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domenica 12 gennaio 2025

"Ufo Robot Grendizer Deluxe Bromide Album wo ateyou" - "Ufo Robot Goldrake Deluxe Bromide prova a vincere l'album" (1975?)


(ringrazio Andrea per avermi, di nuovo, tradotto la frase in giapponese sulla bustina blu, sperando di averla riportata nell'ordine corretto)

Dato che in questi giorni siamo sull'onda lunga di "Goldrake U", la cavalco con un pochino del vecchio Goldrake, postando il mio ultimo ritrovamento, cioè le card di "Ufo Robot Grendizer".
In pratica ogni raccoglitore, che aveva la forma dei vecchi raccoglitori di fotografie anni 70 ed 80, contiene 14 bustine trasparenti, quindi 28 Card infilate fronte e retro. Come si può vedere qui sopra, la copertina presentava un foro di varia geometria da cui si poteva intravedere parzialmente una di queste Card, quella che il coetaneo nipponico decideva di porre come la prima.

Ovviamente con caratteri dorati la sacra scritta "UFOロボグレンダイザー "!  ^_^

Facendo qualche ricerca sul web ho scoperto che ci sarebbe un terzo raccoglitore di colore blu, ma in mio possesso ci sono due gialli ed uno rosso, ognuno con 28 Card, quindi un totale di 84 Card e 84 bustine blu, di queste 40 sono doppioni, quindi mi restano 44 singole Card non doppie.
Acquistando il tutto ero stato informato degli eventuali doppioni, ergo, non potendo sapere in quale singolo raccoglitore cosa ci fosse, mi è andata bene. 
Alla fine è sempre Goldrake  :]
Non è il primo materiale ludico riguardante Goldrake che posto:


Se poi, visto che in "Goldrake U" vediamo anche il povero "Mazinga Z", ci sarebbe lo stupendo gioco in scatola dei Mazinger:



Il raccoglitore si presenta come quello delle fotografie, ma vi si infilavano le sacre Card della serie.
Non c'è nulla da fare, i giapponesi ponevano un'estrema cura nel creare questi giocattoli, molto di più dei nostri produttori.


Considerando che ho 28 bustine è 28 Card moltiplicate per tre, direi che ogni bustina blu contenesse una Card.
Si notino in alto i due puntini delle graffette, chiunque le aprì ebbe la costanza di non strappare la bustina, se fu un coetaneo giapponese, dimostrò molta più attenzione di quella che avrei posto io...   >_<

Di seguito inserisco le Card, ovviamente non doppie, cioè 44.
Direi che fossero suddivise in quattro gruppi:
Goldrake con i personaggi buoni;
Goldrake con i villains;
Goldrake con le astronavi;
Goldrake in azioni di combattimento contro i mostri spaziali.

Ho diviso le scan in gruppi, cercando di mantenere l'omogeneità dei gruppi e dei robot nemici.
Dalle 44 Card in mio possesso direi che la raccolta si basava sulla primissima parte della serie, il mostro spaziale della puntata più in là è del 20esimo episodio.

martedì 7 gennaio 2025

"Goldrake U": the day after...


Anche stamattina ho comprato (di nuovo 8 euro...) i cinque quotidiani di ieri, volevo vedere se almeno il primo episodio era stato commentato: ZERO spaccato   ^_^

La carta stampata ha balzato il povero nuovo "Goldrake U" sia ieri che oggi...
Quindi la mia idea di commentare gli articoli è fallita miseramente, come era fallita ieri  :]
Restava un unico dato oggettivo da commentare, a cui direi sia appesa la possibilità di vedere i successivi episodi di "Goldrake U" sempre su Rai 2 in prima serata, cioè i dati dell'Auditel sui programmi più visti.
Considerando che mamma Rai, anzi, forse un po' matrigna in questo caso, ha buttato "Goldrake U" un po' allo sbaraglio, in una giornata televisiva che vedeva su Rai 1 il programma con l'estrazione dei biglietti della lotteria dell'Epifania (6,3 milioni) e su Canale 5 il derby milanese di finale di Supercoppa (7,4 milioni), non direi che sia andata malissimo.
"Goldrake U" è il programma più visto (a pari merito con TG2 Costume) su Rai 2, con poco meno di 1,1 milioni di spettatori.


Dal comunicato dell'Ufficio Stampa Rai apprendiamo che "Goldrake U" ha raggiunto il 5,1% di share.
Tanto?
Poco?
Non saprei valutare, visto che i programmi televisivi li ho eliminati da anni, insensato stare davanti alla tv generalista da quando esiste lo streaming su misura suoi tuoi gusti, ma stavolta era in ballo una questione di orgoglio generazionale: 
un Goldrake attirava ancora pubblico dopo 45 anni? 

Considerando che matrigna Rai non ha pensato neppure ad introdurre i quattro episodi di "Goldrake U" con un mini programma informativo, forse non è stato un brutto risultato.
Il massimo che la Rai ha fatto, più come omaggio verso il vecchio Goldrake che come aiuto verso il SUO programma televisivo, è stato quello di inserire la breve clip iniziale dei tempi andati (1978 e 1980, direi) con la convincente Maria Giovanna Elmi che introduce Goldrake e pochi secondi del poco convinto Peppino De Filippo che fa la medesima cosa.
Non sarebbe stato utile un mini approfondimento a beneficio dei più anziani per spiegar loro che l'animazione giapponese, specialmente quella robotica, negli ultimi 45 anni è cambiata?
Secondo me una fetta di telespettatori manco sapeva cosa fosse un reboot...
Ma anche per illustrare ai più giovani cosa abbia rappresentato "Atlas Ufo Robot" per l'animazione giapponese in Italia!
No, pare non ci fosse lo spazio informativo...




