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mercoledì 6 novembre 2024
Confezione "Subbuteo Table Soccer Continental Club Edition" del 1974/75 con sorpresa toccante
I mercatini dell'usato ti permettono, oltre ad un elevato contenimento dei costi, di trovare piccoli tesori che su Ebay o fiere specifiche verrebbero eliminati dal venditore, in quanto considerati orpelli superflui.
Mi riferisco, nello specifico, ad un paio di quaderni presenti nella scatola, in cui l'ex bambino, non solo prendeva nota dei risultati delle partite tra le sue sei squadre, ma si mise anche a disegnare gli highlights degli incontri!
Essendo la confezione del 1974/75, immagino che il proprietario avesse pochi anni più di me. Il fatto che il mio quasi coetaneo si sia liberato di questo piccolo tesoro, sia economico, visto il valore delle squadre, che affettivo, mi fa ipotizzare che sia dipartito...
La scatola per un collezionista varrebbe poco o nulla, in quanto è piena di adesivi del Mondiale 1974 (che non rammento perché ero troppo piccolo), ma io la trovo un'altra preziosa testimonianza di quanto l'ex proprietario fosse appassionato al calcio in punta di dito e non.
Nella confezione c'erano cinque squadre in scatola, tenute bene, molto di nicchia. Ai tempi io sceglievo le squadre più in base al colore delle maglie che al blasone, ipotizzo che anche il mio quasi coetaneo si basasse su questo criterio estetico.
Infatti la cosa che accomuna quattro squadre su cinque, cioè Weppertaler (Gemania Ovest), Celitc, Sampadoria e Juipest Doska (Ungheria), è la divisa molto colorata, mentre la quinta è il Real Madrid in versione tutta blancos.
In realtà quello che il quasi coetaneo identificò nel Juipest Doska, scrivendolo sia sulla scatola che sui quaderni, dovrebbe essere la seconda maglia dello Sporting (quale?), oppure la seconda maglia del Diest, infine il Bishop Aucland, ma ci torno più sotto.
Per il valore economico delle cinque squadre ogni appassionato potrà fare un controllo su Ebay o su siti più specializzati, c'è da dire che mi è andata benino :]
La confezione contiene anche i palloni di colore marrone, che un amico un po' più grande di me mi ha confermato essere quelli della prima versione, le porte ancora integre, il campo da gioco e le bandierine, oltre al catalogo del 1974 e ai vari regolamenti del periodo.
Manca la squadra blu di default che era presente nella confezione, ma c'è ancora quella rossa, che il mio quasi coetaneo battezzò come Varese, quindi probabilmente era un varesottino ^_^
Come accennavo sopra il piccolo tesoro di ricordi ivi contenuto è quello dei due quaderni in basso a sinistra, in verità non con tantissime pagine scritte, ma resta un bellissimo ricordo.
Anch'io, penso come tutti, prendevo nota dei risultati degli incontri dei mini tornei, ma non ho mai disegnato nulla, lui fece un bel piccolo passo in più, che mostro a fine post.
In un altro post avevo mostrato un quaderno con dei disegni del periodo, ma erano inerenti l'animazione giapponese:
domenica 3 novembre 2024
Il modulo di contatto del blog non inviava le mail - Parte 3
Mi sono accorto che di nuovo e di nuovo il "Modulo di Contatto", che permette di inviarmi delle mail, non funzionava, in quanto si disattiva e devo riattivarlo ogni volta... tra l'altro lo avevo riattivato qualche giorno prima.
Ci si accorge che il "Modulo di (non)Contatto" non sta facendo ciò che dovrebbe fare, cioè contattarmi, perché la scritta "INVIO IN CORSO...", assieme ai dati e al testo inserito, persiste senza sosta. Quando funziona tutto lo scritto scompare dopo pochissimi secondi, istanti, se non succede, la mail non mi giungerà.
Nel caso ciò capiti, magari mi si può scrivere un messaggio in un qualche post, così lo riattivo e mi si può rimandare eventualmente la mail.
Ci si accorge che il "Modulo di (non)Contatto" non sta facendo ciò che dovrebbe fare, cioè contattarmi, perché la scritta "INVIO IN CORSO...", assieme ai dati e al testo inserito, persiste senza sosta. Quando funziona tutto lo scritto scompare dopo pochissimi secondi, istanti, se non succede, la mail non mi giungerà.
Nel caso ciò capiti, magari mi si può scrivere un messaggio in un qualche post, così lo riattivo e mi si può rimandare eventualmente la mail.
In questi giorni ho riattivato il "Modulo di (non) Contatto" più e più volte, ma si disabilita subito... Non ho la più pallida idea di come porre rimedio al continuo inconveniente, se non quello di eliminare il "Modulo di (non) Contatto", visto che faccio pure la figura del maleducato che non risponde alle mail... mi chiedo se il malfunzionamento capiti solo sul mio blog, uso Chrome, ma ho provato anche con Firefox, nulla cambia.
In passato qualche sparuto lettore mi era venuto in soccorso per altri problemi al blog (ringrazio ancora IDEEIS), per caso qualcuno/a avrebbe un'idea di come risolvere questo problema?
Nel caso grazie ^_^
Quello che ho potuto fare, per ora, è aggiungere un messaggio di avviso al "Modulo di Contatto":
Modulo di contatto (se non si legge "IL MESSAGGIO E' STATO INVIATO" vuol dire che non funziona!)
sabato 2 novembre 2024
"Tanti ma stretti, tra illustrazione e fumetti" di Ferruccio Giromini + "Lucca 16: poche novità" di Antonio De Marchi - "Zoom" febbraio 1985
Come scritto nel precedente post, cerco di omaggiare il "Lucca Comics and Games" a mio modo, cioè con vecchiume cartaceo vario ^_^
Vecchiume, però, che dimostra quanto poco o per nulla l'animazione giapponese e i manga venissero considerati nelle "Lucca Comics non ancora and Games" tra il 1978 e la metà degli anni 80...
