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giovedì 27 giugno 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 20)


Ventesimo numero di "Anime Cult", la cui copertina ospita Madamigella Oscar tra i rovi, la Sprea è riuscita a battere sul tempo "Nippon Shock Magazine", che nel numero in uscita ha anch'essa Lady Oscar in copertina per la seconda parte (la prima parte a gennaio 2024...) del numero monografico sulla nostra eroina in uniforme. 
Vince chi arriva prima in edicola, almeno da me è arrivata prima la Sprea.
Questa è l'annata dell'anniversario oscardiano, tra mostre, libri e dossier, un po' ce la faranno venire a noia, ma solo un cicinìn  ^_^
Come sempre ritengo che il punto forte della testata siano le interviste a personaggi legati al mondo dell'animazione nipponica e all'editoria italica che nel tempo se ne occupò, in questo numero vi sono le seguenti testimonianze:
Simone D'Andrea (doppiatore);
Paolo Ongaro (fumettista);
Davide Murmora e Fabio Valerio (rivista "Mondo Japan");
Stella Orsini e Marco Alabiso (Junior TV, terza ed ultima parte);
Takashi Saijo (animatore).
Patrizia Tapparelli (cantante sigle, prima parte).



Stante la mia antipatia di fondo, qualche sparuto commentatore qui sul blog mi ha tacciato, non ha torto, di essere sociopatico, resta ciò che dicevano i latini, cioè "verba volant, scripta manent", ma anche "fiat voluntas tua", che si potrebbe aggiornare in "Sprea voluntas tua"   ^_^
Anche a me giungono voci lontane dal web, una delle ultime ha riguardato la trasformazione di "Anime Cult" da mensile a bimestrale... da quello che ho letto la motivazione addotta è stata che la casa editrice sia venuta incontro alle nostre lamentele di lettori/compratori delle testate Sprea, che ogni mese aumentavano di numero, aumentando anche l'esborso mensile.
Ergo ci sarà una alternanza in edicola tra "Anime Cult" e "Japan Magazine", un mese una, l'altro mese l'altra.
Io ringrazio umilmente il Ceo ed il consiglio di amministrazione della Sprea per aver pensato alle mie finanze personali, ma... ci sarebbero alcuni ma... ^_^
Nel numero 17 di A.C. sempre il nostro Ceo rassicurava che l'uscita del nuovo "Japan Magazine" non sarebbe stato in alcun modo in concorrenza con "Anime Cult", commentando le solite becere polemiche web secondo cui con la nuova rivista mensile dedicata a manga ed anime... "La Sprea si fa concorrenza da sola", replicava con incrollabile sicumera che... "Ma che concorrenza?"
Ma quindi il problema delle troppe testate Sprea su manga ed anime presenti ogni mese in edicola non era poi così tanto campato in aria?
Io il problema me lo ero posto relativamente, in quanto avevo già deciso che non avrei proseguito l'acquisto di "Japan Magazine" per la ripetitività quasi obbligata dei temi trattai con "Anime Cult".
Ora, però, il problema di questa bulimia edicolaia con più testate Sprea (AC, JM, gli speciali a frotte) che trattano tutti la medesima tematica, è diventato un mio problema, in quanto avevo sottoscritto un abbonamento annuale per un mensile e me lo ritrovo bimestrale...
Secondo il Consiglio di Amministrazione Sprea questa loro scelta mi permetterà di liberare risorse economiche per poter acquistare anche "Japan Magazine", mentre io non avevo e non ho alcuna intenzione di farlo, ergo mi ritroverò con una rivista da leggere ogni due mesi invece che ogni mese, come da sottoscrizione dell'abbonamento.
Il dubbio che mi è sorto è stato: 
ora i miei 12 numeri da abbonamento mensile diverranno 6 bimestrali?!

