TITOLO: Manga Academica vol. 7,
rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 144
COSTO: 12,50€,
ANNO: 2014
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788896133248
Di
certo la collana "Manga Academica" della casa editrice
“Società Editrice La Torre” è la pubblicazione più longeva nel
panorama saggistico su anime e manga, visto che con questo numero
raggiunge il settimo anno consecutivo. Non si può fare altro che
riconoscere alla casa editrice una inusuale, nel campo editoriale
italiano, e meritoria costanza e passione, dato che le altre case
editrici che pubblicavano collane su manga ed anime hanno man mano
smesso di farlo. La Iacobelli ("I love anime" , "Japan Files" ) non pubblica più
nulla da due anni, e comunque i suoi libri erano più nostalgici
(sempre nel senso buono) che saggistici. La Tunuè, che inizialmente
aveva pubblicato numerosi saggi validi, è anch'essa dal 2012 che non
pubblica più nulla sul tema manga ed anime.
Ergo
un bel plauso ad una piccola casa editrice che riesce, nonostante la
perenne crisi dell'editoria, a continuare le pubblicazioni,
mantenendo, tra l'altro, praticamente ogni anno il medesimo prezzo
(basso) del libro.
In
questo numero sono presenti quattro contributi incentrati sui manga:
Shōjo
manga: andante con brio
Maria
Teresa Orsi
Suggestioni,
omaggi e riscritture: quando il fumetto giapponese incontra il cinema
occidentale
Paolo
La Marca
Il
diritto d’autore in Giappone. Alcune note legali sul fumetto
Silvio
Negri-Clementi
La
lingua dei manga.
Differenze nell’uso della lingua giapponese negli shōjo manga e
negli shōnen manga
Ileana
Campofreda
Maria Teresa Orsi è stata la prima accademica che studia il Giappone a concentrarsi sul manga in Italia, i suoi due primi libri risalgono al 1980.
L'autrice
analizza tre manga (Paradise Kiss, Nana, Nodame Cantabile) per
dimostrare come la classica definizione di shojo manga sia ormai
sorpassata, resa obsoleta dalla generazione delle nuove autrici.
L'unico appunto all'interessantissima analisi riguarda la sua
brevità, 22 pagine.
Paolo La Marca, invece, punta l'obbiettivo sulle citazioni, omaggi, allusioni, riscritture e plagi dei film occidentali nei manga. Non mancano numerose immagini che mettono a confronto la scena filmica originale con la rispettiva tavola disegnata. Il saggio si concentra sui film degli anni 50 e 60, escludendo (per scelta dell'autore) personaggi come Marilyn Monroe, film su 007 etc.
Essendo
io nato nel 1969, e conoscendo solo approssimativamente i film presi
in esame, avrei preferito lungometraggi più recenti, ma l'analisi
resta comunque interessante, e lo sarà di più per chi abbia ben
presente le pellicole (e i manga) presentate.
In
particolare l'autore si sofferma sull'influenza esercitata dai film
occidentali su Osamu Tezuka. Nel leggere questa analisi sui manga di
derivazione cinematografica ho scoperto che Osamu Tezuka, in un manga
western (Kenju Tenshi), mise in scena il primo bacio in un manga per
bambini, era il 1949. Questo scatenò le proteste della famigerata
PTA (Parent Teacher Association), la stessa, se non erro, che qualche
decennio dopo si scagliò contro Go Nagai per il suo scandaloso
“Harenchi
Gakuen”.
O
scoperto altresì che nei primi anni del dopoguerra i mangaka non si
limitavano a citare un film occidentale, ma, specialmente per i
western, lo replicavano quasi in toto, e lo faceva anche il “Dio
dei manga”.
Silvio
Negri-Clementi analizza un aspetto poco consueto, il diritto d'autore
sul fumetto in Giappone, ed è questa una delle caratteristiche
interessanti della “Manga Academica”, cercare di uscire un po'
dal seminato.
Il
contributo più corposo ed interessante, dei quattro pubblicati in
questo settimo numero, è, a mio avviso, quello di Ileana Campofreda.
Come è già capitato in passati numeri della “Manga Academica”
si analizza il linguaggio nei manga, in questo caso le differenze tra
la lingua indirizzata agli uomini e alle donne. Infatti nella lingua
giapponese esiste un linguaggio apposito per gli uomini (otoko no
kotoba) e per le donne (onna no kotoba), questo dualismo linguistico
di genere è presente sia negli shonen manga che negli shojo manga.