Infatti alle 21:00 alle 21:20, cioè poco prima di "Goldrake U",  è andato in onda "TG2 Post", un programma di approfondimento del TG2, che trattava il tema "In forma dopo le feste"...
Non 20 minuti di informazione sull'elezione ufficiale di Trump a Presidente degli Usa, nell'anniversario dell'assalto al parlamento statunitense...
Non 20 minuti di informazione sulla situazione in Ucraina con il vano contrattacco di chi è stato invaso...
Non 20 minuti di informazione sulla ragazza iraniana che ha avuto il coraggio di strappare il turbante ad un religioso che l'aveva rimproverata perché non portava il velo...
No, "In forma dopo le feste"... complimentoni...
Magari, se il "TG2 Post" avesse dedicato 20 minuti al vecchio e al nuovo Goldrake, si sarebbero intercettate più persone, di certo si sarebbe fatta informazione sull'animazione giapponese.
Sarebbe stato troppo bello, accontentiamoci che Goldrake, sebbene "U", sia tornato in onda  ^_^

1 milione ed 87 mila persone davanti alla televisione ieri sera saranno abbastanza per convincere Mamma Rai a lasciare "Goldrake U" su Rai 2 in prima serata?

lunedì 6 gennaio 2025

L'esordio televisivo su Rai 2 di "Goldrake U": Rassegna stampa


Per i 40 anni di "Atlas Ufo Robot" in Italia avevo fatto un post commemorativo con un rassegna stampa di nove quotidiani, solo in due casi erano presenti articoli su Goldrake:

Ho provato a replicare l'idea per l'esordio del tanto atteso "Goldrake U" stasera su Rai 2, mi son limitato ai cinque quotidiani visibili qui sopra, tanto per capire quante redazioni degli spettacoli avessero pensato ad un articolo sulla nuova serie robotica giapponese.




In fondo dal 6 gennaio 1980, data della trasmissione della puntata conclusiva di Goldrake sulla Rete 2 della Rai, son passati ben 45 anni! 
(qui sopra la pagina del palinsesto della Rete 2 del 6 gennaio 1980 di "TV Sorrisi e Canzoni)
Qui sotto due vecchi post:

Risultato finale?
ZERO articoli sui cinque quotidiani acquistati (8 euro...)  ^_^
Ammetto che un pochino son sorpreso, è anche vero che in questi giorni qualche articolo su carta stampata mi è stato sottoposto (grazie a Massimo Nicora), quindi l'attenzione in generale non è mancata, ma forse il giorno dell'esordio televisivo "Goldrake U" avrebbe meritato due righe di approfondimento...
C'è da dire che io trovo interessante sia la presenza di commenti su un tema sia la loro assenza, qualcosa vuol pur dire... in questo caso disinteresse   >_<


Il numero maggiore di righe dedicate a "Goldrake U" è presente su "Il Giorno".
Poche parole, ma che non dimenticano il nostro Goldrake e la data che ha cambiato tutto per l'animazione giapponese in Italia, il 4 aprile 1978.
Magari il manga di Nagai non è poi tanto leggendario, ma la serie è un reboot, quindi in pochissimo spazio viene dato un minimo di informazione.

domenica 5 gennaio 2025

Jeeg Robot e il regno Yamatai in base al volume "Archaeologia Mundi - Enciclopedia Archeologica Giappone" del 1976


Questo post bisogna consultarlo con quello linkato qui sotto, in quanto io ho trovato queste citazioni archeologiche, magari altri ne noteranno di nuove:

Considerando che su Wikipedia son già riportate le similitudini storiche con la serie tv, ed io non sono di certo un archeologo, al massimo un "osservatologo", in questo post voglio mostrare le immagini dei reperti archeologici che si possono a grandi linee vedere nella serie di Jeeg.
In alcuni casi è innegabile che gli autori nipponici si basarono, ovviamente, su loro volumi, in altri casi fecero viaggiare la fantasia, in altri casi mischiarono forse più epoche.
Il volume "Archaeologia Mundi - Enciclopedia Archeologica Giappone" è del 1976, quindi è ragionevole immaginare che presenti il medesimo materiale che era disponibile in Giappone nel 1975 per impostare le parti della trama che riguardavano storia, personaggi ed oggetti del regno Yamatai.
Inserisco prima la scena del cartone animato e poi il reperto archeologico. In alcuni casi è incontestabile che sia il medesimo oggetto riportato in disegno, in altri casi potrei aver un po' forzato l'inserimento. 
In altri casi mostro incongruenze storiche tra quelle che gli autori ci hanno mostrato nella serie e la situazione dei reperti nel 1976. 
Il piccolo particolare che ho scoperto, e che mi ha dato più soddisfazione, è una terracotta funeraria Haniwa rappresentante una barca, la si vede identica nel mitico episodio 19 su Takeru, "Il cavaliere senza macchia e senza paura".
Per il resto mi sono quasi del tutto concentrato sulla trama inerente la storia archeologica del regno Yamatai, tralasciando tutto il resto.
Per esempio mostro tutte le volte che compare la Campana di Bronzo, ma solo la prima volta inserisco i reperti archeologici delle campane di bronzo, ho fatto così anche per altri oggetti che si ripetono, come le collane con perle a forma di artiglio o dente.
Ogni immagine dell'anime riporta il numero dell'episodio in questione.



