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lunedì 12 maggio 2014

Children's Advertising in the Showa Era 1965/1969 - Pubblicità di giocattoli (ed altro)


TITOLO: Children's Advertising in the Showa Era 1965/1969
AUTORE: Takanobu Okoshi, Hiroshi Hoto
CASA EDITRICE: Seigensha
PAGINE: 288
COSTO: 17 €
ANNO:
FORMATO: 15 cm X 11 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9784861521904

Quando il giocattolo incontra il Giappone si ottiene un mix abbastanza futuristico, oltre che variegato. Per sincerarsene basta vedere gli articoli presentati in questo stupendo libricino, che riunisce le pubblicità indirizzate ai bambini (ma anche agli adolescenti) pubblicate sulle riviste giapponesi nel periodo 1965/1970. 
Questa pubblicazione è la prima di di due, la seconda presenta le pubblicità, sempre con il medesimo target, degli anni 1970/1974.
Nonostante si riferiscano ad un periodo dell'era Showa (cioè durante il regno del povero pacifista Hirohito...) ormai molto lontano da noi non risultano del tutto estranee al nostro vissuto. In primo luogo moltissimi sono i personaggi di anime, manga e telefilm, che in un certo numero di casi approdarono in Italia negli anni 70 e 80. Inoltre alcuni articoli arrivarono anche sul nostro mercato, seppur con un decennio di ritardo. Probabilmente il secondo libricino presenta un maggior numero di articoli a noi familiari, ma anche questo non scherza. E poi una bicicletta è sempre una bicicletta in tutto il mondo, ma in Giappone si enfatizzava la sicurezza, quando da noi, al massimo, avevi un farettino davanti ed uno ancora più piccolo dietro, di solito solo il catarifrangente rosso...
Questi due libricini dimostrano quanto quella società giapponese fosse ricca, considerando che negli stessi anni in Italia i giocattoli erano incredibilmente più semplici, oltre che meno variegati.
Le pubblcità non si limitano ai giocattoli, ma coprono tutte le "necessità" del bambino giapponese: snack, vestiario, cancelleria, mezzi di trasporto, letture, sport, tempo libero in generale.
Ad ulteriore dimostrazione della capacità di spesa di quelle famiglie giapponesi basta cansiderare che parte di quegli articoli da noi arrivarono solo negli anni 80.
Ovviamente non posso sapere quanto nella realtà questi articoli fossero nella disponibilità di spesa delle famiglie giapponesi, però erano acquistabili, mentre da noi assolutamente no. 
Bisogna considerare anche che in Giappone il bambino delle elementari vive un periodo molto spensierato, che anticipa gli anni stressanti dei numerosi esami, e di norma non vengono negati loro regali.
C'è anche qualche prodotto col nome italiano, parecchio in anticipo rispetto al boom del Made in Italy degli anni 80.
Ogni  scan presenta due pubblicità (pagina destra e pagina sinistra del volumetto), che possono essere anche sul medesimo articolo, ho cercato di trovare per ogni testimonial il link su Youtube della sigla originale (e anche italiana, se esistente) giapponese, tanto per rendere più concreti questi vecchi cartoni e telefilm. Per far ciò, oltre ai miei numerosi libri su anime e manga, ho utlizzato le informazioni visive del blog "Wrapping the anime".
Volendo si può paragonare i giochi disponibili in questo periodo per i bambini giapponesi con quelli per i bambini italiani: Corriere dei giocattoli, catalogo Natale 1970 del Corriere dei Piccoli e Upim.

Il secondo volume al link sotto:
Children's Advertising in the Showa Era 2 1970/1974 - Pubblicità di giocattoli (ed altro)  

 



Già la prima pubblicità non ci è estranea, visto che c'è il nostro "Astroboy" ("Tetsuwan Atom") che sponsorizza qualche tipo di dolce.


Qui dei simil Smarties chiamati "Piccolo", che presumo permettessero di vincire una pista elettrica, con cui gioca una bambino!


A destra delle "action figures", oppure del pongo giapponese, dell'anime "Okami Shonen Ken", da noi inedito.


Testimonial di altri dolciumi è Soran il ragazzo spaziale, "Uchu Shonen Soran", anch'esso inedito in Italia, anche perchè ancora in bianco e nero.


 Altri dolci che regalavano un borsellino (milanista...) per monete?


"Obake no Q-tarou" doveva essere un personaggio assai famoso, oltre che dedicato ai più piccini, visto che molte sono le pubblicità con lui protagonista.


