Libri su manga/anime/Giappone, editoria varia, cartoni animati giapponesi, Marvel, Guerre Stellari, Star Trek, videogiochi e giocattoli, riviste TV, articoli giornalistici. Quasi tutto rigorosamente sugli o degli anni 70 e 80.
Qualche mese addietro mi è giunta richiesta di postare il "TV Sorrisi e Canzoni" numero 38 del settembre 1980, chiedo scusa per il ritardo, me ne ero completamente dimenticato ^_^
Faccio ammenda inserendo praticamente tutto il numero, ho omesso solo un articolo sui "Pooh", di solito alleggerisco molto di più.
Piccola digressione:
ho sempre inserito un watermark il meno invasivo possibile, il cui scopo era semplicemente quello di darmi la paternità della ricerca del materiale, acquisto, l'atto della scansione delle pagine, etc. etc.
Mi è stato consigliato di rendere meno facile la cancellazione del watermark "imagorecensio", obtorto collo ho dovuto prendere atto che aveva senso farlo, pur immaginando che renderò più ardua la consultazione delle scan/foto.
Ho quindi triplicato le scritte e raddoppiato la grandezza del carattere, spero di non doverle quintuplicare :]
Il numero è impreziosito dalla copertina con il faccione di Dart Fener, o Darth Vader, come correttamente venne riportato nell'articolo, composto da ben otto pagine: un mega cineracconto :]
C'è un articolo sul torneo di "Coppa Davis", che torna utile oggi, in piena isteria tennistica da emuli di Sinner ^_^
Sono commentati anche il varietà "Black Out", lo sceneggiato "Delitto in piazza", il telefilm "Kingston Dossier Paura", un'intervista all'attrice Micaela Esdra.
Tutti questi sono scritti che facevano riferimento a programmi Rai.
E presente un approfondimento sugli spettacoli di Broadway.
L'inserto delle tv private locali è quello delle "Tre Venezie".
Un po' come tutti, ho sempre detestato gli spoiler, quando ancora non credo si chiamassero spoiler...
Andavi al cinema e sulle locandine c'erano immagini che non sempre erano solo illustrative di scene del film, ma erano gli articoli ad essere i più insidiosi, anche se meno di quello che capita oggi con trailers dove ti raccontano il finale e filmati web dove qualche genio ti svela tutto...
La doppia pagina è bella, ma già capivi che Luke si scontrava con il cattivo dei cattivi :]
Di vecchi articoli su "Guerre Stellari" ne ho postati molti, non ho ancora capito perché in tanti giornalisti inserivano i nomi corretti originali e non quelli modificati italici... immagino che prendessero spunto da scritti di matrice statunitense, ma è possibile che l'estensore italiano non sapesse che in Italia avevano cambiato nome ad alcuni personaggi?
In questi mesi ho comprato un po' alla volta i sette volumi della "new edition" de "L'Uomo Tigre", poi li ho dovuti leggere tutti più o meno di fila, prendendo qualche appunto per le fasi/tavole più curiose.
Ovviamente il mio termine di paragone era il cartone animato giapponese che vidi nel 1982 e che ho rivisto qualche anno addietro:
Dopo essermi piacevolmente sciroppato 105 puntate del "diavolo giallo", non potevo non leggermi solo sette corposi volumetti, anche per capirne le differenze, che non sono poche, tra cose che ci sono nel manga e non nell'anime, cose che ci sono nell'anime e non nel manga e cose che ci sono in entrambi, ma cronologicamente in punti differenti della storia.
La mia non sarà una recensione puntuale e precisa sulla differenza tra anime e manga, mi sarei dovuto rivedere tutto l'anime e poi rileggere il manga, mi son limitato a ciò che ricordavo dell'anime con l'aggiunta di alcune annotazioni curiose non presenti nella serie tv.
Nel manga mancano due personaggi importanti presenti nell'anime:
l'amico fraterno ed anch'esso traditore di "Tana delle Tigri", Daigo Daimon (con la cicatrice sulla guancia);
l'anziano maestro Arashi (quello con il giardino giapponese con le canne di bambù che si riempiono d'acqua).
Di contro, il manga è pieno di lottatori molto temibili ed assai spettacolari (talvolta con costumi un po' ridicoli) non presenti nell'anime.
Solo per il primo volume mostro la copertina estesa fronte/retro, a me è parsa una bella edizione, ma non sono un esperto di manga, quindi il mio giudizio vale quel che vale, ma merita la lettura :]
Purtroppo non sono presenti i numeri delle singole pagine, non ci sono mai stati neppure nell'originale?
Non sono stati inseriti nell'edizione italica?
Non lo so, ma è un peccato non poter indicare il riferimento preciso a ciò che commento.
Il primo aspetto che mi ha colpito, rispetto all'anime, oltre al viso e alla corporatura di Naoto Date leggermente più tracagnotta, è la maschera dell'Umo Tigre:
si vede la bocca e parte del naso!
La maschera dell'anime era integrale, per quanto effettivamente un po' ardua da gestire, quella del manga è come quella che vedevo in televisione negli incontri di "catch giapponese".
Quindi il manga fu maggiormente realistico, se paragonato all'anime.
