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giovedì 28 dicembre 2023

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 14 novembre 2023


Affronto subito la questione più lapalissiana:
no, non ho sbagliato a titolare il post.
si, questo è il numero 14 di novembre 2023, ma è arrivato nella mia edicola il 21 dicembre 2023.

Di certo la rivista avrà più difficoltà di distribuzione rispetto alla potente macchina da guerra Sprea, però questa non è la prima volta che il numero di un mese specifico viene rilasciato il mese successivo, in un caso venne addirittura saltato un mese.
Verrà saltato anche dicembre?
Posso immaginare di si, ormai siamo al 28 dicembre.
Da precisare che in questo numero 14 di novembre 2023 non è presente la dicitura "novembre/dicembre", quindi questo è solo il numero novembrino.
Mi chiedo come gli abbonati prendano il salto di uno o due mesi/numeri.
Di norma cerco di affrettarmi il più possibile nella recensione di una rivista, stante gli impegni lavorativi e di altro, ma stavolta me la sono presa abbastanza con calma, in media con la casa editrice  :]
Altra solita questione antipatica, che denota, a pensarci bene, anche una mia scarsa furbizia...
I primi numeri contemplavano anche i manga, motivo per il quale io smisi di acquistare la rivista, dato che non vi ero interessato, con i manga il numero di pagine della rivista superava poco più le 140 ad un prezzo di 9,90€.
In copertina si noterà che viene enfatizzato "NUMERO SPECIALE! 106 PAGINE!", solo che a casa mia 106 pagine sono meno di "più di 140", specialmente se il prezzo è rimasto inalterato a 9,90€...
E qui nasce la mia considerazione autocritica sul mio basso livello di furbizia:
avevo smesso di comprare una rivista di più di 140 pagine a 9,90€ per ricominciare a comprarla quando le pagine sono diminuite di circa il 25%, ma il prezzo non è sceso del 25%... sono un genio... del male, ma sempre un genio resto...
Spero che gli abbonati abbiano avuto un qualche sconto.



Il numero ha un mega speciale sul "Grande Mazinga", serie che merita ampiamente tale attenzione, la redazione ha cercato di illustrare l'anime da varie angolazioni non comuni, e direi che ci è riuscita, sempre tenendo conto del fatto che ormai sui robottoni classici si scrive dagli anni 90   ^_^
Sono presenti altri approfondimenti, per esempio la seconda parte su "Lupin III", ma è con la giacca rossa (mi ero perso la rima parte sul Lupin in giacca verde), e dato che esiste solo il primo Lupin, lo annoto solamente.
L'altro approfondimento più corposo è su Godzilla, bello anch'esso.

Di seguito inserisco qualche scan degli argomenti che mi son parsi, dal mio personalissimo punto di vista, più premianti.

mercoledì 27 dicembre 2023

Genere e Giappone, femminismi e queerness negli anime e nei manga


TITOLO: Genere e Giappone, femminismi e queerness negli anime e nei manga
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Asterisco
PAGINE: 217
COSTO: 17 
ANNO: 2023
FORMATO: 20 cm x 14 cm
REPERIBILITA': Disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791280227232



Ammetto che sono dovuto andarmi a leggere cosa significassero vari termini, tra cui il "transfemminismo" trattato dalla curatrice Giorgia Sallusti nell'introduzione.
Questa mia confessione illustra bene il mio livello di conoscenza della materia trattata nel saggio, composto dai contributi di più autori ed autrici. Benché mi è capitato di leggere altre saggistica in tema, non sono ferratissimo e spesso mi accorgo che miei ragionamenti anche banali sarebbero mal visti dal punto di vista di coloro che hanno scritto i vari contributi del saggio.
Preciso e premetto che non ho nulla contro questi movimenti pro queer e contro la discriminazione di gender (spero di aver scritto bene), nati, purtroppo, in una fase storica di ritirata dei diritti e di allargamento dei partiti di destra, solo che mi pare che talvolta si voglia, anche inconsciamente, piegare al "transfemminismo" opere create quando queste sensibilità non esistevano o erano agli esordi, mentre la mentalità (maschilista) generale era stata forgiata decenni prima.
Forse queste analisi andrebbero incentrate più su prodotti moderni, o su quelli passati che si sono dimostrati avanti con i tempi, non su opere che erano in media (maschilista) dei tempi.
Un'altra situazione che mi capita di leggere in scritti simili, non per forza in questo, è quando un personaggio viene avocato come paladina/o dei diritti dei non eterosessuali, come capita con Lady Oscar, solo che Madamigella amava solo gli uomini.
Nell'introduzione Giorgia Sallusti racconta come si è appassionata agli anime, nata nel 1981 non fa parte di coloro che vissero il First Impact, infatti riporta come periodo storico quello dal 1979 al 1983... l'anno finale può anche andar bene, grave l'errore sull'inizio, che è ovviamente il 1978.

Nel primo contributo Andrea Pancini analizza come il manga di "Sailor Moon" abbia messo in discussione gli stereotipi di genere.
Non ho mai letto il manga e vidi qualche spezzone dell'anime, conosco la serie per averne letto molteplici volte, ma mi sfuggono ovviamente le sfumature. 
L'autore indaga le tematiche di genere, sia femminile-maschile che non-binary.
Lo scritto l'ho trovato interessate ed è scritto in maniera chiara, tranne per i concetti riguardanti questo mondo, che un po' mi sfuggono e che vengono dati per acquisiti. Forse qualche nota esplicativa a piè di pagina sarebbe stata sensata.
Appunto che vale per tutto il saggio. Uno/a può leggere il libro anche se non fa parte di quel mondo e/o non ha conoscenze in merito, aiutatelo/a a capire meglio  :]
Cos'é la "prospettiva non-binary"? 
Resta il punto che un'opera degli anni 90 non bisogna valutarla solo con le sensibilità acquisite nel 2023.
Piccola nota, nel leggere lo scritto dell'autore mi sono accorto che in una serie la Sailor Moon che cura l'universo è una principessa, e salva pure il cosmo.
Mi ha ricordato la principessa Aurora di Starzinger   ^_^

Il secondo contributo è ad opera di Antonia Caruso, e si occupa del mostruoso femminile e delle donne mostro. Partendo da questo approccio si analizzano i personaggi femminili mostruosi e le loro dinamiche nella trama di quattro manga:
Devilman; Mad Chimera World; Monster Musume; Tomie.

Il terzo scritto è di Francesco Osmetti e si concentra sulle sfumature Queer nei seguenti manga delle Clamp:
RG Veda; Wish; X; Chobits; Card Capture Sakura; Il ladro dalle mille facce; Duklyon Clamp School Defenders; Angelic Layer; Tokyo Babilon.

Per quanto io sia a digiuno di manga, un paio di questi titoli li ho pure letti.

La quarta analisi è portata avanti da Arianna Zanetta, che si concentra sulla rappresentazione della giovane donna kawaii in manga ed anime. L'autrice, senza generalizzare, sottolinea il maschilismo di questi personaggi femminili kawaii, creati spesso ad uso e consumo maschile.
Viene ripercorsa la storia del termine "kawaii", con tutte le modifiche al suo significato fino a quello moderno, con la stretta connessione tra kawaii e shojo manga.
Uno dei capitolo che sono riuscito a comprendere di più, in quanto conosco la tematica analizzata.

