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domenica 24 agosto 2025

Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti





TITOLO: Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti
AUTORE: Ariase Barretta
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 195
COSTO: 16 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9888862889391

(ringrazio Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita del libro)

La particolarità di questo saggio è che non ci troverete le sinossi degli episodi, le biografie delle due autrici, curiosità varie, il raffronto tra romanzo (link 1 - link 2), manga ed anime etc. etc. etc, ma solo una valutazione psicologica e comportamentale dei personaggi, lo si intuisce dal non consueto sottotitolo:
"Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti"

La terminologia è sovente tecnica, sempre sul versante psichiatrico/psicologico/psicosociologico, quindi, se non si è del ramo, bisogna prendere atto dello scritto senza chiose, cosa che farò anch'io nella recensione. E' stato interessante leggere queste valutazioni comportamentali dei personaggi, con tutti i vari intrecci reciproci. 
Noto che nella biografia dell'autore non è presente una laurea o una attività nel campo della psicologia/psichiatria/sociologia, la sua attività professionale è legata alla traduzione della letteratura ispanoamericana.
Sono riportati varie frasi dei personaggi, e su questo sono fatte le valutazioni tecniche di cui sopra, solo che in Italia non abbiamo mai goduto di un adattamento dell'anime fedele all'originale e l'unica versione del manga arrivata fu quella della "Fabbri Editore" (Fabbri 1 - Fabbri 2), quindi, mi chiedo, e se il senso delle frasi riportate vennero stravolte dagli adattatori?
Annoto qualche refuso e circa 33 pagine di immagini (in bianco e nero), tra quelle a pagina piena ed altre a mezza pagina.
Si sarebbero potute, forse, ridurre o eliminare le immagini, in modo, per esempio, da inserire un riepilogo un po' meno succinto della serie di quello presente nel primo capitolo, che se è stato inserito per rinfrescare la memoria a chi non si ricorda più molto dell'anime, non coglie molto l'obiettivo.
Tra i tanti temi trattati nel primo capitolo c'è quello del finale modificato in Italia, l'autore spiega che gli adattatori vennero in contro ai desideri delle telespettatrici. A memoria, magari ricordo male, venne messo in atto un certo tipo di sondaggio tramite varie riviste televisive, allo scopo di far esprimere le appassionate sul finale che avrebbero preferito:

Il libro non contempla solo le analisi psicologiche dei personaggi, ma presenta anche due "inserti" con i commenti in prima persona di Annie e Patty a fine di ogni capitolo (consultare il sommario a fine post):
La rubrica di Annie; A lezione da Patty.

Queste parti cercano di spiegare aspetti storici e sociali del mondo reale in cui si muovevano i personaggi dell'anime, mi è parsa una buona idea, tanto per contestualizzare il tutto. Per esempio il primo contributo mi toglie un dubbio che avevo da sempre: 
ma si può adottare un orfano e poi farlo lavorare come uno schiavetto?

L'unico aspetto che non ho gradito è che l'autore non spiega "lui" questi approfondimenti, ma li fa scrivere direttamente ad Annie e Patty, quindi una specie di fanfiction, dove le due ragazze si perdono anche in vari commenti sui fatti accaduti nella serie. Ovviamente i commenti sono inventati, cioè fanfiction, che io non apprezzo molto, mie gusti personali. Il tutto l'ho trovato un po' dispersivo.
Non ho più 10 anni, lo capisco che non sono Annie e Patty a spiegarmi questi approfondimenti storici, sociali e di costume  :]
Ogni successivo capitolo al primo psicanalizza un personaggio, iniziando da Candy. L'autore, per far capire che alla fine Candy non era poi così piagnucolosa come la accusavano gli adulti, mette tutte in fila le vicissitudini che ha dovuto subire, fanno veramente impressione... come ripeto sempre io seguì la serie (senza mai dirlo a nessuno in cortile o a scuola) fino a quando Candy inizia a studiare da infermiera, poi mi stufai proprio per questa sequela infinita di sfighe megagalattiche...
Annoto che le valutazione sulla personalità di Candy annoverano solo pregi, è possibile che non avesse difetti?
Il terzo capitolo è dedicato ad Iriza, io mi sarei limitato a scrivere "è una merda colossale", capisco che non sia possibile, ma resta una "merda colossale" anche dopo aver letto il perché fosse una cosi colossale merda...

sabato 23 agosto 2025

"Bia, la sfida della magia" - Stralci degli episodi 41, 47 e 50, trasmessi sulla "Rete 2 Rai" il 21, 28 aprile e il 5 maggio 1981 + finale della rubrica "Il Pomeriggio"


Sono incappato (non tramite il web) in quattro stralci di tre episodi (quindi due stralci son della medesima puntata) di "Bia, la sfida della magia" della prima trasmissione nel 1981 sulla "Rete 2 Rai".
Le puntate sono:
n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981;
n° 47 "Primavera in barca a vela", trasmessa il 28 aprile 1981 (due stralci);
n° 50 "La borsa volante", trasmessa il 5 maggio 1981.

