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giovedì 1 gennaio 2015

"Giappone, dai samurai a Mazinga" - Treviso, Casa dei Carraresi - fino al 31 maggio 2015



Alla Casa dei Carraresi si può ammirare un mix tra la storia e la cultura del Giappone, gli anime (robotici e fantascientifici) e i giocattoli degli anni 70 e 80.
Forse in altre nazioni europee e nel nord america, per non parlare della madre patria nipponica, appuntamenti culturali come quello di Treviso sono all'ordine del giorno, ma in Italia, purtroppo, sono una rarità.
Personalmente questa è la terza mostra dedicata all'animazione giapponese che visito, la prima nel 2009 a Torino ("Manga Impact"), la seconda a Milano nel 2013 (Milano Manga Festival").
La mostra di Torino era incenrata sugli anime e sui giocattoli a loro ispirati, e si potevano ammirare una quantità mostruosa di giocattoli, molto superiore a quelli presentati a Treviso.
A Milano, invece, il fulcro della mostra era il manga, con qualche raro giocattolo del periodo. Entrambe le due passate manifestazioni hanno avuto in comune l'assurda e masochistica assenza di un catalogo della mostra. In occasione del "Milano Manga Festival, nonostante il catalogo fosse stato annunciato, nulla è stato pubblicato, a cui va aggiunto l'idiota divieto (specialmente in ottica della mancata pubblicazione del catalogo) di scattare fotografie da parte dei visitatori. Per quanto riguarda la mostra "Manga Impact", quando l'ho visitata, non era disponibile alcun catalogo (e per quello che posso sapere io neppure in seguito), però, almeno, si potevano scattare liberamente tutte le foto che si voleva.
Mentre a questa "Giappone, dai samurai a Mazinga" non solo è possibile scattare tutte le foto che si vuole, previo pagamento di un costo aggiuntivo sul biglietto di due euro (il "foto-free"), ma sono disponibili ben due cataloghi!
Uno incentrato solo sui giocattoli presentati nella mostra, pubblicato in formato di libro e contenente tutte le foto dei pezzi. Il secondo sul totale della mostra (compresi, di nuovo, i giocattoli), nel formato del classico catalogo delle mostre, quindi carta patinata, copertina rigida, dimensione da 33 cm x 25 cm, infine tantissime e bellissime foto.
Successivamente posterò due recensioni distinte dei due cataloghi, in questa sede mi concentrerò solo sulla mostra, che, a mio avviso, ogni appassionato di anime robotici o del Giappone in generale, compresa la sua storia, deve obbligatoriamente visitare.
Il bello della mostra, grazie a numerose spiegazioni presenti sul suo percorso e ad un video finale, è che può essere fruita da varie tipologie di appasionati. Chi predilige la cultura e la storia del Giappone si concentrerà sui manufatti originali presenti nella mostra, il fan dell'animazione o il collezionista godrà a dismisura dei giocattoli esposti, se poi qualcuno avrà delle conoscenze in entrambi i campi il piacere sarà doppio.
Il biglietto d'ingresso ammonta a 12 euro (più sotto ho scannerizzato la brochure informativa), che è un prezzo assai basso per una mostra che personalmente ho impiegato 2 ore e mezzo a girare, anche se ho fatto una valanga di foto, e che ha un'atmosfera coinvolgente che le altre due mostre non avevano.
Per quanto riguarda la spiegazione della mostra rimando alle scan della brochure, che di certo riusciranno ad essere più illuminanti di quello che potrei mai fare io, mentre per illustrarne il suo contenuto ho inserito un po' di foto (170 circa...) e tre brevissimi video, che, comunque, non rendono minimamente la bellezza dell'esposizione, e che non mostrano tantissimi altri pezzi da collezione.
Sulla qualità delle foto e dei video spero si stenda un velo pietoso, in quanto, tra le tante cose che non sono capace di fare c'è anche il fotografo :]
Parto con il video della sala che a mio giudizio personale è la più bella, quella con le armature dei samurai e i giocattoli robotici, che fa parte del percorso "Hasshin! Il grande viaggio nell'universo dei super robots", esposta verso la fine della mostra.


          



All'ingresso della mostra si viene accolti da un gigantesco Mazinga Z.






La brochure della mostra.















Riparto dall'inizio.




E dal retro di maznga Z.


Come ho scritto sopra c'è un percorso ben definito, con tanto di spiegazioni dettagliate dei pezzi, del periodo loro storico e del gruppo in cui sono stati riuniti per la mostra.
Nonostante le foto che posto siano numerose, alcune tematiche non contemplano foto, oppure ci sono poche foto rispetto ai pezzi esposti, mentre per i giocattoli sono stato assai generoso, ma vederli dal vico è tutta un'altra cosa ;)

"Samurai"
Qui sotto lo tsuba, il "paramano".

Un elmo.

Una spada Tachi.
Mempo.
Stupende.



Un paravento del XVIII secolo.



"No, il teatro dell'anima"

Un costume del teatro No.




"La via della scrittura"


Completo per la scrittura.



"La cerimonia del tè"






E' stata allestita un mini sala del tè:


        


"Ukiyo-e, le immagini del mondo fluttuante"

"Minowa e Kanatsugi", di Utagawa Hiroshige.



"La natura, con la N maiuscola"

Lo splendore delle lacche.



Esempio di tessitura con soggetti naturalistici.




"Tra miti e leggende"

Coppia di paraventi "Corsa di cavalli al tempio Kano".




La Bandok di Zambot 3.




"Il buddhismo in Giappone"




Queste foto dovrebbero riguardare la parte precedente de "La natura, con la N maiuscola".












"Inro, netuke, ojime: vezzi per uomini eleganti"





Kimono maschile.


"Influenza della Cina, il vicino importante"



Scatola per cancelleria.



Le varie trasposizioni anime de "Saiyuki, il viaggio in occidente".






"Il periodo Heian, emblema di bellezza classica"

Il principe Genji.




Scene dal "Romanzo del principe splendente".






"Dei piaceri effimeri nel Giappone del periodo Edo"

Specchio con manico a scatola.



Contenitore per lettera, che ha in comune col robottone sotto lo stemma della casata Tokugawa.


Il Daioja.


1886, autore Yoshu Chikanobu.




1882, autore Utagawa Kunisada.



1854, autore Utagawa Kuniyoshi.


1865, autore Toyohara Kunichika.



"Hasshin! Il grande viaggio nell'universo dei super robots".

E ci metto l'utlimo mini video, ogni ulteriore commento è superfluo:


        














































































































"Arte giapponese nel museo di antropologia di Padova"










"I manga di Hokusai, alle origini del fumetto giappnese"

Mostro solo la parte finale di questa galleria, che presenta delle enormi tele con il manga di Capitan Harlock.





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