Tutti ci ricordiamo l'ingresso dell'antro dell'impero sotterraneo Yamatai.





L'antefissa è un elemento dei tetti, quindi di piccole dimensioni, ma magari gli autori della Toei la usarono come ispirazione per l'ingresso dell'antro Yamatai   ^_^
Ovviamente questa è una mia speculazione  :]

Archaeologia Mundi - Enciclopedia Archeologica Giappone


TITOLO: Archaeologia Mundi - Enciclopedia Archeologica Giappone 
AUTORE: Vadime Elisseeff
CASA EDITRICE: Nagel
PAGINE: 224
COSTO: 2 
ANNO: 1976
FORMATO: 24 cm x 16 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 


Il post è pensato per essere consultato assieme a quello linkato qui sotto:

Quando ho trovato questo volume sull'archeologia giapponese ho pensato subito a Jeeg  ^_^
Ok, non è il massimo della confessione culturale, ma è la verità... 
La particolarità del volume è che è strapieno di immagini, ben 146, che ho scannerizzato quasi tutte, tutte quelle sui reperti.
Dato che la serie di Jeeg prende spunto, almeno nelle intenzioni originali, dalla storia antica nipponica, mi è venuta la curiosità di controllare se gli autori della serie animata usarono una base reale archeologica. Inoltre volevo capire in quante occasioni, eventualmente, si basarono su pubblicazioni giapponesi del periodo. In questo mi viene in aiuto l'anno di pubblicazione del volume in Italia, il 1976. Considerando che la serie di Jeeg in Giappone venne trasmessa nel 1975, che le immagini inserite sono ovviamente di fonte nipponica, vuol dire che gli autori dell'anime poterono consultare a grandi linee il medesimo materiale.
Un libro moderno sull'archeologia nipponica non avrebbe lo stesso valore di fonte.
Direi che con buona approssimazione questo libro è, almeno in parte, quello che potevano consultare gli sceneggiatori e i registi della Toei.
Inizialmente avevo pensato di fare un unico post sia con le immagini dei reperti che con le scene di Jeeg con attinenza archeologica, ma il tutto sarebbe venuto fuori un po' troppo caotico.
Quindi mi è parso più sensato fare due post distinti, questo con tutte le immagini del volume, anche quelle che non trovano corrispondenza in Jeeg, magari a beneficio di qualche appassionati del tema, ed uno che raffronta l'archeologia Yamatai con il regno Yamatai di Jeeg.

Nella pagina di Wikipedia di Jeeg vengono già trattate le analogie storiche con la serie, ma nel mio caso mi baso solo sulle immagini:



Ne consegue che ho riportato solo lo scritto che riguarda la Regina Pimiko/Himiko e il regno Yamatai, tanto per restare in tema con Jeeg.
Ovviamente queste sono le informazioni che si potevano reperire nel 1976, l'autore del volume non era italiano, quindi, di nuovo, ritengo che a grandi linee erano le medesime informazioni a disposizione degli autori nipponici della Toei.


Vadime Elisseeff

Vadime Elisseeff, nato il 4 maggio 1918 a San Pietroburgo e morto il 29 gennaio 2002, è uno storico e storico dell'arte francese specializzato in Estremo Oriente. La carriera di Vadime Elisseeff è intimamente legata alla vita del Museo Cernuschi di Parigi, uno dei rari musei in Occidente le cui collezioni sono esclusivamente dedicate all'arte cinese, che ha diretto dal 1956 al 1982. E tuttavia le sue attività professionali, tra l'UNESCO e il Centro di documentazione per la Cina contemporanea, come i suoi argomenti di interesse (il dialogo Oriente-Occidente, le arti dell'Asia dalla preistoria agli artisti viventi, l'arte russa, tra gli altri) lo hanno portato ad avere un campo di competenza molto più ampio. Direttore del museo Guimet dal 1982 al 1986, ha dovuto imporre l'idea di intraprendere lì un lavoro su larga scala, che è stato fatto da Jean-François Jarrige, il suo successore.


Qui sotto riporto lo schema cronologico solo del Giappone, nel volume c'è anche quello di Cina e Corea.
Ho fatto un copia, taglia ed incolla per avere su due file (sopra e sotto) entrambe le pagine inerenti il Giappone.
La preparazione del post è durata parecchio, in quanto ho copia/incollato ogni singola didascalia inerente i reperti che nel volume era alla sua fine, mentre ora di ogni immagine si può leggere cosa sia.

sabato 4 gennaio 2025

Il Pranzo è Servito, il nuovo gioco a premi presentato da Corrado - "Editrice Giochi" (1983)


Nel post dell'altro ieri che mostrava il "TV Sorrisi e Canzoni" n° 37 dal 12 al 18 settembre 1982, oltre all'articolo su "Dynasty", c'era la presentazione de "Il Pranzo è servito", che ci ha tenuto compagnia per una decina di anni. Quindi, dopo il gioco in scatola di "Dynasty", prendo di nuovo spunto dal "TV Sorrisi" per mostrare il gioco di scatola de "Il Pranzo è Servito".
Come per il "Dynasty" della "Mondadori Giochi", anche il gioco in scatola della "Editrice Giochi" non sarebbe nel novero di quelli facenti parte del mio periodo di interesse, ma avendolo comprato anni ed anni addietro in un blocco con altre confezioni, mi è parso il momento giusto per postarlo: 
oggi o mai più  :]

