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mercoledì 29 settembre 2021

"Paperopoli il grande gioco degli affari d'oro" - Mondadori (1973?)


Quante volte ho visto questa pubblicità sui Topolino, sbavavo per averlo, ma era destinato solo agli abbonati... uno dei primi casi di classismo in cui mi sono imbattuto...
Abitando io in palazzoni popolari, la possibilità di sottoscrivere un abbonamento ad una rivista non era neppure contemplata, la spedizione sarebbe stata asportata dalla casella, figuriamoci i Topolino!
Anche perché nella casella della posta non ci sarebbe entrato, ergo il postino avrebbe dovuto lasciarlo appoggiato sopra di essa, e sappiamo che ai tempi l'occasione faceva l'uomo craxiano o andreottiano, oggi forzaitaliota o leghista... i soggetti cambiano, le tentazioni no, ed intanto i Topolino scompaiono.

Da notare Paperone de' Paperoni che fuma il sigaro!
Prima di Lupin III a pubblicizzare il vizio del fumo ci furono i personaggi Disney, ma nessuno ebbe nulla da eccepire. Comunque io non mi feci influenzare né dagli americani né dai giapponesi  ^_^



Un'altra pubblicità in cui ci si imbatteva era quella che ti permetteva di scegliere tra il cartonato "I clamorosi colpi della banda Bassotto" e Paperopoli, a me è sempre sembrato che non ci fosse nulla da scegliere... era il gioco in scatola Mondadori ciò che si bramava. 
Non mi è chiaro se il regalo lo si riceveva al primo abbonamento o anche ad ogni rinnovo, nel qual caso avrebbe avuto senso scegliere il cartonato, ma solo alla quarta sottoscrizione  ^_^
Il testo ti allettava:
"Ecco l'ultimo, originale e impegnativo gioco che s'ispira a Paperon de' Paperoni, l'affarista per eccellenza. Paperopoli è il gioco della Borsa e degli investimenti. A ciascun giocatore vengono distribuiti soldi, schede e titoli azionari dei sei principali settori degli affari:
petrolio, industria, commercio, trasporti, credito, edilizia. 
Il gioco si sviluppa su una grande plancia illustrata da divertenti vignette disneyane: 
vincerà chi riuscirà per primo ad accumulare il capitale stabilito all'inizio della partita."

Da notare il termine "affarista" virgolettato, infatti non era propriamente un complimento, in Italia tali tipologie sono sempre abbondate, ma Paperone era un "affarista" accettabile, più o meno  ^_^
Guardando i pezzi visibili nella pubblicità qui sopra si può notare delle differenze rispetto al gioco reale, per esempio i titoli azionari erano diversificati da colori, mentre nella prima immagine sono tutti della stessa tonalità, come nel gioco che presento.
Anche i gettoni in plastica sono diversi, qui sopra si presentano rettangolari, mentre nella pima immagine e nel gioco sono quadrati. Magari era la versione del gioco solo per fare la pubblicità.
Come suggerisce il testo uno dei punti forti erano le vignette del tabellone (che mostro appena poco più sotto), peccato che la Mondadori non inserì anche le pedine con i personaggi della Disney, come, invece, faceva la Clementoni.


Quindi Paperopoli è sempre stato un gioco che desiderai molto, e quando in un paio di occasioni ebbi la possibilità di giocarci, divenne ancor più anelato. Non rammento molto, ma era divertente!
Dal nome lo si poteva confondere con un simil Monopoli, ma era nel contempo più tecnico, grazie alle azioni e ai movimenti di Borsa, e più "familiare", raccontava dinamiche della città dei paperi, che per noi era parte del vissuto quotidiano a fumetti.
Quando ho aperto la confezione in cui c'era Paperopoli sono rimasto sorpreso da quanto fosse piccolo, non rammentavo questo particolare: solo 40 cm X 25,5 cm!

Immagino che fosse stato pensato di questa grandezza limitata, rispetto alla media dei giochi in scatola del periodo, proprio per il fatto che sarebbe stato spedito all'abbonato, più compatto era, meno problemi avresti avuto con le poste italiche.



La mia sorpresa nel vedere una confezione tanto minuta è data dal ricordo del tabellone, che è grande, ma diviso in tre piegature, tra l'altro molto resistenti.
Spettacolare, colorato, pieno di vignette, appena aperto non vedevi l'ora di giocarci.

Il tabellone della Borsa era un altro tassello fondamentale per far percepire il gioco come qualcosa di simulativo, più che di arcade, chiaramente con i canoni meno simulatori del periodo.


La Mondadori riempi la piccola confezione di pezzi, merito a loro   :]



Come ho scritto sopra io ci avrò giocato solo un paio di volte, quindi non rammento molto, probabilmente, come era di consuetudine in cortile, neppure rispettammo il regolamento, inventandoci un po' di regole.
Comunque, leggendolo da adulto, parrebbe ben pensato, pare non lasci spazio ai dubbi, ben scritto.
Ho riletto più volte la riga in cui si spiega che alla partenza, se uno avesse totalizzato 1 col dado, sarebbe rimasto sulla casella n° 1... quindi la casella n° 1 andava "conquistata" e "contata", una regola non intuitiva.
Molto bella la dinamica del gioco in Borsa, peccato che tanti futuri yuppies non capirono che era solo una scommessa al buio...


La confezione che ho recuperato aveva ancora il tagliando di controllo, in generale, come si può vedere dalle foto, è praticamente intonsa, i pezzi sono ancora nei sacchettini con le graffette originali anni 70!

Sui bordi del coperchio ci sono i disegni di vari personaggi Disney, ma uno mi era sconosciuto...

Ringrazio Guido, esperto in tema Disney, per avermi rivelato che quello sopra è Moby Duck, proprio non lo rammentavo.


 

2 commenti:

  1. Cavolo, non l'avevo mai visto dentro, davvero bello.

    Unica pecca, vedendo la prima foto ("io mi sono arricchito così!") ho avuto un flash con la facciaccia di Scilvio nella stessa posa dello Zione, che pubblicizza "Fininvest: il grande gioco degli affari sporchi"!
    Scendi su di me, oblio misericordioso...

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    Risposte
    1. Secondo me oggi il termine "arricchito" non lo userebbero, troppo da multimiliardario alla Bezos e simili.

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