Nel quinto scritto, ad opera di Carla Gambale, viene analizzato il manga e l'anime di Pollon, che pare non essere ciò che parrebbe essere, ovvero dedicato ai più giovani, cioè del genere kodomo.
Conosco la serie animata per aver seguito molto occasionalmente qualche spezzone di puntate a caso, non avevo mai riflettuto sulla violenza di genere insita in una serie che viene considerata innocua. 
Alla Fininvest/Mediaset martoriavano qualsiasi anime con qualsiasi contenuto di pruriginosa sensibilità, ma Pollon la lasciarono intonsa. Mi hanno colpito le considerazioni dell'autrice sulle scene di violenza verso la femminilità presenti in manga ed anime, anche se, forse, ritorna il discorso che un'opera pensata all'inizio degli anni 80 mancava di quella sensibilità che si è almeno parzialmente sviluppata negli ultimi anni.

martedì 26 dicembre 2023

La rubrica "Dite la vostra" del "Radiocorriere TV" dall'aprile 1978 al giugno 1981 con tematica "cartoni animati giapponesi"


La redazione del "Radiocorriere TV" rendeva disponibile per i lettori più piccoli uno spazio in cui potessero esprimere la propria opinione, e quando fece la sua comparsa Goldrake, il dibattito si scatenò a più non posso  ^_^
Questa rubrica, come tutte le volte che la carta stampata riportava una lettera di un giovane telespettatore, era l'unico mezzo che noi si avesse per farci sentire, per opporci alle critiche o criticare a nostra volta.
Il riflesso del clamoroso successo dei cartoni animati giapponesi in Italia dal 1978 ai primi anni 80 è ben visibile e comprensibile da queste brevi missive dei giovani telespettatori. In varie occasioni nasce un dialogo/dibattito diretto tra i giovani mittenti postali, che citano la lettera di tizio o sempronia pubblicata in un numero precedente, oppure si scagliano contro le critiche degli adulti verso Goldrake e soci. In alcuni casi criticano essi stessi i contenuti dei cartoni animati giapponesi, per poi essere a loro volta rimproverati da altri coetanei   ^_^
Non esistevano i social, si faceva tutto per lettera con i tempi delle Poste Italiche.
La rubrica venne inaugurata con il "Radiocorriere TV" del 2/8 aprila 1978, cioè quello storico del primo episodio di Goldrake:

"Dite la vostra" venne sospeso tra l'8 giugno e il 5 ottobre 1980, per poi essere chiusa con il numero del 7 giugno 1981, ma in tutto questo lungo lasso di tempo fu lo specchio delle opinioni di noi piccoli telespettatori, che di norma non si filava nessuno  :]

La rubrica settimanale era così descritta dalla redazione:
"Fino a ieri la critica televisiva, sui giornali, l'hanno fatta i grandi. 
Vi offriamo questo spazio perché possiate farla voi, bambini e ragazzi, la critica TV."

Specifico che, tranne un paio di casi, ho rimosso dal riquadro della rubrica le missive non inerenti i cartoni animati giapponesi.
Spesso i mittenti erano riportati con nome e cognome, magari qualcuno di questi/e ritroveranno la loro lettere, numerose sono di bambine/ragazze, anche per le serie robotiche, a dimostrazione che i "cartoni animati giapponesi" piacevano a tutti.
In totale vennero pubblicate 60 lettere inerenti i cartoni animati giapponesi, almeno sono 60 quelle che mostro io in questo post, al massimo me ne saranno sfuggite un paio, ma non credo.
Di queste 60 lettere ben 36 furono inviate SOLO da femmine, singolarmente o in gruppo.
Mentre solo una quindicina da maschi, singolarmente o in gruppo.
Poco più di 5 da maschi e femmine assieme.
Il numero che, però, fa ancora più riflettere è quello del numero totale di bambine e ragazzine che parteciparono alla rubrica "Dite la vostra", addirittura più di 60!
Le ragazze avevano spesso l'abitudine di riunirsi e scrivere assieme, mentre i maschietti pare fossero più solitari.

Sotto ad ogni scan inserisco la data del relativo numero del "Radiocorriere TV".

Il primo caso in cui l'argomento è quello dei cartoni animati giapponesi non poteva che essere quello inerente "Atlas Ufo Robot", con tanto di Goldrake che rotea l'Alabarda Spaziale  ^_^
"Atlas Ufo Robot è interessante perché dimostra l'amore di questo extraterrestre per la sua seconda patria, mentre noi pensiamo che di fuori da questo mondo pieno di violenza ci siano sugli altri pianeti, uomini violenti e crudeli come noi".

E' curioso notare come per gli esperti del periodo noi guardavamo gli anime come ipnotizzati, cosa anche vera, quasi senza capire cosa vedessimo. La letterina dimostra che la trama di "Atlas Ufo Robot" era stata ben capita, era chiaro che Actarus era un alieno che difendeva la Terra da altri alieni cattivi, ma era chiaro che noi terrestri fossimo violenti e crudeli quanto gli alieni cattivi.



Non mancano le richieste per avere un palinsesto più a misura di studio e scuola, oppure per richiedere repliche, dato che se ti perdevi un episodio mica c'erano i DVD o lo streaming per rivederlo...
Si leggeranno anche richieste di acquisizione e trasmissione da parte della Rai di anime mandati in onda dalle tv locali private.

