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domenica 14 settembre 2025

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 28 - settimo numero bimestrale)


Forse si sarà compreso (sia nel senso di "capito" sia nel senso più psicologico del termine), che anche solo sfogliare, non dico leggere, "Anime Cult" mi è divenuto greve... giri pagina e ti girano le ... 
Io penso che per una testata che stipendia dei dipendenti che vi scrivono e porta utili all'azienda che la pubblica, non sia vergognoso citare un minimo le fonti da cui si traggano idee, spunti, immagini o addirittura intere colonne di scritto... anzi, dovrebbe essere un fatto meritorio:
"Non vi posso riconoscere del denaro per la passione che avete mostrato nel trovare queste informazioni, ma almeno la soddisfazione di citarvi".

Quando, invece, si utilizza il lavoro altrui, spesso gratuito, per rimpolpare i propri articoli e la propria rivista senza manco degnarsi di scrivere dove è stato trovato quel materiale, i soggetti non menzionati potrebbero imbruttirsi... una volta può capitare, due, tre, quattro... però dopo un po' la cosa scoccia...
Uno si ritrova a pagare una rivista creata anche con il materiale da te riesumato (o creato, se si pensa alla foto del Televideo...) passando ore ed ore in biblioteca, comprando pacchi e pacchi di riviste completamente al buio e gli altri prendono lo stipendio e fanno gli utili?
E in più ti recensisco la rivista facendoti altra pubblicità gratuita? 
"C'ho scritto Giostengo?" (semi cit.)  ^__^



A pagina 35 si ripercorrono le polemiche giornalistiche contro l'animazione giapponese in Italia, in particolare quelle della primavera 1980, citando, oltre allo stramega famigerato articolo di Silvero Corvisieri su "La Repubblica (7 gennaio 1979), tre articoli successivi:

"Per chi li ha portati in Italia è una crociata contro i fantasmi", di Marcello Sorgi (intervista a Nicoletta Artom) - "Il Messaggero" 10 aprile 1980 

“Vincono in televisione i genitori anti-Goldrake”, di Lidia Golinelli - “Il Resto del Carlino” 20 aprile 1980

"Viva Goldrake", lettere al direttore - L'Occhio 11 giugno 1980

Fonte?
Da questo momento in poi la fonte, per tutti quelli che leggeranno per la prima volta questi articoli, sarà "Anime Cult" della Sprea!
Dopo il danno, la beffa... ovvero, cornuto e mazziato   ^_^


Purtroppo all'esordio di "Anime Cult" parte del materiale da me riesumato è finito nello loro grinfie, quindi ormai lo considerano riesumato da loro  ^_^


Tra quel materiale, però (a memoria), non c'era l'articolo de "L'Occhio", perché ho scoperto la testata in seguito, quindi la mezza colonna che riporta la lettera di chi difendeva Goldrake, posso ragionevolmente affermare (la redazione è andata in emeroteca a recuperare quel materiale già riesumato da me?) che l'abbiano letta su questo blog:

Tranquilli, di articoli da cui prendere spunto e citazioni più o meno corpose ne avete a tonnellate:

Per fortuna ho un lavoro e non debbo ridurmi a questi espedienti per portare a casa la mensilità  :]

Qui sotto le scan più in dettaglio.

venerdì 12 settembre 2025

Rivista "Mediabook: sintesi trimestrale di prezzi, formati e dati di lettura ed ascolto dei principali mezzi pubblicitari" - n° 1 ottobre 1982 (solo parte dedicata alla televisione)


Nel precedente post mi ero rammaricato che una testata come "Andersen il mondo dell'infanzia" non fosse stata pubblicata dal 1978, visto che avrebbe potuto renderci molte più informazioni sull'avvento animazione in Italia, ma almeno la si può consultare in emeroteca.
Stavolta il rammarico è doppio, in quanto la testata "Mediabook" iniziò le pubblicazioni con questo numero di ottobre 1982, quindi lasciando senza analisi dei dati tutto il periodo precedente e in più non è assolutamente consultabile in nessuna emeroteca, se non per numeri sporadici.
Io ho comprato questo primo numero completamente a caso, senza sapere manco cosa fosse... sul web non si trova pressoché nulla... un vero peccato.
Pure la tanto osannata IA, che pare onnisciente ti risponde, se cerchi "Mediabook rivista"...
"Mediabook rivista" non sembra riferirsi a una rivista specifica, ma più probabilmente all'azienda Mediabook srl con sede a Castelnovo di Sotto (Reggio Emilia), che è attiva nel settore dei libri e potrebbe pubblicare materiale o essere associata a pubblicazioni.

