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giovedì 29 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection 54 TFO
Io posso anche comprendere lo sgomento del bambino nipponico che di colpo vede il suo eroe Koji Kabuto arrivare a bordo di questo bombolone giallo... certo, Mazinga Z non è che fosse poi questo granchè, però, per il suddetto bambino giapponese, era pur sempre il primo pilota di robottoni, vederlo dentro questa orrenda cosa gialla, armata di un pidocchioso mini missile, sarà stato assai umiliante... il fatto, poi, che la sua base fosse una stalla, e non era Gesù Bambino, la dice lunga su quanto era considerato.
Per me, invece, era uno sconosciuto bombolone giallo (che come base aveva una stalla...), totalmente inutile, totalmente ridicolo, ed il fatto che se lo fosse costruito lo stesso Alcor, già mi faceva capire molto sul personaggio:
un cretinetti :]
Tornanado alla 54esima GNRC ribadisco che nel caso dei modellini di astronavi c'è il vantaggio che i progettisti/modellisti non devono pensare ad una posa, devono solo riprodurre il mezzo, in questo caso, vista l'essenzialità delle linee, non era neppure particolarmente problematico, per una buona resa finale basta una colorozione accurata, o almeno non eccessivamente sbavata.
E qui ritorna la mia insoluta curiosità sulle condizioni di lavoro delle persone che debbono eseguire queste colorazioni: quanto tempo hanno a loro disposizione per un singolo pezzo? com'è il luogo di lavoro? ma, soprattutto, quanto sono pagate?
Questo sotto non è un piatto con tre piselli sopra, ma la parte inferiore del TFO, qualche ditino ha lasciato un po' di sbavature :]
martedì 27 gennaio 2015
TV Sorrisi e Canzoni n° 52 24-30 dicembre 1978 (Goldrake nei programmi tv e trasmissioni più viste del 1978)
Arthur "Fonzie" Fonzarelli e Richie Cunningham ci sorridono amabilmente dalla copertina di questo numero di TV Sorrisi e Canzoni, che, oltre al palinsesto televisivo natalizio 1978, in cui spicca la seconda parte di Goldrake, contiene un approfondito articolo sulla classifica dei programmi più visti dell'anno.
Ai tempi non esisteva il famigerato Auditel, c'erano sistemi di rilevazione degli ascolti tv che non erano nè in tempo reale nè velocemente elaborabili. Il tutto si svolgeva sia tramite interviste telefoniche di soggetti campione, che grazie alla compilazione di diari d'ascolto da parte di famiglie campione. Per esempio non erano interpellati mai i minori di anni 8, e comunque i minorenni erano sondati non in maniera continuativa, solo alcune volte l'anno. Oltre al numero di telespettatori, che nella tabella è posto sotto la colonna con "S" (espressi in milioni), l'interppellato doveva dare un giudizio al programma tramite "il Gradimento", posto sotto alla colonna "G". Un voto inferiore al 60 era considerato mediocre, ma non decretava, come oggi, la cancellazione di un programma, sopra il 70 il voto indicava un ottimo gradimento da parte del pubblico.
Per la Rai TV c'era una limitazioni maggiore inerente gli interpellati minorenni, la fascia non considerata era quella sotto ai 15 anni!!!
La tabella che anticipo appena sotto, e che riporterò assieme a tutte le altre appena dopo, mostra dei dati che a noi bambini del Natale 1978 paiono inverosimili: al primo posto si piazzava nientepopòdimenoche la Pantera Rosa, con 9,7 milioni di spettatori ed un Gradimento di 74...
Mentre il nostro Goldrake non arrivava neppure alla medaglia di legno, piazzandosi ad grigissimo quinto posto, con solo 3,8 milioni di spettatori, ma con un gradimento del pubblico secondo solo all'elvetico-nipponica Heidi, che aveva un pubblico inferiore a Goldrake, 3,3 milioni.
Non essendo un esperto in merito di elaborazioni di ascolti televisivi, posso ipotizzare che per essere pubblicate sul settimanale l'ultima settimana del 1978, quindi ad anno televisivo non terminato, i dati furono elaborati molto in anticipo, quindi senza i dati di ascolto di questa seconda parte di Goldrake, inziata il 12 dicembre. Inoltre l'assenza nelle rilevazioni della fascia di età sotto i 15 anni ne stravolge totalmente l'autenticità. Il mio personalissimo Auditel mnemonico del dicembre 1978 mi ricorda semplicemente che Goldrake lo guardavamo praticamenti tutti noi maschietti, e gran parte delle femminucce, ergo leggere quel 3,8 mi lascia assai basito.
Oppure, considerando, appunto, questa grossa amputazione dei telespettatori sotto i 15 anni, la tabella è l'enesima dimostrazione di quanto Goldrake ed Heidi, prodotti nuovissimi a cui nessuno era abituato, avessero conquistato sia gli adulti che gli adolescenti.
Lunedì 25 dicembre 1978, cioè a Natale, c'era la 35esima puntata di Goldrake, dal titolo "Il terremoto misterioso". Tra l'altro una puntata non secondaria, con la prima entrata in scena del Goldrake 2, pur senza l'agganciamento classico, e la parziale distruzione del Centro Ricerche. Nel cast è già presente Zuril e una Venusia più coinvolta, anche se per ora porta solo il latte al Centro ricerche, ed arrossice immotivatamente (per noi italiani) ad una frase di Alcor, che in originale era una battuta a doppi senso sul latte e sul seno.
Visto che era pur sempre Natale, veniva regalato un buono per l'acquisto del LP di Atlas Ufo Robot, buttalo via!