Dopo la fine delle puntate 41, 47 e 50, ci sono i saluti da studio della rubrica contenitore "Il Pomeriggio", con sigla finale della stessa.
Gli stralci sono sempre le parti conclusive dell'episodio, con la sigla di chiusura per le puntate n° 41 e 50, per l'episodio 47 sfumarono il finale passando direttamente in studio.
Purtroppo non ho rinvenuto informazioni su questa rubrica "Il Pomeriggio", dove era inserita alle 17:30 "Bia, la sfida della magia", almeno per la prima tranche di 52 episodi (marzo/maggio). 
La rubrica pomeridiana della Rai non conteneva programmi esclusivamente per bambini/ragazzi, ma attualità, sceneggiati, collegamenti in diretta da vari studi della Rai per vari eventi, dirette di manifestazioni sportive. Da quello che si capisce ascoltando la conduttrice, venivano coinvolti numerosi studi televisivi della Rai, ubicati un po' in tutta Italia, in base all'evento o più eventi che venivano commentati.
Ovviamente nel registrato c'è il classico logo "RAI" che si sposta ai quattro lati dello schermo. 
Dato che ormai, appena ti permetti di datare una trasmissione di cartoni animati giapponesi, vieni sommerso da critiche (o peggio) pure da chi manco esisteva quando quel cartone veniva trasmesso, ho cercato di verificare se la datazione presente sulle fonti note, cioè su Wikipedia/riviste tv (Radiocorriere TV; TV Sorrisi; etc.), fossero corrette.
Devo ammettere che è stato anche divertente fare questa ricerca incrociata, che grazie a qualche commento fatto in studio durante la chiusura de "Il Pomeriggio", mi ha permesso di confermare ciò che è riportato dalla fonte dell'immagine sopra di Wikipedia":

Riguardo all'impatto giornalistico di "Bia" ho inserito cinque articoli nel precedente post:





Qui sopra inserisco le sinossi degli stralci dei tre episodi rinvenuti (41, 47, 50), tanto per far capire, vedendo i video, che le puntate sono individuate correttamente.
La fonte è linkata qui sotto:



         

Parte finale dell'episodio n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981, più l'inizio della sigla di "Bia", con chiusura della puntata n° 118 de "Il Pomeriggio".
Spesso chioso su come vedessimo male i cartoni animati giapponesi sulle tv private (link), stavolta la qualità è ottima, in primis perché comunque era un segnale della Rai, comunque penso che non fosse una registrazione originaria dalla televisione (poi riversata), visto che siamo nel 1981 e i videoregistratori erano cosa rara.
Dopo il finale di "Bia" e la sigla non completa, si torna in studio, e due su tre conduttori/giornalisti stanno facendo una cosa che a vederla oggi, anche se il video te l'ha ricordata, ti lascia spiazzato: fumavano...

Con il loro bel(?) portacenere di fianco, e con il terzo conduttore/giornalista che forse manco riusciva a respirare con i colleghi che lo affumicavano... tante cose son peggiorate, forse in qualcosa siamo migliorati   ^_^
Il conduttore/giornalista commenta la manifestazione milanese della "Fiera Campionaria", che apriva verso metà aprile (pioggia... pioggia... pioggia...), la cui importanza possono capirla solo i milanesi e limitrofi, era un avvenimento unico, dentro cui trovavi pressoché tutto, ricordo weekend divertentissimi. Purtroppo venne chiusa nel 1990...
Ho cercato info sui dibattiti citati dal giornalista/conduttore ed ho trovato un riscontro in un documento del 1982 della stessa "Fiera di Milano", in cui si dava conto degli eventi svolti nel 1981, tra cui la "Fiera Campionaria" e i convegni citati:
Edilizia aperta per gli anni 80;
Giornata medica idroclimatologica;
Convegno Fin-Africa;
Incontro dei Maestri del Lavoro.

domenica 17 agosto 2025

5 articoli su "Bia la sfida della magia" da febbraio a maggio 1981

("Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981)

Il perché inserisco cinque articoli che trattano sia l'esordio di "Bia" che un minimo di valutazione durante la sua trasmissione, lo si capirà, se mi riesce di preparare bene un successivo post, più avanti, resta che la streghetta trasmessa dalla "Rete 2" della Rai ebbe un notevole impatto (per un verso sulle femminucce, per un altro verso sui maschietti) sui giovani telespettatori del periodo. 
Avevo già postato un paio di articoli su "Bia, uno di esordio televisivo ed uno dell'autunno 1981:


I quattro articoli che inserisco questa volto sono:
"Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981

“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni  n° 9 dal 1 al 7 marzo 1981

"Tremate tremate le streghe son tornate", di Carlo Bressan - "Radiocorriere TV" dal 1 al 7 marzo 1981

