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lunedì 1 aprile 2024

Fuori dal cono d'ombra, storie di donne fra l'Italia e il Giappone




TITOLO: Fuori dal cono d'ombra, storie di donne fra l'Italia e il Giappone
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Lindau
PAGINE: 205
COSTO: 19
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833539928



Comprato appena uscito, letto con colpevole ritardo: bello.

Il saggio riporta dodici biografie di donne italiane e giapponesi che in vari modi e in periodi differenti hanno contribuito a creare o rinsaldare un legame tra Italia e Giappone e viceversa.
In alcuni casi la loro opera è sconosciuta, anche a chi, come me, si interessa al Giappone, in altri casi sono donne conosciute, per questo motivo, forse, non tutte sarebbero "nel cono d'ombra" e quindi non ci sarebbe stato bisogno di tirale "fuori dal cono d'ombra", come Banana Yoshimoto e Rumiko Takahashi.
E' anche vero che questa mia valutazione nasce da un minimo di conoscenza del Giappone, un lettore/lettrice occasionale a digiuno del mondo nipponico, forse potrebbe non sapere neppure di questi due personaggi.
Le dodici brevi biografie sono sulle seguenti donne:
Matilde Sallier de La Tour (1827-1894);
Tama Eleonora Kiyohara Ragusa (1861-1939);
Kawakami Sadayakko (1871-1946)
Oyama Hisako (1870-1955);
Miura Tamaki (1884-1946);
Angelina Fatta baronessa di Villaurea (1870-?) e Maria Albertina Loschi (1888?-1963);
Giuliana Stramigioli (1914-1988);
Topazia Alliata (1913-2015);
Jenny Banti Pereira (1924-2015);
Atsuko Suga in Riccia (1929-1998);
Banana Yoshimoto;
Takahashi Rumiko.

Talvolta (o più spesso di talvolta) posto cose che non capisco bene neppure io perché lo faccia, per esempio vecchi libri con tematica Giappone:

Oppure metto completamente un libro molto più vecchio, come "Spedizione in Giappone" di Pietro Savio pubblicato nel 1896, in cui si parla anche di Matilde Sallier de La Tour!  ^_^
Tama Eleonora Kiyohara Ragusa fu una pittrice che, tra le prime, fece conoscere lo stile giapponese all'Italia e viceversa, visse in Italia sposata ad un italiano, non conoscevo la sua storia.
Kawakami Sadayakko fu un'attrice che divulgò canti e danze nipponiche in Occidente, ovviamente neppure di lei conoscevo nulla.
Oyama Hisako fu colei che permise a Giacomo Puccini di conoscere a capire le musiche popolari nipponiche affinché il compositore le potesse inserire nella sua "Madama Butterfly".
Miura Tamaki fu un'attrice, che più di ogni altra, impersonò la protagonista di "Madama Butterfly", conobbe e frequentò anche Puccini.
Questo personaggio è trattato anche nel bel libro "Sotto l'ombrello a Tokyo" di Maria Teresi Orsi e Fabio Sebastiano Tana, che (di nuovo) colpevolmente sto leggendo assai a rilento (non perché sia brutto, anzi, ma perché è un periodo in cui fatico a concentrarmi sulla lettura).
Angelina Fatta baronessa di Villaurea e Maria Albertina Loschi furono due viaggiatrici che si recarono in Giappone in epoca lontana e ci lasciarono delle testimonianze scritte del loro viaggio. All'epoca era raro sia che fossero delle donne a viaggiare fino in Giappone sia che ne tenessero un diario.
Giuliana Stramigioli studiò e si occupò di cultura nipponica da prima della guerra a dopo di essa, sia in Giappone che in Italia. Probabilmente in qualche rivista anni 30 e 40 in mio possesso o già pubblicata (vedere il primo link più sopra) ci sarà qualche suo scritto. 
In realtà di Topazia Alliata conoscevo la storia, in quanto era la moglie di Fosco Maraini, il coraggio e le capacità intellettuali dimostrate da questa donna (ed in generale dai membri di questa famiglia) mi hanno sempre affascinato.
A Jenny Banti Pereira va ascritto il merito di aver introdotto l'ikebana in Italia, non comprendendo la tematica, mi era del tutto sconosciuta.
Essendo ignorante in letteratura giapponese (e pure in quelle delle altre nazionalità) non conoscevo l'importante figura di Atsuko Suga (in Riccia), traduttrice e scrittrice, grazie al libro ho colmato la mia lacuna.
Banana Yoshimoto è l'unica scrittrice nipponica a cui ho cercato di avvicinarmi, leggendo quattro suoi romanzi (Kitchen, Honeymoon, Lucertola, Sonno Profondo), ma per le lacune di cui sopra, non sono riuscito ad apprezzarla come immagino meriterebbe. A mia parziale discolpa c'è da dire che, con il lavoro che faccio, ad un certo punto ho dovuto man mano selezionare una nicchia di tipologia di scritti da leggere, altrimenti non sarei più riuscito a leggere nulla...   >_<
L'ultimo scritto ci illustra le opere fumettistiche di Rumiko Takahashi, che noi fan di anime e manga diamo per scontato si debbano conoscere, ma il pubblico più ampio a cui è destinato il libro, invece, potrebbero ignorare.

Alla fine del saggio sono presenti alcune fonti bibliografiche per eventualmente approfondire le figure delle dodici donne soggetto dello scritto.



 

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