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domenica 15 dicembre 2019
"Apocalittici e Integrati: è opportuno censurare Goldrake?", di Giorgio Bini - "LG Argomenti" gennaio/giugno 1981
Proseguo con gli articoli della pubblicazione genovese "LG Argomenti", dopo "Non soltanto i giapponesi si servono del computer", scritto un po' delirante di fine 1987, ne posto uno dell'inizio 1981.
Dell'autore dell'articolo ho in tutto cinque scritti, compreso questo, gli altri quattro furono pubblicati tutti su "l'Unità", e non furono particolarmente pro cartoni animati giapponesi, fino ad oggi ne ho già postati tre:
Lettere dei lettori pro e contro Goldrake e soci - l'Unità e Radiocorriere TV 1979/80 (ad inizio post)
Goldrake torna in tv (secondi 25 episodi: 12-12-1978/ 12-01-1979), articoli di Repubblica, Corriere della sera, Stampa, l'Unità (a fine post)
"Lacrime giapponesi" - articoli de La Stampa (1979 e 1980), l'Unità (1981) e Il Giorno (1979) (a fine post)
Quindi si può affermare tranquillamente che Giorgio Bini, in modo del tutto legittimo, non apprezzava l'animazione seriale giapponese, e non lo nasconde neppure su "LG Argomenti", ma l'approccio interessante dell'articolo verte sulle due fazioni pro e versus i programmi televisivi per bambini. Quindi il soggetto non sono, per una volta i diseducativi anime, che comunque per il giornalista sono delle "porcherie", ma gli adulti che si schieravano a favore o contro la libertà dei bambini di guardare ciò che gli garbava.
Le due fazioni sarebbero quelle degli "Apocalittici", totalmente contrari a far guardare la tv ai bambini, e quelle degli "Integrati", totalmente favorevoli a lasciare il libero arbitrio ai figli, ovviamente per programmi adatti alla loro fascia di età.
L'idea di questo articolo nasce dal, a quanto pare, caloroso dibattito che avvenne in una biblioteca in occasione della presentazione del saggio "Da Cuore a Goldrake, esperienze e problemi intorno al libro per ragazzi ", che invece di concentrarsi sull'editoria per ragazzi (tema del saggio), virò sui programmi televisivi per ragazzi, con conseguenti polemiche sulla pericolosità mortale dei cartoni animati giapponesi.
Mi permetto di anticipare le conclusione del giornalista:
"P.S. Per caso ciò significa censurare Goldrake?
Dovrebbe significare prima di tutto che alcuni signori che spendono i quattrini del popolo sovrano (della Rai) a far compere in Giappone dovrebbero essere licenziati o trasferiti in portineria a viale Mazzini. Quanto alla censura, diciamo che ci vorrebbe una politica culturale seria (politica: cioè comportamenti pubblici, controllabili) e maggior rispetto per l'infanzia.".
Stante che, alla fine, non ho ben compreso se Giorgio Bini, che scriveva regolarmente su "l'Unità" fosse a favore o meno della censura sui programmi per bambini, il dilemma neppure si sarebbe posto, perché Heidi e Goldrake (i primi anime ad arrivare sui canali Rai) non si dovevano neppure comprare, ergo non li avremmo mai visti ^_^
La censura non andava fatta a valle, cioè censura televisiva, ma a monte, censura di acquisti... non solo, i colpevoli di questo scempio, cioè Nicoletta Artom, Sergio Trinchero, Paola De Benedetti, Massimo Gusberti e Massimo Fichera dovevano essere licenziati in tronco ^_^
Meno male che Giorgio Bini non lavorava alla Rai 2!
Nell'articolo si possono leggere un sacco di ragionamenti colti, si tirano fuori citazioni dotte, ma lo scopo ultimo era la censura... pare proprio che una larga fetta degli adulti di allora non si rendesse conto di quanto smorti fossero i programmi per bambini e ragazzi prima dell'avvento dei cartoni animati giapponesi.
Buona lettura.
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