"La streghetta con l'ombrella" - "Il Giornalino" 8 marzo 1981

"I serials della tv dei ragazzi: Bia, le streghe", di Mariolina Gamba - "Rivista del Cinematografo" maggio 1981

I primi quattro sono anticipazioni per l'esordio televisivo, il quinto è di commento sulla serie e sul genere maghette/majokko.
Il primo articolo che ho rinvenuto (salvo mie dimenticanze sul mio stesso materiale) è quello di "Telepiù"), che oltre a qualche immagine riportava in maniera stringata la trama della serie.
Si noti come siano riportati correttamente il numero degli episodi della prima tranche trasmessa dalla Rai, 52, poi dall'autunno si vedranno i restanti, tranne quelli che non vennero trasmessi perché considerati (forse non del tutto a torto) con contenuti non adatti per i giovani telespettatori italici. A mio avviso, piuttosto che martoriare un singolo episodio con vari tagli, è meglio non trasmetterlo proprio.
Per il resto la serie, che vedevo occasionalmente e che non ho mai più rivisto, non mi pare subì censure nelle singole puntate trasmesse. Lasciarono, incredibilmente, tutto il pre-fanservice di Bia e gli assalti di Ciosa...


(“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni dal 1 al 7 marzo 1981)

Come spesso accadeva, anche grazie al maggiore spazio, "TV Sorrisi" dedicò ben quattro pagina alla nuova esordiente pomeridiana della "Ree 2" della Rai, se ne occupò, come spesso accadeva, Paolo Cucco.
Essendoci un po' più di scritto, è possibile fare qualche considerazione sulla serie in questione e sulla situazione dell'animazione televisiva nipponica in Italia nella primavera del 1981.
La cosa divertente è che si fa passare i giapponesi come sfruttatori dei bambini, usati solo per vendere merchandising tramite i cartoni animati, che è la stessa cosa che faceva la "Sacis" e tutte le televisione e le aziende italiane soprattutto da "Sandokan" in poi.
Fu proprio Paolo Cucco tra i primissimi a veicolare la bubbola dei cartoni animati giapponesi fatti al computer, ed in questo articolo lo ribadisce, anche se forse non fu il primo in assoluto:

Viene annotato che gli anime robotici stavano passando di moda, ormai avevano saturato il mercato per il giornalista. Forse in parte era vero, ma sulle tv private locali imperversano ancora, era la Rai, anche per le polemiche contro Goldrake e Mazinga, che decise di virare su personaggi più soft.
Il blog è pieno di articoli del periodo che attestano questa scelta editoriale della Rai (basta aver la voglia di cercarseli e di leggerli).

giovedì 14 agosto 2025

Fiabe e leggende Studio Ghibli



TITOLO: Fiabe e leggende Studio Ghibli
AUTORE: Ippei Otsuka
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 310
COSTO: 17 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 988885457805


Ringrazio Massimo Nicora per avermi sottoposto l'uscita del seguente titolo (mi fa spendere un sacco di soldi...).
L'idea del libro l'ho trovata molto interessante, visto che nella saggistica sullo "Studio Ghibli" è sempre piena di rimandi agli scritti che hanno ispirato questo o quel film, avere la possibilità di leggerli è un buon tassello che ne aiuta la comprensione. A maggior ragione perché questi scritti riportati nel libro non sono stralci dei classici romanzi iper citati, ma piccoli racconti più o meno conosciuti (almeno come citazione) che magari son pure poco agevoli da rintracciare, cosa che per noi ha fatto Ippei Otsuka.
In pratica ogni scheda è preceduta da una brevissima (troppo spiccia, forse) introduzione "A proposito...", in cui si illustra il film e si spiega quale scritto è stato inserito come ispirazione del film in oggetto. 
Una piccola critica nasce dal fatto che non sempre, dopo aver letto le varie non usuali fonti di ispirazione, poi si capisce quale sia stata scelta... forse, sotto al titolo del brano, si poteva scrivere qualcosa in più che facesse da riferimento all'introduzione appena letta.
Per esempio per il film della "Toei" del 1969 "Il gatto con gli stivali" nell'introduzione si fa riferimento alle varie versioni della fiaba (anno 1550, 1634, 1697, 1797), ma poi quale di questa ci viene fatta leggere?
Immagino sia quella di Perrault del 1697, ma non lo si poteva riportare  tra parentesi sotto al titolo?
Per "Conan il ragazzo del futuro" stranamente non si cita neppure nell'introduzione il romanzo "The incredibile tide" (l'unico che ho letto come fonte miyazachiana, molto tempo addietro), ma un racconto sull'isola di Gunkanjima, a cui Miyazaki si è/sarebbe ispirato per tratteggiare Indastria. Solo che non si capisce da cosa è tratto questo scritto, una memoria? Un racconto? Un fatto storico? 
Ho cercato informazioni on line, ma non ho trovato nulla.

