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giovedì 8 maggio 2025

Lady Oscar, bambola cappa e spada" - "VG Vendogiocattoli" n° 4 aprile 1982


Solo facendo ricerche su ricerche si trovano informazioni, si possono passare ore in biblioteca senza trovare nulla oppure scovare un sacco di articoli, magari su un evento promozionale di cui avevo letto nel saggio "Lady Oscar, il vento della rivoluzione".
Il 16 marzo 1982 alla Villa Reale di Monza venne effettuata la promozione pubblicitaria della bambola di Lady Oscar" della "Ceppi Ratti. L'autrice del saggio di cui sopra ci informa che alla manifestazione parteciparono lo stesso patron della "Ceppi Ratti", il disegnatore e la sceneggiatrice del fumetto che sarebbe stato pubblicato sul "Corriere dei Piccoli", personalità di "Italia 1", due modelle in abiti di Lady Oscar e Maria Antonietta, i Cavalieri del Re, Cinzia de Carolis.
L'articolo di "VG Vendogiocattoli" dell'aprile 1982, quindi il mese dopo l'avvenimento, si concentra sulla bambola di "Lady Oscar", visto il target della rivista, ma riporta anche qualche piccola informazione sulla manifestazione, con in più tre foto.
Esplicativo del battage pubblicitario il sottotitolo dell'articolo:
"La nuova eroina, proposta dalla Ceppi Ratti, consentirà anche alle bambine la creazione di storie avventurose nella Francia di Luigi XVI. Imponente l'appoggio pubblicitario, grazie anche a Italia 1 ed al Corriere dei Piccoli"

Lo scritto mi è parso più che corretto, visto l'andazzo di quel periodo non è cosa da poco, ma contiene un mega spoiler che per fortuna nessuno giovane telespettatore e telespettatrice avrà potuto leggere, visto che "VG Vendogiocattoli" era destinata agli addetti del settore giocattoli, quindi adulti:
"... ed anche per la nostra Lady Oscar, il cui amore per un soldato semplice, Andre, la porterà a lasciare la Corte ed a partecipare all'assalto alla Bastiglia"

Ci mancava che scrivessero che morivano sia Oscar che André e poi la frittata era fatta...   ^_^
La parte finale dell'articolo riporta una breve cronaca dell'evento monzesco:
La Ceppi Ratti punta molto su Lady Oscar, e lo si è visto in occasione del battesimo della nuova bambola celebrato recentemente al Teatrino della Villa Reale di Monza. Di fronte ad un folto pubblico di giornalisti e pubblicitari, l'azienda di Oleggio, Italia 1 ed il Corriere dei Piccoli hanno presentato il programma, attualmente in corso di sviluppo, per il lancio in Italia del nuovo personaggio: non solo attraverso le pagine del giornale ed il teleschermo, ma anche con una vasta campagna pubblicitaria, con un concorso a premi per i ragazzi delle scuole elementari ("Disegna tu Lady Oscar"), con la commercializzazione di una gradevole canzoncina incisa dal complesso "I cavalieri del re" su dischi RCA"

Per la cronaca ho un altro articolo di una testata differente in serbo sulla promozione di Villa Reale di Monza  :]


Mentre la foto sotto con le due modelle cosplayers l'ho già vista in varie forme, quella qui sopra, che testimonia la presenza di bambini che giocavano con il merchandising di Lady Oscar, mi pare sia una novità (mi pare).  


Esiste una foto de "I Cavalieri del Re" con le due modelle, una foto a colori, nel libro "I Cavalieri del Re, la vera storia".

Di seguito l'articolo a pezzettini in modo da poterlo leggere meglio.

mercoledì 7 maggio 2025

"Jumborg Ace" trasmesso in Italia dal novembre 1985 sempre su Teleroma - seconda parte


Non vorrei iniziare il post ad un livello troppo alto per questo blog, ma mi azzarderò a fare una citazione biblica   ^_^
"Lo stolto che ricade nella sua follia è come il cane che torna al suo vomito"

Che poi il "vomito" sia mio o di chi mi rimprovera, è difficile da capire, forse di entrambi   :]
Dato che mi son giunte voci di critiche alla mia semplice e fin banale prima ricerca sulla prima trasmissione italica di "Jumborg Ace", ne ho effettuata una seconda, questo sotto il link al primo post:

Scrivo fino alla noia che basarsi SOLO sui ricordi per datare una prima trasmissione di un anime, telefilm o qualsiasi altro programma televisivo, è molto rischioso. A distanza di 40 e passa anni, quindi quando si era bambini, può un cervello con una capacità mnemonica media riuscire a discernere se un programma fu trasmesso un mese o tre mesi dopo?
E un anno o l'anno dopo?
Ovviamente dipende anche dal fatto se il cervello è quello di un Sheldon Cooper oppure no, il mio non lo è, ma c'è chi ricorda meglio, come la persona che mi ha indicato quasi l'anno giusto e la zona giusta in cui vide "Jumborg Ace" (vedi post linkato sopra).
Per esempio c'è chi era convintissimo che Heidi fosse stata trasmessa nel 1976 e non nel 1978:

C'è chi è convintissimo che "Jumborg Ace sia stato trasmesso prima della data da me rinvenuta su fonti online, cioè il novembre 1985, per poi accorgessi, però, che tutta la propria granitica convinzione fosse basata sulla serie errata!  ^_^
Questo lo scrivo non per gusto della polemica spicciola, ma perché è proprio quello che continuo ad affermare, cioè che la memoria, per tematiche così marginali per il nostro cervello impegnato quotidianamente dalla nascita a ricordar cose, non basta come prova di una prima trasmissione di un programma televisivo.
Poi io sarò pure "uno che fa le ricerche a membro di segugio" o che non conosce la tv di quel periodo, ma almeno provo a portare una fonte cartacea.
Io abito a Milano, non posso conoscere i palinsesti di tutte le tv private locali d'Italia tra il 1976 e il 1986... posso cercare i programmi della zona di Milano e della Lombardia.
Io per primo, e forse meglio di tanti altri, sono a conoscenza del fatto che i palinsesti delle tv private locali tra il 1977 e i primi anni 80 sono spesso lacunosi... moltissimo lacunosissimi tra il 1977 e il 1978, un po' meno nel 1979, ancora un po' meno nel 1980 etc. etc., ma questo abbiamo.
Quello che si può fare, invece di ridicolizzare le ricerche altrui, è armarsi di santa pazienza e recarsi nelle emeroteche della propria città/regione e fare ricerche sui palinsesti delle tv private locali.
Esistono anche un certo numero di fonti online disponibili per tutti, quindi almeno questo sforzo lo si potrebbe fare.
Per conto mio sto ancora ricerca la prima trasmissione del "Danguard", e se la biblioteca dove avevo richiesto del materiale non avesse sbagliato il periodo, avrei già fatto un post in merito, ma questi sono gli imprevisti di chi si alza dalla sedia o poltrona per cercare informazioni.
E vogliamo parlare di quando in una bobina di un microfilm manca proprio il giorno che ricercavi?
Oppure chi scansionò il microfilm lo fece un po' tanto a membro di segugio (cit.) e non si vedono bene proprio i palinsesti delle tv locali?
Tra l'altro attendo a breve la consegna della testata con il periodo corretto, ma sto già cercando su un'altra testata gli stessi palinsesti, se si prova a cercare, qualcosa si trova, ad aver pazienza e spendendoci tempo, ferie e soldi.
Sbugiardare l'impegno altrui, invece, è gratuito  :]
Tra l'altro a me della prima trasmissione di "Jumborg Ace" non me ne frega una cippa, mi incuriosiva e quindi ho fatto un tentativo nelle fonti online di "Radiocorriere TV"; "La Stampa"; Il Corriere della Sera"; "Il Piccolo di Trieste", trovando riscontri solo sulle prime due, mentre zero spaccato sulle seconde due. L'arco temporale della ricerca è stato dal primo gennaio 1978 al primo gennaio 1987.
Vuol dire che nel milanese non fu mai trasmesso?
Non lo so, posso solo affermare che sul Corsera non compare.
Stavolta ho cercato negli archivi online delle seguenti testate:
l'Unità; La Gazzetta del Mezzogiorno; gli archivi di alcuni quotidiani della Svizzera italiana (che riportavano le nostre emittente del nord Italia); La Repubblica.

La ricerca sul sito de "La Repubblica" penso che non sia molto affidabile per i palinsesti televisivi delle tv private locali, in quanto, secondo me, pur partendo dal gennaio 1984, sono stati inseriti solo gli articoli, non i programmi televisivi. 
E cosa ho trovato?
Ho trovato la conferma su "l'Unità", quindi una seconda fonte, che "Jumborg Ace" compare (va bene compare?) il 29 novembre su "Teleroma" alle ore 17:00.



Qui sopra si può vedere cosa il sito riporta come risultanza della ricerca, non si presentano in ordine cronologico, ma non sono tantissime voci.


Qui sopra il palinsesto di "Teleroma" quel giorno su "l'Unità".
E' questa la certezza assoluta ed incontestabile della prima trasmissione di "Jumborg Ace"?
Non lo so, questo è quello che ho trovato.
Sarebbe bello che altri ricercatori (non criticatori) di queste informazioni rendessero note date antecedenti, ma con la fonte, niente "mi ricordo, sono certo, è impossibile che non sia stato trasmesso prima", e poi ci si riferiva ad un altro programma. 