Stavolta mostro un paio di articoli della rivista "Zoom", che capitava trattasse anche degli anime (maggio 1983 - giugno 1988), quindi non era refrattaria al tema, su "Lucca 16", che dopo la manifestazione n° 15 del 1982 saltò al 1985, quindi non più biennale?
Rispetto ai volumi che riepilogavano il programma della manifestazione, un paio di articoli sono per forza meno esaustivi, resta praticamente il medesimo finale, il mondo giapponese di manga, illustrazione ed animazione era pressoché ignorato...
Nel primo articolo c'è solo una mini citazione per "Jumping" di Osamu Tezuka, definito "noto cartoonist giapponese", che è meglio di nulla, ma si vede che in Italia non era così tanto noto neppure nel 1985.
Nel secondo articolo manga ed anime non sono neppure considerati.
Stante che in un simposio di super mega esperti ci si sarebbe aspettato che si parlasse di anime manga fin dal 1978, ma che nel 1985, dopo sette anni di presenza in televisione, edicole e librerie, la tematica fosse ignorata, rende abbastanza bene quanto poco interesse ci fosse nell'approfondire il tema.
Poi, ovviamente, io non ero presente durante quelle manifestazioni, magari ci furono anche tavole rotonde che ne trattarono (non premi ufficiali, però), peccato che non venne riportato dalla stampa, oppure io non ne ho ancora trovato traccia, nonostante quintali di materiale cartacei comprato e sfogliato e tera byte di file passati in rassegna online.
Leggendo l'incipit dell'articolo di Ferruccio Giromini, colui che cita Osamu Tezuka, si nota una sensazione che tutti noi abbiamo provato al Lucca moderno, che si vede esser nato molto prima:
"Troppe cose, accidenti, troppe opportunità uniche concentrate, troppe occasioni irripetibili, con troppe probabilità di mancarle. Non disponendo ancora dell'ambìto dono dell'ubiquità, tra noi onnivori sgomenti sorgeva qua e là, timida e spontanea, la proposta: e se, invece di spendere2x centinaia di milioni per una megamanifestazione onnicomprensiva biennale, se ne spendessero solo x centinaia annualmente, dividendo i campi d'azione ed evitando pertanto i tilt da overdose agli intervenuti?"
Per fortuna o sfortuna, questa sensazione di perdersi sempre qualcosa, è qualche anno che mi manca.
Quando sei in giro per bancarelle ci sarebbe una conferenza a cui assistere, ma se tardi a comprare quello che ti interessa, magari te lo fregano, specialmente se è una rivista vecchia o del materiale giapponese. Ci sono poi i tragitti da compiere per raggiungere luoghi con distanti con manifestazioni ugualmente interessanti... però un po' mi manca tutto questo surplus di scelte ^_^
venerdì 1 novembre 2024
"Lucca 15" - Comics n° 89 suppl. ottobre 1982
Ed ecco giunta anche quest'anno la settimana del " Lucca Comics and Games", a cui purtroppo non parteciperò. Mi son reso conto, però, che non mi manca per nulla il pre "Lucca Comics", con le prenotazioni, la preparazione e il frenetico controllo delle previsioni meteo con le contemporanee preghiere a Giove Pluvio perché non si scateni in quei cinque giorni... come non mi manca il post "Lucca Comics", con la stanchezza che ti assale di colpo, dopo più giorni di marce forzate tra l'immane folla, e il prendere coscienza che qualche centinaia di euro si è volatizzata ^_^
Mi manca, invece, l'atmosfera (e le manifestazioni) del "Lucca Comics", l'unico luogo in Italia in cui "noi" per 5 giorni si diventa quelli con la passione predominante, ci si sente tutti facenti parte del medesimo clan.
Si, quell'atmosfera mi manca ^_^
Detto ciò, omaggio quello che è diventano un happening pop di fama mondiale con decine di migliaia di visitatori, postando un paio di testimonianze (l'altra domani) su cosa era il il "Salone internazionale dei comics, del film d'animazione e dell'illustrazione" prima che divenisse il "Lucca Comics & Games".
Come sempre il mio focus verte sull'animazione giapponese, quindi ricerco scritti che ne trattino fino ai primi anni 80, ma trovo importante, spesso, anche quando questa non è citata, specialmente se ci si trova in un "Salone internazionale dei comics, del film d'animazione e dell'illustrazione".
Oggi manga ed anime, per non parlare dei videogames e console di matrice nipponica, hanno uno spazio enorme (cioè soldi spesi!) al "Lucca Comics", ed una quantità mostruosa di persone (me compreso), specialmente molto giovani, vi si reca proprio perché fans di manga ed anime, quindi fa veramente specie appurare che i cartoni animati giapponesi nel passato venissero pressoché ignorati:
Se spesso o quasi sempre sulla carta stampata del periodo i cartoni animati giapponesi erano additati come il male del secolo per le giovani generazioni e praticamente mai veniva riconosciuto loro un minimo di valore autoriale, si sarebbe potuto immaginare, invece, che durante un "Salone internazionale dei comics, del film d'animazione e dell'illustrazione" l'approccio sarebbe stato differente... in pratica lo fu, in quanto gli anime venivano ignorati... nessun approfondimento, nessun articolo, neppure l'invito ad un qualche mangaka, che magari avrebbe potuto sfatare i luoghi comuni contro i cartoni animati giapponesi e spiegare cosa fossero gli anime e i manga, e tutto ciò sarebbe avvenuto nel luogo corretto, il "Salone internazionale dei comics, del film d'animazione e dell'illustrazione"...