Dopo la recensione del primo cofanetto DVD di "Starzinger", concludo con il secondo ed ultimo cofanetto "Yamato Video", la cui recensione arriva parecchio in ritardo rispetto alla fine della visione, in quanto aspettavo il materiale per un altro post:
Non che ci voglia un genio per fare la successiva considerazione, ma solo facendo materialmente una propria ricerca si possono scovare piccole (anche minuscole) o grandi novità, se ci si limita a prendere informazioni dal gratuito e sconfinato web, si ripeteranno solo a pappagallo le cose già scritte da altri.
Ovviamente il web è ormai una fonte informativa sconfinata ed indispensabile, ma se non mi fossi comprato (COMPRATO) i due cofanetti di "Starzinger" e poi (COMPRATO) il vinile "Eve For Ever", non avrei appurato che in questo secondo cofanetto venne usato il brano "Eve Reveuse" per accompagnare musicalmente la morte della Regina Lacet e di Bel Ami.
Tornando al cofanetto DVD...
Le puntate del secondo cofanetto, come penso sappiamo tutti, si dividono in due blocchi:
fino all'episodio 64 c'è la fine del viaggio del quartetto al "Grande Pianeta" per ristabilire l'Energia Galattica;
dall'episodio 65 fino al finale 73esimo un nuovo viaggetto per portare l'Energia Galattica" in un luogo remota della galassia.
Devo dire che entrambi i cicli narrativi (come li si chiama oggi) mi son piaciuti, ovviamente il secondo è assai più affrettato, un po' come quando una serie tv attuale viene procrastinata esageratamente di anno in anno.
Aggiungo che negli episodi fino alla morte della Regina Lacet (n° 50) c'è una trama che si dipana in più puntate, storie meno autoconclusive.
Del secondo breve gruppo di puntate ricordavo solo che Jan Coog poteva ingigantirsi, cosa che ai tempi mi gasava n sacco ^_^
Nella recensione del primo cofanetto avevo annotato il divieto assoluto della Principessa Aurora di uccidere gli esseri mutati, in quanto divenuti mostri (e quindi cattivi) a causa della diminuzione dell'Energia Galattica, non per propria indole.
Inoltre gli stessi mostri spaziali ostacolavano la missione dei quartetto proprio per non ridiventare esseri non senzienti o inanimati.
In questa seconda parte, in special modo fino all'episodio 50, con la morte della Regina Lacet, ho notato il continuo tentativo e le continue frasi di questa che vuole "impossessarsi" dell'Energia Galattica della Principessa Aurora. Infatti la Regina Lacet aveva costruito un computer che, una volta catturata la Principessa, le avrebbe permesso di assorbirne l'Energia Galattica ed usarla per conquistare essa stessa l'universo.
Mentre la Principessa Aurora voleva donare il suo potere a tutto l'universo, ripristinando la pace ed una vita normale per tutti.
Questa ossessione di "impossessarsi", "rubare", "accumulare" un bene altrui (Energia Galattica) per propri scopi, in contrasto con lo scopo altruistico di Aurora, tenendo conto anche del periodo storico in cui venne creata la sceneggiatura, mi ha fatto immaginare che si potrebbe considerare il tutto una metafora del capitalismo più sfrenato versus un'idea di società dove anche il popolo ha diritto a vivere dignitosamente.
In pratica "l'Energia Galattica" sarebbero i soldi, la ricchezza materiale, il potere assoluto, dove la Principessa Aurora vuole donarla a tutti (una post socialdemocratica nord europea dal sangue blu) mentre la Regina Lacet la vuole solo per se stessa.
La Regina Lacet la vedo con un Musk o un Bezos (o peggio...) attuali, il problema è che non si vede in giro una Principessa Aurora e neppure uno straccio dei tre cyborg... ci son rimasti solo i cattivi... T_T
Ovviamente il tutto è una mia elucubrazione nata dalla visione degli episodi :]
Ma com'è il secondo cofanetto "Yamato Video" di "Starzinger"?
A me è piaciuto, guardandolo in giapponese con sottotitoli fedeli ai dialoghi giapponesi.
Resta il solito discorso sul fatto che non sono in grado di valutare la parte grafica e neppure mi interessa, visto che, la precedente volta, lo vidi su un apparecchio televisivo a tubo catodico in bianco e nero...
Non mancano le trame un po' bambinesche e qualche contraddizione logica, ma stiamo parlando sempre di cartoni animati giapponesi degli anni 70, che comunque ci offrivano un dipanarsi della trama incomparabilmente più complessa di qualsiasi altro cartone animato europeo o statunitense.
Dopo le immagini del secondo cofanetto DVD c'è la solita recensione della trama in base alle scene che ho trovato più curiose :]
Il secondo ed ultimo cofanetto era previsto per dopo le vacanze estive ed è stato abbastanza puntuale, primi di settembre.
Già da un paio di mesi ho terminato anche la visione del secondo cofanetto DVD, la cui recensione penso che avverrà dopo questo post, ma l'aver visto le ultime puntate mi ha riservato una super sorpresa musicale.
Negli anni ho recuperato un numero cospicuo di BGM, opening, ending e vocal nipponiche di vecchi anime (ma anche di nuove serie), spesso accorgendomi che quei brani erano rimasti immagazzinati da qualche parte nel mio cervello, ed il loro ricordo musicale era restato assolutamente vivo, nonostante fossero passati anche quattro decenni o più.
Alcuni di questi temi musicali erano sempre presenti in ogni episodio, quindi facilmente memorizzabili, ma altri lo erano raramente oppure la serie non la rividi mai più fino ad età adulta.