Per evitare di pendere da informazioni web poco attendibili, ho fatto la cosa più banale, telefonando all'ufficio abbonamenti Sprea, la cui gentile addetta mi ha assicurato sul fatto che il mio abbonamento proseguirà fino al numero da me sottoscritto, ergo si trasformerà in un abbonamento di 12 numeri bimestrali, cioè in un abbonamento bi-annuale. Questo perché, come spiegatomi dalla cortese addetta, io avevo pagato un abbonamento PRIMA della decisione di ridurre i numeri annuali, quindi non sarebbe stato corretto dimezzare i numeri spediti.
Sorge, però, un altro dubbio, che si potrà dissipare solo con il tempo, lungo tempo... la rivista "Anime Cult" resterà in edicola per due anni?
E se la Sprea decidesse di interrompere la testata far un anno e mezzo, quando i numeri da me sottoscritti non saranno usciti tutti, cosa ne sarà dei mie soldini?
Io ho fatto un abbonamento annuale anche perché ritenevo che ancora un anno la rivista sarebbe restata in edicola, ma per due anni?
Se avessi saputo che "Anime Cult" sarebbe divenuto bimestrale, non avrei rinnovato l'abbonamento...
Chiaro che questa decisione di trasformarmi un mensile in bimestrale non mi rende euforico, era la prima volta che acquistavo una rivista in abbonamento, credo che non ci sarà una seconda volta.
Non mi è chiaro, però, da quando AC diverrà bimestrale, in quando di fianco all'editoriale del Ceo, che non tocca minimamente la questione, c'è il solito avviso che il prossimo numero sarà in edicola il 23 luglio, quindi salteranno agosto per ritornare in edicola a settembre?



Il primo articolo della rivista è sui bolidi degli anime, molto da forum come scritto, infatti, giocoforza, se si decide di trattare l'argomento (era proprio necessario?), non si può non citare la solita moto di Hiroshi Shiba che ad ogni trasformazione si sfracellava al suolo, ma nell'episodio successiva era sempre bella intonsa.
Caso ha voluto che nel contempo mi sia arrivato il solito meme sul medesimo tema, solo che i meme e i forum, in cui la "curiosità" esposta da AC venne sollevata più di due decenni addietro, sono gratis, la rivista no.
A mio avviso cercare di "diversificare" gli articoli con temi da web gratuito, come questo, è poco efficace, specialmente se il target sarebbero fan dell'animazione giapponese in Italia, se poi il target è cambiato, volendo puntare su lettori occasionali, potrebbe anche aver senso.
Un articolo simile era presente anche nel numero precedente, "Siamo tutti traumatizzati" ispirato dalla pagina FB di "Recensioni Malsane Reloaded".




Molto interessante l'intervista a Paolo Ongaro, che si occupò dello "spaghetti manga" di "Daitarn 3" sulle riviste a fumetti del periodo
Tutte queste interviste rendono bene come si lavorasse ai tempi, alla fine tutti gli autori di questi fumetti made in Italy e i protagonisti editoriali di quelle riviste, concordano sulle poche informazioni che avevano.
Il cartonato mostrato nella pagina qui sopra lo si può in parte consultare al link qui sotto:



Lo speciale su "Lady Oscar" è curato da Elena Romanello, che ha scritto "La leggenda di Lady Oscar - Guida non ufficiale", quindi la tematica non le è di certo oscura   ^_^


Ho notato che ormai è abbastanza entrato nelle conoscenze di tutti, saggisti e riviste, che il sito de "La Stampa" ha l'archivio storico disponibile gratuitamente per tutti  :]
Saremo sempre grati a chi ha permesso questa scelta editoriale non scontata, visto che quasi tutti gli altri quotidiani lo rendono disponibile a pagamento, ed alcuni a costi non bassi.


Su "Anime Cult" n° 18 è riportato che il film live di "Lady Osar" in Italia era inedito, mi era sfuggito, ma nel numero 19 mi era stato fatto notare la cosa.
In questo numero la curatrice dello speciale ovviamente riporta del film trasmesso su "Italia 1" del dicembre 1982, a quanto pare l'errore presente nel numero 18 fu dovuto ad un refuso editoriale di impaginazione, annoto che non mi pare ci sia stato un errata corrige da parte della redazione, magari non l'ho visto io.