Nulla di tutto ciò... il silenzio più assordante, se non qualche lagnanza sul "flusso continuo e congestionante di "disegni animati giapponesi di qualità discutibile" che strangolava l'animazione italica.
Quanto poco o per nulla lungimiranti furono tutti quei mega esperti, critici ed autori del periodo, probabilmente gli stessi, se ancora fra di noi, che in questi ultimi 10/20 anni accorrono felici e contenti al "Lucca Comics and Games" beandosi del suo successo moderno, dovuto anche, e forse in gran parte proprio a manga ed anime...
Il volume che mostro è un supplemento a "Comics" dell'ottobre 1982 in cui si anticipava il programma della manifestazione e si commentavano i temi che vi si sarebbero trattati.
Inutile ricordare che nell'ottobre 1982 i cartoni animati giapponesi erano presenti in pianta stabile sui teleschermi televisivi e talvolta anche al cinema da poco più di quattro anni (dico, quattro anni!), e proprio nel 1982 era esploso un altro cult dell'animazione seriale giapponese, cioè "Lady Oscar" , totalmente ignorata...
L'unico punto delle cento e passa pagine della pubblicazione in cui viene citata l'animazione giapponese è quello in cui Massimo Maisetti, trattando della situazione non positiva del cinema d'animazione italiano, accenna doglianze verso gli anime.
Tra l'altro l'autore nel medesimo periodo si occupò di Lady Oscar, trattandola maluccio...
Io posso anche comprendere il dispiacere di un adulto del settore, come Massimo Maisetti, che vedeva il trionfo di un'animazione aliena come quella giapponese contro la sua animazione italica, ma se sei un esperto di settore, devi anche capire e spiegare le cose, a mio avviso.
Grazie allo scritto ho comunque potuto vedere "Pixnocchio" di Giuseppe Laganà, bello.
Non un articolo o un approfondimento su cartoonist o mangaka nipponici, poi oggi magari gli stessi passano per super esperti di manga ed anime...
Qui sotto il programma di "Lucca 15" con la planimetria delle zone espositive.
Interessante l'iniziativa "Videolucca 1982", chissà se vennero mostrate anche videocassette di anime, peso che non lo sapremo mai...
domenica 27 ottobre 2024
Se Goldrake fosse esistito
TITOLO: Se Goldrake fosse esistito
AUTORE: Emilie Rauscher
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 160
COSTO: 19 €
ANNO: 2024
FORMATO: 27 cm X 25 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788885457645
PAGINE: 160
COSTO: 19 €
ANNO: 2024
FORMATO: 27 cm X 25 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788885457645
Parto con le solite mie premesse a caso:
a me non garba la fanfiction, ne comprendo il senso, la trovo più che legittima e sensata, ma non mi garba...
Purtroppo per me questo volume da pagina 30 in poi è fondamentalmente una fanfiction, in cui si immagina la storia della Terra dopo il conflitto contro Vega.
Quando l'ho ordinato avevo ipotizzato fosse più una trattazione di saggistica sugli equilibri di potere tra nazioni/eserciti/imperi in guerra, in minima parte forse lo è anche, ma fondamentalmente si prende la trama degli episodi dell'anime e li si trasforma in cronaca reale, per poi partire con ipotesi e fantasticherie varie, cioè fanfiction.
Il problema della fanfiction, dal mio punto di vista strettamente personale, è che vale tutto, ci puoi mettere dentro tutto e il suo contrario, e se anche non hai la più pallida idea del perché e del per come una cosa accade nella serie, te la inventi ^_^
Ne è una prova il fatto che un sacco di volte nello scritto si prende un argomento della trama e si specifica che non avendo informazioni reali in tema, si può ipotizzare che... seguono varie teorie, tutte legittime, ma pura invenzione su una storia già inventata, cioè la fanfiction...
La copertina è bellissima, il libro è pieno di immagini, il formato è molto particolare, assai grande, ne consegue che lo scritto è di grandezza sufficientemente ampia per essere letto senza alcun problema, cosa che molti altri libri della Kappalab pubblicati negli ultimi anni non capitava. Il tutto lo si legge in un pomeriggio o in una serata.
Tra l'altro questo libro è l'ennesima trasposizione di uno scritto francese pubblicato dalla Kappalab, in questo caso del 2023, che ormai pare quasi aver definitivamente intrapreso la via della traduzione ed adattamenti di testi francofoni:
Resta che io aspetto ancora il secondo volume di "Anime, guida al cinema d'animazione giapponese 1958 - 1969" pubblicato nel 2022, sarebbe bello che dessero precedenza a quello...
C'è da dire che, rispetto agli altri numerosi titoli francesi tradotti e pubblicati in italiano dalla Kappalab, in questo caso l'adattamento è stato molto più corposo, in pratica il tutto è stato traslitterato (diciamo così...) nella versione italica di Goldrake/Atlas Ufo Robot, zero Goldorak e zero risvolti francesi, solo made in Italy.
Mi resta il dubbio se in Francia traducano e pubblichino la saggistica in italiano.
Per evitare che la recensioni si basi solo sulle mie elucubrazioni a caso, riporto l'introduzione ed il senso dello scritto direttamente dal punto di vista dell'autrice.
Solo che non mi torna il conto temporale... il libro è stato pubblicato in Francia nel 2023, si fa riferimento a 45 anni dopo la grande battaglia della Terra (cioè il solo Giappone) contro l'invasore Vega, ma 2023-45 fa 1978, peccato che la serie venne trasmessa in Giappone nel 1975, come più volte riportato nel libro.
Ergo?
