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sabato 28 dicembre 2024

"Quei giapponesi nel Presepe" - "Il Giornalino" n° 2 del 9 gennaio 1983

Penso che tutti ci si ricordi della pubblicità natalizia 1982 della Ceppi Ratti che mischiava il sacro del Presepe e della Natività con il profanissimo dei robottoni giapponesi.
La cosa non sfuggì neppure ad alcuni genitori dei piccoli lettori della rivista edita dalle religiosissime "Edizioni San Paolo" di Milano:
"Anche gli eroi dello spazio, amici dei bambini, rendono omaggio al Natale.
Metterli nel Presepe - uno, due o tanti - è un modo nuovo e tenero di partecipare con la fantasia all'avvenimento più dolce dell'anno.
Per ogni gioco spaziale Ceppi Ratti acquistato c'è un gioco spaziale Ceppi Ratti regalato!!!
Attenzione, solo nei negozi che espongono la cometa Ceppi Ratti!!!"

Forse per quegli adulti l'aggravante dello scandalo furono le didascalie ad ogni singolo robottone giocattolo:
1° Trider G7 l'angelo robot dalle avvampanti ali;
2° Tansor 5 taxi degli angeli;
3° Gattiger carovana spaziale;
4° Calendar Man il centauro cammello;
5° Gli Starzinger i tre re magi;
6° X Bomber l'adorato sovrano della costellazione di Orione;
7° Gotriniton il mercante di stelle piccole e grandi;
8° God Sigma il pastore che viene dal cielo;
9° Zanbot 3 la luna cometa;
10° Gordian il messaggero dello spazio

Sinceramente per parte mia non è ci vedessi ai tempi nulla di male, visto che mi capitava di usare il Presepe, una volta rimossi i personaggi sacri, come diorama per battaglie con i soldatini Atlantic di formato grande... quindi da bambino/ragazzino quella pubblicità non mi creò alcun problema. Può essere che un adulto credente ed osservante, invece, ci potesse vedere un po' di blasfemia, tanto che nella pagina della posta del numero 2 del 9 gennaio 1983 vennero pubblicate tre lettere di protesta, a cui la redazione rispose con solerzia e ragionevolezza. Magari anche un po' di coda di paglia, perché essere accusati di trasformare il Presepe in puro consumismo, per una testata editata dai preti, non era proprio il massimo. Bisogna riconoscere, però, che pubblicarono le lettere di lamentela, avrebbero tranquillamente potuto cassare le missive e fingere che nessuno avesse avuto qualcosa da obiettare. Non esistevano i social, nessuno avrebbe saputo né della protesta né della censura.



La pubblicità della Ceppi Ratti che mostro in apertura di post è proprio quella del numero 45 citata nella seconda lettera (la copertina del numero è presente poco più sotto) qui sopra.
Alla fine comprarsi intere annate di una testata qualche volta torna utile per poter andare alla fonte della notizia, ma non solo, ti permette di scoprire un'altra fonte di possibile scandalo religioso sul medesimo tema: Presepe e robottoni   ^_^

La prima lettera di protesta è mossa da una maestra d'asilo, che per sua stessa ammissione usava una rivista assolutamente fuori target come materiale educativo per i più piccini. Le sue contestazioni possono anche essere condivisibili, resta che forse lei, come gli altri genitori che protestavano, pare che non si rendessero conto per per noi bambini, o almeno lo era per me, fare il Presepe era un gioco, quindi aggiungerci altri giochi non era blasfemia.
La seconda lettera parrebbe scritta a due mani da padre e figlio, mi resta il dubbio che l'iniziativa fu solo paterna, ed il figlio si dovette accodare alla richiesta del padre.
La terza lettera è di nuovo solo di adulti.
In pratica erano i grandi che, anche ragionevolmente, temevano che pure il Presepe si fosse piegato al consumismo, obbligandoli a comprare i non economici robottoni giocattolo nipponici.
E forse il Presepe si piegò veramente al consumismo, a beneficio della Ceppi Ratti.
Nella prima parte della risposta la redazione rispiega quale fosse il significato del Natale, la parte inerente la protesta è presente nello scritto qui sotto.

giovedì 26 dicembre 2024

"Situazione del film per ragazzi", di Carlos Maria Stachlin - "La Biennale di Venezia, rivista dell'Ente Autonomo "La Biennale di Venezia" n° 35 aprile/giugno 1959


