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mercoledì 19 novembre 2025

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 28 ottobre 2025


Con una quindicina di giorni di ritardo rispetto a quando mi è arrivato, faccio questa tardiva recensione.
In fondo il concetto di ritardo e "Nippon Shock Magazine" sono un po' sinonimi  ^_^
E' un numero monografico su "Daitarn III", direi più che soddisfacente, come sempre c'è la parte di analisi sulla trama, sui contenuti, poi le schede sui vari autori, il mecha, il manga, il merchandising, modellini, etc., ma quello che ho trovato più premiante è il gruppo di contenuti, presi tutti assieme, sulla parte musicale, dalle BGM alla sigla italiana.
Il numero è aperto dagli scritti di Jacopo Mistè, sempre dettagliati, e che non risparmia critiche, assieme agli encomi, ad una serie da "vecchio super robottone" (ergo non "real robottone"). 
Il fulcro della sua critica mi è ormai abbastanza chiara, spesso ribadito, magari potrebbe concentrarsi di più sugli anime robotici che apprezza maggiormente, serie più realistiche   :]
Spesso ho letto che Haran Banjo viene considerato vendicativo e senza scrupoli quando si tratta di combattere i Meganoidi, ma cosa avrebbe dovuto fare?
Se uno decide di diventare Meganoide è pur sempre una scelta libera, ma quando rapisci delle persone per trasformarle in androidi, glielo si può lasciar fare?
Qualcuno che lo impedisca con le cattive o con le molto cattive, direi che sia necessario.
In una parte dello scritto viene effettuata una mini seduta psichiatrica a Banjo, secondo me sono slanci un po' troppo fantasiosi.
Come un po' fantasiosa e forse off topic mi è parsa l'analisi del "direttùr" sull'ideologia dei Meganoidi e la situazione politica mondiale moderna. 
Nel caso, forse, preferisco comprarmi Limes, se devo leggere di geopolitica  :]
Interessante la parte riguardo alle fonti nipponiche di cui si è persa traccia, in cui ci sarebbero svelate le origini di Don Zauker, Koros e dello stesso Daitarn 3. Peccato che manchi la fonte a cui far riferimento.
Averlo scritto potrebbe essere uno stimolo verso chi conosce il giapponese per scartabellare vecchie riviste alla ricerca di queste fanzine nipponiche, in cui Tomino rivelerebbe queste informazioni mai più riportate/dichiarate in seguito.
C'è da dire che a pagine 37, un altro articolista. specifica che l'identità di Don Zauker sia sconosciuta.
Interessante anche la parte su Kunio Okawara e il mecha di "Daitarn III", in cui sono riportati vari stralci di interviste.
Nell'articolo "Due nomi per un solo eroe" viene spiegato (ipotizzato?) il perché ai tempi Haran Banjo venne fatto passare per Joe Tempesta nelle brochure ufficiali della "Doro TV", a me è parsa una spiegazione ragionevole.
Sono presenti le interviste a Vince Tempera e ai fratelli Balestra, tutte molto piacevoli da leggere.

domenica 16 novembre 2025

Enciclopedia degli Anime - volume 1 1963/1979



TITOLO: Enciclopedia degli Anime - volume 1 1963/1979
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 112
COSTO: 18
ANNO: 2025
FORMATO: 27 cm X 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788885457768


Faccio un premessone  :]
Nei film hollywoodiani a tema processo/giustizia (legal drama), talvolta si vede l'avvocato (sia della difesa che dell'accusa) chiedere al giudice di poter trattare il teste in maniera più rude, in quanto si sta dimostrando reticente/ostile.
Ecco, questa mia recensione sarà un po' rude  :]
Da dove comincio?  >_<
Se questa libro fosse stato pubblicato da qualsivoglia altra casa editrice italiana, avrei avuto da eccepire solo sulle lacune del volume, ma essendo la casa editrice la "Kappalab", si sommano alcune ulteriori lagnanze.
Stante che i "Kappa Boys" vanno solo encomiati per la lor opera divulgativa che perdura da decenni, compresi gli anni in cui non esisteva il comodo web né decine di libri in italiano sugli anime, mi pare che oggi si potrebbe scherzosamente storpiare il loro nome in "Kappà Boìs", con accenti alla francese, visto che traducono in gran parte libri pubblicati in Francia... con tutto il rispetto per i cugini, ma a me che baguette me ne importa di come i francesi vedono gli anime? Quanto mi interessa?
Quando leggo la saggistica nostrana noto nomi di studiosi stranieri che si ripetono spesso, tipo quello di Sharon Kinsella, mi piacerebbe che qualcuno traducesse qualcosa di suo, non libretti in francese.
I "Kappa Boys" sono gli autori, nel lontanissimo 1994, di una delle pietre miliari dei titoli sugli anime, l'unica fonte esistente in italiano prima di internet: 