La pagina di destra vede sempre il fantasmino Q-Tarou, mentre nella pagina di sinistra c'è la serie animata protagonista anche della copertina del libro, "Osomatsu-kun", un anime demenziale pieno di testi ironici, che immagino proprio spopolasse.


Sempre "Osomatsu-kun".


I robot erano protagonisiti ben prima di Mazinga Z, infatti Robotan era un robot domestico/babysitter combinaguai.


Un erore del baseball anni 60, un Altafini del baseball?


A sinistra forse il primo ragazzo venuto dal futuro dell'animazione giapponese, "Super Jetter Mirai Kara Shounen". A destra non so, forse delle caramelle?


A destra le famose caramelle tirolesi giapponesi, a sinistra qualcosa che c'era anche in Italia, ma di cui non rammento il nome.


A destra di nuovo "Uchu Shonen Soran" che pubblicizza vari articolini, a sinistra il mitico Kimba di Tezuka ( "Jungle Taitei: Susume Leo!" del 1966) per l'Ovomaltina nipponica.


Tartarughe e caramelle, quale nesso ci sarà tra di loro?


Di  nuovo "Obake no Q-tarou"  che fa da testimonial a varie caramelle che, ipotizzo, mettessero in palio un viaggio, ci sono due cartine con un itineraio in varie nazioni. Oppure era un qualche percorso immaginario alla scoperta di nazioni lontane.



A destra sempre "Obake no Q-tarou" in versione telecomandata. Attenzione, da noi nello stesso periodo trovavi i carrarmatini i robot spaziali filocomandati, rari i radiocomandati.
A destra un casco con sirena (mi pare) della già menzionata serie umoristico/demenziale "Osomatsu-kun", che è l'immagine della copertina.



A destra vari prodotti ispirati al droide domestico "Robotan", mentre a sinistra una pubblicità di prodotti legati al mitico telefilm di Ultraman.


L'azienda dolciaria Niitaka utilizza un qualche manga shojo per le sue caramelle gommose alla frutta. A sinistra "l'asso dello spazio", "Uchu Ace", ci raccomanda delle gomme da masticare.


"Ogon Bat", cioè il nostro "Fantaman", ci delizia con quello che mi sembra un porta caramelle, si vede anche il Dottor Zero.
A destra "Magma Taishi" promuove la sua action figures con associati forse dei dolci, certo che il bambino col casco antennuto è un pelino ridicolo...



Un altro dei tanti Ultraman, con vari prodotti.



Nel 1966 "Eiji Tsuburaya" creò un piccolo mostro per i bambini, allo scopo di cavalcare l'onda della popolarita del fantasmino Q-tarou, il kaiju Booska.
I Thunderbirds sono arrivati anche da noi negli anni 70, ma nel 1966 approdarono in Giappone, ed il successo fu immediato: Sigla jappo.
Probabilmente la piscina alla Mazinga Z che si apre la inventarono gli inglesi.


Chi mai non avrebbe voluto il "bastone magico" della nostra simpatica scimmietta Goku? Direi che la nostra sigla era più divertente di quella originale jappo.


Un altro supereroe per bambini erano i mascherati Paman del 1968, tratto dal manga del duo Fujiko Fujio.





Evidentemente l'attore americano David McCallum della serie "The Man From Uncle" doveva essere particolarmente famoso tra le teenagers giapponesi, tanto da usarlo come testimonial per del cioccolato.


Sui Beatles giapponesi non ho trovato nulla, a dire il vero manco ho cercato, comunque hanno sponsorizzato prodotti sia per la casa produttrice di dolciumi Meiji che per la Morinaga.


A destra di nuovo la Morinaga coi prodotti "Yell" e "Choko Flakes", a sinistra non saprei.


Non sapevo che il nostro "Carletto principe dei mostri" ebbe una serie televisiva in bianco e nero nel 1968, "Kaibutsu-kun", qui Carletto pubblicizza un po' di tutto.


Gli spettri non facevano paura ai bambini giapponesi, a sinistra il famoso "GeGeGe no Kitaro", quello a destra non sono riuscito ad identificarlo.


Altro eroe per i più piccini era Yadamon (Chibikko Kaiju Yadamon) nella pubblicità a destra.
La risata sardonica era caratteristica anche del cattivo di "Wanpaku Tanteidan (di cui non ho trovato il nome), dove un gruppo di sei giovani detective surclassa il capo della polizia Nakamura, ma quello che sponsorizzavano nella scan a sinistra resta un mistero...


Chi non vorrebbe il mazzo di carte da gioco con i propri beniamini del baseball?
Bella la cintura porta oggetti della pubblicità di sinistra, ipotizzo di un manga o un telefilm.


