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domenica 29 maggio 2022

"Temple e Tamtam" ("Fūsen shōjo Temple-chan" - 1977) - puntata 6


Quale sarà il "cartello misterioso"?  O_O
La voce narrante femminile ci spiega che Temple ha saputo che il suo villaggio, Erba Verde, si trova oltre la montagna da dove sorge il sole. Per effettuare questo viaggio serve dell'equipaggiamento, quindi soldi, ergo bisogna lavorare per guadagnarli.
Piccolo insegnamento per i piccoli telespettatori, le cose che i vostri genitori vi forniscono non cadono dal cielo, è necessario pagarle con soldi, che devi guadagnarti lavorando.
Il gruppo trova lavoro in una fattoria, cioè... il gruppo... Tam Tam... Temple guarda...
La stessa padrona della fattoria annota la cosa e appioppa giustamente a Temple della fannullona, il bello è che la bambina si offende pure!

Intanto il resto del gruppo ruba della lana grezza...
Uno lavora, cioè Tam Tam, l'altra cazzeggia, gli altri rubano...
Beh... anche Tam Tam non è che si ammazzi  ^_^
Il bambino è triste perché una volta raggiunto il villaggio di Erba Verde dovrà dire addio a Temple.


Arriva il giorno della partenza, la padrona della fattoria riempie lo zaino di Tam Tam di materiale e nel salutarlo si rammarica che non sia suo figlio.
L'inutile Fatty fa decollare la mongolfiera che si indirizza verso la montagna.

giovedì 26 maggio 2022

"La conquista del tesoro" - LL FM (metà anni 70)

Dei 70 (con questo) giochi in scatola recensiti quasi tutti fanno parte del periodo in cui ci giocavamo in cortile da bambini/ragazzini, in gran parte sono confezioni a cui giocai oppure li vedevo nelle pubblicità dei Topolino. 
A questo panorama metà anni 70/primi anni 80 c'è qualche eccezione, ma non molte, una di queste è il seguente "La conquista del tesoro", trovato a pochissimo ad un mercatino dell'usato ed inizialmente scartato proprio perché non l'avevo mai visto. Inoltre l'illustrazione della confezione mi pareva troppo bambinesca, mentre l'interno non lo è per nulla.
Una caratteristica che mi ha spinto a comprarlo, oltre alla meccanica di gioco che parrebbe non banale, è la sua rarità:
su Ebay c'è un solo annuncio (a 70€ non completo);
non ci sono siti che lo illustrano;
nessuna notizia sul suo autore;
entrambe le edizioni del dizionario dei giochi di società di Enrico De Luca non lo contemplano.


Esiste una terza edizione di questo dizionario, magari lì è stato catalogato.
Tutto questo comporta che non è reperibile nemmeno la data della messa in commercio, ho ipotizzato gli anni 60 solo perché non lo conoscevo.
La dotazione della mia mia confezione è praticamente intonsa, la scatola è un po' danneggiata ai lati e  mancano un paio di cartine, per il resto praticamente perfetto.
Quando l'ho aperto sono rimasto assai sorpreso.


Da questa immagine si può notare sia la dotazione che la disposizione dei pezzi, da cui si capisce subito che il gioco è pensato per due giocatori. Benché fosse prevista la versione a quattro o sei giocatori, a me pare che il numero perfetto fosse uno scontro faccia a faccia.
Del filone piratesco fanno parte altri tre giochi in scatola da me recensiti:

Ciò che distingue i tre articoli di cui sopra rispetto a "La conquista del tesoro" è che quest'ultimo ha lo scopo di trasformarti in un vero filibustiere, intanto usando la terminologia corretta:
babordo, tribordo, bompresso, bonaccia, bordata, carronata, cassero, coperta, gabbia, grappino, pennone, sopravvento, sottovento, linea di galleggiamento, prua, abbordaggio, pennone di maestra, albero di trinchetto, vele di mezzana, 

Ma non basta imparare a parlare con un corsaro, bisogna pensare ad una strategia da corsaro, cannoneggiare la nave avversaria come un corsaro, infine abbordarla se ha già caricato il tesoro come farebbe un verso corsaro!
Ah, dimenticavo... scopo del gioco è caricare il tesoro sulla propria nave e fare ritorno a Tortuga  ^_^
I sei velieri hanno dei nomi da pirati!
La Tonante
Il Vendicatore
Lo Sparviero
L'Albatros
Il Valiant
Il Terrore


Una delle tante caratteristiche delle regole che ho trovato interessante è che non si possono usare le sei navi contemporaneamente, ma solo una per volta per ognuno dei due giocatori.
Una volta affondata una nave di uno dei due colori le subentra l'altra, regola che immagino prolungasse il gioco non di poco.
Leggendo il regolamento direi che non fosse pensato per bambini, ma il suo target fosse già quello dei ragazzini, infatti alcuni punti non mi sono parsi chiarissimi, ma forse la mia lettura è stata un po' affrettata.
Alla fine delle regole è presente una nota tattica con dei consigli su come portare aventi la propria strategia, troppo complicato per dei bambini delle scuole elementari degli anni 60 e 70, direi più alla portata delle scuole medie.
Dei 70 giochi di società recensiti questo è tra i non tantissimi che sarei curioso di provare a giocare, secondo me potrebbe dare delle soddisfazioni   ^_^