Sempre i "Kappa Boys" nel settembre 2021 pubblicarono l'edizione riveduta ed ampliata, in un primo volume:

Siamo a novembre 2025 e del secondo volume non ho trovato traccia sul web (è anche vero che io non ho accesso ai social...), quando verrà pubblicato?
Sul sito della "Kappalab", però, il primo volume è ancora in vendita ( link ), quindi presumo che il progetto di un secondo volume sia ancora in lavorazione, altrimenti sarebbe un po' antipatico vendere un primo volume di un secondo non più previsto (almeno avvisare l'acquirente).
E qui nasce una delle mie lagnanze: 
ha senso per una casa editrice mettersi a pubblicare una serie di volumi "enciclopedici"(?) francesi sugli anime così poco approfonditi e con varie lacune, quando si sta portando avanti la pubblicazione di una "Guida sull'animazione" italiana, al contrario, estremamente dettagliata?

Secondo me, no, almeno lascia assai spiazzati i lettori/acquirenti, o almeno ha lasciato interdetto il sottoscritto...
In Francia questa "enciclopedia degli anime" ("enciclopedia", termine ormai stra abusato...) è giunta al sesto volume, con periodo temporale fino al 2007:

Tra l'altro, per chi mastica il francese, sul sito linkato sopra c'è l'offerta di tutti e sei i volumi a soli 49 euro!  ^_^
Stante questo mio personale punto di partenza, ed essedo le due pubblicazioni della medesima casa editrice, la mia recensione le metterà anche a confronto:
Enciclopedia degli Anime volume 1 63/79  VS  Anime, guida al cinema d'animazione 58/69

Intanto in questa "enciclopedia" francese, rispetto alla "guida" nostrana, si parte dal 1963, invece che dal 1958.
E il 1958, 1959, 1960, 1961 e 1962?
La "guida" nostrana per gli anni dal 1958 al 1962 riporta 15 dettagliate schede, che non paiono molte, ma che occupano ben 25 pagine di approfondimento!
Paragoniamo, ora, lo spazio numerico (assolutamente non il numero di righe di approfondimento) dedicato alle schede nel periodo temporale in cui i due volumi si sovrappongono temporalmente, cioè dal 1963 al 1969:
ENICICLOPEDIA FRANCESE                                           GUIDA NOSTRANA
1963 = 10 schede                                                                   1963 = 12 schede 
1964 = 5 schede                                                                     1964 = 18 schede
1965 = 16 schede                                                                   1965 = 33 schede
1966 = 10 schede                                                                   1966 = 20 schede
1967 = 28 schede                                                                   1967 = 30 schede
1968 = 18 schede                                                                   1968 = 30 schede
1969 = 21 schede                                                                   1969 = 36 schede
TOTALE = 108 schede                                                          TOTALE = 179 schede

Vostro onore ho terminato... anzi no... le schede della "enciclopedia" non sono sempre in ordine cronologico, magari dopo tot schede di un anno specifico, te ne trovi una di un anno antecedente, l'ho notato tre volte... come se si fossero accorti dopo della dimenticanza e l'avessero aggiunta, oppure... oppure c'è un refuso... un refuso dell'anno... un refuso dell'anno di produzione in una pubblicazione che si fregia di essere enciclopedica...

venerdì 14 novembre 2025

Manga Academica vol. 18, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese



TITOLO: Manga Academica vol. 18, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 155
COSTO: 16,50 
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133767


18 volumi in 18 anni!
"Manga Academica" è diventata maggiorenne!
Quasi mi commuovo... ricordo ancora l'anno della sua nascita, i primi passetti, l'inizio della scuola... e ora può votare! (oddio... poi dipende dal voto...)
Può fare la patente! (oddio... dipende da come guida...)

