Come penso sia stra risaputo Goldrake non ebbe un successo devastante solo in Italia, ma anche presso i cugini d'oltralpe, tanto da guadagnarsi nel gennaio 1979 la prima pagina sulla rivista Paris Match. Il giornalista Guy Laforce fa la cronaca di una progressiva e travolgente cavalcata verso la fama imperitura, che infatti dura a tutt'oggi, tanto che ai tempi Goldorak riuscì fin ad azzerare l'ascolto del canale televisivo rivale nel medesimo orario di trasmissione. Dischi, giocattoli, libri, qualsiasi cosa con sopra la sacra effige di Goldorak/Goldrake/Grendizer andava letteralmente a ruba. Non per nulla alle fiere del giocattolo usato mi capita sovente di sentire parlare francese, qualche mio coetaneo arrivato da oltre confine nella speranza di accaparrarsi a basso prezzo qualche giocattolo del suo beniamino. Fino a qui nulla di nuovo rispetto a ciò che noi stessi vedemmo dal 4 aprile 1978, come identiche furono le polemiche sui contenuti diseducativi di Goldorak, ma il giornalista francese, a dispetto di alcuni suoi colleghi connazionali ed italiani, non spara a palle incatenate contro Actarus e soci, ne apprezza i contenuti e riporta il suo successo.
Non saprei valutare di preciso quale impatto ebbe Goldorak sulla stampa francese, ma penso che leggendo ciò che scrive Guy Laforce si intuisce che non mancarono neppure lì, io ho trovato questo articolo sull'artbook "Exhibition Go Nagai ", e tanto per cambiare un po' minestra ho pensato di postarlo, volendo lo si può trovare (ma questo l'ho scoperto dopo facendo ricerce sul titolo) anche a questo indirizzo:
PARTE UNO - PARTE DUE
Sito web da cui ho preso in prestito la copertina di Parsi Match, visto che quella in mio possesso era tristemente in bianco e nero...
Debbo tranquilizzare gli eventuali lettori che la traduzione dell'articolo non è opera mia, non sarei stato in grado di farla, ma di una persona ben qualificata (che ringrazio nella bacheca dei "Special thanks go to").
Inserirò tutta la traduzione, per farla seguire dalle scan dell'articolo originale in mio posesso (che comunque si può leggere più agevolmente ai link sopra).
GOLDORAK
UN ROBOT NATO IN GIAPPONE
DIVENTATO IL MESSIA DEI BAMBINI FRANCESI
UN ROBOT NATO IN GIAPPONE
DIVENTATO IL MESSIA DEI BAMBINI FRANCESI
Che
ci piaccia ammetterlo o meno, poco importa, qualunque sia la nostra
età, niente è più bello che perdersi nei meandri della nostra
infanzia.
Le
guerre, le crisi economiche planetarie, gli sconvolgimenti
individuali dell’anima, la morte e la nascita dei nostri cari,
tutto quello che si può definire come “la propria vita”, tutti
gli eventi che si presume ci colpiscano, non sempre riescono, a
dispetto dell’età che avanza, a ributtarci “dall’altro lato
della collina”, verso la maturità, verso la vecchiaia, verso il
definitivo. E poi un giorno, senza un motivo apparente,
improvvisamente vi ritrovate aggrappati alla vostra illusione di
giovinezza e quindi, in un certo senso, “assassinati”. Cari
adulti, cari fratelli, il nostro assassino si chiama Goldorak…
Prima
dell’arrivo di questo “formidabile robot dei tempi moderni”,
gli eroi dei nostri bambini erano gli stessi che ci avevano incantato
un tempo: Batman, Zorro, Mandrake, Tarzan… Nelle loro emozioni
davanti a questi uomini in carne e ossa, ritrovavamo le nostre
emozioni. Questi fiumi avventurosi sfociavano in paesaggi conosciuti,
in vaste pianure serene. La vita era là, tranquilla e beata.
Stalin,
Churchill, De Gaulle e Mao potevano anche andarsene, nulla avrebbe
reciso il cordone ombelicale, quel filo teso tra le generazioni.
E
poi brutalmente, il 3 luglio scorso, su Antenne 2, durante il periodo
televisivo più vuoto dell’anno, sfavillante di colori e pieno di
nobiltà, sbucò un robot gigante di nome Goldorak.