Edit del 11 luglio 2023
Al link qui sotto delle informazioni sul gioco:

domenica 22 maggio 2022

One Piece, un'epopea mitologica moderna



TITOLO: One Piece, un'epopea mitologica moderna
AUTORE: Denis Amadia
CASA EDITRICE: Bookabook Saggistica
PAGINE: 148
COSTO: 12 
ANNO: 2022
FORMATO: 20 cm x 13 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833233727



Nell'introduzione l'autore chiede al lettore cosa rappresenti per lui "One Piece", per me nulla.
Seguo regolarmente serie nuove, mai così lunghe, mai e poi mai manga così lunghi, quindi la mia recensione non avrà i crismi dell'appassionato di "One Piece".
Escludo a priori eventuali errori, anche se ci fossero non li noterei, recensisco il saggio per informare eventuali malcapitati su questo blog sgrammaticato e refusato dell'uscita del libro.
Gli anni e i decenni passano ed ogni generazione trova nuovi anime e maga di riferimento, che rappresentato ciò che noi trovammo in Goldrake e soci.
Chiaramente noi vivemmo qualcosa di irripetibile, il First Impact dal 1978 al 1982, che tutte le generazioni successive non possono comprendere.
Dal mio punto di vista c'è anche l'interesse di capire cosa i nuovi manga/anime rappresentino per i più "piccoli".
Per l'autore "One Piece" ha il valore di un'opera letteraria, visti i temi trattati.
Mi permetto di chiosare che una serie animata che consta di 892 episodi(!!!), nati da un manga che dura da 25 anni e non è ancora concluso, alla fine qualche tematica la deve pur tirar fuori... più difficile esprimere contenuti in 26 episodi, tipo "Conan il ragazzo del futuro".
L'autore nasce come youtuber, con il nickname di Ronin93, nel saggio illustra gli approfondimenti presenti sul suo canale.
Il primo capitolo è sul mangaka Eiichiro Oda, il secondo tratta il rapporto tra lui e gli editor che la Shueisha nei decenni gli ha affiancato.
E' questo un aspetto poco trattato e molto interessante, quanto gli 11 editor che si sono susseguiti hanno influenzato il lavoro del mangaka?
Solo dal terzo capito, quindi pagina 57, fino al settimo, cioè pagina 107, si analizza "One Piece" come opera letteraria.
Ma se questo manga/anime è così pregno di tematiche, tanto da elevarlo ad un livello più alto di un semplice manga/anime, 50 pagine non sono pochine per 892 episodi e 25 anni di manga?
Se "Atlas Ufo Robot" fosse durato 892 puntate, Massimo Nicora avrebbe scritto due enciclopedie...
L'ottavo capitolo tratta di un argomento sempre attuale, l'adattamento italiano, interessante anche perché viene interpellato colui il quale se ne occupa da 62esimo volume, Yupa, una vera istituzione per tutti i fan, tipo eminenza grigia, ma in senso buono  ^_^
Ho trovato un articolo di Yupa in cui tratta lo stesso argomento con la medesima logica affrontata nel saggio:

venerdì 20 maggio 2022

"Onda TV" dal 4 al 10 giugno 1978 - tredicesimo numero della rivista


Come avevo accennato nel numero precedente di "Onda TV" questo tredicesimo sarebbe stato composto da un maggior numero di pagine, tra queste ben otto erano dedicate al mondiale dei sanguinari generali argentini.
Tanto per ricordare a coloro che giustamente criticano l'assegnazione del prossimo venturo mondiale di calcio al Qatar, una dittatura petrolifera che discrimina le donne e ha usato schiavi (con più di 6000 morti!) per costruire gli stadi, che la Fifa non si è mai fatta tanti problemi etico-morali nello scegliere i paesi organizzatori, e pure a favorirli con arbitri compiacenti...
Chiaramente non ho inserito le otto pagine dedicate al mondiale in Argentina, ma solo la pagina introduttiva nel mitico Nando Martellini.
C'è come al solito la pagina dedicata allo show di "Antenna 3 Lombardia", incentrata sui comici Ric e Gian, che a me piacevano molto.
C'è di nuovo una pagina informativa sull'attività degli UFO in Italia, in cui si cita il successo di "Atlas Ufo Robot". Non c'è dubbio che l'intuizione della Toei di produrre un anime a tema ufologico fu una scelta perfetta dal punto di vista della tempistica.
Oltre agli UFO sono trattati anche i sensitivi, con una pagina dedicata a Matthew Manning, mai sentito e mai interessato il tema.
Molto interessante l'articolo sulle trasmissioni sportive "Ciuff... si tira" e "Anteprima Ciuff... si tira" dedicate al basket di "Antenna Nord" (il lunedì alle 18,35 e sabato alle 20,05), sinceramente non la rammento, ma ai tempi ero concentrato solo sugli albi di figurine Panini del calcio  ^_^

Per quanto riguarda l'animazione giapponese c'è da segnalare solo "Leo il re della foresta", con breve corretta sinossi giovedì 8 giugno su "Milano TV".
Di questo film su Kimba con il nome corretto ne ho scritto anche in questi due post:


Tra le lettere alla redazione, a cui rispondeva Marina, la moglie di Ettore Andenna, ho estrapolato quella in cui si avanzano tre critiche: 
disorganizzazione delle tv locali, sempre lo stesso pubblico, sempre gli stessi ospiti.