Di seguiti mostro, per chi non ha voglia neppure di fare la ricerca online seduto sulla sua comoda poltroncina, i risultasti delle fonti che NON hanno trovato nulla su questo stramaledetto "Jumborg Ace", comprese quelle del precedente post   ^_^
Tanto per dimostrare che non mi sono inventato nulla, anche perché non ho una rivista da vendere in cui cacciarci dentro informazioni reperite da altri   :]

domenica 4 maggio 2025

"Guerre Stellari" fumetto Mondadori n° 1 - 2 - 3 (novembre 1977/gennaio 1978)


Benché io trovi leggermente commerciali questi anniversari postumi, per omaggiare il 4 maggio "Star Wars Day", cioè... "la giornata di Guerre Stellari", inserisco questo post sui primi tre numeri della pubblicazione Mondadori/Marvel del 1977.
Era parecchio che volevo farlo, questa giornata è quella giusta  ^_^
Da bambino comprai qualche numero del fumetto, ma non ci legai mai, il motivo è semplice, mentre i primi tre numeri mostrano la storia del film del 1977, i successivi ne creano una ex novo (non saprei dire se legata ai romanzi, che non ho mai letto), che a quanto pare non mi garbava.
Questa volta, però, mi limiterò ai primi tre numeri, che, tranne qualche modifica di sceneggiatura, trasponevano in fumetto il film. Nel post mi limiterò, a parte qualche tavola obbligatoria per la sua iconicità, a mostrare le pagine con una modifica di trama rispetto al film.



Chissà quanto seccò alla "Editoriale Corno" non pubblicare l'unico fumetto Marvel che tirava in tutto il mondo, visto che pubblicava tutto il resto della Marvel...
A parte Ian/Han Solo, il reso dei nomi è nella versione italianizzata, con l'aggiunta fumettiana del generale Matti. Poi si potrebbe opinare su quei CIUNO e TREBIO tutto attaccato... che se letti così sono nomi diversi.
Qualche volta lo scrivo e forse lo ripeto troppo spesso, ma solo chi visse quegli anni può capire quanto l'immaginario fantascientifico di noi bambini cambiò in Italia, nel giro di pochi mesi arrivarono "Guerre Stellari", Goldrake e i videogiochi da bar, dove in parte rivivevi in prima persona tutte quelle avventure.


L'inizio è più o meno pari pari al film, con la necessità di modificare qualche tavola disegnata rispetto al lungometraggio di Lucas.

P.S.
In basso ho lasciato il numero di pagina per non perdere nei numerosi salti.
Le scan risultano un po' storte, ma come spesso accadeva in questi fumetti, sono proprio le tavole rispetto alla pagina a non essere il linea.

sabato 3 maggio 2025

Cappuccetto a pois


Quando si era bambini, prima dell'avvento delle tv locali private, ma anche negli anni successivi, la televisione della "Svizzera Italiana" era l'unica emittente oltre alla Rai che trasmettesse programmi per noi. Oltre all'inimitabile "Scacciapensieri", contenitore di cartoni animati statunitensi ed europei, trasmesso il sabato nel tardo secondo pomeriggio, non mancavano altre produzioni per i più piccoli.
Non è la prima volta che mi rifaccio ai programmi della RSI:







Tra le produzioni della RSI dedicate ai bambini/ragazzi, di certo tra i ricordi più piacevoli, c'era "Cappuccetto a pois" di Maria Perego, la medesima creatrice di Topo Gigio.
Il primo episodio risale al 6 gennaio 1969, ritengo che, nonostante i decenni passati, resti ancora un prodotto più che guardabile, vista la minuziosità con cui vennero create le scene in cui si muovevano i personaggi, ovviamente il target è per i più piccini, ma penso che io lo guardassi anche verso la fine delle elementari.
Chiaramente io lo vidi in successive repliche, penso sempre sulla "Svizzera Italiana", ma "Cappuccetto a pois" venne trasmesso anche da Telemontecarlo e da Capodistria (ho controllato, niente ricordi fumosi che poi uno ricorda male e deve rettificare lo scritto...), non ho trovato riscontri sulla Rai, ma ho fatto una ricerca approssimativa.
Quella sopra è la scan dell'unico, a mia conoscenza, DVD in vendita, che contiene qualche pagina di commento e solo tre episodi.




Sul sito della TSI "Cappuccetto a pois" è stato messo per intero, un gran bel regalo:

Mi son riguardato qualche episodio, e preferivo Lupone rispetto a Cappuccetto, un po' carognetta, talvolta... è vero che Lupone aveva la funzione del birbante, ma non gli riusciva mai una furbata, inoltre era sempre manovrato da altri, in quanto molto credulone.
Risentire le voci, ma anche i motivetti delle canzoncine, è stato un bel tuffo al cuore   ^_^


Ho fatto più ricerche, ma non ho trovato neppure un articolo di commento al programma per bambini, neanche sulla carta stampata della Svizzera italiana da me consultabile. Ai tempi i programmi televisivi per bambini erano pressoché ignorati, pare che non meritassero alcun approfondimento.

