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venerdì 25 luglio 2025

Ghibliverso - La guida all'universo dello Studio Ghibli: libri, musica, manga e tanto altro



TITOLO: Ghibliverso - La guida all'universo dello Studio Ghibli: libri, musica, manga e tanto altro
AUTORE: Michael Leader e Jake Cunningham
CASA EDITRICE: Salani
PAGINE: 192
COSTO: 22,90 
ANNO: 2025
FORMATO: 24 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791259574480


Questa recensione sarà abbastanza ripetitiva rispetto agli altri due libri scritti dal due anglosassone di esperti dello "Studio Ghibli" e di animazione giapponese in generale:


Ma perché scrivo delle recensioni ripetitive?
Perché gli autori replicano libri con lo stampino...
Quindi in origine fu "Ghiblioteca", poi "Animeteca", ora "Ghibliverso", ergo il prossimo sarà "Animeverso"?
Ma poi... perché "Ghibliverso"? Cioè... che senso ha il termine? 
Potevo anche capire i parecchio pretenziosi "Ghiblioteca" o "Animeteca", ma aggiungere "verso" a "Ghibli" dovrebbe implicare un qualche legame con il "multiverso Marvel"?
Peccato che le opere di tutti i generei legate a Miyazaki, Takahata e allo "Studio Ghibli" sono state prodotte in questo "verso"... forse è inutile contestare il puro marketing...


Copio ed incollo direttamente dalla recensione iniziale di "Ghiblioteca" (il primo linkato sopra):

Non mi considero un esperto dello Studio Ghibli (o di qualsiasi altra cosa), semplicemente ho iniziato a seguire i film di Miyazaki e Takahata inconsapevolmente da bambino, quando non sapevo chi essi fossero, manco mi interessava fossero giapponesi, erano solo belle storie ben animate, guarda caso erano tutte giapponesi e spesso del duo di cui sopra.
Non ero influenzato dal fatto che fossero film o serie di Miyazaki/Takahata/Studio Ghibli, non li guardavo per gli autori o lo studio di produzione, non era una questione di clan aprioristici.
Il mio è stato un lento imprinting di contenuti nati con i film Toei di Miyazaki e Takahata, come con "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro" oppure "La grande avventura del principe Valiant" iniziato a metà degli anni 70 al cinema.
Questo lento assorbimento è continuato con le serie tv dei due autori, come Heidi e "Conan il ragazzo del futuro", poi nel 1987 guardai rapito Nausicaa sulla Rete 1 della Rai etc. etc. etc.

Quindi mi ritrovo in mano con questa Ghiblioteca/Ghibliverso, e leggo nell'introduzione che uno dei due autori del libro (Jake Cunningham) fino al 2018(!!!) non aveva mai visto un film dello Studio Ghibli!!!   T_T
Fu l'altro autore (Michael Leader) che gli fece colmare la lacuna, proprio per una questione di "clan", per il primo era assurdo che Jake non conosce i "capolavori" dello Studio Ghibli.
Quindi io nel 2022/25, dopo aver iniziato a vedere le opere di Miyazaki e Takahata dalla metà degli anni 70, mi ritrovo a dover "imparare" qualcosa da un libro scritto da uno che fino al 2018 non sapeva manco chi fossero i due autori nipponici...
A questo va aggiunto che in Italia abbiamo visto molto di più di quello che è stato adattato per il mercato anglosassone, quindi ai due autori mancano delle opere di Miyazaki e Takahata per il semplice motivo che non esistono in inglese.

Resta il carattere di scrittura minuscolo, anche se gli sfondi sono meno colorati.
Si potrebbe pensare che il carattere di scrittura minuscolo sia dovuto alle tantissime pagine scritte e il poco spazio per farci entrare i numerosissimi concetti espressi, al contrario, lo scritto è poco perché il libro è strapieno di immagini:
delle 192 pagine totali solo 14 pagine contengono solo scritto, o meglio, non hanno immagini e c'è lo scritto (proprio complete di scritto sarebbero state meno...);
delle 192 pagine totali 60 pagine contengono solo immagini;
delle 192 pagine totali lo scritto ammonta approssimativamente a 59 pagine, difficile fare un conto preciso visto che il testo è frammentato.