Comunque mi auto cito dalla prima recensione:
In pratica questa collana (siamo al volume 1) vorrebbe essere, e speriamo che sia, una pubblicazione delle tesi e degli articoli relativi a convegni e a conferenze sui manga e gli anime. Tesi ed articoli che altrimenti rimarrebbero relegati a pochi. Un'idea meritoria che mi auguro continui.

Direi che il mio auspicio è stato più che confermato, l'idea meritoria si è consolidata in un impegno costante, passando dalla sola annuale "Manga Academica" ad altri 17 titoli di saggistica inerenti manga, anime e cultura giapponese.
In un mondo editoriale dove chi pubblicava saggistica a tema si  è un po' perso, oppure ha chiuso i battenti, anche se altri editori si stanno affacciando (vedi Dynit), la "Società Editrice La Torre" mantiene il suo impegno, ed anche se talvolta non capisco proprio tutto quello che pubblicano (sob...), almeno pubblicano saggistica non banale.


Quello che spesso non capisco degli appassionati di animazione giapponese, che in una parte non minoritaria pensano di sapere tutto di tutto, è come possano non avere tutti e 18 i volumi pubblicati fino ad oggi.
C'è da dire che, purtroppo, i tanti volumi pubblicati dalla "Società Editrice La Torre" non vengono distribuiti nelle librerie, in primis da Mondadori e Feltrinelli, cosa che permetterebbe di allargare di molto la platea dei potenziali interessati.
Resta che i 18 volumi di "Manga Academica", più tutti gli altri saggi della casa editrice, fanno la loro bella porca figura sulla libreria   ^_^
Come al solito a fine post c'è il dettagliato indice del saggio.

Il primo contributo indaga le riviste nipponiche che, dai loro esordi, pubblicarono manga. Ovviamente i primi "manga" non erano quelli attuali, ma semplici strisce a fumetti.
L'autore riassume le varie tesi su come e quando si possa far risalire la nascita della prima pubblicazione manga, per poi passare al fulcro dell'analisi, iniziando con le riviste a fumetti introdotte dagli Occidentali tra il XIX e il XX secolo.
Ovviamente si parte con "The Japan Punch" del 1862, la prima rivista a fumetti pubblicata in Giappone, seppur in inglese, edita da un Occidentale. Mentre la prima rivista a fumetti in giapponese fu "Tobae" nel 1887, a cura di un francese.
Man mano si arriva al dopoguerra, prendendo in esame tre riviste, una per ragazze e due per ragazzi:
Nakayoshi (1955);
Weekly Shonen Sunday (1959);
Weekly Shonen Jump (1968).

Come valutazione del modificarsi dei contenuti di queste testate vengono utilizzate le copertine, che nel tempo cambiarono i soggetti mostrati.
Non ho capito perché nel titolo del contributo si scriva "questa tesi eversiva", se fosse quella dovuta alla valutazione delle copertine, non mi pare tanto campata in aria... oppure non ho capito nulla  :]

Il secondo contributo è incentrato su "Sailor Moon", spiegando la parabola dei telefilm made in Usa che la anticiparono e che influenzarono anche il Giappone negli anni 70, per poi essere a loro volta influenzati di nuovo da "Sailor Moon".
Le serie tv statunitensi prese in esame sono più di una, ma quelle più citate sono "Wonder Woman" (sempre sia lodata Linda Carter) e le "Charlie's Angels", che non avevano come protagoniste ragazze studentesse, ma donne, però erano l'emblema del nuovo "female hero" statunitense.
I due telefilm sopra citati li vedemmo anche noi tra la fine degli anni 70 ed i primissimi anni 80, e furono indubbiamente una novità.
Inoltre è trattata la serie degli anni 90 che ripropone il concetto di "bella ragazza combattente" ("sento bishojo"), "Buffy", di cui non perdevo un episodio (anche grazie al VHS), mentre l'altra serie analizzata, "The Powerpuff Girls", la conosco solo per nome, essendo un pelino fuori target :]
Segnalo che l'autore di questo contributo si era già cimentato nella tematica "Sailor Moon/USA" nel saggio "Nel nome della Luna - Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon", pubblicato sempre in questo 2025.