Tra l'altro la confezione è sia completa che praticamente nuova, si vede che fu un regalo mal pensato  :]
Si può parlare de "Il Pranzo è Servito" senza ricordarne qualche stralcio della trasmissione?
Su YouTube è presente la prima puntata di lunedì 13 settembre 1982:

          

Ragionevolmente, essendo un quiz mandato in onda durante l'ora di pranzo, i quesiti erano abbastanza elementari, esposti con leggerezza dal grande Corrado. In fondo il gioco si basava proprio sulla simpatia di Corrado, di certo non sui quiz o sui concorrenti. 
Riguardare quella prima puntata un po' mi ha fatto tenerezza, i concorrenti erano ancora impacciati e naturali, indossavano abiti di tutti i giorni, la stupenda valletta Linda Lorenzi era vestita fino al collo  :]



Non ho mai giocato al "Il Pranzo è Servito", ma si capisce che il dover effettuare sempre le stesse prove pratiche o rispondere alle stesse domande, ne riduceva di molto la vita ludica. Dopo una decina di partite le risposte le avevi più o meno imparate e ci si era impratichiti nelle prove.
Per quanto riguarda la datazione ho inserito il 1983 in quanto l'informazione è presente su Wikipedia, inoltre su un fianco della scatola è riportato che il gioco era conforme alle norme della sicurezza del giocattolo "Legge 18/02/83 n° 46", quindi non può essere antecedente all'approvazione della legge.
Forse da qualche parte ho un catalogo che mostra il gioco in scatola, l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
Per quanto io non abbia ricordi ludici sul gioco, ci sono più sotto alcune curiosità da esporre.
La prima è che nel regolamento è prevista la presenza anche del giocatore, anche non partecipante al gioco, che facesse il Presentatore alla Corrado. Penso che sia la prima volta che, nei giochi in scatola ispirati a programmi televisivi, si sia pensato alla figura del Presentatore, ma "Il Pranzo è Servito" era per il 90% Corrado Mantoni.

venerdì 3 gennaio 2025

Dynasty, il gioco del potere e dell'amore - "Mondadori Giochi" (1984/85?)


Come accennato nel post precedente sul TV Sorrisi e Canzoni n° 37 dal 12 al 18 settembre 1982, che conteneva anche il primo articolo sulla serie tv "Dynasty", ho recuperato in un mercatino una piccola chicca (almeno per me) che normalmente non avrei considerato interessante, se non fosse stato per i post sugli articoli su "Dallas" e sul relativo gioco in scatola ( post ).
Infatti la serie "Dynasty" non la seguivo e il gioco in scatola è di un periodo che già non mi interessa più, ma mi pareva più esaustivo riportare una panoramica completa sulle due serie televisive statunitensi trasmesse in Italia.
Come anno di messa in vendita ho riporta il 1984 o il 1985, in quanto sulla confezione è mostrato il 1984 negli Usa, quindi non può essere antecedente a quell'anno. Io non ho cataloghi di giocattoli che mi permettano di fissare una data, quindi immagino che venne messo in commercio tra il 1984 e il 1985, abbastanza dopo la prima trasmissione televisiva, che è del 15 settembre 1982.
In giro questo gioco in scatola non l'ho mai visto, non affermo che sia raro, ma non credo ebbe un grande successo. Di certo non doveva essere particolarmente divertente, in quanto è completo e pressoché intonso. Il proprietario originale si limitò a rimuovere i pezzi dal cartone fustellato, che l'asciò pure nella confezione (a fine post).
Ho provato a leggere il regolamento, mi è parso nel contempo un po' caotico e molto banale, in pratica mi sembra un mini gioco d'azzardo, in cui non ho ben chiaro quale parte abbiano "potere" e "amore" presenti sulla confezione...
Penso che faccia parte del numeroso gruppo di giochi in scatola che si ispirarono a film, serie tv, personaggi dei fumetti e cartoni animati (giapponesi e non) che disattendevano in toto lo spirito originario, generando solo delusione in chi vi ci giocava.
Ho postato ormai un'ottantina di giochi in scatola, un certo numero facenti parte del gruppo di cui sopra, ognuno potrà valutare, anche in base ai propri ricordi, quanti di questi ebbero una trasposizione ludica degna dell'originale:

Alla fine la cosa interessante è il logo di "Rete 4" sulla confezione, sul regolamento e sulla plancia, oltre ai visi dei personaggi, ma questi ultimi penso interessino di più a chi seguiva la serie tv.