Come ho già scritto nella recensione del primo cofanetto DVD di "Starzinger", io non rivedevo questa serie da quando la vidi una sola volta su "Teleradioreporter" ai tempi.
Negli ultimi 20 anni ho scoperto che le BGM di "Starzinger" vennero prese anche da altri anime, per esempio il "Danguard", ovviamente le vocal vennero composte solo per questa serie.
Guardando due episodi specifici, il numero 50 ed il numero 64, ho ascoltato una musica che mi ricordavo bene, nonostante fossero veramente più di 40 anni che non la sentivo!
Forse il motivo mi restò in mente perché in entrambi i casi venne usato nella scena della morte di due personaggi non secondari, quindi in momenti pieni di pathos: la Regina Lacet e Bel Ami.
La Regina Lacet è una cattiva, anzi, doppiamente cattiva, in quanto vuole impossessarsi dell'Energia Galattica facendo, nel contempo, il doppiogioco contro il Re Gyuma, di cui dovrebbe essere la futura sposa imperatrice e fedele servitrice.
Più sfaccettato il personaggio di Bel Ami, che da semplice avversaria di Jan Coog, ne diventa nemica alleandosi con la Regina Lacet, ma infine sacrifica la sua vita per battere un ultimo potentissimo mostro spaziale. Inutile dire che Bel Ami si innamora di Jan Coog.
Tutto questo spiegone per cercare di capire perché quel brano, dopo più di 40 anni, era ben vivo nei miei ricordi musicali.
Il problema, a questo punto, era diventato lo scoprire quale fosse questo brano, visto che nelle mie BGM di "Starzinger" non è presente.
Tutti facciamo ricerche online, e non so se solo a me capita che a forza di cliccare link a manetta non ricordo più bene da dove fossi partito e/o come ci fossi arrivato su un sito... ^_^
La mia ricerca è iniziata da un canale "YouTube" che carica musiche poco usuali degli anime:
Dove nella descrizione lessi che il brano di "Goldrake" era di "Composed by Michel Gonet", tralasciando che pare nello specifico che l'autore non sia quello, ho proseguito la ricerca con quel nome, trovando le musiche dell'intero LP, e c'era il brano della morte della Regina Lacet e di Bel Ami!
Il pezzo con la stupenda voce di Micheline Ramette, è il numero 10 presente sul lato B del vinile, con titolo "Eve Reveuse":
EVE REVEUSE
DREAMING EVE
Lento nostalgique
Lento nostalgic
Voix - Piano solo.
Voice - Piano solo.
a) 0'42" : Cordes - a) 1'10" : Piano solo - a) 1'30" : Reprise du theme. - Hautbois pour finir.
a) 0'42 : Cordes - a)
at) 0'42" : Strings - at) 1'10" : Piano solo - at) 1'30" : Repeat thème - Oboe on ending.
Video con le immagini della morte della Regina Lacet dall'episodio n° 50 "L'ultimo giorno delle forze del male", con il brano "Eve Reveuse" dal vinile "Eve For Ever".
I due video (sopra e sotto) li commenterò nello specifico nell'apposito post di recensione del secondo cofanetto DVD di "SF Saiyuki Starzinger".
Video con le immagini della morte della Regina Lacet dall'episodio n° 64 "Il mostro di luce", con il brano "Eve Reveuse" dal vinile "Eve For Ever".
Stavolta sono un po' più puntale nella recensione del numero di "NSM" di novembre, arrivato in fumetteria il 2 dicembre, in pratica sempre dopo che giunge in edicola :]
Ammetto che è un sollievo sfogliare una rivista senza dover controllare ogni immagine e tutto il testo allo scopo di svelare eventuali mancate citazioni o peggio.
Ti leggi gli articoli, qualcuno lo troverai interessante, altri, per una mera questione generazionale, un po' meno, ma il tutto si esaurisce con l'ultima pagina e poi con un normale recensione basata (ovviamente) sui miei gusti, che non pretendo siano uno standard intergalattico ^_^
Benché la copertina si concentri su "Tekkaman", il numero 29, come si può ben vedere dalla stessa copertina, presenta anche altri contenuti.
Quando leggi uno scritto, oltre alle logiche e normali notizie che sono di dominio abbastanza pubblico (siti e libri), ci si aspetta anche di apprendere qualcosa che non si conosce, ed io ho da apprendere un sacco :]
Ho trovato più che interessanti gli scritti su "Tekkaman", a parte quando si vuole legare le scoperte scientifiche attuali, anche se di solito sono solo ipotesi scientifiche su un futuro molto più prossimo, con la tecnologia mostrata in un cartone animato degli anni 70/80.
In generale la trovo una forzatura.
Il fatto che in "Tekkaman", ed in altri anime del periodo, sia forte il tema ambientale, dimostra solo che, passati 50 anni, non abbiamo ancora capito nulla e pare che nulla capiremo mai.
Visto che le decisioni industriali, politiche ed economiche, le prendono in gran parte dei vecchi, che tanto fra 20/30 anni saranno morti e sepolti... questo aspetto dei vecchi che decidono le sorti del pianeta contro gli interessi dei medesimi abitanti, è anch'esso presente negli anime.
Forse in passato non l'ho mai sottolineato, ma i disegni presenti in "NSM" sono molto belli, mi parrebbero di loro creazione, visto che non li ho mai visti in giro, ma non sono un esperto in merito.
