TITOLO: Lovecraft e il Giappone. Letteratura, cinema, manga, anime
AUTORE: Gianluca Di Fratta
CASA EDITRICE: Società
Editrice La Torre
PAGINE: 205
COSTO: 18,5 €
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788896133330
PAGINE: 205
COSTO: 18,5 €
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788896133330
Per me questa
recensione risulterà molto agevole, in quanto, non avendo mai letto
nulla di Lovecraft e detestando le produzione horror (non di carattere fantasy),
non posseggo il ben che minimo metro di paragone per valutarne il
contenuto ^_^
Mi son limitato a
leggerne lo scritto fidandomi dell'autore, abbastanza pratico di
argomenti inerenti il Giappone, e degli altri cinque co-autori.
Mi pare fin
superfluo consigliare lo scritto solo a chi sia un fan di Lovecraft,
anche se non è un appassionato di film, narrativa ed animazione
giapponesi.
L'unica cosa che non
ho compreso bene è il perché il titolo venga ascritto al solo Di
Fratta, visto che vi partecipano altri 5 saggisti con contributi di
poco inferiori per numero di pagine.
Posso solo, dal mio
punto di vista di accumulatore seriale di saggi su anima e manga (e
Giappone), rimarcare il costante ed encomiabile impegno negli anni
della casa editrice Società Editrice La Torre in questo campo, che è
rimasta praticamente l'unica a pubblicare su questo versante .
Nell'introduzione Di
Fratta spiega come e in che tempistica si diffusero gli scritti di
Howard Phillips Lovecraft.
Il primo capitolo,
ad opera di Gino Scatasta, analizza gli scritti e le tematiche di
HPL.
Nel secondo
contributo, di Massimo Soumarè, come, quando (sostanzialmente nei
primi anni 80) e ad opera di chi, HPL divenne famoso in Giappone.
Sono elencati gli autori nipponici palesemente influenzati da
Lovecraft, tra cui Haruki Murakami.
Antonio Tentori
indaga l'influenza di HPL nei film d'orrore occidentali, in pratica
dei film analizzati io ho visto solo Alien, La Cosa e Poltergeist.
Giacomo Caloria
effettua la medesima operazione del capitolo precedente, ma sul
versante dei film horror giapponesi, che mi sono totalmente
sconosciuti.
Nel quinto capitolo
Di Fratta si concentra sul mondo di HPL nei manga, dividendoli in tre
gruppi:
citazioni
lovecraftiane nel fumetto giapponese; i manga che non citano il mondo
di HPL, ma ne ripropongono le atmosfere; i manga che offrono un
adattamento dei racconti di Lovecraft.
Nell'ultimo capitolo
Riccardo Rosati esegue la medesima operazione per quanto riguarda
l'animazione giapponese.
Il saggio termina
con le conclusioni di Di Fratta.
Segnalazione molto interessante.
RispondiEliminaHo letto tutto di HPL ma non mi era mai venuto in mente un parallelismo con la sensibilità giapponese, tuttavia riflettendoci i mostri lovecraftiani (Cthulhu nella sua incarnazione fisica è un ibrido uomo-piovra, i Deep Ones sono ibridi umani-anfibi) hanno molto in comune con una certa ossessione giapponese verso l'Oceano e la fauna ittica.
Questa metamorfosi orrifica e l'abbandono dell'umanità si riflette anche in vecchi film come Matango il Mostro, che ha senz'altro una simbologia lovecraftiana.
Poi Nagai per il conte Blocken credo che si ispirò a un famoso racconto di Lovecraft.
Per la pettinatura di Koji no, quello è un orrore e basta.
Koji è un orrore e basta...
EliminaAnche se un po' scarna, la rece è servita :]
Grazie per la segnalazione, essendo un fan di Lovecraft e degli anime sono molto interessato a questo genere di pubblicazioni.
RispondiEliminaBene, buona lettura ;)
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