La confezione è di dimensioni assai ridotte, misura 35,5 cm X 35,5 cm.
Un quadrato di bruttezza ludica, a mio avviso, lo scrivo senza averci mai giocato   ;)

La stessa immagine della copertina venne riproposta sulla prima pagina del regolamento, un brutto regolamento...
La contrattazione delle carte si basava su quanto un personaggio piacesse, quindi era d'obbligo essere fan della serie tv, altrimenti non spendevi per nessuno, anche perché manco sapevi chi fossero  :]

giovedì 2 gennaio 2025

TV Sorrisi e Canzoni n° 37 dal 12 al 18 settembre 1982 - Articolo esordio Dynasty trasmesso da "Rete 4"

Qualche settima addietro ho recuperato una piccola chicca riguardante la serie tv "Dynasty" (che non ho mai visto) trasmessa da "Rete 4", quindi ho pensato di replicare, ma in numero minore, quello che avevo fatto per "Dallas" (che non ho mai visto):




Alla fine, anche se questi programmi li detestavo, hanno fatto la storia della tv che vide terminare l'epopea del far west televisivo ed iniziare quello dei grandi network. Periodo che alla fine durò il tempo di un battito di ciglia, visto che il pesce grande (pieno di debiti) si mangio i pesci un po' più piccoli (pieni di debiti).
Un piccolo avviso su questo numero, oltre ad avere la copertina rovinata e piena di scritte (che ho cercato di coprire), è mancante di quasi 10 pagine nella parte centrale, che non fanno concludere l'articolo su Emilio Fede (poco male) e mancano di quello sulla caccia allo scudetto.
Per il resto ho omesso di inserire gli articoli sui programmi "La certosa di Parma" e "Parole e sangue". Ho inserito, invece, l'articolo su Ron, in quanto gli venne dedicata la copertina, benché di norma i cantanti un po' li depenno   ^_^
Ho evidenziato per il 14 settembre alle 18:00 su "Canale 5" l'anime Gotriniton, che secondo Wikipedia dovrebbe essere stato al suo esordio italiano.
Ho inserito anche l'articolo su un altro telefilm statunitense, "Codice Rosso Fuoco", che non ho mai seguito e sul ritorno in tv dello sceneggiato "Ligabue" (idem, mai visto).
Il numero di "TV Sorrisi" contiene anche l'articolo di anteprima su una trasmissione che andò in onda per un decennio: Il pranzo è servito.


"Canale 5" aveva il suo serial statunitense drammatico di punta in "Dallas", "Italia 1" puntava su "Falcon Crest", che esordì nel dicembre 1981, quindi mancava un programma simile anche per "Rete 4", cioè "Dynasty".
In terza pagina della rivista campeggiava subito la pubblicità qui sopra:
"Dal 15 settembre ogni mercoledì e venerdì alle 20.30
Potere e passione nella storia più avvincente che abbiate mai visto.
Il 15 settembre non prendete impegni. Avete appuntamento con il più grande successo americano degli ultimi anni, il colossal della televisione che ha entusiasmato milioni di persone, avete appuntamento con Dynasty. Alle 20,30 il cancello di Dynasty si aprirà e vi troverete a Denver, nel cuore dell'America, dove vivrete la storia dei Carrington, una ricchissima famiglia, fiera e appassionata. Verrete coinvolti in lotte di potere, intrighi e storie d'amore, affari e sentimenti. Conoscerete i retroscena dell'alta società, le speranze della gente comune, donne bellissime e uomini senza scrupoli. Vi appassionerete alle vicende sentimentali, ai drammi, alle emozioni dei protagonisti di Dynasty, uomini e donne le cui vite si intrecciano fra continui colpi di scena."

Segue mini biografia dei personaggi principali, "Naturalmente su... Retequattro".
In basso, un po' in piccolo, le emittenti che trasmettevano il network.


Una foto di gruppo un pelino patriarcale   ^_^
Per quanto non abbia mai visto neppure cinque minuti di un episodio, a me piaceva la bionda a sinistra, per il resto nulla posso aggiungere né come ricordo né come commento.

sabato 28 dicembre 2024

"Quei giapponesi nel Presepe" - "Il Giornalino" n° 2 del 9 gennaio 1983

Penso che tutti ci si ricordi della pubblicità natalizia 1982 della Ceppi Ratti che mischiava il sacro del Presepe e della Natività con il profanissimo dei robottoni giapponesi.
La cosa non sfuggì neppure ad alcuni genitori dei piccoli lettori della rivista edita dalle religiosissime "Edizioni San Paolo" di Milano:
"Anche gli eroi dello spazio, amici dei bambini, rendono omaggio al Natale.
Metterli nel Presepe - uno, due o tanti - è un modo nuovo e tenero di partecipare con la fantasia all'avvenimento più dolce dell'anno.
Per ogni gioco spaziale Ceppi Ratti acquistato c'è un gioco spaziale Ceppi Ratti regalato!!!
Attenzione, solo nei negozi che espongono la cometa Ceppi Ratti!!!"

Forse per quegli adulti l'aggravante dello scandalo furono le didascalie ad ogni singolo robottone giocattolo:
1° Trider G7 l'angelo robot dalle avvampanti ali;
2° Tansor 5 taxi degli angeli;
3° Gattiger carovana spaziale;
4° Calendar Man il centauro cammello;
5° Gli Starzinger i tre re magi;
6° X Bomber l'adorato sovrano della costellazione di Orione;
7° Gotriniton il mercante di stelle piccole e grandi;
8° God Sigma il pastore che viene dal cielo;
9° Zanbot 3 la luna cometa;
10° Gordian il messaggero dello spazio

Sinceramente per parte mia non è ci vedessi ai tempi nulla di male, visto che mi capitava di usare il Presepe, una volta rimossi i personaggi sacri, come diorama per battaglie con i soldatini Atlantic di formato grande... quindi da bambino/ragazzino quella pubblicità non mi creò alcun problema. Può essere che un adulto credente ed osservante, invece, ci potesse vedere un po' di blasfemia, tanto che nella pagina della posta del numero 2 del 9 gennaio 1983 vennero pubblicate tre lettere di protesta, a cui la redazione rispose con solerzia e ragionevolezza. Magari anche un po' di coda di paglia, perché essere accusati di trasformare il Presepe in puro consumismo, per una testata editata dai preti, non era proprio il massimo. Bisogna riconoscere, però, che pubblicarono le lettere di lamentela, avrebbero tranquillamente potuto cassare le missive e fingere che nessuno avesse avuto qualcosa da obiettare. Non esistevano i social, nessuno avrebbe saputo né della protesta né della censura.



