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mercoledì 17 luglio 2019

"Non c'è tele senza network", di Stefano Pancera - Altrimedia febbario 1982



Il mensile "Altrimedia" era una rivista molto di nicchia, assieme a "Millecanali" si occupavano del mondo della radio e delle televisioni, in particolare di quelle private e locali, quindi analizzarono anche il passaggio ai network all'italiana.
Nel numero del febbraio 1982 si analizzano i primi agglomerati di tv locali che diedero vita al nuovo "sistema misto" televisivo:
un enorme pachiderma pubblico (la Rai) versus vari nascenti (ed alcuni sarebbero stati "morenti" di lì a poco) gruppi privati.

La fine del 1981 e l'inizio del 1982 segna proprio il periodo dell'agglomerarsi di queste piccole tv locali private, fagocitate un po' alla volta da quelle più grandi, che fecero estinguere la biodiversità dell'etere italico in favore di pochi (ed alla fine uno solo) gruppi privati.
La torta in gioco era quella della pubblicità (oltre 600 miliardi di lire per il 1982), chi fosse riuscito a ritagliarsi la fetta più grossa avrebbe vinto, indipendentemente dal rispetto delle leggi e dalla sostenibilità finanziaria del proprio piano industriale.
Gli attori privati in gioco erano i seguenti:
Canale 5 (Berlusconi);
Italia 1 (Rusconi);
Rete 4 (Mondaodri- Caracciolo-Perrone);
STP-RV (Parmalat- Edizioni Paoline- Niccolini);
CPV Elefante (Marcucci);
PIN (Rizzoli)

Gli ultimi due erano già in fase morente, il quarto ebbe sempre un ruolo minore, ergo i primi tre erano i contendenti della grande battaglia dell'etere privato italico, e come per gli immortali Higlander, ne resterà solo uno  ^_^
Questo genere di articoli sono interessanti in quanto riportano fedelmente lo stato della situazione televisiva del periodo, invece di leggerne su siti sparsi a caso sunti più o meno fedeli.
Molto chiare le tabelle.








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