Come al solito mostro e/o commento solo alcuni articoli, questo non implica che gli altri non meritino, ma solo che alcuni li ho trovati più interessanti e sugli altri, magari, mi sento meno informato, quindi evito sproloqui :]
Come accennavo sopra, se mi fai un focus su "Tekkaman" ( o sulla "Tatsunoko"), mi piacerebbe leggere qualcosa che non ho già letto millemile volte e che si può trovare online gratuitamente. Per esempio quale sarebbe dovuto essere il finale di "Tekkaman", se la serie non fosse stata droppata al 26esimo episodio, proseguendo fino alle 52 puntate programmate in origine.
Consiglio l'acquisto del numero in questione anche solo per questo scritto del "finale mai visto", che a quanto pare non è di domino pubblico, visto che non ne ho trovato traccia altrove, anche in pubblicazioni recentissime.
Da bambino non ho mai considerato la serie monca, non ebbi alcuna percezione che potesse essere stata interrotta bruscamente, per me George e Pegas si lanciavano nello spazio più profondo per sconfiggere Waldaster, era ovvia la loro vittoria :]
Ho letto con estremo interesse come la "Tatsunoko" avrebbe fatto proseguire la trama nelle restanti 26 puntate, e devo dire che, alla fine, il finale che abbiamo non è poi così male, ma non ho la controprova spazio/temporale che, avendo visto l'altro finale nel 1980, non mi sarebbe piaciuto più di quello che ho visto nella realtà :]
Talvolta capitano i piccoli colpi di fortuna, ma per renderli possibili è necessario un po' andarseli a cercare nei mercatini (non sul web) e cacciare la pecunia, che in questo caso fa parte integrante della buona sorte, in quanto l'esborso è stato veramente infimo.
Praticamente ho avuto un colpo di culo galattico ^_^
Ho recuperato (comprato) una confezione intonsa e mai usata del "Cinevisor & Projector Musical", che conteneva la cassetta n° 3 "Battaglie nello spazio" di "Atlas Ufo Robot".
Posso datare con precisione l'articolo (n° 2047) in quanto è presente il tagliano di controllo della "Mupi" con datazione 9 luglio 1981.
Interessante l'aspetto che nella confezione fosse presente, ancora nel 1981, una cassetta di "Goldrake".
Pur conscio che ormai è stata sdoganata e depenalizzata moralmente la rimozione del watermark da siti gratuiti, ma forse solo per il materiale della "Mupi", persevero nell'apporlo in queste foto e scan del "Cinevisor & Projector Musical", uno di quegli articoli che ai tempi era il top dei desideri di ogni bambino (forse un po' meno nel 1981, di certo fino al 1979).
Oggi diamo per scontata la fruizione di contenuti video come, dove e quando vogliamo, ovviamente non lo era a fine degli anni 70 e nei primi anni 80.
Nel maggio 2013 avevo postato il "Visore Mupi V35", funzionava a manovella ed era da esporre ad una fonte esterna di luce per poter illuminare la pellicola.
Con il "Cinevisor" della "Mupi" si automatizzava tutto, potevi vedere la pellicola super8 su un mini teleschermo retroilluminato.
Con il "Cinevisor & Projector" potevi anche, tramite un semplice selettore a rotella, spostare la visione da teleschermo a proiettore sul muro!
Sia il "Visore Mupi V35" e i vari "Cinevisor" avevano, però, quel persistente suono del meccanismo a rotella per far girare la pellicola: RTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTT (a me piace)
Con la terza evoluzione del "Cinevisor", cioè questo "Cinevisor & Projector Musical", si cercò nel contempo (immagino) sia di mettere in secondo piano il rumore dato dal funzionamento del meccanismo, che dare al bambino la musica.
Quando ho inserito le pile e la cassetta, già pregustavo le evoluzioni di "Goldrake" con in sottofondo una delle sigle di "Atlas Ufo Robot", ed, invece, no... ai tempi non era così raro che ciò che ti immaginavi vedendo la confezione di un gioco, poi un po' ti deludeva.
La musica proviene da un piccolo vinile, tipo quello che era presente dentro le bambole e che permetteva loro di piangere o dire "mamma", in cui, però, erano incise due nenie abbastanza insopportabili ^_^
Non so se fossero stati prodotti anche dei mini vinili con musiche più in linea con la cassetta, ma non credo, non ne ho mai sentito parlare.
Nella confezione si possono vedere Topolino e Pippo, per loro la colonna sonora del mini vinile poteva anche andar bene, ma per Goldrake, Capitan Harlock o qualsivoglia altro anime robotico o di fantascienza non aveva alcun senso musicale.
Un'altra caratteristica di questo "Cinevisor & Projector Musical" era la presenza del "Telecontrol" (già presente nelle versioni precedenti a questa), che forse sarebbe stato più sensato battezzare "Filocontrol", in quanto era il comando a filo per il "Cinevisor".
Il "Telecontrol" permetteva, oltre all'accensione e lo spegnimento del dispositivo con il selettore più in alto, di far procedere la pellicola in avanti o all'indietro oppure stoppare la visione con il selettore centrale.
Il selettore più in basso dava la possibilità di regolare la velocità della pellicola, immagino che questa opzione fosse stata pensata sia per il divertimento del bambino, che per cercare di tarare la giusta velocità della visione in base a quanto il super8 si fosse allentato.
Con il "Visore Mupi V35" il problema non sussisteva, perché decidevi tu la velocità di proiezione tramite la manovella, con il "Cinevisor" era necessario un settaggio.
