percorso un pochino diverso, un percorso più tematico, rispetto ad un percorso cronologico."
Viene ribadito che l'autrice ha dovuto modificare in corsa addirittura la struttura base dello scritto.
"Anche questa secondo me è una riflessione interessante da fare, perché quando si prende un libro, quando si inizia ad analizzare un percorso complesso come quello della figura femminile nel manga o in generale quando si parla di fumetto orientale, in cui in Italia ad oggi ci sono sicuramente molti trattati, ma non c'è in realtà una bibliografia così densa, è sempre un po' rischioso, è sempre un po' pericoloso e periglioso, perché io mi sono trovata principalmente a leggere dalle fonti originali, rispetto a saggi trattati di colleghi o di professori o di eminenti esperti."
Questo è l'unico punto del video in cui sono rimasto abbastanza sorpreso e su cui mi permetto di dissentire, anche abbastanza fortemente. Intanto avrei voluto leggerle queste "fonti originali" consultate dall'autrice, peccato che la casa editrice non abbia inserito la bibliografia. Affermare, però, che in italiano "non c'è una bibliografia così densa" mi pare abbastanza ingiusto verso coloro che se ne sono già occupati. A questo punto sarebbe interessante capire quale e quanta saggistica in italiano abbia letto l'autrice, la mia la si può consultare qui sul blog:
anime; cinema; collezionismo; cosplay; letteratura; manga; religione; sociologica; storica; Giappone contemporaneo
"Questo ha sicuramente portato all'interno del libro delle ingenuità, dei passaggi che qualora lo acquistate e vi sentiste di volermi sottolineare, vi chiedo solo di farlo in maniera educata, perché ci sono tante difficoltà si crea un prodotto del genere e sicuramente ci sono sempre cose da migliorare, per me che è stato appunto una prima esperienza mi sono resa conto anche di tanti miei limiti."
Altro punto del video dove l'autrice è sincera e modesta, avanzando una richiesta che spero di aver soddisfatto, ho mosso delle critiche nel post che recensiva il libro, ma in buona fede e spero non in maniera scortese.
"Alcune scelte che sono state fatte, non sono sempre condivise al mille per mille, ma ricordiamoci che dietro al mercato editoriale, soprattutto in Italia, che è un mercato molto complesso, ci sono delle dinamiche, che io stessa da autrice, anche se mi fa veramente strano utilizzare questo termine per parlare di me stessa, non comprendo al 100 per 100. Quindi l'unica cosa che si può fare è affidarsi alla professionalità e alla esperienza di persone che fanno questo di lavoro e solo questo di lavoro, quindi sono sicura che il team de Il Saggiatore stia facendo tutto nella migliore maniera."
Secondo me, quando lo scopo principale di una casa editrice pare essere quello di cavalcare una moda editoriale per trarne il massimo profitto, a fronte di un impegno minimo nel aiutare chi scrive a proporre un libro il più esauriente possibile, qualche dubbio è lecito averlo.
"In realtà lo avevo scritto talmente lungo che sarebbe stato un libro praticamente solo su quello, quindi è stato ridimensionato un pochettino."
Riguardo alla serie Madoka Magica (genere majokko) l'autrice ha il rimpianto di non aver potuto esprimere ciò che avrebbe voluto e nella quantità di pagine che aveva ipotizzato. Non conosco "Madoka Magica", se non per averne letto su altri libri e/o riviste del settore, ma magari a me sarebbe interessato leggere cosa ne pensava l'autrice.
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