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giovedì 23 dicembre 2021

Toyota, la fabbrica della disperazione - Diario di un operaio stagionale




TITOLO: Toyota, la fabbrica della disperazione - Diario di un operaio stagionale
AUTORE: Satoshi Kamata
CASA EDITRICE: Edizioni Punto Rosso
PAGINE: 218
COSTO: 18 
ANNO: 2021
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile on line
CODICE ISBN: 978883512735


Quando ho scoperto on line la pubblicazione di questo libro mi è sorto il dubbio che potesse non essere recente, ma non ho trovato notizie in merito, quindi l'ho acquistato lo stesso. Infatti venne pubblicato in Giappone nel 1973 e in Francia nel 1976, ma a quanto pare mai in Italia...
Sebbene racconti un'epoca ormai strapassata, ritengo sia lettura utile, anche perché la catena di montaggio in fabbrica esiste ancora, e se di certo non è più rappresentata dal caos e l'insicurezza descritti da Satoshi Kamata, non è un lavoro invidiabile.
Parlo per esperienza personale, in quanto per alcuni anni ho svolto occasionalmente dei lavori con i tempi dettati da una macchina, ed è una attività assai stressante. Ricordo bene come le colleghe che si occupavano tutto il giorno di queste lavorazioni ad inizio orario di lavoro riuscivano a reggere i tempi della macchina, dopo pranzo si notavano i primi cedimenti, ma spesso nell'ultima ora scoppiavano, letteralmente. Non era mancanza di impegno (tutte gran lavoratrici), ma era un crollo fisico e psicologico, che nel mio piccolo ho vissuto anch'io. Poi, per fortuna, non lavoravamo alla Toyota descritta nel libro, quindi non ci facevano restare oltre l'orario a recuperare quello che non avevamo prodotto nelle otto ore...
Benché vengano descritte situazioni risalenti al 1972 e 1973 trovo il libro meritevole di essere letto perché esistono molti libri (ed articoli di giornale) che portano ad esempio la Toyota, sia come produttività che come qualità, ancora oggi viene portata ad esempio nelle aziende per i suoi metodi innovativi, ma nessuno racconta a discapito di chi vennero messi a punto.
Non viene mai raccontato neppure il basso livello qualitativo dei prodotti, sempre messi in secondo piano rispetto alla produzione, mentre la sicurezza degli operai non neppure valutata.
Da considerare che quando venne pubblicato il libro la Toyota era il terzo produttore di auto al mondo, oggi è il primo, e tutte le altre case automobilistiche (e non solo quel settore) hanno copiato il metodo Toyota. 
Immagino che stare alla catena di montaggio alla Fiat nello stesso anno in cui ci lavorò Satoshi Kamata non era uno passatempo, ma ritengo che il livello di sfruttamento della mano d'pera messo in atto dalla Toyota fu largamente disumano.
Sommamente istruttivo il ruolo del sindacato aziendale della Toyota, i cui dirigenti erano in gran parte capireparto e dirigenti dell'azienda, in un contesto giapponese in cui già protestare era considerato poco in sintonia con la concordia generale.
Quindi un operaio avrebbe dovuto porre un problema alle medesime persone che nelle otto ore incentivavano e davano direttive sull'aumento della produzione a discapito di sicurezza e salute (ed anche della qualità della produzione).



Il libro è scritto in forma di diario (metto qui sopra la prima pagine tanto per renderne l'idea), ogni giorno riportato contiene il vissuto dell'autore nei sei mesi in cui venne assunto come operaio stagionale alla catena di montaggio che si occupava di assemblare le scatole del cambio.

Il lavoro era così duro che il turnover del personale operaio era continuo, persone assunte la mattina se ne andavano (neanche si licenziavano) la sera, nonostante fossero previsti bonus per gli stagionali che resistevano (è il termine giusto) fino a fine contratto.
Dal racconto viene più volte ribadito che i veri condannati erano gli assunti a tempo indeterminato, condannati fino alla pensione a fare un lavoro disumano in quanto a ritmi, salute e sicurezza.
Ribadisco, nel 1972 la sicurezza e la salute dei lavoratori contava poco o zero anche in Italia, ma oggi nessuno porta ad esempio aziende italiane per il loro metodo produttivo, mentre questo capita regolarmente per la Toyota. Un po' di controinformazione non fa mai male.
Il libro si legge molto velocemente, ma ritengo che non sia del tutto comprensibile per chi non ha mai svolto lavori ad un qualsiasi tipo di catena di montaggio.
Chi è impiegato in lavori di ufficio potrà anche leggerlo, ma non comprenderà mai l'ansia di vedere il  nuovo pezzo che devi assemblare che sta per arrivare, quando tu non sei riuscito a finire quello precedente.
In Giappone la Toyota riuscì a far togliere il proprio nome dal titolo di copertina, quanto riporta la misura di quanto vere fosse l'inchiesta di Satoshi Kumata. 
E' una lettura istruttiva.

 



 

2 commenti:

  1. Ammazza quant'erano avanti 'sti giapponesi!
    Ma vedrai che presto ci arriviamo anche noi, per come si sta mettendo il mercato del lavoro in questo paese (però più sul terziario che sull'industriale pesante, ormai qua industrie come la Toyota...)

    Auguri di buon Natale e di un (purtroppo) utopistico Anno Nuovo (vedi link)

    https://www.youtube.com/watch?v=IZ2XYNedgoc

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