Chiaramente era una rivista di settore, a beneficio delle aziende pubblicitarie, ma dopo quattro decenni i dati ivi contenuti, specialmente per chi ha le conoscenze per valutarli al meglio, sono di un valore assoluto.
Praticamente in questo numero c'è una mini radiografia dei network televisivi appena pre monopolio Fininvest.


Qui sopra ciò che scrisse il lungimirante editore e ideatore di "Mediabook", Gian Marco Bragadin.


Il primo numero prese in esame tutti i media su cui si poteva fare pubblicità: quotidiani; settimanali; mensili; televisioni; radio; cinema; affissioni.

Visto lo scopo del blog, inserisco solo la parte riguardante le televisioni, a parte un paio di pagine introduttive.

martedì 9 settembre 2025

"Mappa dell'editoria periodica per ragazzi in Italia", di Gianni Bono - "Andersen il mondo dell'infanzia" n° 3 aprile/giugno 1983 (rivista Candy Candy + Cartoni in TV)


Se la testata "Andersen - il mondo dell'infanzia" fosse esistita già dal 1978, avremmo un sacco di articoli seri e di dossier sull'arrivo dell'animazione seriale nipponica in Italia, purtroppo venne pubblicata a fine 1982...
Visto che ho già dedicato alcuni post a "Candy Candy", magari li chiudo con questo dossier sull'editoria periodica per ragazzi/e, con tanto di intervista ad alcuni dei direttori delle testate, tra cui la direttrice proprio di "Candy Candy" della Fabbri.


L'autore del dossier è Gianni Bono, che direi è qualcosa di più che autorevole in questo campo, sul blog ci sono altri post su suoi scritti:






Il dossier è diviso in due parti, nella prima sono riportati i dati delle riviste per ragazzi/e, nella seconda ci sono le interviste ai direttori di alcune testate.
Purtroppo nei dati mancano le tirature, che allora come oggi paiono esser top secret  :]
Nel tempo ho accumulato vari posti su una parte di queste testate:




domenica 7 settembre 2025

Candy Candy mas bonita cuando sonrie


TITOLO: Candy Candy mas bonita cuando sonrie
AUTORE: Jose Amtonio Godoy
CASA EDITRICE: Diabolo Ediciones
PAGINE: 304
COSTO: 27,95€
ANNO: 2025
FORMATO: 25 cm X 18 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788419790736


Sono ormai abbastanza conscio di aver difficoltà a resistere all'acquisto di materiale editoriale, ne è una prova questo libro spagnolo, portato a casa perché, nel sfogliarlo, ho trovato una mini sezione dedicata al merchandising italiano, oltre a quello ispanico.
Ero curioso di capire chi, come per altre serie animate giapponesi, importò da chi il materiale editoriale che si trovava in commercio ai tempi. Alla fine non è che io abbia scovato chissà quali informazioni sconvolgenti, ma un paio di curiosità sulla saggistica in generale le ho trovate.
Ovviamente non ho letto il libro, se non nelle parti che ritenevo interessanti, ed ovviamente mi son fatto aiutare dai vari traduttori disponibili.
La prima cosa che mi è saltata all'occhio è la strabordante presenza di immagini, a cui, in confronto, un qualsiasi libro della collana "Ultrashibuya" pare "Il Signore degli anelli"...
Delle 304 pagine totali, ben 68 pagine presentano un'immagine a tutta pagina, quindi zero scritto;
Delle 304 pagine totali, addirittura 170 (e passa) sono di immagini, sommando quelle a pagina piena alla marea di mezze pagine ed anche più di mezza pagina...
Sarebbe facile calcolare che se le immagini contano 170 pagine, il restante fino ad arrivare a 304 sia di scritto, in realtà non è così, in quanto la parte scritta è così tanto dispersa nel libro, che risulta poco valutabile con precisione. Forse la metà delle pagine del libro?
Delle 304 pagine totali, solo 8 pagine contengono solo scritto che compre tutta la pagina senza immagini, grandi o piccole che siano, e ci ho messo dentro nel conteggio pure la pagina dei ringraziamenti!
La cosa che editorialmente ho apprezzato, cosa rara in Italia, non saprei se lo sia anche in Spagna, è che il libro ha una bella e solida copertina rigida.
Per il resto questa pubblicazione è l'antitesi dell'approfondimento saggistico   ^_^
Aggiungo che, a differenza della collana "Ultrashibuya", il libro presenta la bibliografia e pure la sitografia, la cui lettura lancia qualche squarcio sulla carenza di fonti cartacee ispaniche, ma ci torno a fine post.

Il titolo presenta una citazione nota anche in Italia: 
Candy Candy mas bonita cuando sonrie = Candy Candy è più bella quando sorride.