Almeno un paio di queste sarebbero forse replicabili anche oggi  :]



Da notare che nei commenti sulla trasmissione uno spettatore tira in ballo le "due negrettine", com'è cambiato il lessico... oggi neppure Salvini si permetterebbe di chiamarle due ragazze di colore in quel modo, ma poi nella sostanza esprimerebbe concetti terribili che nessun politico del 1978 si sarebbe mai sognato di esternare.
In pratica questa trasmissione musicale intitolata "Secondo me..." era la classica gara musicale di canzoni vecchie, programma per vecchi con canzoni vecchie, simile a ciò che capita spesso oggi.

domenica 15 maggio 2022

Japan Dreams, il fascino otaku del Giappone in 450 posti imperdibili per chi ama i manga


TITOLO: Japan Dreams, il fascino otaku del Giappone in 450 posti imperdibili per chi ama i manga
AUTORE: Gianni Simone
CASA EDITRICE: Mondadori
PAGINE: 272
COSTO: 24,90 
ANNO: 2022
FORMATO: 25 cm x 18 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 97888891835093


Perché ho comprato una guida per visitare il Giappone da fan di manga, anime e videogiochi pur sapendo che non ci andrò mai?
Mi piace immaginare cosa mi perdo   T_T
Un po' masochistico...
E' questo il secondo libro con otaku nel titolo pubblicato dalla Mondadori nell'arco di meno di tre mesi:

La mia ipotesi avanzata nella recensione di cui sopra che la casa editrice, che vende pacchi e pacchi di manga nelle sue librerie, stia cercando di coltivare il boom di manga ed anime tra i più giovani, pare si stia confermando. Vedremo se ne pubblicheranno un terzo.
Intanto è giusto precisare che questo libro è la traduzione italica di uno scritto dell'anno prima:

Qualche anno fa Alessandro Apreda pubblicò quella che credo sia stata la prima guida per viaggiare a Tokyo da nerd/otaku:

La differenze tra questi due libri sono varie e direi che nel totale si integrano bene.
Chiaramente il libro di Gianni Simone è più recente, spazia su varie località del Giappone, basta vedere l'indice, ed è più strettamente una guida turistica.
Quello di Apreda si concentra solo su Tokyo, contiene più commenti e lo trovo maggiormente in linea col mio punto di vista di appassionato.
Simone è del 1964, quindi un po' più grande di me, il 4 aprile 1978 rimase anche lui folgorato da Goldrake ma probabilmente non seguì tutte le serie succedute alla primigenia, come io inizia a non seguire più anime verso il 1983/84.
Non conosco il livello di otakunaggine di Simone, ma dire che dal suo blog non sia altissima:

Apreda si è recato numerose volte in Giappone, e da questa esperienza sul campo ha scritto la guida, mentre Simone in Giappone ci vive (sposato con prole), quindi ha dalla sua parte la conoscenza della lingua e più tempo per visitare i luoghi descritti.



Come si vede dalla spiegazione su come si usa la guida questo libro è più una guida rispetto a "Tokyo la guida nerd".
Sono presenti, oltre ai negozi, anche le manifestazioni di cosplay, le biblioteche, i musei, in pratica si spazia su tutto lo scenario otaku possibile ed immaginabile.



Ogni manifestazione, negozio o museo indicato è commentata, è presente l'indirizzo e l'orario di apertura, oppure il sito, in molti casi c'è anche il costo del biglietto in caso di manifestazioni a pagamento.
Lo scrissi per già per la recensione di "Tokyo la guida nerd", ma ribadisco che io in una Mandarake ci dovrei stare almeno una settimana!
Il monolite nero degli otaku!   ^_^

sabato 14 maggio 2022

6 recensioni di anime sulle pagine delle tv locali di Telesette - maggio/agosto 1980


Qualche anno fa ho passato in rassegna tutti i Telesette delle annate dal 1979 al 1982 in Emeroteca, cioè tutti quelli disponibili, trovando numerosi articoli, una gran parte di questi erano recensioni di serie, altri di commento.
Le recensioni delle serie animate giapponesi presenti su Telesette si possono dividere in due gruppi, quelle trasmesse dai canali nazionali e quelle dalle tv locali.
Nel 1979 ci sono solo recensioni di anime trasmessi dalla Rai, dal 1980 la redazioni predispose delle pagine informative nella sezione centrale con i programmi delle tv locali, in cui ogni tanto si dava conto della nuova, ma non necessariamente una novità assoluta, serie trasmessa da questa o quella tv locale lombarda/milanese.
Ovviamente l'edizione che ho consultato era quella milanese, quindi con le emittenti che vedevo da bambino.
Nel 1981 si possono leggere di nuovo recensioni dei due gruppi, Rai e tv locali, dal 1982 si inserisce un terzo gruppo formato dalla triade Italia 1, Canale 5 e Rete 4, tv private più o meno nazionali.
Le recensioni che ho trovato per il 1980 sono:
"E' in arrivo un falco superbolide" - Telesette 11/17 maggio 1980 
"Si salvi chi può: arrivano i giapponesi" - Telesette 25/31 maggio 1980
"L'ape Maia ha una sorella", di Pitto Cantù - Telesette 6/12 luglio 1980
"Lupin III la fa sempre franca", di Pitto Cantù - Telesette 20/26 luglio 1980
"Daitarn III contro Joe Tempesta", di Patrizia Ricci - Telesette 27 luglio/2 agosto 1980
"Un Pinocchio giapponese", di Pitto Cantù - Telesette 3/9 agosto 1980 

Non anticipo nulla, ma una menzione particolare per la precisione di Patrizia Ricci ^_^