Infatti ho notato che, per il nastro nuovo presente nella confezione, la velocità massima corrisponde ad una normale velocità dei movimenti del cartone, nelle cassette già usate la proiezione può risultare un po' lenta, anche già al massimo della velocità.
E' importante rendersi conto che i selettori centrali (AVANTI-STOP-INDIETRO) ed inferiore (regolazione della velocità) erano delle opzioni ludiche totalmente innovative!
Si poteva avere un FERMO IMMAGINE!
Potevi rallentare l'immagine e poi tornare indietro!
In pratica quello che poi si sarebbe fatto con il videoregistratore alcuni (non pochi) anni dopo.
Ovviamente le stesse operazioni potevano essere eseguite con un proiettore in super8, ma non era la stessa cosa di poterlo fare tu stesso con un simil telecomando su un mini televisore e, soprattutto, il proiettore difficilmente sarebbe stato lasciato nelle mani di un bambino.
Ok, la scatola l'ho aperta, il "Cinevisor & Projector Musical" l'ho tirato fuori, le batterie inserite, come anche la cassetta di Goldrake:
lo vogliamo vedere questo minuto di cartone animati di "Atlas Ufo Robot"? ^_^
Salta immediatamente all'orecchio che il tema musicale e le immagini non collimano ^_^
Poter vedere, però, finalmente Goldrake a colori, per un bambino che lo vedeva sempre e solo in bianco e nero, aveva già un valore incalcolabile, a cui poter sommare la libertà di gestire il video!
Potevi fermarti, rallentare, mandare indietro ed avanti la pellicola, eri tu a a decidere.
Avevo questa cassetta, seppur con il "Visore V35", e mi piacevano un sacco le scene dell'esplosioni, farle andare avanti ed indietro al rallentatore, per scovare il fotogramma in cui prima c'era il soggetto e poi scompariva, sostituito dall'esplosione :]
Spinto dal commento di Mikimoz, mi son deciso a sfogliare il numero 29 di "Anime Cult" :]
Tra le tante influenze televisive che ho subito da bambino c'è stata anche quella di "Star Trek", uno dei miei eroi era il vulcaniano Spock, alieni dalla mente dedita ai soli fatti e senza emozioni, ma lui era per metà terrestre, quindi in qualche episodio si lasciava andare ad occasionali slanci emotivi.
Ergo non potrò ispirarmi, per questo post, a Spock, ma dovrò ripiegare su suo padre, l'ambasciatore Sarek, al 100% vulcaniano ed in più ambasciatore, quindi per antonomasia un'attività improntata alla moderazione ^_^
Nell'articolo sulla "Mupi" di questo numero 29 di "Anime Cult" ci sono varie immagini di articoli, la mia attenzione è stata colpita da quella della pagina di destra in basso, cioè il retro di "Visore Mupi V35" di "Atlas Ufo Robot".
Nel maggio 2013 avevo recensito il medesimo articolo:
Perché appongo il watermark "imagorecensio" sulle immagini che posto?
Il motivo principale è quello di "rovinare" l'immagine, in modo che non ci siano possibilità che venga usata per eventuali scopi non informativi.
Un secondo motivo è più pratico ed insito nel programma che effettua il watermark, cioè alleggerire il peso delle immagini, diminuendone la qualità e quindi rovinandole ulteriormente (torniamo al primo motivo), facilitandomi il caricamento online in formato JPEG.
Il terzo motivo è attestarmi lo svolgimento della mera operazione materiale, forse parrà una stupidata, ma scannerizzare, seppur in maniera non professionale come faccio io, porta via un sacco di tempo... porca miseria... la fatica l'ho fata io, mica la fatina buona della scan ^_^
Tra l'altro questo è il terzo scanner, gli altri due li ho bruciati a forza di farli lavorare (altro costo).
Un altro motivo è quello di darmi la paternità (il merito?) di aver riesumato materiale di vario genere, in particolar modo il tanto vecchiume che posto.
Senza il mio lavoro di ricerca, che qualche saggista ha riconosciuto di un minimo di valore (non faccio i nomi per non coinvolgere terzi), tutti questi articoli sarebbero rimasti sepolti nelle biblioteche...
Ovviamente mica penso che questi vecchi articoli o i vecchi libri siano "miei", però, porcaccia di quella miseriaccia cane, li ho riesumati io! ^_^
Proprio ieri mattina son stato in biblioteca quasi tre ore per consultare un libro dei primi anni 80 su televisione e genitori, non trovando nulla, e poi qualche altra annata di tre testate, trovando qualcosina.
In queste ultime settimane mi sono recato più volte in biblioteche a consultare materiale, spesso prendendo ferie, in quanto talune ricerche non è possibile svolgerle il sabato.
Ci sono poi le tonnellate di carta che compro più o meno al buio, delle volte compro sapendo di trovare un articolo, spesso prendo annate complete solo con la speranza ve ne siano (ho appena fatto l'acquisto online di una annata completa, sarà fruttuoso? Mistero...).
C'è da aggiungere i giochi in scatola, il materiale editoriale giapponese o in altre lingue, i DVD/BR, etc. etc. etc.
Quando faccio una recensione di un cofanetto DVD non credo che qualcuno ritenga che io lo consideri "mio", però l'ho comprato, l'ho visionato, ho preso appunti, sono andato a selezionare le immagini, ho messo assieme le immagini, ho fatto qualche ricerca... nel mio piccolissimo, ho creato qualcosa che non esisteva.