La scelta dei temi riportati è sempre molto particolare, per esempio per "Il castello errante di Howl" viene inserita la fiaba russa "Vassilissa la bella" oppure per "Arrietty" la leggenda  del folklore irlandese "Un prestito fatato". Per "La grande avventura del piccolo principe Valiant" si riporta un racconto degli Ainu.
Ovviamente sono riportati nell'introduzione (tranne per "Conan il ragazzo del futuro") anche i titoli dei romanzi maggiormente riconosciuti, ma l'autore si focalizza su questi scritti magari meno noti.
Più di un film è accompagnato da più scritti, fino ad un massimo di  quattro ("Principessa Mononoke" e "La città incantata"). 

Per evitare di doversi basare solo sui miei vaneggiamenti, riporto qui sopra la parte in cui l'autore spiega questa sua scelta.
Una cosa che mi pare di aver notato è che in fase di traduzione è rimasto chiaro che l'autore si rivolgeva ai suoi connazionali nipponici, lo si capisce quando, per illustrare il film di "Kiki delivery service", si tratteggia la figura della Befana, che per noi italiani non sarebbe stato necessario più di tanto spiegare, non in quel modo, ma per i giapponesi si. Infatti come fonte di "Kiki" viene inserito lo scritto "La notte dell'Epifania", che probabilmente avrò letto alle elementari.
Consultando l'indice del libro qui sotto si potranno leggere i titoli degli scritti riportati come fonte di ispirazione del film o di singole scene. 

Mi pare di aver notato una piccola imprecisione, quando a pagina 225 (nel capitolo su "Porco Rosso") si afferma che nel 1949 "I fratelli Dinamite" di Toni e Nino Pagot fu il primo lungometraggio animato italiano, ma la primogenitura andrebbe ascritta ex equo anche al film "La rosa di Bagdad".
Forse questo errorino si poteva correggere in fase di traduzione. 
Per il resto mi è parso un buon titolo che porta delle informazioni in più, cioè la lettura delle fonti, non rielabora quelle già lette e rilette.

martedì 12 agosto 2025

Film di arti marziali presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" dal 1934 al 1986 - seconda parte: volumi dal 1977 al 1986


Mi è sembrato il caso di non inserire di nuovo la lunga e tediosa premessa e spiegazione del post sulle schede dei film di "arti marziali" presenti nel volumi di "Segnalazioni Cinematografiche", le si può leggere nel precedente post:

(stamattina ho aggiunto "Watari ragazzo prodigio" al primo post, me lo ero dimenticato!)

Le immagini con l'elenco di tutti e 184 i film rinvenuti (sperando di non aver dimenticato altro) li ho messi a fine post ;)
Piccola annotazione: 
poco più sotto (sesta e settima scan qui sotto) si può notare che anche la redazione faticava a trovare informazioni sui film che recensiva, infatti inserirono una serie di film con "DATI INCOMPLETI", tra cui ben due di arti marziali.

Nel precedente post (link qui sopra) avevo ribadito che la prassi italica di inventarsi i titoli dei film di sana pianta e di creare film di montaggio non nacque con i lungometraggi animati nipponici, ma era una prassi consolidata dei nostri importatori. 
L'ennesima prova la si ha in questi film di arti marziali, dove, dopo la morte di Bruce Lee avvenuta nel luglio del 1973, gli importatori italici decisero di cacciare dentro nel titolo il defunto maestro del kung-fu anche quando il film non lo prevedeva. Inoltre inserivano stralci di altri suoi film, totalmente fuori contesto rispetto alla trama, tanto che pure i recensori di "Segnalazioni Cinematografiche" se ne accorgevano.
Il tutto per spingere al cinema i cultori di Bruce Lee, poi è ovvio che ti creavano "Daimos, il figlio di Goldrake" anche se Actarus, per quanto ne sappiamo, ai tempi mai aveva procreato...
Nel primo post (sempre primo link in alto) i titoli dei film in cui inserirono proditoriamente Bruce Lee furono relativamente pochi, solo 6 su 97 schede presenti dal 1969 al 1976:
Sulle orme di Bruce Lee (vol. 78 anno 1975);
Bruce Lee (vol. 79 anno 1975);
L'erede di Bruce Lee (vol. 79 anno 1975);
Goodbye, Bruce Lee, nel suo ultimo gioco della morte;
I fratelli di Bruce Lee (vol. 80 anno 1976);
Era più violento ed implacabile di Bruce Lee (vol. 80 anno 1976).