Mi pare fosse una battuta di Anthony, ma potrei sbagliare  :]
L'autore è nato nel 1980, cioè quando "Candy Candy" veniva trasmessa in Italia, è questo il suo primo libro: PRESENTACIÓN de "CANDY CANDY Más Bonita Cuando Sonríe" con José Antonio Godoy





Il sommario del libro è un pelino poco descrittivo, mancano i vari paragrafi e non può render conto del mostruoso numero di pagine presenti.


Ecco un paio di esempi del numero di immagini e di quanto lo scritto sia sacrificato.
Come si può vedere nella doppia pagina più in alto, la pagina di sinistra ha un'immagine che è più di mezza pagina, quella di destra è di mezza pagina, quindi lo scritto di due pagine è meno di una pagina. 
Questo è il motivo per cui affermo che è arduo calcolare quanto si legge realmente spendendo 27,95 euro...

giovedì 4 settembre 2025

Cara Candy Candy" (lettere a Candy) - "Il giornale dei genitori" febbraio 1982

Proseguo il mini excursus epistolare su "Candy Candy". i precedenti post sono:


I due articoli sopra nascevano dalle lettere che i giovani telespettatori e telespettatrici inviarono alla redazione di "Telepiù" per proporre il proprio finale preferito, in pratica della pre-fanfiction.
Questo articolo dell'autorevole testata a tema scolastico "Il Giornale dei Genitori" propose una serie di stralci di lettere a Candy, in realtà non ho ben compreso finale dello sc ritto, anche perché l'incipit è assai equivoco:
"Qualche volta le lettere sbagliano indirizzo. O, anzi, indovinano proprio quello giusto! Ecco le lettere (vere, false, inventate, reali, chissà) che un'ammiratrice di Candy Candy ha scritto alla sua eroina."

Le lettere parrebbero scritte troppo bene per essere di una bambina di otto anni, però potrebbe aver avuto la mamma come correttrice di bozze, d'altro canto mi pare arduo che un adulto conoscesse i particolari della trama di singoli episodi, ma magari con l'aiuto di una figlia fan dela serie... se non fosse per le ultime missive qui sotto che paiono svelare l'età dell'autrice...   :]

mercoledì 3 settembre 2025

Telepiù dal 14 al 20 febbraio 1981 n°7 - "Candy Candy si sposa sulla mia tv preferita" (concorso)


Dopo la lettura del saggio ""Candy Candy Revolution", in cui viene trattato anche il finale italico modificato, ho provato a cercare qualche riscontro sulla carta stampata del periodo, inerente il come e il perché gli adattatori nostrani spinsero Candy tra le braccia di Terence, specialmente nel lungometraggio.
Il precedente post era su un "Telepiù" di due settimane prima rispetto a questo:

Stavolta ho recuperato un breve articolino che annuncia una nuova iniziativa su Candy, ma ci torno poco sotto.
Il numero presenta un certo numero di redazionali interessanti, in primis l'annuncio del telefilm di "Batman" con Adam West   ^_^
Le tv private sono proprio quelle che preferisco, cioè del milanese, quindi mi ci raccapezzo meglio con nomi delle emittenti e programmi trasmessi, il "Telepiù" linkato sopra riportava le emittenti del nordest Italia.


Stavolta si prometteva alle autrici delle lettere alla redazione di "Telepiù", premiate nel numero 5 (linkato sopra), di raccontare sulle tv private locali il loro auspicato finale per Candy, quindi con Terence, a quanto pare   :]
Sarebbe bello capire se poi la cosa ebbe un reale sviluppo televisivo, visto nel nello stesso scritto si mettono un pochino le mani avanti.
Sinceramente io non ricordo minimamente di aver visto una mia coetanea su "Teleradio Reporter" raccontare il suo finale personale di "Candy Candy".


Come iniziare se non con un
Nana nana nana nana nana nana nana Batman!!!

^____^

Uno o due anni addietro mi hanno prestato i BR della serie tv, li ho apprezzati parecchio, assai divertenti, avrei in serbo un post con varie curiosità, mi ci devo impegnare un po'   ^_^

Il lungometraggio del Batman di Adam West è recensito al link qui sotto:

martedì 26 agosto 2025

Telepiù dal 31 gennaio al 6 febbraio 1981 n° 5 - "Candy Candy si deve sposare" + 4 "Teleproteste"


Nel precedente post ho recensito un saggio su "Candy Candy", in cui viene trattata la questione del cambio di finale in Italia, in cui Candy viene buttata tra le braccia di Terence per un futuro matrimonio, mentre il finale nipponico resta aperto, senza alcun vincolo sentimentale certo per la biondina tuttalentiggini:

Ma perché e come in Italia il finale venne modificato in modo da far credere alle giovani telespettatrici e giovani telespettatori che Candy e Terence potevano rimettersi assieme?