Quindi vi appongo il watermark per dire: questa recensione è del blog "Imago Recensio".
Quando posto la recensione di un libro, mettendo il watermark sulla copertina e in qualche pagina interna, mica sto intestandomi il libro, semplicemente mi intesto la recensione.
Di nuovo, nel mio strapiccolissimo, sto facendo un pochino di informazione, qualcuno leggerà e comprerà, qualcuno leggerà e non comprerà, ma sia il primo che il secondo gruppo avranno delle informazioni spesso poco reperibili, visto che questi titoli non sono certo mainstream...
In passato è capitato che (forse) un paio di autori dei libri che ho recensito non abbiano gradito l'apposizione del watermark, fondamentalmente perché non volevano vedere la loro opera "rovinata", le ho tolte, infatti ci sono recensione di libri senza immagini (altri post mancano delle immagini per problemi avuti con l'allora "Picasa"...).
Con una quindicina di giorni di ritardo rispetto a quando mi è arrivato, faccio questa tardiva recensione.
In fondo il concetto di ritardo e "Nippon Shock Magazine" sono un po' sinonimi ^_^
E' un numero monografico su "Daitarn III", direi più che soddisfacente, come sempre c'è la parte di analisi sulla trama, sui contenuti, poi le schede sui vari autori, il mecha, il manga, il merchandising, modellini, etc., ma quello che ho trovato più premiante è il gruppo di contenuti, presi tutti assieme, sulla parte musicale, dalle BGM alla sigla italiana.
Il numero è aperto dagli scritti di Jacopo Mistè, sempre dettagliati, e che non risparmia critiche, assieme agli encomi, ad una serie da "vecchio super robottone" (ergo non "real robottone").
Il fulcro della sua critica mi è ormai abbastanza chiara, spesso ribadito, magari potrebbe concentrarsi di più sugli anime robotici che apprezza maggiormente, serie più realistiche :]
Spesso ho letto che Haran Banjo viene considerato vendicativo e senza scrupoli quando si tratta di combattere i Meganoidi, ma cosa avrebbe dovuto fare?
Se uno decide di diventare Meganoide è pur sempre una scelta libera, ma quando rapisci delle persone per trasformarle in androidi, glielo si può lasciar fare?
Qualcuno che lo impedisca con le cattive o con le molto cattive, direi che sia necessario.
In una parte dello scritto viene effettuata una mini seduta psichiatrica a Banjo, secondo me sono slanci un po' troppo fantasiosi.
Come un po' fantasiosa e forse off topic mi è parsa l'analisi del "direttùr" sull'ideologia dei Meganoidi e la situazione politica mondiale moderna.
Nel caso, forse, preferisco comprarmi Limes, se devo leggere di geopolitica :]
Interessante la parte riguardo alle fonti nipponiche di cui si è persa traccia, in cui ci sarebbero svelate le origini di Don Zauker, Koros e dello stesso Daitarn 3. Peccato che manchi la fonte a cui far riferimento.
Averlo scritto potrebbe essere uno stimolo verso chi conosce il giapponese per scartabellare vecchie riviste alla ricerca di queste fanzine nipponiche, in cui Tomino rivelerebbe queste informazioni mai più riportate/dichiarate in seguito.
C'è da dire che a pagine 37, un altro articolista. specifica che l'identità di Don Zauker sia sconosciuta.
Interessante anche la parte su Kunio Okawara e il mecha di "Daitarn III", in cui sono riportati vari stralci di interviste.
Nell'articolo "Due nomi per un solo eroe" viene spiegato (ipotizzato?) il perché ai tempi Haran Banjo venne fatto passare per Joe Tempesta nelle brochure ufficiali della "Doro TV", a me è parsa una spiegazione ragionevole.
Sono presenti le interviste a Vince Tempera e ai fratelli Balestra, tutte molto piacevoli da leggere.
TITOLO: Enciclopedia degli Anime - volume 1 1963/1979
AUTORE:
CASA EDITRICE: Kappalab PAGINE: 112 COSTO: 18 ANNO: 2025 FORMATO: 27 cm X 19 cm REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano CODICE ISBN: 9788885457768
Faccio un premessone :]
Nei film hollywoodiani a tema processo/giustizia (legal drama), talvolta si vede l'avvocato (sia della difesa che dell'accusa) chiedere al giudice di poter trattare il teste in maniera più rude, in quanto si sta dimostrando reticente/ostile.
Ecco, questa mia recensione sarà un po' rude :]
Da dove comincio? >_<
Se questa libro fosse stato pubblicato da qualsivoglia altra casa editrice italiana, avrei avuto da eccepire solo sulle lacune del volume, ma essendo la casa editrice la "Kappalab", si sommano alcune ulteriori lagnanze.
Stante che i "Kappa Boys" vanno solo encomiati per la lor opera divulgativa che perdura da decenni, compresi gli anni in cui non esisteva il comodo web né decine di libri in italiano sugli anime, mi pare che oggi si potrebbe scherzosamente storpiare il loro nome in "Kappà Boìs", con accenti alla francese, visto che traducono in gran parte libri pubblicati in Francia... con tutto il rispetto per i cugini, ma a me che baguette me ne importa di come i francesi vedono gli anime?Quanto mi interessa?