Il boom dell'inganno esplode dal volume 82 del 1977, il numero dei film in cui inserirono il nome di Brucee Lee fa fin impressione, ben 35 titoli su 87 film di arti marziali!
Il 40% dei titolo dei film presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" degli anni dal 1977 al 1986 contenevano "Bruce Lee" come richiamo!
Ovviamente in alcuni di questi il titolo sarà stato anche coretto, ne ricordo almeno 3 o 4, ma la restante trentina?
Se nei 6 titoli dei volumi dal 1969 al 1976 scopriamo che Bruce Lee aveva un erede, cosa anche scontata, ma anche dei fratelli e c'era pure chi era più violento di lui, negli altri 35 titoli la fantasia dei titolatori italici si sbizzarrì...
Intanto Bruce Lee non era molto mite, in quanto era incline alla:
vendetta; ira; furia selvaggia; furore; l'ira del drago; l'urlo terrorizza.

Bruce Lee aveva, oltre a figli e seguaci, anche una sorella.
Lo fecero combattere anche contro i superman.

Bruce Lee era:
super drago; tigre ruggente (due volte...); indistruttibile; il maestro; la bestia umana; supercampione; tigre indomabile; re del kung-fu; immortale; leggendario; invincibile maestro; immortale campione.

Bruce Lee aveva:
mano spietata; il colpo segreto; il colpo maestro; la selvaggia mano; il colpo che frantuma

Ovviamente il post termina con l'arrivo di Hollywood nel genere "arti marziali" con i film di "Karate Kid" ed inizia a mostrarsi anche Jacky Chan.



Guarda caso il primo  titolo del volume del 1977 presenta proprio Bruce Lee  :]

Lascio agli interessati la consultazione delle schede.

lunedì 11 agosto 2025

Film di arti marziali presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" dal 1934 al 1986 - prima parte: volumi dal 1969 al 1976


Nell'inverno 2019 scoprii in emeroteca la testata "Segnalazioni Cinematografiche", pubblicato dal "Centro Cattolico Cinematografico", che si occupava di recensire e valutare dal punto di pastorale tutti i film proiettati in Italia, in modo che nelle sale parrocchiali non finisse qualche pellicola sconveniente. 
Personalmente trovo più che sensato e legittimo che in una sala cinematografica parrocchiale, i cui spettatori sono prevalentemente bambini, si decida a priori cosa si possa proiettare o meno, sia per quanto riguarda le scene scabrose dal punto di vista sessuale, oppure violente o anche contrarie alla dottrina cattolica/cristiana. In fondo a casa propria ognuno mette le regole che ritiene più corrette.
Quindi premetto che non è assolutamente mia intenzione dare giudizi sulle valutazione che i critici scrissero, resta che questi volumi sono una miniera informativa unica, essendosi occupati di tutti i film (o la quasi assoluta totalità) proiettati in Italia dal 1934, cioè l'anno di pubblicazione del primo volume.
Le mie ricerche in emeroteca hanno generato alcuni post, ma mentre sfogliavo quelle pagine mi rendevo conto che probabilmente la consultazione in biblioteca comportava dimenticanze e obbligatorie rinunce di parte del materiale disponibile per mancanza di tempo. 
Senza contare che i volumi disponibili dove li ho consultati sono assai consunti, con pagine che si sfilano e forse mancanti.
Quindi, nel momento in cui mi è capitata l'occasione, soprattutto economica, di far mio un intero lotto di 101 volumi che vanno dal 1934 al 1986, non me la sono fatta scappare, conscio che il dove riporli sarebbe stato un problema successivo   ^_^
Di seguito i precedenti post nati dalla consultazione in biblioteca di "Segnalazioni Cinematografiche":



Successivamente alle mie ricerche in biblioteca avevo comprato i volumi riepilogativi con gli indici:

Come si può vedere qui sopra il periodo di ogni ricerca ha sempre una finestra temporale ben distinta, l'idea era di tornare in biblioteca per completare gli anni mancanti, poi c'è stata la pandemia, etc. etc..
Avendo ora tutti i volumi dal numero 1 al 101 ho potuto consultarli con più calma, e in questi mesi, oltre a trovare qualche film d'animazione giapponese in più rispetto al primo link qui sopra, ho trovato altro.
Per esempio, giunto ai primi anni '70, ho iniziato a notare la presenza dei film di arti marziali prodotti ad Hong Kong, quindi, dato che sulle tv private locali ne vedevo a tonnellate, ho cominciato a prendere nota di queste sparute pellicole. Il problema è stato che ad un certo punto queste "sparute" pellicole son divenute non tanto sparute   ^_^
Sapevo che al cinema nei primi anni 70 ci fu un boom dei film di arti marziali asiatici, eredità filmica che la mia generazione vide poi in televisione, ma sinceramente non credevo che ne fossero stati importati così tanti!