Quello che ho riesumato è, per ora e a mia conoscenza, lo scritto più vecchio in cui venga citato lo sbarco in Italia dell'animazione giapponese, in questo caso il lungometraggio "Il bambino e il serpente bianco", cioè "La leggenda del serpente bianco", come venne titolato ufficialmente alla sua uscita nelle sale cinematografiche.
Questo articolo dell'aprile/giugno 1959 anticipa di qualche mese anche il saggio sull'animazione  "Storia del cartone animato" di Enrico Gianeri, pubblicato nel 1960, in cui vennero citati alcuni film animati nipponici.
L'articolo di Carlos Maria Stachlin (su cui non ho trovato info online), pubblicato sulla testata "La Biennale di Venezia", si limita a poche righe di commento sul lungometraggio nipponico, dato che lo scritto verte in generale sui film (ovviamente cinematografici) per ragazzi, ma considerando che è la prima testimonianza inerente l'animazione giapponese in Italia, mi è parso il caso di considerarlo meritoria di essere salvato dall'oblio editoriale.
Infatti a pagina 40 si può leggere:
"Neppure disegni animati come "Presto pioverà" (URSS) di Polkonikov, o il giapponese "Il bambino e il serpente bianco" di Taiji Yabushita, pur essendo moto bene realizzati, sanno apportare qualcosa di nuovo a questa tecnica particolare, né presentano un progresso nella espressione estetica."

Inoltre a pagina 39 è inserita (forse) la prima immagine di un film animato nipponico, sempre quella de "Il bambino e il serpente bianco".
La questione dei film per ragazzi verrà esaminata nel settembre/ottobre 1961:

L'autore, pur dando un giudizio positivo sul film d'animazione giapponese, non lo considera innovativo, come non considera innovative altre pellicole.
L'articolo l'ho trovato molto interessante (da leggersi assieme a quello linkato qui sopra), dato che ci informa su alcune problematiche dei film per ragazzi che ai tempi ne impedivano la programmazione al cinema.
In pratica, sia i lungometraggi che i corti, non erano considerati redditizi dai distributori, quindi erano pochi quelli che finivano nelle sale cinematografiche, spesso terminavano la loro vita nei festival del cinema. Inoltre ricevere un premio come "pellicola per ragazzi" praticamente ne precludeva la possibilità di essere proiettati al cinema, proprio per la causa di cui sopra. La stessa idea di fare un film per ragazzi impediva di racimolare i foni per realizzarlo, perché il sistema non li considerava redditizi.
Carlos Maria Stachlin ci informa anche di un'inchiesta che rivelava quanto i pregiudizi su cosa i bambini/ragazzi potessero apprezzare/capire al cinema fosse errata. In questo siamo migliorati molto, tanto che oggi i film per adulti sono molto bambineschi, il rapporto si è fin invertito   ^_^
Non credo sia errato affermare che l'inchiesta (effettuata tramite questionari) dal "Centro culturale San Fedele" anticipò quello che avvenne con l'arrivo in pianta stabile dell'animazione seriale giapponese dal 1978:
"... i bambini non vogliono che il film li rinchiuda nel loro universo infantile, vogliono una evasione, preferiscono che il film li porti fuori dal mondo dei bambini e li introduca in quello degli adulti, in cui essi si vedano accolti da quelli".

Una delle caratteristiche dei film prima e poi dalle serie nipponiche che arrivarono in Italia è proprio che i bambini/ragazzi animati vivevano un'avventura a pari dignità con gli adulti animati, spesso con un ruolo più importante.
Un vero peccato che i giornalisti ed esperti che commentarono i cartoni animati giapponesi dal 1978, non lessero mai l'articolo di Carlos Maria Stachlin...

Lo scritto mi ha permesso di scoprire alcune pellicole citate, ovviamente solo quelle presenti (o che son riuscito a trovare) su varie piattaforme, una bellissima:


          

Tralasciando per un momento la povera sorte del pesciolino rosso, che nella realtà avrà forse avuto varie controfigure finite male... e del povero canarino mezzo morto di paura per le attenzioni del gattino nero, visto che si parla del 1959 in cui certe accortezze verso gli animali erano ancora di là da venire, il cortometraggio l'ho trovato molto bello.
Una della particolarità del corto è che il protagonista è un bambino orientale, direi cinese (dall'abito della madre), che vive in Francia.