L'articolo sugli ascolti televisivi ed il gradimento dei programmi del 1978 è a firma Paolo Cucco, che aveva già scritto l'articolo su Remì. Da notare che ai tempi si considerava sconveniente che i due canali Rai (Rete Uno e Rete Due) si dessero battaglia per gli ascolti, mettendo in palinsesto al medesimo orario programmi parimenti interessanti.
domenica 25 gennaio 2015
Manga Academica vol. 7, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
TITOLO: Manga Academica vol. 7,
rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 144
COSTO: 12,50€,
ANNO: 2014
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788896133248
Di
certo la collana "Manga Academica" della casa editrice
“Società Editrice La Torre” è la pubblicazione più longeva nel
panorama saggistico su anime e manga, visto che con questo numero
raggiunge il settimo anno consecutivo. Non si può fare altro che
riconoscere alla casa editrice una inusuale, nel campo editoriale
italiano, e meritoria costanza e passione, dato che le altre case
editrici che pubblicavano collane su manga ed anime hanno man mano
smesso di farlo. La Iacobelli ("I love anime" , "Japan Files" ) non pubblica più
nulla da due anni, e comunque i suoi libri erano più nostalgici
(sempre nel senso buono) che saggistici. La Tunuè, che inizialmente
aveva pubblicato numerosi saggi validi, è anch'essa dal 2012 che non
pubblica più nulla sul tema manga ed anime.
Ergo
un bel plauso ad una piccola casa editrice che riesce, nonostante la
perenne crisi dell'editoria, a continuare le pubblicazioni,
mantenendo, tra l'altro, praticamente ogni anno il medesimo prezzo
(basso) del libro.
In
questo numero sono presenti quattro contributi incentrati sui manga:
Shōjo
manga: andante con brio
Maria
Teresa Orsi
Suggestioni,
omaggi e riscritture: quando il fumetto giapponese incontra il cinema
occidentale
Paolo
La Marca
Il
diritto d’autore in Giappone. Alcune note legali sul fumetto
Silvio
Negri-Clementi
La
lingua dei manga.
Differenze nell’uso della lingua giapponese negli shōjo manga e
negli shōnen manga
Ileana
Campofreda
giovedì 22 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection - Uscita speciale 4 Jeeg con Scudi Rotanti
Come accennavo nel post precedente, le buone intenzioni non sempre sono seguite da pubblicazioni di qualità accettabile, ne è una prova questa quarta uscita speciale.
Bello vedere il Jeeg con gli scufi rotanti, bella l'idea della posa plastica, peccato che gli hanno fatto torcere il busto manco fosse una persona... il torace di Jeeg pare una maglietta a righe verticali che si sono piegate seguendo la postura della parte superiore del corpo.
E c'è da considerare che una uscita speciale costa 20 euro, mica 13 euro.
Mi permetto di consigliare ai futuri detentori di questo modellino che usino una smodata delicatezza nel maneggiare/appoggiare/pressare il modellino, infatti gli scudi rotanti tendono a flettere all'altezza dei polsi. Direi che in caso di caduta, anche da pochi centimetri, sia certa la rottura del pezzo.
Questo sotto, invece, era il teorico risultato del pezzo contenuto nei 12 fogli colorati. Direi che differisce un po' dall'originale, mi chiedo perchè continuino a metterle queste immagini interne. Quando il pezzo viene fuori maluccio, come in questo caso, il paragone con quello che gli editori ti promettevano è un po' impietoso.
Go Nagai Robot Collection 53 Gratonios
Se Garada K7 e Doublas M2 sono stati i primi due robot scagliati dal Dottor Inferno contro Mazinga Z, il mostro guerriero Gratonios è l'ultimo (assieme Biranias) della serie, ma il primo di quella de il Grande Mazinga. Infatti Gratonios (assieme Biranias) compare nell'ultima puntata di Mazinga Z, inviato dal Duca Gorgon per dare il colpo di grazia all'esausto Koji/Rio/Alcor Kabuto. Per fortuna del poverino arriva in suo aiuto il ganzo Tetstuya Tsurugi, che con il suo Great fa a brandelli i primi robot micenei che avevano annientato lo Z (un po' come nel film).
A causa della sospensione della serie da parte della Rai, queste puntate non furono neanche doppiate, quindi la scelta di mettere in vendita un personaggio che il grande pubblico non ha mai visto in tv è la dimostrazione che, nelle intenzioni degli editori, la GNRC doveva essere indirizzata agli appassionati. Peccato che alle buone intenzioni non sempre sono seguiti prodotti esenti da grossolane mancanze, o, comunqu,e da una qualità assai altalenante.
Come sempre, però, quando si metteno assieme tutte le uscite ascrivibili ad uno stesso gruppo, l'effetto totale globale non è malaccio, riuscendo a far passare in secondo piano, almeno inizialmente, le sbavature di colore e qualche modellino non proprio somigliante all'originale.
Una notizia positiva è che con questo 53esmimo numero è stato allegato un secondo raccoglitore per "l'enciclopedia(!!!)" della GNRC, infatti il primo era ormai strapieno. Almeno non ce lo hanno fatto pagare a parte, oppure si?
Le due facce sul torace di Gratonios sono state dipinte, non sono in rilievo.
lunedì 19 gennaio 2015
Super Robots - catalogo mostra "Giappone, dai samurai a Mazinga"
TITOLO: Super Robots - catalogo mostra "Giappone, dai samurai a Mazinga"
AUTORE: Fabrizio Modina e
Francesco Morena
CASA EDITRICE: Edizioni Sigillum
PAGINE: 94
COSTO: 8/10€
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Non reperibile in libreria
CODICE ISBN:
Questo
libro fotografico è uno dei due cataloghi pubblicati per la mostra "Giappone, dai samuari a Mazinga" di Treviso, il più
piccolo ed economico.
E'
incentrato sulla parte modellistica della fiera, cioè sui
giocattoli, che penso facciano parte della collezione di Fabrizio
Modina, motivo per il quale l'ho inserito come uno dei due autori (o
curatore).
A
parte due brevi introduzioni ad opera degli autori/curatori, il
contenuto è solo fotografico, con delle didascalia a spiegazione di
ogni singolo giocattolo mostrato, che in totale sono circa 90
giocattoli, tra i più rari robot da collezione prodotti dal 1972 al
1984.
Sfogliare
il libro è un piacere per gli occhi, permette di apprezzare la
bellezza di piccole opere d'arte plasticose, specialmente per quanto
riguarda le basi dei robottoni e le astronavi. Visto che pochi di noi
potranno mai permettersi di avere questi pezzi da collezione, non ci
resta che accontentarci di ammirarli.