Edit del 12 agosto 2025:
Ho aggiunto la scheda della recensione di "Watari ragazzo prodigio", a riprova di quello che ho scritto ieri: posso aver commesso singole dimenticanze.
In questo caso abbastanza banale, in quanto il film lo avevo pure recensito (vedi link che inserisco in aggiunta poco sotto), ma quando sono arrivato a consultare il volume 67 del 1969, non avevo ancora incrociato i film di arti marziali (trovati dal volume 69 del 1970). Questo perché li ho consultati in giorni differenti, ergo, quando ho trovato "Mantieni l'odio per la tua vendetta" e ho pensato di prendere nota anche dei film di arti marziali, "Watari il ragazzo prodigio" era passato nel dimenticatoio  ^_^
P.S.
Penso di aver corretto tutti i punti del post con l'aggiunta di "Watari ragazzo prodigio".

P.P.S.
ho postato la seconda ed ultima parte:





Dal 1969, anno del primo film che ho trovato (spero non mi sia sfuggito qualcosa prima), al 1986, ultimo volume a mia disposizione, ne ho rinvenuti ben 184!
In questa prima parte inserirò le recensioni dei film di "arti marziali" presenti nei volumi dal 1969 (il primo che mi pare di aver rivenuto) al 1976, in totale ben 97 film recensiti.
Si noti il mega boom del 1974 e 1975, si vede l'invasione delle serie animate giapponesi televisive ebbe, nella sua modalità a valanga, una bella anticipazione con questi film asiatici.
Chiaramente non affermo che alla redazione di "Segnalazioni Cinematografiche" non sfuggirono dei titoli, e neppure che non siano sfuggiti a me. I film non erano identificati come genere "arti marziali"...
Per identificarli come film di "arti marziali" mi son dovuto basare su alcuni aspetti:
la nazione produttrice;
la trama;
la nazionalità degli attori.

Mi son basato soprattutto sulla trama. Quindi, se in qualche film precedente al 1970, il recensore non ha riportato qualche termine (karate, kung fu, arti marziali, combattimenti) che mi facessero ipotizzare che facesse parte del filone "arti marziali", per poi fare qualche ricerca web aggiuntiva, non avrò inserito quel titolo. 
Prima che giunga qualche dio dei film di arti marziali ed inizi a contestare questa mia ricerca, preciso che io NON sono un esperto di film di arti marziali. Da bambino mi affascinava vederli in televisione, specialmente quelli in costume con i combattimenti con le spade (sottogenere "wuxiapian"), anche se mi piacevano pure quelli con i semplici combattimenti a mani nude (sottogenere "gongfu"), oppure quelli con i ninja:
Tre li ho pure recensiti:



Ho già scritto più volte su questo (sperduto) blog che la fantasiosa titolazione dei lungometraggi animati giapponesi era una prassi per il cinema italiano, basta leggere cosa si inventarono per i film di arti marziali... ma anche la prassi dei film di montaggio era almeno antecedente a questi film asiatici.
Considerando che, dopo la morte di Bruce Lee, in Italia i film venivano spessi titolati con il suo nome per attirare i fans, anche se nel film Bruce Lee non c'era, al massimo venivano aggiunte scene a caso con l'attore, ho inserito nell'elenco una riga che fissa la data della morte di Chen.





Faccio una ulteriore precisazione/premessa a scanso di equivoci da parte di chi è, invece, un esperto di film di arti marziali giunti in Italia:
le liste che inserisco nel post e le date che le accompagnano non vogliono essere l'indicazione precisa ed incontestabile di tutto ciò che fu proiettato e la data di prima proiezione.
L'anno di produzione l'ho riporto per contestualizzare la presenza del titolo del film nel relativo volume di "Segnalazioni Cinematografiche", il cui anno, invece ed ovviamente, è corretto. Infatti molti film vennero importati alcuni anni dopo la loro produzione.
Dato che su numerosi film non c'è un minimo di certezza web sulla data di produzione, nei casi di date contrastanti, ho inserto gli anni probabili con il punto interrogativo.
Dove presente ho fatto ricerche web con il titolo inglese del film.
Per quanto riguarda la nazionalità della produzione ho dato per acquisito che fosse di Hong Kong (o Taiwan/Formosa), nei casi in cui sia stata di atre nazioni (Usa, Giappone etc.), l'ho riportato tra parentesi dopo il titolo (sperando di averlo notato).

venerdì 8 agosto 2025

"Guerre Stellari" fumetto Mondadori n° 4-5-6 (febbraio, marzo, aprile 1978)


Dopo i fumetti degli "Shogun Warriors" e di "Godzilla" proseguo con una terza serie della "Marvel", che a differenza delle prime due arrivò anche in Italia, "Guerre Stellari":