Ho trovato solo altre due pellicole citate nello scritto, peccato...

mercoledì 25 dicembre 2024

"Mazinga: la qualità del legno", di Franco Valobra - "Il Leviatano, settimanale di commento politico" 22 aprile 1980


Perché ho la presunzione di affermare che il clamore mediatico suscitato dai cartoni animati giapponesi tra il 1978 e il 1982 mai si ripeterà con la medesima intensità?
Perché sfogli in emeroteca una testata prettamente di analisi politica interna ed estera, con contenuti probabilmente superiori alla media del periodo (che era già più alta di oggi...), giri pagina e ti trovi davanti un articolo su Goldrake, Mazinga e il dubbio se votare per il PCI alle allora prossime venture elezioni amministrative   ^_^
E' vero che non mi pare ci siano altri fissati/e che fanno la mia medesima ricerca per i successivi decenni sull'animazione giapponesi in Italia, ma non credo che negli anni 90, 2000 ed oltre siano riscontrabili scritti di questo tipo, senza contarne il mostruoso numero (1625 articoli).
Tralasciando per un momento che il titolo riporta "Mazinga" e come immagine c'è il Jumbo Mattel di Goldrake, l'incipit dello scritto vale già di per sé il prezzo del biglietto (tanto per dire):
"Vocatus atque non vocatus deus aderit", cioé "chiamato o meno, il divino sarà presente".

La citazione latina non era indirizzata a Goldrake o Mazinga, ma all'intenzione di voto dell'autore dello scritto, resta comunque un bel inizio   :]
Sfogliando un'annata completa de "Il Leviatano" e leggiucchiando qualche articolo qua e là, direi che la posizione politica fosse di sinistra, o centro-sinistra si direbbe oggi, anti DC ma anche anti PCI. In pratica si auspicava che venisse creato un fronte elettorale che potesse essere una credibile alternativa alla DC, ma senza essere sottomesso al peso elettorale del PCI.
In questo contesto quale può essere il nesso tra i robottoni animati giapponesi e il voto italico?
Il tutto nasce, incredibilmente (si può affermare oggi), dalla crociata anti cartoni animati giapponesi dei 600 genitori di Imola della primavera 1980!
L'autore aveva il dubbio se votare per Il PCI, essenzialmente per un comportamento del partito meno predatorio dei beni pubblici rispetto agli altri partiti dell'arco costituzionale, ma le vicende di Goldrake e Mazinga gli fecero cambiare idea. Si può chiosare sul fatto che Franco Valorba avesse o meno realmente l'intenzione di votare PCI o il tutto fosse un modo per schernire le posizioni contraddittorie del più grande partito di opposizione, ma i concetti scritti sull'animazione giapponese restano.
A grandi linee ho individuato quattro approcci all'invasione dei cartoni animati giapponesi in Italia tra il 1978 e il 1982:
a) venivano ignorati;
b) venivano considerati pericolosi, diseducativi, violenti e stupidi;
c) non venivano considerati pericolosi perché assolutamente stupidi ed insulsi;
d) venivano considerati portatori di un minimo di valori educativi e di svago.

Di norma l'approccio "A" era quello della stampa di settore, fumetti, fantascienza ed animazione italiana ed europea, fingevano che gli anime non esistessero, ogni tanto li commentavano, di norma per stroncarli.
Dell'approccio "B" è pieno il blog nei post dell'Emeroteca Anime.
L'approccio "D" era di pochi, tipo Gianni Rodari o Oreste del Buono.
Quelli dell'approccio "C", come in questo articolo, parevano difendere i cartoni animati giapponesi, ma in realtà (di norma) volevano solo ridicolizzare politicamente coloro che avevano l'approccio "B", quindi consideravano gli anime non pericolosi in quanto "tutti eguali", "particolarmente cretini", "popolati da personaggi particolarmente maldestri e rincoglioniti", "beceri e rincitrulliti"...  se questa è una difesa, figuriamoci l'accusa!    ^_^
Sullo sfondo la Spectre dei giocattoli nipponici, ma quando i giocattoli/merchandising erano di Sandokan"Spazio 1999" oppure "Supergulp!", andava tutto bene   ^_^
Per l'autore nessuno di noi era così grullo da prendere sul serio i cartoni animati giapponesi, ne consegue che se qualcuno di noi (tipo io), invece, prese seriamente i contenuti positivi, fu un grullo  :]
La pagina di destra dell'articolo l'ho trovata un po' (un po') più ragionevole, intanto perché l'autore ricorda che anche lui leggeva (non essendoci la tv da bambino) fumetti con scene violente, ma anche perché i bambini vedevano la vera violenza al telegiornale...

