La scelta di postare questo corposo (100 pagine) catalogo di giocattoli è data da molteplici aspetti interessanti della pubblicazione, in primis la mia curiosità di vedere se in uno dei tanti cataloghi di giocattoli in mio possesso ci fosse il gioco in scatola "Inchiesta Aperta", pubblicato nel precedente post.
Alla fine "Inchiesta Aperta" l'ho trovato, con addirittura il prezzo alla vendita, cioè 4000 lire. A questo punto mi sono reso conto che tutto il catalogo della Rinascente conteneva i prezzi, quindi, anche in virtù del target degli articoli proposti per famiglie non popolari, volevo vedere a quanto corrispondessero quei prezzo all'oggi.
Qualche anno fa avevo postato due libricini giapponesi pieni zeppi di pubblicità di giocattoli (ed altro) risalenti alla decade 1965/1974, e paragonandoli a quelli italici del medesimo periodo li avevo trovati molto più di qualità, con giocattoli più ricchi e belli:
Questo catalogo de "La Rinascente" riequilibra un po' la bilancia dalla parte italiana, visto che vi si trovano giocattoli veramente particolari, complessi e costosi. Ovviamente la catena "la Rinascente" (presente al momento della stampa a Milano, Genova, Roma, Napoli, Cagliari e Catania) non era l'Upim o la Standa, era un grande magazzino per ricchi (o comunque non aveva prezzi popolari). Mia madre mi ci portava spesso quando passavamo per piazza del Duomo, ma non ricordo abbia mai comprato nulla, se non piccole cose.
Un altro aspetto interessante del catalogo è la presenza di una analisi sul giocattolo differenziata per età del bambino, purtroppo di questo scritto è mancante la prima pagina, ma il resto l'ho messo tutto.
Il catalogo ha anche smentito in gran parte la mia convinzione che alla fine degli anni 60 ci fossero pochi giochi in scatola disponibili, mentre ne sono pubblicizzati ben 25. Probabilmente nei cataloghi di giocattoli dei grandi magazzini per il popolino non erano un articolo molto richiesto, mentre per le famiglie di fascia di reddito più alta era un tipo di gioco consueto.
Infine nelle ultime tre pagine ci sono i marchi in ordine alfabetico di tutte le aziende presenti nel catalogo.
Purtroppo non mi è stato possibile datare con certezza la pubblicazione, in quanto da nessuna parte è presente l'anno, forse era stampato nell'unica pagina mancante... comunque, esaminando gli articoli proposti, sono risalito alle annate 1970 o 1971, non credo oltre, di certo non prima, anche perché "Inchiesta Aperta" è del 1969 e il Minicinex è del 1970.
Chiaramente per motivi anagrafici non ho mai giocato alla gran parte di questi giocattoli, anche se alcuni sono sopravvissuti per molti e molti anni nei negozi e nei cataloghi, come, per esempio, "Concilia?" della Clementoni.
Questione prezzi dei giochi e rivalutazioni ad oggi.
Come sempre ho sfruttato il sito dell'Istat. Alla fine del post è presente un'immagine che serve da piccolo vademecum per il calcolo a spanne, che si basa su questi valori:
500 lire del 1970 = 4,76 €
1000 lire del 1970 = 9,52 €
2000 lire del 1970 = 19,04 €
5000 lire del 1970 = 47,59 €
L'articolo più costoso presente nel catalogo è una macchina ad accumulatore elettrico della Formula 1 che costava ben 49500 lire (del 1970?), quindi 471 euro di oggi, se vi vanno a vedere i prezzi dei medesimi articoli attuali per bambini, si vedrà che sono tutti inferiori, di norma di circa la metà. Si vede che alla fine del 1960 era un giocattolo veramente di nicchia ricca, se si pensa che uno stipendio di un operaio era sotto le 100 mila lire.
Alla fine il giocattolo "gioco di società" non era poi così raro come mi ero convinto, anzi, diciamo che lo era per la fascia medio bassa di reddito, mentre per la fascia medio alta di reddito c'era abbastanza scelta. Probabilmente con passare degli anni i prezzi scesero e i giochi in scatola divennero disponibili anche per chi viveva nelle case popolari ^_^
In questo post ho già recensito "Il gioco del calcio" della "Giochiclub":
"Alta Finanza" della "Alma Giochi" è in mio possesso, prima o poi lo posterò.
