Proseguo la carrellata di articoli sui primissimi lungometraggi animati arrivati in Italia, dopo il precedente post con brevi accenni in scritti del 1961 e del 1961, stavolta qualcosa di più corposo presente nella "Rivista del Cinematografo" dell'aprile/maggio 1965.
L'articolo, come si può leggere dal titolo qui sopra, si occupava di animazione russa, cinese e giapponese, quest'ultima da pagina 201, lo scritto o inserisco in toto per gli appassionati di animazione in generale.
Qui sotto, con un collage, anticipo la parte solo su "Il cartone nipponico", è forse questo il primo tentativo di analisi un po' approfondita, anche se può essere io abbia scoperto un'altra testata che potrebbe riservare qualche sorpresa ^_^
Una particolarità dell'articolo è che viene nominato, probabilmente per la prima volta in Italia (o almeno direi che sia la prima volta che io ne trovo traccia), il termine "manga", riferito, però, all'animazione.
Questo implica, di conseguenza, che quando arriveranno Goldrake e soci qualcosina era pur disponibile in italiano sull'animazione giapponese, in particolare il termine "manga" era arrivato in Italia da più di 20 anni. Peccato che la "Rivista del Cinematografo" gli addetti ai lavori non la consultassero :]
Viene spiegato il motivo per cui "Sayuki" venne rititolato ridicolmente "Le 13 fatiche di Ercolino", perché nel 1961 facevano cassa i film con Ercole e Maciste, che negli anni 70 vedemmo spesso in televisione.
L'autore, a differenza di molti suo colleghi dal 1978 in poi, attinse le sue informazioni da una fonte che aveva trattato l'animazione giapponese per la prima volta:
Il giudizio di Zanotto è sempre positivo, analizza e non stigmatizza, ma non è il suo primo scritto che mostro (sempre che non ci siano casi di omonimia), non sempre precisi come quello che posto oggi:
E' questo il punto dell'articolo in cui, forse per la prima volta in Italia, si può leggere il termine "manga", sebbene legato all'animazione e non al fumetto:
"film manga (in Giappone il disegno animato viene chiamato così".
C'è da dire che l'animazione in Giappone ai tempi era chiamata "manga eiga", cioè "film di fumetti", quindi non è che il termine fosse del tutto fuori luogo, in quanto "anime" verrà coniato molto successivamente.
Il paragone con la Disney era d'obbligo, non per nulla alla Toei si prefiggevano proprio di diventare la Disney asiatica, ma l'autore riesce a notare delle differenze, in positivo per le opere nipponiche:
"Tuttavia spogli (i personaggi nipponici) della pur simpatica leziosità dei loro fratelli statunitensi".
"Data la frequenza ormai con cui il Giappone viene sfornando questi opulenti spettacoli costruiti con affascinanti disegni in movimento, assume un aspetto serio la concorrenza sul piano industriale e conseguentemente commerciale ch'essi fanno a Walt Disney"
Ok, ci sono voluti 13 anni perché l'animazione giapponese sbarcasse in pianta stabile in Italia ed un'altra quarantina perché facesse concorrenza reale alla Disney, ma Zanotto ci aveva azzeccato.
Ho trovato poco su "Cani in marcia", Wikipedia non ha neppure una voce inerente Daisaku Shirakawa, ma c'è il trailer del film ^_^
Non ho trovato il video "Il Bottone" di Yoji Kuri, sarei stato curioso di vederlo, vista la tematica.
Il finale non fu molto profetico ^_^
Da qui sotto in poi tutto l'articolo in sequenza.
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