Anche se ti ingozzi col cioccolato "See You" rimani una bella patata.


La Meiji vendeva un cioccolato dal nome "Trombone"!


Ok judo e karate, ma non pensavo che la kick boxing fosse popolare in Giappone.


Riguardo la pubblicità di destra bisogna ricordarsi che il primo allunaggio avvenne nel 1969, ed in questi anni la Nasa e l'Unione Sovietica era intenti alla corsa allo spazio. Dubito che in Italia si vendessero i modellini di missili, capsule e moduli lunari.


La "Imai Plastic Model", oltre a robot a pile o carriarmati ed aerei della seconda guerra mondiale, presentava anche action figures di personaggi di anime e manga, nella pagina di sinistra ho individuato facilmente i nomi dei due personaggi centrali: "Big X"; "Tetsujin 28 Go".




Numerosissimi i modellini di mezzi della seconda guerra mondiale (o come la chiamano in Giappone la "guerra del pacifico").





Nella scan a destra si può leggere un bel "Lancia: Ferrari", ma Lancia o Ferrari?
A sinistra un po' di kaiju filocomandati, sia da Godzila che dal telefilm "Ultra Q".





Qui c'è un po' di tutto, dall'elmo di un samurai, passando da Gamera, per finire con la pista elettrica.


A destra vari action figures di alcuni personaggi già visti nelle scan sopra. A sinistra dei bellissimi modellini di castelli medioevali giapponesi.


Nella scan di destra in basso si possono notare i modellini di quattro serie, solo una non era ancora apparsa, "W3", "Wonder Three" di Osamu Tezuka.
A sinsitra Adam West ci ricorda di comprare la sua Bat-Mobile (io l'avevo...), ma c'è anche un magnetofono!



Un sacco di giocattoli filo guidati, quasi tutti facenti parte di Ultra-Q, tranne Topo Gigio!


Tra i tanti modellini di queste due pagine si può notare una "Superman-car" nella pagina di sinistra, ma se volava cosa se ne faceva di un'auto volante?


Ed ecco Topo Gigio canterino!
Ben visibile il copyright di "Maria Perego".
A sinsitra alcuni diorama di Walt Disney.


Stupendi mezzi da science-fiction








Gli articoli di destra mi convincono che i giocattoli giapponesi erano molto più avanti dei nostri, io al massimo negli anni 80 ho visto il modellino del corpo umano, mai e poi mai degli altri.
Mentre i modellini della scan a sinistra in Italia erano dedicati ad età più grandi.


A destra dei modellini di strumenti musicali!
La base dei Thunderbirds!



Ingrandita è stupenda!




In Italia la fantascienza arrivò nella metà degli anni 70, con circa dieci ani di ritardo rispetto al Giappone.



Anche questa doppia pagina rende bene quanto fosse variegato il mercato dei giocattoli giapponesi: mostri occidentali (come il Frankenstein ed il lupo mannaro in alto a sinistra), mezzi filocomandati, modellini di palazzi, mezzi corazzati e fantascientifici, elmi di samurai.
Ma anche due mostri del folklore nipponico più antico: il kasabake (spettro ombrello) e lo hitotsume kozo (bambino con un occhio solo).




Sono abbastanza sicuro che molti dei mezzi spaziali presentati in queste pagine non si rifacessero ad anime, manga o telefilm, ma semplicemente fossero mezzi inventati, come quelli mostrati a destra.
Mentre a sinistra si vede un carro armato tedesco.


A sinistra sono presentati dei modellini filocomandati, più curioso il giocattolo di destra, una automobilina con pile stilo incorporate, mi chiedo se con filo.




Come ho scritto precedentemente i bambini giapponesi potevano giocare con i mezzi lunari della Nasa. Io ho un catalogo di giocattoli italiano del medesimo periodo, ma gli articoli sono molto più infantili e ben poco scientifici.


I bambini giapponesi sono usi avere come animaletto domestico uno scarabeo, oppure un grillo (se non sbaglio), e qui abbiamo anche i modellini di insetti!
Non mancano altri mezzi spaziali della Nasa, compreso un razzo a più stadi comprensivo di rampa di lancio. Tutta roba stupenda.



Addirittura la "World passenger airplane series" della Nitto permetteva di assemblare gli aerei per il trasporto civile di passeggeri!
La pubblicità di sinistra è chiaramente di un carroarmato filoguidato, mi chiedo perchè giri intorno alla bambina.




La Tamiya mettave in vendita i mezzi "U59" e "U87", oltre alla bellissima "Mac's Car Joe 90".


