TITOLO: Il re a margine, cinque
saggi sulla regalità in Giappone e in Africa
AUTORE: Masao Yamaguchi
CASA EDITRICE: Transeuropa
PAGINE: 147
COSTO: 14,90€
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788898716067
Tema
difficile, la regalità giapponese, ma interessante, purtroppo mi
mancano troppe cognizioni di base per poterlo valutare appieno,
quindi cercherò di illustrarlo nei limiti delle mie capacità.
In
questo saggio sono riuniti cinque saggi di Masao Yamaguchi, scritti
tra il 1973 e gli anni 80, che hanno lo scopo di dimostrare che la
regalità (giapponese) non si basa solo su un sistema politico, ma fa
parte delle necessita di un popolo: la regalità nasce dai miti, i
miti servono a mettere ordine nel caos culturale.
In
questa recensione mi limiterò a trattare solo i due capitoli che si
concentrano prettamente sul Giappone, scelta che attuo sempre in
scritti come questo, quindi il secondo ed il terzo. Il primo capitolo
contiene accenni alla storia e ai miti giapponesi, ma facenti parte
di una argomentazione più generale, la regalità.
Un
grosso difetto del libro sono le tabelle e le tavole presenti ad
integrazione del testo scritte con caratteri microscopici,
praticamente illeggibili. Tanto non le avrei capite, ma mi sarebbe
piaciuto poterle leggere.
Il
secondo capitolo fu scritto nel 1973, il che mi fa supporre che le
considerazioni dell'autore sulla società giapponese moderna di certo
andavano bene in quegli anni, ma nel 2014 il popolo giapponese sente
la regalità nella medesima maniera?
Sono
messi a confronto il mito di Susano-o e la storia di Takeru-Yamato.
Infine
per comprendere i concetti che stanno alla base della regalità
giapponese vengono analizzate le forme e le strutture del teatro
giapponese, il teatro delle marionette Joruri e il teatro Kabuki.
Il
terzo capitolo affronta un altro tema interessante, seppur ostico:
come erano rappresentati gli esclusi nella storia antica giapponese.
Per
far ciò l'autore analizza i documenti riuniti sotto il nome di
“Fudoki” (descrizione della natura e dei costumi), redatti nel
VIII secolo, in cui si narra del caos presente in natura prima che
venisse stabilito un sistema di regole, l'ordine politico.
Sperando
di non riassumere eccessivamente due sono gli schemi di questi
racconti. Nel primo c'è un nobile che trasforma un territorio in
coltivabile (quindi lo strappa alla natura), il dio di quel luogo gli
muove guerra per vendetta (mi ricorda in parte il film dello Studio
Ghibli “Mononoke Hime”). Il nobile combatte e sconfigge il dio,
relegandolo oltre i confini della sua terra “civilizzata”, ma nel
contempo, per rendere omaggio al dio in modo che non si vendichi, ne
diventa il sacerdote, iniziando il culto di quel dio. In questo modo
il caos/anormalità sono allontanati dal villaggio.
Nel
secondo schema presente in questi antichi documenti i clan/popoli
sconfitti dal potere politico centrale sono sempre descritti in
termini negativi, anche se l'unica loro colpa era essersi opposti al
clan vincente: i vinti, cioè l'altro, diventano il capro espiatorio.
La quarta di copertina, con una spiegazione del contenuto del saggio più affidabile della mia.
La monarchia in Giappone l'ho sempre percepita, soprattutto guardando alla sua storia passata, alla stregua di come poteva essere all'epoca dell'antico Egitto per i faraoni.
RispondiEliminaDivinità in terra che sono al di sopra dei semplici uomini. Almeno questo in base ai famigerati cartoni e quello che negli anni è stato filtrato (e storpiato) in arrivo da noi.
Credo che solo nel recente passato si sia avvicinata alla forma di tipo anglosassone
Con la differenza che i faraoni erano creduti dei in terra fino al 1000 A.C., cioè 3000 anni fa, in Giappone Hirohito era spacciato per dio nel 1945 D.C.
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