TITOLO: Quando i giapponesi fanno ding, altre curiosità dal sol levante
AUTORE: Keiko Ichiguchi
CASA EDITRICE: Kappa Edzioni
PAGINE: 157
COSTO: 12€
ANNO: 2009
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788874712236
Questo è il secondo libro della
Ichiguci che leggo, anche se è il terzo che scrive (il secondo pare
che me lo sia perso, lo recupererò), ed è simile al primo.
L'autrice descrive la sua vita in Italia e la raffronta con quella in
Giappone. Nella premessa scrive che lei non è una sociologa, quindi
ciò che scrive ha solo una valore di racconto personale.
Il libro è diviso in 29 brevi
capitoli, ne riporto una breve descrizione.
Cap 1: Riguarda le onomatopee sia
scritte che nei fumetti, è molto interessante, peccato per la
brevità.
Cap 2: Sui dialetti giapponesi, in
particolare quello di Osaka, la sua città natale.
Cap 3: Sempre sul dialetto di
Osaka. Quando l'autrice traduce dall'italiano al giapponese in realtà
lo fa in del dialetto di Osaka (previa autorizzazione), perché le
viene più immediato e veloce.
Cap 4: Un tentativo interessante
di spiegare il fatto di cronaca capitato qualche tempo fa a 2 turisti
giapponesi che vennero truffati a Roma, facendo loro pagare un pranzo
700 €.
Cap 5: Un fatto capitato a Parigi
all'autrice.
Cap 6: Il racconto di una giornata
alle terme giapponesi.
Cap 7: Il racconto di una giornata
di vacanza al paese natio dei genitori.
Cap 8: Una descrizione dei rari
atti di bullismo scolastico (ijime) cui le fu testimone durante gli
anni della scuola elementare negli anni 70.
Cap 9: Quello che forse è il
precursore di ijime, il ko-nai boryuku, cioè picchiare gli
insegnanti.
Cap 10: Spiegazione del criterio
di valutazione numerico, hensa-chi, degli studenti, quando lei era
alle medie, e sulle frustrazioni che questo “marchio” generava
negli alunni. Frustrazioni che scatenavano anche atti violenti.
Cap 11: Sempre sul bullismo
scolastico racconta dell'esistenza fin dagli anni 80 di una serie che
affrontava queste tematiche, con un taglio simile alla serie GTO
(quest'ultima parte è una mia considerazione).
Cap 12: Una descrizione di alcuni
comportamenti autoritari violenti nel liceo che frequentò.
Cap 13: Le punizioni corporali
sugli studenti da parte dei docenti e i suicidi scolastici.
Cap 14: Descrive il primo caso di
suicidio di uno studente a causa di atti di bullismo nel 1986.
Cap 15 e Cap 16: L'autrice spiega
la sua vita nell'università pubblica che frequentò.
Cap 17: Ancora la vita
universitaria dell'autrice oltre ai primi colloqui di lavoro.
Purtroppo passa dai racconti di
fatti quotidiani alle analisi politiche
Cap 18: Sue considerazioni
sull'esercito di autodifesa giapponese e varie critiche agli USA.
Queste ultime sono inerenti ai metodi dell'occupazione dopo la
guerra, dimenticandosi, forse, il “come mai?” gli USA li
occuparono e riscrissero la loro costituzione.
Cap 19: Affronta le ultime
elezioni politiche giapponesi (estate 2009). Indipendentemente dalle
e idee politiche (che io non ho capito, ma penso neppure lei) il
capitolo è un bel caos.
Per fortuna ritorna alle
considerazioni non politiche
Cap 20: Come mai le ragazze
giapponesi camminano in modo strano? La tradizione? Il fisico? La
modo kawaii?
Cap 21: In questo capitolo spiega
il suo desiderio di essere “sepolta” nel santuario buddista di
isshin-ji, dove diventerà parte delle statue del budda fatte col
cemento e le ceneri dei defunti.
Cap 22 e Cap 23: Un bel racconto
di un funerale giapponese, quello della sua nonna.
Cap 24: Le differenze sul
fidanzamento e il matrimonio tra Giappone e Italia.
Cap 25: Qualche curiosità sul
matrimonio giapponese. Per esempio si può celebrare la cerimonia (in
modo da tranquillizzare i parenti, visto che le convivenze non sono
ben accette) e poi sposarsi legalmente più avanti, anche anni dopo.
Cap 26: Le discriminazioni verso
la donna giapponese.
Cap 27: Attraverso la spiegazione
di alcuni neologismi giapponesi si elencano altre situazioni
discriminanti verso la donna. Konkatsu (attività per trovare un
futuro marito), komadam (giovani donne sposate che portano sempre
abiti firmati e gioielli costosi), make-inu (donne sconfitte, sopra i
30 anni e single), aro-for (le donne di 40 anni, quelle che una volta
erano komadam), younmama (donne giovanissime già sposate e con
figli).
Cap 28: Nuova analisi politica un
mese dopo le elezioni, questa volta il capitolo non è confuso come
il 18 e il 19.
L'ultimo capitolo è una serie di
fumetti che l'autrice disegnò per una rivista giapponese, dove lei
spiegava ai suoi concittadini cosa significa vivere in Italia per una
giapponese. Peccato che le strisce qui riportate sia poche, sono
divertenti e ne dovrebbero pubblicare un volume intero, lo comprerei!
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