Non ho mai comprato "Mondo Japan", quindi conosco zero dei suoi contenuti, è stato comunque interessante leggere le due testimonianze di chi lo creò e diresse.

Terza ed ultima parte dell'intervista a chi gestì "Junior TV", informazioni di prima  mano su un periodo che va un po' oltre le mie ricerche, ma comunque illuminante delle dinamiche del periodo.



Ben otto pagine della prima parte (di tre totali!) dell'intervista a Takashi Saijo, che io ovviamente non conoscevo, magari ne avrò letto in uno dei tati saggi sugli anime, un bel documento, da solo merita l'acquisto della rivista. 
Saito non è stato direttore dell'animazione solo di vecchi anime, ma anche di serie più moderne, come "Death Note" e Naruto.



Ho notato che Carrassi è divenuto ormai uno stabile collaboratore delle testate Sprea, come scrivo sempre trovo legittimo che lui voglia illustrare (dal mio punto di vista "giustificare") il modus operandi censorio di Fininvest/Mediaset, resta il mio punto di vista:
è una testimonianza grandemente di parte.

E mi pare che, almeno su AC, non sia presente un minimo di contraddittorio alle tesi/testimonianze da lui esposte, ma resta sempre l'altro mio punto di vista, Carrassi non intervenne (censurò?) sui miei cartoni animati giapponesi, ma su quelli della generazione successiva, frega nulla a loro, deve fregare a me?  ^_^

Nei commenti del precedente numero di AC si è o si sarebbe palesato lo stesso Carrassi, sperando non sia un qualche burlone trollaro del web, riporto qui il suo punto di vista rispetto alle mie critiche:



Riporto anche lo scritto:
@stengo Salve! Sono Nicola Carrassi -chiedo perdono per il nome del blog che ho buttato lì per commentare- anzi più per commentare per fare delle ammissioni. Io non nego di aver fatto il lavoro che ho fatto etc etc. Ciò che lei scrive e che viene scritto da vent'anni è vero. Quando ho letto la sua recensione del libro Cartoni&Tv ho concordato. Lei ha espresso meglio di chiunque il concetto. Il punto di vista dei censori. E si, nel 2005 c'era una marcata matrice giustificazionista, per il resto, l'esaltazione ha sempre fatto parte di me, più perché bipolare ciclotimico che per temperamento. In tutto questo, mi colpisce che a distanza di tanti anni, il revisionismo venga detectato nella rubrica di Anime Cult. A partire dal titolo è evidente che non mi pongo come storico o saggista. Racconto la mia esperienza di lavoro. Se lei ha notato non mi sembra di aver mai giustificato nulla, io racconto cosa succedeva negli anni '90, perche' succedeva, come mai si è arrivati a fare un certo adattamento. Non l'ho mai giustificato in questo frangente, anzi, ho sempre detto che la censura è detestabile sciocca e becera. Ho anche avuto occasione di dichiarare -lo vedrà nel boxino pensieri laterali- che parlare di censura, oggi, significa imparare dagli errori passati e avere una visione migliore ed inclusiva. I documenti che mostro sono quelli che ho, tali e quali: l'idea della rubrica è di raccontare il dietro le quinte, mostrando, documenti alla mano, che cosa accadeva e il perchè dietro le quinte. Mi sembra di aver espresso in più uscite la mia difficoltà ad accontentare richieste assurde, se mi sono posto come salvatore o ho cercato di mettere in atto del revisionismo, mi indichi i punti, perchè farò molta attenzione.