lunedì 25 dicembre 2023

Unico aggiornamento (142 articoli) del 2023 (25 dicembre) all'Emeroteca Anime

Intanto, Buon Natale  ^_^

Ho pensato di fare un regalo alla moltitudine di miei lettori, inclusi quelli più istituzionali, con questo aggiornamento dell'Emeroteca Anime, unico del 2023.
Si noterà che ormai le aggiunte di articoli hanno cadenza annuale, non perché non ci siano più documenti da riesumare, ma solo perché le testate da scandagliare sono sempre più ardue da reperire, anche grazie alla scarsa organizzazione (anche per scarsi fondi) delle emeroteche pubbliche da me raggiungibili.
Questo non implica che io non abbia fatto i soliti tentativi alla cieca d'acquistare varie annate di riviste a caso, solo che, rispetto ad altre volte, non sono state acquisizioni molto redditizie dal punto di vista del materiale recuperato.
Infatti, quando le testate non esistono o non sono più consultabili nelle emeroteche, io compro intere annate completamente al buio, solo con la speranza di trovare qualcosa. Quando qui sul blog si trovano uno o due articoli di una rivista poco conosciuta o che non ha nesso con i cartoni animati giapponesi, magari io mi sono portato a casa una o due annate complete  T_T
E' questo il motivo per cui un pochino mi arrabbio quando noto che viene sfruttato il mio sforzo pro domo altrui, magari in libri o testate a pagamento.
Quando ho recensito "La Super Guida Manga, tutto sul fumetto dal sito n.1 sulla pop culture nipponica", mi sono reso conto che era arrivato il momento di fare quello che per pigrizia avevo rimandato troppo, cioè controllare a tappeto ogni pagina del "Radiocorriere TV".
Quindi questo aggiornamento dell'Emeroteca Anime è in pratica  "RadiocorriereTVcentrico", avendo passato in rassegna le annate 1978, 1979, 1980, 1981 e 1982. Non ho proseguito con il 1983 perché già nell'annata 1982 la redazione quasi non si occupò di cartoni animati giapponesi. Inoltre, facendo anche altri anni del decennio '80, non avrei fatto in tempo ad inserire il post  :]
Altro motivo che mi inquieta, quando mi capita di trovare materiale riesumato da me in altri lidi (senza uno straccio della famosa "cit."), è anche il tempo che ci vuole per sfogliare ogni singola pagina di una rivista, nel particolare il "Radiocorriere TV" era molto corposo (ben più di 100 pagine), almeno fino al 1980/81.
A parte il dominante corpus afferente al "Radiocorriere TV", anche stavolta ho trovato qualche nuova testata che si occupò dei cartoni animati giapponesi. Qualcuna era comunque nel campo dei fumetti, come "WOW fanzine di fumetti, fantascienza, cinema", ma altre non tanto.
Per esempio è stata una sorpresa la testata "Ecos, rivista mensile a cura dell'ENI"!
Tralasciando il fatto che la rivista dell'ENI (Ente Nazionali IDROCARBURI) venne battezzata "Ecos", in quanto esula dalle tematiche del blog, ai tempi Goldrake catalizzò, in un modo o nell'altro, l'attenzione di tutta Italia, anche dell'ENI. 
Per questo motivo quelli della mia generazione affermano, forse non compresi dalle successive generazioni di fan di anime a manga, che il clamore suscitato dai "cartoni animati giapponesi" tra 1978 il 1982 mai più si è ripetuto e mai più si potrà ripetere.
Lo scopo dell'Emeroteca Anime è anche rendere palese e non contestabile questo aspetto.
Un esempio di quanto ci sarebbe da riesumare è la testata "Espressione Giovani '80", che io sapevo avrebbe potuto contenere qualche articolo, ne ero certo, ma non era consultabile in emeroteca e non la trovavo mai da acquistare online. Appena ne ho comprato (ribadisco, "comprato") qualche numero ho recupera ben tre articoli   ^_^
E come si può commentare la presenza anche di una testata che si occupava di puericultura come "Madre Pratica"? 
Quando ad un mercatino mi sono messo a sfogliare questo unico numero presente sul banco capivo solo che non era prettamente una rivista che avrebbe potuto ospitare una articolo sui cartoni animati giapponesi, ed invece c'era Remi  :]
"Madre Pratica" è l'esempio di quanto materiale non si potrà neppure mai più consultare, in quanto mai catalogato in emeroteca e/o mai tenuto da nessuno. Infatti non riuscivo a capire se fosse stata una rivista autonoma o un inserto allegato a qualche altra testata, ho trovato qualche informazione facendo una ricerca sul nome della direttrice, Vittoria De Toni Trebeschi:
"Subito dopo la Liberazione, è particolarmente attiva nell’Ufficio di presidenza dell’Azione Cattolica e nel 1948 viene chiamata alla direzione della rivista “Madre”. Il mensile nato nel 1888 è il primo periodico italiano dedicato al pubblico femminile e sotto la direzione di Vittoria de Toni conquista una diffusione considerevole in tutta Italia ed un consolidato apprezzamento per il suo equilibrio e la capacità di cogliere le mutazioni del Paese. “Madre” diventa un punto di riferimento per più di una generazione di mamme."

Nel precedente aggiornamento dell'Emeroteca Anime avevo scovato 12 nuove testate, arrivando ad un totale di 165, a cui si possono aggiungere le quattro di questa nuova infornata, per un totale di 169 differenti testate che dedicarono spazio ai cartoni animati giapponesi.

Già in passato ho inserito le lettere che i piccoli fan inviavano alle redazioni di quotidiani, settimanali e mensili, perché le trovo importanti di cosa "noi" si pensava ai tempi, oltre al fatto che era l'unico mezzo per esprimere il nostro dissenso verso la criminalizzazione dei nostri eroi animati nipponici. C'è da dire che in alcuni casi le lettere erano di più o meno coetanei che non apprezzavano gli anime, ma anche questo aspetto resta importante.
Il "Radiocorriere TV", più di ogni altra testata che ho scandagliato fino ad oggi, intessé un dialogo diretto con i giovani lettori, tanto che, oltre alle lettere al Direttore (che prevedeva di norma una risposta), era presente ogni settimana una piccola rubrica dal titolo "Dite la vostra", in cui venivano pubblicate le loro/nostre missive. 
Una parte cospicua degli articoli del "Radiocorriere TV" mostra questa rubrica "Dite la vostra", in cui si instaurò anche un dialogo tra i lettori, con contestazioni e repliche a lettere pubblicate in numeri precedenti. Il tutto ampiamente prima dei social  ^_^
Ovviamente le lettere pubblicate nella rubrica "Dite la vostra" non avevano un singolo titolo, a differenza delle lettere pubblicate in altre rubriche del "Radiocorriere TV", quindi in indice si leggerà sempre e solo il titolo della rubrica "Dite la vostra". In alcuni casi la rubrica presentava più di una lettera, ma io ho considerato ogni rubrica come un articolo a sé stante, senza smembrare ulteriormente le singole missive.


I 142 articoli di questo aggiornamento

mercoledì 20 dicembre 2023

"I cavalieri dello Zodiaco e gli altri eroi giapponesi in armatura " - Anime Dossier


Premessa ormai scontata.
Non ho nulla contro le riedizioni, se poi sono ampliate di molto ha per me un senso comprarle, se sono mere riedizioni non ampliate non le compro. Poi dipende da quanto il tema mi interessi.
L'importante è essere consci che si sta comprando o si sta leggendo una riedizione.
Purtroppo capita, più di quello che sarebbe giusto, trovare saggistica con titoli differenti per poi scoprire al suo interno che si tratta di una riedizione più o meno ampliata, questa cosa mi fa sempre molto arrabbiare. Qui sul blog ho recensito vari libri che ho scoperto fossero riedizioni con altri titoli e quasi lo stesso contenuto...
I soldini non mi cascano dal cielo, lavoro sodo per guadagnarmeli, posso anche spenderli per facezie, ma devo essere conscio che lo siano.

In apertura del numero monografico su "I Cavalieri dello Zodiaco" c'è un mini editoriale dell'autore, Roberto Branca, che racconta la sua passione per quest'opera, peccato che mai venga menzionato il fatto che nel 2008 lo stesso autore aveva pubblicato per la "Iacobelli" nella collana "I Love Anime" "I cavalieri dello zodiaco, espandi il tuo cosmo!", e di quello scritto questo Dossier della Sprea è una riedizione ampliata, anche ampliata di molto, ma con intere parti riprese (cioè identiche) da quel libro del 2008.
Va bene che nella recensione del libro del 2008 scrivevo che dei Cavalieri io non sapevo nulla, nel marzo 1990 quando venne trasmesso in Italia ero già grandicello e la serie non mi piacque, ma farmi rileggere parti non minime del medesimo testo a distanza di 15 anni non me li farà capire di più  ^_^
Non è che pretendessi che sulla copertina ci fosse scritto "Occhio, se avete comprato il mio libro del 2008 troverete parti identiche", ma almeno all'interno della rivista due righe le potevano scrivere... io non le ho trovate...
Mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa del tipo:
"Questo dossier ha in comune alcuni parti scritte con il mio libro del 2008, ma sono state aggiunte numerose sezioni ed altre sono state approfondite"

Ormai lo avrei comprato lo stesso, ma almeno avrei apprezzato la chiarezza, invece così mi pare quasi che alla Sprea si siano detti:
"Con il libro del 2008 come base abbiamo già un bel po' di materiale, ne aggiungiamo altro e il dossier è pronto per la vendita, tanto chi vuoi che se lo ricordi quel libro del 2008? 
Son passati 15 anni!"   ^_^

Quindi, se non avevate comprato il libro della Iacobelli sui Cavalieri, questo Dossier merita di certo.
Nel caso in cui abbiate, come me, il libro del 2008, potrebbe meritare l'acquisto se siete dei fan della serie, altrimenti forse sarebbe meglio pensarci un paio di volte.
Io non lo avrei comprato, sapendo della cosa in anticipo.