Ai tempi comprai (mi feci comprare...) qualche numero del fumetto, che in via teorica avrei dovuto adorare e di cui non mi sarei mai dovuto perdere un solo numero, eppure non proseguì la lettura... non mi piaceva... perché?
Perché, a dispetto del sottotitolo posto sotto il nome della testata, cioè "CON GLI STESSI PERSONAGGI DEL FILM", la "Marvel" ne aggiunse altri, assolutamente ridicoli, incastonati in storie che ho trovato banali. Ok, non che il resto delle trame dei fumetti "Marvel" fosse da premio "Strega", ma quando un fumetto deriva da un mito filmico fantascientifico unico al mondo (e la conferma l'abbiamo avuta nei decenni successivi), un sforzo di sceneggiatura e di creazione di personaggi devi pur farlo.
Tralasciando che il povero Chewbacca in fumetto non rende molto, non per colpa dei disegnatori (non può fare la cosa che gli riesce meglio, urlare!), ma affiancargli in copertina un coniglio verde antropomorfo sa tanto di "Alice nel paese delle meraviglie"  :]
I primi tre numeri (linkati sopra) seguivano la trama del film che vedemmo al cinema (per chi lo vide al cinema nel 1977), il problema nasce con i numeri successivi... forse George Lucas avrebbe potuto cogliere l'occasione per spoileraci, senza che noi lo sapessimo, le trame che aveva pensato per i successivi film, invece vennero create nuove storie, non proprio capolavori.
Ho scorso un paio di miei libri su "Guerre Stellari" e Stan Lee, e direi che concordano con quanto riportato nella pagina di Wikipedia sul fumetto "Marvel" di "Guerre Stellari":

George Lucas pose dei vincoli su trame e personaggi, quindi aveva mano diretta sulla storia, forse non la diresse nel verso giusto, anche se negli USA il fumetto ebbe un successo straordinario.

Di seguito mostro alcune scan dei numeri 4, 5 e 6. Fare riferimento al numero di pagina in basso di lato per capire quante ne abbia saltate.

Questa tavola è perfetta, il gruppo si separa dopo la distruzione della "Morte Nera", in fondo sulla testa di Ian Solo pende ancora la taglia di Jabba, mentre Luke si impegna a ricercare una nuova base segreta per i ribelli.

giovedì 7 agosto 2025

"Godzilla King of the Monsters" - "Marvel Comic Group from Toho Production famed movie series" n° 7, 8 e 9 (febbraio - marzo - aprile 1978)


Dopo gli "Shogun Warriors" mi metto in pari anche con il "Godzilla" made in "Marvel", i precedenti numeri:


Stavolta non propongo tutti e tre i numeri completi, il sette semi completo, l'otto completo e del nove poco o nulla.
Il numero 8 è quello con lo scontro tra "Red Ronin" e "Godzilla", quindi merita di essere apprezzato per intero. Il numero 7 introduce lo scontro, mentre il numero 9 pare quasi un episodio filler. In pratica "Godzilla" si allontana dallo scenario in cui ha combattuto contro "Red Ronin" e finisce a Las Vegas, dove c'è la storia di uno che scommette allo slot machine... forse un tentativo di scoraggiare il gioco d'azzardo? Alla fine "Godzilla" semina la classica distruzione tra le case da gioco e si allontana verso il successivo luogo che sarà oggetto del suo cataclisma personale.
Nei numeri degli "Shogun Warriors" avevo annotato che i disegnatori Marvel non fossero molto a loro agio con il mecha robotico, producendo una serie di mezzi assai sgraziati, stavolta con "Red Ronin" (che è comunque antecedente) se la cavarono benino, anche se nella pagina di "Wikipedia" è espressamente riportato che si ispirarono direttamente agli anime robotici del periodo, si nota. 
Come al solito, visto il mio scarsissimo inglese e la verbosità dei fumetti "Marvel",  eviterò troppi commenti, anche perché la trama pare abbastanza semplice.


Controllare i numeri di ogni pagina per comprendere meglio quelle saltate, anche se la "Marvel" inseriva numerose pagine pubblicitarie, quindi i numeri delle pagine mancherebbero lo stesso di alcuni numeri.


"Godzilla" sta per distruggere una base segreta con missili nucleari, cosa fare per dissuaderlo?
Come sempre è presente lo sgherro dello "Sheld" Dum Dum Dugan, personaggio che non ho mai digerito.
Salto di pagina.

mercoledì 6 agosto 2025

"Shogun Warriors - Invincible Guardians of World Freedom!" Marvel Comic Group n° 7, 8 e 9 (agosto, settembre, ottobre 1979)



Terzo post sul fumetto Marvel con protagonisti tre robottoni nipponici, i due precedenti:


Ricordo che i robot sono stati assegnati in base alle abilità psicofisiche dei piloti, grazie ad un computer che analizza le loro capacità:
il Raydeen viene affidato a Richaird Carson;
il Combatra a Genji Odashu;
il Dangard a Ilongo Savage.