Secondo me non si può far partire tutto dal 1978, che è l'anno della prima trasmissione in Francia e Italia, essendo accadimenti che, per quanto di fanfiction, iniziano in Giappone nel 1975.
Ma questo è il motivo per cui non mi garba la fanfiction :]
Da pagina 8 a pagina 27 viene trattato il contesto dell'opera sempre e solo in Italia (tra cui la sinossi di tutti gli episodi, con specificato quali non vennero trasmessi dalla Rai), in pratica alcune pagine più sul saggistico, tra cui le polemiche giornalistiche.
E' riportato qualche articolo assai parziale, accenni, nessuno con la fonte da cui le info son state prese, qualsiasi esse siano:
Come scrivevo poco sopra è da pagina 30 che comincia la semi fanfiction.
Tanto per fare un esempio del perché non mi garba la fanfiction, a pagina 32 viene riportato che il Centro Ricerche Spaziali di Procton informa in qualche modo le autorità nipponiche su Vega e ne riceve in cambio fondi aggiuntivi. Dove è riportato nell'anime che lo Stato nipponico sovvenzionava la struttura di Procton e ne aumentò i fondi?
sabato 26 ottobre 2024
Dallas - GiocaDag (1982)
Tra la fine di settembre e questo ottobre in conclusione ho portato avanti un mini focus sul serial televisivo Dallas, che detestavo e non ho mai seguito neppure per un minuto, ma son conscio che faccia parte dell'immaginario televisivo del periodo:
Ci sarebbe poi un post di "TV Sorrisi" di giusto dieci anni fa con copertina a tema Dallas:
Al primo link avevo promesso o minacciato, dipende dai punti di vista, una chicca finale per chiudere questo mini ciclo a tema Dallas, ed il post è proprio questo con il gioco in scatola di Dallas ^_^
Inutile dire che, non solo non ebbi mai questo gioco in scatola, mai lo cercai e mai ci giocai... quindi non ho la più pallida idea del suo valore ludico né se le regole e la dotazione rispecchino la trama della serie. Lascio a chi vide Dallas la lettura del regolamento e la valutazione di tabellone e carte da gioco per capire se fu ideato cercando di essere rispettoso della serie oppure fu una creazione totalmente a caso, fatto che riguardo ai giochi in scatola ispirati a film, telefilm e cartoni animati giapponesi succedeva spesso...
Io l'ho comprato solo ed esclusivamente per rispetto del mio motto che se è a poco prezzo, completo e tenuto bene, si porta a casa :]
Alla fine questa confezione è praticamente mai giocata, il sacchettino con dadi e segnalini è ancora graffettato.
Ho trovato interessante il doppio tabellone e i testi delle numerose cartine da gioco, direi che dalle seconda si potrà ben capire quanto fedele fosse rispetto all'originale televisivo.
Si noti che la marca del gioco in scatola è "GiocaDag", penso l'unico che io abbia rinvenuto fino ad oggi sia tra i giochi in scatola postati che in mio possesso e non postati, di norma la "GiocaDag" o "Dag", il fatto che nel tempo abbiamo cambiato diciture rende un po' ardue le ricerche, pubblicava cataloghi di giocattoli, in quanto si occupava di distribuzione:
Direi che il passaggio da "DAG" a Giocadag" sia avvenuto a cavallo tra la fine degli anni 70 e il 1981.
Sono così ignorante a tema Dallas che dell'immagine della confezione riconosco solo cattivissimo JR, Sue Ellen e quello che venne ammazzato e poi risorse, quello buono buonissimo, non Gesù... ma il tizio in piedi secondo da destra. E li riconosco solo perché ci sfracellavano i maroni dalla mattina alla sera con questo cacchio di Dallas della malora che pure io qualcosa evidentemente ho memorizzato...
La presenza di un doppio tabellone non è usuale nei giochi in scatola del periodo, tra l'altro la fattura di questi due tabelloni è di cartoncino non molto spesso, quindi facile alla rottura, per fortuna a questa confezione non ci giocarono mai, e forse un motivo ci fu...
Visto che una parte del gioco riguarda l'estrazione di petrolio, seppur non sia lo scopo unico del gioco in scatola, lo si può inserire nella serie di confezioni a tema petrolifero che in quei decenni non mancavano:
In base alla presentazione del regolamento le dinamiche di gioco dovrebbero rispettare molto la trame del serial, ma come ho scritto sopra non sono in grado di valutare.
Il regolamento mi è parso ben scritto, per valutare poi quanto sia ben spiegato bisognerebbe averci giocato, forse fin un pochino complesso come gioco?
Determinanti sono le carte "Accade a Dallas", in cui sono descritti i fatti da seguire in quel momento nel gioco, ho scannerizzato tutte queste carte, vista l'importanza del testo, in realtà ho scannerizzate praticamente tutte le tipologie presenti...
Lo spostamento sul tabellone non si limitava a seguire il tracciato, ma si veniva sia spostati in base ai dettami delle carte e sia si poteva scegliere dove andare tramite le caselle degli aeroporti.
Dalla lettura del regolamento, per quello che ho potuto capire, non aver seguito la serie televisiva poteva rendere ostico lo svolgersi del gioco (tipo il "Pozzo 23"), mi chiedo quanti bambini/e e ragazzini/e si guardassero ogni puntata di Dallas >_<
mercoledì 23 ottobre 2024
Dove è nato Totoro
Il libricino ha una fascetta in cartoncino, come si può vedere qui sopra.
Qui sotto la copertina senza fascetta.
