TITOLO: C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana
AUTORE: Massimo Nicora
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 660
COSTO: 24,5 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': reperibilità sul sito della casa editrice
CODICE ISBN: 9788896133316
Apro questa recensione esprimendo l'auspicio che questo saggio su
“Atlas Ufo Robot” possa venir letto anche dalle generazione di
appassionati di animazione, giapponese e non, che non hanno vissuto
quel 4 aprile 1978.
Quando c'erano i forum (oppure oggi sulle poche piattaforme on line
dove ancora ci si confronta tra fan di età differenti, tipo Anime
Click) capitava di leggere commenti di “giovincelli” che
conoscevano solo i loro anime, di solito rigorosamente subbati.
Giovani otaku (nel senso positivo del termine) che ignoravamo
bellamente, quasi facendosene un vanto, come, quando e perché gli
anime sbarcarono in Italia, senza dimenticare il chi li importò.
Nel saggio di Massimo Nicora si potrà leggere sia il come, il
quando, il perché ed il chi, ma, sopratutto, il prima ed il dopo.
Per il “prima” intendo che questi fan, arrivati poco o molto dopo
il 4 aprile 1978, potranno capire quale fosse la disponibilità di
programmi per bambini/e e ragazzi/e. Mentre per il “dopo” intendo
che potranno comprendere cosa scatenò a livello mediatico, diremmo
oggi, l'atterraggio di Goldrake nelle case degli italiani.
Ovviamente il saggio è indirizzato anche a chi quell'epopea l'ha
vissuta in diretta sui canali Rai e delle televisioni locali, visto
che sono riportate una mole di informazioni uniche. Tipo la famosa
questione della parola “Atlas” presente nel solo titolo italico,
oppure di come sarebbe potuto capitare di ritrovarci Actarus
arruolato nelle truppe berlusconiane... meglio Vega!
Uno degli aspetti più importanti del saggio è il panorama globale
che viene presentato e rappresentato. Una delle battute più belle
del mitico Totò era che “è la somma che fa il totale!”, ed in
questo saggio c'è veramente la summa di Goldrake.
Non mancano numerose interviste ai protagonisti di questa favola da
“c'era una volta...”, in parte raggiunti direttamente dall'autore
allo scopo scoprire quanti più dettagli possibile sul chi, come,
quando e perché arrivò Goldrake.
Senza contare che, dal mio punto di vista di ricercatore di articoli
giornalistici sui cartoni animati giapponesi, il settimo capitolo è
stato una vera goduria per gli occhi.
Vorrei rassicurare il potenziale lettore di non farsi spaventare
dalla mole del libro, che può effettivamente essere considerato un
“bel tomo”, in quanto la lettura scorre via tranquillamente, è
pieno di note esplicative (facilmente consultabili a fondo pagina.
Grazie!) e non sono presenti citazioni lasciate in oscuri idiomi non
italici. Per comprendere immediatamente l'esaustività dello scritto
rimando alle scan dell'indice alla fine della recensione.
Ok, sono 660 pagina, ma solo 7 capitoli ^_^ che andrò ora ad illustrare
brevemente.
Il primo capitolo introduce l'humus fantascientifico cinematografico
che permise al pubblico ed agli autori nipponici di sviluppare la
passione verso gli Ufo. Sono riportate le sinossi di alcuni film di
fantascienza statunitensi e giapponesi: “Ultimatum alla Terra”;
“La Terra contro i dischi spaziali”; I misteriani”; “Inferno
nella stratosfera”.
L'ultimo paragrafo illustra anche i telefilm che in Giappone diedero
impulso alle storie sugli ufo, come “Ufo Shado” e “Spazio
1999”, che sortirono il medesimo effetto pure da noi.
Con il secondo capitolo si introducono le due serie antecedenti
Goldrake, Mazinga Z ed il Grande Mazinga. Oltre alla sinossi delle
puntate più importanti delle due serie, non mancano numerosi
aneddoti e curiosità, accompagnati dall'analisi dei contenuti
presenti nelle due trame e sul ruolo dei personaggi, sia buoni che
cattivi.
Espletato con il primo ed il secondo capitolo il panorama di film,
telefilm e serie animate fantascientifiche/robotiche, con il terzo
capitolo si inizia ad entrare nel mondo italiano e giapponese di
Goldrake. Partendo dalla sinossi de “La grande battaglia dei dischi
volanti”, il mediometraggio che poi venne modificato per diventare
Goldrake. Segue la sinossi della serie, con l'analisi degli episodi
più significativi, oltre ad una valutazione dei personaggi più
importanti.
Fatto più unico che raro è presente un paragrafo sulle musiche
originali giapponesi (opening, ending, BGM), brani che da bambini
ascoltavamo i sottofondo e che alcuni di noi da adulti sono andati
avidamente a ricercare, rimanendo sbalorditi dal fatto che,
nonostante fossero decenni che non le ascoltavamo più, le
ricordavamo tutte perfettamente! Misteri del cervello umano...
