Penso che tutti ci si ricordi della pubblicità natalizia 1982 della Ceppi Ratti che mischiava il sacro del Presepe e della Natività con il profanissimo dei robottoni giapponesi.
La cosa non sfuggì neppure ad alcuni genitori dei piccoli lettori della rivista edita dalle religiosissime "Edizioni San Paolo" di Milano:
"Anche gli eroi dello spazio, amici dei bambini, rendono omaggio al Natale.
Metterli nel Presepe - uno, due o tanti - è un modo nuovo e tenero di partecipare con la fantasia all'avvenimento più dolce dell'anno.
Per ogni gioco spaziale Ceppi Ratti acquistato c'è un gioco spaziale Ceppi Ratti regalato!!!
Attenzione, solo nei negozi che espongono la cometa Ceppi Ratti!!!"
Forse per quegli adulti l'aggravante dello scandalo furono le didascalie ad ogni singolo robottone giocattolo:
1° Trider G7 l'angelo robot dalle avvampanti ali;
2° Tansor 5 taxi degli angeli;
3° Gattiger carovana spaziale;
4° Calendar Man il centauro cammello;
5° Gli Starzinger i tre re magi;
6° X Bomber l'adorato sovrano della costellazione di Orione;
7° Gotriniton il mercante di stelle piccole e grandi;
8° God Sigma il pastore che viene dal cielo;
9° Zanbot 3 la luna cometa;
10° Gordian il messaggero dello spazio
10° Gordian il messaggero dello spazio
Sinceramente per parte mia non è ci vedessi ai tempi nulla di male, visto che mi capitava di usare il Presepe, una volta rimossi i personaggi sacri, come diorama per battaglie con i soldatini Atlantic di formato grande... quindi da bambino/ragazzino quella pubblicità non mi creò alcun problema. Può essere che un adulto credente ed osservante, invece, ci potesse vedere un po' di blasfemia, tanto che nella pagina della posta del numero 2 del 9 gennaio 1983 vennero pubblicate tre lettere di protesta, a cui la redazione rispose con solerzia e ragionevolezza. Magari anche un po' di coda di paglia, perché essere accusati di trasformare il Presepe in puro consumismo, per una testata editata dai preti, non era proprio il massimo. Bisogna riconoscere, però, che pubblicarono le lettere di lamentela, avrebbero tranquillamente potuto cassare le missive e fingere che nessuno avesse avuto qualcosa da obiettare. Non esistevano i social, nessuno avrebbe saputo né della protesta né della censura.
La pubblicità della Ceppi Ratti che mostro in apertura di post è proprio quella del numero 45 citata nella seconda lettera (la copertina del numero è presente poco più sotto) qui sopra.
Alla fine comprarsi intere annate di una testata qualche volta torna utile per poter andare alla fonte della notizia, ma non solo, ti permette di scoprire un'altra fonte di possibile scandalo religioso sul medesimo tema: Presepe e robottoni ^_^
La prima lettera di protesta è mossa da una maestra d'asilo, che per sua stessa ammissione usava una rivista assolutamente fuori target come materiale educativo per i più piccini. Le sue contestazioni possono anche essere condivisibili, resta che forse lei, come gli altri genitori che protestavano, pare che non si rendessero conto per per noi bambini, o almeno lo era per me, fare il Presepe era un gioco, quindi aggiungerci altri giochi non era blasfemia.
La seconda lettera parrebbe scritta a due mani da padre e figlio, mi resta il dubbio che l'iniziativa fu solo paterna, ed il figlio si dovette accodare alla richiesta del padre.
La terza lettera è di nuovo solo di adulti.
In pratica erano i grandi che, anche ragionevolmente, temevano che pure il Presepe si fosse piegato al consumismo, obbligandoli a comprare i non economici robottoni giocattolo nipponici.
E forse il Presepe si piegò veramente al consumismo, a beneficio della Ceppi Ratti.
Nella prima parte della risposta la redazione rispiega quale fosse il significato del Natale, la parte inerente la protesta è presente nello scritto qui sotto.