mercoledì 12 novembre 2025

Goldrake U, il guardiano del pianeta blu



TITOLO: Goldrake U, il guardiano del pianeta blu
AUTORE: Fausto Avaro
CASA EDITRICE: Nippon Shock Edizioni
PAGINE: 236
COSTO: 23,90€
ANNO: 2025
FORMATO: 24 cm X 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791282300049


Penso che solo il reboot (io li chiamavo remake) di "Atlas Ufo Robot", a pochi mesi dalla sua messa in onda italica, poteva godere di un suo libro specifico, seppur contenente continui richiami alla vecchia serie. Negli anni abbiamo visto un sacco di reboot di vecchi anime, specialmente del solito Nagai (ormai a suo nome ci sono solo quelli...), ma libri che le analizzano non ne rammento.
Da poco ne ho postato uno sul "Gaiking", però è più incentrato sul vecchio anime che sul reboot, che comunque è del 2005. 
Quindi questo "Goldrake U" è l'ennesima dimostrazione, se ancora fosse necessaria, che "Atlas Ufo Robot" qualcosa ci ha lasciato, non per nulla ancora resiste su Rai 2 ogni domenica alla 19:00!
Nell'introduzione viene accennato che lo scopo del libro, oltre ad analizzare "Goldrake U", è quello di dimostrare che le due serie "Atlas Ufo Robot" e "Goldrake U" non siano poi così distanti.
Sempre nell'introduzione, e poi più avanti nel libro, si fa cenno alla controversa accoglienza degli appassionati italici alla messa in onda di "Goldrake U".
Personalmente "Goldrake U" non mi è piaciuto, ma non per questo l'ho considerato blasfemo... solo chi non è abituato a fruire di moderna animazione seriale nipponica, può dare giudizi tanto assurdi.
Il livello di coinvolgimento è stato tale che, dopo l'unica visone sulla Rai, non rammento pressoché nulla di "Goldrake U", anche perché (come capita spesso negli anime attuali) in sole 13 puntate gli autori nipponici cacciano dentro un sacco di argomenti e sotto trame, che poi fatichi un po' a metabolizzare...
Il libro presenta obbligatoriamente numerose immagini di medio piccola (o molto piccola) fattura (in bianco e nero), in quanto il nuovo Goldrake e costantemente messo a confronto con quello vecchio.
Da annotare il dettagliatissimo sommario (a fine post), che permette di valutarne il contenuto indipendentemente dai vaneggiamenti di chi scrive   ^_^
Anche i sottotitolo aiuta a capire il contenuto del saggio:
"Approfondimenti sul reboot del grande classico e riscoperta della serie anni settanta"


Qui sopra un esempio di come sia strutturato il saggio.
Il primo capitolo illustra il lancio di "Goldrake U" e la prima trasmissione in varie nazioni, tra cui, ovviamente, l'Italia.
Vengono segnalate alcune discrepanze tra l'adattamento italico, che nasce (di nuovo) dal materiale francese tradotto dal giapponese, e la versione originale nipponica.
Nel secondo capitolo sono presentati dettagliatamente i personaggi buoni e cattivi della serie, con annesse le differenze e le similitudini con la serie classica.

martedì 11 novembre 2025

Ken il Guerriero - La grande anatomia


TITOLO: Ken il Guerriero - La grande anatomia
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Yamato Edizione
PAGINE: 130
COSTO: 30 €
ANNO: 2025
FORMATO: 28 cm X 22 cm
REPERIBILITA': disponibile in Yamato Shop
CODICE ISBN: 988889973240


Il sottotitolo recita "La guida completa all'universo di Hokuto per il 40° anniversario di Ken il Guerriero!!".

Dal 2022 la "Yamato Video", con l'etichetta più specifica "Yamato Edizioni", sotto Natale ci ha abituato alla pubblicazione di mook nipponici tradotti in italiano, quindi informazioni bollinate dalle case editrici/produttrici nipponiche ed immagini di qualità.