Se si fanno i paragoni delle pagine scritte, con immagini ed il totale rispetto agli altri due libri, si vede che più o meno la strategia editoriale è la medesima: tanto fumo (o fuffa) e poco arrosto.

In più ci sono delle lacune (per me gravi) e qualche errore...

sabato 19 luglio 2025

Nel nome della Luna - Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon




TITOLO: Nel nome della Luna - Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 288
COSTO: 22,50 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788896133750


Il saggio l'ho acquistato quando è uscito, ma ho impiegato un po' tanto a terminarlo, non perché sia brutto o noioso, ma perché non sono avvezzo alla serie tv o al manga di "Sailor Moon"
Ci sarebbe da aggiungere anche il fattore stanchezza personale, che, con la vecchiaia, inizia a farsi sentire  ^_^
Per un verso è piacevole leggere un libro che non è sul solito vecchio anime, resta che si fa fatica a seguire lo scritto quando non si conosce praticamente nulla del descritto ed analizzato, se non per averne letto nel tempo in altri saggi, riviste o web.
Tra l'altro spesso nel saggio si toccano le tematiche transgender e simili, con terminologia che mi è sconosciuta e differenziazioni su aspetti che mi sono sconosciuti, quindi è stato un ulteriore aspetto che ha rallentato la lettura. 
Per lo stesso motivo la recensione sarà molto minimale, sia per evitare inutili strafalcioni su "Sailor Moon", sia per evitare di scrivere qualche mia valutazione sul mondo transgender che involontariamente possa essere offensiva. Con i brutti tempi che corrono, meglio una parola scritta in meno, che un equivoco  >_<
L'unica critica che mi permetto di muovere è che, forse, in alcuni contributi si è usata una terminologia un po' troppo da studio universitario o con termini e concetti in inglese... poi non è responsabilità di chi scrive per il livello culturale del lettore che compra il libro, però uno sforzo per essere più semplici, lo si poteva anche fare, forse...





Piccola digressione editoriale.
Direi che ormai l'unica casa editrice che pubblica regolarmente saggi su anime e manga è rimasta la "Società Editrice La Torre"... è un gran merito per la costanza ultra decennale, dispiace che altre case editrici si siano perse per strada...

A fine post riporto il sommario del saggio, che come al solito presenta anche tutti i paragrafi, in modo che ci si possa meglio fare un'idea di cosa contenga.
Il libro consta di 13 contributi scritti da 12 autori (Leone Locatelli ne scrive due), il tutto è diviso in quattro sezioni + una finale:
Sailor Moon: origini e genealogia;
Sailor Moon: famiglia, femminilità e società negli anni Novanta;
Sailor Moon e le tematiche LGBTQ+;
Sailor Moon oltre il manga;
la mostra di Sailor Moon per i 25 anni della serie in Italia.

Prima sezione
autrice Asuka Ozumi
Uno sguardo alle maghette dal 1966 (Sally) agli anni 80. Interessante, comprensibile, molto breve.

autore Luca Paolo Bruno
Sailor Moon è diventata un'icona transgender globale, ma l'autore fa notare, e quindi la analizza per questo, che Sailor Moon è una "Bishojo Senshi", cioè una "bella ragazza guerriera", che indossa una divisa scolastica alla marinara, che può essere indirizzata ad un immaginario maschile eterosessuale, cioè otaku fisati.

autore Cristian Pallone
Si illustrano i precedenti letterari nipponici in cui un regno lunare è inserito in una trama, per esempio "Taketori monogatari" ("Storia di un tagliabambù") del X secolo.
Viene effettuato anche un excursus storico letterario teatrale sulla figura dei cinque membri di un gruppo "tokusatsu super sentai", a cui l'autrice del manga si ispirò.
Infine si evidenziano i racconti e la letteratura antica in cui le donne sono eroine.

mercoledì 16 luglio 2025

"Presentato a Villa Reale di Monza il programma Lady Oscar" - "Il Giornale dei Giocattoli" aprile 1982



L'altro ieri era l'anniversario della dipartita di Madamigella Oscar... sob...  T_T 
La omaggio con questo secondo articolo sulla presentazione alla "Villa Reale" di Monza il 16 marzo 1982 della serie animata trasmessa da "Italia 1", qui sotto il primo articolo già postato:

Di questo mega evento promozionale avevo letto per la prima volta nel saggio "Lady Oscar, il vento della rivoluzione".

