Anche "Giochi Senza Frontiere" , come numerosi altri argomenti di questo blog, fa parte di quell'immaginario televisivo che può essere apprezzato solo se è stato vissuto. Vedere in tv la squadra italiana che ci rappresentava in "Giochi Senza Frontiere" era un po' come tifare per la nazionale di calcio, con la differenza sostanziale che lo show televisivo era visto da tutta l'Europa occidentale, da alcuni paesi dell'est Europa e dalle nazioni africane del bacino del Mediterraneo.
Su Youtube si possono trovare ancora alcune puntate caricate da appassionati: Forio d'Ischia a Giochi Senza Frontiere - Vichy 1971
Questo libro non è incentrato direttamente su "Giochi Senza Frontiere", il suo intento era quello di far giocare noi bambini di allora a "Giochi Senza Frontiere" (ognuno potrà valutare quanto erano realizzabili materialmente i giochi proposti, e se a costi accessibili), restano le belle immagini di varie gare svolte in giro per l'Europa, che riescono bene ad evocare lo spirito del programa e la sua professionalità.
Nel libro di Adolfo Perani e Guy Lux ci sono 56 belle foto, che in parte mostrano anche il dietro le quinte dello spettacolo, in cui si possono intravedere cavi, monitor, luci e ponteggi.
In una delle prime pagine si parla brevemente della tasmissione televisiva, dando delle informazioni che mi erano sconosciute: apprendo che dobbiamo ringraziare il Generale De Gaulle per "Giochi Senza Frontiere", almeno una buona idea gli venne.
Il libro annuncia per l'edizione del 1980 la new entry Giappone!
A memoria non mi pare proprio che il Giappone partecipò mai, chissà se era una notizia attendibile, e chissà come mai non vedemmo mai le città giapponesi in "Giochi Senza Frontiere".
Ho montato un breve video con una parte delle immagini del libro, la prima sigla è quella degli anni 70, la seconda degli anni 80.
Alla fine, a differenza di quello che pensavano gli autori del libro, anche "Giochi Senza Frontiere" tramontò, però, volendo, potremmo ricreare quesi giochi grazie a questo libro!
Bisogna ammettere che i giochi proposti non erano pochi.
In questa prima parte del libro gli autori cercano di spiegare la filosofia del libro-gioco, ricreare la magia di "Giochi Senza Frontiere" nel proprio cortile o a scuola.
Secondo me gli autori non tennero in dovuto conto i costi economici del ricreare i giochi, senza contare il rischio di infortunio. Oggi, probabilmente, ricreare in una classe una parte di quei giochi sarebbe vietato per la sua pericolosità. Ma noi eravamo bambini avventurosi!
Il problema era, secondo me, trovare i Gennaro Olivieri e i Guido Pancaldi... Forse in classe poteva essere la maestra, ma in cortile si sarebbe rischiata la vita...
I problemi erano insiti nelle piccolezze, come trovare un cronometro? Oggi pare una banalità, ma nel 1979 non lo avevi incorporato nell smartphone.
Nella foto al centro mi pare di riconoscere Ettore Andenna, quello col microfono e il cappellino bianco.
Ho mantenuto un rispettoso ordine cronologico delle pagine, in quanto le immagini sarebbero, nell'intento degli autori, esemplificative del tipo di gioco che si sarebbe dovuto ricreare.
Questi potrebbero essere i mitici Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi? La foto è scattat un po' da lontano, di solito i due arbitri svizzeri non avevano il microfono, però come fisionomia vi assomigliano.
La premiazione conclude il libro, ma è una premiazione poco decubertiana, ci sono solo i primi!
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