In questo 2025, oltre al mook di "Ken il guerriero" qui recensito, verrà pubblicato a dicembre "Lupin the 3rd - Anatomia dell'anime" (non vedo l'ora di poterlo sfogliare e leggere!).
Quando nel 1987 "Ken il guerriero" venne trasmesso in Italia io ero già un po' grandicello, quindi non mi fidelizzai, ogni tanto mi guardavo una puntata, pur capendoci poco.
Sarebbe tra gli anime che vorrei vedere, ma son troppi episodi... per lo stesso motivo non mi imbarco nella rivisione di "Maison Ikkoku".
Ovviamente non ho mai letto il manga, ma non riesco a resistere all'acquisto compulsivo di materiale di questo genere  :]
Ho sempre sentito e letto lamentele degli appassionati inerenti il fatto che queste pubblicazioni nipponiche non godevano mai di trasposizioni in italiano, ed ora che ci sono, non le si compra?  ^_^
Inserisco due scan del contenuto interno, tanto per rendere l'idea della bella fattura grafica, a cui seguono le solite scan dell'indice, in modo che, chi conosce il manga, possa valutarne il contenuto.
Mi pare di aver intuito che il mook si concentri solo sul manga, spero di non aver scritto una cavolata :]


Di seguito l'indice, dove si noterà che nella pagina di destra ci sono le pagina dalla numero 65, mentre nella pagina di sinistra dalla numero 4.
Mi sa che c'è stato qualche inconveniente nel ribaltamento delle tavole dal giapponese all'italiano.

lunedì 10 novembre 2025

Ultimate Anime, 100 capolavori dell'animazione giapponese


TITOLO: Ultimate Anime, 100 capolavori dell'animazione giapponese
AUTORE: Joe O' Connor
CASA EDITRICE: Moebius
PAGINE: 304
COSTO: 42 
ANNO: 2025
FORMATO: 29 cm x 22 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791256920433


Gran bel volume estetico e tattile (il titolo "Ultimate Anime" in verdino è incavato rispetto alla copertina rigida), non apporta nulla alla saggistica a tema anime, non essendo saggistica, ma l'acquisto è quasi obbligato, oppure da regalare per Natale, che mi pare lo scopo originario della pubblicazione.
Quando un libro seleziona un tot numero di anime sulla moltitudine infinita prodotta fino ad oggi, in questo caso solo 100 schede, è ovvio che le scelte siano opinabili, anche molto opinabili.
Dei 100 anime presenti ne ho visti solo 36, pensavo di più, ma in fondo il 36% non è malissimo   :]
Oltre alle schede su serie e film, sono presenti degli approfondimenti sui generi, sugli studi di animazione e sugli autori.
Di nuovo, nulla è apportato in più rispetto a quello che si può trovare già pubblicato in saggistica, anche per l'estrema scarsità dello scritto, ma come regalo ad una persona curiosa della tematica può andar più che bene.
Ci sarebbe da disquisire, invece, sulla possibilità legalmente materiale di andarsi a recuperare i titoli che non si è visti.
A me manca la visione del 64% delle serie e film presentati, dove me li vado a comprare?
Qualcosa sarà anche disponibile, ma soprattutto per le serie più nuove, come le posso reperire?
Il costo del volume è altino, ben 42 euro, ma mi pare meno costoso della controparte anglosassone, che è sui 50 euro... inoltre mi pare proprio che la copertina italica sia molto più bella di quella originale.
All'interno del libro è enfatizzata con un bel punto esclamativo la presenza di ben 1000 immagini, per me resta sempre un minus, però son punti di vista   :]


Ovviamente non ci sono e non ci potevano essere riferimenti alla trasmissione italiana di questi anime, vengono solo adattati i nomi per le versione nostrane, quindi si leggerà "Actarus" etc.
Ogni scheda presenta una sinossi minimale, qualche dato dell'anime e presenta dei numeri (li ho cerchiati con dei colori. Questi numeri non sono altro che pagine dello stesso libro che hanno attinenza con la scheda.
Quando ho sfogliato il libro sono rimasto colpito dal fatto che fosse presente "Ufo Robot Goldrake" e non "Mazinga Z", che è il capostipite del genere mecha per come lo conoscemmo nel 1978.
Ho pensato che per l'edizione italiana avessero aggiunto qualche scheda per essere in sintonia con i gusti degli appassionati italici, togliendone altre, ed invece...