Qui sotto il cofanetto in DVD.

venerdì 2 maggio 2025

Fantasmi e guerrieri, giustizia e vendetta nell'immaginario giapponese



TITOLO: Fantasmi e guerrieri, giustizia e vendetta nell'immaginario giapponese
AUTORE: Giorgio Fabio Colombo
CASA EDITRICE: Edizioni Le Lucerne
PAGINE: 140
COSTO: 13 
ANNO: 2021
FORMATO: 19 cm x 12 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791280147127



Il breve saggio analizza racconti sui fantasmi e di samurai connessi alla vendetta allo scopo di capire quale fossero i risvolti giuridici presenti nella narrazione e/o negli eventi storici.
Attraverso questi racconti l'autore illustra come fosse amministrata la giustizia nel Giappone pre moderno, cioè in gran parte in epoca Tokugawa (o prima).
Le ingiustizie subite dai vivi ricadevano sugli oppressori, ma solo dopo la morte della vittima in virtù della loro trasformazione in spiriti vendicativi. Ogni storia di fantasmi vendicativi svela una ingiustizia reale o una tipologia di ingiustizia che i potenti esercitavano verso le classi inferiori oppure verso le donne.
Un'interessante analisi storico-fantastica-giudiziaria, con l'unica pecca, ammessa dallo stesso autore nelle conclusioni, di essere un po' troppo breve.
Il saggio è stato pubblicato nel 2021, ma l'ho scoperto solo grazie alla bibliografia di "Itako, sciamane e spiriti dei morti nel Giappone contemporaneo".

I primi due capitoli fungono da introduzione alle tematiche trattate.
Nel terzo capitolo viene analizzato il racconto di fantasmi "La storia di Okiku" ("Bancho Sarayashiki").
Nel quarto capitolo si spiega come fossero trattate le controversie legali in epoca Tokugawa, in cui un inferiore/donna/classe sociale bassa non poteva avere giustizia verso un superiore/uomo/samurai.
Nel quinto capitolo l'autore si finge parte in causa in una controversia ipotetica accaduta in un villaggio rurale di epoca Tokugawa: il bue del vicino ha mangiato il nostro raccolto, che fare?

La trattazione illustra bene quanto poche fossero le possibilità di avere giustizia, in quanto il sistema spingeva i soggetti ad accordarsi in qualche modo, accettando anche di non venir risarciti.
Una volta spiegate le difficoltà nel farsi riconoscere giustizia dalle autorità, i capitoli dal sesto al nono prendono ad esempio la storia di fantasmi "La storia di Sakura Sogoro" per illustrare la trasformazione della vittima in spirito vendicativo.
Nel decimo capitolo viene presa in considerazione dal punto di vista giuridico la storia di fantasmi "La storia del fantasma di Yotsuya" ("Tokaido Yotsuya Kaidan"), riguardante i rivali in amore.
Dall'undicesimo capitolo si passa alla classe sociale che, invece, aveva il diritto di farsi giustizia da sé, cioè i samurai. Quando il samurai riteneva che il proprio onore fosse stato leso, poteva uccidere a fil di lama chi gli avesse fatto l'affronto, ma solo se era di una classe sociale inferiore. 
La vendetta verso un superiore o un parigrado samurai aveva una prassi legale differente, e non sempre il samurai poteva soddisfare l'ingiustizia subita. Per poter esercitare la vendetta verso un altro samurai, questo doveva essere autorizzato, iscriversi nel "registro delle vendette"(!), prendere un congedo dai suoi compiti(!!).

giovedì 1 maggio 2025

Le Rose di Versailles - Lady Oscar (Netflix)


Non penso di essere un appassionato solo di vecchi anime, guardo continuamente serie nuove e non disdegno i remake. Mi son guardato "Goldrake U" senza problemi, magari non mi è piaciuto moltissimo, ma non l'ho schifato a priori o dopo mezzo episodio. Ai tempi mi riguardai i remake di Jeeg e del Gaiking, e mi erano pure piaciuti, per non citare le tante nuove serie del Gundam, alcune belle, alcune no, ma se non provi a guardarle, non puoi giudicare.
Questo per precisare che cerco di non fare il "vecchio" che considera belli solo i suoi "cartoni animati giapponesi" che vide da bambino/ragazzino.
Quando si traspone una serie animata di 40 episodi in un film di due ore, mica puoi pretendere che non ci si discosti dall'anime, che comunque si discostava dal manga, tanto che le fans sfegata nipponiche di "Berubara" (cioè il manga) odiavano l'anime. Quindi è ovvio che la trama sia stata modificata.
Come è ovvio che dopo 45 anni dall'anime, il tratto grafico si sia modificato, altrimenti si torna alle critiche versus "Goldrake U"...
Ovviamente son stati sacrificati numerosi personaggi, alcuni eliminati, altri solo visibili e non partecipanti ai dialoghi (innominati), altri ancora ridotti di molto come partecipazione alla trama.
Quindi, a mio avviso, il punto non è quanto questo film animato si discosti come trama e come grafica dall'anime, ma perché lo abbiano fatto... perché?   >_<
Stante che fa piacere, come per "Goldrake U", che le "nostre" serie animate non siano cadute nel dimenticatoio, questo polpettone Netflix non l'ho mica capito... mi ha fatto fin rivalutare il film live del 1979... ed è tutto dire:



Almeno nel 1979 non esisteva ancora l'anime e nel 1979 fare un film live non era come produrlo oggi.