Nelle settimane precedenti la redazione di "Telepiù" aveva indetto un concorso per far scrivere il proprio finale preferito alle appassionate e agli appassionati della serie, con questo numero di fine gennaio ed inizio febbraio venivano pubblicate alcune lettere e le vincitrici/vincitori del concorso.
Ci metto anche il maschile, perché anche i maschietti scrissero le proprie lettere con il finale alternativo/preferito (io non ne avrei mai avuto il coraggio...).
In un primo momento volevo inserire solo l'articolo su Candy e il suo matrimonio, ma poi mi è sembrato più interessante postare tutto il numero di "Telepiù", comprese quattro "Teleproteste" inerenti la programmazione televisiva dei cartoni animati giapponesi.
Il numero in questione presenta vari articoli, tra cui uno sul telefilm "Dallas" ancora alla "Rai", uno su una trasmissione "Rai" condotta da Pippo Baudo e Barbara D'Urso, un'intervista alla coppia Vianello e Mondaini, infine un paio di articoli su trasmissioni delle tv private locali, tra cui uno sulle sigle televisive disegnate dai bambini.



La rubrica "Teleproteste" aveva lo scopo di esprimere il proprio dissenso rispetto ai palinsesti delle tv private e della Rai, nel numero ne sono presenti ben quattro:
Cara, crudele mamma Rai...
Liti in famiglia
Daitarn III a grande richiesta
Ufo Robot in estinzione?

Il primo dimostra che alla fine, per quanto non fosse facilissimo da seguire in quanto a trama e ritmo, Capitan Harlock aveva un suo zoccolo duro di appassionati, una bambina, tra l'altro.
Il secondo ci ricorda che lo streaming è una manna, come lo è stato il videoregistratore prima e le VHS/DVD dopo. Chi non c'era davanti alla televisione non può capire le scelte drammatiche che ci trovavamo a fare ogni santo giorno
Il terzo mi fa sorgere un dubbio sul tasso di natalità di Belvedere nel mantovano, 100 ragazzi in un paesello di 700 anime?
L'ultimo dimostra che pure noi ci eravamo accorti che la Rai, all'inizio del 1981, aveva un po' molato le serie robotiche. Molto bello il disegnino   :]


Parafrasando Manzoni: "Questo matrimonio s'ha da fare!"  ^_^

Chissà se il secondo lungometraggio italico di "Candy Candy", con il finale che vira sul legame affettivo tra Candy e Terence, venne approntato ed impacchetto a causa di queste lettere/desideri:


Si noti che il primo è un maschietto, è anche l'unico tra quelli presenti.

domenica 24 agosto 2025

Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti





TITOLO: Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti
AUTORE: Ariase Barretta
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 195
COSTO: 16 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9888862889391

(ringrazio Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita del libro)

La particolarità di questo saggio è che non ci troverete le sinossi degli episodi, le biografie delle due autrici, curiosità varie, il raffronto tra romanzo (link 1 - link 2), manga ed anime etc. etc. etc, ma solo una valutazione psicologica e comportamentale dei personaggi, lo si intuisce dal non consueto sottotitolo:
"Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti"

La terminologia è sovente tecnica, sempre sul versante psichiatrico/psicologico/psicosociologico, quindi, se non si è del ramo, bisogna prendere atto dello scritto senza chiose, cosa che farò anch'io nella recensione. E' stato interessante leggere queste valutazioni comportamentali dei personaggi, con tutti i vari intrecci reciproci. 
Noto che nella biografia dell'autore non è presente una laurea o una attività nel campo della psicologia/psichiatria/sociologia, la sua attività professionale è legata alla traduzione della letteratura ispanoamericana.
Sono riportati varie frasi dei personaggi, e su questo sono fatte le valutazioni tecniche di cui sopra, solo che in Italia non abbiamo mai goduto di un adattamento dell'anime fedele all'originale e l'unica versione del manga arrivata fu quella della "Fabbri Editore" (Fabbri 1 - Fabbri 2), quindi, mi chiedo, e se il senso delle frasi riportate vennero stravolte dagli adattatori?
Annoto qualche refuso e circa 33 pagine di immagini (in bianco e nero), tra quelle a pagina piena ed altre a mezza pagina.
Si sarebbero potute, forse, ridurre o eliminare le immagini, in modo, per esempio, da inserire un riepilogo un po' meno succinto della serie di quello presente nel primo capitolo, che se è stato inserito per rinfrescare la memoria a chi non si ricorda più molto dell'anime, non coglie molto l'obiettivo.
Tra i tanti temi trattati nel primo capitolo c'è quello del finale modificato in Italia, l'autore spiega che gli adattatori vennero in contro ai desideri delle telespettatrici. A memoria, magari ricordo male, venne messo in atto un certo tipo di sondaggio tramite varie riviste televisive, allo scopo di far esprimere le appassionate sul finale che avrebbero preferito:

Il libro non contempla solo le analisi psicologiche dei personaggi, ma presenta anche due "inserti" con i commenti in prima persona di Annie e Patty a fine di ogni capitolo (consultare il sommario a fine post):
La rubrica di Annie; A lezione da Patty.