domenica 9 novembre 2025

Gaiking, la leggenda continua

TITOLO: Gaiking, la leggenda continua
AUTORE: Giovanni Lazzini
CASA EDITRICE: Reika Libri
PAGINE: 269
COSTO: 25 
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280925480


Il sottotitolo, che non ho inserito nel titolo del post perché un pelino lunghino, recita:
"Dalle origini al vero creatore della serie. Dalla rottura tra Go Nagai e Toei Animation fino alla serie reboot del 2005"

L'autore nel 2011 scrisse il 13esimo volumetto della collana “I love anime”, proprio sul Gaiking (fatto annotato in questo libro):

Temevo fosse una mera riedizione di quello, infatti pensavo di far causa a Massimo Nicora che me lo ha sottoposto, invece è un riedizione grandemente aggiornata, molto più ampia e con molte più informazione. Basta citare il numero di pagine, da 123 con molte immagini della "Iacobelli" a 269 con poche immagini di questo.
Ovviamente una parte del materiale, quello sulla vecchia serie del "Gaiking" prende spunto, giocoforza, dal volume della "Iacobelli".
Il "Gaiking" non è tra le serie più famose o amate arrivate in Italia, anche perché ai tempi manco venne trasmesso per intero... subendo il fato del "Getter" e del "Gakeen", infatti il "Gaiking" (assieme al "Gakeen") lo recuperai appena mi fu possibile (economicamente) in VHS originali della "Yamato Video" per scoprirne finalmente il finale mai visto...
Nei punti del saggio in cui si descrivono dati tecnici, armi, personaggi etc., si entra in modalità "Encirobot", questa non è una critica, ma una semplice constatazione, visto che quel sito è perfetto (con tutti i suoi errori, ma perfetto come idea), è giusto replicare un sistema che funziona.
In molte parti dello scritto si fa riferimento a fonti nipponiche cartacee tradotte per questo libro.
Il saggio si divide essenzialmente in due parte, quella sul vecchio "Gaiking" e quella sul reboot del 2005, pressoché ignorato nel libro del 2011.
Ho notato più di una volta una certa ripetitività, trama, esempi o concetti di una puntata o dei personaggi ribaditi in diversi capitoli, ma già esplicitati in uno precedente.
Nel primo capitolo viene illustrata la base della trama della serie, il tutto in maniera dettagliata e comprensibile. Come esempio posso citare la spiegazione dell'adattamento italico non corretto per il terzo episodio, in cui si perde il motivo del sacrificio dell'alieno 803.
Il secondo capitolo, a mio modo di vedere, mette assieme troppi argomenti in poche pagine:
doppiaggio, sigle, videogiochi, trasmissione in Italia e nel resto del mondo.
Il terzo capitolo si occupa dei cinque manga tratti dall'anime, quindi successivi, visto che il "Gaiking" è un'opera originale della "Toei Animation" non nata da un manga. 
L'autore li definisce, correttamente, "comicalize" e ne riporta numerose informazioni.
Il quarto capitolo contiene una breve spiegazione del concetto dei buchi neri usato nella serie.
Il quinto capitolo descrive le varie figure dei cattivi, ciò implica, in alcuni,casi, le ripetizioni che annotavo sopra, nonostante si sia solo a pagina 33.
Per esempio chi fosse "Darius il grande" o i "Grandi 4" era già stati riportato un paio di volte nelle pagine precedenti.
Nel sesto capitolo sono elencati gli aspetti innovativi del genere robotico presente nell'anime, tra questi la base mobile, cioè il "Drago Spaziale" (all'italiana).
C'è una cosa che non ho mai capito, ma se il "Drago Spaziale" è la prima base mobile degli anime robotici, la grotta/caverna dove il "Drago Spaziale" ha la sua sede e dove viene riparato, è la base della base mobile?
Io da bambino consideravo il "Drago Spaziale" più come una astronave, che come una base mobile, tipo la "Divina Libertà" del "Gakeen".
Nel settimo capitolo sono illustrati i personaggi buoni, ognuno di essi è raffrontato con ognuna delle cinque versioni dei "comicalize/manga"!
Quindi si potrà apprezzare le varie modifiche dei personaggi tra l'anime e le varie versioni cartacee.
Anche in questo capitolo le ripetizioni non mancano.



