TITOLO: Shojo Bunka, la cultura delle ragazze in Giappone dalla riforma scolastica del 1872 al Salone di Oizumi
AUTORE: Ludovica Morrone
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 207
COSTO: 18,50 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 207
COSTO: 18,50 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133743
Come da titolo il saggio analizza un arco temporale che va dal 1872 (la riforma scolastica in epoca Meiji) alla metà degli anni 70 del 900 (il "Salone Oizumi"), in pratica un secolo di "cultura shojo" (Shojo Bunka) femminile del Giappone.
Come tutti i sommari dei saggi della "Società Editrice La Torre", anche questo è molto dettagliato, quindi vi si potrà far riferimento per i temi trattati senza badare troppo a quello che scriverò io ^_^
Per parte mia lo scritto l'ho trovato interessante, favorito da aver letto in passato altri saggi, comunque, per chi si avvicinasse per la prima volta alla tematica, l'autrice ha reso tutto chiaro e lineare.
Una parte di valore del saggio è la descrizione del sistema scolastico indirizzato alle studentesse dal 1872 al dopo guerra.
Nel primo capitolo, ovviamente, si parte dall'epoca Meiji, con la prima riforma scolastica nazionale che introdusse anche l'insegnamento obbligatorio per le bambine, prima di ciò non esisteva il concetto di "età femminile" pre matrimoniale. Le ragazze passavano dalla propria famiglia al matrimonio, è solo con l'introduzione di un sistema scolastico nazionale che si creò anche la fascia di età scolastica femminile, con annesse esigenze materiali (abbigliamento etc.) e culturali (libri, riviste, romanzi, fumetti).
Senza la riforma scolastica del 1872 non sarebbe esistita la figura della "shojo" né la "cultura shojo", con quello che comporta oggi in tema di manga, anime, mode, merchandising etc..
Ne consegue che l'autrice inizia a descrivere il sistema scolastico nipponico in epoca Meiji, con tutte le varie modifiche susseguitesi nei decenni, spiegando come tutto ciò generò il nuovo target sociale e culturale delle "shojo", con un focus sul materiale editoriale a loro dedicato:
romanzi; riviste; fumetti; manga.
A titolo di esempio, tra i tanti temi citati ed analizzati, nel 1887 il romanzo "Ukigumo" di Futabatei Shimei, il primo scritto moderno in cui la co-protagonista era una studentessa, ebbe un enorme impatto sull'opinione pubblica del periodo. Tanto da far commentare alla critica che le studentesse "divennero la rappresentazione del desiderio maschile e la rovina dell'unità familiare e, per estensione, dell'intero Giappone"!
E' in questo ed altri romanzi del periodo che nasce "l'amore spirituale" delle ragazze ("ren' ai")
Viene riportato ed analizzata la tipologia di scritto "esu kankei", "relazioni S", cioè l'amore platonico e il rapporto di sorellanza tra due studentesse.
Tra ciò che faceva parte dello "shojo bunka" in epoca Meiji c'erano il teatro Takarazuka e i primi accenni di manga.
Segue la descrizione delle medesime situazioni, ma in era Taisho, dove nacquero le prime riviste shojo (senza manga). Sono citate ed analizzate le testate e citati ed analizzati gli illustratori di queste riviste per studentesse.
La parte finale del primo capitolo è dedicata all'epoca Showa fino a poco oltre il dopo guerra, stesse tematiche delle due epoche precedenti.
Vengono descritte le riforme scolastiche del dopo guerra con l'inizio della comparsa degli shojo manga e della prima mangaka, Hasegawa Machiko.
Ovviamente non può mancare il capitolo su Osamu Tezuka, forse un po' breve, e sul meno conosciuto Takashi Macoto, entrambi mangaka di shojo manga.
Il secondo capitolo inizia con l'illustrazione degli albori dello shojo manga negli anni 50 e 60, ma partendo sempre dall'educazione scolastica delle lettrici.
Lo "shojo bunka" degli anni 50 e 60 inizia ad essere rappresentata anche da altri media (il cinema, la musica, la televisione), e le riviste shojo passano di moda, sostituite dalle riviste di shojo manga.
Sono citate ed analizzate le prime mangaka degli anni 50 e 60:
Ueda Toshiko; Watanabe Musaku; Mizuno Hideko; Maki Miyako; Hanamura Eiko.
Molto più spazio è dedicato a Mizuno Hideko.
Il terzo capitolo tocca l'ulteriore evoluzione degli shojo manga (e dello shojo bunka) negli anni 70, legandola anche alla seconda ondata femminista nata nel 1970.
In questo nuovo contesto nacquero nuovi sotto generi dello shojo manga:
manga ambientati in Europa; manga storico; gyagu manga; otome-chikku; shonen' ai; shojo manga di sci-fi; spokon shojo manga.
Il quarto ed ultimo capitolo si concentra su un aspetto fondamentale dell'evoluzione e la modernizzazione dello shojo manga negli anni 70, le mangaka del "Gruppo 24" (citate anche nel terzo capitolo più volte) e gli eventi che ruotavano attorno al "Salone Oizumi" (tra il 1970 e il 1972), che era un collettivo di autrici.
Un paragrafo è dedicato alla rottura dei rapporti tra due delle più importati mangaka del "Gruppo 24", Moto Hagio e Takemiya Keiko, che causò anche la fine del sodalizio del "Salone Oizumi".
Annoto che le due mangaka che disegnavano e raccontavano storie su amori e tradimenti, caddero nelle medesime dinamiche ...
Un paragrafo a testa è dedicato alle biografie di Moto Hagio e Riyoko Ikeda.

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