Rispetto
alla mostra di Treviso mi pare che manchi qualche pezzo, le medesime
foto, ma in formato più grande e su carta patinata le si possono
ammirare nel catalogo ufficiale del totale della mostra, che
recensirò più aventi. Si può affermare che questo sia un
cataloghino antipasto.
Non
saprei dire dove lo si possa reperire al di fuori della mostra di
Treviso, motivo per il quale ne ho prese delle copie in più, però
il suo prezzo ufficiale è quello sopra esposto, se trovaste il
medesimo libro in qualche fiera del fumetto a 20 o 25 euro sappiate
che ve lo stanno facendo pagare più del doppio.
La seconda pagina del catalogo riporta come data ultima della mostra il 22 febbraio, ma, visto il successo, è stata protratta fino al 31, ergo avete ancora tempo per visitarla.
Una breve carrellata dei gioielli ivi mostrati non può che partire con il Daltaniuos Limited Black Version!
domenica 18 gennaio 2015
Goldrake e Mazinga (fatti al computer) come baby sitter - l'Unità ed Il Resto del Carlino - 3 articoli del 1980
Ad un certo punto alcuni giornalisti spostarono un po' (ma proprio un pochino) il mirino delle polemiche dai "cartoni animati giapponesi" alla televisione (anche nel senso di programmazione) e ai genitori, che alla fine erano i due soggetti a cui realmente si poteva ascrivere qualche responsabilità. La prima metteva in onda programmi potenzialmente diseducativi, a detta degli stessi adulti, i secondi permettevano ai figli di vederli, giustificandosi che la colpa era della programmazione televisiva, e che loro non riuscivano a dissuadere i propri pargoli dal fruirne. Ovvio che lasciare che i bambini stessero davanti alla tv evitando di rompere i maroni agli adulti era anche una bella comodità, però questa prassi faceva nascere nei genitori un forte senso di colpa, che scaricavano in primis sugli anime, e secondariamente sulla televisione.
Personalmente ho visto alcune serie in compagnia dei miei famigliari, Goldrake con mia madre e mia nonna materna, Bem con mia nonna materna (a cui piaceva parecchio), Heidi con mio padre e mio nonno paterno (che non aprezzava molto), però non mi dispiaceva per nulla guardarmeli anche in santa pace, senza quegli adulti che, alla fine, non è che cogliessero sempre la bellezza della puntata in questione. Quindi, a dire la verità, non mi son mai sentito "abbandanato" davanti alla tv, forse anche in qualità del mio essere figlio unico, però, a quanto pare, il problema per gli adulti sussisteva eccome.
Il primo titolo mostrato sopra è del quotidiano l'Unità del 25 marzo 1980 a firma di Daniele Pugliese, e non si limita al solito tiro alzo zero contro gli anime, che comunque è presente, visto che come capita spesso in questi articoli si equipara la visione dei cartoni animati giapponesi alla dipendenza per droga, che ai tempi era una piaga molto sentita e presente. Oltre ad informarci che esisteva un CGD, Centro Democratico Genitori (oggi sarebbe un partito politico...), che si batteva contro l'imperversare degli anime, c'erano dibattiti in cui ci si chiedeva se magari qualche responsabilità l'avevano pure mamma e papà. Non manca il solito esperto del momento (Marco Dallari, docente di pedagogia all'accademia di belle arti di Bologna), protagonista di una serie di topiche madornali, a cui il giornalista chiede come mai i bambini gradiscano di più i cartoons giapponesi all'orso Yoghi.
Questo posso anticiparlo io: perchè l'orso Yoghi era una cagata pazzesca! (cit.)
sabato 17 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection 52 Soldati Mikenes
Dato che il brodo della GNRC andava per forza allungato per arrivare a quota 80 uscite, ecco gli indispesabili "Soldati" di Mikenes, che poi il soldato è uno solo, però non fa nulla. Tra l'altro mi accorgo ora che anche il Soldato Haniwa in realtà nel titolo è al plurale, chissà cosa pensano alla Fabbri quando devono pubblicare un numero della GNRC...
Devo dire che questa 52esima uscita mi ha fatto ridere molto, quindi l'amarezza di aver scucito altri 13 euro si è un po' attenuata, perchè ho riso?
Semplicemente perché vedere un soldato di Mikenes, che comunque, pur nella sua veste da carne da cannone, ha sempre fatto la sua porca figura di combattente, trasformato in soldatessa di Mikense è abbastanza comico...
Oltre alla gonnella da manuale, gli hanno messo dei collant color carne al posto degli stivaloni militari, e, soprattutto, gli hanno affibbiato un altro paio di tette alla Tettetsuya Tsurugi, il totale risulta abbastanza effemminato.
Io capisco che un personaggio con la gonnella rende male già di suo, ma almeno le tette potevano evitargliele...
Quelle di Tettetusya sono più pronunciate.
venerdì 16 gennaio 2015
Ufo Solar - 1978
Verso la fine degli anni 70 (il web riporta il 1978, mi attengo a questa data) l'imprenditore lucchese Lirio Severini s'inventò un gioco tanto improbabile quanto di successo: l'Ufo Solar.
In pratica un enorme sacco della spazzatura da far volare in cielo, mettendo a grave rischio il traffico aereo nazionale, motivo per il quale nel 1984 fu vietato dal ministero dell'industria.
Che anche questa cosa lascia spazio ai soliti dubbi sulla sicurezza all'italiana, ma se era così pericoloso per il trasporto aereo (cosa della quale non ho motivo di dubitare), perchè non fu ritirato seduta stante? Invece restò sul mercato per altri 7 anni!
Per fortuna che non hanno dato la colpa all'Ufo Solar per Ustica...
In teoria l'Ufo Solar era dotato di cordicella da 20 metri, quindi non avrebbe potuto recar danno ad alcuno, a parte le antenne televisive delle case, ma era molto più divetente farlo librare libero nel cielo, fin lassù, dentro il motore di un boeing.
