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venerdì 5 luglio 2019

Mamma, me lo compri? Come orientarsi tra i prodotti per bambini



TITOLO: Mamma, me lo compri? Come orientarsi tra i prodotti per bambini
AUTORE: Anna Casu Bruna Miorelli
CASA EDITRICE: Feltrinelli
PAGINE: 273
COSTO: 6€
ANNO: 1980
FORMATO: 18 cm X 11 cm
REPERIBILITA': mercatini oppure on line
CODICE ISBN:


Come per quotidiani e periodici, dove trovavi articoli sui cartoni animati giapponesi in testate che mai e poi mai avresti pensato se ne sarebbero occupate, e che negli anni a venire mai più la avrebbero fatto, anche per quanto riguarda la saggistica gli anime erano analizzati in titoli in cui non te lo saresti aspettato.
Ne è un buon esempio questo saggio della Feltrinelli (una casa editrice importante) scritto dal due Anna Casu e Bruna Miorelli, in cui il tema portante era lo sfruttamento commerciale del rapporto madre/figlio.
Penso sia inutile spiegarne la dinamica, visto che noi stessi ai tempi la usammo indiscriminatamente, che funzionasse e quante volte funzionasse, non ne inficia il meccanismo.
Il saggio consta di ben 272 pagine, in cui sono trattati non solo i giocattoli, come io immaginavo sfogliando il libro, ma un largo numero di settori in cui l'influenza del figlio/a verso la madre poteva essere sfruttato dalle aziende per piazzare in casa delle famiglie italiane i loro prodotti. Infatti (vedi l'indice) i nove capitoli spaziano dal latte in polvere e gli alimenti, ai farmaci e ai prodotti sanitari, passando per l'abbigliamento, l'arredamento ed, infine, il giocattolo e la pubblicità.
In mezzo a questo esauriente percorso, che ho letto solo a grandi linee e che ho trovato parecchio sensato (visto che la prassi si è poi perfezionata nei decenni...), poteva mancare un capitolo sulla televisione e i cartoni animati?
E di quali cartoni animati si sarà mai trattato? 
Ma di quelli giapponesi!!!  ^_^
Il saggio fu pubblicato nel 1980, quindi in piena tempesta mediatica contro gli anime, è abbastanza ovvio che vi si riportassero i clamori (o clangori...) della stampa.
E poteva mancare per la miliardesima volta la bufale dei cartoni animati giapponesi fatti al computer?
C'è bisogno che dia una risposta?  :]



Il capitolo parte lancia in resta con la petizione dei 600 genitori di Imola, seguono gli stralci di una serie di articoli che ho in parte postato pure io qui sul blog:
"Discutendo con i bambini di Mazinga e di fantasia", di Lella Longoni - "La Repubblica" 26 luglio 1980



Non poteva mancare lo studio Rai/Mesomark sui cartoni animati giapponesi:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine)



Altra citazione di un articolo che ai tempi (ma anche oggi) non era agevole trovare, non so quanti genitori italiani leggessero "Millecanali"  ^_^

 "Mamma, voglio Mazinga!", di Tullio Camiglieri - "Millecanali: mensile di radiotelevisione, audiovisivi e comunicazione" maggio 1980

Il capitolo parla anche degli altri programmi televisivi, non solo di cartoni animati giapponesi, e non tratta solo della programmazione della Rai, ma pure delle tv locali private.
Ma perché gli anime costavano così poco, e grazie al basso costo avevano invaso tutte le televisioni dello stivale?
Perché erano fatti al computer!!!
Ormai quella dell'animazione seriale giapponese (degli anni 60 e 70 che vedevamo noi) era diventata un dogma papale... anzi, il Papa lo si poteva anche contestare, ma sull'uso dell'elaboratore elettronico per disegnare Goldrake e soci non ci potevano essere dubbi o perplessità... il branco di pecore mediatiche erano partite, e quasi tutti vi si accodavano senza fiatare.



L'articolo che cita il mitico Luciano Rispoli lo si può leggere al link sotto:
"Il cretino elettronico", di Silvana Bevione - Panorama 28 aprile 1980






Il saggio a cura di Bertolini e Masa è del 1976, ergo era pre-goldrekkiana:
I bambini e la tv, la prima ricerca sull'esperienza televisiva dai 3 ai 6 anni




Beh...mia cara maestra Rosa, siamo nel 2019 e i poliziotti fanno spesso la stessa cosa ancora oggi... mentre per quanto riguarda gli indiani brutti, sanguinari e cattivi contro i buoni e bravi bianchi, ci sono stati dei notevoli cambiamenti
Oggi i buoni sono sempre i bianchi, ma i cattivi sono gli arabi, gli asiatici e gli africani...

L'indice del libro per far comprendere la moltitudine di temi trattati.






A fine post inserisco il mini elenco della pre-saggistica sugli anime, che oramai sta iniziando ad essere corposa, e fra poco lo sarà ancora di più:
Topolino e poi, cinema d'animazione dal 1888 ai nostri giorni (1978)
Da Cuore a Goldrake, esperienze e problemi intorno al libro per ragazzi (1980)
La Televisione - Come si producono come si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e private (1980)
Capire la TV (1981) 
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L'alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati - Manuale didattico di cinema d'animazione (1982)
La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney all'elettronica (1983)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il bambino televisivo, infanzia e tv tra apprendimento e condizionamento (1993)



2 commenti:

  1. Molto interessante, sopratutto per il fatto che oggi ci lamentiamo dei bambini lasciati in balia degli smartphone e guardiamo con nostalgia un passato che alla fine non esiste (visto che era la tv a fare da Babysitter ai pargoli).

    Comunque è un articolo fatto molto bene, con una ampia disanima del problema. Sopratutto l'analisi della tv come valvola di sfogo l'ho trovata molto azzeccata.

    Comunque la storia dei cartoni giapponesi fatti al computer è la fake news più resiste del mondo :P

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    Risposte
    1. L'impressione è che tutto il libro sarebbe interessante, anche solo per comprendere che le "minacce" di oggi verso l'integrità mentale dei bambini, nascono in quel periodo.
      Quindi, come fai notare tu, i genitori che oggi si lamentano dello sfruttamento commerciale dei bambini, si dimenticano che loro stessi furono sfruttati e se ne compiacevano di esserlo ^_^

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