Più sotto inserisco completamente il numero in questione de "Il Leviatano", tanto per rendere palese che un argomento come Mazinga e Goldrake era avulso dai temi usuali della testata, se non quando la polemica contro i cartoni animati giapponesi divento così tanto virulenta, che pure persone assolutamente non interessate ed informate sulla tematica, ne dovettero prendere atto.
La rivista non aveva un sommario, ma in questo numero erano toccati i seguenti argomenti:
un editoriale che analizzava come si poteva battere elettoralmente la DC;
la questione dell'acquisto dell'Alfa Romeo da parte della Nissan (ovviamente poi mai avvenuto);
un articolo del liberale Egidio Sterpa;
analisi varia sull'Iran khomeinista (argomento ancora in voga...);
analisi su Cuba (tema ancora attuale);
analisi economica sull'URSS;
una interessante analisi sul nascente movimento europeo dei Verdi, dove , se nell'editoriale si auspicava l'unione di più partiti in veste anti DC e PCI, a pagina 11 si stroncano i Verdi   ^_^
gli ultimi due scritti vanno un po' oltre le mie conoscenze   :]

Qui sotto rimetto le due pagine dell'articolo singolarmente per migliorarne la leggibilità, segue il resto della rivista.

(ovviamente Buon Natale)

martedì 24 dicembre 2024

Integrazione natalizia (72 articoli) all'Emeroteca Anime


Rispetto ad altri casi, in cui ho atteso ed atteso di accumulare articoli ed articoli, stavolta posto un'aggiunta all'Emeroteca Anime con questi 72 articoli che ho trovato dall'ultimo aggiornamento del 9 luglio 2024.
Sommando quei 202 articoli a questi 72, si arriva a ben 274 scritti riesumati dall'oblio solo nel 2024.
La metà di questo nuovo aggiornamento è dato dall'acquisizione (cioè "comprata") dell'annata 1983 de "Il Giornalino", 34 articoli. Tanto per sottolineare che fare queste ricerche costa, e che se mi fosse andata male, come in altri casi, mi sarei ritrovato, di nuovo, con qualche chilo di carta senza alcun contenuto utile. Per esempio da luglio ad oggi ho comprato un paio di annate di due testate di fumetti per ragazzi (Lanciostory e Skorpio), trovandoci un bello zero spaccato... ne consegue che prendere spunto da siti/blog/pagine social gratuiti, per confezionare contenuti a pagamento, senza citare i tizi che hanno speso soldi per coltivare la propria passione, non è il massimo  :]
Come per l'aggiornamento del 9 luglio 2024 ho allargato il periodo temporale di ricerca, scovando scritti degli anni 50 e 60, arrivando ad anticipare una prima testimonianza sull'animazione giapponese in Italia in un articolo dell'aprile/giugno 1959.
Ho poi fatto una cosa banale, ricontrollato a tappeto i miei Topolino che avevo in casa... attività tanto semplice quanto assurdamente rimandata nel tempo, trovando qualcosina.
Anche stavolta ho scoperto nuove testate che si occuparono dei cartoni animati giapponesi in Italia, anche in anni (50, 60 e primi anni 70) in cui questa definizione non era né stata coniata né era un simbolo di ignominia. Con le sei testate che ho scovato stavolta, si arriva a ben 192 che a vario titolo trattarono gli anime sul suolo italico cinematografico e televisivo:
"La Biennale di Venezia"
il quotidiano  del partito socialista, Avanti!
"L'Ora di Palermo"
"Giornale della Libreria"
"Il Leviatano, settimanale di commento politico"
"Quadernicinema"

Una nota particolare merita "Quadernicinema", che non ha (o non dovrebbe avere) nessun nesso con "Quaderni di Cinema, bimestrale di cultura e politica cinematografica", in cui avevo già trovato uno scritto (dicembre 1983). In quanto lo spillato contiene un dossier sull'animazione in generale, afferente ad una testata che ho fatto un po' fatica ad individuare:
"Animation Film Party al Variety", supplemento al n°8 del periodico trimestrale "Bollettinocinema" luglio/agosto 1982 - "Quadernicinema" n° 9 novembre 1982

Un vero peccato, invece, che la testata "La Biennale di Venezia" in emeroteca si fermasse al 1971... probabilmente ci potrebbero essere altri articoli a poterla consultare fino ai primi anni 80.
Per l'articolo de "L'Ora di Palermo" ringrazio Massimo Nicora, che me l'ha girato.
Alcuni scritti trattano solo con accenni gli anime, come quello in cui si accusava alcune testate di evadere l'IVA agevolata, ma erano troppo curiosi per non inserirli   ^_^