Era venduto nei negozi di giocattoli, nelle cartolerie e nelle edicole, costava 2000 lire, un gioco alla portata di tutti. Riguardo la sua giocabilità, invece, ho nutrito sempre qualche dubbio. Oggi, ha distanza di 30 e passa anni, fa parte di quei giochi mitici degli anni 70 (non anni 80), ma ai tempi non mi pare che fosse tra i miei desideri di bambino. Forse lo avrò pure avuto, ma non credo, più probabilmente ho partecipato alla sua preparazione e decollo.
Ok, lo riempivi d'aria, lo chiudevi, aspettavi che il sole lo scaldasse e lo facesse assurgere alla stratosfera, e alla fine, se ciò capitava, perchè magari non faceva abbastanza caldo, lo portavi in giro con la cordicella?
Finito il gioco lo recuperavi, lo sgonfiavi e te lo portavi in casa?
Ovvio che la tentazione di vederlo perdersi tra le nuvole era fortissima, non per nulla ne furono prodotti più di mezzo milioni di pezzi dalla "Par-Pend. Solar Lucca srl".
In una passata fiera di Lucca ne ho recuperato un esemplare ancora blisterato ad un prezzo popolare, come al solito lo scannerizzato in toto, cosa che mi ha permesso anche di leggernne le istruzioni.
Così ho scoperto che non era considerato un giocattolo dalla stessa azienda produttrice, ma un "divertente esperimento di fisica", cosa che forse gli permise di non sottostare a qualche legislazione sul giocattolo.
Sui Topolino dell'epoca c'era spesso la sua pubblicità, e da notare che, nonostante la cordicella da 20 metri in dotazione, era la stessa pubblicità a fomentare il bambino a lasciarlo volare senza limiti:
"... può raggiungere 10.000 metri d'altezza".
Più chiaro di così!
Questa sotto è una pubblicità presa da un Topolino del giungo 1979.
lunedì 12 gennaio 2015
Il mio primo dizionario degli anni 80
TITOLO: Il
mio primo dizionario degli anni 80
AUTORE: Roberto Nardo
CASA EDITRICE: Beccogiallo
PAGINE: 406
COSTO: 19€
ANNO: 2014
FORMATO: 22 cm X 15
cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788899016081
C'è
una cosa che proprio non ho digerito di questo libro, per altro molto corposo, una prassi abbastanza consolidata sul web, ma che
speravo non si espandesse sulla carta stampata, non in modo così
sfrontato, comunque.
L'egemonia
culturale degli anni 80 a discapito del decennio precedente, che,
come si potrà intuire, sono gli “anni 70”, che sono diversi
dagli anni 80. Non è che si è passati direttamente dagli anni 60
agli anni 80, in mezzo, per quanto possano sembrare inutili, ci sono
stati gli anni 70. Bisognerebbe farsene una ragione... gli anni 80
non sono un ventennio, sono un decennio.
Scrivo ciò perché in questo
dizionario degli anni 80 sono citati parecchi soggetti che sono degli
anni 70, trasformati per magia in protagonisti del decennio
successivo, la qualcosa mi ha irritato parecchio.
Se una persona scrive un libro sulle proprie memorie da bambino posso capire che ci metta un po' tutto quello che lo ha divertito, senza guardare bene a quale decennio corrisponda, ma un dizionario è un dizionario.
Ovviamente non ci potrà mai essere TUTTO ciò che ricorda gli anni 80, ma dovrà obbligatoriamente contenere materiale degli anni 80, o che sia stato visto per la prima volta negli anni 80.
Infatti alcune delle cose che io ascrivo agli anni 70, e che l'autore del libro ha promosso agli anni 80, erano degli anni 60, tipo Star Trek, ma in Italia venne trasmesso per la prima volta nel 1979.
Se una persona scrive un libro sulle proprie memorie da bambino posso capire che ci metta un po' tutto quello che lo ha divertito, senza guardare bene a quale decennio corrisponda, ma un dizionario è un dizionario.
Ovviamente non ci potrà mai essere TUTTO ciò che ricorda gli anni 80, ma dovrà obbligatoriamente contenere materiale degli anni 80, o che sia stato visto per la prima volta negli anni 80.
Infatti alcune delle cose che io ascrivo agli anni 70, e che l'autore del libro ha promosso agli anni 80, erano degli anni 60, tipo Star Trek, ma in Italia venne trasmesso per la prima volta nel 1979.
Quella dell'anno di prima trasmissione
o prima visione è una questione banale, ma non secondaria. Il 1979,
per quanto più vicino al 1980 che al 1970, fa parte degli anni 70,
non c'è nulla da fare.
L'autore del libro è nato nel 1976, io capisco che ha potuto vedere per la prima volta alcune perle degli anni 70 solo in repliche degli anni 80, ma non per questo esse possono diventare icone degli anni 80.
L'autore del libro è nato nel 1976, io capisco che ha potuto vedere per la prima volta alcune perle degli anni 70 solo in repliche degli anni 80, ma non per questo esse possono diventare icone degli anni 80.
Altrimenti il titolo del libro doveva
essere qualcosa del tipo “Il mio primo dizionario degli anni in cui
sono entrato in contatto con cose divertenti”.
Ammetto che non ho esaminato totalmente
il libro, mi son concentrato sulle cose che conosco di più, tanto
per vedere se le informazioni date erano corrette. Per esempio alcune
delle descrizioni riguardanti i cartoni animati (ho controllato solo
le schede delle serie che conosco bene, non tutte) riescono pure a
essere erronee, cosa abbastanza deprimente considerando tutti i libri
scritti sugli anime e tutti i siti a disposizione sul web. Su questo,
comunque, tornerò più sotto.
Ancora peggio, a mio avviso, per il
capitolo “Ricordi/pubblicità/giochi”. Qui non si tratta più di
“prima trasmissione”o “prima visione”, ma di produzione e
messa in commercio. Ovvio che spesso i giocattoli durino più anni,
benché capitasse più spesso in passato, ma per datare un gioco non
conta quando noi ci abbiamo giocato per la prima volta, ma quando fu
messo in vendita la prima volta (in Italia).