La pubblicità della Ceppi Ratti che mostro in apertura di post è proprio quella del numero 45 citata nella seconda lettera (la copertina del numero è presente poco più sotto) qui sopra.
Alla fine comprarsi intere annate di una testata qualche volta torna utile per poter andare alla fonte della notizia, ma non solo, ti permette di scoprire un'altra fonte di possibile scandalo religioso sul medesimo tema: Presepe e robottoni   ^_^

La prima lettera di protesta è mossa da una maestra d'asilo, che per sua stessa ammissione usava una rivista assolutamente fuori target come materiale educativo per i più piccini. Le sue contestazioni possono anche essere condivisibili, resta che forse lei, come gli altri genitori che protestavano, pare che non si rendessero conto per per noi bambini, o almeno lo era per me, fare il Presepe era un gioco, quindi aggiungerci altri giochi non era blasfemia.
La seconda lettera parrebbe scritta a due mani da padre e figlio, mi resta il dubbio che l'iniziativa fu solo paterna, ed il figlio si dovette accodare alla richiesta del padre.
La terza lettera è di nuovo solo di adulti.
In pratica erano i grandi che, anche ragionevolmente, temevano che pure il Presepe si fosse piegato al consumismo, obbligandoli a comprare i non economici robottoni giocattolo nipponici.
E forse il Presepe si piegò veramente al consumismo, a beneficio della Ceppi Ratti.
Nella prima parte della risposta la redazione rispiega quale fosse il significato del Natale, la parte inerente la protesta è presente nello scritto qui sotto.

giovedì 26 dicembre 2024

"Situazione del film per ragazzi", di Carlos Maria Stachlin - "La Biennale di Venezia, rivista dell'Ente Autonomo "La Biennale di Venezia" n° 35 aprile/giugno 1959


Quello che ho riesumato è, per ora e a mia conoscenza, lo scritto più vecchio in cui venga citato lo sbarco in Italia dell'animazione giapponese, in questo caso il lungometraggio "Il bambino e il serpente bianco", cioè "La leggenda del serpente bianco", come venne titolato ufficialmente alla sua uscita nelle sale cinematografiche.
Questo articolo dell'aprile/giugno 1959 anticipa di qualche mese anche il saggio sull'animazione  "Storia del cartone animato" di Enrico Gianeri, pubblicato nel 1960, in cui vennero citati alcuni film animati nipponici.
L'articolo di Carlos Maria Stachlin (su cui non ho trovato info online), pubblicato sulla testata "La Biennale di Venezia", si limita a poche righe di commento sul lungometraggio nipponico, dato che lo scritto verte in generale sui film (ovviamente cinematografici) per ragazzi, ma considerando che è la prima testimonianza inerente l'animazione giapponese in Italia, mi è parso il caso di considerarlo meritoria di essere salvato dall'oblio editoriale.
Infatti a pagina 40 si può leggere:
"Neppure disegni animati come "Presto pioverà" (URSS) di Polkonikov, o il giapponese "Il bambino e il serpente bianco" di Taiji Yabushita, pur essendo moto bene realizzati, sanno apportare qualcosa di nuovo a questa tecnica particolare, né presentano un progresso nella espressione estetica."

Inoltre a pagina 39 è inserita (forse) la prima immagine di un film animato nipponico, sempre quella de "Il bambino e il serpente bianco".
La questione dei film per ragazzi verrà esaminata nel settembre/ottobre 1961:

L'autore, pur dando un giudizio positivo sul film d'animazione giapponese, non lo considera innovativo, come non considera innovative altre pellicole.
L'articolo l'ho trovato molto interessante (da leggersi assieme a quello linkato qui sopra), dato che ci informa su alcune problematiche dei film per ragazzi che ai tempi ne impedivano la programmazione al cinema.
In pratica, sia i lungometraggi che i corti, non erano considerati redditizi dai distributori, quindi erano pochi quelli che finivano nelle sale cinematografiche, spesso terminavano la loro vita nei festival del cinema. Inoltre ricevere un premio come "pellicola per ragazzi" praticamente ne precludeva la possibilità di essere proiettati al cinema, proprio per la causa di cui sopra. La stessa idea di fare un film per ragazzi impediva di racimolare i foni per realizzarlo, perché il sistema non li considerava redditizi.
Carlos Maria Stachlin ci informa anche di un'inchiesta che rivelava quanto i pregiudizi su cosa i bambini/ragazzi potessero apprezzare/capire al cinema fosse errata. In questo siamo migliorati molto, tanto che oggi i film per adulti sono molto bambineschi, il rapporto si è fin invertito   ^_^
Non credo sia errato affermare che l'inchiesta (effettuata tramite questionari) dal "Centro culturale San Fedele" anticipò quello che avvenne con l'arrivo in pianta stabile dell'animazione seriale giapponese dal 1978:
"... i bambini non vogliono che il film li rinchiuda nel loro universo infantile, vogliono una evasione, preferiscono che il film li porti fuori dal mondo dei bambini e li introduca in quello degli adulti, in cui essi si vedano accolti da quelli".