@stengo Non sono più un ragazzino, ho una certa età, e non voglio atteggiarmi a salvatore della patria, degli anime etc... Non mi permetto di giudicare tutta l'opera censoria di Mediaset o di altri canali, racconto la mia esperienza. E ripeto, non c'è volontà altra, che non sia, riferire gli avvenimenti. Non sono stato chiamato a giudicare il mio operato. Anzi: proprio negli stessi numeri in cui appare la rubrica, non sono risparmiati né critiche né giudizi feroci anche nei miei confronti. Qui sta il bello. Mi attribuisca tutti i difetti del mondo -e credo che li azzeccherà tutti, ma non di essere stupido o masochista. Oggi abbiamo una mentalià ed una tale quantità di sefvizi e proposte -web, VOD, satellite, siti etc, che negli anni '90 ce la sognavamo. Ecco, vede, questa per me è una considerazione. Certo può essere letta come 'giustificazione', ma se vogliamo essere onesti intellettualmente, dovremmo concedere il beneficio del dubbio. E' possibile che Nicola Bartolini Carrassi non esista più, e che ci sia non il personaggio, ma la persona, Nicola Carrassi, che dopo tanti anni può essere cambiato, come cambiamo tutti? In meglio? In peggio? Sicuramente non sono più quello 'del libro', 'delle fiere' quello di 30 anni fa. Ho letto con interesse le sue recensioni, certo, in alcuni punti -assolutamente che non mi riguardano- ho percepito il suo pensiero, la sua linea generale... Neanche a me, creda piace TeleMeloni. Comunque, questo è il suo blog, dove esprime le sue idee, dove nessuno le ha chiesto di rappresentare il saggista massimo: lei scrive, e anche bene -ed è pure divertente quando mi descrive come prossimo adattatore di Goldrake etc... mi ha strappato un sorriso di cuore- di ciò che legge e pensa. Non sono qui per farle cambiare idea, continui a seguire la sua, se è vero per lei io non sono nessuno per giudicarla. Dovessi scrivere in ogni luogo dove mi fanno a pezzi, non ci sarebbe abbastanza tempo in 100 anni di vita. Le vorrei solo fare una proposta: provi a vedere la mia rubrica non come revisionismo, lasciamo pure perdere anche ciò che scrivo. Tengo tantissimo ai documenti, perché non mentono, e perché li trovo, e li troverei come lettore /spettatore affascinanti. Le assicuro che il piano di doppiaggio, o parti di un copione non possono influire sul giudizio -anzi nel caso del copione solo peggiorarlo, solo avere la prova provata di tagli e censure-. Quindi provi a vedere se c'è utilità in questo mostrare 'finalmente' documenti rimasti segreti per 30 anni. Ecco, se solo ciò riuscisse, un minimo di utilità quelel sei pagine l'avrebbero. Ho scritto di getto, credo che si capisca che sono il vero Carrassi, perché probabilmente mi sarò espresso alla cazzocampana (non siamo in fascia protetta!). Credo che però possa aver colto il mio intento: non le devo piacere io o ciò che scrivo. Provi soltanto, anche senza dirlo a nessuno, a guardare il materiale senza pensare a Nicola Bartolini Carrassi (ma manco io ci riuscirei, mi creda, a non dire 'ecco lo sborrone'), ma a ciò che oggettivamente c'è. E se vuole, mi faccia sapere i passi nei quali ho fatto revisionismo, per i quali chiedo scusa in anticipo. La censura c'è stata. Capire perché, secondo me sarebbe costruttivo, anche pechè non accada più... Caspiteronzolina! ^_^ ps: Miki Moz non è stato uno stratega: ero nel marasma totale, e glio ho dato accesso non a parte dei docomenti: ho aperto tutte le catelle, quindi ha visto tutto ciò che c'era da vedere, non una selezione di pro Carrassi pro Mediaset etc... La saluto e la ringrazio... Anzi mi permetto di darti del tu: amo anch'io i personaggi Marvel e DC... Però no, non mi sento Thor, e neppure lo vorrei essere... Ho sempre amato i Fantastici 4, e da li si comprende già quanti siamo dentro a sta testa di NBC... Buon proseguimento... Se mi prendi per un pazzo, per un mitomane o altro, non batterò ciglio!!! Nick Carrassi @mikimoz certifica tu che sto sbrodolone l'ho scritto io :P