TITOLO: Dove è nato Totoro
AUTORE: Hayao Miyazaki e Akemi Miyazaki
CASA EDITRICE: Mondadori
PAGINE: 80
COSTO: 18 €
ANNO: 2024
FORMATO: 19 cm X 21 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788804779100
PAGINE: 80
COSTO: 18 €
ANNO: 2024
FORMATO: 19 cm X 21 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788804779100
Questo librettino o piccolo artbook a tema Totoro è stato pubblicato dal colosso Mondadori a settembre, in Giappone venne mandato in stampa nel 2018 (vedere terzultima scan), quindi mi è parso che lo scopo fosse di mettere a disposizione dei fan una qualunque pur di vendere qualcosa.
Magari sbaglio e son troppo prevenuto, ma il prezzo mi è parso uno sproposito, 18 euro per sfogliare 80 paginette e leggiucchiarne una decina, per dipiù in un formato piccolo, mi sembra un mezzo furticello :]
Lo scopo del libricino è illustrare, tramite dei bei disegni di Akemi Miyazaki e qualche foto scattata da Toshio Suzuki, dove nacque l'idea di creare Totoro, cioè i luoghi campagnoli che lo ispirarono.
I disegni sono della moglie di Hayao Miyazaki, anch'essa animatrice, sono di genere floreale ed arborea, dato che illustrano fiori, piante ed alberi della zona di Tokorozawa in tutte e quattro le stagioni. Questa è la parte che comprende più pagine del librettino, a cui segue un reportage fotografico di Toshio Suzuki ed un'intervista a Hayao Miyazaki (ovviamente del 2018).
Tra le illustrazione ci sono i primi disegni di Hayao Miyazaki quando iniziò ad immaginare il personaggio di Totoro, chiaramente l'intervista verte esclusivamente sui luoghi di Totoro e su Totoro.
Lascio la parola a Toshio Suzuki ^_^
Non saprei dire se la Mondadori si occuperà di tradurre altri librettini simili, nel caso non saprei dire se li comprerò, immagino di si, però un po' mi scoccia farmi pelare per dei contenuti così tanto ridotti...
lunedì 21 ottobre 2024
Annuari 1981/1982/1983 con i fatti del 1980/1981/1982 "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio" - focus su televisione e radio
Con questo secondo post termino di illustrare gli "Annuari Curcio" nei pochi punti che trattarono dell'animazione giapponese in Italia per i volumi del 1981, 1982 e 1983, in cui sono presenti i fatti del 1980, 1981 e 1982.
Nel precedente post ho inserito gli "Annuari Curcio" del 1978, 1979 e 1980 con i fatti del 1977, 1978 e 1979, il volume con più materiale sugli anime è quello del 1980, con i fatti del 1979.
Rimando al post di cui sopra per la comparazione tra i tre annuari che ho trovato fino ad oggi (Rizzoli, Age e Curcio) e per le varie spiegazioni sul perché abbia inserito meno scan rispetto agli "Annuari Rizzoli".
Per i volumi 1981, 1982 e 1983 (con i fatti del 1980, 1981 e 1982) ho scelto solo le pagine inerenti la "Televisione e radio", in quanto in nessuna altra pagine si faceva riferimento ai cartoni animati giapponesi. Tra l'altro gli anime vengono appena citati, e sempre in maniera negativa.
Ho riunito qui sopra le poche righe dedicate agli anime nei tre volumi, più sotto ripresentate nel loro contesto originale. Tutti e tre i commenti a "Televisione e Radio" sono di Mario Balvetti, che si era occupato di "Televisione e Radio" anche nel volume del 1980 (con i fatti del 1979), infatti il tono è sempre lo stesso, negativo, molto negativo. In questi anni di ricerche di articoli sui cartoni animati giapponesi ho imparato che, quando in poche righe il giornalista li stronca senza appello, il valore del giudizio (negativo) non deve essere sminuito, in quanto il pregiudizio si protrarrà nei decenni, fino ad arrivare a pochi anni fa.
Nel volume del 1981 con i fatti del 1980 il giornalista liquida i cartoni animati giapponesi con l'aggettivo "insopportabili", ricordando che "predominano", tipo invasione degli Unni...
Nel volume del 1982 con i fatti del 1981 bastano tre parole: "giapponesi, l'orgia continua".
Nel volume del 1983 con i fatti del 1982 si cercò si sviluppare un po' di più la critica:
"La Tv dei ragazzi anche nel 1982 è stata caratterizzata dalla massiccia presenza dei cartoni animati giapponesi che nelle ore pomeridiane assolvono unicamente la funzione di baby sitter televisiva riversando negli innocenti ragazzini che li guardano la violenza esasperata degli eroi extraterrestri e dei loro robot insieme alle lacrimevoli storie degli orfanelli tutti pelle e ossa".
All'autore sfuggì l'aspetto che forse le "lacrimevoli storie degli orfanelli tutti pelle e ossa" permisero di mantenere vivi dei titoli di letteratura per ragazzi, anche italiana, che altrimenti nessuno più avrebbe letto.
Può anche essere che la tv ci abbia fatto un po' (tanto) da baby sitter, come oggi lo sono i videogiochi e/o gli smartphone, ma quei cartoni animati giapponesi non "assolvevano unicamente" a questa funzione, raccontavano storie, trasmettevano valori.
Sarebbe bello che gli adulti di oggi non si trasformino in tanti grandi Mario Balvetti, che giudicavano quei programmi senza cercare di seguirne qualche puntata, perché secondo me il giornalista non se li guardò mai due episodi completi di una qualsiasi serie animata giapponese, altrimenti mezza cosa valida l'avrebbe pur trovata.
domenica 20 ottobre 2024
Annuari 1978/1979/1980 con i fatti del 1977/1978/1979 "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio" - focus su televisione e radio, videogiochi, cinema, musica
Dopo gli "Almanacco d'Italia AGE" (con i fatti degli anni 1978-1979-1980-1981" e gli "Annuario degli avvenimenti Enciclopedie Rizzoli" (con i fatti dal 1976 al 1982) ho scovato un'altra fonte che trattò l'animazione giapponese all'interno del resoconto delle notizie dell'anno, gli Annuari della "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio".