Di seguito una brevissima e superficialissima recensione/valutazione del film (quindi occhio agli spoiler), che non mi è piaciuto, tanto per precisare   ^_^

Ma come fai a far proseguire una trama dipanatasi in un arco temporale di anni, ergo più volumi di un manga e 40 episodi di un anime, in sole due striminzite ore?
Gli sceneggiatori hanno scelto l'escamotage delle canzoni, cioè sono presenti numerosi brani cantati in giapponese (in giapponese, ovviamente) in cui si riassume la trama e si permette al tutto di proseguire fino al tragico epilogo.
A mio avviso l'idea non è neppure sbagliata, solo che alla spettatrice (o lo spettatore) di Netflix non nipponica non avvezza agli anime il tutto sarà parso assai straniante.
Qui sopra, in quattro riquadri, le canzoni con la presentazione di Oscar (in alto a sinistra), l'arrivo di Maria Antonietta a Parigi, l'incoronazione e l'incontro tra Fersen e Maria Antonietta.
In alcuni momenti mi è parso di guardare un musical, in quanto cantano anche i personaggi...
Preciso che più o meno la prima parte del film è incentrata forse un po' più su Maria Antonietta, poi ella quasi scompare e la protagonista resta Oscar.
Direi che la l'adattamento in film della prima metà (più o meno) può essere anche digeribile da un fan della serie animata, come io mi considero (io ho il manga, ma l'ho letto solo una volta), il minestrone a caso inizia poco prima della metà e tende a degenerare. 
Capisco che le canzoni dovessero essere scritte ex novo per questo film, ma uno dei gravi errori e mancanze del lungometraggio Netflix e NON aver mantenuto le BGM originali, si perde gran parte dell'atmosfera a cui chi vide la serie animata nel 1982 era abituato... magari ci saranno stati motivi di diritti, ma la scelta resta senza senso.
L'anime e il film contengono alcune scene iconiche, ma senza le musiche di sottofondo originali, perdono totalmente senso ed emozioni.

domenica 27 aprile 2025

Il cinema d'animazione


TITOLO: Il cinema d'animazione
AUTORE: Walter Alberti
CASA EDITRICE: Edizioni Radio Italiana
PAGINE: 226
COSTO: 10 
ANNO: 1957
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 


Con questo saggio della "Edizioni Radio Italiana", cioè la successiva "ERI RAI", ho postato ben 45 libri che ho catalogato come "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90", anche se poi vi ho inserito anche saggistica pre 1978, con questo torno indietro fino al 1957!


Questa saggistica di tematica varia tratta l'animazione giapponese e i manga prima della nascita negli anni 90 di una saggistica di settore, in gran parte di questi scritti gli anime e/o i manga sono citati solo di sfuggita, ma trovo interessanti due aspetti:
a) capire quali potessero essere le fonti informative dei giornalisti che scrivevano sui/dei cartoni animati giapponesi su quotidiani, settimanali e mensili dal 1978 in poi; 
b) capire se, senza l'assillo di dover scrivere un articolo di fretta per un quotidiano, dovendo occuparsi di un libro, quindi con più calma, se gli autori riuscivano a dare delle informazioni più corrette rispetto alla carta stampata.

Rispetto al punto "a" ho capito che, seppur le informazioni dal 1978 non fossero moltissime, qualcosina era stato pur pubblicato, quindi, volendo, si sarebbero potute scrivere meno imprecisioni. Oltre al fatto che nulla avrebbe vietato ai giornalisti di contattate una qualche fonte nipponica che svelasse i contorni meno chiari dell'industria animata giapponese.
Per quanto riguarda il punto "b", direi che a grandi linee, dal 1978 in poi, il preconcetto contro l'animazione giapponese era così radicato, che anche sui libri trovavi scritte le medesime imprecisioni o bufale che si leggevano sulla carta stampata.
Più interessanti, forse, i brevi contenuti presenti nei libri fino al 1978 (sei, compreso questo), quando ancora l'invasione animata nipponica in Italia non era esplosa, quindi chi scriveva si limitava a riportare solo le informazioni che aveva rinvenuto, senza dover portar aventi una crociata.
Questo saggio di Walter Alberti è il più vecchio che io fino ad oggi ho postato, le pagine dedicate all'animazione cinematografica giapponese sono solo tre (due di scritto), ma l'arco temporale del saggio termina al 1956 (inizia nel 1832).
Alla fine del post inserisco, come sempre , l'indice del saggio, in modo che ognuno potrà valutare il suo contenuto in base ai propri interessi animati, per parte mia inserisco, ovviamente, solo le pagine inerenti il Giappone.