Queste parti cercano di spiegare aspetti storici e sociali del mondo reale in cui si muovevano i personaggi dell'anime, mi è parsa una buona idea, tanto per contestualizzare il tutto. Per esempio il primo contributo mi toglie un dubbio che avevo da sempre: 
ma si può adottare un orfano e poi farlo lavorare come uno schiavetto?

L'unico aspetto che non ho gradito è che l'autore non spiega "lui" questi approfondimenti, ma li fa scrivere direttamente ad Annie e Patty, quindi una specie di fanfiction, dove le due ragazze si perdono anche in vari commenti sui fatti accaduti nella serie. Ovviamente i commenti sono inventati, cioè fanfiction, che io non apprezzo molto, mie gusti personali. Il tutto l'ho trovato un po' dispersivo.
Non ho più 10 anni, lo capisco che non sono Annie e Patty a spiegarmi questi approfondimenti storici, sociali e di costume  :]
Ogni successivo capitolo al primo psicanalizza un personaggio, iniziando da Candy. L'autore, per far capire che alla fine Candy non era poi così piagnucolosa come la accusavano gli adulti, mette tutte in fila le vicissitudini che ha dovuto subire, fanno veramente impressione... come ripeto sempre io seguì la serie (senza mai dirlo a nessuno in cortile o a scuola) fino a quando Candy inizia a studiare da infermiera, poi mi stufai proprio per questa sequela infinita di sfighe megagalattiche...
Annoto che le valutazione sulla personalità di Candy annoverano solo pregi, è possibile che non avesse difetti?
Il terzo capitolo è dedicato ad Iriza, io mi sarei limitato a scrivere "è una merda colossale", capisco che non sia possibile, ma resta una "merda colossale" anche dopo aver letto il perché fosse una cosi colossale merda...

sabato 23 agosto 2025

"Bia, la sfida della magia" - Stralci degli episodi 41, 47 e 50, trasmessi sulla "Rete 2 Rai" il 21, 28 aprile e il 5 maggio 1981 + finale della rubrica "Il Pomeriggio"


Sono incappato (non tramite il web) in quattro stralci di tre episodi (quindi due stralci son della medesima puntata) di "Bia, la sfida della magia" della prima trasmissione nel 1981 sulla "Rete 2 Rai".
Le puntate sono:
n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981;
n° 47 "Primavera in barca a vela", trasmessa il 28 aprile 1981 (due stralci);
n° 50 "La borsa volante", trasmessa il 5 maggio 1981.

Dopo la fine delle puntate 41, 47 e 50, ci sono i saluti da studio della rubrica contenitore "Il Pomeriggio", con sigla finale della stessa.
Gli stralci sono sempre le parti conclusive dell'episodio, con la sigla di chiusura per le puntate n° 41 e 50, per l'episodio 47 sfumarono il finale passando direttamente in studio.
Purtroppo non ho rinvenuto informazioni su questa rubrica "Il Pomeriggio", dove era inserita alle 17:30 "Bia, la sfida della magia", almeno per la prima tranche di 52 episodi (marzo/maggio). 
La rubrica pomeridiana della Rai non conteneva programmi esclusivamente per bambini/ragazzi, ma attualità, sceneggiati, collegamenti in diretta da vari studi della Rai per vari eventi, dirette di manifestazioni sportive. Da quello che si capisce ascoltando la conduttrice, venivano coinvolti numerosi studi televisivi della Rai, ubicati un po' in tutta Italia, in base all'evento o più eventi che venivano commentati.
Ovviamente nel registrato c'è il classico logo "RAI" che si sposta ai quattro lati dello schermo. 
Dato che ormai, appena ti permetti di datare una trasmissione di cartoni animati giapponesi, vieni sommerso da critiche (o peggio) pure da chi manco esisteva quando quel cartone veniva trasmesso, ho cercato di verificare se la datazione presente sulle fonti note, cioè su Wikipedia/riviste tv (Radiocorriere TV; TV Sorrisi; etc.), fossero corrette.
Devo ammettere che è stato anche divertente fare questa ricerca incrociata, che grazie a qualche commento fatto in studio durante la chiusura de "Il Pomeriggio", mi ha permesso di confermare ciò che è riportato dalla fonte dell'immagine sopra di Wikipedia":

Riguardo all'impatto giornalistico di "Bia" ho inserito cinque articoli nel precedente post:





Qui sopra inserisco le sinossi degli stralci dei tre episodi rinvenuti (41, 47, 50), tanto per far capire, vedendo i video, che le puntate sono individuate correttamente.
La fonte è linkata qui sotto:



         

Parte finale dell'episodio n° 41 "E' fuggito un orso", trasmessa il 21 aprile 1981, più l'inizio della sigla di "Bia", con chiusura della puntata n° 118 de "Il Pomeriggio".
Spesso chioso su come vedessimo male i cartoni animati giapponesi sulle tv private (link), stavolta la qualità è ottima, in primis perché comunque era un segnale della Rai, comunque penso che non fosse una registrazione originaria dalla televisione (poi riversata), visto che siamo nel 1981 e i videoregistratori erano cosa rara.
Dopo il finale di "Bia" e la sigla non completa, si torna in studio, e due su tre conduttori/giornalisti stanno facendo una cosa che a vederla oggi, anche se il video te l'ha ricordata, ti lascia spiazzato: fumavano...

Con il loro bel(?) portacenere di fianco, e con il terzo conduttore/giornalista che forse manco riusciva a respirare con i colleghi che lo affumicavano... tante cose son peggiorate, forse in qualcosa siamo migliorati   ^_^
Il conduttore/giornalista commenta la manifestazione milanese della "Fiera Campionaria", che apriva verso metà aprile (pioggia... pioggia... pioggia...), la cui importanza possono capirla solo i milanesi e limitrofi, era un avvenimento unico, dentro cui trovavi pressoché tutto, ricordo weekend divertentissimi. Purtroppo venne chiusa nel 1990...
Ho cercato info sui dibattiti citati dal giornalista/conduttore ed ho trovato un riscontro in un documento del 1982 della stessa "Fiera di Milano", in cui si dava conto degli eventi svolti nel 1981, tra cui la "Fiera Campionaria" e i convegni citati:
Edilizia aperta per gli anni 80;
Giornata medica idroclimatologica;
Convegno Fin-Africa;
Incontro dei Maestri del Lavoro.

domenica 17 agosto 2025

5 articoli su "Bia la sfida della magia" da febbraio a maggio 1981

("Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981)

Il perché inserisco cinque articoli che trattano sia l'esordio di "Bia" che un minimo di valutazione durante la sua trasmissione, lo si capirà, se mi riesce di preparare bene un successivo post, più avanti, resta che la streghetta trasmessa dalla "Rete 2" della Rai ebbe un notevole impatto (per un verso sulle femminucce, per un altro verso sui maschietti) sui giovani telespettatori del periodo. 
Avevo già postato un paio di articoli su "Bia, uno di esordio televisivo ed uno dell'autunno 1981:


I quattro articoli che inserisco questa volto sono:
"Bia la sfida della magia" - Telepiù 28 febbraio/6 marzo 1981

“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni  n° 9 dal 1 al 7 marzo 1981

"Tremate tremate le streghe son tornate", di Carlo Bressan - "Radiocorriere TV" dal 1 al 7 marzo 1981

"La streghetta con l'ombrella" - "Il Giornalino" 8 marzo 1981

"I serials della tv dei ragazzi: Bia, le streghe", di Mariolina Gamba - "Rivista del Cinematografo" maggio 1981

I primi quattro sono anticipazioni per l'esordio televisivo, il quinto è di commento sulla serie e sul genere maghette/majokko.
Il primo articolo che ho rinvenuto (salvo mie dimenticanze sul mio stesso materiale) è quello di "Telepiù"), che oltre a qualche immagine riportava in maniera stringata la trama della serie.
Si noti come siano riportati correttamente il numero degli episodi della prima tranche trasmessa dalla Rai, 52, poi dall'autunno si vedranno i restanti, tranne quelli che non vennero trasmessi perché considerati (forse non del tutto a torto) con contenuti non adatti per i giovani telespettatori italici. A mio avviso, piuttosto che martoriare un singolo episodio con vari tagli, è meglio non trasmetterlo proprio.
Per il resto la serie, che vedevo occasionalmente e che non ho mai più rivisto, non mi pare subì censure nelle singole puntate trasmesse. Lasciarono, incredibilmente, tutto il pre-fanservice di Bia e gli assalti di Ciosa...