Ho raggruppato tutte le pagine dello scritto di analisi sul giocattolo ed il bambino, ho comunque lasciato le scan che fungevano da divisorio per le varie fasce di età degli articoli.
Come ho scritto sopra manca la prima pagina dell'articolo, un vero peccato... quindi si leggerà un "Di contro" senza il prima del "contro"...
Lo scopo dell'articolo mi è parso quello di convincere i genitori che spendere soldi per un giocattolo (anche costosissimo) non implicava buttar via i soldi, ma far progredire intellettualmente e formativamente il proprio figlio/a. Bisogna rammentarsi che un genitore del 1970 aveva vissuto la guerra e magari non tutti avevano avuto disponibilità di giocattoli durante l'infanzia. Già quando ero piccolo io, quindi metà/fine anni 70, per mio padre i soldi spesi per i giocattoli erano soldi buttati in pattumiera, per fortuna c'erano mia madre e mia nonna, immagino che per un genitore di un bambino che nel 1970 avesse già una decina di anni, i giocattoli fossero ancor di più degli inutili e costosi orpelli.
L'articolo del catalogo rassicurava i genitori: spendete pure qui da noi!!! ^_^
Al punto tre si può leggere la valutazione contraria verso il giocattolo "che si gioca da solo", che sarà una delle accuse contro i primi videogiochi e contro i giocattoli che si ispiravano ai cartoni animati giapponesi, specialmente i robot giocattolo.
Ho trovato interessante il commento alle armi giocattolo, pur non essendo ancora i piena "strategia della tensione" (era appena iniziata con Piazza Fontana), questi articoli era già mal visti, tanto da essere relegati alla fine del catalogo, ma comunque presenti, perché facevano vendere grazie ai film western e di guerra di matrice statunitense ^_^
Da qui in poi inizia il catalogo diviso per fasce di età, chiaramente lo scritto ad introduzione di ogni capitolo lo si è già letto poco sopra.
Consigli di soffermarsi anche sui prezzi, facendo uso del piccolo vademecum di cui sopra.
La Zax metteva in vendita un set di accessori per le bambole, erano in legno laccato e decorato, totale 18900 lira, circa 180€!
Sticaxxi! ^_^
Prima del Tango esisteva il Goleador o il San Siro.
Il target ricco del catalogo è dato da articoli come i piccoli sci, non tanto per il prezzo (solo 4000 lire), ma perché in cortile nessuno di noi sciava.
Ai tempi i giocattoli restavano sul mercato per molti più anni, spesso senza subire aggiornamenti della confezione, ne è un esempio il "Festacolor:
La mitica, unica ed irripetibile Atlantic presentava il suo casco spaziale.
Il Minicinex era per una fascia di età più grande:
La pista della CO-MA doveva essere qualcosa di spettacolare.
Il Das c'era già nel 1970! :]
Se in cortile qualcuno avesse proposto di giocare a cricket, sarebbe stato preso a bastonate... ci fu, invece, un tentativo di giocare a baseball, probabilmente nato dopo aver visto qualche cartone animato giapponese dove era mostrato, ma naufragò in fretta.
La pista dell'ippodromo era un'altra chicca assai costosa.
Stupendo anche questo set che voleva simulare il volo!
La cyclette negli anni 70 non sapevo neppure che esistesse, devo averla vista per la prima volta in qualche telefilm americano negli anni 80, e qui già era disponibile. Per non parlare del vogatore, ma quale bambino li avrebbe usati??
Scendevo e andavo in giro in bici!
Uno dei prossimi post lo farò su questi articoli della Philips, da qualche parte ne ho una confezione, forse due.
I marchi di tante aziende ormai dimenticate, che ci hanno fatto passare giornate divertentissime.
La rivalutazione dalle lire del 1970 agli euro del 2020.
Post bellissimo. Specialmente per i marchi presenti alla fine. Forse si è salvato il 5%.Fa tristezza pensare che negli anni 70 Italia era forse il primo produttore di bambole....
RispondiEliminaPrimi in molti campi del giocattolo, è una ruota che gira.
EliminaForse l'industria del giocattolo italiano si sarebbe un po' più dovuta adeguare al cambiamento dei tempi.
I soldatini Atlantic erano stupendi, ma i videogiochi lo erano altrettanto, e pure moderni e con un maggiore valore aggiunto in produzione.