Oltre ad esserci varie parti del testo riproposte pari pari ed altre un pelino modificate, la struttura è simile, solo che in questo caso l'autore ha avuto avuto a disposizione più spazio, quindi ha potuto aggiungere dei temi ed allargarne altri. Fermo restando che alcune parti non minimali hanno in comune il medesimo testo.
Per esempio immagino che l'intervista a Ivo De Palma nel libro 2008 abbia subito qualche taglio per ridurla, mentre ipotizzo che in questo dossier sia stata inserita integralmente. Benché la sua lunghezza un po' maggiore non presenti rivelazioni di sorta.

Dato che mi scoccia passare per millantatore, di seguito inserisco delle scan con un minimo di testo per far notare alcuni punti (solo alcuni punti, ve ne sarebbero molti altri) in cui il testo tra le due pubblicazioni è il medesimo.
Chi ha sia il libro del 2008 che questo nuovo dossier potrà sincerarsi di quante parti siano uguali.
Inserisco prima una pagina del Dossier Sprea in cui è presente il riquadro del libro del 2008 per paragonare il testo, segue la pagina del libro del 2008 con il medesimo testo.

Kurumada/i Cavalieri dello Zodiaco e l'Italia.

martedì 19 dicembre 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 14)


Per questo numero la redazione ha rimesso in primo piano i vecchi robottoni più amati, Goldrake, i Mazinga e Jeeg, cercando di guardarli da angolazioni diverse. Intento necessario e meritorio, difficile riuscire sempre a indirizzarlo in porto. L'importante è comunque provare a fare qualcosa di diverso.
In apertura il CEO, nel suo editoriale, si lancia in una comprensibile auto incensatura di "Anime Cult", arrivando ad affermare, dopo averlo spiegato, che la sua pubblicazione abbia "una qualche affinità con le riviste universitarie". Non so, non avendo frequentato l'università e non avendo letto riviste universitaria non ho ben chiaro il termine di paragone, ma se queste riviste universitarie proponessero degli studi accademici, forse si è un pelino esagerato nella similitudine  ^_^
Uno dei punti che per il CEO rende "Anime Cult" così unica sarebbero i "materiali rarissimi (scovati chissà dove) soprattutto editoriali; in questo numero alcune pagine di TV Sorrisi e Canzoni di fine anni 70..."

Anche lo scritto tra parentesi, cioè il "scovati chissà dove" è del CEO, e mi vien da aggiungere che non c'è bisogno di "scovarli", una quantità mostruosa è qui su questo blog: 1209 documenti.

Io questi articoli li ricerco dai primi anni 2000, mi chiedo dove fosse il CEO nel frattempo  :]
Peccato che l'articolo di "TV Sorrisi" citato dal CEO ed inserito in questo numero, linkato più sotto, non è di fine anni 70, ma di inizio 1980.

Anche in questo numero non è presente in copertina la pubblicizzazione dell'intervista vecchia come il cucco e fatta da chissà chi ad un autore nipponico, per il semplice motivo che non c'è, ma come sempre ci sono numerose interessanti interviste fatte dalla redazione a personaggi italici:
Tony Fusaro;
Federico Ghiso (collezionista di giocattoli);
Pasquale Ruggiero (editore);
Leo Ortolani;
Mauro Goldsand (autore di sigle, seconda ed ultima parte).


Il corposo indice del numero.

Di seguito, come è mio uso, "lancio" alcuni articoli che mi hanno colpito.



Si cerca di creare un collegamento tra il multiverso Marvel e le opere di Leiji Matsumoto degli anni 70 (ed oltre), cosa che può valere anche per Nagai.
Non so, sono rimasto un po' dubbioso, secondo me talvolta (o spesso) si cerca di spiegare/motivare a posteriori delle dinamiche editoriali che nacquero o per puro caso oppure solo per far soldini, ma senza l'intento pianificato di creare un multiverso. Ammesso e non concesso che io abbia capito consa intendesse l'autore per "multiverso Marvel". 
Forse capita che i fan non si vogliano rassegnare al fatto che il mangaka famoso abbia semplicemente negli anni creato storie un po' ripetitive con gli stessi personaggi, cercando di massimizzare il guadagno riducendo il suo sforzo al minimo andando incontro ai gusti del momento del proprio pubblico di lettori. Oppure che il mangaka (non necessariamente Leiji Matsumoto, sia chiaro), fosse un po' casinista (tipo Nagai), creando storie un po' a caso.

domenica 17 dicembre 2023

"Il caso dell'Enciclopedia Mondiale del Fumetto, aspra polemica sull'Enciclopedia Corno" - "WOW - Fanzine di fumetti, fantascienza, cinema" n° 22 del novembre 1978


Il post arriva un po' in ritardo, rispetto alla mia recensione della "Enciclopedia Mondiale del Fumetto" targata "Editoriale Corno"  , perché mi sono reso conto solo da poco di avere il materiale inerente... nel tempo ho accumulato tanta di quella carta che dovrei assumere una segretaria per catalogarla  :]
Luca Lorenzon e "J_D_La_Rue" nei commenti rievocavano le polemiche del periodo per la presenza troppo massiccia delle voci inerenti le opere del binomio Magnus & Bunker, sul numero di novembre 1978 della fanzine "WOW" è presente un articolo che riepiloga tale polemiche, con annessa difesa degli interessati. Infatti vennero riproposti vari stralci di articoli sulla "EMF Corno":
Un redazionale di "WOW";
"L'Urlo" n° 2 del novembre 1978, da cui nacque tutta la polemica;
"Il fumetto" n° 4 del dicembre 1978;
"Prima Comunicazione" del novembre 1978;
"Eureka n° 12 del dicembre 1978;
Linus n° 165 del dicembre 1978.