Una delle caratteristiche dei film prima e poi dalle serie nipponiche che arrivarono in Italia è proprio che i bambini/ragazzi animati vivevano un'avventura a pari dignità con gli adulti animati, spesso con un ruolo più importante.
Un vero peccato che i giornalisti ed esperti che commentarono i cartoni animati giapponesi dal 1978, non lessero mai l'articolo di Carlos Maria Stachlin...

Lo scritto mi ha permesso di scoprire alcune pellicole citate, ovviamente solo quelle presenti (o che son riuscito a trovare) su varie piattaforme, una bellissima:


          

Tralasciando per un momento la povera sorte del pesciolino rosso, che nella realtà avrà forse avuto varie controfigure finite male... e del povero canarino mezzo morto di paura per le attenzioni del gattino nero, visto che si parla del 1959 in cui certe accortezze verso gli animali erano ancora di là da venire, il cortometraggio l'ho trovato molto bello.
Una della particolarità del corto è che il protagonista è un bambino orientale, direi cinese (dall'abito della madre), che vive in Francia.

Ho trovato solo altre due pellicole citate nello scritto, peccato...

mercoledì 25 dicembre 2024

"Mazinga: la qualità del legno", di Franco Valobra - "Il Leviatano, settimanale di commento politico" 22 aprile 1980


Perché ho la presunzione di affermare che il clamore mediatico suscitato dai cartoni animati giapponesi tra il 1978 e il 1982 mai si ripeterà con la medesima intensità?
Perché sfogli in emeroteca una testata prettamente di analisi politica interna ed estera, con contenuti probabilmente superiori alla media del periodo (che era già più alta di oggi...), giri pagina e ti trovi davanti un articolo su Goldrake, Mazinga e il dubbio se votare per il PCI alle allora prossime venture elezioni amministrative   ^_^
E' vero che non mi pare ci siano altri fissati/e che fanno la mia medesima ricerca per i successivi decenni sull'animazione giapponesi in Italia, ma non credo che negli anni 90, 2000 ed oltre siano riscontrabili scritti di questo tipo, senza contarne il mostruoso numero (1625 articoli).
Tralasciando per un momento che il titolo riporta "Mazinga" e come immagine c'è il Jumbo Mattel di Goldrake, l'incipit dello scritto vale già di per sé il prezzo del biglietto (tanto per dire):
"Vocatus atque non vocatus deus aderit", cioé "chiamato o meno, il divino sarà presente".

La citazione latina non era indirizzata a Goldrake o Mazinga, ma all'intenzione di voto dell'autore dello scritto, resta comunque un bel inizio   :]
Sfogliando un'annata completa de "Il Leviatano" e leggiucchiando qualche articolo qua e là, direi che la posizione politica fosse di sinistra, o centro-sinistra si direbbe oggi, anti DC ma anche anti PCI. In pratica si auspicava che venisse creato un fronte elettorale che potesse essere una credibile alternativa alla DC, ma senza essere sottomesso al peso elettorale del PCI.
In questo contesto quale può essere il nesso tra i robottoni animati giapponesi e il voto italico?
Il tutto nasce, incredibilmente (si può affermare oggi), dalla crociata anti cartoni animati giapponesi dei 600 genitori di Imola della primavera 1980!
L'autore aveva il dubbio se votare per Il PCI, essenzialmente per un comportamento del partito meno predatorio dei beni pubblici rispetto agli altri partiti dell'arco costituzionale, ma le vicende di Goldrake e Mazinga gli fecero cambiare idea. Si può chiosare sul fatto che Franco Valorba avesse o meno realmente l'intenzione di votare PCI o il tutto fosse un modo per schernire le posizioni contraddittorie del più grande partito di opposizione, ma i concetti scritti sull'animazione giapponese restano.
A grandi linee ho individuato quattro approcci all'invasione dei cartoni animati giapponesi in Italia tra il 1978 e il 1982:
a) venivano ignorati;
b) venivano considerati pericolosi, diseducativi, violenti e stupidi;
c) non venivano considerati pericolosi perché assolutamente stupidi ed insulsi;
d) venivano considerati portatori di un minimo di valori educativi e di svago.

Di norma l'approccio "A" era quello della stampa di settore, fumetti, fantascienza ed animazione italiana ed europea, fingevano che gli anime non esistessero, ogni tanto li commentavano, di norma per stroncarli.
Dell'approccio "B" è pieno il blog nei post dell'Emeroteca Anime.
L'approccio "D" era di pochi, tipo Gianni Rodari o Oreste del Buono.
Quelli dell'approccio "C", come in questo articolo, parevano difendere i cartoni animati giapponesi, ma in realtà (di norma) volevano solo ridicolizzare politicamente coloro che avevano l'approccio "B", quindi consideravano gli anime non pericolosi in quanto "tutti eguali", "particolarmente cretini", "popolati da personaggi particolarmente maldestri e rincoglioniti", "beceri e rincitrulliti"...  se questa è una difesa, figuriamoci l'accusa!    ^_^
Sullo sfondo la Spectre dei giocattoli nipponici, ma quando i giocattoli/merchandising erano di Sandokan"Spazio 1999" oppure "Supergulp!", andava tutto bene   ^_^
Per l'autore nessuno di noi era così grullo da prendere sul serio i cartoni animati giapponesi, ne consegue che se qualcuno di noi (tipo io), invece, prese seriamente i contenuti positivi, fu un grullo  :]
La pagina di destra dell'articolo l'ho trovata un po' (un po') più ragionevole, intanto perché l'autore ricorda che anche lui leggeva (non essendoci la tv da bambino) fumetti con scene violente, ma anche perché i bambini vedevano la vera violenza al telegiornale...

