Tra i tanti cataloghi postati e non ancora postati trovo che i più belli siano quelli della DAG, "Distribuzione Associata Giocattoli", a cui sono anche affezionato, in quanto avevo e rimiravo sognante quello del 1975, che ho recuperato decenni dopo.
Questi cataloghi DAG nei primi anni 70 avevano addirittura la copertina rigida ricoperta di simil pelle, come questo, oppure in tessuto, come quello del 1975 di cui sopra.:
In pratica erano considerati piccoli libri con fotografie di giocattoli, prodotti editoriali preziosi, ma anche belli dal punto di vista grafico e di grande formato, così grande che, come per quello del 1975, anche stavolta ho dovuto smezzare le scan perché in una singola scan la pagina non entrava.
Già dal 1978 viene abbandonata questa veste editoriale di grande formato e con copertina rigida per passare al semplice spillato in formato rivista, identico nello stile a quello del 1981:
Ho quindi deciso di colmare, un po' alla volta, la lacuna temporale e di immagini tra il catalogo del 1975 e quello del 1981, partendo con il catalogo DAG 1976/1977.
In questo modo si potrà anche apprezzare sia l'evolversi degli articoli, influenzati dall'introduzione di tematiche nuove come videogiochi e animazione giapponese, ma di contro la maggiore longevità sul mercato di articoli più classici. come peluches, bambole e soldatini, ma anche i giochi in scatola, che restavano disponibili per molti anni.
In particolare questo catalogo è impreziosito dalla presenza del listino prezzi, che potrà far sorgere nuovi sensi di colpa su quanto facemmo spendere ai nostri famigliari, ma dovrebbe ridurre le lamentatele sull'esosità delle richieste di figli e nipotini ^_^
Il gioco più costoso del catalogo, non presente in questo primo post, è una pianola Bontempi al prezzo di 240 mila lire, che rivalutata tramite il sito Istat equivale a 1300 euro!
Inserirò i listini prezzi in base alle pagine mostrate, per non creare troppa confusione.
Il catalogo si apre con questa stupenda doppia pagina in stile gioco dell'oca, dove in ogni casella c'è una marca di giocattoli, nella quasi totalità italiana, di certo prodotti Made in Italy anche se marchio straniero.
Fa impressione quante aziende avevamo e quanto divertimento ci hanno dispensato :]
Questa prima parte si ferma a pagine 29, quindi in gran parte sono mostrati giochi per femminucce, divisione con i giochi per maschietti ancora presente oggigiorno, ma non più come in quel periodo. Epoca in cui esisteva una divisione abbastanza netta tra i giochi per i bambini e i giochi per le bambine, e i due sessi potevano giocare assieme con i giochi in scatola o in giochi in cortile, ma vigeva comunque una certa segregazione ludico-sessuale.
In tutto il cortile, ed eravamo una marea di bambini e bambine, c'era una sola bambina che giocava a pallone con noi, era pure brava, ma vista un po' male da tutti perché "rubava" un posto ai tuoi amici.
Se poi l'avevi come avversaria, cosa che capitava spesso, era abbastanza un'onta farsi superare nel gioco del calcio, territorio esclusivamente maschile.
Sia chiaro, molto meglio oggi che a calcio ci giocano anche le ragazze :]
Facendo mente locale si giocava assieme, maschi e femmine, in poche occasioni:
palla prigioniera; un due tre stella, rialzo, nascondino, alcuni giochi in scatola, l'elastico.
Che tristezza...
Come accennavo sopra ho dovuto fare due scan per ogni pagina, mi pare abbastanza intuibile a quale pagine appartengano le due scan, ergo non lo specificherò ogni volta.
Per un Natale, forse proprio quello del 1976, mi venne regalata la Jeep Safari di Big Jim, costava 15 mila lire, 82 euro, non poco... di nuovo grazie mamma e nonna ^_^
I telefoni giocattolo erano inseriti nella parte femminile degli elettrodomestici giocattolo, tanto per alimentare lo stereotipo che le mamme stavano tanto al telefono, oggi siamo tutti appiccicati allo smartphone (io un po' meno).
La macchina da scrivere della foto n° 3 costava 60 mila lire, 330 euro, oggi ci compri un buon tablet!
Il proiettore Lamy della foto n° 5 costava 35 mila lire, ergo 192 euro, ma era il solo modo per riprodurre i cartoni animati, senza audio, tra l'altro...
Il proiettore della foto 6 ben 75 mila lire, cioè 412 euro, oggi ti fai l'abbonamento annuale a tutti i siti di streaming e ti avanzano i soldi! ^_^
La Mupi, un sogno, tra l'altro a buon mercato, visto che il mitico Cinevisor costava solo 11 mila lire, cioè 60 euro.
Il proiettore Telemax (foto n° 2) costava un po' meno del Cinevisor, solo 9450 lire, meno di 52 euro.
Quindi nel catalogo avevamo ben tre proiettori simil televisivi:
il proiettore Lamy della foto n° 5 costava 35 mila lire, ergo 192 euro;
il Cinevisor costava 11 mila lire, 60 euro;
il proiettore Telemax, 9450 lire, meno di 52 euro.
Catalogo bellissimo, come anche gli altri di questo blog
RispondiEliminaLa valigetta medica sembra vera!!!
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