Noto ed annoto che il numero de "L'Urlo" lucchese è quello di novembre 1978, come quello di questo "WOW", ma sono presenti tre articoli di riviste che sarebbero uscite a dicembre 1978. Quindi posso ipotizzare che si formò una qual certa coalizione vs i boss della "Editoriale Corno", tanto da inviare in anticipo alla redazione di "WOW" di novembre i loro scritti di dicembre. 
Poi, magari, i meccanismi editoriale del periodo erano differenti, e la mia ipotesi è campata in aria  :]

Il relativo "Linus è in mio possesso, quindi a fine post inserisco tutto lo scritto di Oreste Del Buono, visto che nel "WOW" c'è solo un estratto inerente l'enciclopedia Corno.
Nel totale sono rimasto colpito, ma anche divertito (a distanza di 45 anni), dalla virulenza polemica degli scritti, in un mondo, quello del fumetto, che mi pareva la patria, come in tanti altri campi, del "cane non morde cane", invece se le davano di santa ragione   
Chissà cosa sarebbe successo in epoca social!   ^_^

Per il resto non commento nulla, visto che non era nemmeno al corrente della diatriba, lascio gli articoli a chi potrà apprezzarli  ;)


sabato 16 dicembre 2023

I cartoni animati 80’s 90’s raccontati da Non è Successo Niente



TITOLO: I cartoni animati 80’s 90’s raccontati da Non è Successo Niente
AUTORE: Nicolò Targhetta
CASA EDITRICE: Beccogiallo
PAGINE: 363
COSTO: 21 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788833142883


Io sapevo che moooolto probabilmente il libro non avrebbe collimato con ciò che io considero leggibile in tema di animazione giapponese, ma finché non lo leggi, non puoi avere la certezza che possa piacerti o meno. 
Inoltre sono sempre curioso di capire come vengono visti i "vecchi cartoni animati giapponesi" da parte delle nuove (non nuovissime, in quanto l'autore mi pare di aver letto sia del 1986, ergo ultra trentenne) generazioni. 
Infine volevo valutare se questo scritto potesse essere annoverato tra quella che ho battezzato "nuova saggistica su manga, anime e Giappone", benché lo scritto non sia minimamente saggistica, è un elenco di cartoni animati.
Stante che il libro non è saggistica, ma le caratteristiche con la "Nuova Saggistica" sono presenti:
autore che proviene dai social; autore che si cimenta per la prima volta con la tematica; casa editrice alla prima pubblicazione in tema, benché si occupi di graphic novel; totale assenza di bibliografia e sitografia, manca addirittura l'indice... 
Però le immagini sono pressoché assenti.
Le serie sono divise in due decenni (prima parte anni 80 e seconda parte anni 90) e vengono elencate in ordine alfabetico.

Sono rimasto negativamente colpito dal fatto che la casa editrice sia la "Beccogiallo", che si occupa proprio di fumetti, ai tempi comprai "Ustica, scenari di guerra", e il loro stand lo vedevo spesso alle fiere del fumetto, quando queste esistevano ancora le fiere del fumetto... 
Quindi mi chiedo come mai non abbiano affiancato all'autore un editor per evitargli di riportare su carta una sequela impressionante di errori, oltre alle parolacce e alle allusioni sessuali abbastanza fuori luogo...
C'è da dire che nell'introduzione l'autore avvisa il lettore, quindi anche me, della tipologia di scritto a cui ci si sta approcciando, e che ha pagato, aggiungo io, 21 euro.


Lettore avvisato, mezzo salvato, solo che il libro lo avevo già comprato  (ho fatto la rima)  ^_^ 
Bastano queste righe come disclaimer dell'autore verso il lettore pagante per sdoganare tutto quello che è stato scritto nel libro?
Secondo me no, poi di certo sbaglierò io  :]
Non conoscevo Nicolò Targhetta, si vede che rispetto agli altri suoi libri io sono fuori "targhet(ta)"  ^_^
Non pretendevo una analisi puntuale, nessuno può credere sia presente in un libro che in 363 pagine vuole trattare due decenni di animazione in Italia (in realtà tre decenni).
La scusante, però, di aver raccontato i cartoni animati "come se li ricordava" o "più o meno quello che ricordo" non ha senso, esistono siti e libri che trattano il tema animazione in Italia, bastava consultarli.
Saranno stati consultati? Mistero, in quanto manca sitografia e bibliografia, quindi l'autore ha visto TUTTE le serie elencate nel libro?
Sinceramente dubito, avrà consultato qualche sito, ma non sempre con la pazienza di cercarsi le informazioni corrette.
In questo sperduto blog GRATUITO io cerco, nel limite delle mie possibilità e senza l'ausilio di una casa editrice, di scrivere cose corrette (date in particolare), noto che non sia la priorità della casa editrice Beccogiallo.
Premessa:
il libro tratta tutta l'animazione arrivata in Italia, giapponese, statunitense ed europea (poca). 
Io ho letto SOLO le schede dei cartoni animati che conoscevo decentemente, quindi i tanti errori, volgarità e superficialità che ho riscontrato valgono forse per circa un quarto dello scritto. Di certo i restanti tre quarti saranno perfetti ed esenti da critiche, son stato sfortunato io a trovare schede approssimative e piene di battute da caserma/vecchi forum.
Direi che l'autore non avrà svolto il servizio militare, ma magari avrà partecipato all'epopea dei primi forum sugli anime. Le battute che ho letto, specialmente quelle a carattere sessuale, si configurano come quelle che leggevi sui forum, e non da parte di tutti gli iscritti, ma anche in quei luoghi virtuali la prassi era di una minoranza scelta   ^_^
Non mi ritengo un bacchettone, ma spendere 21 euro per leggere che Chobin è un plug anale non mi fa ridere... mi faceva ridere quando lo leggevo gratuitamente sui forum ad inizio anni 2000, ma nel 2023 su carta stampata a pagamento assolutamente no...
Poi c'è la COLOSSALE questione inerente il voler ascrivere agli anni 80 l'animazione, giapponese o meno, che in Italia venne trasmessa nel decennio 1970.
Se l'autore ha visto (ammesso li abbia visti e dalle sinossi dubiterei) i cartoni animati giapponesi di Capitan Harlock (1979), Danguard (per ora 1979), Goldrake (1978), Grande Mazinga (1979), Heidi (1978), Jeeg (1979), Kimba (1977), Lupin III (1979), Remi (1979), Vichy il vichingo (1976) e Barbapapà (inserito negli anni 90.. 1976) negli anni 80 e/o anni 90 non è colpa mia, ma tutti quelli elencati sopra, che hanno pure l'onore e l'onere di essere i primi trasmessi in Italia, SONO DEL DECENNIO 1970!!! 
In più in questo libro anche i cartoni animati di "Hanna & Barbera", che in alcuni casi arrivarono in Italia negli anni 60, vengono promossi ai fulgidi anni 80... tipo i Flintstones...
Il problema è che i cartoni animati trasmessi in Italia negli anni 60 e 70 sono spostati negli anni 80 e quelli trasmessi negli anni 80 (Dragon Ball  e i Cavalieri dello Zodiaco) sono spostati negli anni 90... forse l'autore soffre di uno sfasamento temporale?
Ribadisco, io ho fatto un check solo di un numero minoritario di serie animate.

Ci sono poi gli errori banali (tipo le armi dei robottoni riportate a caso) e le contraddizioni, come se lo scritto non avesse goduto del ben che minimo controllo da parte di un editor della casa editrice:
scritto e si stampi.
Qui sotto uno degli esempio di errori/contraddizioni.