(“Bia una streghina di 15 anni", di Paolo Cucco – TV Sorrisi e Canzoni dal 1 al 7 marzo 1981)

Come spesso accadeva, anche grazie al maggiore spazio, "TV Sorrisi" dedicò ben quattro pagina alla nuova esordiente pomeridiana della "Ree 2" della Rai, se ne occupò, come spesso accadeva, Paolo Cucco.
Essendoci un po' più di scritto, è possibile fare qualche considerazione sulla serie in questione e sulla situazione dell'animazione televisiva nipponica in Italia nella primavera del 1981.
La cosa divertente è che si fa passare i giapponesi come sfruttatori dei bambini, usati solo per vendere merchandising tramite i cartoni animati, che è la stessa cosa che faceva la "Sacis" e tutte le televisione e le aziende italiane soprattutto da "Sandokan" in poi.
Fu proprio Paolo Cucco tra i primissimi a veicolare la bubbola dei cartoni animati giapponesi fatti al computer, ed in questo articolo lo ribadisce, anche se forse non fu il primo in assoluto:

Viene annotato che gli anime robotici stavano passando di moda, ormai avevano saturato il mercato per il giornalista. Forse in parte era vero, ma sulle tv private locali imperversano ancora, era la Rai, anche per le polemiche contro Goldrake e Mazinga, che decise di virare su personaggi più soft.
Il blog è pieno di articoli del periodo che attestano questa scelta editoriale della Rai (basta aver la voglia di cercarseli e di leggerli).

giovedì 14 agosto 2025

Fiabe e leggende Studio Ghibli



TITOLO: Fiabe e leggende Studio Ghibli
AUTORE: Ippei Otsuka
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 310
COSTO: 17 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 988885457805


Ringrazio Massimo Nicora per avermi sottoposto l'uscita del seguente titolo (mi fa spendere un sacco di soldi...).
L'idea del libro l'ho trovata molto interessante, visto che nella saggistica sullo "Studio Ghibli" è sempre piena di rimandi agli scritti che hanno ispirato questo o quel film, avere la possibilità di leggerli è un buon tassello che ne aiuta la comprensione. A maggior ragione perché questi scritti riportati nel libro non sono stralci dei classici romanzi iper citati, ma piccoli racconti più o meno conosciuti (almeno come citazione) che magari son pure poco agevoli da rintracciare, cosa che per noi ha fatto Ippei Otsuka.
In pratica ogni scheda è preceduta da una brevissima (troppo spiccia, forse) introduzione "A proposito...", in cui si illustra il film e si spiega quale scritto è stato inserito come ispirazione del film in oggetto. 
Una piccola critica nasce dal fatto che non sempre, dopo aver letto le varie non usuali fonti di ispirazione, poi si capisce quale sia stata scelta... forse, sotto al titolo del brano, si poteva scrivere qualcosa in più che facesse da riferimento all'introduzione appena letta.
Per esempio per il film della "Toei" del 1969 "Il gatto con gli stivali" nell'introduzione si fa riferimento alle varie versioni della fiaba (anno 1550, 1634, 1697, 1797), ma poi quale di questa ci viene fatta leggere?
Immagino sia quella di Perrault del 1697, ma non lo si poteva riportare  tra parentesi sotto al titolo?
Per "Conan il ragazzo del futuro" stranamente non si cita neppure nell'introduzione il romanzo "The incredibile tide" (l'unico che ho letto come fonte miyazachiana, molto tempo addietro), ma un racconto sull'isola di Gunkanjima, a cui Miyazaki si è/sarebbe ispirato per tratteggiare Indastria. Solo che non si capisce da cosa è tratto questo scritto, una memoria? Un racconto? Un fatto storico? 
Ho cercato informazioni on line, ma non ho trovato nulla.

La scelta dei temi riportati è sempre molto particolare, per esempio per "Il castello errante di Howl" viene inserita la fiaba russa "Vassilissa la bella" oppure per "Arrietty" la leggenda  del folklore irlandese "Un prestito fatato". Per "La grande avventura del piccolo principe Valiant" si riporta un racconto degli Ainu.
Ovviamente sono riportati nell'introduzione (tranne per "Conan il ragazzo del futuro") anche i titoli dei romanzi maggiormente riconosciuti, ma l'autore si focalizza su questi scritti magari meno noti.
Più di un film è accompagnato da più scritti, fino ad un massimo di  quattro ("Principessa Mononoke" e "La città incantata"). 

Per evitare di doversi basare solo sui miei vaneggiamenti, riporto qui sopra la parte in cui l'autore spiega questa sua scelta.
Una cosa che mi pare di aver notato è che in fase di traduzione è rimasto chiaro che l'autore si rivolgeva ai suoi connazionali nipponici, lo si capisce quando, per illustrare il film di "Kiki delivery service", si tratteggia la figura della Befana, che per noi italiani non sarebbe stato necessario più di tanto spiegare, non in quel modo, ma per i giapponesi si. Infatti come fonte di "Kiki" viene inserito lo scritto "La notte dell'Epifania", che probabilmente avrò letto alle elementari.
Consultando l'indice del libro qui sotto si potranno leggere i titoli degli scritti riportati come fonte di ispirazione del film o di singole scene. 