C'è spazio anche per l'analisi dei due manga su Grendizer,
comprensiva di sinossi molto dettagliata (per chi come me non li ha
mai letti), e descrizione delle differenze con la serie animata.
Il terzo capitolo si conclude con i cloni sud coreani di Mazinga Z
(Taekwon V) e Goldrake (Mazinger X), a cui è dedicato un
approfondito paragrafo, comprensivo delle sinossi e delle differenze
con gli originali nipponici. Inoltre viene ben spiegato per quale
motivo i sudcoreani si imbarcarono in queste produzioni che
scimmiottavano i robottoni giapponesi.
Con il quarto capitolo massimo Nicora inizia a raccontare come
successe che Grendizer approdò (prima) in Francia, illustrando il
ruolo e la storia di chi lo importò materialmente. E' questa una
parte importante del saggio, in quanto esistono ricostruzioni
differenti su quei fatti, l'autore ce le presenta tutte, esprimendo
il suo punto di vista su quella che potrebbe essere la più
veritiera/logica, anche supportato dalle interviste ai protagonisti
di quegli eventi.
Tutta la storia comincia grazie a Bruno-René Huchez, che per una
multinazionale giapponese (la Marubeni) ha il compito di trovare
prodotti francesi da esportare in Giappone, e viceversa. Nel 1975
Bruno-René Huchez si trova a Tokyo, e mentre riposa in albergo vede
un anime robotico, intuisce che un cartone animato del genere avrebbe
spopolato in Francia e riesce ad ottenere un incontro coi vertici
della Toei. Bruno-René Huchez chiede loro di diventare l'importatore
ufficiale degli anime Toei in Europa, da questo momento prende il via
la valanga che per alcuni di noi dura tutt'ora.
La Toei apre un dipartimento internazionale proprio in virtù di
questa trattativa con Bruno-René Huchez, a dimostrazione, a mio
avviso, che le storie sui giapponesi che producevano gli anime per
esportarli era una falsità. L'esportazione, inizialmente, non era
un'opzione considerata, lo fu in seguito, ma comunque di carattere
secondario rispetto al mercato interno (sempre mia opinione).
Dopo questa fase entra in campo l'altro protagonista francese di
questa storia, Jacques Canestrier. Nonostante numerose problematiche,
tutte ben riportate, Grendizer/Goldorak ebbe il benestare di essere
trasmesso su “Antenne 2” nel luglio 1978. L'adattamento
d'oltralpe fu parecchio devastante per la storia originale, ma il
successo francese fu comunque senza precedenti. Come in Italia
iniziarono a piovere soldi dai licenziatari del merchandising, con
successive questioni legali tra Bruno-René Huchez e Jacques
Canestrier, e con il successo economico arrivarono anche le polemiche
giornalistiche sulla violenza di Goldorak.
Terminato il vero e proprio “romanzo” dell'avvento di Goldorak in
Francia, Nicora analizza l'impatto che il robottone ebbe, partendo
dal libro "A 5 anni solo con Goldorak".
Per chi non ha vissuto/visto i programmi per bambini/ragazzi
disponibili in televisione prima di Goldrake è difficile comprendere
per questa serie animata cambiò tutto. L'autore vi pone rimedio nel
quinto capitolo, che illustra cosa offriva la Rai prima del 4 aprile
1978.
Ho così scoperto, o riscoperto, che alcuni degli autori di questi
primi programmi per bambini/ragazzi saranno gli artefici dell'arrivo
di Goldrake, come Nicoletta Artom e Sergio Trinchero. Ovviamente non
può mancare la storia del mio primo programma a cartoni animati
preferito, cioè "Supergulp!". Ho notato, probabilmente
perché non era fruibile da tutta la popolazione italiana, che non è
citato “Scacciapensieri” della Svizzera italiana, che era un
contenitore di cartoni animati statunitensi ed europei.
Si arriva quindi, dopo una esauriente introduzione durata cinque
capitoli, alla trasmissione contenitore delle Rete Due “Buonasera
con...”, al cui interno potemmo vedere, dal 4 aprile 1978,”Atlas
Ufo Robot”. Solo grazie ai cinque precedenti capitoli che si può
apprezzare questo sesto, che contiene numerose testimonianze dei
protagonisti di quello sbarco animato giapponese sulla televisione di
Stato.
Il protagonista di “Buonasera con...” sarebbe dovuto essere il
cartone animato di Superman, e, invece, tutti noi ci sintonizzavamo
per l'altro sconosciuto cartone animati giapponese!
Sono descritti i passaggi che portarono la Rai a notare (grazie a
Nicoletta Artom) e poi acquisire la serie di “Atlas Ufo Robot”,
con relative testimonianze di quasi tutti i diretti interessati,
compresi i semplici dirigenti che si occuparono di stilare il mero
contratto cartaceo con la Toei.
