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venerdì 9 agosto 2024

Annuario 1982 degli avvenimenti 1981 - Enciclopedie Rizzoli - focus su cinema, fumetti, giochi, televisione e radio, Giappone + avvenimenti di un anno


(...hanno detto che è morto...
oh no, non lo è... no, non ancora... semi cit.Obi Wan Kenobi) 





Nella mia quasi infinita ricerca di fonti sull'animazione giapponese in Italia mi sono imbattuto in questo "Annuario Rizzoli", che presentava tutti i fatti accaduti nel mondo, attenzionando maggiormente la nostra penisola, da autunno ad autunno dell'anno successivo. Ergo, in questo caso per l'Annuario 1982, i fatti avvenuti dal 1° dicembre 1980 al 30 novembre 1981.
Non ho inserito la pagina con tutti i nomi dei collaboratori, non erano sperduti blogger o titolari di pagine FB, come succederebbe probabilmente oggi, ma giornalisti ed esperti di una certa importanza.



L'avvertenza della redazione spiega molto meglio di me quale fosse il periodo temporale preso in esame e quali gli argomenti trattati.
Ovviamente, essendo questo un blog che tratta specifici argomenti, non avrebbe molto senso postare tutte le pagine di cronaca che mi hanno colpito e ricordato fatti ormai obliati, quindi mi limiterò alle tematiche usualmente postate.
Farò un'eccezione, però, per quella che era la prima rubrica dell'Annuario, "Avvenimenti di un anno", che pur sapendo essere pagine off topic rispetto al blog, sono troppo preziose per non essere postate. In una nazione dove ti senti dire che oggigiorno siamo pieni di crimini e criminali ed il mondo è più insicuro, rileggere cosa capitava nell'arco di 12 mesi nel mondo e soprattutto in Italia, fa un po' accapponare la pelle...
Un vero peccato che le pagine di "Avvenimenti di un anno" resteranno così poco viste su questo blog...

Sto cercando, se riesco, di postare tutti gli "Annuari Rizzoli" in mio possesso di fila, ciò renderà noioso un po' più del solito il blog, ma secondo me è importante che restino sulla piattaforma in sequenza.

Allontanandoci dal triennio 78-79-80 le considerazioni o le citazioni sugli anime sono scomparse, in quanto la redazione dell'Annuario Rizzoli dava conto dei fatti più importanti dell'anno passato, e probabilmente le polemiche contro l'animazione giapponese faceva ormai parte del dibattito giornalistico televisivo.
Restano le tematiche "Cinema", Giochi" e "Televisione (e Radio)", non è più presente la "Pubblicità", ritornano i "Fumetti" e ricompare il "Collezionismo", ma quest'ultimo solo inerente l'arte, ergo ho messo esclusivamente la prima pagina, in quanto a me interessava il collezionismo da semplice essere umano, non da ricco speculatore o da facoltoso appassionato d'arte.
Ovviamente ci sono sempre i fatti inerenti il Giappone, che sono prettamente di politica interna, estera ed economica.


Il cinema resta in crisi perenne perché "la Tv sta uccidendo il cinema", fine delle analisi  ^_^
L'articolo è comunque una lunga considerazione sul perché la televisione attirasse così tanto gli ex spettatori cinematografici, per il regista Sidney Lumet (da vedere il suo "La parola ai giurati"!) la tv era ancora un nemico pericoloso, specialmente per quelli che ritenevano di avere il cinema in casa. Chissà cosa avrà pensato l'illustre regista quando sono nati i canali tematici a pagamento solo con film, ed oggi li puoi vedere pure in super mega iper HD.
A differenza di quello che pensavo, ed avevo scritto nel precedente post, non è presente la recensione de "L'Impero colpisce ancora", solo una veloce citazione.



L'approfondimento sul "Collezionismo" è basato sull'arte, quindi esula da quello per le masse, presente in precedenti annate.



Ritorna il "Fumetto", ma solo quello d'autore italiano, di cui sono ignorante, ergo mi taccio.


Interessante l'articolo sui "Giochi", sinceramente il mio punto di vista da bambino "giocatore" non è quella pessimistica dell'autore, ma ero poco più che decenne   ^_^
A pagina 364 si cita il saggio "Mamma, me lo compri?", già recensito:

Poi tocca agli scacchi, il bridge è scomparso.

L'approfondimento sulla "Televisione" verte anche sul rapporto tra tv pubblica e privata, tematica interessante per questo blog, specialmente perché il 1981 fu l'anno del soprasso della totalità delle tv private versus gli ascolti Rai.
Viene dato conto dello scandalo "P2" riguardante la Rai, ovviamente in altre parti del volume si parla dei restanti aspetti, con un approfondimento specifico su Gelli ed associati.
Prosegue la narrazione della produzione del kolossal Rai "Marco Polo".
Chiaramente la neo nata "Rete 3" con meno di un milione di ascolti non se la filava nessuno...
Il 1981 è l'anno 1 dei network privati e, di conseguenza, l'inizio della fine della diversità via etere con moltitudini di medio e piccole (o microscopiche) emittenti locali private. Le emittenti private locali ammontano a poco meno di mille (116 in Lombardia), anche se solo la metà trasmettono realmente programmi. Il loro numero diminuirà drasticamente negli anni a seguire.
Il "sorpasso" avviene anche grazie a qualche genialata della Rai, come mollare "Dallas", subito acquistato da "Canale 5", di cui ne farà le fortune, ammorbando con centinaia di spot la nostra visione dei programmi per bambini/ragazzi.



Il resoconto sul Giappone è essenzialmente politico ed economico, solo nel volume del 1980 (con i fatti del 1979) venne messo in collegamento il successo dei cartoni animati giapponesi con l'esportazione della cultura nipponica. Una intuizione eccezionalmente lungimirante.









Come sempre inserisco gli avvenimenti cronologici dell'anno, che non sono prettamente in tema con il blog, ma trovo scandaloso che tutti questi accenni di notizie restino nel dimenticatoio tombale.
A giugno 1981 accadono i fatti atroci al povero Alfredino Rampi, penso la prima volta in cui il dolore arrivò in diretta nelle case e nelle scuole di tutta Italia... nella mia ricerca di articoli sull'animazione giapponese ho sempre volutamente omesso tutte le citazioni inerenti questo drammatico caso, in quanto al mio coetaneo si cercava di far forza dicendo che Mazinga sarebbe arrivato ad aiutarlo... non successe.
Sinceramente non mi va di aggiungere svariate decina di articoli, basti pensare alla copertura mediatica di ogni quotidiano, settimanale e mensile italiano, sfruttando quella "straziante agonia".
 

 

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