Ribadisco che le recensioni non necessariamente indicavano un esordio assoluto, infatti la prima che presento è su Ken Falco ("E' in arrivo un falco superbolide"), l'articolo è della settimana dall'11 al 17 maggio, ma io vidi la serie nel 1979 e su "Antenna Nord", mentre in questo caso si recensisce la trasmissione su "Tele Milano", quindi successiva di alcuni mesi.
Sono abbastanza sicuro perché io "Tele Milano" la vedevo poco e male, mentre "Antenna Nord" era più visibile, inoltre le avventure automobilistiche di Ken Hayabusa fanno parte del primissimi gruppo trasmesso dalle tv locali milanesi assieme a Lupin III, Jeeg e il Grande Mazinga.
Inoltre nel maggio 1980 si era già in pieno tsunami mediatico contro l'animazione seriale giapponese in Italia, mentre "Antenna Nord" mandò in onda la prima assoluta di "Falco il super bolide" in un periodo più tranquillo per gli anime.
La recensione è abbastanza tranquilla, ovviamente l'adulto che ne scriveva non l'aveva mai visto, si sarà basato sulle brochure informative che le tv locali giravano alle redazioni delle riviste (quanto varrebbero oggi quelle paginette di carta!!!).
A parte la "diversità della tecnica di animazione" che non si capisce bene in cosa consistesse e l'italianizzazione della scuderia dei cattivi "Black Shadow", per il resto l'articolino ci dava informazioni ragionevolmente corrette. 
Nel mio caso non posso testimoniare che ci fu un'invasione di giocattoli del team Saionji, altrimenti qualcosa a casa avrei di sicuro portato   ^_^



La seconda recensione in realtà è più un annuncio di un'invasione:
"Si salvi chi può: arrivano i giapponesi" - Telesette 25/31 maggio 1980

Non c'è scritto, solo il titolo e una breve chiosa, ma dimostra quanto emittenti come "Milano TV" basarono il loro successo tra noi bambini sull'animazione giapponese.
Da notare che si fa cenno alle polemiche con quel "già oggetto di tavole rotonde".



"L'ape Maia ha una sorella", di Pitto Cantù - Telesette 6/12 luglio 1980

In realtà avrebbe avuto un fratellino, e pure sfigato...
L'autore dell'articolino si inventa un collegamento con l'Ape Maia, con la quale condividerebbe l'ape Regina come madre. Il giudizio sui disegnatori giapponesi è ottimo, nonostante le polemiche della primavera 1980, che traspaiono dalla bocciatura verso le serie robotiche, visti come negativi, mentre le atroci storie in cui si muoveva il piccolo fuco nipponico erano idilliache... si vede che come sempre chi scriveva gli articoli non si degnava di guardare manco mezzo episodio... per me l'Ape Magà era più violenta de il Grande Mazinga!

mercoledì 11 maggio 2022

"Dr. Strange: Viaggio nel quadriverso" della Editoriale Corno 42 anni prima del film "Doctor Strange nel multiverso della follia"


Non ho ancora visto il nuovo film del Dottor Strange, evito come la peste i trailer, rifiuto categoricamente spoiler, e chi li fa rischia la vita  ^_^
Detto ciò, sfogliando i primi numeri de "I Difensori" nell'edizione del primo maggio 1979 (numero 1), ho trovato una storia in cui il Dr. Strange si avventura del quadriverso, che non è ancora il multiverso cinematografico, però dimostra che i vecchi fumetti della Editoriale Corno qualcuno alla Disney deve averli letti  :]
Il Signore delle arti mistiche resta nel quadriverso per due numeri, il tre e il quattro, non sono tantissime pagine, le ho inserite tutte, le tavole paiono disegnate da uno in acido  ^_^
Personalmente non gradivo graficamente il dottore nelle storie in cui era il protagonista, mi piaceva nel gruppo de "I Difensori" o quando faceva comparsate in altre testate.
I disegni e le storie delle sue avvenute mistiche erano troppo mistiche per i miei gusti di bambino, troppo caos, ed anche oggi il tratto di questo Strange, rispetto a quello delle storie della testata, non mi aggrada.
C'è da dire che se nei due film a lui dedicati, oltre a tutte le sue partecipazioni in altri lungometraggi Marvel, abbiamo potuto apprezzare scene che spiazzavano le nostre capacità visive e logiche, nel vecchio fumetto Marvel era la stessa cosa, seppur senza effetti speciali.
La "follia" del titolo del film era presente a iosa nelle storie della seconda parte del fumetto, per dimostrare la "pazzia" dei disegnatori statunitensi, oltre alle due storie complete del quadriverso, ho inserito qualche tavola dei numeri successivi, tanto per rendere in che contesto si muoveva il Dr. Strange alle sue origini.
Devo ribadire che sono molto soddisfatto del fatto che tanti supereroi che leggevo sugli albi della Editoriale Corno, che nessuno si filava fino a qualche anno fa, abbiano ottenuto tanto successo, in primis il mio amato Visione, ma lo stesso Dr. Strange, Scarlet, Antman etc. etc.
Leggendo, forse per la prima volta, le due storie che si svolgono nel quadriverso mi sono reso conto che lo Strange della Disney ha abbandonato completamente tante esclamazioni che rievocavano chissà quali antichi e potenti personaggi magici dimenticati dal tempo.
Infatti leggo spesso Strange proferire le seguenti frasi:
"Per l'eterno Vishanti!";
"In nome dell'onniveggente Vishanti!";
"Per le venerande schiere di Hoggoth!";
"Per i demoni di Denak!";
"Per l'innominabile Umar!"