Più sotto inserisco completamente il numero in questione de "Il Leviatano", tanto per rendere palese che un argomento come Mazinga e Goldrake era avulso dai temi usuali della testata, se non quando la polemica contro i cartoni animati giapponesi divento così tanto virulenta, che pure persone assolutamente non interessate ed informate sulla tematica, ne dovettero prendere atto.
La rivista non aveva un sommario, ma in questo numero erano toccati i seguenti argomenti:
un editoriale che analizzava come si poteva battere elettoralmente la DC;
la questione dell'acquisto dell'Alfa Romeo da parte della Nissan (ovviamente poi mai avvenuto);
un articolo del liberale Egidio Sterpa;
analisi varia sull'Iran khomeinista (argomento ancora in voga...);
analisi su Cuba (tema ancora attuale);
analisi economica sull'URSS;
una interessante analisi sul nascente movimento europeo dei Verdi, dove , se nell'editoriale si auspicava l'unione di più partiti in veste anti DC e PCI, a pagina 11 si stroncano i Verdi   ^_^
gli ultimi due scritti vanno un po' oltre le mie conoscenze   :]

Qui sotto rimetto le due pagine dell'articolo singolarmente per migliorarne la leggibilità, segue il resto della rivista.

(ovviamente Buon Natale)

martedì 24 dicembre 2024

Integrazione natalizia (72 articoli) all'Emeroteca Anime


Rispetto ad altri casi, in cui ho atteso ed atteso di accumulare articoli ed articoli, stavolta posto un'aggiunta all'Emeroteca Anime con questi 72 articoli che ho trovato dall'ultimo aggiornamento del 9 luglio 2024.
Sommando quei 202 articoli a questi 72, si arriva a ben 274 scritti riesumati dall'oblio solo nel 2024.
La metà di questo nuovo aggiornamento è dato dall'acquisizione (cioè "comprata") dell'annata 1983 de "Il Giornalino", 34 articoli. Tanto per sottolineare che fare queste ricerche costa, e che se mi fosse andata male, come in altri casi, mi sarei ritrovato, di nuovo, con qualche chilo di carta senza alcun contenuto utile. Per esempio da luglio ad oggi ho comprato un paio di annate di due testate di fumetti per ragazzi (Lanciostory e Skorpio), trovandoci un bello zero spaccato... ne consegue che prendere spunto da siti/blog/pagine social gratuiti, per confezionare contenuti a pagamento, senza citare i tizi che hanno speso soldi per coltivare la propria passione, non è il massimo  :]
Come per l'aggiornamento del 9 luglio 2024 ho allargato il periodo temporale di ricerca, scovando scritti degli anni 50 e 60, arrivando ad anticipare una prima testimonianza sull'animazione giapponese in Italia in un articolo dell'aprile/giugno 1959.
Ho poi fatto una cosa banale, ricontrollato a tappeto i miei Topolino che avevo in casa... attività tanto semplice quanto assurdamente rimandata nel tempo, trovando qualcosina.
Anche stavolta ho scoperto nuove testate che si occuparono dei cartoni animati giapponesi in Italia, anche in anni (50, 60 e primi anni 70) in cui questa definizione non era né stata coniata né era un simbolo di ignominia. Con le sei testate che ho scovato stavolta, si arriva a ben 192 che a vario titolo trattarono gli anime sul suolo italico cinematografico e televisivo:
"La Biennale di Venezia"
il quotidiano  del partito socialista, Avanti!
"L'Ora di Palermo"
"Giornale della Libreria"
"Il Leviatano, settimanale di commento politico"
"Quadernicinema"

Una nota particolare merita "Quadernicinema", che non ha (o non dovrebbe avere) nessun nesso con "Quaderni di Cinema, bimestrale di cultura e politica cinematografica", in cui avevo già trovato uno scritto (dicembre 1983). In quanto lo spillato contiene un dossier sull'animazione in generale, afferente ad una testata che ho fatto un po' fatica ad individuare:
"Animation Film Party al Variety", supplemento al n°8 del periodico trimestrale "Bollettinocinema" luglio/agosto 1982 - "Quadernicinema" n° 9 novembre 1982

Un vero peccato, invece, che la testata "La Biennale di Venezia" in emeroteca si fermasse al 1971... probabilmente ci potrebbero essere altri articoli a poterla consultare fino ai primi anni 80.
Per l'articolo de "L'Ora di Palermo" ringrazio Massimo Nicora, che me l'ha girato.
Alcuni scritti trattano solo con accenni gli anime, come quello in cui si accusava alcune testate di evadere l'IVA agevolata, ma erano troppo curiosi per non inserirli   ^_^

Con questi 72 articoli giungo al numero totale abbastanza strabiliante di 1625, e la ricerca continua :] 

Di seguito i 72 scritti di questa infornata.