Con questi 72 articoli giungo al numero totale abbastanza strabiliante di 1625, e la ricerca continua :] 

Di seguito i 72 scritti di questa infornata.

domenica 22 dicembre 2024

Cronache avventurose


TITOLO: Cronache avventurose
AUTORE: Akira Matsumoto 
CASA EDITRICE: Associazione Culturale Leiji Matsumoto
PAGINE: 80
COSTO: 5/10 
ANNO: 2019
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280160027


La recensione del volumetto è simile a quella de "L'angelo rosa", in cui, oltre a mostrare un manga giovanile di Leiji Matsumoto, sono analizzati alcuni aspetti di esso.
La pubblicazione italiana di "Cronache avventurose" è antecedente rispetto a "L'angelo rosa", ma anche quella nipponica lo è. Infatti il mangaka lo disegnò da giovanissimo e non per essere pubblicato, ma come passatempo, quando ancora non immaginava di fare carriera nel campo fumettistico.
L'aspetto importante del manga amatoriale del 1953 risulta essere la prima trasposizione disegnata dal Maestro di un pirata, Capitan Kingston. La caratteristica di questo primo pirata leijimatsumotiano è che è un pirata dei pirati, cioè assalta solo vascelli pirata.
C'è poi la parte di analisi:
quattro pagine ad opera di Francesco Nicodemo su questo manga;
il dialogo scritto tra il mangaka e Masuzo Furukawa, colui che in Giappone ebbe per primo l'idea di "salvare" quest'opera giovanile di Matsumoto, proprio inerente alla pubblicazione nipponica;
21 pagine ad opera di Renato Giovannoli su "Il Jolly Roger, da gentiluomini di ventura ai pirati spaziali";
cinque pagine ad opera di Davide Vivaldi su "Fino alle ossa, i pirati nell'immaginario disegnato giapponese".

Leggendo questi due volumetti ho scoperto che ne son stati pubblicati altri due con manga di Leiji Matsumoto, ne valuterò l'acquisto se a prezzo scontato.



Essendo un manga amatoriale non credo si possa valutarne disegno e sceneggiatura, a me, da totale ignorante, è parso un po' troppo giovanile come stile e trama per poter essere considerato valido in quanto esempio di un pre-Harlock, ma di certo la mia valutazione sarà superficiale   ^_^

sabato 21 dicembre 2024

L'angelo rosa



TITOLO: L'angelo rosa
AUTORE: Akira Matsumoto e Miyako Maki
CASA EDITRICE: Associazione Culturale Leiji Matsumoto
PAGINE: 82
COSTO: 5/10 
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280160072


Questo libricino si compone di due parti: 
il manga di genere shojo "L'angelo rosa" di Akira (Leiji) Matsumoto e della moglie Miyako Maki, pubblicato nel 1964; 
una 30ntina di pagine di analisi su vari aspetti del manga.

Non sono un fan così sfegatato del mangaka da aver comprato il volumetto appena pubblicato dalla "Associazione Culturale Leiji Matsumoto" nel 2020, ma l'ho trovato ad un mercatino ad un prezzo assai scontato, quindi, causa mio irrefrenabile impulso all'acquisto di materiale editoriale su manga ed anime, me lo sono accattato  ^_^
Il manga apparve sulla rivista shojo "Margaret", chiaramente son passate alcune decine di anni, non ha senso far alcun raffronto con qualsiasi altro manga, se non valutare quanto di questa storia e disegno noi si sia visto in opere successive del Maestro. In questo siamo ben supportati dalle pur brevi pagine di analisi allegate al manga.
Personalmente il manga non è che mi sia piaciuto molto, ma conta zero il mio punto di vista  :]
La parte di commento al manga contiene:
una breve introduzione al manga;
due pagine ad opera di Francesco Nicodemo su Miyako Maki, coautrice del manga e moglie di Matsumoto;
cinque pagine ad opera di Daniela Asmundo sulla bambola "Licca-chan", il cui design fu opera di Miyako Maki; 
quindici pagine ad opera di Patrick De Stefani sulla mitologia greca e il Giappone contemporanea.



Qui sopra le prime due pagine del breve manga autoconclusivo del due M & M (Matsumoto e Maki).