In questa parte del capitolo sono illustrati numerosi aspetti
inerenti la serie:
come capitò che Goldrake non finì a Berlusconi; come mai la “Mondo
TV/Doro TV” entrò in possesso dei diritti della tracci audio
italiana; quale fu il reale ruolo della “Mondo TV/Doro TV”.
Si passa quindi alle fasi di adattamento e doppiaggio, e al
famigerato “Atlas”, da dove saltò fuori?
E come nacque il nome “Goldrake”?
Nel capitolo sono riportati tutti gli aspetti del successo che la
serie ebbe in Italia: ascolti; giocattoli; pubblicazioni editoriali;
dischi; prodotti da edicola.
Mancherebbero solo le polemiche giornalistiche e politiche, che sono
il fulcro del settimo capitolo.
Non è assolutamente possibile, a mio avviso, inquadrare
correttamente quale fu l'impatto mediatico-culturale di “Atlas Ufo
Robot”, senza citare la reazione della carta stampata e dei
programmi informativi della Rai, al suo travolgente successo.
Su, pro e contro Goldrake, soprattutto contro, furono scritti
veramente fiumi di inchiostro ( Indice Emeroteca ).
Non mancarono anche alcune trasmissioni televisive della Rai, che
potrebbero parere numericamente poche, rispetto agli articoli della
carta stampata, se non si considerasse la diversa struttura della
televisione italiana in quel periodo. Oltre al fatto che la tendenza
a fare trasmissioni basate solo sul clamore, senza approfondimenti
veri, erano rare, specialmente se paragonate a quelle di oggi. Ai
tempi i giornalisti Rai si occupavano di argomenti seri, abbondavano
le trasmissioni educative, il fatto che si dibattesse su Goldrake in
televisione già dimostrava il livello dell'interesse della nazione.
Tra l'altro in un periodo storico in cui, tanto per citare un
argomento a caso, c'erano attentati terroristici quasi ogni giorno.
Massimo Nicora ci mostra, in un semplice ma efficace ordine
cronologico, l'evolversi delle reazione dei giornalisti alla messa in
onda di “Atlas Ufo Robot”. All'inizio la serie viene quasi
ignorata, dagli adulti, ovviamente, poi arrivò l'onorevole Corvisieri, e il clima divenne un tantino ostile...
La fake news degli anime fatti al computer (negli anni 70!!!) nacque,
invece, immediatamente, probabilmente generata da Paolo Cucco (mia
opinione). Dall'articolo su “La Repubblica” del 7/8 gennaio 1979
in poi, Goldrake sarà quasi sempre brutto, sporco, diseducativo,
violento, stupido e cattivo.
Le polemiche diverranno un “grande tifone mediatico” con la
petizione dei "600 genitori di Imola", che avanzava anche
richieste ragionevoli, ma che venne sfruttata per fare solo del
sensazionalismo. In mezzo a tutta questa “orgia di violenza
giornalistica annientatrice”, tanto per citare Corvisieri, ci
furono alcuni giornalisti e uomini di cultura che mantennero un
minimo di raziocinio, e che oggi noi annoveriamo tra i “difensori”
di Goldrake”. Queste persone si limitarono, secondo me, a portare
argomentazioni normali, che semplicemente contestualizzavano meglio
l'impatto di “Atlas Ufo Robot”, e degli altri anime, giunti in
Italia dal 1978 in poi.
Ogni stralcio di articolo riportato da Massimo Nicora comprende una
nota a fondo pagina, contenente la data, l'autore (se presente) e la
testata giornalistica, e nella bibliografia sono presenti ben 20
pagine con articoli su Goldrake. Molti di questi articoli sono
presenti anche in questo blog, quindi, volendo, li si potrà leggere
nella loro forma completa consultando l'indice dell'Emeroteca Anime.
Un esempio di come si presenta il settimo capitolo, quello che gli articoli giornalisti su Goldrake. Da notare le note a fondo pagina, onnipresenti in tutto il libro.
600 pagine sono sempre 600 pagine.
Che bel tuffo nel passato questo libro di Nicora.
RispondiEliminaGrazie Ste per la segnalazione nonché per l'ottima illustrazione.
**EmmeKing**
Stengo a pagina 659 nella bibliografia e' citato anche il tuo blog
RispondiEliminaAlessandro
La dimostrazione che non tutte le fonti sono attendibili :]
EliminaFantastico, me lo compro senz'altro!
RispondiEliminaGrazie mille per l'ottima, come sempre, segnalazione/recensione.
Orlando
Prego, sarà contento Nicora :]
EliminaHo finito il libro , a pag. 594 Nicora ringrazia per ultime - cioè le più importanti ^__^ - due persone , una è Stengo per le email scambiate e la condivisione della ricerca articoli d'epoca
RispondiEliminaStengo nella recensione non l'ha scritto e io ho rimediato
Alessandro
Non ringraiza mica solo me, e poi sono in fondo perché è in ordine alfabetico ^_^
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