L'anime era iniziato il primo marzo (1982), questo articolo giunge ad aprile, quindi a serie già in tv e a fumetto già pubblicato sul "Corriere dei Piccoli", ma lo scopo della testata "Il Giornale dei Giocattoli" era quello di informare sulla promozione la bambola della "Ceppi Ratti".




Devo dire che ho trovato più interessante l'articolo su "VG Vendogiocattoli", comunque le informazioni sono corrette pure qui, anche se la previsione modaiola secondo cui sarebbero tornati di moda gli abiti del '700, mi pare venne cannata   ^_^

domenica 13 luglio 2025

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 27 - sesto numero bimestrale)


Il 27esimo numero di "Anime Cult" ha come perno centrale lo speciale sulla "Gainax", forse un po' tanto in modalità riassuntone, mia opinione.
Per il resto ci sono meno interviste del solito, solo due, più una terza che mi è parsa più una autointervista di collaboratori della stessa rivista... insomma... non l'ho capita tanto, ma ci torno poco più sotto.  :]
Sono intervistati Debora Magnaghi, doppiatrice e volto della tv dei ragazzi Fininvest/Mediaset, che per motivi generazionali poco conosco, e Lucio Macchiarella.
Ovviamente, proprio per motivi generazionali, quest'ultima mi ha interessato di più.
Meritevole anche il pezzo di Carrassi su "Slam Dunk", di cui non perdevo un episodio grazie al videoregistratore.
In quella che mi pare una nuova rubrica, "Global Manga", Alessandro Bottero indaga l'arrivo dei manga ed anime in altre nazioni, partendo dagli Usa.



Come al solito mi concentro solo su alcuni scritti, ciò non comporta che gli altri non meritino.


Come scrivevo sopra non ho ben capito il senso di queste dieci pagine in apertura di rivista (10!), cioè... ho capito che si spiega come veniva creata una delle prime fanzine su manga ed anime negli anni 90, ho capito che ci viene spiegato il tutto dagli stessi autori della fanzine in una specie di autointervista/testimonianza, cosa anche interessante, ma non ne ho capito il perché   ^_^
Immagino che chi comprava questa fanzine sarà anche interessato ai dietro le quinte editoriali.

sabato 12 luglio 2025

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 25 luglio 2025


Se il numero 24 di "Nippon Shock Magazine" era di maggio e questo numero 25 è di luglio, cosa manca in mezzo?
Il 24 e mezzo di giugno?   :]
Quindi, dopo sei mesi di assenza ed il ritorno con il numero 24 di maggio, salta anche quello di giugno, non benissimo per fidelizzare i lettori... 
Forse la testata è divenuta bimestrale?
Detto ciò, il numero l'ho trovato anche interessante, la cui parte più corposa, non necessariamente la più interessante, risiede nell'approfondimento su "Rocky Joe".
Non ho mai letto il manga, benché mi interesserebbe, perché occupa un esagerato spazio... ho visto con gran appagamento grafico e di trama, invece, le due serie in BR della "Yamato Video".  Avevo pure intenzione di fare un post, magari non sui contenuti seri, che forse sono fuori dalla mia portata, ma almeno sulle curiosità, ma anche quello si prospetterebbe assai impegnativo e comporterebbe riguardare il tutto una seconda volta...
Tra l'altro ho comprato il lettore BR solo ed esclusivamente per leggere i sottotitoli fedeli all'originale giapponese, visto che il doppiaggio italico non coglie l'essenza del dramma sociale, dato che sono presenti solo in BR: ho fatto bene.

In questo numero di NSM sono presenti due interviste:
Marco Pellitteri;
Monica Fischetti Palmieri.

Quella a Marco Pellitteri sarebbe la seconda parte del numero 23, peccato che il numero 23 venne pubblicato nell'ottobre 2024... forse mi è sfuggito, ma non mi pare di aver letto un avviso che la prima parte sia fruibile nel numero 23.
La seconda intervista è ad un personaggio femminile di cui ignoravo l'esistenza (ma si sa che io sono ignorante), che direi sia un bel colpo per le informazioni che rende note sulle produzioni sudcoreane de "I dieci magnifici eroi".




Il sommario presenta tutte le tematiche toccate in questo numero, per parte mia, come sempre, annoto solo alcuni scritti, non vuol dire che gli altri non meritino.