Barbie, Big Jim, L'allegro chirurgo, le
biglie con le foto dei ciclisti, le cabine telefoniche(!!!), il Subbuteo (!!!) etc etc etc potrei andare avanti per parecchio, non
sono prodotti degli anni 80, alcuni neanche degli anni 70.
Io non ho ancora visto il film di
Kubrik “Arancia meccanica” (prima o poi lo vedrò), se lo vedessi
oggi non diventerebbe un film degli anni 2010...
Questi sotto sono sono un po' di
soggetti presi a campione non ascrivibili agli anni 80:
Goldrake (1978); Gundam (1979); Jeeg (1979); Lupin III
(1979); la tv Capodistria (1972); la bambola Serenella (1972): il
Subbuteo; Telemontecarlo; i trasferelli; l'Ufo Solar; la Zigulì
(anni 60); il telefilm Hellery Queen (1979); Happy Days (1977);
Kojak (1976); Mork e Mindy (1979); Sandokan (1976); Spazio 1999
(1976); Star Trek (1979); Vita da strega (1978); il varietà
Fantastico (1979); il Muppet Show; Portobello (1977); Superclassifica
Show (1977), l'orso Yoghi (!!).
Quando ho letto che il Subbuteo,
Sandokan, Portobello, il Muppet Show e Goldrake erano stati arruolati negli anni 80 ho fatto altrettanti sobbalzi sulla poltrona...
domenica 11 gennaio 2015
L'evoluzione del Giappone
TITOLO: L'evoluzione del Giappone
AUTORE: Yotaro Sugimura
CASA EDITRICE: Istituto italiano per il medio ed estremo oriente
PAGINE: 61
COSTO: 13€
ANNO: 1936
FORMATO: 24 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
Leggere
saggistica storica è ovviamente indispensabile per capire meglio il
Giappone che va dai primi del 900 fino alla fine della seconda guerra
mondiale, però penso che, dove possibile, sia preferibile recuperare
direttamente scritti del periodo. In modo da avere una testimonianza
diretta, non mediata da nessuno, sul pensiero di quei giapponesi, che
fece scivolare la nazione verso un disastroso epilogo.
Nel
1936 a Yotaro Sugimura, ambasciatore del Giappone in Italia, viene
richiesto di partecipare ad una conferenza per spiegare la situazione
politica del Giappone. Il presente scritto di Yotaro Sugimura riporta
le sue considerazioni politiche e sociali. Parte dall'analisi dei
gabinetti Saito e Okada, allora ancora in carica dopo l'assassinio
del primo ministro Inukai avvenuto il 15 maggio 1932. Nonostante il
suo ruolo di ambasciatore Sugimura esprime opinioni abbastanza nette,
descrivendo con debito anticipo la deriva dittatoriale che la nazione
imboccherà.
Un
altro motivo che mi fa considerare importanti questi libri un po'
datati è che sono a prova di negazionismo storico, si può
contestare ciò che un saggista scrive della storia, non ciò che un
testimone racconta. Per esempio, nel raccontare la biografia del
primo ministro Saito, l'ambasciatore spiega agli italiani del 1936
che questi fu per 8 anni governatore della Corea, e che i coreani “lo
consideravano come un padre”.
L'ambasciatore
illustra le personalità più importanti dei vari dicasteri e la
posizione del partito di maggioranza (seiyukai) e di minoranza
(minseito) verso il governo Saito.
Inizia
ad elencare le cause della crisi politica, economica e sociale che
attanagliava il Giappone, iniziando da quelle di origine esterna: il
senso di accerchiamento nato dopo l'uscita del Giappone dalla Società
delle Nazioni, a causa del voto contrario di questa per l'invasione
giapponese della Manciura nel 1931 (cosiddetto “incidente di
Mudken”).
I
problemi interni erano dati dalla crisi dei partiti parlamentari, e
dal crollo di fiducia dei cittadini nella democrazia parlamentare, i
cui esponenti politici erano spesso corrotti ed incapaci. In pratica
il politico per farsi eleggere contraeva pesanti debiti, che il basso
stipendio da parlamentare non poteva ripianare, ergo si facevano
corrompere o regalare beni per ripagare il prestato,
disinteressandosi della reale situazione dei loro elettori.
sabato 10 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection 51 Double Spacer
Sul Goldrake 2, e di conseguenza anche su Goldrake, ho sempre avuto un dubbio riguardo la posizione di guida a cui erano obbligati i due piloti. Cerco di spiegarmi meglio.
Quando Koji/Alcor/Rio pilota il Goldrake 2 è nella classica posizione del pilota di un aereo di linea, ergo parallelo alla superfice terrestre, la stessa di Actarus quando è nello Spacer.
Medesimo discorso per Actarus quando è agganciato al Goldrake 2 e sta combattendo, cioè il robot è in posizione eretta, quindi il principe di Fleed ha una postazione di guida agevole.
Il problema, a mio avviso, sorge per l'altro pilota quando i due mezzi sono agganciati.
Quando Koji/Alcor/Rio porta in giro Goldrake, Actarus si ritroverà a faccia in giù per tutto il tragitto... quando Actarus combatte con Goldrake, Koji/Alcor/Rio si ritrova a faccia in sù per tutto il tempo... non per nulla, ne "Il Grande Mazinga" la cabina di guida del Brain Condor, nel momento dell'agganciamento, ruota, per permettere a Tetsuya di vedere in faccia il nemico.
Vabbè... terminate le mie elucubrazione risalenti a 30 e passa d'anni fa torno al numero 51 della GNRC, un Goldrake 2 un pelino sbilenco...
Intanto non è in asse il blocco di destra (guardando il mezzo da dietro) su ci è montata la Lama Ciclonica, pende verso il basso rispetto al blocco di sinistra... inoltre la parte posteriore mi pare sterzare verso destra.
Non sono un po' piccoli gli agganci per Goldrake?
giovedì 8 gennaio 2015
Le avventure di Salgari: Sandokan - 1975
Perchè nel 2015 si dovrebbe sentire la necessità di parlare del Sandokan dello sceneggiato televisivo Rai risalente al 1975?
40 anni non sono un po' tanti?