"La nave fantasma" di Noburo Ofuji non venne mai distribuito nei cinema nostrani, ma viene trattato in un successivo articolo del 1965 su "La Rivista del Cinematografo":

Si può notare che l'accostamento della tecnica di Lotte Reiniger a Noburo Ofuji è presente sia nell'articolo del 1965 linkato qui sopra, che nel primo libro dell'elenco, cioè "Storia del cartone animato" di Enrico Gianeri (Gec).
Quindi la fonte originaria fu questo libro?

venerdì 25 aprile 2025

Itako, sciamane e spiriti dei morti nel Giappone contemporaneo



TITOLO: Itako, sciamane e spiriti dei morti nel Giappone contemporaneo 
AUTORE: Marianna Zanetta
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 256
COSTO: 20 
ANNO: 2024
FORMATO: 20 cm x 13 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791222309033


Il saggio lo compari alla sua uscita, ma sono parecchio indietro con le letture... 
L'autrice premette subito che il tema "itako" è trattato dal punto di vista antropologico, ma cosa sono o chi sono le itako?
Sono donne sciamane che interagiscono con gli spiriti dei defunti e che devono (o dovrebbero) possedere un minus fisico per essere tali, cioè non vedenti.
Nel Giappone non attuale essere non vedenti, ma valeva per qualsiasi altra menomazione, era una condanna, specialmente se si era donne in una società maschilista. Una bambina, ragazza e poi donna cieca come poteva mantenersi e non essere di peso alla famiglia?
Diventava l'apprendista fin da bambina di una itako anziana, un apprendistato duro...
In questo saggio ho avuto la conferma che le itako non sono ben viste dalle autorità religiose ufficiali, in quanto considerate delle approfittatrici che campano sulle superstizioni (fa ridere il pulpito da cui viene mossa l'accusa). Effettivamente una persona che afferma di parlare con gli spiriti dei defunti, sempre che non si sia autoconvinta di possedere tale potere, è tendenzialmente considerabile poco corretta, diciamo così   ^_^
Il concetto analizzato nel saggio non è, come è ovvio, se le itako abbiano o meno questo potere paranormale, ma perché la società giapponese richiedeva e richiede una tale figura religiosa o para religiosa.
In questo blog cerco, magari non riuscendoci, di portare informazioni su un Giappone non stereotipato, non dico quello reale, ma almeno che non sia quello del turista occasionale.
L'autrice, parlandoci delle itako, ci racconta di uno spaccato che coinvolge più settori della vita comune giapponese: la vita della donna disabile e non; i rituali funebri; la vita nelle zone rurali.

Non è il primo saggio inerente le religioni giapponesi che recensisco oppure sui riti funebri, tra cui un altro della medesima autrice, quindi la tematica mi è conosciuta, ma anche chi non ha mai letto nulla in merito, non farà alcuna fatica a seguire i concetti espressi, in quanto il saggio è scritto in maniera chiara ed esemplificativa. 
Vengono individuate alcune parole chiave per guidare il lettore in questo viaggio tra le itako e i riti funebri nipponici: donna; sciamana; morte (kegare = impurità); famiglia; legame (en).

Questi termini/concetti vengono ben illustrati, sia dal punto di vista storico che nel contesto attuale del Giappone, in cui l'autrice si è recata, dopo studi in merito, dal 2012 nella regione del Tohoku, più specificatamente la prefettura di Aomori, per poi spostarsi in altre zone del paese.
Il primo capitolo è una mini full immersion sulle religioni in Giappone. Introduzione indispensabile per chi è a digiuno della tematica.
Il secondo capitolo illustra le itako sotto la lente della "teoria", della saggistica già pubblicata, degli studi e della storia.
Le donne cieche diventavano itako perché non avevano alternative per mantenersi economicamente nella società in cui vivevano. 
Viene ripercorsa la storia delle sciamane, delle miko, delle imperatrici sciamane e delle itako, in modo da contestualizzare storicamente i successivi capitoli.
Nel capitolo, oltre alle varie tipologie di miko, sono trattate le sciamane delle isole Ryukyu e degli Ainu.
Sono analizzati i vari riti svolti delle itako:
kuchiyose (possessione da parte di un defunto);
kami-oroshi (possessione da parte di un kami per conoscere il futuro);
oshirama-asobase (protezione di casa e famiglia).

domenica 20 aprile 2025

"Jumborg Ace" trasmesso in Italia dal novembre 1985 al novembre 1986 sulle tv private locali di Roma, Torino e Siracusa - prima parte


Nel precedente post ho scoperto che il telefilm tokusatsu "Jumborg Ace" venne trasmesso anche in Italia, ma no avevo trovato né la datazione né l'emittente:

Ringrazio Andrea che mi ha suggerito sia la zona d'Italia in cui lo aveva visto in televisione, cioè Roma, sia il periodo, cioè il 1984/85.
Quando faccio queste ricerche sulla prima trasmissione di un prodotto seriale televisivo nipponico ho la pessima abitudine di fermarmi al periodo dalla fine degli anni 70 ai primi anni 80, un po' come se finisse il mondo conosciuto televisivo, tipo ai tempi delle Colonne d'Ercole   ^_^
La ricerca l'ho effettuata inizialmente sul mio materiale, che però è molto scarso per le annate oltre il 1982/83, quindi non ho trovato nulla, invece il periodo era da traslare di un paio di anni in avanti.
Ho portato avanti la ricerca su materiale online:
"Radiocorriere TV"; "La Stampa"; Il Corriere della Sera"; "Il Piccolo di Trieste".