Mi ha incuriosito la parte riguardante "Licca-chan", di cui avevo già letto in altri lidi, quindi sono andato a ripescare delle immagini di due pubblicazioni nipponiche:


Cercando di individuare le pubblicità di quelle che mi son parse del medesimo articolo, anche grazie al video del link:

Spero di aver azzeccato la bambola giusta   ^_^

lunedì 16 dicembre 2024

Demon Slayer: registro della squadra ammazza demoni 2 - Official Fanbook


TITOLO: Demon Slayer: registro della squadra ammazza demoni 2 - Official Fanbook
AUTORE: Koyoharu Gotouge
CASA EDITRICE: Starcomics
PAGINE: 240
COSTO: 19,90 
ANNO: 2023
FORMATO: 29 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788822639035


Uscito a giugno 2023, accortomi della sua uscita a dicembre 2024, quindi non proprio una recensione puntuale   ^_^
Avendo comprato il primo volume a febbraio 2022, stante i miei problemi di acquisti compulsivi di materiale editoriale, non potevo esimermi dal prendere il secondo, anche perché l'anime mi piace. 
Le pagine sono aumentate rispetto al primo volume ed il prezzo è rimasto invariata. 
L'impostazione grafica è la medesima del primo volume, la qualità è la stessa. 
Un gran bel prodotto editoriale, benché io non abbia mai letto il manga e mi basi solo sull'anime visibile su Netflix.
Lo scrivo spesso, ma sarebbe stato veramente bello se nel 1978, 1979 o 1980 le case editrici dell'epoca ci avessero tradotto dal giapponese gli artbook, mook o fanbook del periodo, mentre noi ci dovevamo accontentare, con qualche eccezione, di ciofeche grafiche all'italiana da quattro soldi...


Il mangaka dialoga con i suoi lettori, che non sarei io, a dire il vero   ^_^



L'indice con i contenuti.

Sotto qualche pagina illustrativa dei contenuti e i due segnalibri omaggio.

domenica 15 dicembre 2024

I Cavalieri dello Zodiaco, anatomia dell'anime



TITOLO: I Cavalieri dello Zodiaco - Anatomia dell'anime 
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Yamato Edizione
PAGINE: 130
COSTO: 30 €
ANNO: 2024
FORMATO: 28 cm X 22 cm
REPERIBILITA': disponibile in Yamato Shop
CODICE ISBN: 988889973233


Il seguente mook su "I Cavalieri dello Zodiaco" è stato messo in vendita ai primi di novembre, ma l'ho scoperto solo sabato andando allo "Yamato Shop". Ovviamente, causa acquisti compulsivi di materiale editoriale inerente gli anime, non potevo esimermi dal comprarlo, pur non essendo un fan della serie non avendola mai vista, non per nulla io li ho soprannominati i "cavalieri dello zozzodiaco"   ^_^
L'anno scorso, sempre sotto Natale, la "Yamato Edizioni" pubblicò il mook "Le Rose di Versailles, anatomia dell'anime", nel 2023 pubblicarono "Album de l'art de l'animation Lady Oscar - La Rose de Versailles" e per il 2025 viene annunciato nella penultima pagina di questo volume (scan a fine post) un mook su "Ken il Guerriero".
Spero che venga pubblicato qualcosa su Goldrake, vista la nuova serie che vedremo a gennaio 2025 :]
Tralasciando articoli su riviste o singoli contributi in saggistica, questa è la quarta pubblicazione completamente dedicata agli eroi del cosmo zodiacale:



C'è da dire che il terzo link, il dossier "Sprea", è la mera ripubblicazione (non citata...) con qualche contenuto in più del volume della Iacobelli al primo link... quindi, tecnicamente, sarebbe la terza pubblicazione, a dimostrazione che c'è una larga fascia di fan più giovani di me che è molto affezionato alla serie.
La pubblicazione, essendo una derivazione nipponica aggiornata alla trasmissione italiana, è di ottima fattura grafica, essendo a secco di nozioni sulla serie non mi esprimo sui contenuti, ma mi fiderei degli autori giapponesi. L'unico appunto che mi sento di muovere è sul carattere di scrittura, un po' troppo minuscolo per i miei occhi, ma essendo una riproposizione editoriale nipponica, non è che la "Yamato Edizioni" potesse ingrandire lo scritto solo per me   ^_^
Un bel volume, magari, come per il mook di "Lady Oscar", una copertina rigida ne avrebbe aumentato il valore collezionistico, visto che in copertina è riportato "numero monografico da collezione".