Non c'è proprio null'altro da recensire, che un cartonato pluri decennale?
Tutti dubbi più che leciti, tanto che quasi mi sto convincendo a cancellare il post, senonché restano tre buoni motivi per illustrare questo libro su Sandokan/Kabir Bedi:
E' strapieno di belle immagine dello sceneggiato, molto più numerose, a mio avviso, di quelle dell'album di figurine;
E' un'ulteriore dimostrazione che lo sfruttamento di un prodotto televisivo, allo scopor sfialre soldi alle famiglie italiane, tramite i desideri dei bambini e delle bambine, non nacque con Goldrake e i cartoni animati giapponesi, ma con Sandokan;
Per quanto incredibile possa sembrare, ma non poi così tanto conoscendo i rivoluzionari palinsesti festvi della Rai(...), negli ultimi giorni del 2014 e nei primi di questo nuovo anno su Rai 3 trasmettevano Sandokan al mattino!!!
Io ho visto qualche minuto della prima puntata, e l'unico commento che posso fare è:
lento, anzi, lentissimo.
40 anni non sono passati invano, e i telefilm sono di certo più avvincenti, con un ritmo più serrato, in Sandokan va tutto a 5 all'ora, i dialoghi sono da bradipo, e i figuranti paiono proprio figuranti...
Però nel 1975 fu un mega successo nazionale, ed in parte europeo, personalmente, pur adorandone la sigla, possedendo l'album di figurine e il bellissimo gioco in scatola, non ne ho un ricordo esaltante. Ero piccolo, ma penso che lo trovassi un po' noioso, con troppi pallosissimi risvolti amorosi.
Kabir Bedi divenne il divo più amao dalle donne italiane, tanto famoso che ancora oggi viene utilizzato come testimonial pubblicitario: pubblicità assicurazione.
Qua sotto il fermo immagine del sito Rai che permette di rivedere i programmi da poco passati sulle reti nazionali, da notare la data.
Il libro si ispira allo sceneggaito Rai.
mercoledì 7 gennaio 2015
Jeeg Robot d'Acciaio DVD 1 Yamato Video/Gazzetta dello Sport
Dopo Goldrake in DVD è arrivato Jeeg, e mentre per il primo l'edizione Yamato Video è successiva all'incompleta D/Visual, per il secondo è una novità assoluta. Infatti mai la serie di Jeeg era stata pubblicata in formamto originale, al massimo avevamo visto il film di montaggio "Jeeg contro i mostri di roccia", mentre per la serie tv ci siamo dovuti accontentare delle edizioni pezzotte scarrricate dal web.
Per gli appassionati dei robottoni questa di Jeeg dovrebbe essere la vera novità, il motivo di fare festa, spero seguita dalla festa per "Il Grande Mazinga".
Io non sono un esperto di qualità video e audio, quindi non inizierò a decantare i dati tecnici del DVD, mi limito ad affermare che si vede benissimo e si sente benissimo, e ricordo che è un cartone del 1975.
Ovviamente in questa versione non c'è un nuovo doppiaggio fedele all'originale, come per Goldrake (i motivi penso siano noti), ma ci sono i sottotitoli rispettosi dei dialoghi giapponesi. E devo dire che, per quanto non svelino retroscena sconvolgenti, aiutano a fare un po' di luce in certi comportamenti dei protagonisiti di Jeeg che, specialmente nelle prime puntate (e nella prima in assoluto), mi son sempre parsi un po' esitanti nei dialoghi. In svariati punti della prima puntata si vedono dei lunghi primi piani di Hiroshi senza che lui parli, in realtà pensava, ma i suoi pensieri non furono riportati in parole. Mancano anche delle frasi del padre, quando è già in versione Professor Shiba 2.0.
Ribadisco che non sono frasi rivoluzionarie per la comprensione della serie, però illustrano meglio, per sempio, il rapporto padre-figlio.
Pur apprezzando questa versione originale di Jeeg, non ho intenzione di proseguire questa collezione da edicola, sia perché preferisco una versione in cofanetto, sia perché mi sto già svenando con la "Go Nagai Robot Collection" T_T
Come fu per i DVD di Goldrake ho trovato di nuovo ottima l'idea di imporre una serigrafia a tema sulla faccia del supporto, pare quasi che ti possa partire in qualsiasi momento un bel Raggio Protonico in faccia :]
Come ho accennato sopra ecco un esempio delle frasi o pensieri mancanti nel doppiaggio italico. Nella scena a cui siamo abituati fin da bambini Hiroshi, dopo essere stato investito ben due volte da bolidi in corsa, rimane interdetto per qualche secondo, per poi riguadagnare l'abitacolo della sua auto da corsa e vincere la gara. In realtà anche lui, come Mayumi, Shorty, il telecronista e il pubblico, si chiede come possa essere ancora illeso.
Più sotto si possono vedere numerosi fermi immagine (37) della prima puntata in cui i sottotitoli svelano parti dell'anime non doppiate o un po' alterate. Invero le immagini fanno parte più del primo gruppo (frasi o pensieri non doppiati), perchè a grandi linee, quando è presente il doppiaggio, questo è rispettoso del senso della frase originale.
martedì 6 gennaio 2015
Nagasaki per scelta o per forza, il racconto inedito del pilota italo-americano che sganciò la seconda bomba atomica
TITOLO: Nagasaki per scelta o
per forza, il racconto inedito del pilota italo-americano che sganciò
la seconda bomba atomica
AUTORE: Fred Olivi
CASA EDITRICE: FBE Edizioni
PAGINE: 240
COSTO: 14€
ANNO: 2007
FORMATO: 21 cm X 15
cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788889160589
L'italoamericano Fred Olivi racconta la sua parte nella missione
su Nagasaki, fu uno dei copiloti. A dire il vero trovo un po'
erroneo il titolo, in quanto Fred Olivi non pilotava in quel momento
il B29, e non sganciò neppure Fat Man. Ergo non capisco a cosa si
riferisca la frase “il racconto inedito del pilota italo-americano
che sganciò la seconda bomba atomica”, sarà stato anche un
racconto inedito, ma sarebbe stato più corretto scrivere “che
partecipò alla missione su Nagasaki”. Considerando il fatto che ad
un certo punto fu anche escluso dall'equipaggio ufficiale, dovendo
dare il suo posto ad un superiore, infine venne riammesso senza
compiti specifici, come pilota supplementare.