A pagina 65 nella scheda sul Grande Mazinga, facente parte per l'autore della sacra trinità robotica,  si può leggere, riguardo a Ufo Robot Goldrake, Mazinga Z e Jeeg, che "non è un caso che due su tre siano usciti dalla mente vulcanica di Sua Maestà Go Nagai", ne consegue che uno dei tre non è di Nagai?! O_O
A pagina 67 si legge che il Grande Mazinga è di Nagai.
Quindi sono andato a rileggermi la scheda di Goldrake a pagina 61, ed è riportato come autore Nagai e che la serie fa parte della trinità.
A pagina 92, nella scheda di Jeeg, è ribadito che Jeeg fa parte della sacra trinità e che l'autore è sempre Nagai.
Quindi ho controllato a pagina 120 la scheda su Mazinga Z, ed anche in questa è scritto sia che è di Nagai sia che fa parte della trilogia mecha.
Sorgono, quindi, due quesiti:
1) quale tra Ufo Robot Goldrake, Mazinga Z e Jeeg non è di Nagai, come si può leggere a pagina 65?
2) ma una trinità formata da quattro entità (Mazinga Z. Grande Mazinga, Goldrake e Jeeg) resta una trinità?

Il punto, in realtà, è un altro, qualcuno ha letto lo scritto dopo la stesura definitiva prima di andare in stampa?

Questione volgarità gratuite.

domenica 10 dicembre 2023

Lupin III: anime comics versione giapponese (1993) VS anime comics versione italiana (1994)



Sui "Corriere dei Piccoli" dei primi anni 80 c'erano dei simil "anime comics", ma ritengo fossero nati spontaneamente e senza nessuna consapevolezza che in Giappone esistessero veri e propri formati chiamati "anime comics". 
Il "Corriere dei Piccoli" cercava di accontentare i giovani lettori, e dato che a disposizione immediata c'erano solo le immagini dei cartoni animati giapponesi in versione televisiva, usavano quelle immagini per riproporre le storie viste in tv.
Probabilmente con questo numero 1 (penso unico di "Japan Book") su Lupin III si cercò, invece, di imitare coscientemente gli "anime comic" giapponesi, vista la maggiore consapevolezza dei primi anni 90 sull'editoria nipponica, seppure con un formato più grande e più consono alle pubblicazioni italiche.
Immagino che venne preso come campione l'anime comics originale giapponese, visto che sono presenti le onomatopee, che chiaramente non esistevano nei fotogrammi dell'anime, a cui vennero aggiunti i dialoghi in italiano.
L'operazione editoriale usava materiale autorizzato dal Giappone?
Il fatto che non ho trovato da nessuna parte la traccia del "Japan Book" numero 2 di Lupin III, mi farebbe propendere per il no, ma è solo una ipotesi.
Parecchi anni fa trovai ad una svendita di un magazzino l'anime comics giapponese della prima (ed unica degna di essere menzionata) serie di Lupin III, il numero 11, con gli episodi 19 e 20 dell'anime, non resistetti all'acquisto, anche perché era tutto praticamente regalato, in quanto materiale sfuso e un po' a caso.
Dopo tanti tanti tanti anni è tornato utile per paragonarlo con la pubblicazione del 1994 (forse 1995?) della casa editrice "Gruppo Editoriale Sirio", che pubblicava le annate successive alla prima di "Japan Magazine".
Sulla datazione di questo "Japan Book" numero 1 non ho certezze, in quanto non riporta una data di pubblicazione, penso fosse un inserto allegato alla "Japan Magazine" del periodo, forse assieme ad una VHS di Lupin III?
Il formato dell'anime comics nostrano misura 28 cm X 21 cm, ed è, ovviamente, quello a sinistra dell'immagine in alto.
A destra (in alto) l'anime comics verace nipponico, con un formato da tankobon di 13 cm X 18 cm, ho scannerizzato il volumetto aperto con sotto l'onnipresente fascetta giapponese (che reca l'elenco dei 12 numeri dell'opera) per renderlo più chiaramente.
Purtroppo il fato non volle farmi acquistare l'anime comics del terzo volumetto giapponese, dove dovrebbe essere il quarto episodio usato per il anime comics italiano, quindi non si può fare un raffronto a specchio delle due pubblicazioni.
La quarta puntata "L'evasione di Lupin" ritengo che sia stata una delle puntate più belle in assoluto tra quelle trasmesse in quel periodo in Italia, non solo della prima serie, ma di tutti i cartoni animati giapponese mandati in onda dal 1978 ai primi anni 80.
E' vero che Miyazaki e Takahata alla regia resero la serie più divertente, meno cupa e violenta, ma questo episodio è una piccola perla di genialità. Niente ammiccamenti di Fujiko, che invece negli episodi precedenti si era fatta abbastanza notare, pochissima azione, quasi assenza di scene "violente", e nonostante tutto ciò si restava davanti alla tv per capire come avrebbe fatto Lupin a scampare alla pena di morte. Con un Zenigata che, dopo l'euforia iniziale per aver finalmente catturato la sua ossessione, anela che questo evada, altrimenti la sua vita perderà di significato con la morte di Lupin.

"Io non sono Lupin!!! Io non sono Lupin!!!"   ^_^

La redazione ci spiega che con questo numero uno inizia il nuovo (quindi ne avevano pubblicati altri?) "anime comics" dedicato a Lupin III. 
L'episodio scelto fu il quarto della prima serie in giacca verde, decisero di titolare la storia con un "L'evasione", mentre la puntata in Italia fu titolata "L'evasione di Lupin".
Sbalordisce leggere che per chi scrisse la colonnina Fujiko Mine fosse solo una "graziosa ragazza", inoltre non si fa menzione della partecipazione di Miyazaki e Takahata a questa serie, benché questo episodio fosse in carico al primo regista, Masaaki Osumi, non ancora in mano al futuro due dello "Studio Ghibli".

giovedì 7 dicembre 2023

Dragon Ball, da Tezuka a Toriyama



TITOLO: Dragon Ball, da Tezuka a Toriyama 
AUTORE: Matteo Di Bella
CASA EDITRICE: Crac Edizioni
PAGINE: 314
COSTO: 24 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 13 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788897389583



Faccio le solite premesse a caso  ^_^
Non ho mai letto neppure una riga del manga, mentre per quanto riguarda l'anime posso considerarmi uno di quelli che lo vide fin dalla prima puntata, seppur con una visione sporadica, in quanto lo guardavamo in camerata durante il servizio militare su una delle primissime micro tv LCD portatili.
Eravamo dei poco più che maggiorenni cresciuti con Goldrake, Heidi e Mazinga imprigionati in una caserma durante tediosi pomeriggi del weekend (se non eravamo di guardia o di servizio...), e ci guardavamo con piacere questo cartone animato giapponese.
Eravamo abituati alla tipologia di linguaggio degli anime, quindi nessuna difficoltà a seguire gli episodi.
Il seguente libro, invece, si concentra sul manga e su altro, ma ci tornerà ampiamente più sotto.
Il saggio di Matteo Di Bella mi è piaciuto, la lettura scorre via tranquilla, scritto benissimo, tanto che potrei dirmi soddisfatto di scrivere bene anche solo riuscissi per un terzo di come è scritto il libro.
Pur provenendo l'autore dai social, quindi confermando una tendenza che pare abbastanza consolidata, ed essendo la casa editrice (mi pare) al primo libro a tema manga/anime, il libro non lo si può annoverare tra la "nuova saggistica di manga ed anime", in quanto contiene bibliografia, sitografia, note a piè pagina costanti e chiare. Infine le immagini, pur presenti, sono sempre di grandezza minima e sempre esplicative del testo.
Nel libro non sono citati, salvo mia svista di cui mi scuso in anticipo, gli altri tre saggi dedicati completamente a a Toriyama/Dragon Ball pubblicati in italiano fino ad oggi:

L'introduzione è già un accenno ad una mezza biografia di Akira Toriyama, infatti al suo termine lo stesso Di Bella annota la cosa, avvertendo il lettore che prima farà "un bel passo indietro"
Il problema, unica critica (forte) che muovo all'impostazione del saggio, è che il "un bel passo indietro" inizia dalla storia antica del Giappone...
Capisco che si volesse dare al lettore a digiuno di Giappone una mini infarinatura generale sul contesto storico, artistico, dello spettacolo giapponese, peccato che prima di toccare uno degli argomenti presentati nel titolo si debba attendere pagina 99 (Tezuka), e per entrare del mondo di Toriyama addirittura pagina 163, infine "Dragona Ball è trattato da pagina 243 a pagina 299 (in realtà di meno, in quanto da pagina 283 a pagina 299 si parla degli altri manga di Toriyama).
Sia chiaro, ci sta anche questa impostazione, a parte l'introduzione storica abbastanza inusuale ed inconsueta in un saggio di questa tipologia, ma a questo punto si sarebbero dovute aumentare le restanti pagine.
Per esempio comprendo anche e ha un senso nell'economia generale del saggio l'aver dedicato numerose pagine a l'intrattenimento (teatro kabuki e takarazuka), Godzilla e genere tokusatsu (trattata correttamente), bastava inserire qualcosa di più, viste le lunghe premesse, sul soggetto del saggio.
Ho notato che lo scritto è abbastanza disseminato di spiegazioni dell'autore sul perché abbia proceduto in questa maniera ad impostare il saggio (e l'editor?), quindi il dubbio sulla possibilità che al lettore venisse il medesimo dubbio è venuto anche a lui. Dal mio personalissimo punto di vista, è un eventuale dubbio più che lecito  ^_^





Tra l'altro io avrei capito di più questo "spiegone" storico se Toriyama pubblicasse manga storici o ambientati nella società giapponese, ma così non è. Una persona che vuole approfondire l'opera di un autore nipponico è giusto che debba conoscere la storia e la società del Giappone (storia - società 1 - società 2), ma nel caso si possono comprare titoli specifici, cosa che consiglia anche l'autore nella nota numero 7 a pagina 25 e 25 (vedi qui sopra).
A mio avviso non ha avuto molto senso trattare la storia del Giappone in uno scritto su Toriyama, Tezuka e Dragon Ball, specialmente perché lo si è dovuto fare giocoforza in pochissime pagine.
Infatti viene, per esempio, catalogata come "storia antica" tutta la storia del Giappone fino all'epoca Meiji, cioè in una pagina.
I successivi paragrafi di questo primo capitolo sono dedicati ad un riepilogo storico delle tipologie di intrattenimento presenti in Giappone, arrivando al dopo guerra con i film di Godzilla e kaiju in generale, chiude il capitolo l'approfondimento sul genere tokusatsu.
Concordo anche che queste parti possano aiutare ad inquadrare meglio le opere di Toriyama, in quanto alcuni temi toriyamani prendono spunto dagli argomenti trattati nei paragrafi secondo, terzo e quarto del primo capitolo, non quella storica.
A pagina 41, dove si inizia la trattazione sull'intrattenimento si può leggere la seguente frase a proposito del paragrafo storico appena concluso:
"Avendo ora in mente un contesto storico preciso..."
No, il contesto storico non è preciso, non lo poteva essere.

domenica 3 dicembre 2023

"Battlestar Galactica" n° 1 (Annihilation) - Marvel (marzo 1979)


In questi giorni è uscito in edicola il secondo volume dell'Enciclopedia Robot, in cui è presente un bel articolo sui mobile suite Zaku, dove mai si accenna alla somiglianza tra l'occhio rosso degli Zaku e l'occhio rosso dei robot Cyloni di "Battaglie nella Galassia (Galactica)". La stessa cosa era capitata nel saggio Gundam di Jacopo Mistè, motivo per il quale avevo cercato di far assurgere a notorietà (fallendo, chiaramente) questo film/serie tv che pare si ricordino in pochi.
Sia chiaro, non ero presente al momento in cui Tomino ideò gli Zaku, ma la similitudine tra i due occhi rossi polifemici a me pare palese, non tutti, però, pare conoscano questa possibile fonte di ispirazione statunitense di Tomino.
In italiano venne pubblicato poco ai tempi, in un prossimo post recensirò il gioco in scatola, mentre, ovviamente, negli Usa il materiale è strabordante, tra cui il fumetto Marvel, che venne pubblicato in 23 numeri dal marzo 1979.
Tempo fa ho recuperato in qualche fiera/mercatino il numero 1, non proseguendo la ricerca in quanto da un certo punto la trama si discosta dal film/serie tv e lo sviluppo non mi interessava più di tanto, ma il primo numero è sempre il primo numero (quanto "una testa rotta è sempre una testa rotta" cit.).
Dovendo essere mostrata su un fumetto, la trama subisce qualche modifica rispetto al film, ma sostanzialmente lo rispetta, giungendo, in questo primo numero, fino al punto in cui Adama riunisce la popolazione umana delle varie colonie sopravvissuta al primo attacco.
I fumetti della Marvel statunitense, a differenza della nostrana "Editoriale Corno", contenevano una certa dose di pubblicità, compresi quei microscopici annunci su improbabili aggeggi tra il giocattoloso e lo spionistico che parevano quasi proibiti, e che vedevamo anche noi in varie riviste del periodo.



venerdì 1 dicembre 2023

Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese




TITOLO: Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 114
COSTO: 16,50 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133699




Si sta invecchiando assieme alla collana "Manga Academica", quando comprai il primo volume ero un under 40...    T_T
Ogni anno parto con la solita sequela di complimenti sia per i contenuti che per la costanza delle pubblicazioni (che confermo pure in questo 2023), con il dubbio che si pensi che il volume recensito me lo abbiano regalato, come le altre 15 volte, anche questa volta l'ho pagato  :]
In un periodo di grande successo per i manga, che ha portato una mini invasione di quella che ho soprannominato "nuova saggistica", leggere un po' di "vecchia saggistica" fa piacere.
Visti i numerosi temi trattati in questi 16 volumi non sempre avevo il background per apprezzarli totalmente, ma spesso ho trovato argomenti che mi sono interessati, anche per cambiare un po' la solita solfa di quello che leggo.
In questa edizione di "Manga Academica" sono presenti sei contributi, come scrivevo poco sopra, per quasi tutti mi mancavano le conoscenze per comprenderli appieno, non avendo mai letto nulla del mangaka analizzato o visto l'anime esaminato.
Poi ci sono le volte che ti accorgi durante la lettura che, se è vero che non conosci le opere della mangaka Sugiura Hinako, però hai visto il film "Miss Hokusai", e quindi riesci un po' meglio a comprendere il tutto.
E' il caso del primo contributo ad opera di Lorenzo Di Giuseppe, che oltre a stilare la biografia della mangaka, ne illustra i suoi due manga più famosi:
Sarusuberi; Gasso.