Fino ad ora non si era visto neppure un modellino di trenino, lacuna colmata.
Anche del calcio, o soccer, questa è la prima pubblcità. Non credevo che la passione del calcio risalisse alla fine degli anni 60. Pallone e scarpe sono della Bandai.




L'articolo di destra è un motore supplementare da attacare tramite ventosa alle barchette per farle muovere, non comprendo perchè ci sia anche un magnetofono.
Mentre il giocattolo di sinsitra è qualcosa di meraviglioso, un dinamo a manovella adattabile per i vari mmezzi a pile, la Mobuchi Motor Genecon: link
Il Genecon è molto conosciuto nelle aule di gran parte del mondo, e fu messo in vendita da Narika per la prima volta nel 1981.
Il suo inizio, tuttavia, non fu con Narika, ma con Mabuchi Motors, la grande multinazionale dei motorini elettrici. Il Genecon era un giocattolo inizialmente molto popolare ma il cui boom di popolarità presto finì, lasciando gli stampi e uno stock di 30.000 pezzi ritirati dal mercato di cui nessuno sapeva cosa fare.
Tuttavia, due insegnanti di Kyoto, i signori Hashimoto e Osumi, sapevano cosa farne: li usavano nelle loro classi e nelle loro lezioni, integrandoli in diversi piccoli esperimenti. La vendita di questi generatori era però sospesa. Narika allora comprò gli stampi e lo stock di 30.000 pezzi (che esaurì in tre anni) e ricominciò in proprio la produzione.
La “dinamo a manovella”, così reinventata per le scuole, si affermò come importante strumento educativo. Nel 1984 Narika la espose alla Fiera degli Insegnanti a Boston, e il prodotto cominciò a diffondersi all'estero.
Originariamente rosso, fu poi proposto con lo scheletro blu. Oggigiorno il Genecon “due” sfoggia una struttura trasparente che permette di vedere i meccanismi all'interno.

E' un prodotto "Narika".



Bambolotti di una qualche serie tv nipponica. Da qui in poi c'è il bambole e pupazzi per maschietti.







"Capitan Action", mi pare di capire dal video della pubblicità, era un pre-Big Jim che poteva anche indossare il costume di altri personaggi più famosi, come Batman, Superman, Capitan America, Flash Gordon e Lone Ranger.
I Gijoe sono abbatsanza conosciuti, ma risalgono agli anni 60.



Noto che fino ad ora tutte le bambole sono di un biondo platino un tantino occidentale, oppure anticipatrici di Sailor Moon.



Qui Capitan Action in tre versioni, notare Superdog col mantellino.




Oltre ai pre-Big Jim astronauti, anche dei pre-Big Jim presi dai film di 007 (mi pare di riconoscere un Sean Connery in tuta blu) e dalla serie tv "The Man From Uncle".



A sinistra la Barbie in Giappone, e a destra Pepper, Pepper chi?



Noi italiani avevamo una florida tradizione di aziende che costruivano bambole, ma anche i giapponesi non scherzavano.






Per chi fosse interessato alla linea di bambole "High Fashion Lina", esiste un libro fotografico: "A Modern Mannequin Doll: High Fashion Lina"






Qui siamo quasi nella fase kawaii dei pupazzetti.


Un Q-Tarou che parrebbe gonfiabile, tipo la nostra mucca Carolina (per chi c'era), ed una mega lente d'ingrandimento, la cui utilità mi sfugge, però è divertente.



Altra dimostrazione della ricchezza di articoli dei giocattoli giapponesi: si poteva costruire addirittura un palazzo alto quasi quanto il bambino, l'azienda si chiamava Kawada.
Poter avere lo specchio magico di Stilly doveva essere il massimo per una bambina. Trovo molto più bella la sigla dei "Cavalieri del Re" rispetto a quella originale, "Himitsu no Akko-chan".



Non solo nel periodo 1965/1969 in Giappone si passa da mezzi filocomandati ai quelli radiocoamandati, ma addirittura il walkie-talkie era un giocattolo già distributio, da noi era venduto in pochissimi esemplari.


La "Corgi Toys" è un'azienda inglese ancora esistente, scopro solo ora che la mia Bat-Mobile e un paio di altre macchinine erano loro.
La pubblicità di sinistra è abbastanza sorprendente, miniature di mobili ed elettrodomestici giapponesi degli anni 60.




Ultraman sponsorizza delle carte da gioco.


"La corda pazza" della Epoch parrebbe un buon sistema per allungare le mani :]



Ennesima prova di quanti fossero i giocattoli in Giappone: giochi sportivi (tra cui uno  stupendo sul calcio!), flipper, slot machines e pure giochi di magia. Il tutto semprpe della Epoch.