Detto
ciò per le prime 70 pagine, la prima parte del libro,Olivi racconta
la sua storia e quella della sua famiglia, immigrati in Usa negli
anni 20. Storia che, per quanto non sia connessa ai fatti di
Nagasaki, resta piacevole da leggersi, grazie allo stile di
scrittura, oppure al traduttore italiano del libro (Paolo Gussoni).
Il libro contiene numerose foto del periodo, personali di Olivi, dell'addestramento, dei momenti di svago e dei commilitoni, della missione su Nagasaki.
Intorno
alla 70esima pagina, seconda parte del libro, Olivi inizia a
raccontare del suo addestramento nello Utah per poter volare su un
B29, fino ad allora lui era abilitato solo ai B24. A quel punto era
già stato informato che era stato selezionato con altri piloti e
tecnici per una missione segretissima, lo sgancio di un ordigno che
da solo poteva distruggere un'intera città. In quella sede, e nelle
esercitazioni future, veniva loro impartito l'addestramento per
ridurre al massimo il consumo di carburante, a bombardare e in
seguito, ancora più importante, eseguire la particolare manovra per
allontanarsi il più velocemente, viste le onde d'urto che il B29
avrebbe subito, oltre alle radiazioni.
Nelle
esercitazioni di sgancio della “zucca”, così avevano
soprannominato quella segretissima strana bomba, ci si rese conto che
i primi prototipi non precipitavano in maniera corretta, finendo
fuori del bersaglio. I tecnici di Los Alamos risolsero il problema
modificando la coda della bomba. Le esercitazioni di sgancio erano
necessarie anche per insegnare ai piloti a gestire il sobbalzo del
B29 nel momento in cui si alleggeriva dei 4500 kg del suo peso.
lunedì 5 gennaio 2015
"I nostri eroi made in Japan" - di Lello Greco e Giuseppe Di Bianco - Il Mattino Illustrato 25 agosto 1979
In realtà gli articoli pubblicati in questo numero de "Il Mattino Illustrato", come si può vedere dalle scan sopra, furono due. Nel primo viene fatta una mini anteprima delle serie che la Rai manderà in onda tre settembre 1979 a gennaio 1980, sia repliche (Heidi e Capitan Harlock) che nuove serie, Mazinga (Z), l'Ape Maia, Remì e Goldrake, per quest'ultimo con la seconda parte, invocata a furor di popolo minorenne dopo il mega successo di aprile.
Questo primo articolo spicca per la sua comicità involontaria(?) riguardo alle trame di due dei tre anime nuovi, Mazinga (Z) e l'Ape Maia, per la serie "piutost che nient l'e mei piutost". Nel senso che il giornalista Lello Greco, piuttosto di ammettere che non consoceva nulla della trame dei due nuovi anime, se le inventa di sana pianta... "tanto chi vuoi che andrà mai a controllare quello che ho scritto?", eccomi, son passati 35 anni, però qualcuno ha notato le immani castronerie.
Riguardo a Remì il giornalista se la cava perchè la storia è tratta da un romanzo, però annuncia che il cartone sarà trasmesso in 3D.
Il secondo articolo di Giuseppe Di Bianco dovrebbe essere l'approfondimento dopo le anteprime, però, quando si vuole approfondire un tema che non si conosce, si rischia di essere inutilmente criptici, oltre di sparar grandi cavolate. In pratica gran parte del suo articolo è una enorme supercazzola renziana, in parte riabilitata dalla testimonianza diretta di Gian Paolo Cresci, il presidente della Sacis, che per la Rai commercializzava i programmi Rai, tra cui gli anime.
Da notare che, nonostante il mega successo di Goldrake, la didascalia alle immagini del secondo articolo (una è quella sopra con Mazinga Z e Afrodite A), invece di riportare il nome di Mazinga (Z), contiene quello di Goldrake... almeno Harlock lo azzeccarono.
Riparto dal primo articolo.
domenica 4 gennaio 2015
Goldrake, la storia di un mito
TITOLO: Goldrake, la storia di
un mito
AUTORE: Jurij Gianluca Ricotti
CASA EDITRICE: Minerva Edizioni
PAGINE: 240
COSTO: 16,90 €
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788873817123
Come?
“Un altro libro su Goldrake...”, state sospirando?
Si, un altro
libro su Goldrake.
Un po' diverso, però, dagli altri libri su Goldrake.
Infatti, oltre alle classiche informazioni sul suo atterraggio alla
Rete 2 della Rai, parte che comunque contiene alcuni spunti nuovi, lo
scritto di Jurij Gianluca Ricotti si basa su due argomenti poco o
nulla approfonditi fino ad oggi in pubblicazioni cartacee:
gli
articoli giornalistici del periodo; i giocattoli italiani e non.
Per
quanto riguarda l'inserimento gli articoli pubblicati dai quotidiani
dal 1978 in poi non posso che approvarne la scelta, dato che nel mio
piccolo sto facendo la medesima cosa qui sul blog (Emeroteca anime).
L'autore ritiene, ed io concordo totalmente, che solo tramite lo
scalpore che Goldrake e soci suscitarono nei giornalisti si possa
avere la misura del suo successo, e di quanto il nostro amato
robottone modificò la percezione del mondo in noi bambini e bambine
dell'epoca. Parlare di Goldrake senza citare le polemiche
giornalistiche sulla sua “violenza annientatrice” (on. Silverio Corvisieri docet) non permetterebbe al lettore di contestualizzarne
il successo, e di farci capire che in quel periodo vedere Goldrake
era per un bambino fare qualcosa che molti adulti consideravano da
non farsi, ergo sovversivo, in qualche modo. Motivo per il quale gli
articoli servono anche, a mio avviso, per comprendere meglio
l'effetto “nostalgia” per i “cartoni animati giapponesi”
scatenatosi a scoppio ritardato solo con l'avvento del web.
