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sabato 3 ottobre 2020

"Per favore mandateli via", di Oretta Borganzoni - "L'Urlo, critica e lavoro sul fumetto: bollettino interno dell'Istituto per lo studio e l'informazione sulla grafica e l'immagine" febbraio 1980

Mi sono reso conto che a luglio, agosto e settembre (con annessi casini per la nuova stupenda interfaccia di Blogspot) non ho inserito neppure un post dell'Emeroteca Anime. Rimedio con questo articolo del febbraio 1980, che ha un paio di caratteristiche interessanti.

In primis fu ospitato su una rivista di fumetti, "L'Urlo, critica e lavoro sul fumetto: bollettino interno dell'Istituto per lo studio e l'informazione sulla grafica e l'immagine" (pubblicata a Roma), da cui, a posteriori, mi sarei aspettato una contro analisi un po' più approfondita del tema trattato. Infatti la rivista si limitò a ripubblicare un articolo di "Paese Sera" senza alcuna chiosa propria, quindi immagino che la redazione concordasse in toto con il contenuto, cioè "per favore mandateli via". Leggendo i nomi degli articolisti di questo numero della rivista si rimane sorpresi dal fatto che nessuna voce si mosse in favore dell'animazione giapponese, ma se degli specialisti in materia non trovavano almeno un argomento per considerare positivi i cartoni animati del Sol Levante, come avrebbero potuto farlo i giornalisti della carta stampata senza alcuna conoscenza della materia?

Questi articoli potrebbero essere un monito verso chi demonizza i passatempi dei bambini e dei ragazzi di oggi, che di norma sono i videogiochi (brutti e violenti, guarda caso...). C'è da dire che sia sul versante dei videogiochi che dei fumetti ed animazione, oggi esiste una stampa specializzata che ai tempi o non esisteva (per i videogiochi) oppure, sul versante di fumetti ed animazione, capì poco o nulla.

L'articolo in origine venne pubblicato su "Paese Sera" mercoledì 12 dicembre 1979, quindi anticipa di qualche mese lo tsunami mediatico contro i cartoni animati giapponese della primavera 1980, fu una delle prime tracce dell'insofferenza di una parte degli adulti di allora verso il nuovo modo con cui venivano intrattenuti i figli. 



Gli argomenti della giornalista contro gli anime robotici e non sono sempre i medesimi: i cartoni giapponesi erano violenti o lacrimosi e noi una manica di rincoglioniti che li seguivamo, ma la colpa era del sistema che lo permetteva.

La cosa che bella è che la giornalista non trova neppure uno spunto positivo in quelle serie... non andavano bene le guerre robotiche in cui gli invasi si difendevano da invasori di chiaro stampo nazi-fascista, magari arruolando tra le proprie file un profugo (Actarus, per esempio). Purtroppo non andavano bene neppure le rivisitazioni dei romanzi per ragazzi di fine 800, da cui i giapponesi avevano tolto ogni riferimento religioso, che per un quotidiano di sinistra come "Paese Sera" sarebbe dovuto essere un punto a favore.
Entrando nel particolare l'articolo l'ho trovato un po' confuso, non comprendo bene perché avrei dovuto avere il dubbio verso quale parte schierarmi... perché dalla parte del robot cattivo?  >_<
Quello che proprio non venne compreso fu che gli anime erano molto targettizzati, ed offrivano una svariata gamma di "esperienze" narrative, però che non lo colse la giornalista di "Paese Sera" è anche accettabile, mentre la redazione di una rivista di fumetti, parecchio meno.



3 commenti:

  1. Quando trasmisero per la prima volta "Goldrake Ufo Robot" (così veniva chiamato qui da noi...) io c'ero, ero già praticamente adulto. Amavo da sempre i cartoni animati, da Hanna e Barbera a Disney a quasi qualsiasi altro. "Goldrake" mi conquistò, ne vidi molti episodi (mai la fine, però) e poi... ebbi altro da fare e non pensai più ai cartoni animati giapponesi.
    Diversi anni dopo si pose il problema di mia nipote: la ragazzina stava ore e ore davanti alla tivù a guardare i cartoni animati giapponesi, che allora spopolavano in tutte o quasi le tv private. Mia sorella era preoccupata, la ragazzina non amava studiare, voleva solo vedere i cartoni in tv. Un giorno ero a casa di mia sorella e come sempre c'era la tv accesa e mia nipote in trance a guardarla e trasmettevano un episodio di Lamù, che io all'epoca non avevo idea di chi/cosa fosse. Ne guardai pochissimi minuti e inorridito faci un predicozzo a mia nipote che se lo ricorda ancora adesso.
    Perché sto raccontando questo?
    Perché "capisco l'ignoranza", avendola sperimentata in prima persona: non sapevo niente, ma giudicavo!
    Qualche anno dopo, da molto adulto!, divenni un appassionato di manga e anime e mi scusai moltissimo con mia nipote (alla quale ora che è adulta - ha 46 anni - non interessano minimamente più i cartoni animati). Lei, giustamente, mi sfotte ancora oggi per quella predica! :))
    PERO' se la mia ignoranza è in qualche modo "scusabile" in quanto ignoranza in qualche modo "pura" e in buona fede, non lo è quella di operatori del settore/specialisti/giornalisti: credo che la loro malafede fosse quasi completamente in malafede, dettata da ideologia e da paura del "nuovo". Anche i politici che all'epoca fecero addirittura interrogazioni parlamentari - uno su tutti Silverio Corvisieri, che per altro apparteneva alla mia stessa, diciamo così, parte politica - eran o tutt* ignoranti e in malafede e il 99,999(periodico...) delle volte parlavano di cose di cui non avevano la più pallida idea.
    Tutto ciò dovrebbe servire di lezione a tutti gli adulti di oggi.
    Scusa la lunghezza del commento, ma il tuo articolo mi ha toccato molto.
    Un saluto!

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    Risposte
    1. "Atlas Ufo Robot" ;)
      Grazie per il tuo aneddoto, che come dici tu è giustificabile per una persona che visse Goldrake già da grandicello e che non aveva una formazione in merito.
      Io arrivo, guarda un po', anche a giustificare in parte i giornalisti della carta stampata generalista, anche se voler fare sempre i "tuttologhi" comporta, prima o poi, di fare la figura degli ignoranti.
      Non riesco a giustificare la fetta di giornalisti o esperti del settore fumetti ed animazione che, invece, spararono a palle incatenate contro gli anime.
      Come non giustifico gli adulti di oggi che, avendo subito a loro volta il pre-giudizio da bambini/ragazzini per quello che vedevano e/o leggevano, si scagliano a priori contro, per esempio, i videogiochi.

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    2. Assolutamente! Bisogna fare attenzione a non trasformarsi, una volta adulti, negli "adulti di ieri". Ogni generazione, senza eccezione finora, ha sempre pontificato su quanto erano meglio i "loro tempi": ecco, vediamo di non fare lo stesso errore.
      Saluti!

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