Essendo il mio inglese grandemente deficitario (alla fine non ha tutti i torti chi mi taccia di essere ignorante...) ed iniziando la trama ad essere esageratamente verbosa, come tutti i fumetti Marvel (siano lodati i manga!), eviterò troppi commenti, che sarebbero veramente a caso.
Lascio il fumetto a beneficio di chi lo possa leggere correttamente in modo che possa tornare utile per qualche analisi più seria di quella che potrei mai fare io, sperando, almeno, che se si sarà letto su questo blog, ci si ricordi di un minimo di citazione   ^_^ 


Lo posso scrivere?
Posso?
Gli artisti Marvel erano bravissimi ad ideare astronavi, esplosioni, figure umane ed umanoidi, costumi di tutte le forge, ma con i robot giganti erano un po' delle pippe...
Sto Cerberus è inguardabile...   T_T


Il settino numero comincia, però, con quello che mi è parso un qualche tipo di spiegone sull'amuleto/ciondolo che i tre piloti portano al collo.

martedì 5 agosto 2025

Su Blogspot non è tecnicamente possibile editare i commenti degli utenti + non ho mai cancellato i commenti degli utenti se non quelli di spam


Mi duole tornare su una questione inerente beghe web, ma mi son reso conto che magari qualcuno potrebbe credere che modifico/edito i commenti degli utenti, e dato che poi non è che io abbia così tanti utenti e men che meno tanti commenti, ci terrei a non ridurli ulteriormente... visto che avrebbe senso non commentare più i post di un blog dove il blogger modifica e cancella i commenti altrui...
Il commento che mi avvisa che, su una piattaforma famosa tra gli appassionati di animazione giapponese (quindi ancor più denigrante), mi si taccia di essere "scorretto, vigliacco ed infantile", in quanto cancello e/o edito i messaggi degli utenti, lo si può leggere al link del post qui sotto:




1) Blogspot non permette assolutamente di editare i commenti!

2) gli unici commenti che mi son mai permesso di cancellare son quelli di SPAM, in quanto portano a link che magari hanno pure virus

3) non ho MAI cancellato alcun commento di utenti, anche quelli con semi insulti, insulti, menzogne o insinuazioni a caso.

Sul fatto che non ho mai cancellato un commento ci si deve fidare della mia parola, ma i commenti NON si possono editare...
Per i commenti la piattaforma permette 3 opzioni:
a) elimina il commento;
b) contrassegna questo commento come spam;
c) rimuovi i contenuti di questo commento.



Dato che non avevo mai usato l'opzione "C", poco fa ho effettuato un commento di prova nel medesimo post di "Sandokan" con scritto solo "COMMENTO DI PROVA".

lunedì 4 agosto 2025

Oltre il mare di stelle



TITOLO: Oltre il mare di stelle
AUTORE: Elena Romanello
CASA EDITRICE: Anguana Edizioni
PAGINE: 298
COSTO: 18 
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791256830145


Il saggio si occupa delle molteplici apparizioni ed influenze di "Capitan Harlock" in manga, film ed anime, con una estensione dello scritto inerente le altre serie di Leiji Matsumoto.
Vengono esposte anche le reazioni italiche alla messa in onda dell'anime, forse questa parte sarebbe potuta essere ben più corposa, è un pelino accennata.
Nel totale il libro lo si può considerare un buon compendio delle informazioni disponibili, forse non aggiunge molto nello specifico, ma ti permette di avere un'informazione minima in un unico libro sul pirata della galassia e sulle opere del suo autore. Peccato che non sia presente la sitografia dettagliata dei siti eventualmente consultati per il libro.

In particolare ci si sofferma abbastanza sul "famigerato "Leijiverse", che personalmente poco comprendo ed apprezzo, come poco comprendo ed apprezzo in generale i vari multiversi, se non pensati con un minimo di coerenza (un minimo...)... altrimenti il "multiverso" diventa un "nagaiverso", con continui remake a caso tanto per ririririvendere il medesimo personaggio a distanza di 50 anni.
Per quanto mi riguarda ho letto il manga di "Capitan Harlock" (Danguard e la Yamato) da adulto, non mi ha molto esaltato  :]
L'anime, ovviamente, lo vidi una prima volta nell'aprile del 1979, e come scrive l'autrice il target non era proprio adatto a chi era solo un bambino. Infatti, pur restando affascinato dal personaggio (facendomi comprare il modellino dell'Arcadia e il caccia + altro merchandising a caso), faticavo a seguirne la trama, troppo lento rispetto ad un classico robotico.
Quando da adulto ho avuto la possibilità (economica) di recuperare le vecchie serie, quella di "Capitan Harlcok" è stata tra le prime (o la primissima) che ho acquistato in DVD, ci tenevo veramente a cercare di capire perché ai tempi non ero riuscito a capirlo :]

L'indice del saggio lo presento (come sempre) a fine post, dato che illustra bene il suo contenuto, si può far riferimento a questo per capirne i contenuti al di là delle mie valutazioni a caso. 
La stessa autrice riporta ad inizio libro che si è già occupata di "Capitan Harlock" in altri due suoi titoli:


Si può ipotizzare, quindi, che una parte del materiale fosse già disponibile e sia stato solo necessario riorganizzarlo per inserirlo in questo terzo.