Alla fine ti rendi conto che, se mai ti capiterà di avere una casa più grande e con molto più spazio, questi due manga meriterebbero di essere letti, perché, a differenza di quello che capita sovente con la "nuova saggistica", gli scritti di "Manga Academica" ti spiegano il perché di un'opera. 
Talvolta l'analisi non suscita il tuo interesse, altre volte si.




Il secondo contributo è quello di Marco Maurizi, che a mio avviso è il più bello del volume, e che meriterebbe un saggio apposito impostato nella medesima maniera su tutte le sigle dal 1978 al 1983, ma anche fino a tutti gli anni 80.
Infatti l'analisi delle sigle dei cartoni animati giapponesi è un argomento poco battuto in saggistica, quasi per nulla con la metodologia portata avanti dall'autore.
Purtroppo, per mie carenze musicali, non ho potuto comprendere le parti sull'analisi "tecnico-compositiva", come quella della scan qui sopra, ma un bel saggio di 200 o 300 pagine fatte alla medesima maniera metterebbe un bel punto in tema di sigle, che di norma si limitano al lato nostalgico (sempre in senso buono) e/o ai numeri del successo di vendite di LP e 45 giri. La critica strettamente musicale e l'analisi di testo e spartito non è usuale.
L'autore spiega con argomenti tecnici quello che noi fan del first impact notammo decenni addietro, cioè che le sigle della Fininvest, oltre a regredire in fatto di qualità di musica e testi, annientò la varietà di stili musicali delle sigle. Prima delle sigle di Heidi, Goldrake e soci le sigle erano musichette per bambinetti, sia come testi che come musica (non brutte, ma per bambini), le sigle dal 1978 ai primi anni 80 trattavano il piccolo telespettatore come un piccolo adulto, il monopolio di Fininvest/Mediaset fece tornare le sigle dei cartoni animati un genere per bambinetti...
Talvolta ho il dubbio di essere troppo critico con la triade Fininvest, Manera e D'Avena, ma nel contributo è ben spiegato il danno musicale che venne fatto ad un genere come quello delle sigle che non tornò più ai fasti di quel quinquennio d'oro (1978/1983).
Vengono messe a confronto le liriche di alcune sigle pre Fininvest con quelle Fininvest, e le secondo ne escono maluccio:
"Candy Candy" del 1980 VS "Candy Candy" del 1989;
"L'isola dei Robinson" del 1982 VS "L'isola dei Robinson" del 1993.

martedì 28 novembre 2023

Enciclopedia Anime: Robot Giapponesi - dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha Volume 2


Non che ci volesse un genio, cosa che chiaramente non sono, ma direi che questo secondo volume sui "Robot Giapponese, dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha" è la prova che quando venne pubblicato il primo volume non era ancora ben chiaro se ci sarebbe stato il secondo:

Il motivo fin banale e lapalissiano è che nel primo volume mancava la dicitura ""Vol. 1", quindi questo volume tende a colmare le lacune del primo, ma il risultato è che entrambi mancano di organicità.
Sia chiaro, questo non implica che questo secondo volume sia brutto, ma una "ENCICLOPEDIA", con il plus di responsabilità editoriale di volere essere una "GUIDA DEFINITIVA SUI MECHA", deve rappresentare il mondo che vuole illustrare con un minimo di criterio e che dia una panoramica che sarà completa con l'ultimo volume.
Quanti volumi verranno pubblicati sui "Robot Giapponesi"?
Il criterio pare non essere cronologico, non è alfabetico, ma non è neppure di tipologia, cioè "Super Robot" e poi i "Real Robot, chiudendo con le produzioni più recenti.
Inoltre in questo secondo volume si riprendono filoni robotici di serie già valutate nel primo volume, dove alcuni dei robot di quelle serie erano stati ignorati, per esempio Goldrake, i Mazinga e Gundam.
Oppure nel primo volume si erano trattati in poche righe numerose serie robotiche, quindi in questo secondo volume sono omaggiate di un approfondimento singolo (Baldios, Astrorobot; Ginguiser, Macross, gli OAV dei Getter, Ideon) 
Ci sono anime robotici nati da manga oppure robot che hanno esordito in versione anime per poi passare al manga.
Come nel primo volume sono presenti argomenti che, a mio personalissimo avviso, poco o nulla hanno a che fare con lo stesso titolo della testata, cioè "ROBOT GIAPPONESI" e "MECHA", per esempio in questo numero ci sono i seguenti articoli:
Doraemon gatto spaziale;
Spaghetti robot (sui fumetti italici anni 80: per esempio Golzinga 1 + Golzinga 2);
Laputa il castello nel cielo;
I robot vanno in America (sui robot di matrice statunitense);
Tra originalità e citazionismo (i robot giganti nei fumetti italiani);
Principessa guerriera (intervista all'autore italiano di robot ispirati ai giapponesi).

Articoli come questi, e come quelli presenti nel primo volume (ma che non si sapeva ancora fosse il primo...), al massimo sarebbero stati bene in un ultimo ipotetico volume, come integrazione a tutto il trattato una volta espletati i "ROBOT GIAPPONESI MECHA".
La mia impressione è la stessa del primo numero, toglietemi i termini "ENCICLOPEDIA" e "GUIDA DEFINITIVA" (non sostenibile per numero esiguo di pagine dedicate), sostituendoli solo con un "SPECIALE SUI ROBOTTONI" o "DOSSIER DOVE CI METTIAMO QUELLO CHE CI PASSA PER LA TESTA AL MOMENTO DI PUBBLICARLO" e non credo ci sarebbe stato nulla da obiettare   ^_^

Qual è il filo conduttore di questi volumi?
Mistero.
Ribadisco, poi il singolo articolo è (in base ai gusti o alle conoscenze personali) anche godibile, ma per approdare a cosa?

C'è un aspetto, invece, che mi aggrada poco, e sono le ripetizioni, non nel senso di argomenti già trattati, ma proprio nel senso di ripetere passi di articoli già pubblicati in "Anime Cult"...
Ci ho fatto caso stavolta perché nel numero 13 appena pubblicato ricordavo il contenuto dell'articolo su Daikengo, tema presente anche il questo secondo volume dell'Enciclopedia. 
Il problema è che l'autore dei due scritti è il medesimo e vari passi sono identici...
Capisco anche il dover ottimizzare, capisco che non è che ci si possa inventare chissà cosa su Daikengo, ma copia/incollare da una testata all'altra mi pare esagerato. 
Ho pagato due volte quasi per il medesimo contenuto, chiunque abbia le due pubblicazioni potrà controllare a quanto ammonta il copia/incolla tra le due pubblicazioni (addirittura il testo del box sulla sigla è uguale, cambia solo il formato).
Nei casi in cui si sceglie di trattare di nuovo un argomento già pubblicato in una precedente rivista della Sprea, almeno sarebbe da cambiare l'autore. Come è stato fatto per il Baldios, dove chi scrive del Baldios in "Anime Cult 12" non è il medesimo che scrive sul Baldios in questo secondo volume dell'Enciclopedia. Infatti le analisi e l'approccio sono differenti.
Ammetto che notare la cosa, con il dubbio che in passato sia stata già fatta, mi ha seccato non poco.
Non mi metto io a copia/incollare i post, ed il mio è uno sconosciuto blog, ma soprattutto gratuito, non mi pare bello lo faccia una rivista a pagamento.

Di seguito entro un po' più nel dettaglio su qualche scritto.