Trovo anche bello graficamente vedere colori particolari, sfumature, ghirigori etc. etc. etc., però devo poter leggere lo scritto, che è il motivo per il quale una rivista viene venduta e viene comprata... se sul lato sinistro mi si parte con lo sfondo seppia (giusto?) chiaro e si finisce a destra con il seppia scuro, e si usa un carattere nero, non è che si agevola la lettura ai lettori che, come probabile target, dovrebbero almeno aver passato la quarantina, se non addirittura la cinquantina (sob...), quindi con delle diotrie non da ventenne...
Questa pagina mi ha ricordato i libri della "Iacobelli" “I love anime” e “Japan Files”, ma anche alcuni titoli relativamente più recenti della "Kappa Lab", dove si faceva fatica a legger lo scritto per il colore degli sfondi...
Nel complesso, stante che non ho letto il manga, l'esposizione di tutti i contributi rende una panoramica informativa utile. 
Di sotto alcuni dei contributi su "Rocky Joe".

giovedì 10 luglio 2025

"K-21 Spionaggio internazionale" - "Alma Giochi" (1975)


Con "K-21 Spionaggio internazionale" ho terminato i post sui giochi in scatola della "Alma Giochi" in mio possesso:





Non giocai mai a nessuna dei quattro giochi della "Alma Giochi", cha a parte "Il gioco delle regioni", mi son parsi divertenti.
"K-21 Spionaggio internazionale" fu il ventesimo gioco in scatola messo in produzione dalla "Alma Giochi", per consultare una fonte autorevole sull'azienda genovese, fare riferimento al link qui sotto:

Si noti come, tranne per "Il gioco delle regioni", per gli altri tre campeggi sulla confezione la dicitura "Gioco di società", un aiuto per i genitori distratti?
Posso anche capire la presenza dell'avviso nei giochi in scatola del 1967 e 1968, più strano in questo del 1975, visto che i giochi di società erano ormai un articolo abbastanza comune, messo in vendita da più aziende.


La dotazione della confezione è parecchio corposa, che è uno di quegli aspetti, se presente un regolamento chiaro, che davano più soddisfazione ludica  ^_^


Il tabellone di gioco è graficamente un po' grezzo, artigianale, forse su questo versante si sarebbero potuti sforzare un po' di più.
Tralasciando "Il gioco delle regioni, che non ha una plancia di gioco, degli altri tre, questo mi pare il meno efficace e bello.

lunedì 7 luglio 2025

"Il gioco delle regioni" - "Alma Giochi" (1973)



Dopo i due cataloghi della "Alma Giochi" e i due giochi in scatola del 1967 e del 1968 della "Alma Giochi", tocca al gioco in scatola della "Alma Giochi" del 1973:




Come per  i precedenti due, non ho mai giocato neppure a "Il gioco delle regioni", ma mentre agli altri due ci avrei giocato pure con piacere, rifuggivo come la peste qualsiasi attività ludica che potesse aver il pur minimo sentore scolastico... in più detestavo grandemente la geografia, quindi "Il gioco delle regioni" non lo avrei mai neppure toccato...   ^_^

"Il gioco delle regioni" fu il 14esimo gioco inventato e messo in vendita dai proprietari della "Alma Giochi", per delle informazioni di prima mano sulla "Alma Giochi" si faccia riferimento al link qui sotto:



Il catalogo della "Alma Giochi" in formato poster l'ho rinvenuto in questa confezione, ed è stato il motivo che mi ha spinto all'acquisto, oltre al prezzo, visto che il contenuto all'interno della scatola era tutto mischiato e pensavo che mancassero di certo alcuni dei numerosi talloncini di cartoncino della dotazione... invece no, era completo!   ^_^
Al centro della scatola si possono vedere vari sacchettini, al cui interno ci sono tutti i cartoncini che servono per completare il gioco.