Non mancano incantesimi vari d'attacco e di difesa:
"Le scarlatte bande di Cyt Torrak"
"Le fiamme delle Faltine"
"I mistici anelli di Raggador"
"Gli scudi di Seraphim"

Preciso che se mi mettessi a sfogliare tutti i fumetti delle storie inerenti "il Signore delle arti mistiche" troverei decine e decine di pagine di pura follia disegnata, in questo caso mi ha solo colpito la somiglianza tra "quadriverso" e "multiverso".


In queste due storie il Dottor Strange si reca nel quadriverso per cercare i Creatori di Xander, che minacciavano di annientare l'universo in cui viviamo, dopo un certo numero di peripezie scopre che lui è stato scelto come custode di tutto il quadriverso, ma gentilmente rifiuta e se ne va   ^_^

Penso sia capitato a tutti di approdare nel quadriverso e trovarsi di fronte un rossa al fulmicotone, con un decolté e uno spacco da urlo,  che necessita aiuto   ^_^

domenica 8 maggio 2022

Dante Shinkyoku, La Divina Commedia di Go Nagai



TITOLO: Dante Shinkyoku, la Divina Commedia di Go Nagai 
AUTORE: Cristiano Brignola
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 194
COSTO: 18,5 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 97888896133620


Parto con le mie solite premesse   :]
Mi è capitato già di recensire saggi di cui non conoscevo o conoscevo pochissimo il tema trattato, ergo in quei casi mi sono solo limitato ad illustrare cosa contesse lo scritto.
Anche nel caso di questo nuovo saggio della casa editrice "La Torre" mi si prospettava la medesima situazione, avevo due alternative per ovviare all'impasse:
leggermi "La Divina Commedia" di Dante Alighieri;
leggermi il manga di Go Nagai che propone la sua visione dell'opera dantesca.

Visto che anche se mi fossi imbarcato nella lettura dell'opera originale non l'avrei capita... mi sono rifugiato nella seconda è più agevole opzione.
Quindi in previsione della lettura di questo saggio ho comprato il manga de "La Divina Commedia" di Go Nagai.
Immagino che Dante si stia ribaltando nella tomba nel sapere che un suo connazionale sceglie di accostarsi alla sua opera leggendo il fumetto di un giapponese...   ^_^
Altra premessa, posseggo pochi manga, troppo poco spazio in casa, di Nagai ho letto solo Devilman edizione Dynamic metà anni 90. 
Ultima premessa, detesto a morte tutte le rivisitazione, remake, prequel, sequel, riscritture che Nagai ci propina da decenni (BASTA!), almeno questo manga era qualcosa di "nuovo".
Non sono certo in grado di valutare le differenze tra il manga di Nagai è l'originale dantesco, a far questo ci pensa per fortuna l'autore, posso, però, dare un giudizio sul manga dal punto di vista estetico:
terribile   T_T

Ho scritto "terribile", ma anche brutto, sgraziato, tentennante e approssimativo possono andare bene.
Il tutto, ovviamente, basandomi sul mio gusto personale, ad altri di certo piacerà.



Ho scelto una pagina un po' a caso, in realtà ne avevo viste anche di peggiori, ma non mi sono segnato il numero di pagina (perché non c'è...).
Alla veneranda età del maestro Nagai si può mai disegnare un viso così?

Passo al saggio.
Nel saggio introduttivo Di Fratta cerca di risalire all'edizione in cui un Nagai bambino lesse stralci dell'Inferno de "La Divina Commedia" con le famose illustrazioni di Gustave Doré, che tanto influenzarono il mangaka creatore di moltitudini di mostri che abbiamo apprezzato da bambini.
Alla fine ci riesce pure, quindi scopriamo che Nagai non si era inventato nulla (io ho sempre avuto il dubbio), esiste veramente un'edizione per bambini in giapponese de "La Divina Commedia" con le illustrazioni di Doré, non il massimo da far vedere ad un bambino...

Il saggio è diviso in una prima parte introduttiva, in cui si valuta la poetica di Nagai, segue l'influenza dantesca nelle sue opere, infine c'è l'analisi narrativa e grafica del manga "Dante Shinkyoku".
Come ho scritto sopra le continue ripetizioni di Nagai inerenti a soggetti creati negli anni 70 mi ha stufato, inoltre ho letto solo due suoi manga, quindi non aggiungo altro per il primo capitolo. 
Nel secondo capitolo vengono illustrati ed analizzati i manga di Nagai in cui sono presenti richiami in varie forme alla Divina Commedia e a Dante.
Devo dire che grazie all'autore ho notato quanto ritornino questi personaggi danteschi, ma anche solo il nome "Dante" modificato, fin nelle serie animate dei robottoni!
Con il terzo capitolo si entra nell'analisi del manga "Dante Shinkyoku", e come ho spiegato sopra, vista la mia ignoranza in merito, mi rimetto alle valutazioni dell'autore, che raffronta lo scritto originario con le modifiche approntate da Nagai.
Ho solo un dubbio generale che nasce dalla lettura di pagina 70:
"E principalmente nell'Inferno, infatti, che Nagai può far sentire la sua voce. Per i due terzi dell'opera, al giudizio di Dante si sovrappone il proprio. Nagai parla per bocca di Dante, dipingendo un poeta molto più fragile e incerto sul proprio cammino.".