Risposta al primo messaggio:

Grazie peer l'apprezzamento per la mia recensione del suo libro del 2005.
Cambiamo prospettiva.
Ipotizziamo che una persona faccia un lavoro che inquina l'ambiente. Quindi un lavoro "normale", non di quelli da seduti dietro la scrivania o il computer. Un lavoro legittimo, tipo produrre un qualcosa necessario alla nostra società di consumi, ma che nella sua filiera produttiva sia causa di inquinamento dell'ambiente dall'inizio alla fine del processo.
Se a questa persona venisse fatto notare che ciò gli permette di vivere inquina l'ambiente, il soggetto non potrebbe negarlo, resta che non sta commettendo alcun reato, che il processo produttivo è legittimo e svolto con il massimo del rispetto ambientale moderno, ma resterebbe comunque inquinante.
Se il soggetto replicasse con una sequela di "si, ma - però - forse - non è del tutto vero - ci hanno obbligato - io non volevo -  ho dei documenti che illustrano tutto meglio etc. etc.", non cambierebbe il fulcro dell'appunto, cioè che il suo lavoro inquina.
Per lo stesso motivo, dal mio punto di vista, si può spiegare/illustrare/mostrare documenti inediti, ma resta il fatto che Fininvest/Mediaset aveva una strategia censoria degli anime trasmessi.
Una volta ammesso questo, come il tizio ipotetico di cui sopra che ammette di fare un lavoro inquinante, tutte le argomentazioni di spiegazione (giustificazione) vengono a cadere.

L'impressione del revisionismo e del giustificazionismo nasce, sempre dal mio punto di vista, che lei non ha rilasciato una singola intervista una tantum, ma tutti i mesi più volte (visto che la Sprea ha più testate su manga ed anime) batte il chiodo sul medesimo argomento.
Riririribadisco, lei fa benissimo ad illustrare il suo punto di vista, magari sarebbe bello leggere un minimo di contradditorio, altrimenti nasce teleCarrassi a riviste Sprea unificate  ^_^

Risposta al secondo messaggio

Neppure io sono più un ragazzino, non mi atteggio a nulla neppure io, in più rispetto a voi (intendo a chi lo fa a legittimo scopo di guadagno, sia economico che di autorevolezza editoriale), io non ho percepito introiti economici per censurare gli anime e non ne percepisco per scrivere sulle riviste, in quanto scrivo solo su questo sperduto blog  ^_^
Ho capito l'approccio che mi propone, ma come si fa a consultare uno scritto scollegandolo dalla fonte?
La fonte è parte integrante di una notizia, mio punto di vista.
Io ho capito perché c'è stata la censura sistematica Fininvest/Mediaset, non quella random del first impact: 
perché si era abbassata l'età del pubblico di "Bim Bum Bam" ma nel contempo non si voleva trasmettere anime in target con quell'età.
Gli interessati Fininvest/Mediaset, consci di questa incongruenza, a differenza di chi se ne occupò in Rai e sulle tv private dal 1978 ai primi anni 80, continuava ad acquistare anime fuori target perché facevano più ascolti, e per riportarli in target, li dis-adattavano.

Uno dei motivi che mi fanno arrabbiare, e lei in questo NON ha parte, e quando si paragonano le censure e gli adattamenti del first impact alla strategia Fininvest/Mediaset.

P.S.
Guardi che io non l'ho paragonata a Thor, ma a Loki, quello dei fumetti Marvel, il Dio dell'inganno   ^_^

P.P.S.
Grazie per aver scritto che scrivo bene, mi è parso un po' esagerato, ma è stato cortese  :]


 Prima parte di un'altra testimonianza di una protagonista, forse meno nota ai più come me, delle sigle dei cartoni animati giapponesi. Ogni tassello di quello mondo aiuta a completare il puzzle generale.

Il sommario del 20esimo numero con lo specialone su "Lady Oscar".

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