Ecco, quel "divertendo insegna a conoscere meglio l'Italia" sarebbe stato abbastanza per tenermene lontano, tipo l'aglio per i vampiri, l'argento per i lupi mannari o la logica per i ministri dei trasporti...
Sinceramente, a parte la mia allergia per i giochi didattici, mi è parso un po' bruttino come gioco in scatola, pensato più per far contenti i genitori che per i figli che ci avrebbero dovuto giocare. 

domenica 6 luglio 2025

"Alta Finanza" - "Alma Giochi" (1968)


Dopo i due cataloghi della "Alma Giochi" ed il gioco in scatola del 1967 della "Alma Giochi", tocca al gioco in scatola della "Alma Giochi" del 1968:



Mi sa che metterò di seguito tutte e quattro le confezioni in mio possesso   :]
Come per "Guardie e ladri", neppure ad "Alta Finanza" ho mai giocato, quindi non posso dare una valutazione ludica dei tempi, mi pare, valutandolo oggi, un bel "gioco di società", come veniva specificato sulla confezione.
"Alta Finanza" fu il quarto gioco inventato e messo in vendita dai proprietari della "Alma Giochi", per delle informazioni di prima mano sulla "Alma Giochi" si faccia riferimento al link qui sotto:

Di giochi di società a carattere economico ne vennero messi in commercio parecchi, a parte il più famoso, "Monopoly", che non ho recensito perché lo conoscono tutti, nel tempo ne ho postati altri:












La confezione è abbastanza pesantuccia, in quanto sia il tabellone che gli scomparti furono fatti in cartoncino rigido e spesso.
La dotazione è corposa, come spesso capitava per i giochi in scatola fino ai primi anni 80.



Il tabellone di gioco, oltre al classico percorso esterno quadrato (a fine post le foto dettagliate), presenta sei indicatori della quotazione delle azioni: elettriche; petrolifere; navali; meccaniche; chimiche; automobilistiche.

Le azioni sono di quando ancora avevamo un'industria e la ricchezza era data da produzioni materiali, non da prodotti immateriali.

sabato 5 luglio 2025

"Guardie e ladri" - "Alma Giochi" (1967)


Dato che ieri ho postato il secondo catalogo della "Alma Giochi" in mio possesso ( il primo ), mi pare anche sensato inserire il primo dei quattro giochi in scatola in mio possesso di questa azienda, che restò sul mercato dal 1966 al 1978 (leggere primo post linkato fino alla fine).
Non ho mai giocato a "Guardie e ladri" della "Alma Giochi", come non ho mai giocato a nessuno dei loro articoli, nonostante l'ultima loro invenzione sia datata 1978. Mi sorge il dubbio che, magari, essendo l'azienda di Genova, non veniva distribuita capillarmente nel nord Italia, e forse non arrivava in tutti i negozi del milanese.
C'è da dire che i loro giochi di società erano distribuiti dalla genovese "Edilio Parodi", la stessa che commercializzava il "Subbuteo", che a Milano arrivava eccome   ^_^
Resta che non ho alcuna memoria di nessun gioco in scatola della "Alma Giochi", che leggendo il regolamento e vedendo la dotazione di pezzi, mi son parsi anche divertenti ed innovativi.

"Guardie e ladri" è un gioco semplice per ragazzi svegli ed un divertente scacciapensieri per gli adulti", cos' recita l'incipit del regolamento.



"Guardie e ladri" fu il terzo gioco di società messo in commercio nel 1967 dalla nuova azienda "Alma Giochi", il cui "AL-MA" nasce dalle inziali dei nomi dei due proprietari: ALberto + MAriano 


Da quello che ho capito in questi anni, trovare uno dei loro giochi in scatola che sia completo e in buone condizioni è assai arduo, a me è andata bene per ben quattro volte  :]



Graficamente il tabellone si discosta molto da quelli della "Clementoni", della "Editrice Giochi" ed altre aziende che misero in commercio confezioni a cui giocai da bambino, paio meno schematiche, più "artigianali", ma di un artigianale di pregio  :]

Il tabellone di gioco qui sopra presenta due percorsi, uno esterno ed uno interno.

venerdì 4 luglio 2025

Catalogo giochi in scatola della "Alma Giochi" in formato poster (1978)


