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lunedì 5 ottobre 2020

"I Quindici: i libri del come e del perché" - Volumi 3, 4 e 5 (1968)



Non che ci faccia una bella figura ad ammetterlo, ma i volumi 3, 4 e 5 li sfoglia così poco che alcune pagine erano ancora incollate, sapevano di nuovo, che bambino poco interessato alla lettura ero. I tre volumi si concentrano sui personaggi famosi, italiani e stranieri (due tomi per questi ultimi), e a me non garbavano per nulla... 

Pur sapendo che la pubblicazione era di matrice statunitense (o comunque anglosassone), mi ha colpito sincerarmi quanto fosse americano-centrica. Ovviamente il terzo volume sui personaggi italiani contiene solo personaggi famosi italici, ma il quarto e il quinto tenderebbero a dare l'impressione, specialmente ad un bambino non made in Usa, che nel mondo esistessero solo personaggi famosi a stelle e strisce! 

Dei 43 racconti del terzo volume ben 15 sono di personaggi statunitensi, ecco alcuni nomi: Beniamino Franklin, Giorgio Washington, Thomas Jefferson, Gilberto Lafayette, Jean Lafitte, John James Audubon, David Crockett, Abramo Lincoln, Clara Barton, varie sui nativi americani.

Dei 46 racconti del quarto volume addirittura 24 sono made in Usa, qualche nome: Mark Twain, George Westinghouse, Buffalo Bill, Edison, Robert Peary, George Washington Carver, William hristopher Handy, Lee De Forrest, Harry Houdini, Annie Oakley, Charles Kettering, Robert Hutchings Goddard, Roy Chapman Andrews, Giorgio Gershwin, Luis Armstrong, Lindberg, Malcom Scott Carpenter, Thomas Dooley III.

Quello che colpisce è che, oltre a personaggi storici statunitensi di un certo rilievo, ne siano stati inseriti altri totalmente sconosciuti a noi europei. Ci sono inventori ed industriali (che comunque erano inventori essi stessi), ma anche due jazzisti(!) e fin una circense(!!), confezionando un panorama in cui gli Usa erano il centro del mondo... non che dal 1800 non abbiano avuto un ruolo importante, ma non esistevano solo loro, se a quelli americani, si aggiungono quelli anglosassoni, diventa un mondo in lingua inglese. Su queste pagine riporto spesso articoli della carta stampata di fine anni 70 e primi anni 80 che denunciavano quanto fossero diseducativi i cartoni animati giapponesi, non mi pare che Buffalo Bill potesse essere considerato un esempio educativo... 

Ho inserito un solo racconto dei tre volumi presentati, quello del quarto su Hokusai dal titolo "Il vecchio pittore pazzo", visto che il blog è un po' a tema nipponico.

P.S.

Eventuali immagini disallineate o problemi grafici, sono sempre dovuti allo stupendo aggiornamento di Blogspot/Blogger...

















Hokusai Manga!
Ho cercato on line riscontri a questo racconto, ma ho trovato solo poche righe su Wikipedia (link):
Anche lontano da Edo Hokusai riuscì a farsi una certa nomea e, proprio a Nagoya, ripropose la performance del "grande Daruma".





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