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giovedì 1 luglio 2021

Anime e Sport, grandi atleti nella realtà e nell'animazione giapponese



TITOLO: Anime e Sport, grandi atleti nella realtà e nell'animazione giapponese
AUTORE: Fabio Bartoli
CASA EDITRICE: Tunué
PAGINE: 328
COSTO: 28 €
ANNO: 2021
FORMATO: 23 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788867904372


Siamo tutti sportivi, e se non lo siamo attivamente lo siamo televisivamente, e tutti abbiamo seguito o seguiamo tutt'ora gli anime (o i manga) di genere sportivo, il saggio di Fabio Bartoli mette assieme questi due aspetti.
Il genere "spokon" è mutato nell'arco dei decenni, i temi portanti delle serie anni 60 non sono più gli stessi di quelli che possiamo vedere oggi, lo scritto evidenzia il cambiamento dei temi assieme al cambiamento della società, che da nazione povera post seconda guerra mondiale, divenne una potenza economica. Il miglioramento dello status economico e sociale di ogni famiglia si ripercosse su come lo spot animato veniva interpretato.
Per quanto mi riguarda non ho seguito regolarmente serie animate recenti di genere sportivo, penso che l'ultima sia stata "Slam Dunk", diciamo che sono più ferrato su quelle che vedemmo in televisione dalla fine degli anni 70 ai primi anni 80, quelle del filone "sangue e sacrificio per raggiungere il top!"   ^_^
L'autore, giustamente, parte dal presupposto che un fan dell'animazione giapponese non debba essere per forza un conoscitore di sport, e comunque non di tutti gli sport trattati dagli anime e dai manga. Il concetto vale anche al contrario, quindi un fan di sport agonistici potrebbe volersi accostare a come questi vennero trattati in manga ed anime, ma non conoscerne i titoli, personaggi ed autori.
Per questi due motivi tutto il saggio è inframmezzato da box informativi sia sui manga, anime, personaggi ed autori che sugli atleti citati.
Inoltre vi si può leggere 16 interviste ad atleti di ieri ed oggi, chiaramente alcuni di loro, per meri motivi anagrafici, avranno qualche aneddoto riguardante ai cartoni animati giapponesi che vedevano in televisione da bambini/ragazzini (o anche da adulti), gli intervistati più anziani o di nazioni che non trasmisero anime quando loro erano bambini (per esempio le nazioni comuniste dell'est europeo) non riporteranno ricordi.
Personalmente ho preferito le interviste di chi ha ricordato le serie che seguivano da bambini, in primis quella di Andrea Zorzi, ma ci sono delle eccezioni, tipo l'intervista a Dino Zoff, quando parla il Dinone nazionale si ascolta e basta   ^_^
I primi due capitoli hanno lo scopo di introdurre il lettore al tema della storia giapponese e dello sport giapponese fino al dopo guerra. Il motivo è il medesimo dei box informativi sui nomi citati, non viene dato per scontato che si conoscano questi argomenti, poi, se uno li conosce per aver già letto altro, li si può considerare come una introduzione.
Solo dal terzo capitolo si inizia a trattare più compiutamente il tema dello sport, manga ed anime, affrontando per primo la storia della nazionale femminile di pallavolo, medaglia d'oro alle olimpiadi di Tokyo 1964, e delle serie animate che questa impresa ispirò. Molta parte del saggio è dedicata giustamente allo sceneggiatore Ikki Kajiwara, che contribuì a creare il genere spokon, basta ricordare "Tommy la stella dei Giant", "Rocky Joe" o "l'Uomo Tigre".
Tanti i temi illustrati a questa prima fase dello spokon, in cui i personaggi si sacrificavano negli allenamenti ed in gara  per avere un riscatto sociale, dimostrando che con il duro lavoro si poteva raggiungere qualunque obiettivo.
Il paragrafo finale del terzo capitolo ha come tema il "catch", che noi vedemmo sulle televisioni locali commentato dal mitico Tony Fusaro   ^_^
Unico del suo genere il supplemento finale al capitolo incentrato esclusivamente proprio sul "puroresu", ad opera di Dario Rotelli, veramente interessante!