Rispetto alle due fonti già proposte (Age e Rizzoli) la "Curcio" si posiziona a metà, sia come livello informativo sia come fattura dei volumi. In pratica la pubblicazione della Rizzoli, immagino anche grazie al supporto dei giornalisti del gruppo, resta inarrivabile sia come completezza del panorama informativo generale che di quello particolare inerente questo blog, tra cui l'animazione giapponese in Italia. I volumi della Rizzoli restano anche di formato maggiore e di fattura migliore.
La pubblicazione Age resta la più scrausa, sia a livello informativo generale che particolare per questo blog, con un formato che è il più piccolo ed una fattura esteticamente molto al risparmio.
I volumi della Curcio sono di formato un po' più piccolo rispetto a quelli della Rizzoli (24 cm X 20 cm contro 27cm X 21 cm) e con meno pagine, ma di formato più grande rispetto a quelli della Age (20 cm X 13 cm), sebbene quelli della Age contengano più pagine.
Gli Annuario Curcio hanno una copertina imbottita in finta pelle molto vintage, ma preferisco i Rizzoli, son più da volume bibliotecario :]
Partendo dal presupposto che gli "Annuari Rizzoli" li considero i più esaurienti, per illustrare in due post (tre annuari per ogni post) della Curcio mi son limitato alle scan delle pagine sulla televisione (e radio) e degli argomenti che toccano solo l'animazione giapponese in Italia, omettendo anche la pagina sui fatti del Giappone, tanto son quasi le stesse notizie presenti in quelli della Rizzoli. Stesso discorso per il Cinema, mentre per gli "Annuari Rizzoli" avevo messo tutti gli anni con i commenti sull'annata cinematografica, per la Curcio l'ho inserita solo quando vengono citati i cartoni animati giapponesi. Non ho inserito neppure la cronologia del fatti accaduti, basta quella della Rizzoli.
In pratica ho voluto evitare la solita grandinata di scan ^_^
Per esempio negli "Annuari Curcio" non sono mai citati i fumetti in generale o l'editoria per ragazzi, cosa che capita in quelli Rizzoli, che era più elastica riguardo ai temi trattati. Quando un tema aveva fatto notizia in Italia, negli "Annuari Rizzoli" veniva inserito, sacrificando un altro che magari era presente l'anno (o gli anni) precedente e il cui interesse era scemato.
Gli "Annuari Curcio" sono più ripetitivi come temi trattati, comunque inserisco sempre il sommario, tanto per rendere l'idea dei focus inseriti oltre alle classiche notizie di politica interna, estera, economica etc. etc.
Per chi volesse recuperarli, magari le annate che io non ho preso, avviso che il prezzo resta medio basso, più che altro bisogna avere la fortuna di trovare un venditore che renda disponibile più annate contemporaneamente.
L'anno presente in copertina è quello di uscita del volume, quindi i temi trattati sono quelli dell'anno precedente:
il volume del 1978 tratta le notizie del 1977;
il volume del 1979 tratta le notizie del 1978;
il volume del 1980 tratta le notizie del 1979.
In pratica ho sempre trovato delle citazioni sull'animazione giapponese in Italia, tranne per il primo volume, cioè quello del 1978 con i fatti del 1977, e se fosse capitato sarebbe stato un bello scoop ^_^
Il volume che più riporta notizie sui cartoni animati giapponesi in Italia è quello del 1980, con i fatti del 1979, tanto che lo inserisco nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90".
Nel prossimo post gli altri tre "Annuari Curcio con gli anni 1981, 1982 e 1981 (fatti del 1980, 1981 e 1982).
Ho provato a prendere anche il volume del 1978 con i fatti del 1977, tanto per provare a vedere se scovavo qualche accenno sugli anime, in fondo in Italia già vedevamo "Vichy il vichingo" e i Barbapapà, benché non fosse esplicitato che la loro produzione era giapponese.
Purtroppo non ho trovato nulla, quindi di questo volume inserisco esclusivamente le pagine che trattano di "Televisione e Radio".
L'introduzione dell'editore spiega sia il periodo informativo trattato, cioè dal 1° gennaio al 31 dicembre 1977, ma in generale il senso della pubblicazione, che era anche relativamente giovane, essendo questo solo il quinto volume.
E' interessante leggere lo spirito con cui vennero decise le informazioni da inserire e quelle da omettere, stante che non si poteva riportare TUTTI i fatti accaduti in un anno:
"Seguendo infatti un organigramma continuamente aggiornato e applicando all'indagine una metodologia obiettiva e sempre subordinata alla dialettica del momento, abbiamo cercato di dare al Lettore ciò che è essenziale, sfrondando i fatti dalle impressioni superflue: ci siamo, cioè, sforzati di individuare e separare nella realtà attuale ciò che avrà un valore duraturo e perciò potrà svilupparsi, con effetti innovatori sulla nostra vita, da tutto quello che per la sua fatuità è già morto nel momento in cui nasce."
Ci sarebbe da opinare su quel "sfrondando i fatti dalle impressioni superflue", visti i giudizi sostanzialmente quasi sempre negativi sui cartoni animati giapponesi, nonostante le poche righe concesse, talvolta solo accenni, ma accenni negativi.
In generale resta assai pretenzioso, oltre che assai arduo da porre in atto, il voler individuare e separare nella realtà attuale ciò che avrà un valore duraturo e perciò potrà svilupparsi, con effetti innovatori sulla nostra vita, da tutto quello che per la sua fatuità è già morto nel momento in cui nasce".