Ho iniziato a recuperare i giochi in scatola a cui ho giocato da bambino/ragazzino, ma in seguito ho derogato molte volte a questa regola, specialmente se trovavo confezioni completi e/o di un qualche interesse, comunque mai giochi antecedenti alla metà degli anni 80.
Ero convinto, errando alla grande, che fu la mia generazione anni70/primi anni 80 a poter contare su molti giochi in scatola, invece anche negli anni 60 le confezioni non mancavano, ne ho avuto la riprova con questo posterone/catalogo fronte retro che misura ben 63 cn X 44 cm.
Ad un mercatino ho rinvenuto il gioco in scatola "Il gioco delle regioni" della "Alma Giochi", la confezione era tenuta benino, ma all'interno la dotazione era tutta mischiata alla rinfusa, impossibile ipotizzare se fosse completo, quello che mi ha fatto decidere l'acquisto immediato, oltre al prezzaccio, è stato questo posterone/catalogo.
Tra l'altro il gioco in scatola "Il gioco delle regioni" si è dimostrato incredibilmente (visto la quantità spropositata di cartoncini) completo  ^_^
Avevo già postato un altro catalogo della "Alma Giochi":

La datazione del 1978 di questo posterone/catalogo fronte retro l'ho desunta basandomi sulle informazioni del blog "Giochi in scatola vintage" (purtroppo non più aggiornato da molti anni), in cui è stata postato l'elenco di ogni confezione della "Alma Giochi" redatto da Mariano Maresca, il fondatore della società.
Inserisco il tutto a fine post.

La caratteristica di questo posterone/catalogo fronte retro è che, oltre alla descrizione del gioco e il poter vedere cosa contenesse, le confezioni sono divise in base al grado di difficoltà del gioco di società, particolare che non rammento il altri cataloghi.


Per conto mio, in questi anni di ricerca, ho ritrovato solo quattro giochi in scatola della "Alma Giochi":
Guardie e ladri;
Alta finanza;
Il gioco delle regioni;
K21 Spionaggio internazionale.

Non ho mai giocato a nessuna di questi, ma li ho trovati tutti molto belli, con una corposa dotazione di pezzi e con molta inventiva, tanto che una parte di quelli a cui ho giocato io negli anni successivi, mi son parsi molto più banali.
A parte alcuni che paio un po' elementari, gli altri sarei molto curiosi di poterli vedere e valutare, perché le idee su cui si basano paiono molto buone dal punto di vista ludico.
Sinceramente io non ho nessuna memoria di confezioni della "Alma Giochi", per me son tutti delle scoperte, probabilmente, essendo l'azienda di Geneva, a Milano non arrivavano o arrivavano solo in alcuni negozi?

mercoledì 2 luglio 2025

Heidi, Goldrake e Mazinga: "Borsa Film: rassegna settimanale delle programmazioni cinematografiche" - "Giornale dello Spettacolo" da settembre a novembre 1978 (dati spettatori all'esordio al cinema)





"Borsa Film" era una rassegna settimanale presente all'interno del "Giornale dello Spettacolo" che dava conto di varie informazione dei film esordienti, tra queste:
gli spettatori dei film esordienti nei primi giorni di presenza al cinema;
i giorni di programmazione;
le città dove venivano proiettati;
la classifica dei risultati settimanali;
la classifica dei risultati complessivo.

Per diversi anni "Borsa Film" era una pubblicazione a sé stante, poi è confluita all'interno del "Giornale dello Spettacolo". Nelle ultime ricerche che ho effettuato ho consultato "Borsa Film" dell'annata 1978 in una bobina microfilmata a parte rispetto al "Giornale dello Spettacolo", riesumando semplicemente i dati degli spettatori e i giorni di programmazioni delle prime settimane di tre lungometraggi animati nipponici:
Heidi in città;
Mazinga contro gli Ufo Robot;
Heidi diventa principessa.

Non è il primo post che dedico agli spettatori che ebbe l'animazione cinematografica giapponese tra la fine del 1970 e i primissimi anni 80:


A cui si aggiunge la scoperta della mancata proiezione del primo film della "Yamato/Star Blazers":


Questa sopra è la pagina iniziale con gli spettatori al 3 settembre 1978 del numero del "Giornale dello Spettacolo" del 9 settembre 1978.

"Heidi in città" era considerata una produzione tedesca, immagino per l'azienda che ne deteneva i diritti in Europa (Beta GMBH, Monaco), anche se il regista non era proprio teutonico: I. Takamata, invece che Takahata...

Si noti che il film non aveva sale censite a Milano, ma i numeri degli spettatori, considerando che erano cinema "indipendenti regionali", non furono pochi.

"Mazinga contro gli Ufo Robot" presenta i dati dell'esordio di sole tre città, quindi un numero di spettatori molto minore.