Mi pare di aver notato una piccola imprecisione, quando a pagina 225 (nel capitolo su "Porco Rosso") si afferma che nel 1949 "I fratelli Dinamite" di Toni e Nino Pagot fu il primo lungometraggio animato italiano, ma la primogenitura andrebbe ascritta ex equo anche al film "La rosa di Bagdad".
Forse questo errorino si poteva correggere in fase di traduzione. 
Per il resto mi è parso un buon titolo che porta delle informazioni in più, cioè la lettura delle fonti, non rielabora quelle già lette e rilette.

martedì 12 agosto 2025

Film di arti marziali presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" dal 1934 al 1986 - seconda parte: volumi dal 1977 al 1986


Mi è sembrato il caso di non inserire di nuovo la lunga e tediosa premessa e spiegazione del post sulle schede dei film di "arti marziali" presenti nel volumi di "Segnalazioni Cinematografiche", le si può leggere nel precedente post:

(stamattina ho aggiunto "Watari ragazzo prodigio" al primo post, me lo ero dimenticato!)

Le immagini con l'elenco di tutti e 184 i film rinvenuti (sperando di non aver dimenticato altro) li ho messi a fine post ;)
Piccola annotazione: 
poco più sotto (sesta e settima scan qui sotto) si può notare che anche la redazione faticava a trovare informazioni sui film che recensiva, infatti inserirono una serie di film con "DATI INCOMPLETI", tra cui ben due di arti marziali.

Nel precedente post (link qui sopra) avevo ribadito che la prassi italica di inventarsi i titoli dei film di sana pianta e di creare film di montaggio non nacque con i lungometraggi animati nipponici, ma era una prassi consolidata dei nostri importatori. 
L'ennesima prova la si ha in questi film di arti marziali, dove, dopo la morte di Bruce Lee avvenuta nel luglio del 1973, gli importatori italici decisero di cacciare dentro nel titolo il defunto maestro del kung-fu anche quando il film non lo prevedeva. Inoltre inserivano stralci di altri suoi film, totalmente fuori contesto rispetto alla trama, tanto che pure i recensori di "Segnalazioni Cinematografiche" se ne accorgevano.
Il tutto per spingere al cinema i cultori di Bruce Lee, poi è ovvio che ti creavano "Daimos, il figlio di Goldrake" anche se Actarus, per quanto ne sappiamo, ai tempi mai aveva procreato...
Nel primo post (sempre primo link in alto) i titoli dei film in cui inserirono proditoriamente Bruce Lee furono relativamente pochi, solo 6 su 97 schede presenti dal 1969 al 1976:
Sulle orme di Bruce Lee (vol. 78 anno 1975);
Bruce Lee (vol. 79 anno 1975);
L'erede di Bruce Lee (vol. 79 anno 1975);
Goodbye, Bruce Lee, nel suo ultimo gioco della morte;
I fratelli di Bruce Lee (vol. 80 anno 1976);
Era più violento ed implacabile di Bruce Lee (vol. 80 anno 1976).

Il boom dell'inganno esplode dal volume 82 del 1977, il numero dei film in cui inserirono il nome di Brucee Lee fa fin impressione, ben 35 titoli su 87 film di arti marziali!
Il 40% dei titolo dei film presenti nei volumi di "Segnalazioni Cinematografiche" degli anni dal 1977 al 1986 contenevano "Bruce Lee" come richiamo!
Ovviamente in alcuni di questi il titolo sarà stato anche coretto, ne ricordo almeno 3 o 4, ma la restante trentina?
Se nei 6 titoli dei volumi dal 1969 al 1976 scopriamo che Bruce Lee aveva un erede, cosa anche scontata, ma anche dei fratelli e c'era pure chi era più violento di lui, negli altri 35 titoli la fantasia dei titolatori italici si sbizzarrì...
Intanto Bruce Lee non era molto mite, in quanto era incline alla:
vendetta; ira; furia selvaggia; furore; l'ira del drago; l'urlo terrorizza.

Bruce Lee aveva, oltre a figli e seguaci, anche una sorella.
Lo fecero combattere anche contro i superman.

Bruce Lee era:
super drago; tigre ruggente (due volte...); indistruttibile; il maestro; la bestia umana; supercampione; tigre indomabile; re del kung-fu; immortale; leggendario; invincibile maestro; immortale campione.

Bruce Lee aveva:
mano spietata; il colpo segreto; il colpo maestro; la selvaggia mano; il colpo che frantuma

Ovviamente il post termina con l'arrivo di Hollywood nel genere "arti marziali" con i film di "Karate Kid" ed inizia a mostrarsi anche Jacky Chan.



Guarda caso il primo  titolo del volume del 1977 presenta proprio Bruce Lee  :]

Lascio agli interessati la consultazione delle schede.