Quando leggo la saggistica nostrana noto nomi di studiosi stranieri che si ripetono spesso, tipo quello di Sharon Kinsella, mi piacerebbe che qualcuno traducesse qualcosa di suo, non libretti in francese.
I "Kappa Boys" sono gli autori, nel lontanissimo 1994, di una delle pietre miliari dei titoli sugli anime, l'unica fonte esistente in italiano prima di internet:
Siamo a novembre 2025 e del secondo volume non ho trovato traccia sul web (è anche vero che io non ho accesso ai social...), quando verrà pubblicato?
Sul sito della "Kappalab", però, il primo volume è ancora in vendita ( link ), quindi presumo che il progetto di un secondo volume sia ancora in lavorazione, altrimenti sarebbe un po' antipatico vendere un primo volume di un secondo non più previsto (almeno avvisare l'acquirente).
E qui nasce una delle mie lagnanze:
ha senso per una casa editrice mettersi a pubblicare una serie di volumi "enciclopedici"(?) francesi sugli anime così poco approfonditi e con varie lacune, quando si sta portando avanti la pubblicazione di una "Guida sull'animazione" italiana, al contrario, estremamente dettagliata?
Secondo me, no, almeno lascia assai spiazzati i lettori/acquirenti, o almeno ha lasciato interdetto il sottoscritto...
In Francia questa "enciclopedia degli anime" ("enciclopedia", termine ormai stra abusato...) è giunta al sesto volume, con periodo temporale fino al 2007:
Tra l'altro, per chi mastica il francese, sul sito linkato sopra c'è l'offerta di tutti e sei i volumi a soli 49 euro! ^_^
Stante questo mio personale punto di partenza, ed essedo le due pubblicazioni della medesima casa editrice, la mia recensione le metterà anche a confronto:
Enciclopedia degli Anime volume 1 63/79 VS Anime, guida al cinema d'animazione 58/69
Intanto in questa "enciclopedia" francese, rispetto alla "guida" nostrana, si parte dal 1963, invece che dal 1958.
E il 1958, 1959, 1960, 1961 e 1962?
La "guida" nostrana per gli anni dal 1958 al 1962 riporta 15 dettagliate schede, che non paiono molte, ma che occupano ben 25 pagine di approfondimento!
Paragoniamo, ora, lo spazio numerico (assolutamente non il numero di righe di approfondimento) dedicato alle schede nel periodo temporale in cui i due volumi si sovrappongono temporalmente, cioè dal 1963 al 1969:
ENICICLOPEDIA FRANCESEGUIDA NOSTRANA
1963 = 10 schede 1963 = 12 schede
1964 = 5 schede 1964 = 18 schede
1965 = 16 schede1965 = 33 schede
1966 = 10 schede1966 = 20 schede
1967 = 28 schede1967 = 30 schede
1968 = 18 schede1968 = 30 schede
1969 = 21 schede1969 = 36 schede
TOTALE = 108 schedeTOTALE = 179 schede
Vostro onore ho terminato... anzi no... le schede della "enciclopedia" non sono sempre in ordine cronologico, magari dopo tot schede di un anno specifico, te ne trovi una di un anno antecedente, l'ho notato tre volte... come se si fossero accorti dopo della dimenticanza e l'avessero aggiunta, oppure... oppure c'è un refuso... un refuso dell'anno... un refuso dell'anno di produzione in una pubblicazione che si fregia di essere enciclopedica...
TITOLO: Manga Academica vol. 18, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre PAGINE: 155 COSTO: 16,50€ ANNO: 2025 FORMATO: 21 cm x 15 cm REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133767
18 volumi in 18 anni!
"Manga Academica" è diventata maggiorenne!
Quasi mi commuovo... ricordo ancora l'anno della sua nascita, i primi passetti, l'inizio della scuola... e ora può votare! (oddio... poi dipende dal voto...)
Può fare la patente! (oddio... dipende da come guida...)
In pratica questa collana (siamo al volume 1) vorrebbe essere, e speriamo che sia, una pubblicazione delle tesi e degli articoli relativi a convegni e a conferenze sui manga e gli anime. Tesi ed articoli che altrimenti rimarrebbero relegati a pochi. Un'idea meritoria che mi auguro continui.
Direi che il mio auspicio è stato più che confermato, l'idea meritoria si è consolidata in un impegno costante, passando dalla sola annuale "Manga Academica" ad altri 17 titoli di saggistica inerenti manga, anime e cultura giapponese.
In un mondo editoriale dove chi pubblicava saggistica a tema si è un po' perso, oppure ha chiuso i battenti, anche se altri editori si stanno affacciando (vedi Dynit), la "Società Editrice La Torre" mantiene il suo impegno, ed anche se talvolta non capisco proprio tutto quello che pubblicano (sob...), almeno pubblicano saggistica non banale.
Quello che spesso non capisco degli appassionati di animazione giapponese, che in una parte non minoritaria pensano di sapere tutto di tutto, è come possano non avere tutti e 18 i volumi pubblicati fino ad oggi.
C'è da dire che, purtroppo, i tanti volumi pubblicati dalla "Società Editrice La Torre" non vengono distribuiti nelle librerie, in primis da Mondadori e Feltrinelli, cosa che permetterebbe di allargare di molto la platea dei potenziali interessati.
Resta che i 18 volumi di "Manga Academica", più tutti gli altri saggi della casa editrice, fanno la loro bella porca figura sulla libreria ^_^
Come al solito a fine post c'è il dettagliato indice del saggio.