Nell'introduzione l'autrice spiega che la “lingua delle donna”
oggi è spesso teorica, in quanto molte donne (specialmente le più
giovani) non si esprimono più nella maniera gentile che la
tradizione imporrebbe, e questo capita specialmente sui luoghi di
lavoro. Infatti la “lingua della donna” è meno assertiva del
linguaggio maschile, e una donna con responsabilità lavorative è
obbligata ad esprimersi più come un uomo per poter svolgere il
proprio lavoro. Mentre nei drama televisivi, in manga ed anime la
“lingua delle donna” ha lo scopo di esaltare la femminilità, e
di distinguere personaggi femminili (o maschili) più mascolini.
Nello
studio dell'autrice sono analizzati cinque manga (due shojo e tre
shonen), con lo scopo di isolare e classificare le particelle finali
che identificano il sesso del soggetto.
I
5 manga sono: Marmelade Boy; Bokura ga ita; One Piece; Death Note;
Video Girl Ai.
L'analisi,
a mio avviso, va oltre il tema linguistico nei manga, ma sconfina nel
sociologico, infatti si può capire come spesso il modo con cui le
donne dovrebbero esprimersi in Giappone è, esso stesso, un modo per
mantenerle in posizione subalterna rispetto all'uomo.
Una
delle cose piacevole nella lettura è che, oltre a delle tabelle
comprensibilissime, sono riportate numerose tavole dei manga
analizzati, con tanto di didascalie esplicative e rimandi nel testo,
in modo che anche chi non legge il giapponese (come il sottoscritto)
comprenda i concetti espressi. Ovviamente una persona, invece, che
legge il giapponese apprezzerà ancora di più lo scritto di Ileana
Campofreda.
Concludono
la pubblicazione tre recensioni (due libri ed un sito).
La tavola con il primo bacio in un kodomo manga.
Un esempio di come Ileana
Campofreda presenta il suo scritto.
Inserisco
l'indice del libro, preso dal sito della casa editrice:
Shōjo
manga: andante con brio
Maria
Teresa Orsi
Suggestioni,
omaggi e riscritture: quando il fumetto giapponese incontra il cinema
occidentale
Paolo
La Marca
Premessa
1.
Le influenze del cinema occidentale nel mangadel dopoguerra
1.1.
Tarzan, pistole e Far West
1.1.1.
Omaggi e citazioni nei mangadi Tezuka Osamu
2.
Lo shōjo mangae il cinema: una piccola premessa
2.1.
La commedia americana e il culto di Audrey Hepburn
2.1.1.
Che fine ha fatto Bette Davis?
3.
Il fascino dell’angelo azzurro
3.1.
Passeggiando lungo Sunset Boulevard
3.1.1.
Attrici sull’orlo di una crisi di nervi
3.1.1.1.Sul
filo del plagio
Conclusioni
Il
diritto d’autore in Giappone. Alcune note legali sul fumetto
Silvio
Negri-Clementi
1.
Il diritto d’autore e i manga
2.
Il fenomeno del manga scanlation
Conclusioni
La
lingua dei manga. Differenze nell’uso della lingua giapponese negli
shōjo manga e negli shōnen manga
Ileana
Campofreda
Introduzione
1.
Le particelle finali femminili nella lingua giapponese
2.
Differenze nell’uso della lingua delle donne negli shōjo manga e
nei josei manga
3.
Differenze nell’uso delle particelle finali negli shōjo manga e
negli shōnen manga
4.
Metodo
5.
Corpus
5.1.
Marmalade Boy
5.1.1.
La lingua del manga
5.2.
Bokura ga ita
5.2.1.
La lingua del manga
5.3.
One Piece
5.3.1.
La lingua del manga
5.4.
Death Note
5.4.1.
La lingua del manga
5.5.
Video Girl Ai
5.5.1.
La lingua del manga
Conclusioni
Recensioni
Marco
Benoît Carbone, Tentacle Erotica. Orrore, seduzione, immaginari
pornografici
Loris
Cantarelli
Matilde
Mastrangelo – Andrea Maurizi (a cura di), I dieci colori
dell’eleganza. Saggi in onore di Maria Teresa Orsi
Mario
A. Rumor
Web
SigleTV.Net
Chiara
Androne
Orsi ha scritto il suo saggio in origine nel 1978, poi riedito nel 1998 in un volume. Il secondo volume di cui parli è di Sabrina Lucianetti, diverso per taglio e livello.
RispondiEliminaE' vero!
EliminaErrore da matita in un occhio, altro che rossa :]
Correggo subito, grazie ;)