TITOLO: Iro Iro, il Giappone tra pop e sublime
AUTORE: Giorgio Amitrano
CASA EDITRICE: DeA Planeta Agostini
PAGINE: 237
COSTO: 16€
CASA EDITRICE: DeA Planeta Agostini
PAGINE: 237
COSTO: 16€
ANNO: 2018
FORMATO:
21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE
ISBN: 9788851153441
No, “Iro Iro” non è un saggio su
uno dei mostri spaziali lanciati da Vega contro Goldrake, ma è il
tentativo di Giorgio Amitrano di far partecipe il lettore della sua
conoscenza del Giappone. Di libri scritti da chi si è recato in
Giappone ormai sono piene le librerie, che sia un viaggio o 200, in
tanti si sono lanciati nell'avventura editoriale, quindi perché non
leggere quello di uno dei massimi nipponisti italiani?
Amitrano individua sette argomenti per
sviluppare il suo pensiero (libero) sul Giappone, per illustrare il
successo culturale del Giappone nel mondo. Infatti, se al tempo dei
primi cartoni animati giapponesi erano ben pochi ad avere una qualche
cognizione sul paese del Sol Levante, oggi anche i meno interessati
all'argomento possiedono qualche informazione minima.
Lo scritto è scorrevolissimo e
comprensibile, tanto che anche gli argomenti che di solito fatico
maggiormente a digerire del Giappone, tipo la cerimonia del te e la
calligrafia, li ho letti con piacere.
Non mancano numerosi aneddoti personali
tratti dalla lunga permanenza in Giappone dell'autore.
Gli argomenti trattati sono:
L'arte della calligrafia, in cui, oltre
a spiegarne origine e significato, l'autore racconta la sua
esperienza personale quando frequentò un corso di 4 anni a Kyoto;
Le cerimonie, non solo quella del te,
ma anche quella del caffè. In generale viene illustrato il risvolto
sociale di questa passione/esigenza nipponica per le cerimonie
perfettamente codificate;
Cos'é la felicità per un giapponese?
Capitolo molto bello;
La realtà e la irrealtà del Giappone
tramite gli scritti di Murakami (e non solo lui);
L'importanza delle stagioni, dalla
cultura al vivere quotidiano;
Il fenomeno Karaoke, con tanto di
regole (non scritte) che non sapevo esistessero. Nel capitolo si
tratta anche della cantante (del genere musicale henka) Misora
Hibari. Sono quindi andato a vedermi qualche suo video su You Tube, e
devo dire che le melodie delle sue canzoni mi hanno rammentato tante
vocal melanconiche degli anime, dall'Uomo Tigre allo Zambot 3.
Cosa è la “bellezza” in Giappone.
In conclusione della recensione non
posso che augurarmi un “Iro Iro 2”.
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