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venerdì 31 maggio 2013

Manga Academica vol. 2, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese


TITOLO: Manga Academica vol. 2, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 110
COSTO: 10,50€
ANNO: 2009
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788896133033

In questo numero ci sono quattro tra articoli, tesi o studi sui manga e anime, più le recensioni di 3 libri e una piccola classifica di 10 siti su anime e manga da visitare.
Il primo interessantissimo scritto è di Marco Pellitteri ed è incentrato sulla saggistica di anime e manga. Fondamentalmente è una critica al settore allo scopo di avere studi più validi. L'autore individua 3 rischi in cui può incorrere chi decide di scrivere un saggio su anime e manga.
Scrivere un'opera meramente enciclopedica, come il Dizionario dei cartoni animati (citato quasi esplicitamente da Pellitteri), che si prefigge di essere dettagliato e omni comprensivo e poi incorre in errori e mancanze.
Scrivere saggi di volume ridotto su tematiche troppo ampie incorrendo in semplificazioni ed errori dovuti a fonti poco attendibili.
Scrivere saggi non analitici ma militanti, nei quali si difende a priori, seppur con affetto, il prodotto manga e anime.
Un altro problema che Pellitteri individua riguarda il fatto che vengono permesse tesi su anime e manga solo in talune facoltà: cinema; scienze della comunicazione, orientalistica. Mentre è difficile che agli studenti siano permesse tesi su anime e manga in facoltà come antropologia, sociologia, psicologia. E non risulta ci siano tesi che provengano da facoltà come economia o politica. Questo causa uno sbilanciamento nell'analisi delle tematiche riguardanti anime e manga.
Un'altra critica di Pellitteri è rivolta a quei saggisti che non riportano nei loro libri la bibliografia preesistente, sia quando ciò è dovuto ad ignoranza che quando è dovuto a malafede.
La parte finale del suo intervento spiega molto bene il perché della esiguità di saggistica tradotta dal giapponese all'italiano, quella in inglese è più accessibile essendo una lingua più conosciuta. Questo comporta una ulteriore mancanza di informazioni e dati per chi vorrebbe scrivere di e su anime e manga. Infine nota che l'Italia, nonostante sia il paese europeo con la maggior penetrazione di anime e manga, vanta pochissimi saggi tradotti in inglese. Questa ultima parte penso che sia collegata al fatto che il suo “Il drago e la saetta” dovrebbe essere tradotto in inglese.


Il secondo scritto è di Chiara Androne e riguarda come sono trattati gli anime e i manga su internet. Vengono analizzati i forum, i siti e i blog. Di ognuna di queste tipologie ne vengono citati e analizzati alcuni. Inoltre l'autrice fa alcune considerazioni interessanti, seppur troppo brevi, sui fansub e i mezzi che questi utilizzano per diffondere le “loro opere”, cioè il P2P.


Francesco Calderone fa una ricerca sui lettori di manga, lo studio ha analizzato anche altri aspetti complementari al manga: gli anime; i gadget; i libri; le colonne sonore o OST (BGM). Questo studio è stato eseguito su un campione di 150 persone e ha generato 3 tipologie (che vengono analizzate) di lettori di manga: i moderati; gli appassionati; i coinvolti. Personalmente non mi riconoscono per nulla in quella che dovrebbe essere la mia categoria, “i moderati”. Comunque la ricerca resta interessante. Nelle conclusioni si nota che nessuno delle 150 persone del campione può essere considerata un otaku, nell'accezione negativa giapponese, cioè un alienato sociale.


Il quarto scritto è forse il più interessante di tutti, è scritto da Asuka Ozumi e analizza le onomatopee (pare che ci siano più di 2000 onomatopee in Giappone) e gli ideofoni (ciuf ciuf, splash, sgrunt) nei manga e nei romanzi, e la loro difficile traduzione in onomatopee italiane (visto che nel nostro idioma vi sono solo 275 onomatopee).
Gli studiosi giapponesi fin dal 1978 hanno provveduto a definire per categoria le loro onomatopee.
Giongo: esprimono rumori della natura e suoni in generale, pinpon (il suono del campanello)
Giseigo: esprimono voci di essere umani o versi di animali, wanwan (l'abbaio del cane)
Giyogo: esprimono caratteristiche legate a sfere sensoriali differenti da quella uditiva relativa a esseri animati, urouro (bighellonare, gironzolare)
Gijogo: esprimono stati d'animo e sensazioni relative all'essere umano, zukinzukin (dolore acuto o pulsante)
Gitaigo: esprimono caratteristiche legate a sfere sensoriali diverse da quella uditiva relative a oggetti inanimati, kirakira (scintilio)
Tuttavia le categorie sono state semplificate a 2: giongo (giongo+giseigo) e gitaigo (gitaigo+gijogo+giyogo).
Vengono presi in esame un romanzo, Kitchen di Banana Yoshimoto, e due manga, Nana (vol 14) e Naruto (vol 30). Viene ben spiegato con esempi scritti come e perché sono state tradotte le onomatopee.
Nel romanzo le onomatopee sono state tradotte nel 1,4% dei casi con un'altra onomatopea; nel 9% con un avverbio; nel 28,3% con un aggettivo; nel 18,9% con un sostantivo; nel 10,4% con un verbo; nel 15,1% con perifrasi; nel 17% vengono omesse. Delle 365 onomatopee del romanzo l'85,7% erano gitaigo.
Nei 2 manga le onomatopee vengono tradotte con onomatopee italiane nel 17,4% dei casi; nel 1,1% con onomatopee inglesi; nel 48,4% con onomatopee italo-inglesi; nel 31,5% con traduzioni creative; nel 1,6% dei casi sono omesse. Nei 2 manga le 562 onomatopee erano per il 93,4% giongo e per il 6,6% gitaigo.
Le percentuali sono riferite al romanzo e ai 2 manga presi in esame.
In alcuni manga le onomatopee vengono lasciate in giapponese, in quei casi sarebbe necessario inserire una nota per la loro spiegazione.
Alla fine del libro sono riportate tre recensioni, la prima del libro Il fumetto in Giappone di Gianluca Di Fratta. La seconda sulla terza edizione di Mazinga Nostalgia di Marco Pellitteri (un po' di sano conflitto d'interessi). La terza sulla collana I Love Anime della Iacobelli Edizioni. In quest'ultima riferiscono correttamente che il prossimo numero sarà su Gundam, ma non scrivono che la collana non sarà più questa, ma Japan File.
Infine la top 10 (come è scritto nel libro) dell'informazione su anime e manga del web.
Visto il costo ragionevole del libro vale la pene di es

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