Il primo contributo indaga le riviste nipponiche che, dai loro esordi, pubblicarono manga. Ovviamente i primi "manga" non erano quelli attuali, ma semplici strisce a fumetti.
L'autore riassume le varie tesi su come e quando si possa far risalire la nascita della prima pubblicazione manga, per poi passare al fulcro dell'analisi, iniziando con le riviste a fumetti introdotte dagli Occidentali tra il XIX e il XX secolo.
Ovviamente si parte con "The Japan Punch" del 1862, la prima rivista a fumetti pubblicata in Giappone, seppur in inglese, edita da un Occidentale. Mentre la prima rivista a fumetti in giapponese fu "Tobae" nel 1887, a cura di un francese.
Man mano si arriva al dopoguerra, prendendo in esame tre riviste, una per ragazze e due per ragazzi:
Nakayoshi (1955);
Weekly Shonen Sunday (1959);
Weekly Shonen Jump (1968).
Come valutazione del modificarsi dei contenuti di queste testate vengono utilizzate le copertine, che nel tempo cambiarono i soggetti mostrati.
Non ho capito perché nel titolo del contributo si scriva "questa tesi eversiva", se fosse quella dovuta alla valutazione delle copertine, non mi pare tanto campata in aria... oppure non ho capito nulla :]
Il secondo contributo è incentrato su "Sailor Moon", spiegando la parabola dei telefilm made in Usa che la anticiparono e che influenzarono anche il Giappone negli anni 70, per poi essere a loro volta influenzati di nuovo da "Sailor Moon".
Le serie tv statunitensi prese in esame sono più di una, ma quelle più citate sono "Wonder Woman" (sempre sia lodata Linda Carter) e le "Charlie's Angels", che non avevano come protagoniste ragazze studentesse, ma donne, però erano l'emblema del nuovo "female hero" statunitense.
I due telefilm sopra citati li vedemmo anche noi tra la fine degli anni 70 ed i primissimi anni 80, e furono indubbiamente una novità.
Inoltre è trattata la serie degli anni 90 che ripropone il concetto di "bella ragazza combattente" ("sento bishojo"), "Buffy", di cui non perdevo un episodio (anche grazie al VHS), mentre l'altra serie analizzata, "The Powerpuff Girls", la conosco solo per nome, essendo un pelino fuori target :]
CASA EDITRICE: Nippon Shock Edizioni PAGINE: 236 COSTO: 23,90€ ANNO: 2025 FORMATO: 24 cm X 19 cm REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano CODICE ISBN: 9791282300049
Penso che solo il reboot (io li chiamavo remake) di "Atlas Ufo Robot", a pochi mesi dalla sua messa in onda italica, poteva godere di un suo libro specifico, seppur contenente continui richiami alla vecchia serie. Negli anni abbiamo visto un sacco di reboot di vecchi anime, specialmente del solito Nagai (ormai a suo nome ci sono solo quelli...), ma libri che le analizzano non ne rammento.
Da poco ne ho postato uno sul "Gaiking", però è più incentrato sul vecchio anime che sul reboot, che comunque è del 2005.
Quindi questo "Goldrake U" è l'ennesima dimostrazione, se ancora fosse necessaria, che "Atlas Ufo Robot" qualcosa ci ha lasciato, non per nulla ancora resiste su Rai 2 ogni domenica alla 19:00!
Nell'introduzione viene accennato che lo scopo del libro, oltre ad analizzare "Goldrake U", è quello di dimostrare che le due serie "Atlas Ufo Robot" e "Goldrake U" non siano poi così distanti.
Sempre nell'introduzione, e poi più avanti nel libro, si fa cenno alla controversa accoglienza degli appassionati italici alla messa in onda di "Goldrake U".
Personalmente "Goldrake U" non mi è piaciuto, ma non per questo l'ho considerato blasfemo... solo chi non è abituato a fruire di moderna animazione seriale nipponica, può dare giudizi tanto assurdi.
Il livello di coinvolgimento è stato tale che, dopo l'unica visone sulla Rai, non rammento pressoché nulla di "Goldrake U", anche perché (come capita spesso negli anime attuali) in sole 13 puntate gli autori nipponici cacciano dentro un sacco di argomenti e sotto trame, che poi fatichi un po' a metabolizzare...
Il libro presenta obbligatoriamente numerose immagini di medio piccola (o molto piccola) fattura (in bianco e nero), in quanto il nuovo Goldrake e costantemente messo a confronto con quello vecchio.
Da annotare il dettagliatissimo sommario (a fine post), che permette di valutarne il contenuto indipendentemente dai vaneggiamenti di chi scrive ^_^
Anche i sottotitolo aiuta a capire il contenuto del saggio:
"Approfondimenti sul reboot del grande classico e riscoperta della serie anni settanta"
Qui sopra un esempio di come sia strutturato il saggio.
Il primo capitolo illustra il lancio di "Goldrake U" e la prima trasmissione in varie nazioni, tra cui, ovviamente, l'Italia.
Vengono segnalate alcune discrepanze tra l'adattamento italico, che nasce (di nuovo) dal materiale francese tradotto dal giapponese, e la versione originale nipponica.
Nel secondo capitolo sono presentati dettagliatamente i personaggi buoni e cattivi della serie, con annesse le differenze e le similitudini con la serie classica.