TITOLO: Tokio 20.06.1995
AUTORE: Michele Camurati
CASA EDITRICE: Athena
PAGINE: 103
COSTO: 15 €
ANNO: 2013
FORMATO: 24 cm X 17
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE IBAN: 9788886980876
Questo
è il terzo libro che leggo sul rilascio del Sarin nella
metropolitana di Tokyo ad opera degli adepti alla setta Aum
Shinrikyo. Direi che le tre pubblicazioni si integrano bene. Il primo
(Il caso Aum Shinrikyo) è d'inchiesta e
analisi, il secondo (Underground) lascia la parola alle vittime,
questo terzo si concentra più sugli aspetti tecnico/medici e di
gestione di quella emergenza in Giappone, facendolo, comunque, in
maniera più che comprensibile.
Il testo è interessante, peccato per il prezzo, alla Hoepli mi è costato 15€, un prezzo esagerato.
Introduzione/Aspetti medici nelle
emergenze bioterroristiche
Le prime 32 pagine del libro sono
dedicate ad una panoramica sulla situazione in Italia riguardo la
gestione di una emergenza chimica/batteriologica.
Capilo 1: La setta
Segue una breve una breve illustrazione
dei protagonisti e dei fatti accaduti a Tokyo, ma anche di come si
sia potuti arrivare a quel tragico evento criminale.
La setta Aum
Shinrikyo era a tutti gli effetti, sia legali che spirituali, una
religione, e il suo fondatore e guru, Shoko Asahara, fu per un
periodo non breve considerato degno di stima.
La
setta commise i seguenti crimini: attacco terroristico, rapimento,
somministrazione di droghe, omicidio, produzione di armi per la
distruzione di massa, cospirazione.
Shoko
Asahara non fu l'unico artefice di questi fatti, gran parte degli
adepti, e tutti quelli direttamente coinvolti nei crimini,
disponevano di una istruzione elevata, prevalentemente in campo
scientifico. E' nella società giapponese che va ricercata la causa
di ciò che accadde, secondo l'autore le macro cause sono: la povertà
del sistema educativo; l'inefficienza delle religioni ufficiali; il
collasso dei valori tradizionali e del sistema politico.
E'
dato conto per sommi capi della storia della setta, una analisi dei
“valori” della setta inserita nel contesto delle nuove “Nuove
Religione” in Giappone. Nel (ri)leggere quei fatti mi ha (ri)fatto
impressione l'episodio dell'omicidio di Sakamoto Tsutsumi, della
moglie e del figlioletto di un anno nel novembre del 1989. Sakamoto
Tsutsumi, in qualità di avvocato, stava patrocinando le famiglie di
alcuni adepti, che sospettavano casi di plagio. Per questo motivo
l'avvocato giapponese denunciò più volte le pratiche aggressive
della setta per reclutare nuovi iscritti, oltre alle donazioni che
questi dovevano conferire alla setta. Le denunce dell'avvocato
ritardavano il riconoscimento della prefettura di Tokyo della setta
Aum come religione ufficiale. L'avvocato e la sua famiglia
scomparirono nel nulla, fu subito sospettata la setta Aum, ma non si
trovarono prove (scoperte solo dopo le confessioni nel 1995, che
portarono all'individuazione dei tre corpi). Nonostante le voci sulle
pratiche scorrette della setta e sulla scomparsa della famiglia
Sakamoto la prefettura di Tokyo rilasciò comunque alla setta
l'autorizzazione ad esercitare come religione.
Capitolo 2: L'attacco a Matsumoto
Nel 1994 la setta Aum acquistò dei
terreni nella città di Matsumoto, allo scopo di fondarvi una
comunità. Ci fu un processo riguardante la legalità
dell'acquisizione di quei terreni, tre giudici di quel processo
vivevano nel quartiere residenziale di Matsumoto. Nella notte del 27
giugno 1994 un grande quantitativo di Sarin fu rilasciato in quel
quartiere, proprio alla scopo di uccidere i tre magistrati. Il
capitolo illustra i fatti sempre dal punto di vista tecnico/medico.
Capitolo 3: L'attacco a Tokyo
Dopo una breve descrizione dei fatti
accaduti sono analizzati più questioni.
1) Una biografia dei 5 esecutori
materiali del rilascio del gas (Hayashi Ikuo, Hirose Kenichi, Todoya
Toru, Yokoyama Masato, Hayashi Yasuo);
2) La risposta ospedaliera, con il
cronologico susseguirsi degli eventi, è descritto il lavoro dei
medici ed infermieri, dei sintomi, con annesse valutazioni delle
prime cure offerte alle vittime;
3) Esposizione secondaria al Sarin,
cioè la contaminazione degli ignari soccorritori (vigili del fuoco)
giunti sul luogo dell'attentato, e del personale ospedaliero (ma
anche dei tassisti, per esempio) a causa degli abiti contaminati;
4) L'analisi degli errori commessi in
quel critico frangente:
Ritardo nell'individuazione dell'agente
contaminante (il Sarin), che portò a gravi ritardi nella cura dei
casi più gravi;
Mancata istituzione di un triage
medico/infermieristico sui luoghi della contaminazione, allo scopo di
valutare la gravità dei paziente prima di inviarli in ospedale;
Mancata decontaminazione degli abiti
delle vittime presso il luogo dell'esposizione, e prima dell'invio in
ospedale (fatto che causò la contaminazione del personale
ospedaliero, addirittura di quello amministrativo);
Il personale di soccorso non indossava
nessun indumento protettivo particolare;
Sovraccarico delle linee di
comunicazione ed informazioni mediche non precise comunicate dalle
ambulanze ai Pronto Soccorso;
Carenza del numero delle ambulanze ed
errata ripartizione dei paziente negli ospedali (col risultato che
alcuni lavorarono oltre le proprie capacità, mentre altri furono
sotto utilizzati).
Capitolo 4: Evoluzione del sistema di
risposta agli attacchi chimici in Giappone
A cause delle inefficienze riscontrate
durante l'attacco al Sarin alla metropolitana di Tokyo furono
individuati sette miglioramenti da effettuare: 1) delimitazione della
scena, 2) procedure specifiche di emergenza medica, 3)
decontaminazione di massa, 4) equipaggiamento di protezione
personale, 5) strumenti di analisi chimica, 6) scambio di
informazioni e coordinamento, 7) formazione ed addestramento.
Ogni punto è commentato singolarmente.
Il capitolo si conclude illustrando gli
effetti del Sarin e di altri agenti chimici sull'uomo.
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