Ho trovato riscontri solo nella prime due fonti, "Radiocorriere TV" e "La Stampa", quindi nella zona di Milano non venne mai trasmesso almeno fino alla fine del 1986?


La prima traccia in assoluto nell'etere italico è presente a Roma su "Teleroma" alle ore 17:00 del 25 novembre 1985, da notare che venne classificato come "cartone animato"... ancora a fine 1985 non sapevano manco cosa trasmettevano...
Come si può vedere qui sotto nelle due successive immagini, per tutta la settimana "Jumborg Ace" è presente in palinsesto sempre alle ore 17:00.
Da come è riportato sul "Radiocorriere TV", la trasmissione su "Teleroma" si interrompe venerdì 13 dicembre.

sabato 19 aprile 2025

Keibunsha Encyclopedia (in box) TV Hero Dai Zenshuu 2 (ケイブンシャ テレビ・ヒーロー大全集2) [1973]


Direttamente dal Giappone mi è giunto un sorprendente regalo da un paio di cari amici (grazie Simona e grazie Jacopo!) neofiti turisti in terra del Sol Levante, degli stupendi poster e non solo di quattro serie televisive nipponiche, due anime e due tokusatsu:
Mazinga Z; Gatchaman; Super Robot Red Baron; Jumborg Ace (Jumborg 9).

Ovviamente i due anime son stati mandati in onda in Italia, ma ho scoperto che anche "Jumborg Ace" venne trasmesso nell'etere italico, anche se le notizie sono scarse:

I poster sono nuovi di pacca e misurano 51 cm x 36 cm, ripiegati meticolosamente e senza alcun danno più volte dentro il bel box in cartoncino che li ospita, e sono 28 poster fronte retro, quindi 14 fogli, ma poco sopra scrivevo "non solo", perché sono presenti anche due lunghi pieghevoli di "Mazinga Z" e dei Gatchaman!
Spettacolari i poster e spettacolari i pieghevoli a libro!

Un giudizio che debbo ribadire ogni volta riguarda l'apprezzamento delle pubblicazioni editoriali giapponesi per bambini, specialmente se paragonate a quelle italiche di qualche anno successivo.
Questa pubblicazione della casa editrice "Keibunsha" è datata 1973, ma è avanti vent'anni rispetto a quello che dal 1978 in poi le case editrici italiche, tranne qualche sparuta eccezione, rifilavano a noi fans dei cartoni animati giapponesi...
Mi chiedo quante migliaia di copie avrebbe venduto una pubblicazione simile, ma con protagonista Goldrake o Jeeg, avrebbe fatto la fortuna di chi l'avesse messa in vendita, bastava recuperare il materiale illustrato dal Giappone, ed il guadagno era fatto.

Da qui sotto in poi c'è da rifarsi gli occhi   ^_^

Come si può notare ogni poster è identificato con una lettera dalla "A" alla "N" affiancata da un "1" o un "2", come riportato nell'indice all'interno del box.
Ok, non è il Guretto e men che meno Goldrake o Jeeg, ma l'illustrazione fa la sua porca figura   :]

venerdì 18 aprile 2025

"L'America senza macchia e senza paura, a proposito di Guerre Stellari", di Serge Le Peron - "Essai" n° 1 del giugno 1978


Nella mia ricerca infinita di articoli sull'animazione giapponese sono incappato in due testate che trattavano i film d'essai, una delle due è quella di questo post, "Essai", il cui numero zero (in mio possesso) è dell'aprile 1978.
Purtroppo nessuna delle due è presente nelle emeroteche da me raggiungibili, e comunque, dove presente, la consistenza resta lacunosa.
Dato che nel numero 2 del novembre 1978 era presente un articolo sul "Festival di Fantascienza di Trieste" del luglio 1978, speravo in qualche informazioni su "Space Cruiser Yamato", purtroppo nello scritto non viene trattato minimamente il lungometraggio animato giapponese... ergo ho compiuto un altro buco nell'acqua a pagamento   ^_^
Speravo di scovare qualche articolo su qualche vecchio film d'animazione giapponese, ma la tematica "animazione giapponese", nei numeri in mio possesso, non è stata mai trattata.
Questo lo scrivo non per farmi compatire perché ho buttato qualche decina di euro per una mia passione, ma per ricordare a chi depreda le informazioni di siti gratuiti (come questo) per trasporle un po' rielaborate (talvolta neppure questo...) a scopo di lucro, che fanno un'azione un po' antipatica, diciamo così...   :]
Conscio che rammentare questo non avrà alcun effetto nei depredatori seriali. 
Detto ciò, anzi, ridetto ciò, la testata "Essai" l'ho trovata molto bella, purtroppo tratta tematiche a me un po' sconosciute non essendo un cinefilo e neppure un cinefilo d'essai, ma mi dispiaceva non mostrare nulla dei tanti scritti presenti.
Quindi ne ho scelto uno un po' più in sintonia con questo blog, "Guerre Stellari", in modo far capire come trattavano tali argomenti.

