La fake news ante litteram dei cartoni animati giapponesi fatti al computer (o con un elaboratore elettronico), per prodotti creati negli anni 60, 70 e nei primissimi anni 80, l'ho riproposta molte volte su questo blog con articoli d'epoca oppure in saggi del periodo:
Neppure alla Nasa avevano un computer che avrebbe potuto eseguire un compito del genere, ma i giornalisti italici, nella loro consolidata disabitudine a controllare la veridicità di una notizia, ripetevano a pappagallo questa bubbola, tra l'altro allo scopo di sminuire l'animazione giapponese.
Sto cercando da anni la genesi di questa baggianata, ma ancora non ho certezze:
In fondo il Giappone era la patria dell'elettronica e della miniaturizzazione, con una nomea di plagiatori di prodotti altrui, chi se non loro avrebbero potuto inventarsi questo fantomatico mega computer che eliminava l'arte del disegno?
Ricordo sempre che quando negli anni 90 sarà la Disney a produrre i primi lungometraggi animati con parti fatte completamente al computer, gli stessi giornalisti grideranno al miracolo tecnologico!
Ogni tanto c'era qualcuno che rinsaviva, si rendeva conto dell'assurdità che in quel periodo potesse esistere un computer che disegnasse gli anime, inventasse la trama, ma anche solo gestisse un qualsiasi aspetto della produzione di una seria animata.
Ogni tanto qualche giornalista si ricordava di essere un giornalista, faceva le domande giuste ai diretti interessati, e i giapponesi rispondevano sempre allo stesso modo:
non esisteva alcun computer, tutto il processo era fatto a mano.
Uno delle primissimi smentite sull'uso del computer per produrre le serie animati nipponiche fu anche quella che avrebbe dovuto estirpare la fake news, in quanto si trattava di una trasmissione della Rai!
E invece la baggianata continuò a propagarsi (addirittura fino agli anni 90), veicolata anche da esperti di animazione, non solo da giornalisti superficiali o tuttologhi a caso.
Quando nel settembre del 1982 un giornalista (o una giornalista, ci sono solo le iniziali) svela che i cartoni animati giapponesi sono fatti a mano, pare quasi sia questa una balla ^_^
In occasione delle "Giornate sul cinema d'animazione" svoltosi a Forlì a fine settembre il tema è l'uso del computer in animazione, vengono invitati veri esperti ed autori, e in questo contesto saltano fuori i cartoni animati giapponesi, che non erano fatti al computer ^_^
L'autore, come si vedere al link sopra, sbaglia grandemente nell'affermare che quella era la prima occasione in cui si discolpavano gli anime dall'essere fatti con l'ausilio di un elaboratore elettronico.
Temo che equivocò anche il concetto di archiviazione di sfondi e scene ripetute, il famoso "bank system", che lui immaginava organizzato e gestito, di nuovo, da un computer, mentre in quel periodo era un semplice archivio tipo biblioteca vecchia maniera, del tutto analogico.
Ma si sa che i giapponesi da qualche parte dovevano usarlo un computer! :]
Beh, però mica male "Autobahn" fatto al computer...
RispondiElimina"Wir fahren, fahren, fahren auf der Autobahn"...
https://www.skwigly.co.uk/100-greatest-animated-shorts-autobahn-roger-mainwood/
Forse ancora un po' troppo "Yellow submarine" per una produzione anni 80.
EliminaDiciamo tra "Yellow Submarine" e "Heavy Metal" :D
EliminaE poi come si evince leggendo l'articolo "L'uso dell'enorme computer dell'Imperial College si dimostrò meno pratico di quanto si sperasse per il progetto Autobahn, e le rozze immagini con esso generate furono usate poco, sicché alla fine, il film fu animato con metodi tradizionali"
EliminaNulla di nuovo sotto il sole.
12 minuti! ^_^
EliminaUn po' inguardabile, allora come oggi :]
Avevo già notato che l'animazione reale fatta al computer era molto distante da quello che spesso immaginavano i giornalisti, ma loro non lo potevano sapere perché non esisteva YouTube, verso metà del post c'è un video:
http://imagorecensio.blogspot.com/2018/11/topolino-e-poi-cinema-danimazione-dal.html