Ovviamente per i fatti più importanti la scelta delle notizie era semplice, non si può omettere il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro o la rivoluzione di Khomeini, ma è quando si "scende" ad argomenti meno importanti che il tutto diviene più difficile:
quale programma avrà cambiato veramente la televisione italiana per ragazzi?
I Muppet o "Atlas Ufo Robot"?
giovedì 17 ottobre 2024
"Goldorak le robot de l'espace: A l'attaque" vs "Atlas Ufo Robot: Goldrake all'attacco" - Giunti Marzocco 1978
Ero in possesso da tempo dei quattro cartonati argentati della "Giunti Marzocco" di dimensione 265mm x 195mm (aprile 1978), i cui titoli sono:
Goldrake all'attacco; UFO contro la Terra; I mostri dello spazio; "Il sogno di Actarus".
Quando ho trovato i quattro, dello stesso formato, corrispettivi francesi, incuriosito dal fatto che le copertine fossero identiche, me li sono accattati (altra carta, ora pure francofona...), i cui titoli sono:
A l'attaque; Bataille d'OVNI; Le retoir des monstres; Le reve d'Actarus.
Chiaramente in quelli italiani sulla copertina campeggia "Atlas Ufo Robot", seguito dal titolo del singolo cartonato, mentre in quelli francesi si legge "Goldorak le robot de l'espace", seguito dal titolo francese.
Nei cartonati di Goldorak purtroppo manca il mese, come, invece, venne stampato nei cartonati di Goldrake, cioè aprile 1978.
Inutile dire che non conosco il francese, ma a grandi linee il testo resta comprensibile, specialmente se si ha come traccia lo scritto in italiano, infatti la versione d'oltralpe direi che sia la mera traduzione di quella nostrana, con l'inserimento di tutti i nomi francesi di Goldorak.
L'unica differenza nel testo che son stato in grado di notare è la prima pagina, dove in francese è presente un incipit su Goldorak, mentre nella versione italiana l'introduzione si perde.
Come si potrà vedere nella scan qui sotto la versione in francese venne stampata dalla "Giunti Marzocco" di Firenze, quindi mi sorge un quesito:
la versione Goldorak è la traduzione di Goldrake oppure venne effettuata l'operazione contraria?
Perché questo mio dubbio?
Perché quando avevo recensito il cartonato di grande dimensione "Atlas Ufo Robot" della "Giunti Marzocco" (aprile 1978) avevo notato la somiglianza di più disegni con quelli dell'album di figurine Goldorak - Americana France Album (sempre 1978), però bisogna tener conto che venne stampato in Italia dalla "Edierre", già licenziataria Sacis degli album di figurine del nostro Goldrake.
Ai tempi avevo ipotizzato che per pubblicare il cartonato di Goldrake avessero usato immagini e testo francese, visto che è riportato Minos invece di Gandal, ma ora scopro che i cartonati francesi vennero pubblicati sempre dalla "Giunti Marzocco"... quindi?
Direi che "Antenne 2" e/o "Pictural Films" (più la seconda che la prima) inviò testi ed immagini di Goldorak alla Rai, visto che in Francia venne trasmesso alcuni mesi dopo, per pubblicare il materiale in italiano di Goldrake, con qualche modifica dei nomi, e dopo qualche mese venne commissionato alla "Giunti Marzocco" di tradurre pari pari i testi in francese causa il successo estivo di Goldorak.
Il cartonato "Atlas Ufo Robot" della "Giunti Marzocco" presenta quattro storie:
Goldrake all'attacco; UFO contro la Terra; I mostri dello spazio; Attacco alla Luna.
Le prima tre sono identiche a tre dei cartonati argentati di formato più piccolo, mentre manca "Attacco alla Luna", sostituito da "Il sogno di Actarus".
Sui cartonati francesi, nel punto dove in quelli italiani è stampato "Giunti Marzocco", son presenti vari marchi:
Mi pare lecito supporre che il materiale (testo ed immagini non ancora elaborati in storia) per i cartonati partì dalla Francia, arrivò a Firenze per essere tradotto e pubblicato, poi riparti per la Francia ritradotto.
Un vero peccato che nei cartonati francesi manchi il mese di pubblicazione, probabilmente settembre/ottobre.
Di seguito inserisco sempre prima la scan in francese e poi quella in italiano, in un paio di casi le ho messe direttamente a confronto una di fianco all'altra.
Quando nelle pagine ci sono solo immagini, ne ho messa una sola.
Come si può vedere il cartonato francese inizia con un mini spiegone della trama, introduzione non presente nei nostri cartonati. A causa di ciò tutto lo scritto risulta un po' sfalsato, tanto che l'ultima pagina in italiano riporta un fianco non scritto, dove, invece, quella francese conclude la storia. Semplicemente recuperarono l'inizio sfalsato.
A mio avviso questo post è da consultarsi assieme a quello sul cartonato "Giunti Marzocco" "Atlas Ufo Robot" e al post sull'album di figurine di Goldorak.
martedì 15 ottobre 2024
"Uomooo Diavolooo!" - Prima apparizione di Akira/Devilman in Italia nel settembre1978 + "Mazinga contro gli Ufo Robot", di G. S. - "La Sicilia" 8 settembre 1978
Nel numero settembrino di "Nippon Shock Magazine" è presente un lungo approfondimento su Devilman, ma noi in Italia lo conoscemmo con l'italianissimo nome di "Uomo Diavolo".
Adriano Forgione, nel suo editoriale, ricorda con dovizia di particolari la visione al cinema di quella pellicola con quel nuovo e sconosciutissimo personaggio luciferino.