sabato 8 novembre 2025

"Goleador" - "Harbert" (1973/74)


Concludo questo trittico di calcio in versione giochi in scatola con il "Goleador" della "Harbert", che faceva parte della tipologia più simulativa, mentre i giochi in scatola classici li considerò più sul versante arcade, se si vuole fare un paragone con i videogiochi.
Con "Goleador" segnavi veramente, non immaginavi di segnare... con "Goleador" prendevi il palo veramente... con annesse imprecazioni  :]
Il gioco della milanesissima "Harbert" ti trasmetteva le medesime sensazioni del "Subbuteo" o del "Football Mondial Arcofalc", cioè quelle del bigliardino, direi il capostipite di questa tipologia di gioco del calcio simulato.
Essendo il nome "Goleador" un termine generico, ai tempi venne usato per più giochi a tema calcio, in primis dalla stessa "Harbert", che lo sfrutto anche per "Goleador Derby" e "Goleador Super Star", generando un po' di confusione.
A dimostrazione di quanto replicassimo il calcio ludico nel nostro tempo libero, a fronte di un calcio televisivo pressoché inesistente (all'opposto di oggi...), si possono consultare i seguenti post di giochi ispirati al calcio, tutti del medesimo periodo temporale:

La datazione del gioco è abbastanza semplice, in quanto sulla confezione è riportata la scritta "Autorizzazione della Lega Nazionale Professionisti della FGCI del 13-2-1973"
(Un'immagina ingrandita della dicitura è a fine post)


        


Il gioco era divertentissimo, ci passammo interi pomeriggi a sfide infinite. 
Inoltre, rispetto ad altri, per esempio gli omini del "Subbuteo", era più resistente, anche se non indistruttibile. Quando uno schiacciava con una mano uno dei calciatori, appoggiandocisi con tutto il peso del copro, si piegava...


Dal numero 1 del gennaio 1974 di "Nuova Rivista Giocattoli" della "Assogiocattoli" si ha una ulteriore conferma della datazione della confezione.
Si noti che il testo della pubblicità non era indirizzata, ovviamente, ai bambini, ma ai negozianti/grossisti.
Un po' rimpiango quando la presenza di un testimonial di una squadra avversaria non mi impediva assolutamente di farmi comprare un gioco sul calcio, oggi sarebbe improponibile... (becerume del calcio)
Comunque alla "Harbert" ebbero la saggia idea di far indossare al testimonial un anonimo maglioncino, così magari i padri sganciavano la pecunia con meno dolore   ^_^

martedì 4 novembre 2025

"La Coppa del Mondo" - "Giochi Mattel" (1978)


Proseguo la carrellata dei giochi, in scatola e non, dedicati al calcio con quello ufficiale de "La Coppa del Mondo" di "Argentina 78" della "Giochi Mattel", i precedenti post:

Non starò a ripetere tutti i concetti già espressi qui sopra sui giochi in scatola ispirati al calcio, ma resta il concetto che ai tempi il calcio occupava la gran parte della nostra vita ludica. Tra raccolte di figurine, partite in cortile (o per i più bravi in qualche società giovanile), calcio simulato in varie maniere, giochi in scatola e i primordiali giochi elettronici, il pallone era una costante che ci accompagnava tutto l'anno, all'aperto ed in casa.