A destra il Silvan giapponese.


A destra una pubblictà abbastanza inquietante, dopo tante bellissime, l'intero equipaggiamento per vestirsi da soldato dell'esercito imperiale... un po' come se un bambino tedesco negli anni 60 si vestisse da SS o uno italiano da camicia nera... un'altra prova che i giapponesi proprio non li fecero i conti con la storia.



Armi giocattolo le avevamo anche noi in Italia, ma non così simili agli originali, anche perchè con gli "anni di piombo" c'era poco da scherzare...




Direi che quella di destra è una pubblcità di un gealto, ma non sono riuscito a trovare la serie.



Entrambe le pubblcità sono dell'azienda dolciaria Meiji, a sinistra una bevanda al latte(?) e a destra un gelato che regalava i "Magic Stix"?


Altre due bevande, una regala un motore supplementare per barchette. L'altra, in bottiglia, un macchinina?




Nel vedere la Fanta jappo in bottiglia mi son quasi commosso...


Altra bevanda in bottiglia che non ho capito bene cosa regali...




Le gelatine "Delice hi-jelly".



A destra quelle che mi sembrano confetture di frutta.
A sinistra no so cosa che regalava(?) la macchina (comprensiva di mazza) per farsi lanciare la palla da baseball!


A destra quella che potrebbe sembrare dal disegno la macchina fotografia della serie "Super Jetter Mirai Kara Shounen". 
A sinistra un bambino pensieroso: "E' nato prima l'uovo o la gallina?".




A destra di nuovo Booska.
A sinistra varie pantofole (o scarpe) di quattro serie differenti, da sinsitra a destra:
"Uchu Shonen Soran" ; mi pare "Eight Man""Shonen ninja kaze no Fujimaru"  ; l'ultima serie a destra non l'ho scoperta.
Da qui iniziano le pubblicità di abbigliamento per bambini/e e ragazzi/e, un articolo che da noi era inesistente.



Altre pantofole/scarpe, nella pagina di destra: il primo a sinistra mi è rimasto sconosciuto; il  secondo da sinistra verso destra è della serie "Harris no kaze" ; "Obake no Q-tarou" ; Robotan .
Nella pubblicità a sinistra solo i protagonisti di Robotan.




Quando ancora da noi le scarpe da tennis erano sconosciute in Giappone c'erano già delle simil Clark.







Fin il rossetto.


Direi che il personaggio sia Hoshi Hyuma de "Kyojin no Hoshi" , cioè Tommy de "Tommy la stella dei Giants" , potrebbe essere che sponsorizzi la crema che si utilizza per ungere il guanto  da baseball nei lanci.


Pubblicità di manga e libri illustrati.



I manga disponibili alla fine degli anni 60, tra cui la prima seire dei "Cyborg 009" del 1968.



Non so cosa potesse essere, ma fa paura...





Da qui in poi c'è la cancelleria per la scuola, altro articolo che da noi nel medesimo periodo nelle pubblicità non esisteva. C'è da considerare anche l'importanza che la calligrafia ha nella cultura e nella scuola giapponese.






Non solo cancelleria, ma anche giochi tecnologici, il piccolo elettronico delle due pubblicità da noi arrivò negli anni 80, al massimo avevamo il piccolo chimico.


Il mangaka Shigeru Mizuki è l'ideale testimonial di matite e temperini.




Durante la pausa dei compiti ci si faceva una granitina?



Anche noi avevamo nei cataloghi gli strumenti musicali, ma erano meno professionali.



Tra i tanti articoli che mi hanno sorpreso in questo libro ci sono le biciclette: di pregio, tecnologiche e sicure.








Per il giovane e sportivo studente delle scuole medie un orologio Seiko era indispensabile.




La macchina fotografica in mano ai bambini, da noi era un articolo per adulti.




2 commenti:

  1. Ciao! Di nuovo io. ^^
    Volevo chiederti come mai scrivi "Astroboy/Capitan Jet"?
    Che io sappia sono due personaggi (e due serie) diversi, anche se molto simili.
    Te lo dico/chiedo perché nel caso fosse un refuso tu possa correggere. :)

    Il post che avevi commentato da me era questo:

    http://wrappingtheanime.blogspot.it/2011/12/tetsuwan-atom-atom-dal-braccio-di-ferro.html

    Grazie ancora. :)

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    1. Hai ragione, ho fatto confusione, visto che non li ho mai seguiti. Ora correggo l'errore ;)

      Ho rispoto al tuo commento sul tuo blog.

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