Dopo il primo mese tutti i bambini e gli adolescenti della Francia
riconobbero in lui il loro nuovo Messia Protettore. Dopo il secondo
mese tutti gli eroi che cullarono le quattro generazioni precedenti
si ridussero in polvere. Dopo il terzo mese l’indice d’ascolto
del canale rivale, alla stessa ora, scese allo 0%. Dopo il quarto
mese i genitori ebbero l’impressione di essere radiati dal campo
sentimentale della loro prole. Dopo il quinto mese (facendo buon viso
a cattivo gioco) si precipitarono a comprare la riedizione di
Goldorak… A tal punto che,
a 25 giorni da Natale, i negozi esaurirono le scorte. Ci si iscriveva
nelle liste d’attesa e se si avevano degli agganci, si poteva
trovarla nel mercato nero. Inaudito! La Signora Coquelin, incaricata
alla vendita dei diritti commerciali di Antenne 2, non ha mai visto
una cosa simile in quindici anni: dall’inizio del mese di dicembre,
400.000 dischi, 150.000 poster, milioni di adesivi, un giornale dalla
tiratura di 300.000 copie, le caramelle, le liquirizie, le sdraio, le
maschere, i vasetti di senape, i puzzle, i vestiti… qualsiasi
oggetto marchiato Goldrake andava bene. Per quanto riguarda il
giocattolo rappresentante il “Dio”… un delirio. La Mattel,
l’azienda che lo produceva, è scoppiata… In alcuni grandi
magazzini si assunsero dei centralinisti destinati soltanto a
rispondere: “Per Goldrake bisogna aspettare”. Stesso successo in
Spagna, in Italia, in Belgio e in Canada dove una squadra di calcio
professionista scelse Goldrake come nome.
Nelle
riunioni R.p.r. (Raggruppamento per la repubblica) si urla Gold-orak
- Chi-rac!… Un delirio, vi dico, un uragano, un tifone. Un tifone,
un nuovo Dio che è nato nel 1976 in Giappone presso la
Toei-Animation e che diede lavoro a 600 persone per dar vita,
dapprima senza grande successo, a ciò che battezzarono “Ufo
Robot”.
All’inizio,
i seri (e cartesiani) compratori non sono entusiasti dai tratti
semplicisti né del fatto che questo cartone animato sia realizzato
in economia: da 6 a 7 immagini al secondo, mentre la Walt Disney
scorre 20 immagini al secondo.
Tuttavia,
nel febbraio scorso, così, a naso, il sig. Jacques Canestrier,
distributore di film, acquisisce i diritti per i paesi francofoni e
inventa (compromesso tra Mandrake e Goldfinger, unico occhiolino al
passato) il nome di Goldorak. Antenne 2 compra la serie senza
crederci troppo visto il modico prezzo, 10.000 franchi al minuto,
contro i 40.000 per un cartone animato francese… Il seguito, lo
conoscete…
Ma
forse - ed è un vostro diritto - voi non siete dei genitori o dei
nonni della numerosa tribù dei “giovani telespettatori” che,
ogni lunedì e giovedì, escono da scuola “come dei missili” per
essere, alle 17.55, pronti a tremare, ad ammirare, pietrificati, con
gli occhi spalancati, il grande Goldorak? Allora, in due parole: i
gentili Terrestri vengono (selvaggiamente) aggrediti da
extraterrestri che sono (estremamente) brutti, codardi e traditori.
Ed ecco che davanti a tali mostri, arriva un’immensa, generosa e
cornuta ferraglia di nome Goldorak che, sfiorando cento volte la
“distruzione”, vince contro gli infami. “Molto semplice!”
dite voi facendo una smorfia. Eh no! Leggete bene, ho scritto la
“distruzione” e non la “morte”. Sta tutto lì. Voi adulti non
ci capite nulla. Actarus, sottile extraterrestre dalle sembianze
umane, si introduce nel suo disco volante da cui lancia fuori e
manipola Goldorak-il-Buono che assimila un vocabolario
interplanetario: alabarda spaziale, tuono spaziale, raggio
disintegratore… E la luce avvampa il cielo.
“Violenza!”
Violenza,
dite voi? Invece no, nonostante tanto rumore e tanto furore, a
differenza di qualsiasi western e di qualsiasi poliziesco, in
Goldrake mai e poi mai si vede una goccia di sangue.
Sì,
gli eroi-robot sono carichi di tutte le vecchie passioni come
l’umanità, ma dei loro scontri non rimane altro che ferraglia
annerita e storta. Niente sangue. Loro sono i vettori delle nostre
vecchie passioni e non dei martiri. Peace and Love! Ascoltate questa
lezione, cari genitori… Ascoltatela bene, è arrivata l’ora dei
tempi futuri. Prima dicevo che Goldorak era nato in Giappone. In
realtà, è nato al confine con un’altra vita. Un’altra vita che
i nostri figli intuiscono e alla quale né voi, né io avremo
accesso. Troppo tardi, compagni, troppo tardi…
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Le quattro pagine intere presenti nell'artbook "Exhibition Go Nagai".
Le scan ingrandite dello scritto.
Il
sig. Chiaki Imada, proprietario della Toei Films: per meglio
esportare il cartone, inventa dei personaggi dai tratti europei.
La
formidabile trasformazione di Actarus, dalla forma umana a una specie
di Superman.
Niente
sangue, solo ferraglia annerita.
In Francia avevano pure il costume di Venusia?!
Accanto
al cartone animato, un gran numero di giocattoli e di gadget con il
nome di Goldorak.
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