sabato 7 maggio 2022

"Muteki Robo Toraidaa Jii Sebun TV Ehon" (Trider G7) - 1980 (libro illustrato tv)


Ringrazio di nuovo Andrea e Valentina per il materiale  :]

Chi non ha amato il Trider G7?
Chi non ha amato ancor di più la signorina Ikue?   ^_^

Il Trider G7 è tra le serie che da adulto non ho più rivisto, credo perché i cattivi erano poco o per nulla affascinati, mentre probabilmente dovrei riguardarlo per concentrarmi su come era veicolato il mondo del lavoro nel Giappone del 1980, specialmente in una piccola azienda, grande microcosmo produttivo che il paese del Sol Levante condivide con l'Italia.
Il fatto che Watta fosse un ragazzino lavoratore che pilotava un robot gigante mi gasava un sacco, i combattimenti poco o nulla. In generale non gradivo molto gli attacchi finali sempre uguali, che avvantaggiavano la casa di produzione che poteva usare sempre le stesse sequenze, ma che ti spoilerava il finale, sapevi già, tranne qualche sparuta eccezione, che il combattimento era terminato... con i robottoni pre-attacco finale c'era più suspense.
Detto che la signorina Ikue era la mia preferita, tra i buoni c'erano più personaggi che non digerivo molto:
il professor Daimon, ma ci poteva stare, era il prof assillante;
il compagno di classe ricco e snob;
qualche volta il signor Kakikoji, che faceva i conti in tasca al povero Watta durante i combattimenti...
ma soprattutto l'impiegato fan cazzista, di personaggi simili ne ho trovati da adulto non pochi nel mondo del lavoro, si vede che quello animato fu una specie di imprinting negativo...

Per una spiegazione di cosa siano i "TV Ehon" rimando al post linkato qui sotto:

Sul sempiterno Encirobot è riportata come data accertata di prima trasmissione il 22 giugno 1981 sul milanese "Canale 51", ma con il dubbio che il primo episodio probabilmente fosse retrodatabile:

Infatti nella mia montagna di "TV Sorrisi" sono riuscito ad arretrare fino alla data del 12 aprile 1981, sempre su "Canale 51", che precedentemente era la mia amata "Milano TV" e poi "Rete A".
Purtroppo i numeri prima di quella settimana non sono del milanese, quindi non ho potuto controllare la programmazione di "Canale 51", ma considerando che la domenica mattina alle 11,30 era già visibile e la mattina di norma davano le repliche, specialmente la domenica, ipotizzerei che il Trider G7 era in palinsesto almeno dalla settimana precedente.


Tutto lo stuolo dei buoni   ^_^

venerdì 6 maggio 2022

Sistema Media Mix, cinema e sottoculture giovanili del Giappone contemporaneo



TITOLO: Sistema Media Mix, cinema e sottoculture giovanili del Giappone contemporaneo
AUTORE: Stefano Locati
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 371
COSTO: 28 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 97888857587424


Di norma non leggo la saggistica sul cinema giapponese, argomento troppo vasto e che richiederebbe una cultura filmica a me sconosciuta, ho fatto un'eccezione perché nel titolo si parla di "sottoculture giovanili del Giappone contemporaneo", quindi ipotizzavo che contenesse anche parti più sociologiche.
Non ho sbagliato, un intero capitolo è sugli otaku e molte parti trattano della società giovanile giapponese.
Pensavo di trovare anche i lungometraggi animati, dove sono più ferrato rispetto ai film live, ma qui ho sbagliato previsione, infatti già dall'introduzione viene subito spiegato che il saggio tratterà principalmente il cinema dal vivo.
Il saggio è in buona parte scritto con una terminologia un po' tecnica, forse si poteva fare uno sforzo maggiore verso la divulgazione, molti concetti mi sono parsi esageratamente arzigogolati.
In questi casi, però, resta sempre il dubbio se sia colpa dell'autore che non ha fatto lo sforzo di scrivere meno difficile (stiamo parlando di cinema e della società giapponese, non di buchi neri...) oppure del lettore (in questo caso io), che non ha le conoscenze sufficienti per comprendere appieno lo scritto.
Il media mix in campo cinematografico è il continuo influenzare o essere influenzati dagli altri media, come anime, manga, videogiochi romanzi, serie tv e merchandising. Ormai un'opera si fruisce su più livelli, e questa particolarità è preminente in Giappone.
Ovviamente le parti del libro che trattavano di animazione, che conosco di più, le ho potute apprezzare maggiormente rispetto alle parti che analizzavano lungometraggi dal vivo a me sconosciuti.
Prima di partire con la mia recensione e magari sparare troppe cavolate, lascio leggere cosa scrive l'autore per descrivere gli intenti del saggio.



Il saggio è diviso in due parti, nei primi quattro capitoli viene svolta un'analisi storica dell'industria cinematografica giapponese in rapporto agli altri media e al media mix, nei capitoli dal quinto all'ottavo si individuano alcuni temi considerati più importanti.

Nel primo capitolo viene fornita una spiegazione generale del "Program Picture", cioè la programmazione di film a basso budget affiancati a film più importanti. 
Da questi "B kyu eiga" (B movie) nasce il filone di Godzilla e soci, il filone dei "mostri giganti", i cui effetti vediamo ancora oggi.
In realtà il capitolo ignora il lucertolone radioattivo, concentrandosi su altre saghe cinematografiche degli anni 50/60/70. Per esempio i film con protagonista Ishihara Yujiro, ma soprattutto i 47 film di Tora-san.
Non conoscevo la figura di Tora-san e i suoi film, ma cercando qualche video sul web mi sono reso conto che il suo personaggio è stato riproposto anche negli anime, per esempio l'allenatore di Rocky Joe, Danpei Tange.
Comunque il capitolo l'ho trovato molto interessante.