Dalle due pagine del sommario ogni fan potrò valutarne il contenuto.

mercoledì 11 dicembre 2024

"Godzilla King of the Monsters" - "Marvel Comic Group from Toho Production famed movie series" n° 4, 5 e 6 (novembre-dicembre 1977 - gennaio 1978)


Mi ero perso Godzilla... non il kaiju, ma il fumetto Marvel mai giunto in Italia... talvolta mi capita che mi dimentico qualche filone di post, rimedio con i successivi numeri 4, 5 e 6 dopo l'1, il 2 e il 3:

Causa il mio scarso inglese, non è che possa comprendere per intero la trama, comprese le varie sfaccettature dei dialoghi, ma penso che le immagini a grandi linee possano rendere accettabilmente l'evolversi della storia.
La caratteristica più avvincente di questo fumetto è che il nostro Godzilla si scontrerà contro gran parte dei supereroi Marvel, nel numero 3 ha dovuto affrontare "I Campioni", che ha visto solo Ercole opporsi alla strapotenza del lucertolone radioattivo.
Parrebbe che siano i personaggi dello "SHIELD" a fungere da legame tra tutte le storie, a cui si sommano varie comparsate dei big Marvel.
Peccato che in questi ulteriori tre numeri non ci siano supereroi... non deve essere stato facile inserire Godzilla nelle storie della Marvel.


Come già mostrato, seppur solo in parte, nei precedenti tre numeri, la Marvel, a differenza della "Editoriale Corno", riempiva parecchio i suoi fumetti di pubblicità. Non le mostro tutte, ma alcune meritano, come quelle delle merendine   ^_^
Una mostra l'Uomo Ragno vendere delle tortine, l'altra il mitico Thor delle merendine di frutta.
Un pelino blasfemi...    ^_^


E poi ti ritrovi le "Scimmie di Mare" con le cui pubblicità ci sei cresciuto, ma finalmente da adulto ne hai avuta un mega confezione deluxe!


Ma è meglio passare al numero 4 "Godzilla versus Batragon!" :]

domenica 8 dicembre 2024

Manga Academica vol. 17, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese




TITOLO: Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 106
COSTO: 16,50 
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133729


E' questo l'ultimo numero di "Manga Academica" da minorenne, il 17esimo, dall'anno prossimo potrà votare e fare la patente  ^_^
Non è superfluo ribadire l'apprezzamento per una costanza lunga ben 17 anni pieni di analisi serie su anime e manga.
Tra l'altro la collana, nella sua interezza, fa pure una bella figura sulla mia libreria  :]
Fatto un complimento, annoto una diminuzione di pagine negli ultimi anni (scorrere i numeri), questo numero consta di 106 pagine, immagino anche per mantenere inalterato il costo.
In questo 17esimo volume sono presenti quattro contributi, la mia recensione ometterà il secondo per non auto-spoilerarmi il finale de "L'attacco dei giganti" e non sarà molto informato sul terzo ed il quarto, in quanto poco conoscitore dei temi e serie trattate   >_<
Quindi quest'anno la mia recensione arriva in ritardo rispetto alla pubblicazione del volume (troppo stanco, tendo ad addormentarmi quando leggo) e abbastanza limitata a causa della mia ignoranza.

Il primo contributo è a firma Marco Pellitteri e a dispetto del titolo un po' ostico è comprensibile (tranne una parte della terminologia obbligatoriamente accademica) ed interessante, in quanto tratta una tematica che sovente torna in auge (semplifico): la giapponesità degli anime.

Lo scritto critica il punto di vista degli studiosi accademici del "nord globale" (Usa ed Europa) che considerano gli anime non specificatamente nipponici, per loro sono "anime" tutte le serie con determinate caratteristiche, anche se pensate/create/prodotte non in Giappone. Secondo questi studiosi gli "anime" avrebbero perso la loro connotazione nipponica in quanto son spesso (fin dagli anni 70) prodotti materialmente all'estero per contenerne i costi.
Mi capita non di rado che in vari contesti (lavorativi e non) delle persone più giovani (anche di molto) mi consiglino "anime" (film o serie) che poi scopro essere made in Usa o in Europa. Quando faccio notar loro che quel film o serie, magari pure belli, non sono "anime", in quanto non pensati/creati/prodotti in Giappone da autori nipponici, la loro reazione è spesso di sorpresa. Lo scritto spiega bene il punto di vista, che per quanto conti è pure il mio, che solo una serie/film ideato in Giappone da autori giapponesi può fregiarsi del titolo di "anime".

giovedì 5 dicembre 2024

Catalogo giocattoli Upim - Natale 1979



Siamo ormai nel mese del Natale, e soprattutto delle vacanze/ferie di Natale, quindi un bel catalogo natalizio penso sia appropriato, dell'Upim ho già postato tre cataloghi:



