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giovedì 26 dicembre 2024

"Situazione del film per ragazzi", di Carlos Maria Stachlin - "La Biennale di Venezia, rivista dell'Ente Autonomo "La Biennale di Venezia" n° 35 aprile/giugno 1959


Quello che ho riesumato è, per ora e a mia conoscenza, lo scritto più vecchio in cui venga citato lo sbarco in Italia dell'animazione giapponese, in questo caso il lungometraggio "Il bambino e il serpente bianco", cioè "La leggenda del serpente bianco", come venne titolato ufficialmente alla sua uscita nelle sale cinematografiche.
Questo articolo dell'aprile/giugno 1959 anticipa di qualche mese anche il saggio sull'animazione  "Storia del cartone animato" di Enrico Gianeri, pubblicato nel 1960, in cui vennero citati alcuni film animati nipponici.
L'articolo di Carlos Maria Stachlin (su cui non ho trovato info online), pubblicato sulla testata "La Biennale di Venezia", si limita a poche righe di commento sul lungometraggio nipponico, dato che lo scritto verte in generale sui film (ovviamente cinematografici) per ragazzi, ma considerando che è la prima testimonianza inerente l'animazione giapponese in Italia, mi è parso il caso di considerarlo meritoria di essere salvato dall'oblio editoriale.
Infatti a pagina 40 si può leggere:
"Neppure disegni animati come "Presto pioverà" (URSS) di Polkonikov, o il giapponese "Il bambino e il serpente bianco" di Taiji Yabushita, pur essendo moto bene realizzati, sanno apportare qualcosa di nuovo a questa tecnica particolare, né presentano un progresso nella espressione estetica."

Inoltre a pagina 39 è inserita (forse) la prima immagine di un film animato nipponico, sempre quella de "Il bambino e il serpente bianco".
La questione dei film per ragazzi verrà esaminata nel settembre/ottobre 1961:

L'autore, pur dando un giudizio positivo sul film d'animazione giapponese, non lo considera innovativo, come non considera innovative altre pellicole.
L'articolo l'ho trovato molto interessante (da leggersi assieme a quello linkato qui sopra), dato che ci informa su alcune problematiche dei film per ragazzi che ai tempi ne impedivano la programmazione al cinema.
In pratica, sia i lungometraggi che i corti, non erano considerati redditizi dai distributori, quindi erano pochi quelli che finivano nelle sale cinematografiche, spesso terminavano la loro vita nei festival del cinema. Inoltre ricevere un premio come "pellicola per ragazzi" praticamente ne precludeva la possibilità di essere proiettati al cinema, proprio per la causa di cui sopra. La stessa idea di fare un film per ragazzi impediva di racimolare i foni per realizzarlo, perché il sistema non li considerava redditizi.
Carlos Maria Stachlin ci informa anche di un'inchiesta che rivelava quanto i pregiudizi su cosa i bambini/ragazzi potessero apprezzare/capire al cinema fosse errata. In questo siamo migliorati molto, tanto che oggi i film per adulti sono molto bambineschi, il rapporto si è fin invertito   ^_^
Non credo sia errato affermare che l'inchiesta (effettuata tramite questionari) dal "Centro culturale San Fedele" anticipò quello che avvenne con l'arrivo in pianta stabile dell'animazione seriale giapponese dal 1978:
"... i bambini non vogliono che il film li rinchiuda nel loro universo infantile, vogliono una evasione, preferiscono che il film li porti fuori dal mondo dei bambini e li introduca in quello degli adulti, in cui essi si vedano accolti da quelli".

Una delle caratteristiche dei film prima e poi dalle serie nipponiche che arrivarono in Italia è proprio che i bambini/ragazzi animati vivevano un'avventura a pari dignità con gli adulti animati, spesso con un ruolo più importante.
Un vero peccato che i giornalisti ed esperti che commentarono i cartoni animati giapponesi dal 1978, non lessero mai l'articolo di Carlos Maria Stachlin...

Lo scritto mi ha permesso di scoprire alcune pellicole citate, ovviamente solo quelle presenti (o che son riuscito a trovare) su varie piattaforme, una bellissima:


          

Tralasciando per un momento la povera sorte del pesciolino rosso, che nella realtà avrà forse avuto varie controfigure finite male... e del povero canarino mezzo morto di paura per le attenzioni del gattino nero, visto che si parla del 1959 in cui certe accortezze verso gli animali erano ancora di là da venire, il cortometraggio l'ho trovato molto bello.
Una della particolarità del corto è che il protagonista è un bambino orientale, direi cinese (dall'abito della madre), che vive in Francia.

Ho trovato solo altre due pellicole citate nello scritto, peccato...


         





Di seguito la prosecuzione dell'articolo con a pagina 39 l'immagine del film e a pagina 40 il breve commento sul film animato giapponese.

 

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