Il secondo capitolo tratta nel primo paragrafo dell'animazione seriale giapponese, citando lungamente il saggio "Anime System, il successo polimediale dell'animazione giapponese", i cui temi sono similari a quelli di questo libro, ed anche Astroboy (il soggetto del saggio linkato).
Nel secondo paragrafo ci si concentra sul genere tokusatsu dagli anni 50 agli anni 80. In questa trattazione l'autore sostiene che le tecniche di animazione ridotta e il media mix furono presenti anche nelle serie live di tokusatsu.
In pratica l'autore non concorda con Marc Steinberg ("Anime System") sul fatto che il media mix nacque con Astroboy, anticipando il fenomeno al cinema dal vivo e alle serie di tokusatsu.
Ho notato che nella bibliografia e nelle note a fondo pagina la quasi totalità è di saggistica non italiana, anche se per alcuni temi sono presenti analisi in italiano, inoltre il saggio di Steinberg viene citato nella versione in inglese, mai (mi pare) nell'edizione italiana della Tunuè.

Il terzo capitolo inizia temporalmente nell'autunno 1976, quando viene proiettato il film "The Inugami family", che rappresentò le nuove pratiche del media mix, l'era di "Kadokawa Pictures"
Il sistema dei decenni passati con tanti film a basso costo era andato in crisi, La Kadokawa iniziò a produrre meno film, ma Blockbuster, per richiamare più pubblico nelle sale. 
La casa editrice nipponica introduce in Giappone lo sfruttamento del media mix romanzo-film-colonna sonora. Il capitolo analizza numerosi film della Kadokawa e altre case cinematografiche che producevano lungometraggi per il target degli adolescenti e dei giovani in generale.
Durante la lettura delle analisi dei film ho cercato i trailers di questi film, sono titoli anomali, ma che ben si collegano all'immaginario di manga ed anime del periodo.
Anche "Anime System" (linkato poco sopra) ha un capitolo dedicato ai film della casa editrice Kadokawa, che ben si integra con questo capitolo, ma di nuovo l'autore non concorda con le conclusioni di Steinberg.

giovedì 5 maggio 2022

TV Sorrisi e Canzoni n° 7 dal 12 al 18 febbraio 1978 - “Heidi”, di Corrado Biggi + Raideen con il gruppo "The Tubes"


Avevo scelto questo numero di "TV Sorrisi" per l'articolo su Heidi, la cui prima puntata era stata trasmessa la settimana precedente, non che lo scritto riveli chissà cosa sull'animazione giapponese pre Goldrake in Italia, più che altro si parla del romanzo originale, ma qualcosina di interessante lo si può leggere.
Quindi il motivo originale era Heidi, ma poi sfogliando la rivista mi sono ricordato che a pagina 32 in un articolo sui gruppi punk fa la sua comparsa il Raideen!
Ci torno appena sotto   ;)
Il resto della rivista presenta numerosi articoli interessanti, quello della copertina, dove l'Antonella dei Matia Bazar, freschi vincitori di San Remo, annunciava il suo fidanzamento con Renzo Bertolini.
Non sono molto pratico di gossip, ma mi sa che non si sono più sposati.
Un articolo su Rino Gaetano, da inserire obbligatoriamente, sacrificando quello su Anna Oxa. 
Altro articolo obbligatorio sulla compianta Stefania Rotolo, il cui titolo si è purtroppo rivelato anticipatore del crudele destino riservato alla giovane soubrette.
Seguono due pagine sulla figlia di Manfredi, questo è sempre stato un paese di figli di genitori illustri che restano nel loro ambito lavorativo.
Bello l'articolo di Paolo Cucco, che tante altre volte ha scritto di cartoni animati giapponesi, riguardante la Palestina e la sua tribolata situazione, lo era nel 1978, lo resta oggi. Pare che a nessuno faccia comodo risolverla quella grana...
Non voglio fare lo storico, ma nello scritto mi pare ci sia qualche imprecisione sulle crociate, magari sbaglio.
Bello il lungo articolo sulle telefoniste di Portobello, orribile aver scelto per il titolo "ragazze-squillo"...
Come tutti i bambini anch'io adoravo Furia, finché non arrivò Goldrake, mentre Black Beauty lo consideravo pari a zero, e leggendo l'articolo non ho cambiato idea.



Torniamo a Raiden... premetto che non sono un esperto di gruppi punk anni 70.   ^_^
Giro pagina e vedo un tizio che sorregge la testa del Raideen, perché?
Intanto forse è questa la prima immagine di un robottone pubblicata in Italia, all'insaputa di tutti, ma probabilmente è la prima.
La serie del Raideen venne trasmessa negli Usa nella primavera del 1976, il gruppo dei "The Tubes" (meglio Wikipedia in inglese) immagino ne rimasero colpiti, nonostante fossero adulti, così fecero comporre un nuovo brano a Al di Meola e Mingo Lewis:
"God Bird Change"!

Non ho mai visto il Raideen, ma fu il primo anime robotico ad avere l'attacco finale, il robottone si trasformava in un rapace e distruggeva il mostro nemico, proprio il "God Bird"!