Comunque
non è la prima volta in assoluto che un libro che tratta degli anime
in Italia citi questi articoli giornalistici, il primo fu “Mazinga
Nostalgia” di Marco Pellitteri nel 1999, senza contare la rubrica
“Scripta manent” della rivista Yamato.
Per
quanto riguarda i giocattoli italici e stranieri su Goldrake l'autore
mostra la sua personale collezione (e forse pezzi di altre
collezione, non sempre ciò è specificato), comprensiva di
esaurienti dettagli e tante curiosità, in pratica la storia di quei
giocattoli nelle varie versioni Goldrake/Goldorak/Grendizer. Non
mancano numerosissime foto a colori di questi articoli, ben 60
pagine.
Espletata
la parte simpatica coi complimenti, passo alla breve parte antipatica
con le critiche, una per gli articoli ed una per i giocattoli.
Non
sempre gli articoli permettono di comprenderne la data di
pubblicazione, la testata, l'autore e il quotidiano. Forse si sarebbe
dovuto procedere semplicemente in maniera cronologica ed un po' più
schematica. In alcuni casi le immagini degli articoli non collimano
con l'articolo presentato nella pagina, generando una certa
confusione. Infine avrei gradito maggiori interventi dell'autore a
commento degli articoli, e il materiale da lui scovato avrebbe
meritato parecchi commenti.
EDIT 5/01/2015:
Un lettore (Alessandro) nei commenti mi ha posto una domanda sulla critica che ho esposto qua sopra, e ammetto che ho sottovalutato la questione della lacunosità dei dati inerenti gli articoli. Prendendo nota della data, testata, autore e titoli di tutti gli articoli proposti nel libro mi son reso conto che troppo spesso sono incompleti.
Mancando un indice finale degli articoli ho pensato di inserirlo, lo si può trovare alla fine della recensione. Alcuni articoli avrei potuto datarli, ma ho preferito lasciare le informazioni presenti nel libro (salvo qualche eventuale mio errore o non comprensione del testo).
EDIT 5/01/2015:
Un lettore (Alessandro) nei commenti mi ha posto una domanda sulla critica che ho esposto qua sopra, e ammetto che ho sottovalutato la questione della lacunosità dei dati inerenti gli articoli. Prendendo nota della data, testata, autore e titoli di tutti gli articoli proposti nel libro mi son reso conto che troppo spesso sono incompleti.
Mancando un indice finale degli articoli ho pensato di inserirlo, lo si può trovare alla fine della recensione. Alcuni articoli avrei potuto datarli, ma ho preferito lasciare le informazioni presenti nel libro (salvo qualche eventuale mio errore o non comprensione del testo).
L'unico
appunto che mi sento di muovere sulla corposa parte inerente le foto
dei giocattoli di Goldrake in realtà non credo sia ascrivibile
all'autore, infatti è dovuta alla grandezza delle immagini, che a
causa del formato del libro (21
cm X 14 cm) risultano spesso piccole, se non microscopiche. L'autore
anticipa che è in programma la pubblicazione di un secondo libro,
più incentrato sui giocattoli, spero che venga pubblicato in un
formato da catalogo, altrimenti si riproporrebbe il medesimo difetto
di questo.
Il
libro manca dell'indice, cosa assai strana, e contiene qualche refuso
di troppo, per l'indice cerco di rimediare nel proseguo della recensione, per i
refusi nulla posso fare.
sabato 3 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection 50 Brain Condor
Fino ad ora ho sempre cercato di variare un po' i post del blog, tranne all'inizio quando di botto ho inserito qualche centinaio di recensioni dei libri, purtroppo sia i ritardi nelle consegne che qualche mio giorno di vacanza, più il terzo numero speciale, hanno causato un accavallamento della GNRC. Quindi mi tocca mettere la terza recensione consecutiva, il numero 50, che una volta sarebbe stata l'ultima delle uscite normali, mentre ora non più...
Vabbè, tornando alla GNRC... che voi lo chiamaste Braian, Brian, Brain, Brein o come cacchio la pronunciavate, ecco il "Cervello Condor" di Tetsuya Tsurugi:
essenziale, aereodinamico, velocissimo, manovrabile, impermeabile, molto rosso (anche se io lo vedevo grigio...) ed ancor più resistente (vista la velocità con cui si agganciava nel Grande Mazinga).
Insomma, un gran passo avanti rispetto a quella mezza palla volante che era l'Aliante Slittante di Koji Kabuto, il cui unico pregio era il bellissimo nome donatogli dagli adattatori italiani, altrimenti faceva schifo pure il nome originale...
Questa è la prima uscita di un mezzo dei buoni facente parte della triade Mazinga Z/Grande Mazinga/Goldrake, in precedeneza dei buoni era uscito solo il Big Shooter per Jeeg. Ovviamente non si puà parlare di pose del modellino, ma solo della sua scala e della colorazione, oltre all'ovvio fatto se assomigli o meno all'originale.
E' largo 8 cm (da punta dell'ala destra a punta dell'ala sinistra), lungo 11 cm (dalla punta a nteriore a quella posteriore della coda), alto poco più di 4 cm.
venerdì 2 gennaio 2015
Go Nagai Robot Collection - Uscita speciale 3 Generale Birdler
I tanto agognati generali di Mikenes si stanno completando, con la terza uscita speciale Birdler siamo al penultimo, e devo dire che, sempre ricordando che non sono un collezionista di modellini robotici, è venuto fuori proprio bene.
Ok, le sbavature non mancano (vedi il polso destro...), però resta, a mio avviso, un bel pezzo, del prezzo, però, di 17 euro (16,99€).
Come ho già scritto le scan dei modellini ne fanno risaltare i difetti di colorazione, che si notano talvolta anche da lontano.
La posa è da parata di fronte al Generale Nero, quasi sugli attenti, quella classica mentre i generali si beccano l'ennesima rampogna per l'ulteriore sconfitta impartita loro dal Grande Mazinga.
Vista la superfice ampia delle ali mi pare giusto una scan posteriore.
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