Mostrare più annate consecutive (o quasi) di cataloghi di un medesimo marchio o catena di vendita permette di apprezzare le modifiche dei gusti dei bambini e bambine del periodo. Per esempio ho postato ben 13 cataloghi della Mattel e tre annate consecutive della "Standa":



In totale i post sui cataloghi di giocattoli sono 65 (con questo), alcuni li ho divisi in più post per la loro corposità, ognuno potrà ritrovare i propri articoli preferiti.
In generale, rispetto ad oggi, i giocattoli restavano sul mercato per un tempo medio lungo, magari subivano un restyling, ma duravano molti anni. Infatti capita che bambini di età differenti abbiano ricordi dei medesimi articoli ludici. Ho notato che i giocattoli per le femminucce erano ancora più durevoli, forse poco fantasiosi, direi conservatori. Quelli per i maschietti, invece, erano più variegati e potevano subire delle repentine modifiche dei gusti, basta pensare all'avvento dei giocattoli ispirati agli anime e ai videogiochi. C'è da dire che il merchandising dei cartoni animati giapponesi era dedicato sia ai maschi che alle femmine.



L'Upim e la Standa erano i luoghi, oltre ai negozi di giocattoli, dove si compravano i giochi, ed ovviamente il Natale era il periodo più ghiotto di offerte e con più scelta.
Questo catalogo è parecchio corposo, seppur dal formato non grandissimo, il sommario ne chiarisce la moltitudine di articoli presentati.
La presenza dei prezzi è un aspetto che oggi risulta vieppiù interessante, anche solo per capire quando pesammo sulle finanze delle nostre famiglie e magari per evitare di fare gli spilorci quando dovremo scegliere un regalo per i bambini   ^_^



In più cataloghi di quegli anni, basta consultarli ai link sopra, si poteva vedere il buon vecchio Raydeen venire spacciato per Goldrake, tanto noi eravamo bambini scemi e mica capivamo la differenza... come si può vedere qui sopra   :]
Il problema fu che le richieste dei giocattoli di Goldrake/robottoni superò abbondantemente la disponibilità, quindi i distributori si affidarono un po' alla qualunque.
Lo si può leggere nei post della rivista "VG Vendogicattoli" dei numeri appena successivi al Natale 1978:




E' vero che questo catalogo Upim è del dicembre 1979, ma comunque le dinamiche restarono simili in tutti quei mesi.

domenica 1 dicembre 2024

Atlantic, tutta la storia del west


TITOLO: Atlantic, tutta la storia del west
AUTORE: Mario Rizzone
CASA EDITRICE: Udom Edizioni
PAGINE: 161
COSTO: 32 € 
ANNO: 2024
FORMATO: 30 cm x 21 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791281694095


Secondo libro di Mario Rizzoni sui soldatini "Atlantic":

Prima di lui si erano cimentati a riesumare i soldatini della "Atlantic" altri appassionati:
La prima pubblicazione è stata quella di Mario Menghini "Viaggio nell'Atlantic" ( Volume 1Volume 2Volume 3Volume 4 )  del 2012, che ha un carattere sia totalmente esaustiva dal punto di vista collezionistico che dal punto di vista saggistico;
Nel 2015 è uscito Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70, che ha un taglio prettamente saggistico.

Questo volume sui soldatini del west è impostato come quello sui soldatini d'Italia, quindi non un'analisi saggistica, ma un voluminoso catalogo solo sugli articoli della "Storia del West", come scrive lo stesso autore nell'introduzione qui sotto.
Il volume è stato pubblicato ad agosto, come per tutte le piccole case editrici ho faticato un po' a recuperarlo. 
L'unica annotazione è che a fronte di meno pagine rispetto al precedente volume, 161 invece di 210, il prezzo è salito da 30 a 32 euro. Forse è dovuto al cambio di casa editrice?



Nulla da aggiungere a quello che scrive l'autore, anzi, l'appassionato   ^_^





Come già scritto in qualcuna o tutte le recensioni sull'Atlantic, io prediligevo i personaggi abili alla guerra, le figures non passive, quindi niente bisonti, pelli, rancio, caminetti, squaw, totem etc. etc. etc.
Tanto che questi personaggi non fruibili alla guerra li emarginavo dal campo di battaglia oppure li modificavo per renderli abili al combattimento.
Per esempio tagliavo le frecce ai nordisiti infilzati   ^_^
Rifuggivo come la peste le confezioni totalmente non guerresche, come quella recensita qui sotto:

A titolo di esempio qui sotto inserisco le pagine della confezione "Geronimo - Apache".