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venerdì 31 maggio 2013

Quando i giapponesi fanno ding, altre curiosità dal sol levante


TITOLO: Quando i giapponesi fanno ding, altre curiosità dal sol levante
AUTORE: Keiko Ichiguchi
CASA EDITRICE: Kappa Edzioni
PAGINE: 157
COSTO: 12€
ANNO: 2009
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788874712236

Questo è il secondo libro della Ichiguci che leggo, anche se è il terzo che scrive (il secondo pare che me lo sia perso, lo recupererò), ed è simile al primo. L'autrice descrive la sua vita in Italia e la raffronta con quella in Giappone. Nella premessa scrive che lei non è una sociologa, quindi ciò che scrive ha solo una valore di racconto personale.
Il libro è diviso in 29 brevi capitoli, ne riporto una breve descrizione.
Cap 1: Riguarda le onomatopee sia scritte che nei fumetti, è molto interessante, peccato per la brevità.
Cap 2: Sui dialetti giapponesi, in particolare quello di Osaka, la sua città natale.
Cap 3: Sempre sul dialetto di Osaka. Quando l'autrice traduce dall'italiano al giapponese in realtà lo fa in del dialetto di Osaka (previa autorizzazione), perché le viene più immediato e veloce.
Cap 4: Un tentativo interessante di spiegare il fatto di cronaca capitato qualche tempo fa a 2 turisti giapponesi che vennero truffati a Roma, facendo loro pagare un pranzo 700 €.
Cap 5: Un fatto capitato a Parigi all'autrice.
Cap 6: Il racconto di una giornata alle terme giapponesi.
Cap 7: Il racconto di una giornata di vacanza al paese natio dei genitori.
Cap 8: Una descrizione dei rari atti di bullismo scolastico (ijime) cui le fu testimone durante gli anni della scuola elementare negli anni 70.
Cap 9: Quello che forse è il precursore di ijime, il ko-nai boryuku, cioè picchiare gli insegnanti.
Cap 10: Spiegazione del criterio di valutazione numerico, hensa-chi, degli studenti, quando lei era alle medie, e sulle frustrazioni che questo “marchio” generava negli alunni. Frustrazioni che scatenavano anche atti violenti.
Cap 11: Sempre sul bullismo scolastico racconta dell'esistenza fin dagli anni 80 di una serie che affrontava queste tematiche, con un taglio simile alla serie GTO (quest'ultima parte è una mia considerazione).
Cap 12: Una descrizione di alcuni comportamenti autoritari violenti nel liceo che frequentò.
Cap 13: Le punizioni corporali sugli studenti da parte dei docenti e i suicidi scolastici.
Cap 14: Descrive il primo caso di suicidio di uno studente a causa di atti di bullismo nel 1986.
Cap 15 e Cap 16: L'autrice spiega la sua vita nell'università pubblica che frequentò.
Cap 17: Ancora la vita universitaria dell'autrice oltre ai primi colloqui di lavoro.

Purtroppo passa dai racconti di fatti quotidiani alle analisi politiche
Cap 18: Sue considerazioni sull'esercito di autodifesa giapponese e varie critiche agli USA. Queste ultime sono inerenti ai metodi dell'occupazione dopo la guerra, dimenticandosi, forse, il “come mai?” gli USA li occuparono e riscrissero la loro costituzione.
Cap 19: Affronta le ultime elezioni politiche giapponesi (estate 2009). Indipendentemente dalle e idee politiche (che io non ho capito, ma penso neppure lei) il capitolo è un bel caos.

Per fortuna ritorna alle considerazioni non politiche
Cap 20: Come mai le ragazze giapponesi camminano in modo strano? La tradizione? Il fisico? La modo kawaii?
Cap 21: In questo capitolo spiega il suo desiderio di essere “sepolta” nel santuario buddista di isshin-ji, dove diventerà parte delle statue del budda fatte col cemento e le ceneri dei defunti.
Cap 22 e Cap 23: Un bel racconto di un funerale giapponese, quello della sua nonna.
Cap 24: Le differenze sul fidanzamento e il matrimonio tra Giappone e Italia.
Cap 25: Qualche curiosità sul matrimonio giapponese. Per esempio si può celebrare la cerimonia (in modo da tranquillizzare i parenti, visto che le convivenze non sono ben accette) e poi sposarsi legalmente più avanti, anche anni dopo.
Cap 26: Le discriminazioni verso la donna giapponese.
Cap 27: Attraverso la spiegazione di alcuni neologismi giapponesi si elencano altre situazioni discriminanti verso la donna. Konkatsu (attività per trovare un futuro marito), komadam (giovani donne sposate che portano sempre abiti firmati e gioielli costosi), make-inu (donne sconfitte, sopra i 30 anni e single), aro-for (le donne di 40 anni, quelle che una volta erano komadam), younmama (donne giovanissime già sposate e con figli).
Cap 28: Nuova analisi politica un mese dopo le elezioni, questa volta il capitolo non è confuso come il 18 e il 19.
L'ultimo capitolo è una serie di fumetti che l'autrice disegnò per una rivista giapponese, dove lei spiegava ai suoi concittadini cosa significa vivere in Italia per una giapponese. Peccato che le strisce qui riportate sia poche, sono divertenti e ne dovrebbero pubblicare un volume intero, lo comprerei!

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