Come si può vedere il formato della rivista mensile era un po' particolare, 32 cm X 17 cm, con tre colonne scritte per pagina.
La rivista era l'organo informativo della "A.I.A.C.E.", L'associazione Italiana Amici del Cinema d'Essai, ancora esistente.
Non mi metterò a commentare l'articolo, perché il livello culturale dell'analisi è chiaramente un po' oltre le mie conoscenze, c'è da dire che non mi è parso negativo, oppure non ho capito un fico secco   :]
Qui sopra tutta la prima pagina, di seguito qui sotto le porzioni di colonne per renderlo più leggibile.

martedì 15 aprile 2025

Audience dei programmi di Rai e tv locali private dalla rivista "Altrimedia" tra gennaio 1981 e giugno 1982


Circa un mese addietro ho speso un po' di post per cercare di capire, tramite il materiale che ho accumulato in questi ultimi due decenni (soldini e giorni in biblioteca), a quanto ammontasse l'audience dei cartoni animati giapponesi, in particolare quello di "Mazinga Z":





In questi ultimi giorni ho cercato di fare un pochino di ordine tra il mio materiale cartaceo, e mi sono tornate in mano una serie di fotocopie fatte alcuni anni fa, quando ho scoperto l'esistenza dell'inestimabile testata "Altrimedia".
La parte più interessante di questo materiale di "Altrimedia" l'avevo già postata nel febbraio 2021(!), e si era un po' persa nel blog, me ne ero dimenticato pure io...  T_T
Consiglio di verificare i dati di ascolto degli anime e confrontarli con i link sopra:

Nel settembre 2023 avevo postato gli ascolti delle tv private locali dalla primavera del 1982 all'autunno del 1982:

Questo post di oggi integra i due linkati appena sopra con l'aggiunta di una parte scritta e di tabelle per il periodo di poco precedente.
Ho creato anche la "tag" "Audience anime e trasmissioni anni 70/80", tanto per cercare di non perdere pezzi nel caos del susseguirsi di post durante gli anni...
Il primo articolo di "Altrimedia" di gennaio 1981 è incentrato sull'elaborazione dei dati di ascolto delle reti Uno e Due della Rai dell'annata 1979(!), ai tempi ci voleva pazienza, sia per avere disponibili i numeri che per poterli valutare.
Quello che conta è che l'elaborazioni dei dati era basato su ascolti rilevati "minuto per minuto", ovviamente dai campioni di riferimento.
Su 6800 ore di trasmissioni analizzate la fetta dedicata ai programmi per ragazzi nella annata 1979 era del 12%, cioè 816 ore tra la Rete Uno e la Rete Due della Rai.


La particolarità dell'analisi era che si valutava la domanda e l'offerta dei vari generi selezionati, in alcuni casi l'offerta era superiore alla domanda, in altri casi no.
La tabella illustra abbastanza bene la differenza tra domanda del pubblico ed offerta della Rai per alcune tipologia di trasmissioni. 
Se per l'informazione l'offerta Rai era superiore alla domanda del pubblico, per film, telefilm e sceneggiati era grandemente inferiore, come per i varietà/quiz.
Imbarazzante la differenza tra offerta e domanda per quanto riguarda i programmi culturali/scienza/arti...
Mentre le tabelle di altri due gruppi di programmi mi hanno sorpreso non poco.
A quanto pare l'offerta di programmi sportivi era il doppio della domanda, in un periodo in cui di partite di calcio in televisione forse ne vedevi una al mese nell'arco di un anno... mi viene da pensare che il problema fosse proprio questo, gli spettatori maschili volevano vedere la partita di calcio, ma la Rai trasmetteva di tutto, tranne praticamente il calcio... ricordo l'ippica, l'hockey (assieme alla Svizzera Italiana), il rugby, ovviamente il basket, ma pressoché niente calcio in diretta.
Anche l'offerta di trasmissioni per ragazzi superava la domanda, ma, considerando che i cartoni animati erano trasmessi anche dalle tv private locali, la cosa mi pare un poco sorprendente.


Non sorprende, invece, che come emblema del 1979 per le trasmissioni per ragazzi venne scelto Goldrake, purtroppo la parte scritta dedicato a questo gruppo non fa altro che confermare ciò che più o meno già si sapeva, la fascia oraria era quella tra le 17:00 e le 19:00.