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domenica 19 maggio 2013

Tokio 20.06.1995


TITOLO: Tokio 20.06.1995
AUTORE: Michele Camurati
CASA EDITRICE: Athena
PAGINE: 103
COSTO: 15 €
ANNO: 2013
FORMATO: 24 cm X 17
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE IBAN: 9788886980876

Questo è il terzo libro che leggo sul rilascio del Sarin nella metropolitana di Tokyo ad opera degli adepti alla setta Aum Shinrikyo. Direi che le tre pubblicazioni si integrano bene. Il primo (Il caso Aum Shinrikyo) è d'inchiesta e analisi, il secondo (Underground) lascia la parola alle vittime, questo terzo si concentra più sugli aspetti tecnico/medici e di gestione di quella emergenza in Giappone, facendolo, comunque, in maniera più che comprensibile.
Il testo è interessante, peccato per il prezzo, alla Hoepli mi è costato 15€, un prezzo esagerato.

Introduzione/Aspetti medici nelle emergenze bioterroristiche
Le prime 32 pagine del libro sono dedicate ad una panoramica sulla situazione in Italia riguardo la gestione di una emergenza chimica/batteriologica.

Capilo 1: La setta
Segue una breve una breve illustrazione dei protagonisti e dei fatti accaduti a Tokyo, ma anche di come si sia potuti arrivare a quel tragico evento criminale.
La setta Aum Shinrikyo era a tutti gli effetti, sia legali che spirituali, una religione, e il suo fondatore e guru, Shoko Asahara, fu per un periodo non breve considerato degno di stima.
La setta commise i seguenti crimini: attacco terroristico, rapimento, somministrazione di droghe, omicidio, produzione di armi per la distruzione di massa, cospirazione.
Com'è potuto accadere tutto ciò?
Shoko Asahara non fu l'unico artefice di questi fatti, gran parte degli adepti, e tutti quelli direttamente coinvolti nei crimini, disponevano di una istruzione elevata, prevalentemente in campo scientifico. E' nella società giapponese che va ricercata la causa di ciò che accadde, secondo l'autore le macro cause sono: la povertà del sistema educativo; l'inefficienza delle religioni ufficiali; il collasso dei valori tradizionali e del sistema politico.
E' dato conto per sommi capi della storia della setta, una analisi dei “valori” della setta inserita nel contesto delle nuove “Nuove Religione” in Giappone. Nel (ri)leggere quei fatti mi ha (ri)fatto impressione l'episodio dell'omicidio di Sakamoto Tsutsumi, della moglie e del figlioletto di un anno nel novembre del 1989. Sakamoto Tsutsumi, in qualità di avvocato, stava patrocinando le famiglie di alcuni adepti, che sospettavano casi di plagio. Per questo motivo l'avvocato giapponese denunciò più volte le pratiche aggressive della setta per reclutare nuovi iscritti, oltre alle donazioni che questi dovevano conferire alla setta. Le denunce dell'avvocato ritardavano il riconoscimento della prefettura di Tokyo della setta Aum come religione ufficiale. L'avvocato e la sua famiglia scomparirono nel nulla, fu subito sospettata la setta Aum, ma non si trovarono prove (scoperte solo dopo le confessioni nel 1995, che portarono all'individuazione dei tre corpi). Nonostante le voci sulle pratiche scorrette della setta e sulla scomparsa della famiglia Sakamoto la prefettura di Tokyo rilasciò comunque alla setta l'autorizzazione ad esercitare come religione.

Capitolo 2: L'attacco a Matsumoto
Nel 1994 la setta Aum acquistò dei terreni nella città di Matsumoto, allo scopo di fondarvi una comunità. Ci fu un processo riguardante la legalità dell'acquisizione di quei terreni, tre giudici di quel processo vivevano nel quartiere residenziale di Matsumoto. Nella notte del 27 giugno 1994 un grande quantitativo di Sarin fu rilasciato in quel quartiere, proprio alla scopo di uccidere i tre magistrati. Il capitolo illustra i fatti sempre dal punto di vista tecnico/medico.

Capitolo 3: L'attacco a Tokyo
Dopo una breve descrizione dei fatti accaduti sono analizzati più questioni.

1) Una biografia dei 5 esecutori materiali del rilascio del gas (Hayashi Ikuo, Hirose Kenichi, Todoya Toru, Yokoyama Masato, Hayashi Yasuo);

2) La risposta ospedaliera, con il cronologico susseguirsi degli eventi, è descritto il lavoro dei medici ed infermieri, dei sintomi, con annesse valutazioni delle prime cure offerte alle vittime;

3) Esposizione secondaria al Sarin, cioè la contaminazione degli ignari soccorritori (vigili del fuoco) giunti sul luogo dell'attentato, e del personale ospedaliero (ma anche dei tassisti, per esempio) a causa degli abiti contaminati;

4) L'analisi degli errori commessi in quel critico frangente:
Ritardo nell'individuazione dell'agente contaminante (il Sarin), che portò a gravi ritardi nella cura dei casi più gravi;
Mancata istituzione di un triage medico/infermieristico sui luoghi della contaminazione, allo scopo di valutare la gravità dei paziente prima di inviarli in ospedale;
Mancata decontaminazione degli abiti delle vittime presso il luogo dell'esposizione, e prima dell'invio in ospedale (fatto che causò la contaminazione del personale ospedaliero, addirittura di quello amministrativo);
Il personale di soccorso non indossava nessun indumento protettivo particolare;
Sovraccarico delle linee di comunicazione ed informazioni mediche non precise comunicate dalle ambulanze ai Pronto Soccorso;
Carenza del numero delle ambulanze ed errata ripartizione dei paziente negli ospedali (col risultato che alcuni lavorarono oltre le proprie capacità, mentre altri furono sotto utilizzati).

Capitolo 4: Evoluzione del sistema di risposta agli attacchi chimici in Giappone
A cause delle inefficienze riscontrate durante l'attacco al Sarin alla metropolitana di Tokyo furono individuati sette miglioramenti da effettuare: 1) delimitazione della scena, 2) procedure specifiche di emergenza medica, 3) decontaminazione di massa, 4) equipaggiamento di protezione personale, 5) strumenti di analisi chimica, 6) scambio di informazioni e coordinamento, 7) formazione ed addestramento.
Ogni punto è commentato singolarmente.
Il capitolo si conclude illustrando gli effetti del Sarin e di altri agenti chimici sull'uomo.

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