Nel mostrare l'immagine qui sopra su come è strutturato il saggio, cioè i box informativi sui personaggi citati a beneficio dei lettori non esperti in uno dei due campi trattati, mi permetto di sollevare l'unica critica al saggio, inerente allo spazio pressoché nullo dedicato alla prima serie sul calcio:

Il box informativo che si può vedere nella pagina di destra è l'unico approfondimento sulla serie...
In tutto il saggio ci sarebbe numerosi punti che avrebbero dovuto tenere conto di questo misconosciuto anime (solo ora sta uscendo il manga...), per esempio nel sesto capitolo si trattano i grandi rivali sportivi, ma ci può essere altro duello che superò in rivalità quello tra l'allenatore Matsuki e Takeshi Kamioka?

E quando si tocca il tema del Giappone contro il resto del mondo, perché non si parla delle tante partite (anche a livello personale) tra la squadra di Shingo e la formazione brasiliana di Ken Santos?!
Potrei proseguire ancora, ma trovo la non considerazione della serie di Shingo Tamai molto frustrante, anche in considerazione del fatto che, invece, "Holly e Benji" (Capitan Tsubasa) son sempre citati... 
Facile, hanno fatto un sacco di serie con un sacco di puntate, ovvio che da qualche parte siano riusciti a toccare un argomento sensibile... 
Nell'unica sere di 52 episodi dei "Superboys", a volervi vedere o ad aver visto l'anime, i temi da approfondire sarebbero tantissimi, e ci sono tutti, e dico tutti, i temi sviscerati dall'autore.
Purtroppo, nonostante il grande successo che il cartone animato giapponese ebbe durante le sue trasmissioni nei primi anni 80, pare praticamente non sia mai stato mandato in onda nel nostro paese...
Non c'è niente da fare, la lobby oscura di "Holly e Benji" è troppo forte...

Terminato l'angolo della critica, torno al libro con il quarto capitolo, che affronta il genere spokon negli anni 70 ed 80.

Con la crescita economica del Giappone ed il suo consolidarsi al topo a livello mondiale, gli spokon iniziano a perdere l'aspetto tragico e socialmente impegnato, per divenire più legati al cambiamento sociale avvenuto dagli anni 50 e 60.
Questo cambiamento di temi trattati negli spokon è illustrato dalle quattro serie analizzate:
Capitan Tsubasa (e figuriamoci...); Touch; Attacker You!; Hikari no densetsu.
A fine del quarto capitolo c'è un altro supplemento, questa volta sul torneo giovanile di baseball chiamato "Koshien", in cui abbiamo visto cimentarsi molti personaggi degli spokon sul questo sport che sinceramente apprezzo solo nelle versioni animate o cinematografiche. 
L'autore del bel approfondimento è Emilio Martini, che ha anche un blog a tema:

Il sesto capitolo evidenzia alcuni argomenti ricorrenti negli spokon, presenti nei decenni dalla nascita del genere sportivo fino ai giorni nostri, ogni paragrafo analizza un tema e cita le serie che ne lo trattarono (tranne i Superboys ^_^)
Per avere un'idea degli elementi analizzati si può fare riferimenti all'indice del sesto capitolo che mostro più sotto.


A titolo di esempio metto la prima pagina della bella intervista ad un galantuomo dello sport, che ha sempre parlato poco fuori dal campo, anche quando avrebbe potuto, concentrandosi sul lavoro di atleta, allenatore e dirigente.
Ci vorrebbero più Dino Zoff e meno chiacchieroni   :]



 

2 commenti:

  1. Sarei curioso di sapere quale anime sportivo sia (se c'è) il preferito di Dino, anche lui molto "giapponese" nella sua carriera (un atleta che lavora e sta zitto, un campione anche di modestia, senza tante altre storie, tanti altri cazzi).
    Personalmente non mi hanno mai attirato gli anime "sportivi", con l'eccezione dei Superboys e, ovviamente, del grande Gigi la Trottola.
    Anche lì, sangue e sacrificio, sì, ma per raggiungere un "obiettivo" che posso certamente condividere ... :D

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    1. No, Zoff non cita anime, ma nelle domande più di una volta viene citato Capitan Tsubasa ^_^
      Zoff fu unico quando un Presidente del Consiglio gli fece ingenerose critiche su una partita andata male per un episodio e lui tolse con una breve comunicazione sul tono offensivo del suddetto Presidente del Consiglio.
      Direi che in "Golden Boy" l'obiettivo fosse quello giusto, ma non è contemplato negli anime spokon del saggio :]

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