Il film di montaggio in cui era incastonato "Mazinga Z contro Devilman" venne proiettato al cinema nel settembre 1978, quando udii quel "UOMOOOOO DIAVOLOOOO!!!" rimasi affascinato ^_^
Non vorrei esagerare, ma si potrebbe dividere l'umanità in chi ascoltò "UOMOOOOO DIAVOLOOOO!!!" al cinema nel settembre 1978 e chi no :]
Era un diavolo, addirittura un uomo diavolo (da scomunica immediata!), ma era buono, quindi, a differenza di quello che avrebbero sostenuto i giornalisti e gli esperti italici sul manicheismo dei cartoni animati giapponesi, il cattivo per antonomasia, cioè il diavolo, poteva stare dalla parte dei buoni a dispetto degli stereotipi e delle apparenze.
Purtroppo nelle varie successive versione super mega manipolate si venne a perdere l'italianizzazione del nome, facendo scomparire quella stupenda e potente invocazione "UOMOOOOO DIAVOLOOOO!!!" per sostituirla con l'originale e freddo "DEVILMAN!".
Una terribile perdita acustica e mnemonica ^_^
Quindi sono andato a spulciarmi qualche mia vecchia VHS e ho rinvenuto una di quelle in cui è presente ancora il doppiaggio in cui Devilman è chiamato "Uomo Diavolo". La VHS in questione non è la classica videocassetta "Mazinga contro gli Ufo Robot" della "Cinehollywood" pubblicata nel 1985, in cui "Mazinga Z contro Devilman" fa già parte del film di montaggio nostrano, ma una VHS da edicola, immagino degli anni 90, in cui sono presenti solo Akira/Uomo Diavolo, Ryo/Mazinga (non ancora Zeta), Sayaka, Bosu(!), il Dottor Hell e il Barone Ashura. La VHS ha la durata di 26 minuti, quindi vennero effettuato vari tagli, ma il doppiaggio è quello in cui c'è ancora il nome "Uomo Diavolo" con quella indimenticabile invocazione :]
Ho assemblato un breve video di 4 minuti e mezzo in cui si odono tutte le tre volte gridare a pieni polmoni quel intonatissimo "UOMOOOOO DIAVOLOOOO!!!" con l'aggiunta di qualche altro dialogo, tra cui la presentazione, anch'essa in anteprima di circa 5 anni, dell'arpia Silene.
Il formato del video sacrificò in fase di riversamento i bordi dei fotogrammi, facendo perdere addirittura la prima trasformazione dell'Uomo Diavolo... per fortuna recuperata nella altre due trasformazioni. In sottofondo si sente anche l'opening in giapponese di Devilman.
La VHS "Mazinga e l'Uomo Diavolo" la recuperai ancora incellofanata, purtroppo non è presente un riferimento per datarne la sua pubblicazione.
A sinistra la pubblicità di "Mazinga contro gli Ufo Robot" del 7 settembre 1978 su "La Sicilia", a destra la recensione del film pubblicata il giorno successivo, sempre su "La Sicilia" dell'8 settembre 1978.
Sotto al titolo italico si riescono a leggere i titoli dei mediometraggi originali da cui venne creato il film di montaggio nostrano: Mazinga Z vs Devilman; Great Mazinga vs Getta Robot.
Ovviamente un'esclusiva "Oriental Films"
La recensione è assolutamente lusinghiera, i cartoni animati giapponesi non erano ancora visti come il nemico numero uno della sanità mentale dei giovanissimi italiani. Il film d'animazione nipponico venne addirittura paragonato alle migliori produzioni Disney, di certo noi bambini italiani non avevamo mai visto nulla del genere al cinema.
Si noti che nella recensione viene citato Koji, mente nei dialoghi venne usato Ryo, in anticipo di un anno e quattro mesi rispetto al doppiaggio della Rai.
Inserisco qui sotto uno dei post sull'uscita cinematografica italica degli anime, tra cui quello del 7 settembre 1978:
domenica 13 ottobre 2024
Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 22 settembre 2024
Il numero si basa su un approfondimento inerente Devilman o "Uomo Diavolo", che è il nome con cui lo scoprimmo in Italia alla fine degli anni 70, con l'aggiunta horror di "Carletto il principe dei mostri".
Sono presenti articoli su KOR, Koseidon e Lamù, a cui aggiungere un paio di interviste, una della doppiatrice dell'aliena in bikini tigrato ed una al doppiatore di Akira in "Uomo Diavolo" o Devilman.
A fine post inserisco come al solito l'indice del numero.
Inutile dire che il numero di settembre è giunto nella mia edicola il 10 ottobre, ma sulla distribuzione c'è il comunicato qui sotto.
Alcuni degli argomenti trattati li conosco, una gran part poco o nulla, quindi qualcosa ho appreso.
L'idea che una rivista debba rinunciare ad essere distribuita in edicola per un eccesso di costi dovuti al circuito distributivo la dice lunga sulla inevitabile estinzione di edicole e distributori... poi immagino che se NSM vendesse un milione di copie al mese, il problema non si sarebbe verificato, ma il fatto che comunque una testata debba "ritirarsi" in libreria e in fumetteria dimostra il fallimento di tutta la filiera editoriale italiana.
In edicola resterà solo la Sprea a farsi concorrenza da sola con le proprie testate (ma non si può dire), finché non avrà saturato il mercato per bulimia di speciali...
Siamo nella mani del Ceo Sprea!
Il manga di Devilman è uno dei non tantissimi che ho letto, assai crudo, il pensiero che lo leggessero i ragazzini giapponesi dei primi anni 70 mi inquieta un po', ma si vede che avevano uno stomaco più foderato di noi ragazzini italici.
Sono esposte anche le differenze tra il manga e l'anime.
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