Nel precedente post mi ero occupato di un gioco poco conosciuto, "Foot-Ball il gioco del calcio giocato a dama", mentre stavolta tocca ad uno che ai tempi venne stramega pubblicizzato, visto che si poteva fregiare dei due loghi ufficiali del mondiale argentino del 1978 ed era prodotto dal colosso "Mattel".
Qui sopra la pubblicità presente sul "Topolino" numero 1178 del 25 giugno 1978, dove viene specificato che questo gioco di società sul calcio era l'unico che poteva utilizzare i due simboli ufficiali della competizione argentina.
A memoria ci giocai poche volte, lo aveva qualcuno in cortile oppure un compagno di classe, non ricordo con precisione, non era brutto, o almeno la mia sensazione attuale non è negativa, ma rammento veramente poco per dare un giudizio ludico veritiero.
Ho poca memoria del mondiale della giunta militare argentina, era praticamente il mio primo mondiale televisivo, ho dei flash di Cabrini che si esalta sulla fascia, di Zoff, dell'Olanda e dell'Argentina un pelino favorita (chissà come mai...), ma potrebbero essere ricordi generatisi successivamente. 
Il mio primo mondiale è ovviamente quello del 1982 ed il primo vissuto massivamente in televisione è l'Europeo del 1984 con Platini devastante  ^_^
Quindi il mondiale argentino mi sarò accontentato di replicarlo al "Subbuteo" o con questo gioco della "Giochi Mattel"   :]


Ho impiegato parecchi anni per trovare una confezione che fosse, nel contempo, tenuta bene, completa e non costasse uno sproposito, in quanto la dotazione è abbastanza corposa, ed essendo i calciatori fatti in cartoncino, risulta facile che si perdano o rompano.
Questa venne giocata poco, e i miei coetanei ex proprietari erano di certo molto più ordinati di me, in quanto rimettevano i calciatori dentro le relative fustelle di cartoncino!

domenica 2 novembre 2025

"Foot-Ball il gioco del calcio giocato a dama" - Isat (metà anni 70)


Quando ho visto questa confezione mi si è acceso nel cervello un neurone mnemonico, uno dei pochi sopravvissuti...
"Lo avevo!"   ^_^

Totalmente obliato, non perché fosse un brutto gioco, anzi, mi piaceva un sacco, semplice, divertente e, soprattutto, sul calcio, il "nostro" gioco preferito in cortile e a casa!
Non che tutti i compagni di gioco in cortile o i compagni di classe fossero appassionati di calcio, ma praticamente tutti svolgevano attività ludiche legate ad esso.
Magari non tifavano una squadra, non facevano l'album della "Panini", ma giocavano a "Subbuteo", oppure giocavano alle interminabili sfide a calcio o a "tedesca".
Senza contare le infinite varianti calcistiche dei giochi in scatola o dei successivi giochi elettronici di calcio.
In pratica, in un'epoca in cui il vero calcio giocato lo vedevi solo allo stadio, durante gli eventi delle nazionali di calcio o in qualche partita infrasettimanale di coppa trasmesso dalla televisione oppure a "90° minuto", le declinazioni ludiche del football erano ennemila.
Strano, oppure non tanto, che oggi, che il calcio giocato imperversa ad ogni orario ed a quasi ogni giorno della settimana, molti bambini non vi si appassionino per nulla.
Non è questo il primo post che dedico ad un gioco ispirato al calcio, tanto per far capire quanto il football simulato ci attirasse, ecco i post precedenti:


Ho faticato un poco a datare "Foot-Ball il gioco del calcio giocato a dama", in quanto non è presente neppure nel Dizionario dei giochi da tavolo (seconda edizione). Sono abbastanza certo che mi venne comprato alla Standa o all'Upim, luogo frequentato dalla mia famiglia per fare la "spesa grossa", il ricordo è corroborato dalle informazioni che ho trovato consultando due miei cataloghi di giocattoli non ancora postati.
L'azienda che lo produceva era la "Isat", che non era famosa quanto la "Editrice Giochi", la "Clementoni" , la "Mattel" etc., e non metteva in commercio (io non ne ho) suoi cataloghi di giocattoli.
Per quanto riguarda la datazione della confezione, rimando a fine post.
Si noti come il contenuto della confezione era riportato in quattro lingue, in modo da poterlo esportare.
Un altro motivo che mi ha spinto all'acquisto è che la scatola presentava ancora il blister plastificato, dopo 50 anni!
L'esterno è leggermente usurato, ma l'interno è intonso!
Quindi ho potuto anche espletare un "Unboxing Vintage" di un cinquantennio!!!   ^_^


Blister da sfilare con delicatezza  :]