Sul palco il gruppo "The Tubes" faceva un numero con delle ballerine che indossavano tute spaziali, verso la fine del brano faceva il suo ingresso proprio il Raideen, e come ultimo colpo di scena un membro del gruppo si toglieva il copricapo.
Da questa azione nasce la foto con la testa del Raideen sollevata.
L'articolo non spiega nulla di questa cosa, ho trovato per pura fortuna un video dove si vede tutta la performance del gruppo mentre suona "God Bird Change", brano solo strumentale.
Tra l'altro, per eliminare qualsiasi dubbio su chi sia stato l'ispiratore del brano, all'inizio si sente chiaramente gridare "RAIIIIIIDIN!!!"    ^_^
Altro piccolo particolare, durante lo show sul palco c'erano alcuni televisori in bianco e nero, che trasmettevano una puntata del Raideen!  
Infine, tanto per ribadire che fu questa la prima comparsata di un robottone in Italia, lo show fu trasmesso dalla Rai, infatti sull'unico video dell'esibizione c'è il logo della nostra emittente nazionale   :]
Più sotto inserisco il video e molte singole immagini di questo   ;)



Passo alla pastorella.
Nel trafiletto della pagina a sinistra si può leggere:
"Tradotto in moltissime lingue, il racconto (di Heidi) è diventato cartone animato grazie alla mano MAGICA di alcuni disegnatori giapponesi"

Prima di Goldrake e Mazinga, prima delle polemiche, prima che anche Heidi venisse etichetta (a torto) come lacrimevole, i disegnatori nipponici avevano la mano magica   ^_^
Si vede che Corrado Biggi non avesse guardato ancora Heidi, perché nell'articolo, come accennavo sopra, si parla più che altro del romanzo, spoilerando tutta la trama... ma verso la fine...

domenica 1 maggio 2022

Catalogo DAG 1976/1977 (con listino prezzi) - Prima Parte


Tra i tanti cataloghi postati e non ancora postati trovo che i più belli siano quelli della DAG, "Distribuzione Associata Giocattoli", a cui sono anche affezionato, in quanto avevo e rimiravo sognante quello del 1975, che ho recuperato decenni dopo.
Questi cataloghi DAG nei primi anni 70 avevano addirittura la copertina rigida ricoperta di simil pelle, come questo, oppure in tessuto, come quello del 1975 di cui sopra.:

In pratica erano considerati piccoli libri con fotografie di giocattoli, prodotti editoriali preziosi, ma anche belli dal punto di vista grafico e di grande formato, così grande che, come per quello del 1975, anche stavolta ho dovuto smezzare le scan perché in una singola scan la pagina non entrava.
Già dal 1978 viene abbandonata questa veste editoriale di grande formato e con copertina rigida per passare al semplice spillato in formato rivista, identico nello stile a quello del 1981:

Ho quindi deciso di colmare, un po' alla volta, la lacuna temporale e di immagini tra il catalogo del 1975 e quello del 1981, partendo con il catalogo DAG 1976/1977.
In questo modo si potrà anche apprezzare sia l'evolversi degli articoli, influenzati dall'introduzione di tematiche nuove come videogiochi e animazione giapponese, ma di contro la maggiore longevità sul mercato di articoli più classici. come peluches, bambole e soldatini, ma anche i giochi in scatola, che restavano disponibili per molti anni.
In particolare questo catalogo è impreziosito dalla presenza del listino prezzi, che potrà far sorgere nuovi sensi di colpa su quanto facemmo spendere ai nostri famigliari, ma dovrebbe ridurre le lamentatele sull'esosità delle richieste di figli e nipotini   ^_^
Il gioco più costoso del catalogo, non presente in questo primo post, è una pianola Bontempi al prezzo di 240 mila lire, che rivalutata tramite il sito Istat equivale a 1300 euro! 
Inserirò i listini prezzi in base alle pagine mostrate, per non creare troppa confusione.


Il catalogo si apre con questa stupenda doppia pagina in stile gioco dell'oca, dove in ogni casella c'è una marca di giocattoli, nella quasi totalità italiana, di certo prodotti Made in Italy anche se marchio straniero.
Fa impressione quante aziende avevamo e quanto divertimento ci hanno dispensato   :]



Questa prima parte si ferma a pagine 29, quindi in gran parte sono mostrati giochi per femminucce, divisione con i giochi per maschietti ancora presente oggigiorno, ma non più come in quel periodo. Epoca in cui esisteva una divisione abbastanza netta tra i giochi per i bambini e i giochi per le bambine, e i due sessi potevano giocare assieme con i giochi in scatola o in giochi in cortile, ma vigeva comunque una certa segregazione ludico-sessuale.
In tutto il cortile, ed eravamo una marea di bambini e bambine, c'era una sola bambina che giocava a pallone con noi, era pure brava, ma vista un po' male da tutti perché "rubava" un posto ai tuoi amici.
Se poi l'avevi come avversaria, cosa che capitava spesso, era abbastanza un'onta farsi superare nel gioco del calcio, territorio esclusivamente maschile.
Sia chiaro, molto meglio oggi che a calcio ci giocano anche le ragazze :]
Facendo mente locale si giocava assieme, maschi e femmine, in poche occasioni:
palla prigioniera; un due tre stella, rialzo, nascondino, alcuni giochi in scatola, l'elastico.

Che tristezza...

Come accennavo sopra ho dovuto fare due scan  per ogni pagina, mi pare abbastanza intuibile a quale pagine appartengano le due scan, ergo non lo specificherò ogni volta.